La Serpe delle Nebbie

La serpe delle nebbie
Seto Akame







narrato - parlato - pensato - parlato altrui




Le tre enormi teste dell’ambiguo serpentone partirono come schegge impazzite e si divisero ciascuna verso una delle tre versioni di me stesso presenti sul campo. Per mia fortuna. Sì, perché nonostante l’imponente mole, il rettile risultò fulmineo nei movimenti e sottovalutandone quest’aspetto non ebbi il tempo di immagazzinare abbastanza energia per sfruttare la mia sostituzione acquatica. Le mie due copie all’impatto si disgregarono esplodendo in uno schizzo d’acqua. Il più vicino capo squamoso però mi bersagliò abbattendomisi sul busto come un tir in corsa. Dalla mia bocca un fiotto di sangue fuoriuscì come risposta involontaria al trauma subito, che fu talmente violento da ridurre a brandelli il mio nuovo giubbotto, senza la quale protezione probabilmente mi sarei trovato in ben più critica situazione. Riuscì ad attutire la caduta frenando sul terreno con i miei arti inferiori ed accovacciandomi sulle ginocchia. La spropositata forza di quella creatura, in combinazione ad una velocità sorprendente, rappresentavano un ostacolo troppo grosso per me.


Dannazione! Se non sto attento ci rimetterò la pelle..


Malgrado tutto però stavo facendo la mia parte. Il nemico era focalizzato su di me e mi aspettavo che il mio compagno approfittasse della situazione per sottrargli la bambina e trarla in salvo. Con la mia abilità oculare stavo seguendo i suoi movimenti, era a pochi passi dalla coda e da quei tunnel, mi aspettavo di vederlo agire a momenti. Il grosso serpente sembrò spazientirsi, come allarmato. Le biforcute lingue uscivano e rientravano più velocemente del solito ed i suoi sibili si erano fatti più intensi. Allo stesso tempo due delle sue teste cominciarono a guardarsi intorno nervosamente, mentre l’altra, quella centrale, continuava a tenermi d’occhio. Che avesse captato l’avvicinarsi di quel ragazzo? Ero pronto a far si che la sua attenzione si rivolgesse nuovamente in via esclusiva verso di me, ma venni interrotto dall’esplosione improvvisa di una cortina fumogena, la quale si sprigionò liberando un denso fumo nero che si andava espandendo via via. Con il potere dei miei occhi potevo continuare a vedere i flussi di chakra, anche all’interno di quella nube e nonostante mi aspettassi che il misterioso ninja portasse a termine la sua missione recuperando la bambina, con profondo sgomento lo vidi inoltrarsi a gran velocità nel tunnel rimasto libero, allontanandosi da quell’ampia sala.


Ma che..?!


Non riuscivo a comprendere quello che stava realmente accadendo. Mi stava sfuggendo qualcosa. Dovevo calmarmi e cercare di ragionare ed analizzare meglio la situazione. La nube iniziava a diradarsi e il pianto della bambina iniziò a calmarsi. Il serpente tuttavia rimaneva allerta ma solo una delle tre teste mi scrutava minacciosa.


Da quando ha captato i movimenti dell’altro ragazzo è impazzito, sembra sia molto più preoccupato della sua presenza che della mia.


Mi focalizzai sulla bambina. Durante lo scontro con Kyoshi, captai delle sue emozioni che sembravano assecondare le sue parole. Come se con i miei occhi potessi non solo vedere l’energia interiore ma anche le intenzioni delle loro anime. Non avevo molte alternative e anche se mi sembrava un mio delirio, decisi di sostenere i miei istinti.


Piccola, non ti preoccupare! Sono qui per aiutarti!


Urlai affannato nel tentativo di cogliere eventuali sue reazioni. E con mio immenso stupore notai che il suo animo sembrava parlarmi. In qualche modo le sue emozioni mi si trasmettevano, dandomi la sensazione di comprenderne lo stato. Vedevo timore. Ma quel timore non sembrava dipendere tanto dalla sua situazione, che ai miei occhi risultava alquanto critica, quanto più per il fatto che la grossa bestia fosse in pericolo. La storia si faceva sempre più intricata e quel tipo di circostanze non facevano altro che fomentare le mie sinapsi per elaborare le informazioni confuse che stavo via via acquisendo, soprattutto grazie al mio potere innato. A quel punto pensai che fosse fondamentale riuscire a comprendere quali fossero i reali ruoli in quella grotta. Chi era il buono e chi il cattivo?! Qual’era la connessione tra l’enorme creatura e l’innocente bambina?! Perché il mio compagno non stava seguendo il piano?! Non mi restava che provare a trovare il tassello che mi chiarisse le idee, facendo luce su tutto l’accaduto.


Cosa sta succedendo qui dentro?! Dannazione!


Sin dall’inizio il ninja misterioso aveva tenuto un atteggiamento piuttosto nevrotico, ai limiti della psicosi. Per di più si era guardato bene dal rivelarmi la sua identità, accusandomi di assurde mancanze di rispetto. Non ero stato promosso Chunin per il mio spirito di collaborazione e la mia ostinata determinazione?! Dov’erano invece i suoi di principi?! Perché mi aveva tenuto nascoste gran parte delle informazioni? Un vero Chunin non si comporta così nei confronti di un alleato.


Non dovevo fidarmi di lui..


Di certo i rapporti umani non erano il mio forte ma sentivo di dover intercedere con il tre teste per mezzo della piccola biondina. Alzai le mani prostrando il capo, come in segno di resa e nel frattempo iniziai a piccoli passi ad avvicinarmi al corpo della testa che mi stava scrutando. La preoccupazione per la criticità del momento aumentò sensibilmente il mio ritmo cardiaco, rendendomi ancor più complessa la respirazione, portandomi quasi in uno stato di apnea.


Calma e sangue freddo.


Dovevo riprendere in mano la situazione. Cercai di concentrarmi sulla respirazione, ristabilendone la regolarità. Così iniziai a parlare con tono quanto più sincero possibile.


Credo ci sia un grosso equivoco..forse siamo partiti con il piede sbagliato..sono qui per assicurarmi che la bambina non corra rischi. Piccola, ho bisogno che tu mi dica che questo serpentone non ti farà del male. Credi lui possa essere un tuo amico? Forse possiamo andare tutti d’accordo..


E nel dirlo cercai di fare particolarmente attenzione alle reazioni della bestia. Non mi restava che sperare che la connessione con gli stati d’animo concessimi dagli occhi demoniaci funzionassero anche con le specie animali. Provai dunque a connettermi al loro inconscio.

Le pupille mi si dilatarono tanta fu la mia sorpresa nell’accorgermi che quel collegamento di spirito stava effettivamente avvenendo.


È un potere straordinario!


Quello che mi trasmetteva mi stupì in un certo senso. Sembravamo condividere lo stesso tipo di nervosismo. Entrambi non ci fidavamo l’uno dell’altro ma a differenza mia, quello che per me era dall’inizio un sospetto sempre più intenso, per lui era certezza: l’altro ninja rappresentava un grosso pericolo. La sua stretta sulla bambina era dettata da un istinto di protezione che non ci si aspetterebbe da un animale di quelle proporzioni e fattezze. Quel mix incredibile di informazioni avrebbe potuto sopraffarmi, confondendomi, ma ero deciso più che mai a scavare a fondo in quella storia. Dopotutto ero uno shinobi della sezione Yume e mi aspettavano grandi sfide nell’immediato futuro. Tutto faceva scuola e la mia determinazione poteva rappresentare la chiave di volta per una mia definitiva maturazione. Il tempo di dimostrare il mio valore era finito. Adesso dovevo solo portare a termine i miei obbiettivi. Tutto nella mia testa mi conduceva ad un’unica conclusione: dovevo affrontare viso a viso quel ninja misterioso e metterlo a nudo, tirargli fuori la verità. Il serpentone voleva proteggere quella bambina? Anch’io! Allora dovevamo fidarci l’uno dell’altro e mettere a posto le cose.


Ehi serpentoni! Riuscite a capirmi?! Ascoltatemi bene: penso che quel farabutto che è appena scappato in quel tunnel mi abbia raggirato. Non vi sta molto simpatico vero?! Beh, neanche a me! Non so cosa ci facciate qui ma vi spiegherò il mio piano. Seguirò il bugiardo, ma ho bisogno che voi..o tu..mi faccia passare. Lo sto tenendo d’occhio a distanza ma non posso permettergli di guadagnare troppo terreno. Adesso mi avvicino al tunnel, puoi tener cura della bambina ok?!


Parlare con una serpe gigante a tre teste non era di certo quello che mi aspettavo quando mi ero svegliato quella mattina ma la vita è imprevedibile e dovevo fare di necessità virtù. Tra le mie intense giornate di studio avevo letto qualcosa anche a riguardo della strisciante specie rettile. Animali solitari, schivi e molto sensibili. Quasi mi sembrava di descrivermi. Di sicuro non doveva sentirsi molto a suo agio quell’esemplare. Come non lo ero io a sentirmi preso in giro da uno sconosciuto. Empatia, un altro tratto del mio carattere. Mi avrebbe aiutato in quell’occasione anche se dall’altra parte si trovava un animale? Non restava che scoprirlo. Avrei tentato dunque poco a poco di guadagnare l’ingresso del tunnel nel quale si era intrufolato il fuggiasco traditore e una volta arrivato ai piedi dell’enorme creatura squamata l’avrei guardata dritta negli occhi, avrei chiuso le mie palpebre ed avrei immagazzinato parte della mia energia vitale e una volta raccolto il quantitativo desiderato l’avrei liberata nell’aria in direzione del grosso rettile, concedendogli in dono un po’ di sollievo per la scarica di proiettili di fuoco che aveva subito poco prima.


Ti sto affidando la mia missione. Non l’ho mai fatto prima d’ora e ne va del mio onore da shinobi. Non so perché, ma di te, sento di potermi fidare. Forse è per merito della biondina. Prenditene cura. Intercetterò quel bastardo e gli farò pentire di averci ingannato, è una promessa!


Dunque avrei preso la via del cunicolo e individuando il vile bugiardo sarei partito all’inseguimento.


Ora mi hai fatto incazzare..

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Seto Akame








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Quello che ero riuscito a carpire dagli animi scorti dall’inaspettata peculiarità della mia arte oculare venne confermato dalle parole della piccola bambina e dall’atteggiamento collaborativo del grande serpente. Quest’ultimo con un cenno di una delle sue tre imperiose teste mi concesse il passaggio verso il cunicolo alle sue spalle e dal quale avrei potuto raggiungere il ninja mascherato. L’arcano alone di mistero, che aleggiava su quella strana storia sin dallo scontro avvenuto in un angolo isolato delle vie di Kiri, era finalmente svelato. Il ragazzo misterioso, che non si era neanche troppo impegnato nell’aggraziarsi il mio appoggio, mi aveva mentito e stava perseguendo chissà quale sinistro scopo. Avevo peccato di ingenuità ed affidandogli la mia fiducia in un primo momento lo favorì nel suo sporco gioco. Ma ora la situazione mi era ben chiara ed ero pronto ad affrontarlo per guastargli la festa. L’essersi preso gioco di me non si sarebbe rivelata una buona idea. Non solo la sensibilità mi accomunava alle serpi; la voglia di riscattarmi e la forte volontà di difendere il mio territorio dalle minacce accresceva la mia determinazione irradiando il mio spirito di una forza elettrizzante.


Ti vengo a prendere bastardo!


Le mie gambe spingevano facendomi raggiungere una velocità che forse mai prima di allora ero riuscito a tenere ed i miei occhi indemoniati tenevano fisso lo sguardo sul bersaglio. Ancora un lungo corridoio mi separava dalla meta. Il ragazzo sembrava essersi fermato qualche metro più avanti. Con l’accorciarsi della distanza cercai di trovare la lucidità per frenare i miei istinti più focosi, non dovevo cadere nella trappola della rabbia. Quel ragazzo era stato sì scaltro con le parole ma era anche riuscito a colpire Milly e ad aggirarlo con l’astuzia. Tutto stava procedendo secondo i suoi piani dopotutto. Rallentai negli ultimi metri che mi separavano da lui e ancora una volta il corridoio terminava in una larga sala dalle dimensioni più contenute della precedente. Al centro della stanza vi era un piedistallo il quale sembrava ospitare un qualcosa che proprio per la sua assenza attirava l’attenzione. Nei pressi del muro più lontano sostava il mio nemico. Non avrei perso tempo nell’analizzare anche il suo animo che completò il quadro della situazione, assicurandomi che proprio la sua bramosia l’aveva portato a mettere in piedi il suo teatrino, noncurante dell’incolumità di una bambina, non rispettando la natura schiva e solitaria del serpente e per ultimo il mio essere shinobi.


Devo ammettere che hai fatto bene a non rivelarmi il tuo nome. Probabilmente lo dimenticheranno presto in tanti..


Il falso e infido ninja sembrava sorpreso dal mio arrivo. Mi aveva sottovalutato e gli sarebbe costato caro.


Cosa ci fai qui? Come hai fatto a sopravvivere ai colpi di quel mostro ed arrivare qui!? Beh vorrà dire che ti finirò io!


Tuttavia evidentemente vicino al suo obbiettivo non si dilungò in chiacchiere, anche perché questa volta a poco gli sarebbero servite. Compose con gran rapidità il sigillo della Tigre ed in men che non si dica dalla sua bocca sputò un conglomerato di chakra Katon che si formalizzò nella testa di un drago, dirigendosi minacciosamente verso di me. Un macabro sorriso mi si ritagliò sul viso. Il suo primo attacco, scagliato poco prima verso la serpe a tre teste, apparteneva alla stessa famiglia elementale di jutsu; mi aspettavo quantomeno una strategia più oculata. Inoltre forse la sua fretta non gli aveva permesso di concentrarsi sul fatto che nella precedente sala io avessi fatto ricorso a delle tecniche di tipo Suiton e che maneggiavo quindi un elemento indubbiamente forte tra i due. A quel punto avrei sollecitato un ingente quantità di chakra con l'ausilio dei sigilli di Cinghiale, Cane, Pecora e bilanciando le mie emozioni avrei fatto sì che il connubio di queste mi portasse all’esecuzione più pulita e potente che potessi. Avrei indirizzato, attraverso il mio sistema circolatorio, quell’energia elementale acquatica lungo il mio braccio destro, protendendolo verso l’offensiva avversaria e una volta raggiunti i punti di fuga avrei liberato un potente getto dalla distruttività del torrente che avrebbe dovuto non solo inglobare la sua tecnica ma anche impensierirlo in prima persona. Ma la sua carica non cessò ed iniziò a correre verso di me. Avrei divaricato le gambe pronto a difendermi nuovamente. Una volta a pochi metri da me intravidi dal suo braccio portato nella mia direzione, un flusso di fuoco che andava prendendo la forma di una lama. Non potevo permettergli di colpirmi, così avrei nuovamente stimolato il mio chakra elementale primario per erigere intorno a me un vero e proprio muro d’acqua che mi avrebbe avvolto nel tentativo di impedire il passaggio a quel farabutto.


Mi batterò con tutto me stesso per distruggerti! Ti pentirai di avermi incontrato!!!


Proprio come un rettile che studia la sua preda, era giunto il momento di soffocarne gli istinti e prepararne le carni. Sentivo il pasto vicino e la fame di distruzione mi inebriava la mente.

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Seto Akame







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L’atmosfera nella sala del combattimento si era scaldata e lo scontro era entrato nel vivo. Le voraci fiamme dalla forma draconica si scontrarono contro il mio torrente distruttivo che ne spense l’ardore, inglobandone la potenza per proseguire la sua corsa infrangendosi sul misterioso ninja che si inzuppò di una doccia fredda. L’attenzione non calò, così come il livello dei colpi portati in battaglia e, con altrettanta prontezza e lucidità, il mio muro acquatico difensivo si eresse imponente in mia difesa, arrestando la corsa nemica e rendendo vana l’utilità della sua pericolosissima spada infuocata. Eravamo stati entrambi molto chiari nelle intenzioni e nei fatti. Non ci saremmo risparmiati e l’equilibrio di quella faida appariva più che mai stabile. Ambedue sicuri dei nostri mezzi, ognuno pronto a perseguire il proprio obbiettivo, combattevamo l’uno per l’annientare l’altro.


Ahahahahahahahah Grazie gentilissimo... Per usare quel jutsu mi si era giusto seccata un po la gola... Mi serviva una rinfrescata... Ma ora lascia che ti mostri come si usa davvero il Suiton!


L’atteggiamento arrogante di sfida non sembrava abbandonare quel ragazzo che evidentemente deteneva qualche altro asso nella manica. Le sue risate di scherno, che sembravano racchiudere anche una sorta di isterismo dovuto al delicato momento, non mi destabilizzavano. Ero lì per sgominare i suoi piani malefici nel quale aveva coinvolto un’innocente bambina ed una creatura che voleva solamente difendere i suoi affetti. Non v’era niente di più vile di perseguire i propri scopi con tale meschinità.

Ero pronto a passare al contrattacco quando mi accorsi che il mio avversario non intendeva concedermene l’onore. Iniziò infatti ad esibirsi con rapidità in una serie di sigilli al termine dei quali protese le sue braccia in avanti. Riconobbi la ritualità dei gesti e mi allarmai immediatamente.


Cazzo..se riesce ad eseguire questo jutsu siamo in un mare di guai!


La tensione era massima e la distruttività della tecnica a cui intendeva ricorrere quel farabutto la diceva lunga sull’incoscienza insita nel suo animo.

Un massiccio spostamento d’aria mi sollevò la mia folta criniera nera dalle spalle e il fruscìo di quel movimento accompagnava il librarsi di una massiccia coda di serpente che si scagliò repentina all’indirizzo del ninja mascherato interrompendone il folle gesto e costringendolo in una morsa spiraleggiante.


Woooh! Iniziate a piacermi!


La mossa provvidenziale della serpe evitò il peggio. Era intervenuto in mio soccorso o l’aveva fatto per salvaguardare quella grotta? Poco importava. Bisognava capitalizzare l’opportunità e porre fine ai giochi una volta per tutte.

Iniziai dunque ad immagazzinare del chakra e con l’imposizione del sigillo della Tigre avrei sfruttato le caratteristiche naturali della grotta, raccogliendone l’umidità in un fitto banco di nebbia che avrebbe dovuto diffondersi in tutta la sala. Nel frattempo notai con l’ausilio dei miei occhi che il mio nemico era riuscito, quasi inspiegabilmente, a sfuggire dalla presa ferrea delle grandi spire. Ma Il rituale di caccia era finalmente iniziato. Dapprima intendevo attirare la preda nell’ambiente e me più congeniale, insinuando nella sua mente una sensazione di smarrimento dovuta alla percezione del pericolo. In seguito avrei proseguito con il primo assalto, volto ad inibirne quanto più possibile la resistenza all’inevitabile fine. Avrei liberato nell’aria il mio chakra in modo da poter agire sulla psiche del mio avversario, dissolvendo la mia figura in svariati petali svolazzanti celando il mio movimento alla vista già provata dalla fitta nebbia e portandomi alle sue spalle. Con la giusta richiesta di energia mi sarei poi prodigato, con famelica attenzione, nella materializzazione di una serie si sfere di luce che con una ridotta corsa avrebbero avuto ancor più possibilità di colpire il bersaglio. Il pregustare la mia vendetta mi stava portando in uno stato mentale nel quale qualsiasi forma di pietà che avrei potuto provare fu debellata, accompagnando tutte le mie azioni con un insolito istinto predatorio. Un ultima serie di sigilli mi avrebbe separato dalla conclusione del mio rituale d’assalto.


Cane, Serpente, Scimmia, Bue, Tigre! Magen: Jubaku Satsu!!!


Con l’inganno intendevo presentargli il conto delle sue fandonie e così, con l’ausilio di un Genjutsu tanto singolare quanto potente, sarei scomparso nuovamente. Ai piedi del misterioso ninja il terreno avrebbe dato spazio a delle radici rampicanti che si sarebbero aggrovigliate, proprio come il serpente, attorno ai suoi arti inferiori immobilizzandolo. Dal tronco illusorio avrei fatto capolino con gli occhi spiritati dal desiderio di vendetta. Non ci sarebbe stato neanche più spazio per inutili parole; ne erano già state fatte troppe. Avrei dunque sollecitato un’ingente quantità di chakra Fuuton, canalizzandone il flusso verso i palmi delle mie mani, comprimendolo con essi per creare una sfera di Vento. Una volta distese le braccia avrei puntato i miei palmi a pochi centimetri dalla faccia di quella feccia, liberando l’energia che mi auguravo avrebbe messo fine a quella strana storia.


Kami Oroshi.

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Seto Akame








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Il rituale d’assalto riuscì nella sua combinazione strategica risultando tuttavia meno efficacie di quanto mi aspettassi. Nonostante infatti un’esecuzione pulita e chirurgica della mia famelica tattica, scaturita dai risvegliati istinti più reconditi, questa mancò dell’aggressività necessaria per concludere una volta per tutte lo scontro. Uno dopo l’altro i colpi si abbatterono sul mio avversario che in balia di quest’ultimi venne sbalzato verso una delle pareti rocciose che delimitavano l’ampio antro. Per sua sfortuna il suo brusco volo terminò proprio tra degli acuminati spuntoni naturali i quali lo infilzarono sul busto. Un colpo cruento e crudo che non avrebbe lasciato scampo a nessuno. Proprio quando stavo per abbassare la guardia però accadde qualcosa che andava oltre la mia più fantasiosa immaginazione. Il ninja si liquefece tramutandosi in acqua e scivolando sulle umide rocce si liberò dalla sua trafittura per poi riprendere le sue fattezze qualche metro più avanti.


Cos..?! Non ha utilizzato una semplice sostituzione..


Nelle mie innumerevoli e prolungate sessioni di studio avevo acquisito conoscenze su moltissime tecniche ed abilità innate.


..Che sia..sì..dev’essere per forza uno di loro!


Il suo acume ancora una volta si dimostrava profondamente calibrato. Si era costruito con le sue menzogne la strada per arrivare al suo traguardo e anche con le azioni sembrava aver giocato. La prima tecnica che aveva sfruttato era un jutsu di tipo Katon ed anche in un secondo momento, quando abbiamo iniziato a scontrarci, si è preoccupato di continuare con la stessa famiglia elementale. Peraltro la mia risposta, proprio a quell’offensiva, costituita invece dall’elemento Suiton sembravano non aver sortito alcun effetto su di lui; anzi sembrò divertito da quella situazione.


Bastardo..


Quei piccoli particolari che in un primo momento mi erano sfuggiti adesso mi erano chiari. Quanti assi nella manica nascondeva ancora quel pericoloso ninja? La mia sete di vendetta mi aveva forse annichilito il mio lato analitico tanto da farmi arrivar solo ora a quelle considerazioni.

Comunque ero riuscito a colpirlo e a metterlo seriamente in difficoltà e adesso che avevo ottenuto ulteriori elementi potevo sfruttare anch’essi a mio vantaggio. Rimaneva da capire come.

Hoozuki. Il loro livello innato di connessione con l’Acqua non aveva rivali. Tra i clan più temuti del mio paese, se non il più temuto. Persino uno dei più potenti Mizukage apparteneva a quella famigerata famiglia.

Sorrisi divertito. Stavo affrontando uno shinobi dalle abilità uniche e straordinarie. Le grandi sfide mi avevano sempre affascinato in quanto tiravano fuori il meglio di me. D’altronde le mie mire di conoscenza del mondo delle tecniche del mondo ninja passava proprio da quelle occasioni. Conoscere, studiare, apprendere e migliorare. Niente di più stimolante. Linfa vitale che si alimentava con ardente curiosità.


Non potevo far scelta migliore che prendere quella strada questa mattina..


Tuttavia dovevo rimanere concentrato. I serpenti mi avevano concesso il passaggio con la promessa di sconfiggere quest’infido essere e dovevo mantenerla ad ogni costo.

Il ninja mascherato alzò rapidamente le braccia stendendole parallele e mimando con le mani l’inconfondibile gesto di una pistola.
Una minaccia decisamente poco velata. Stava ripartendo all’attacco e dalle intenzioni che trasmetteva il suo chakra c’era poco spazio per confonderne le sfumature. Era deciso a farmi fuori in quell’istante.

Avrei sollecitato dunque il più grande quantitativo di energia possibile con l’auslio dell’elemento chiave di quella diatriba. Le mie cellule avrebbero dovuto rispondere prontamente nell’inglobare gli effetti di stato della materia liquida assumendone la sostanza. La mia vita era appesa alla riuscita di quella mia difensiva portando con se la responsabilità della mia promessa. Lo dovevo ai serpenti e lo dovevo all’ingenua bambina dalle trecce bionde. Proprio le due figure che poco prima mi avevano affidato la loro stessa vita mi si materializzarono in mente contribuendo con lo spirito alla mia azione.


Mizu Kawarimi.


Tutta la mia esistenza era racchiusa in quella tecnica. Anima e corpo mi ero dedicato ad accrescere il mio io, perseguendo il mio nindo che seppur ancora lontano dalla realizzazione era chiaro nel mio animo. I sacrifici, gli allenamenti, gli studi. La signora Yamada, il nonno, la casa sul lago, Fury.


Non posso dartela vinta, stupido traditore!

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Seto Akame






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Vivere o morire. A chi spettava giudicarne il merito? Quant’era labile il confine nel mondo ninja? Domande che forse non valeva neanche la pena porsi.

Quella mattina ero uscito di casa camminando mani in tasca, lungo vie che mi avrebbero condotto al centro cittadino e percorrevo regolarmente, per concedermi una pausa dagli allenamenti. Adesso mi ritrovavo in un’ umida grotta, scavata in una delle baie più isolate dell’arcipelago, ad affrontare uno squilibrato che attentava alla mia vita. Per lui non avevo nessun valore. Ero una pedina del suo sporco gioco, solo sfuggita al suo controllo. Era entrato nella mia bolla con l’inganno ed ora pretendeva arrogarsi il diritto di stroncare il mio futuro per raggiungere i suo loschi scopi. Questo non potevo permetterglielo.

Le sue mani protese al mio indirizzo, come a replicare la forma di due pistole, esplosero in rapida successione due proiettili acquatici i quali, tesi e scattanti, saettavano nell’aria. La mia risposta arrivò pronta e decisa, frutto del mio nuovo spirito risvegliato dall’astio che crescente covavo verso quel farabutto. Le mie cellule immagazzinarono il mio chakra Suiton e ne assunsero le caratteristiche fisiche permettendomi di evitare quei colpi potenzialmente mortali. In quegli attimi concitati il mio battito cardiaco era decisamente accelerato. La tensione era palpabile ma sapevo di doverla controllare se intendevo sopravvivere e mandare in fumo i piani del nemico. Ci riuscì grazie alla mia ferma determinazione. Tuttavia non potevo ancora permettermi distrazioni.


Ma perchè non muori... Maledetto! Sembravi il classico agnellino da sacrificare... Eri perfetto per farti ammazzare da quel maledettissimo serpente... Ed ora sei proprio tu a crearmi tanti problemi...


Le sue parole continuavano a confermarmi le sensazioni che mi trasmetteva il suo animo. Un crescente nervosismo alimentava l’insana follia, evidentemente dettata dall’ansia di ottenere quello che stava cercando. Proprio su quell’aspetto avrei potuto far leva per indurlo a compiere il passo falso di cui avrei approfittato per metterlo fuori gioco.


Ti sei fatto troppi nemici oggi. L’agnellino è diventato il lupo. Non vedo l’ora di offrire il tuo corpo ai serpenti per ripagarli della loro fiducia. Dopotutto qua sei tu quello che non merita di vivere.


Avevo raccolto una buona dose di informazioni sulle sue abilità di combattimento. Intuivo che jutsu solidi sarebbero stati inefficaci grazie alle qualità del suo gene innato. La sua affinità con il Katon faceva sì che i miei jutsu Fuuton non mi garantissero una buona alternativa e con l’utilizzo del Suiton gli avrei solamente fatto un piacere. Nel mio ancor ridotto arsenale non mi rimaneva molto ma avrei dovuto sfruttare le uniche carte a mia disposizione per organizzare una valida strategia in modo da amplificarne il più possibile l’efficacia.

Non mi rimaneva peraltro molta energia e avrei dato fondo a tutta la mia riserva. Sapevo di poter rischiare qualora i miei attacchi non sarebbero risultati sufficienti ma non avevo molte scelte. Ero sicuro che i serpenti stessero seguendo l’evolversi della situazione, così proprio a loro mi sarei rivolto a gran voce.


Serpi! Ho bisogno del vostro aiuto! Ho terminato le mie riserve d’energia. Attaccherò per un’ultima volta. Se questo non bastasse dovrete potarmi in salvo. Sono stato sincero dall’inizio con voi. Spero di poter contare sul vostro conto.


A quel punto avrei richiesto il massimo della mia concentrazione. Il margine d’errore andava ridotto a zero. Mi trovavo a pochi metri dal misterioso ninja che si era rivelato un temibilissimo avversario. Chiusi gli occhi e avrei sollecitato una discreta quantità di chakra immaginandomi e tentando di materializzare una ventina di copie intangibili di me stesso, disponendole circolarmente in modo da accerchiare il nemico. Dopodichè avrei puntato ad una tecnica che qualche istante prima mi aveva garantito la riuscita della mia prima offensiva. Avrei cioè interagito con l’umidità dell’aria per addensarla intorno a noi, facendo calare una corposa nebbia. A quel punto avrei chiesto alle copie in sequenza alternata di partire all’assalto del nemico simulando un attacco nel tentativo di alimentare il già spropositato ego di quel fastidioso ninja che sicuro di avermi beffato ancora una volta avrebbe potuto distrarsi. Nel frattempo, confuso tra la moltitudine rimanente dei miei cloni e immerso nella coltre che limitava la visibilità, avrei nuovamente tentato di materializzare la sfere lucenti, che in più occasioni mi avevano tirato fuori dai guai, per scagliarle con decisione verso il mio avversario. Fondamentale risultava questo passaggio ai fini della riuscita della mia strategia ed ero pienamente consapevole di questo. A quel punto le mie riserve di chakra si sarebbero trovate in seria difficoltà ma avrei dovuto rincarare la dose. Così avrei fatto fondo quasi alla totalità di quella scarsa riserva per un nuovo jutsu che non richiedeva l’imposizione dei sigilli, permettendomi un’azione più lesta: una serie di shurie di shuriken di vento si sarebbero dovuti creare volteggiando a mezz’aria per poi dirigersi in modo fulmineo verso il bersaglio.


Kaiten Shuriken!!


Ero conscio di aver dato il massimo in quel combattimento ed ero altrettanto al corrente che una volta entrato nella cerchia dei Chuunin le mie sfide sarebbero diventate via via più ardue. Nulla di tutto ciò mi spaventava. Anzi ero pienamente consapevole che solo vivendo quel tipo di situazioni avrei potuto raggiungere i miei obbiettivi. Avevo affrontato tutta quella serie di circostanze avverse a viso aperto. Sentivo di non potermi recriminare nulla ed anche che la mia disfatta avrebbe reso vani i miei sforzi. Avrei quindi concentrato in quelle ultime azioni tutto me stesso.