Vedere oltre la nebbia

Apprendimento sensoriale - Suzaku Kaguya

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    Anno 21 d.Z. - Shūtsuki
    Quella particolare giornata non iniziò nel migliore dei modi per nessun abitante di Kirigakure. Oltre al clima di tensione che si respirava in relazione ai recenti avvenimenti mondiali, ci pensò una fitta pioggia a stendere un velo ancora più oscuro su quel dì. La precipitazione si arrestò solo nel tardo pomeriggio, quando ormai era ora per i più di rientrare alle rispettive abitazioni. Per Suzaku in particolare, quella fu una giornata alquanto bizzarra. Non perché si ritrovò impegnato in missioni particolari o assegnato a compiti poco consoni al suo ruolo, bensì per una sorta di "sensazione sinistra" che lo perseguitò per gran parte del tempo. Non era facile da spiegare, tuttavia si manifestava con dei leggerissimi brividi lungo il corpo e come una sorta di "pressione" sulla testa. Era simile in parte a quella percezione che si ha istintivamente quando qualcuno viene osservato a sua insaputa. Non è scientificamente provata, tuttavia molti sostengono si tratti di un vero e proprio "sesto senso", un piccolo superpotere che tutti possiedono. Spesso questa capacità viene confusa con il potere sensoriale proprio di alcuni ninja, ma questi ne capiscono bene la differenza, avendola notata contro gli avversari in grado di sopprimere il loro chakra diventando così dei veri e propri fantasmi alle loro capacità. Tuttavia, lo sguardo non poteva essere schermato, perciò la sensazione di essere osservati veniva avvertita ancora da coloro che questi pedinavano.

    Ci furono però dei momenti in cui quella sensazione si fece più concreta. Ad esempio gli capitò numerose volte di intravedere una figura in lontananza, una silhouette tra la nebbia e la pioggia che lo fissava. Gli bastava tuttavia distogliere leggermente lo sguardo, anche a causa di un semplice battito di palpebre, per far scomparire quella presenza. Anche il provare ad andare nella direzione dove prima vi era la figura non avrebbe portato a nessun risultato: non vi era odore, rumore, traccia. Per alcuni istanti gli sembrò veramente di star diventando paranoico, viste anche le reazioni degli altri ninja se provava a parlarne. In ogni caso, Suzaku non era un pazzo, e se ne sarebbe accorto di lì a poco.

    Più tardi quella stessa giornata, quando il cielo era ormai schiarito e il sole già tramontato, Suzaku avvertì nuovamente quella sensazione mentre era sulla strada di casa, all'estrema periferia del villaggio. Visto l'orario, le strade erano completamente sgombre e non vi era che lui sulla strada. D'improvviso sentì un rumore di passi alle sue spalle. Se si fosse girato in quel momento, avrebbe notato un individuo a circa cinque metri di distanza. Il volto era nascosto da una atipica maschera da anbu, il grado più alto della gerarchia ninja, dalla forma che ricordava quella di una lince, con il simbolo di Kiri impresso sulla fronte. La corporatura, sebbene fosse coperta da un soprabito nero chiuso sul davanti, non sembrava così massiccia, anzi appariva piuttosto snella e per nulla minacciosa.

    Suzaku Kaguya, no? Il tuo aspetto non mi era nuovo infatti, fin dal momento in cui ti ho visto. Mi risulta tu possieda qualcosa che mi interessa. - esclamò la misteriosa figura. Una delle mani tenute fino ad allora nascoste nelle ampie tasche del soprabito si sollevò, indicando il guanto azzurrino che il chunin portava sul braccio sinistro - Quel tuo guanto per favore, vorrei tu me lo consegnassi. In cambio potrei darti dei soldi, in quantità tale da poterlo definire uno "scambio equo". Che ne dici? In ogni caso non me ne andrò senza di esso. Mi dispiacerebbe in caso che tu... non ti mostrassi collaborativo.

    Steg Dato che la banalità non è per noi, al posto di un addestramento noioso questo sarà un evento più "difficile" (ovviamente ciò è stabilito da cosa farai), ma spero anche più divertente.
     
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    Era mattino presto e quindi indossai con calma tutto il mio equipaggiamento. Era passata solamente una settimana dalla Festa dell’Acqua e della Vita eppure il mio umore era già tornato lo stesso degli ultimi mesi, per di più naturalmente condiviso anche dal resto degli abitanti del villaggio. La situazione mondiale non lasciava il lusso di gioire spensierati.

    Tirai la porta verso di me per uscire e un leggero brivido percorse come un fulmine la mia schiena. Reagii inavvertitamente scrollando la testa. Simultaneamente avvampò nel mio animo una sensazione difficile da spiegare, che era sostanzialmente un misto di paura e irrequietudine che mi incoraggiavano ad essere cauto. Comunque cercai di non farci caso e uscii con la pioggia che scendeva gentile mentre la nebbia onnipresente offuscava il panorama.
    L’impressione che avevo avuto al mattino andò via via ad accrescere durante quella giornata anonima. Mi premeva direttamente sulla nuca con inspiegabile forza e appesantendo il mio respiro. Pareva che qualcosa di sinistro mi stesse osservando costantemente e che quel qualcosa o qualcuno si trovasse proprio un passo dietro di me. Mi girai più volte di scatto sia mentre camminavo per raggiungere il villaggio sia mentre mi allenavo. Seppur fossi impegnato fisicamente e mentalmente percepivo nell’angolo dei miei pensieri che era ancora lì, invisibile ma minacciosamente presente. Ogniqualvolta provavo ad identificarlo mi sfuggiva innescando la mia frustrazione che non faceva altro che peggiorare il quadro. Con il passare del tempo avrei potuto dire quasi con fermezza che esso era costantemente un metro oltre il mio campo visivo, appena più in là ma non così tanto lontano da far sparire il dannato sentore. Solo un paio di volte notai un’ombra mista alla nebbia che scompariva in un battibaleno... ma era vera? O era la mia mente che aveva deciso di punto in bianco di impazzire e generare minacce inesistenti? Dopotutto ero all’interno di Kiri e forse non vi era un posto più sicuro per me, o mi sbagliavo? Quel presentimento era soltanto frutto della mia sciocca immaginazione?
    I dubbi esplosero nella mia testa e mi costrinsero a chiedere ad un ragazzo lì presente se avesse per caso notato quell’ombra che mi perseguitava. Mi mossi verso di lui con decisione ma inconsciamente già sapevo la risposta che avrei ricevuto. Difatti essa mi fu confermata dal diretto interessato: non c’era assolutamente nulla. Deglutii la mia stessa saliva mentre l’ansia non scemava di crescere.

    Analizzai i dintorni e i tetti sperando di cogliere qualche indizio finché non raccolsi i miei oggetti per far ritorno finalmente a casa.
    La pelle d’oca non osava lasciarmi in pace e cercavo di tenere a bada l’angoscia tentando di non pensarci, ma partivo sconfitto già in partenza perché quando non volevo pensare ad un particolare spiacevole il mio cervello reagiva fissandosi sadicamente proprio su quello. Così, senza possibilità di scelta, accondiscesi il volere della mia stessa mente. Dato che la vista aveva fallito fino a quel momento avrei perciò provato a fidarmi ciecamente del mio udito, probabilmente il senso migliore di cui potevo disporre.
    Mi concentrai sui suoni che potevo avvertire nei dintorni, come lo scrosciò delle onde o i rumori portati dal vento e provocati da alcuni pescatori a riva in lontananza. Ma improvvisamente colsi il suono di passi leggeri che puntavano nella mia direzione. Come era possibile che non me ne fossi accorto prima? Mi girai placidamente svuotato momentaneamente dal peso del presentimento che avevo avuto fino a quel momento. Finalmente potevo concentrarmi su qualcosa di concreto anche se la situazione era in verità una strana coincidenza.
    Ai miei occhi si presentò un anbu con la maschera di una lince e il simbolo di Kiri disegnato sulla fronte. Strinsi i denti e la mascella poiché gli anbu non erano persone da muoversi a vuoto senza uno scopo preciso. Annuii con la testa quando mi chiese se fossi Suzaku Kaguya e dopodiché rimasi in silenzio per comprendere il motivo della sua visita. Pertanto mi disse che avevo qualcosa che gli interessava, anche se di primo acchito non capii a cosa si potesse riferire. Istintivamente pensai al juinjutsu tuttavia poi indicò con chiarezza l’obbiettivo con un gesto della mano: il glaciax. Serrai inconsciamente la mano a pugno per poi rilasciarla forzatamente quando me ne accorsi.

    Ti ringrazio dell’offerta, ma non sono interessato al tuo denaro.

    Aveva perfino specificato che non se ne sarebbe andato finché non avessi accettato di consegnarglielo, dando di conseguenza alla discussione un non so ché di minaccioso. Per cui ipotizzai nella mia testa che fosse una richiesta specifica del villaggio e del Mizukage. Anche se potenzialmente sarebbe stato molto più facile dal suo punto di vista mettere in chiaro la richiesta di Kiri... Inspirai abbondantemente. Avevo troppe domande e non avevo alcuna informazione per poterci cavare qualche risposta al fine di capirci di più. Però di una cosa ero totalmente convinto, quel guanto maledetto era troppo utile per distaccarsene con leggerezza. Dunque gli avrei posto a mia volta una domanda che forse mi avrebbe permesso di capire la situazione.

    Per quale motivo vuoi così fortemente il glaciax?


    Riassunto Azioni


    Azioni
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    parametri
    Resistenza:700
    Stamina:600

    Maestrie e Abilità
    Combattente Armato [I° Specialista in Tirapugni - II° livello: Arte della Spada - Kenjutsu - Hojōjutsu]
    Guerriero Invisibile [III° livello: Maestro delle Nebbie]
    Stile Acrobatico [II° livello: Stile della Cavalletta - II° Movimento a due braccia - III° Stile Acrobatico - Wushu]

    Sigillo Maledetto Normale [I Stadio] (sul cuore)
    Concentrazione del chakra
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Enfasi Animale
    Armatura Ossea
    Fiore Osseo
    Concentrazione Superiore del Chakra
    Transfert
    Esplosione del Chakra
    Tecnica del Richiamo [Kuchiyose no Jutsu] [Serpenti]
    Disperdi (Kai)

    equipaggiamento
    - Limb System v.03 [Braccio dx]
    - Sandali chiodati
    - Glacyax [Braccio sx]
    - Mantello Semovente Bastion [indossato sopra le altre protezioni]
    - Maschera respiratoria
    - Monocolo Fotografico
    - Ricetrasmittente v.4000 (Seras)
    - Coprifronte esteso
    - Giubba Rifinita
    - Guanti placcati
    - Paracosce Laminate

    Consumabili
    - Siringa con antidoto superiore
    - Tonico coagulante
    - Tonico da guerra
    - Shuriken [x5]
    - Palla di luce

    Conoscenze
    Tecniche del chakra [II°]
    Storiche [II°]
    Orientative e geografiche [II°]

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    [Il giorno prima, Ufficio del Kage]
    Beh, direi un ottimo lavoro! - esclamò il Mizukage, menando un paio di affondi con la spada a forma di gigantesco ago. L'aria sembro tagliarsi tanto furono rapidi e precisi i colpi del capo della Nebbia, probabilmente il miglior spadaccino del villaggio a quel tempo. Subito dopo perse un bel po' di tempo con la spada a pochi centimetri dal volto, come a voler esaminare ogni singola piccola modifica sulla sua superficie.
    Davanti a lui vi era il legittimo proprietario dell'arma, un ragazzo da poco entrato nei suoi diciotto anni ma comunque ancora piuttosto infantile all'apparenza, che lo osservava a braccia conserte e con espressione piuttosto scocciata.

    Bene, ora sarete soddisfatti. Viaggiare per giorni in quella steppa senza uno straccio di cibo che possa definirsi tale... tutto per riparare un'arma che nemmeno sono capace di usare. - disse il ragazzo, non risparmiandosi occhiatacce e grugniti di disappunto nel mentre.

    Non è questo il punto. Il punto è che sei riuscito, non so come, a rompere una spada che viene passata di mano in mano da più di quattrocento anni. Uno dei più importanti, se non sacri, simboli del villaggio. Hai avuto la tua lezione per il futuro.

    Non ricominciamo con questo discorso, per favore. Ora è integra e scintillante, quasi meglio di prima. Piuttosto... - interruppe la frase per avvicinarsi alla scrivania, poggiando entrambi le mani su di essa come per cercare, inutilmente, di prendere una posizione di superiorità rispetto al Kage - Ho avuto una conversazione piuttosto interessante con il fabbro. Riguardo quel genin che avevi promosso sul campo quel giorno... Suzaku Kaguya, no? Che avevi in mente?

    Gli sguardi di entrambi si fecero improvvisamente più seri, rimanendo fissi l'uno sull'altro in quei pochi secondi di silenzio che seguirono.

    [...]


    Dai fori della maschera, l'anbu scrutava ogni piccolo dettaglio del suo interlocutore. Poteva ben avvertire la sua agitazione, così come il pugno che strinse inconsciamente non appena il suo guanto venne puntato.

    Perché, dici? Mi meraviglio che tu me lo chieda, d'altronde pensavo fossi consapevole della sua natura malvagia, e che fossi almeno in parte in grado di avvertire il chakra oscuro che lo permea. Deve pur averti suscitato qualche reazione, visto che lo porti sempre con te. - diede al ragazzo il tempo di metabolizzare le sue parole, prima di sollevare leggermente le spalle in segno di indifferenza - Però forse per un ninja senza capacità sensoriali non è così scontato. Non è colpa tua.

    Fece qualche passo in avanti, accorciando la distanza a tre metri circa, tenendo il braccio leggermente teso in avanti con il palmo della mano aperto.

    Oltretutto, l'esistenza di questo oggetto è un insulto a noi che condividiamo lo stesso sangue di chi ne ha plasmato inconsciamente le capacità, disonorandoci tutti. Ora che sono più vicino a lui mi accorgo di quanto sono stato "cieco" a non avvertire la sua presenza fino ad oggi.

    Vedendo come il proprietario del Glaciax non fosse ancora intenzionato a cedere l'arma, l'anbu avrebbe fatto scendere le mani lungo i fianchi, abbassando al contempo anche leggermente la testa, rivelando così la spada dal colore scuro fissata dietro la sua schiena.

    Se vuoi metterla così, potrebbe anche essere più divertente. - furono le sue ultime parole, prima che la mano destra andasse a posarsi sull'elsa della lama, pronta a brandirla nel caso Suzaku avesse provato a fare mosse false.
     
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    L’Anbu tuonò che il motivo era piuttosto semplice e che io ne dovessi essere già a conoscenza, cioè che il glaciax era fondamentalmente malvagio. In effetti bastava avere una vaga conoscenza del re dei clown per sapere con certezza la natura di qualunque delle sue creazioni, ma questo, a prescindere da tutto, non rispondeva a ciò che mi ronzava per la mente. Non ebbi neanche il tempo di assimilare il concetto che il guanto potesse in qualche modo influenzare i miei pensieri che il ragazzo si avvicinò afferrando senza esitazione l’elsa della sua spada. Dovevo proprio affrontare questo genere di discussioni e situazioni dopo la giornata appena vissuta? Dannazione. Avvampò dentro di me la voglia improvvisa di sclerare.

    L’istinto inizialmente mi suggerì di reagire attivando l’armatura ossea ma la parte più razionale analizzò che se il guerriero difronte a me era realmente in grado di avvertire il chakra allora avrebbe potuto considerare la mia azione come una potenziale aggressione. Non mi sembrava corretto ed era tutt’altro che saggio, perciò non mi sarei cautelato. Inoltre combattere per un oggetto tale era forse proprio l’obbiettivo del creatore. Riempire il mondo di regali per cui i ninja si sarebbero uccisi tra loro per il possesso, non era forse il lascito perfetto di una mente malata come quella di Qayin? Che fosse proprio questa una manipolazione perpetuata dal guanto stesso?
    Troppi pensieri vorticavano nella mia testa ed ero sicuro di una sola cosa: consegnare l’arma avrebbe semplicemente significato scaricare il problema a qualcun altro e per ora non mi fidavo del ninja. Nondimeno non riuscivo a comprendere se fossi motivato dall’avarizia o da un senso di responsabilità. Probabilmente era più la prima e ciò mi spaventava un po’. L’interlocutore sembrava allo stesso tempo coinvolto dall’influsso magnetico del congegno poiché altrimenti non sarebbe arrivato ad un passo da sfoderare la sua lama.
    Scossi la testa e dissi con pacatezza ciò che pensavo sulla vicenda.

    Proprio perché è un oggetto pericoloso creato da un folle, con delle potenzialità inesplorate, non lo affiderò con leggerezza alla custodia del primo tizio mascherato che me lo chiederà, specialmente se egli afferra la sua spada poco dopo aver suggerito una collaborazione.

    Aspettai qualche attimo assumendo una posizione rilassata per provare a pensare ad un modo per distendere la situazione. Mi chiesi se potessi essere stato io la causa di quel gesto intimidatorio. In che modo potrei averlo minacciato? Non mi pareva di aver preso armi o sfruttato il chakra. Il luccichio sul braccio mi portò un’idea. Forse lo shinobi riteneva l’arma speciale stessa una minaccia, così, per mostrarmi disponibile al dialogo, mi sfilai il guanto e lo afferrai saldamente con l’altra mano oramai innocuo.
    Successivamente rimuginai sul resto del discorso e a essere onesti il ninja aveva fatto trasparire ben poco. Forse era la mia immaginazione ma delle sensazioni mi suggerivano che non era venuto a chiedermelo solo per adoperarlo lui stesso, anzi sembrava lo “odiasse”. Comunque gli avrei dovuto decisamente far sputare il rospo.

    Anbu, per ora sono convinto che io sia il migliore custode possibile e rimarrò fermo sulle mie posizioni finché non mi spiegherai a cosa ti serve.

    Sollevai il Glaciax per indicarlo e glielo avvicinai allo sguardo. Alzando le sopracciglia aggiunsi:

    Se te lo dessi ora cosa ci faresti?

    Se il suo intento era ipoteticamente distruggerlo, nasconderlo in capo al mondo o qualsiasi altra dannata cosa avrebbe dovuto dirlo chiaro e tondo.


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    Scusa per l’attesa ma la combinazione esami + vaccino mi ha ammazzato :sob:
     
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    Perché gli hai lasciato tenere quell'arma? Hai idea di cosa potrebbe succedere se il nostro potere cadesse in mani sbagliate? Oltretutto la sua sola esistenza è un affronto a tutti noi.

    Parli tu? Non mi pare tu ti sia lamentato del regalo che ha fatto te, invece. - il mizukage portò allora lo sguardo sul braccio destro, completamente fasciato, di Shinichi, il quale prestamente lo nascose dietro alla schiena - "Quel genin", come lo hai definito, mi ha già ampiamente dimostrato le sue capacità, per questo ho deciso di lasciargliela. E in più, se ti dà fastidio il fatto che non ti abbia informato, sappi che non sono tenuto a rendere conto né a te, né agli altri spadaccini delle mie decisioni, non adesso che sono il Mizukage. Però se ci tieni tanto... mettilo alla prova.

    Intendi battermi con lui? - domandò Shinichi, che sebbene leggermente infastidito dal tono presuntuoso del Mizukage, non osò replicare alle sue parole. Non fu paura ciò che lo bloccò, nonostante l'uomo fosse ancora oggettivamente molte spanne sopra a lui in quanto ad abilità, bensì il buonsenso: in quel periodo critico, lotte interne al villaggio erano fuori discussione, e anche un tipo impulsivo come il ragazzo riusciva a capirlo.

    Chissà, forse. Se ciò può servire a calmarti d'animo. Se non ti soddisferà, potrai distruggere l'arma.

    [...]


    Quando Suzaku si sfilò il Glaciax dalla mano, Shinichi avvertì ancora più distintamente il chakra che emanava. Si trattava di un miscuglio disgustoso tra il chakra di Qayin, assimilabile ad un coprente color rosso scuro, e il chakra argentato dello Yuki che aveva plasmato il guanto. I due sembravano vorticare attorno ad uno stesso punto, riuscendo a mischiarsi e al contempo rimanere separati in una macabra danza. Lo Yuki strinse i denti, realizzando come quello non fosse che una orrenda riproduzione in miniatura di ciò che anche lui viveva fin dal giorno in cui aveva perduto il braccio. Anche il suo potere faceva parte di Qayin ora, ed era tutto dentro quel ragazzo... il pensiero gli generò un terribile brivido lungo la schiena, il che, nemmeno a dirlo, fu una sensazione quasi nuova, visto che Shinichi non sapeva cosa volesse dire come sensazione la parola "freddo".

    Cosa intendo farci? Lo distruggerò, ovviamente. - avrebbe esclamato, per poi allungare la mano a palmo aperto in direzione del chunin. Poteva avvertire il chakra glaciale del guanto, perciò non fu difficile per lui agganciarlo come già aveva fatto con la riproduzione di Ren. Esso sarebbe stato strappato dalle mani di Suzaku, rimanendo a levitare davanti all'anbu per poi appoggiarsi delicatamente sulla sua mano.
    Come puoi essere degno di lui, se non riesci nemmeno a percepire il suo potere? - ripeté nuovamente quelle parole, prima che della nebbia cominciasse a ricoprire velocemente e per intero la zona. Non si trattava di normale foschia, ma di una nebbia fitta e bianca, le cui temperature sarebbero state difficilmente sopportabili anche per un Kaguya. A quel punto l'anbu fece velocemente dei passi all'indietro, scomparendo totalmente alla vista.
    Non preoccuparti: nessuno utilizzerà più quest'arma, ti do la mia parola. - le ultime parole della figura non avevano una direzione precisa, bensì sembravano come un lontano eco, di cui sarebbe stato impossibile individuare la fonte. Nessun suono, né odore: in un attimo sembrò che il ninja non fosse nemmeno mai stato lì.

    Diciamo che siamo arrivati al momento clou dell' "addestramento". In un turno devi riuscire a localizzarlo, prima che se ne vada per sempre con il tuo Glaciax. Avendo la maestria delle Nebbie è impossibile localizzarlo con mezzi normali, e la tecnica dello scudo dell'eco previene dall'identificare la fonte della voce. L'indizio, ovviamente, sta nelle sue parole. A te, e per dubbi sai dove trovarmi.
     
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4 replies since 22/5/2021, 20:12   127 views
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