A Hero's Journey II

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    Il mio viaggio di addestramento in giro per il mondo continua. La visita al Paese dell’acqua è stata per me molto istruttiva. Sono riuscito a dominare la mia seconda natura elementale del chakra: la Terra ed ho imparato molto sul controllo del mio potere magico. In più sono riuscito a visitare nuovi luoghi e a scoprire posti sperduti di bellezza inimmaginabile, dalle radure isolate immerse nella boscaglia a calette isolate lungo il litorale dell’isola gustandomi scorci di paesaggi così diversi dalla mia Konoha da farmi meravigliare della grandezza del mondo.
    Il mio viaggio continua verso il Paese del Fulmine, dove ho svolto la mia prima tragica missione.
    Il ricordo della prigionia mi porta ancora malinconia e mi toglie il sorriso, è stato un periodo difficile che ha messo a dura prova le mie convinzioni. La nave su cui viaggio come guardia sbarca al crepuscolo ad un porto del paese. Una media città marittima brulicante di vita e di voglia di rifarsi.
    Al porto sono ancorate numerose imbarcazioni, per lo più pescherecci dall’aspetto trasandato e fatiscente e lungo il molo c’è un via vai di marinai dall’aspetto rozzo e vissuto.
    L’aria ricca di salsedine mi piace, mi piace molto e me ne riempio i polmoni a grandi boccate. Il nostro sbarco viene accompagnato da uno stormo di gabbiani gracchianti che, evidentemente pensano si tratti di un altro peschereccio carico di buon cibo. Si tratta invece di un mercantile carico di stoffe e spezie diretti a Kumo con una carovana. I miei servigi terminano qui, così abbandono i compagni di viaggio con cui ho navigato per dirigermi a fare un giro in questa pittoresca città.

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    Si respira un’aria diversa qui.

    La mia ultima visita al paese del Fulmine è stata molto tempo fa, quasi un anno, quando era ancora sotto il dominio dei Jashinisti e in cui bande di predoni agivano libere ed indisturbate. Ora però Kumo è tornata in mano al Raikage e con essa anche il controllo sul paese scacciando definitivamente la minaccia dei cultisti sanguinari. Tuttavia il paese è ancora scosso e residui delle bande di criminali vagano ancora fra i monti e le regioni inospitali del paese assaltando mercanti e viaggiatori.
    I cittadini di questa città sembrano tuttavia aver ritrovato un po’ di serenità con la restaurazione del governo della Nuvola e lo dimostrano le facce sorridenti dei bambini che corrono per le strade giocando, le bancarelle dei mercanti ricche di merci ed il via vai di persone.
    Cammino lungo la via che costeggia il mare, fra negozi di vestiti, bancarelle di prodotti tipici, banchi di pesce fresco dal caratteristico odore intenso ed articoli di bigiotteria.
    Mi mette buon umore passeggiare lungo questa via, tanto che per oggi decido di accantonare momentaneamente i miei allenamenti.
    Mi dirigo verso una bancarella di dolciumi e prendo qualcosa di cui non conosco nemmeno il nome. Sembrano delle sfere di zucchero ricoperte di cioccolato fuso, dall’odore ricco ed invitante.
    Si sciolgono in bocca lasciando una sensazione piacevolissima sulla lingua e sul palato.
    Proseguendo oltre noto un accalcarsi di persone nei pressi di una specie di teatrino di legno, di quelli che si usano per fare gli spettacoli con le marionette o con i pupazzi.
    Molti bambini sono raggruppati in prima fila con i genitori dietro che parlano e ridono fra loro.
    Il sipario si apre lentamente ed entra in scena un personaggio vestito in modo veramente buffo e dai colori sgargianti.
    Proseguo oltre, guardando felice quei volti sereni e sorridenti.
    Pensare che tutto questo potrebbe finire a causa della guerra imminente mi fa tornare in mente il motivo per cui sono in viaggio: diventare più forte, molto più forte! Per proteggere queste vite, questa spensieratezza.
    La notte si avvicina sempre più e devo trovare un posto a buon mercato per dormire, almeno per oggi voglio evitare di accamparmi e godermi un letto che sia chiamabile con tale nome.
    Le mie finanze purtroppo scarseggiano, ma forse posso arrangiare qualche lavoretto in cambio di vitto e alloggio.
    Mi allontano dalla via sul lungomare inoltrandomi fra i vicoli interni della città, decisamente più angusti e fatiscenti. Fra questi vicoli si aggirano poche persone, alcune dalla faccia poco raccomandabile, ma non sono certo uno facile da intimorire.
    La mia ricerca termina in una bettola dall’aria scadente con la porta scolorita ed i vetri delle finestre sporchi e scheggiati, una vera catapecchia insomma, non può costare molto o sbaglio?
    Entro nella locanda, molto vecchio stile: tavoli rotondi di legno mezzo marcio ed una nube di fumo che si innalza dai tavoli degli avventori, chi intento a bere, chi a giocare a carte, chi a mangiare.
    Mi avvicino al bancone per parlare con il locandiere.

    Salve, sto cercando una stanza per la notte.

    50 ryo!

    *Cazzo così tanto per sta topaia*

    Mi chiedevo se fosse possibile svolgere qualche lavoretto in cambio dell’alloggio. Sa sono un ninja!

    Allora 70 ryo

    Il vociare quasi si interrompe alla parola ninja e sento molti occhi fissi su di me. Forse non è stata proprio una grande idea venire in questo posto, dove probabilmente metà della gente ha problemi con la legge e sbandierare che sono un ninja.
    Non voglio ne creare ne ricevere problemi così mi volto e faccio per uscire, ma un omaccione si è piazzato davanti alla porta e mi guarda in maniera truce.

    Permesso

    Tu non vai da nessuna parte pulce, dove eravate voi ninja quando quei folli ci hanno invaso eh?

    Io probabilmente in accademia

    Fai anche lo spaccone eh? ora ti do io una lezione moccioso!

    L’uomo si avventa su di me agitando i grossi pugni nel tentativo di colpirmi, ma lo schivo senza troppi problemi con dei semplici spostamenti. Altri si uniscono a lui nel tentativo di colpirmi, ma non è un grande problema. Voglio evitare di far loro del male, alla fine han sofferto tutti a causa del recente passato e chi può biasimarli per odiare i ninja, che ben poco han potuto fare per loro.
    Tuttavia noto, dall’altra parte del locale, un uomo incappucciato che se ne sta in un angolo buio a fissare i miei movimenti, tirando da una pipa. Mi guarda in maniera proprio strana!
    Ora sono in quattro contro di me. Con dei semplici e fluidi movimenti faccio in modo che cozzino e si colpiscano fra di loro, ma sembrano solo innervosirsi di più anzichè comprendere la differenza fra noi.
    Così decido di agire, mentre l’omone che mi ha bloccato l’uscita riprova con un pugno gli afferro il braccio, faccio leva sul polso, grazie alle mie conoscenze anatomiche, e lo rivolto come un calzino.
    Per gli altri tre uso un metodo praticamente indolore: pressione delle tempie con effetto uno svenimento immediato dei malcapitati.
    a quel punto nessuno osa più venirmi contro, anche se continuano a guardarmi con fare minaccioso.

    Scusatemi, non voglio creare altri problemi.

    Mi volto e me ne vado, lanciando un’ultima occhiata alla figura misteriosa avvolta da un mantello.
    Uscito dalla locanda sento un gran schiamazzare e parlottare concitato, ma non me ne curo. La mia sola preoccupazione, ora, è trovare un posto per dormire.
     
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    Girovago per un'altra ora in cerca di un posto per dormire finchè mi imbatto in una donna di una certa età che gestisce un piccolo ostello ai confini della città, verso l'entroterra. E' disposta ad ospitarmi in cambio di un semplice lavoretto. Delle creature stanno distruggendo il suo orto e vuole che io me ne occupi.
    Paso perciò la notte in un bel letto comodo e caldo, pronto a svolgere l'incarico di prima mattina. Un modo come un altro per allenarmi.
    Mi sveglio alle prime luci del sole che entrano dalla finestra senza tende e mi preparo a sbrigare la faccenda di cui mi sono preso carico.
    Prima di tutto devo scovare tracce ed indizi nel suo orto e nelle zone circostanti, ma prima ancora devo svegliarmi per bene o non troverò nemmeno la porta della camera.
    Dopo una veloce doccia tiepida mi vesto con indumenti leggeri: dei pantaloni comodi, scuri ed una camicia bianca molto semplice. Assicuro la katana in schiena e la mia lama retrattile al braccio sinistro, non ho bisogno di altra attrezzatura, per ora.
    Scendo al piano di sotto dove ancora non si vede nessuno ed esco fuori dall'ostello. E' situato alle porte della città e si affaccia sulla strada maestra che porta nell'entroterra. Da entrambi i lati c'è una fitta boscaglia ma, da una parte, quella opposta all'ostello, oltre la boscaglia si trova il mare, dall'altra parte si estende per molto territorio fino ad arrivare alle montagne, quelle alte vette avvolte dalle nubi.
    L'orto di cui mi parlava la proprietaria si trova sul retro della proprietà, proprio a ridosso del bosco.
    Mi aggiro pigramente ispezionando la zona in cerca di qualche segno ed in effetti ce ne sono di evidenti.
    L'orto è molto malconcio, la recinzione è sfondata, cavoli qua e la sono divelti e smangiucchiati, tracce di carote dissotterrate ovunque e piante di pomodoro spezzate ed i loro frutti spariti, l'unica cosa rimasta di loro, della polpa sparsa qua e la. Ci sono grossi segni di scavi e come dei tagli irregolari sugli arbusti delle piante. Penso di aver già capito chi siano i colpevoli ma devo accertarmene meglio.
    Non ha senso ricorrere al Byakugan con delle tracce così evidenti. Esco dal buco nella recinzione seguendo le impronte ed i solchi che portano nel fitto della boscaglia, incamminandomi sul sentiero brullo facendo attenzione a dove metto i piedi. Fra sassi, radici e strane pendenze si rischia uno scivolone o una storta ad ogni passo. Le tracce portano più in profondità nel bosco e si arrampicano su per una salita. Decido di non proseguire oltre, non è giusto uccidere degli animali solo perchè vogliono sfamarsi, piuttosto costruirò una vera recinzione in grado di resistere.
    Comincio a tagliare legna, grossa e spessa, per costruire una palizzata praticamente invalicabile per gli animali.
    Accumulo varie cataste di legna che provvedo poi a trasportare all'orto, ci impiego circa un'ora a trovare legna in abbondanza e di qualità soddisfacente, a tagliarla e levigarla in pali lisci e a piazzarla nei pressi dell'orto.
    A distruggere ci si mette veramente poco, in meno di dieci minuti ho smantellato la vecchia recinzione fatta di semplici reti e qualche paletto a tenerle in piedi. Recupero qualche pezzo che può servirmi e comincio a scavare.
    Allargo un po' il perimetro dell'orto in modo da fornire più luce e più spazio, in meno di mezz'ora ho finito di scavare. Poi comincio a piantare i pali nel terreno, in profondità ed in maniera tale che non possano smuoversi neanche con un macigno che frana. Il lavoro è lungo e faticoso ma per mezzogiorno ho finito. Osservo stanco e soddisfatto la mia opera e torno dentro per chiamare la signora e riferirle il mio operato.

    Ho finito, si trattava sicuramente di cinghiali ma ormai si saranno allontanati. Ho costruito una palizzata, ora nessun animale dovrebbe essere più in grado di sfondarla

    Caro ragazzo, ora vengo a vedere, però non hai preso nessuna di quelle bestiacce?

    No signora, è inutile inseguirle ed ucciderle, il problema era la vecchia recinzione, troppo fracile. Ora è diventata invalicabile glie lo assicuro!

    E va bene caro, ora vai pure a darti una lavata, presto servirò il pranzo, sarete in quattro. Gli altri ospiti sono una coppietta, ed un uomo dall'aspetto poco raccomandabile, ma finchè paga e si comporta bene per me non ci sono problemi.

    Come suggerito dalla signora, vado a lavarmi in camera per togliermi di dosso il sudore e la sporcizia. Mi vesto con abiti puliti e metto a lavare quelli usati durante il mio lavoro. Decido di lasciare anche la spada in camera, ma non mi separo dalla mia lama celata.
    Scendo di corsa con lo stomaco che brontola dalla fame pronto a gustarmi da mangiare ed entro in sala da pranzo. In effetti c'è una giovano coppia, entrambi sui vent'anni o poco più che si scambiano bacini ed altre smancerie. Dall'altro lato della sala, in un angolo, c'è seduto un uomo avvolto in un mantello dall'aria famigliare.
    Ma certo! E' l'individuo che mi fissava ieri sera nella locanda della rissa!

    grampasso_brea
     
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    Rimango all'erta per tutto il pasto, l'uomo non dice una parola durante tutto il tempo, ma mi sento il suo sguardo puntato addosso in ogni momento. La cordiale proprietaria pensa a tenere la conversazione durante il pranzo.
    Una conversazione frivola, disimpegnata e che non richiede l'intervento degli altri commensali, che possono godersi il pasto. Beh a parte me che sento gli occhi di quel tipo puntati addosso.
    Non appena finiamo di mangiare mi precipito in camera per raccogliere le mie cose ed andarmene, quel tipo non mi piace per niente. Eppure mi segue rapido, anche se molto silenzioso e discreto, però credo che voglia farmi capire che si sta avvicinando, come per avvertirmi. Beh gli farò capire subito che con me non si scherza.
    Entro in camera e mi metto a lato della porta in modo da sorprenderlo appena entra. Appena si apre la porta faccio scattare la mia lama retrattile e la poggio contro la sua gola, bloccandolo sul posto.

    Non fare mosse false!

    Hmmm, calma ragazzo, non sono un tuo nemico.

    E allora perchè mi stai spiando e seguendo?

    L'uomo avanza per entrare nella stanza, sicuro del fatto che non l'avrei ucciso così su due piedi. Sicurezza fondata, non intendo versare sangue non necessario . . . non più. Gli tolgo la lama dalla gola ma la tengo comunque estratta e pronta all'uso, per fargli capire che non può prendersi gioco di me.
    L'uomo si siede sul bordo del letto, incurante della mia minaccia.

    Se posso sei stato uno sciocco a sbandierare di essere un ninja alla locanda ieri sera, ed hai scelto proprio il peggior posto per rivelarlo.
    I ninja non sono ben visti in questi tempi da queste parti . . . come credo in molte altre parti.


    Tu chi sei? E cosa vuoi da me?

    L'uomo si alza in piedi, si leva il cappuccio e mostra finalmente le sue sembianze. Un uomo sulla trentina dall'aspetto fiero e vissuto, capelli corvini lunghi fino alle spalle ed occhi di un profondo blu. Dal suo viso traspaiono parecchie emozioni, malinconia, tristezza, desiderio. . . .

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    Il mio nome è Elessar, Special Jonin di Iwa ed agente OSU come te. E' stata una vera fortuna incontrarti qui, ho bisogno del tuo aiuto giovane Sakata e scommetto che anche a te farebbe comodo una mano.

    Ritraggo la lama, ma non abbasso comunque la guardia, anche se il suo volto mi ispira fiducia.
    Distolgo lo sguardo e, come prefissato, comincio a fare i bagagli, per non mostrargli troppa curiosità ed interesse.

    Sai già chi sono, ottimo. ma cosa vuoi da me? Perchè io con tutti i membri dell'OSU a cui chiedere?

    Non posso spiegarti tutto qui e ora, non si può mai sapere chi o cosa ci stia ascoltando . . . o osservando. Comunque sto indagando su alcune sparizioni sospette in tutte le terre ninja. So che anche un tuo conoscente è stato rapito . . . magari le cose sono collegate o magari no, non posso escludere nessuna pista. Tu sei capitato proprio nel posto giusto al momento giusto, è stato solo un caso incontrarci in quella locanda dove stavo cercando di carpire qualche informazione.

    I miei propositi di fare l'indifferente se ne vanno a puttane non appena allude a Shinsuke, il mio amico rapito.
    Lascio cadere lo zaino e la camicia che vi stavo infilando, ed osservo Elessar con occhi decisi. Già dal mio sguardo può capire che ho accettato di seguirlo nella sua indagine.

    Non ho contattato nessuno della base poichè è una missione della massima segretezza che richiede la più totale discrezione. Tuttavia non appena hai annunciato a gran voce il tuo nome in quella locanda, ho capito che saresti stato perfetto, grazie alle tue doti particolari . . . sei uno dei pochi che alla selezione dei Chunin appena svolta sono stati promossi direttamente alla prima prova, dopotutto.

    Capisco . . . anche tu hai perso qualcuno?

    Il volto di Elessar si fa cupo, non mi risponde, ma già dalla sua espressione capisco . . .
    Finisco veloce di preparare le mie cose ed assieme al mio nuovo alleato, ci prepariamo a partire alla ricerca di indizi.
    Mi comunica la nostra destinazione: un villaggio più a Nord, ai piedi delle prime montagne dove sono spariti due giovani fratelli.
    Ci incamminiamo sul sentiero e mi dice di togliermi il coprifronte, di sembrare più un viandante o un mercenario piuttosto che un ninja.
    Così, mentre ci inoltriamo sul sentiero, ci fa fermare, tira fuori un piccolo rotolo da cui evoca una veste che mi fa indossare, mi sta un pelino larga, ma sono in fase di crescita . . . presto dovrebbe starmi a pennello.



    Allora, come sto?

    Muoviamoci!

    Continua . . .
     
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    Io ed Elessar ci muoviamo molto veloci, facendo soste molto brevi e rimanendo quanto più anonimi possibile. Da ormai due giorni non viaggiamo più sulla strada principale ma tagliamo per boschi e talvolta piccoli sentieri, evitando di attirare sguardi indiscreti. Ormai manca solo mezza giornata di viaggio per raggiungere il villaggio di cui mi ha parlato, dove sono spariti due fratellini, ma il sole sta calando è non è un bene arrivare in città nel cuore della notte, così ci accampiamo per dormire e ripartire poco prima che albeggi.
    Io mi metto a raccogliere legna per accendere il fuoco mentre Elessar sistema i sacchi a pelo ed allestisce un campo improvvisato.
    Ci siamo fermati in mezzo ad una porzione di bosco, per la precisione una pineta, alle pendici delle montagne. Circa trecento metri ad Est scorre un piccolo fiume. Elessar mi ha detto che seguendone il corso dovremmo raggiungere il villaggio, che si trova prima di un valico per attraversare quei monti verso Nord, mi ha anche detto i nomi, sia del fiume che del villaggio che di tutte le fottute montagne, ma non me li ricordo proprio.

    Eccomi, dovrebbe bastare per tutta la notte.

    Bene, appoggiale pure qui, ti spiace accendere il fuoco mentre io tiro fuori le provviste?

    Detto fatto. Dispongo alcuni ciocchi a formare una piccola catasta ed avvampo le fiamme con il mio tocco magico.
    In meno di un minuto il fuoco ha preso alla perfezione inondando l'aria di un particolare aroma, forse la resina del legno dei pini che brucia.

    Allora, come facciamo ad indagare su questi due ragazzini? Voglio dire, se qualcuno avesse visto qualcosa avrebbero già avvisato le autorità no?

    Non ti è servita la lezione nella locanda? La gente da queste parti non si fida molto dei Ninja, queste terre sono state sotto il dominio dei Jashinisti, di banditi e di schiavisti per troppo tempo. Ed i ninja non hanno fatto nulla, secondo loro. Ed anche secondo me!

    Già, ne so qualcosa di quei folli. Sono stato prigioniero anche io in queste terre, ormai sarà passato circa un anno.

    Mentre parliamo, Elessar mette due cosce di coniglio su una padella che poggia sul fuoco, mettendoci sopra un po' di sale e qualche rametto di erbette speziate, rosmarino forse o qualcosa di simile.
    Il profumo della carne inizia subito a mischiarsi con quello della legna che brucia in un connubio superbo, che probabilmente attirerà ogni predatore nel raggio di molte centinaia di metri.

    Non dico che la colpa sia di noi Ninja, ma questi poveretti sono costretti a subire le volontà contorte dei potenti senza poter reagire, ed ai tempi senza nessuno a cui poter chiedere aiuto. Ora hanno imparato a diffidare degli altri e ci vorrà molto tempo prima che il Paese del Fulmine torni quello di un tempo.

    Beh ma . . . Cos'è stato?

    Un rumore strano ci ha colti di sorpresa, non troppo lontano dal nostro accampamento, subito ci zittiamo entrambi drizzando le orecchie.
    Senza perdere tempo attivo il mio Byakugan per individuare la fonte del rumore, qualsiasi cosa sia. Non c'è nessuno li intorno e le uniche fonti di chakra presenti, oltre a noi due, sono qualche coniglio, una coppia di tassi e . . . un uccello con un'ala ferita. Disattivo la mia vista e corro a vedere facendo cenno ad Elessar di non preoccuparsi, ma si alza anche lui dopo aver spostato la padella dal fuoco, e mi segue.
    Davanti a me giace un aquilotto dall'ala ferita, probabilmente abbandonato dai suoi genitori o chissà cos'altro. Lo analizzo meglio col Byakugan, ma non sembrano esserci fratture, deve trattarsi solo di una forte botta.

    Fermo, non avere paura. Ecco adesso ti aiuto io.

    Faresti meglio a mettere anche lui in padella, non sopravvivrà con quell'ala e senza genitori

    Preferisco metterci te! Non ascoltare quel brutto cattivone, ci penso io a te.

    Strappo un lembo di tessuto dal bordo del mantello di Elessar ignorando le sue proteste e lo uso per fasciare l'ala del piccolo, poi lo metto nel risvolto sul petto della mia veste e torniamo tutti al campo.
    Alla fine Elessar, che conosce un po' di tutto, mi aiuta a curare la sua ferita con delle erbe medicinali che mi aiuta ad applicare. Gli da perfino una parte del suo cosciotto di coniglio da mangiare, io glie ne ho dato circa metà. Si appollaia sul mio petto e si mette a dormire mentre gli carezzo la testa.

    Quindi lo terrai con te? Dovrai addestrarlo e può diventare un ottimo compagno animale, una volta cresciuto. Come lo chiamerai?

    Altair!
     
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    Arriviamo al villaggio poco dopo il sorgere del sole. uno strato di brina ricopre i prati e le nuvole basse avvolgono in un alone le case e gli alberi attorno. Si respira un'aria serena e tranquilla. Gli edifici sembrano molto antichi, alcuni ancora con tetti rivestiti di paglia, altri di legno e tegole, sembra di trovarsi catapultati indietro nel tempo di cento o duecento anni.
    Un pastore conduce un gregge di pecore a pascolare nel prato antistante al villaggio, impedendo alle più scaltre di avventurarsi oltre il fiume che costeggia il villaggio ed il prato.
    Io ed Elessar ci fermiamo qualche istante ad esaminare il luogo prima di decidere sul da farsi. Non si vedono molte persone in giro se non il pastore, un uomo armato che pattuglia il perimetro ed altri tre paesani in lontananza che si addentrano nel villaggio.
    Ci incamminiamo diretti verso la piazza principale sotto lo sguardo severo della guardia, che tuttavia non ci dice nulla.
    Le luci delle case sono accese, ma le vie sono pressochè deserte. Ci ritroviamo nella piazza del villaggio con i tre paesani che ci guardano in malo modo, ma ignoriamo le loro occhiatacce e ci dirigiamo verso la taverna.
    All'interno c'è un arredamento di legno in linea con il resto del villaggio, dall'aria antica e vissuta, ma ben tenuto. Un fuoco scoppietta nel caminetto dall'altra parte del salone principale ed una donna robusta sta al bancone intenta a pulire dei boccali. Non ci saluta ne ci accoglie quando entriamo, ma si limita ad una veloce scrutata.

    Buongiorno signora, possiamo disturbarla?

    Lo state già facendo stranieri

    Che modi

    Vado diretto al punto. Siamo dei mercenari, incaricati di indagare sulle recenti sparizioni. Ho saputo che di recente due fratelli sono scomparsi dal vostro villaggio, che sapete dirci?

    Si blocca appena sente nominare i due fratelli. Poggia il boccale e sospira prima di voltarsi e guardarci con espressione affranta e distrutta. Ci fa cenno di accomodarci agli sgabelli del bancone e così facciamo.
    Elessar tira indietro il cappuccio mostrando il suo volto, io lo tengo in testa e rimango celato.

    Si, sono i figli di Doran, il nostro fabbro. Vive nella casa appena fuori dal villaggio, verso il bosco lassu.
    Una vera tragedia, lui e sua moglie sono distrutti. Ha passato tre giorni nei boschi a cercarli ma nessuna traccia, un vero mistero. Se volete sapere la mia, devono essere stati quei folli assassini che avevano occupato metà del paese.


    Intendete gli adepti di Jashin? Mmm Quindi qualcuno ha sentito o visto qualcosa?

    No. Solo, gli animali erano agitati quando sono spariti quella sera. Era quasi il tramonto, i cani hanno iniziato ad abbaiare, i cavalli a nitrire spaventati e le pecore di Morn sono scappate quasi tutte.

    Chiaro, grazie delle informazioni signora, speriamo di ritrovare in tempo i due ragazzi.

    Torniamo fuori, Altair si mette a stridere con la sua vocina da cucciolo mentre vede uno stormo di corvi allontanarsi verso Nord.

    Ok dividiamoci. Io andrò a chiedere informazioni ai genitori dei fratelli, mentre tu devi indagare sugli animali. Vai a chiedere alle stalle dei cavalli, ma soprattutto chiedi al pastore delle pecore, da che parte erano fuggite soprattutto.
    Quando hai finito . . . beh, sai come trovarmi. Dopo scambieremo due parole anche con la guardia.


    Mi dirigo subito verso le stalle. Ho dato una rapida occhiata al villaggio con il mio Byakugan per individuare facilmente tutti i posti e farmi un idea di come muovermi velocemente. Le stalle si trovano a Nord-Est, dove il prato che costeggia il villaggio continua verso il bosco. Ci sono sette cavalli in tutto e due uomini ad occuparsi di tutto. Un vecchio con la barba lunghissima ed un uomo di mezz'età dalle forti braccia.
    Mi avvicino calando indietro il cappuccio e rivelando il mio volto.
    L'uomo continua a lavorare, spargendo del fieno in un ampio recinto dove stanno pascolando liberi i cavalli, mentre il vecchio si gira verso di me, guardandomi con volto inespressivo e saggio.

    Buongiorno, posso disturbarla?

    Dimmi tutto giovanotto.

    Sono un mercenario. Io ed il mio compagno stiamo indagando sulle sparizioni. Abbiamo saputo che quella sera i cavalli si sono imbizzarriti. Avete notato qualcosa di strano? o qualcuno di sospetto aggirarsi?

    Mmmm no. Però i cavalli erano molto spaventati, come se avessero avvertito un grande pericolo, ma non so dirti altro. Non abbiamo visto nessuno straniero, niente di niente.

    Capisco . . . . beh buona giornata.

    Mi allontano, dirigendomi verso il prato dove abbiamo visto prima il pastore con le pecore. Mi chiedo come se la stia cavando Elessar con i genitori dei bimbi spariti. Dev'essere davvero dura perdere due figli . . .
    Mi aggiro per il villaggio camminando con calma, guardandomi attorno per cogliere qualche dettaglio o qualche indizio, ma non ho molta fortuna. Tutto sembra normale, forse troppo calmo, in questo villaggio. Il pastore è nello stesso punto di prima, intento ad osservare il gregge poggiandosi pigramente sul suo bastone nodoso. Mi guarda avvicinarmi a lui, poi si guarda intorno, come a cercare qualcun altro verso cui potessi andare. Quando sono abbastanza vicino si mette in una posizione più rigida, stringendo saldamente il bastone in mano. Fischia e richiama il cane vicino a se, forse per sentirsi più sicuro, ma il cane mi scodinzola ed abbaia incuriosito verso Altair che riposa sulla mia spalla.

    Che vuoi?

    Buongiorno anche a lei ... voglio solo qualche informazione, sto indagando sui due fratelli scomparsi. Mi è stato detto che quella sera gli animali erano strani, come impauriti. Che le sue pecore sono scappate . . .

    Ah, brutta storia. Si stavo per riportarle all'ovile quando il cane ha iniziato ad abbaiare e ringhiare, c'era qualcosa al di la del fiume. Poi le pecore sono scappate, si sono sparpagliate un po' ovunque, verso il sentiero a Sud, oltre il prato di la e alcune verso la casa del fabbro laggiù. Poi il cane è scappato verso casa all'improvviso e le pecore sono andate tutte verso di la. qualcosa dal fiume le ha terrorizzate. . . . Solo qualche ora dopo da Hilde ho scoperto che i due ragazzi erano spariti, il padre li ha cercati nei boschi tutt'attorno, si è spinto fino al valico su a Nord ma niente. Io ci ho detto che c'era qualcosa di strano da oltre il fiume, ma quello era convinto che i ragazzi erano nei boschi dietro casa sua. Baah, i ragazzini a quell'età vanno ovunque, per me erano la dal fiume.

    E non avete visto niente? Qualsiasi cosa può essere utile, o sentito qualcosa?

    No stavo rincorrendo le pecore io. Non so cos'abbiano sentito ma sicuro era pericoloso se Brago è scappato.

    Chi è Brago?

    Il cane!

    Capisco . . . grazie del suo tempo, mi è stato molto utile!

    Mi dirigo a passo svelto verso Elessar, che sembra essere ancora a casa del fabbro. Attraverso tutto il prato fino ad arrivare alla casupola. Elessar sta ancora parlando con lui, un omaccione dai lunghi capelli e la folta barba bruna, intento a picchiare un ferro rovente con il suo martello. Il suo volto è carico di rabbia e di odio.
    Attendo poco distante che Elessar finisca di parlargli.
    Finalmente dopo circa altri dieci minuti il mio compagno fa un cenno con la mano al fabbro, si volta e si incammina verso di me con aria triste.

    Com'è andata?

    Non bene. Era molto restio a parlarmi dell'accaduto ma almeno ho scoperto qualche dettaglio sui due ragazzi, tu hai avuto fortuna?

    Non lo so. Il vecchio alla stalla non ha saputo dirmi nulla di utile. Il pastore invece mi ha detto che qualsiasi cosa fosse era oltre il fiume o nei suoi pressi, non ho capito bene da come si esprimeva. Dice che il cane abbaiava in direzione del fiume e ad un certo punto è scappato in casa. Le pecore correvano ovunque spaventate, poi quando il cane è scappato verso casa loro sono andate tutte dalla parte opposta rispetto al fiume a quanto ho capito.

    Bravo, ora abbiamo una pista. Forza, muoviamoci!
     
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    Superiamo il fiume e ci mettiamo a cercare indizi su quanto accaduto ai due ragazzi. Attivo il Byakugan per riuscire a vedere tutto e non tralasciare nessun dettaglio. Ci sono molti animali nel bosco circostante, cinghiali, lupi, serpenti, lepri e così via. Riuscire a scovare una traccia non è semplice, le informazioni che la mia vista ampliata riporta al mio cervello sono innumerevoli, ma ho già imparato a non focalizzarmi subito sui dettagli, ma a guardare il complesso. In breve tempo trovo ciò che stiamo cercando, tracce di sangue. Raggiungiamo la zona ed Elessar analizza il sangue. E' un esperto nel seguire le tracce e nelle indagini perciò lascio fare a lui.

    E' molto secco, rappreso, vuol dire che è stato versato diversi giorni fa. Probabilmente è dei due ragazzi, potrebbe corrispondere alla finestra temporale in cui sono stati rapiti. Le impronte non sono quasi più visibili, ma le tracce di sangue continuano in quella direzione, tornano verso Sud.

    Proseguiamo, grazie al mio Byakugan individuiamo facilmente la pista di sangue ma termina in meno di duecento metri. Elessar crede che sia stato un semplice colpo al volto per far svenire uno dei due ragazzi. Ma la direzione in cui si sono mossi è ormai chiara. Non ci resta che proseguire in tale direzione sperando di avere fortuna.
    Corriamo veloci fra gli alberi della foresta in direzione Sud-Sud-Ovest per diverse ore. Non c'è l'ombra di una nuova traccia ed i miei occhi si stanno affaticando. Continuiamo a proseguire finchè non usciamo dalla foresta lungo un sentiero minore che porta verso il confine del Paese del Fulmine con il Regno di Jashin. L'ultimo posto dove vorrei andare in questo momento.
    Ma il destino di quei ragazzi e forse di molte altre persone dipende dalla nostra rapidità e fortuna.

    Potrebbe essere pericoloso portare il tuo pulcino con noi . . . Ho un rotolo di trasferimento con cui posso mandarlo sulla Nova-Shinigami, che dici? se ne occuperà una mia cara amica fino al nostro ritorno.

    E va bene . . . tu fai il bravo piccolo Ok? torneremo presto!

    Dopo aver spedito Altair sulla Dai-Shinigami grazie al rotolo di trasferimento, proseguiamo lungo il sentiero a gran velocità. Elessar mi dice di risparmiare le forze e la vista per quando entreremo in territorio nemico, e così faccio.
    Elessar è sicuro che sia opera dei Jashinisti, la sparizione dei due fratelli e di molti altri dai confini del Paese del fulmine col Regno.
    Arriviamo nei pressi di una piccola locanda lungo la tratta, dall'aria segnata e decadente. Decidiamo di entrare per vedere se riusciamo a scoprire qualcosa. Dentro, illuminato da luci fioche, è tutto molto sporco e ci sono pochi avventori. Io mi siedo ad un tavolo sulla sinistra mentre Elessar va al bancone a ordinare qualcosa. Ci mettiamo ad ascoltare i discorsi degli altri avventori per cercare di cogliere qualche indizio, ma non sembra andarci bene.
    Nel frattempo, in circa dieci minuti, arriva un piattone con un pollo arrosto, un boccale di birra ed una bottiglia d'acqua. Mentre consumiamo il pasto arrivano tre nuove persone abbastanza chiassose, di cui uno è veramente grosso e con una vistosa cicatrice sul viso. Sembrano conoscere altre due persone un paio di tavoli oltre il nostro a cui si uniscono ed iniziano a discutere chiassosamente riguardo ad un carico andato perso come pegno a "quelli la" Capisco solo guardandolo oltre il cappuccio che Elessar sta ascoltando intensamente la conversazione cercando di interpretare e di riempire i buchi nel racconto.
    Rimaniamo quasi mezz'ora ad ascoltare il quintetto quando ad un certo punto, all'improvviso, Elessar si alza e fa per uscire. Lo seguo fuori dalla locanda e ci incamminiamo verso Est, tornando sui nostri passi.

    Dove stiamo andando?

    Seguimi!

    Ma stiamo tornando indietro

    Seguimi e basta.

    Camminiamo per circa cinque minuti finchè Elessar decide di inoltrarsi nel bosco. Finalmente, dopo esserci immersi nella selva, ci fermiamo e decide di spiegarmi il motivo di questa "passeggiata".

    Seguiremo quei tizi e vedremo dove ci condurranno, tieniti pronto a tutto, ho un brutto presentimento.

    Magnifico!

    Attendiamo quasi due ore prima che i tizi escano dalla locanda. Per tenerli d'occhio, Elessar mi ha chiesto di osservarli per qualche istante ogni dieci minuti, dato il mio campo visivo, sono sufficienti a vedere se si spostano e non perderli. Probabilmente anche ogni mezz'ora avrebbe avuto lo stesso effetto, ma vuole evitare brutte sorprese, così lo assecondo. Così ecco che, quando riattivo per qualche istante il mio potere oculare, non li vedo più seduti al tavolo della locanda, ma sul sentiero diretti verso Est quasi cinquecento metri più in la rispetto alla locanda.
    Ci muoviamo rimanendo nella boscaglia che circonda il sentiero e li osserviamo da distanza.
    continuano la loro marcia, armati di spade asce ed archi, probabilmente non sono Ninja ma semplici mercenari o, probabilmente, banditi. Ci teniamo sempre a quasi un kilometro di distanza dal gruppetto e li osserviamo avanzare sempre di più.
    A un certo punto incontrano dei viaggiatori, due uomini ed una donna. Il più grosso fa un cenno agli altri che si avventano sui tre malcapitati sguainando le armi. Cercano di fuggire ma uno di quelli armato di arco colpisce il polpaccio della donna con una freccia. Faccio per scattare e raggiungerli più in fretta possibile, ma Elessar mi ferma.

    Fermo, non intervenire, dobbiamo scoprire cosa sanno e seguirli

    Non starò con le mani in mano!

    Mi libero dalla presa di Elessar e scatto più rapido che posso coprendo a grandi e rapidi balzi la distanza che ci separa.
    La donna intanto è caduta a terra ed uno dei banditi si avventa su di lei, i due uomini si fermano per cercare di aiutarla ed iniziano a lottare con i banditi, ma sono disarmati e poco possono fare. un bandito, armato di ascia, colpisce uno dei due uomini al petto che si accascia a terra mentre l'altro guarda disperato prima la donna poi il compagno. E' a questo punto che arrivo a meno di cinquanta metri da loro, l'omaccione, probabilmente il capo, sguaina il suo spadone e chiama gli altri a raccolta, ma è troppo tardi. Con la lama celata lo colpisco alla mano destra e lo sorpasso, sfrutto l'effetto sorpresa per colpire alle braccia, con la katana stavolta, l'arciere che aveva ferito la donna. Roteo su me stesso e lancio un kunai contro la gamba sinistra di uno armato di ascia, poi mi avvento sull'altro arciere, prima gli spezzo l'arco poi lo tramortisco con una potente ginocchiata al volto. A questo punto è arrivato anche Elessar che con un Jutsu di Terra si occupa dei rimanenti immobilizzandoli. Mentre io disarmo e rendo inoffensivi i banditi, Elessar si occupa di prestare le prime cure al viandante ed alla donna feriti, che si rimettono in cammino spaventati, non prima di aver preso alcune delle armi dei banditi.

    Che cazzo ti dice il cervello!

    Cosa dice a te, potevano ucciderli!

    L'avrebbero fatto subito, volevano rapirli o non avrebbero mirato alla gamba, ne inflitto una ferita così superficiale, ora non parleranno mai!

    Oooh davvero?

    Tiro fuori uno spiedo e lo conficco in un punto ben preciso dell'omaccione che penso sia il loro capo: i punti nasali, che impediscono alla vittima di mentire.
    Elessar sembra sorpreso di questa mia abilità e si calma momentaneamente, rimanendo ad osservare quel che faccio col bandito.

    Sei tu il capo?

    Si

    Come ti chiami?

    Ozora Takatsu

    Perchè li avete attaccati?

    Per rapirli

    Cosa volevate farne?

    Schiavi, per quei dannati Jashinisti

    Sai di due giovani fratelli spariti qualche giorno fa al villaggio Kobi?

    Li ha presi il gruppo di Rik

    Dove li hanno portai? e voi dove volevate portarli di preciso?

    Li portiamo tutti a Yu, a due giorni di cammino da qua. C'è una caverna dove dobbiamo depositare tutti quelli che troviamo o quelli che ci chiedono espressamente. Dobbiamo portarne almeno cinque a settimana come pegno, per gli altri ci pagano duemila ryo a persona.

    E quelli che chiedono?

    Per quelli il compenso è più alto e varia, ma non so che fine gli facciano fare, gli altri che portiamo probabilmente muoiono come sacrifici.

    Che ne facciamo di loro?

    Non possiamo di certo lasciarli andare, avviso la Dai-Shinigami, manderanno qualcuno a prelevarli, intanto sappiamo dove andare, bel lavoro anche se mi hai disobbedito. La prossima volta si fa a modo mio però.

    Tsk, vi faranno fuori quei pazzi

    Ho già avuto a che fare con loro, e sono ancora qua!

     
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    Ti odio :sasa: max x2 :asd:
     
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