[Esame Chuunin] Seconda prova - La finale

Shingo Watanabe vs Haruki Sato

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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Hokage - >Parlato Haruki



    Il contrattacco finale era giunto: i due ninja utilizzarono tutte le loro capacità contro quel cyborg che aveva seminato morte e distruzione. Trasportato ad alta velocità dalla nuvola di sabbia, Shingo si diresse verso il suo nemico, cercando di colpirlo nel suo nuovo punto debole, un danno che si era autoinflitto tramite la sua speciale spada, quella red lotus croce e delizia dello scontro. L’azione era chiaramente delineata nella mente del ragazzo, che non fece in tempo ad accorgersi della nuova protezione utilizzata dal cyborg: un casco ne copriva totalmente i lineamenti ma sicuramente più grave risultava essere la lama cresciuta al posto del ormai distrutto arto.

    “Non pensavo potesse rigenerarsi”

    La sorpresa era dipinta in maniera evidente sul volto dello stanco ma determinato ninja di kiri, ormai conscio del fatto che il suo attacco non poteva essere fermato. Era pronto d’altronde, consapevole dei rischi, aveva ponderato la decisione di fare da esca per il suo avversario, tutto sarebbe stato nelle mani di Haruki ora. Ma una soddisfazione voleva togliersela, l’ultima probabilmente vista la forza del suo nemico: sarebbe riuscito a colpirlo ferendolo nuovamente!
    Le mani si mossero da sole, come seguendo uno schema programmato, così fece anche il corpo bilanciandosi con il movimento degli arti e lo spostamento a bordo della nuvola, la mente era ormai libera dopo aver onorato gli ultimi pensieri, gli occhi fissi sul loro obiettivo.

    “Ce l’ho fatta!”

    Pochi istanti, meno di un lampo, lo consegnarono alla storia di quello scontro come vincitore del duello fisico, seppur supportato dalla sabbia del suo compagno. Shingo si era rivelato essere più veloce e pronto del cyborg che in pochi attimi si ritrovò in balia del kenjutsu dello spadaccino. Un otto abbozzato fece la sua comparsa sul petto del bioandroide, un’opera che portava la firma del genin di Kiri. La lama della sua katna non lo aveva tradito, ancora una volta la sua simbiosi con l’arma fidata aveva superato le difficoltà che gli sbarravano il cammino, ora tutto era nelle mani del giovane di Suna.

    La stanchezza derivata dalle ferite dello scontro e da quell’ultimo, disperato, attacco, si ripresentò d’un tratto, con gli interessi. Shingo non sarebbe riuscito a spostarsi dal posto, le gambe tremanti stavano per cedere mentre cercavano di tenersi in equilibrio sull’accumulo di sabbia sul quale poggiavano. Il respiro affannoso caratterizzava uno stanco corpo che andava ad accasciarsi mentre il fiero volto osservava soddisfatto ed al contempo preoccupato i risultati del suo lavoro. In pochi istanti però, ecco la sorpresa, l’ulteriore aiuto amico: la nuvola iniziò a muoversi portando Shingo lontano dal corpo dell’androide. Proprio in quell’esatto momento, il giovane si rese conto di una cosa, sul volto del cyborg, liberato in parte dal casco protettivo ormai danneggiato, era comparso un sorriso, ma il tempo non bastò al ninja per fare altro se non porsi domande mentre si allontanava dal luogo dell’attacco precedente ed il nemico veniva intrappolato da una cupola di legno, dove sarebbe stato vittima dei potenti colpi del genin di suna.

    “Che abbia ancora un asso nella manica?”

    Shingo era visibilmente preoccupato, ma la sua condizione fisica lo rendeva impotente nei confronti del corso degli eventi, doveva semplicemente affidarsi al suo compagno, nelle sue mani ora c’era il loro destino, non poteva fare altro e fissava ormai rassegnato la paratia creata da Haruki. Ma ancora una volta quella giornata gli avrebbe riservato un’abbagliante esplosione che distrusse anche la nuvola sulla quale era poggiato. Un nuovo flusso di pensieri scosse il ragazzo che però non fece in tempo a dare forma a quelle immagini, ormai era diventato parte di quella luce.


    “Finisce così quindi?

    Gli occhi violacei del giovane kiriano si aprirono di scatto, come se un brutto sogno fosse appena terminato. L’arena dell’esame chunin si presentava al suo sguardo, imponente come prima dell’attacco dei cyborg, gremita da una folla che ora li acclamava, le stesse persone che poco prima erano cadute sotto le esplosioni copiose ed angoscianti che quegli emissari della morte avevano provocato. Shingo continuava a guardarsi in torno con aria intontita, andando ad incrociare più volte lo sguardo con l’ugualmente sorpreso senju di Suna. Il dolore fisico, quello proveniente dal braccio rotto, era ormai sparito lasciando il posto ad una pesante ma rincuorante stanchezza, cosa fosse successo non gli era ancora chiaro ma sembrava tutto tornato come prima.

    “Yuu”

    Ancora una volta, proprio come all’inizio dell’inferno che aveva vissuto, il suo pensiero andò alla sensei, questa volta però non interrogandosi sulle sue condizioni fisiche, a rigor di logica, se lui era tutto intero, l’arena era priva di danni, anche lei era indubbiamente salva e probabilmente era seduta in maniera composta e posata mentre si gustava lo spettacolo. La mente ed il corpo del ninja si ritrovarono investiti da ogni tipo di sentimento, mentre gli spalti inneggiavano ai due sfidanti come se avessero assistito ad una delle migliori prove della loro vita. Ma in quel miscuglio di emozioni, solo due erano destinate a prevalere: stanchezza e confusione.

    > Haruki Sato. Shingo Watanabe. Come rappresentante della volontà dei Paesi dell'OSU, vi nomino rispettivamente Chunin di Suna e Chunin di Kiri!

    Shingo si rese conto di essere accanto all’hokage, la stessa persona della quale aveva osservato la testa mozzata sollevata dal terribile cyborg, proprio come lui ora sollevava il suo braccio in segno di vittoria.

    >So che sicuramente sarete confusi, ma voglio assicurarvi che nulla di ciò che avete vissuto era stato programmato da noi. La nostra idea era quella di farvi combattere davanti a tutti con il nuovo sistema di combattimento simulato inventato dall'OSU. Avreste dovuto affrontare Rhego, ma lo scenario non doveva essere così cruento.
    Quello che sto dicendo è che oltre ad aver superato la prova, avete reso un servizio a tutti perché la vostra battaglia ci ha fatto capire che avevamo un problema e che stavamo per essere colpiti dal nemico dall'interno.
    Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver sopportato quell'inferno. Come vedete, nella realtà non è accaduto nulla...
    ...e poi... credete che possa essere così semplice decapitarmi? Eheheh!


    La voce della più alta carica del villaggio della foglia andò ad abbassarsi gradualmente durante il prosieguo del discorso, fino ad assumere tono e carattere confidenziale sulla frase finale. Ma il giovane ninja era troppo confuso da ciò che aveva appena visto e sentito per poter realizzare il fatto di essere appena diventato chunin. Così finì per perdersi tra Osu e combattimenti simulati prima di arrivare al punto fondamentale della faccenda: aveva superato la prova, era riuscito nel suo obiettivo, aveva vinto!

    Gli occhi lucidi dovuti al discorso dell’hokage ed alla soddisfazione del successo appena conseguito andarono in direzione degli spalti, questa volta trovando il viso della sua maestra che gli sorrise di rimando, riempendogli il cuore di gioia, temeva di aver perso tutto, compresa l’unica persona che aveva creduto nei suoi sogni, ed ora era lì trionfante che si incamminava all’esterno dell’arena scortato da una miriade di scroscianti applausi.

    > Ci siamo riusciti È stato tremendamente. non so nemmeno come definirlo... Tutte quelle morti... Quella crudeltà... non l'accetto. Scusa, forse ho parlato troppo. È il momento di salutarci, ma sono sicuro che ci rivedremo presto. Stammi bene Shingo Watanabe

    Il suo temporaneo compagno condivideva il suo stato d’animo, le sue parole lo fecero tornare a quell’inferno. Il combattimento era stato disperato, seppur simulato, quel cyborg gli aveva dimostrato quanta differenza ci fosse tra lui ed i terribili avversari che presto sarebbero arrivati. Il suo successo personale non doveva distoglierlo dal suo cammino che sarebbe dovuto proseguire a passo ancor più spedito.

    >È stato un vero inferno, vero… Ti devo la vita Haruki, anche se in una simulazione, stai certo che non me ne dimenticherò! Spero di poterti rivedere presto e magari allenarci insieme…




    Grazie per i traumi :rosa:
     
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15 replies since 23/3/2021, 00:28   1918 views
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