[PQ] Consapevolezze

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    Seto Akame





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    Mi destai. Come d’incanto. Sorretto e trasportato a gran velocità da una forza sconosciuta. Quando appoggiai i piedi a terra portai le mie mani, con i palmi rivolti verso l’alto, davanti alla mia vista. Nessuna ferita. Non sentivo più alcun dolore, né il peso dei miei sforzi. I miei vestiti, sgualciti ed irrimediabilmente rovinati dagli attacchi subiti erano tornati al loro lustro inziale. Con profondo stupore mi guardai intorno nel tentativo di capire cosa stesse succedendo. Vicino a me i miei compagni, che sembravano condividere con me quella sensazione di smarrimento; pochi metri più in là, i nostri avversari. Di fronte a noi un ragazzo dal sorriso malizioso ci osservava. Sembrava avvolto da un fascio di energia.


    CITAZIONE
    Bene bene... E così voi sei vi siete arrovellati tanto per arrivare ad ottenere queste...

    Mostrò le due bandiere, oggetto della contesa tra le nostre due squadre e le puntò verso Sumairu e Kyoshi. In un batter d’occhio i due giovani Genin furono trafitti dalle due bandiere. Così il misterioso ragazzo iniziò ad analizzare le azioni di noi esaminati, uno per volta, estrapolandole dal contesto in cui ci trovavamo per poi costruirci intorno una morale.

    Sancì dunque con freddezza la bocciatura dell’altro Akame e del Jiki; affidò a Sakuaron e Haruki la possibilità di riscattarsi in una seconda prova.

    Infine mi sentì nuovamente sollevato da quella strana entità e con me il marionettista. Furono attimi talmente ambigui che probabilmente non sarei mai riuscito a metabolizzare.


    CITAZIONE
    Voi due... Seto Akame che ben due volte ha sacrificato se stesso con determinazione e convinzione per la buona riuscita della prova, dimostrando buone doti combattive oltre che uno spiccato, seppur ancora grezzo senso strategico... E Kaito Akikawa che nonostante tutti ha mantenuto alto il suo onore di ninja soccorrendo i feriti, anche se nemici, ed ha dimostrato astuzia e strategia... Voi sarete promossi a Chunin seduta stante... Per voi l'esame è concluso!

    Strabuzzai gli occhi. Senza fraintendimenti, ero conscio di essermi prodigato al massimo delle mie potenzialità per raggiungere l’obbiettivo insieme ai miei compagni, ma credevo che non sarebbe stato sufficiente; avevamo fallito la missione.


    ..Cos?..Che l’obbiettivo che ci è stato assegnato in realtà non fosse altro che un mezzo per valutarci non solo come Shinobi, ma anche come uomini..?!


    Frastornato dai miei pensieri e da tutto l’accaduto, persi attenzione sulla realtà ed improvvisamente mi trovai catapultato sul terroso terreno di Konoha. Appoggiai le miei mani al suolo e girai la testa da una parte all’altra, spaesato. Eravamo tornati davanti all’Accademia del Fuoco.

    Ero ufficialmente un Chunin. Un riconoscimento molto importante per un ninja; un grado che si portava dietro tutta una serie di nuove responsabilità di cui di lì a poco mi sarei dovuto far carico, ormai non solo per Kiri.

    Tuttavia non potevo essere pienamente soddisfatto. Il mio team non ne uscì vincitore e degli altri due ragazzi solo il mio concittadino avrebbe avuto una seconda chance. Se non fosse stato per il suo supporto, non sarei mai riuscito ad ottenere quel risultato.

    Decisi dunque di rivolgermi ai miei due ormai ex compagni.


    Sumairu, Sakuaron..abbiamo operato come un vero team. C’è parte di voi nel mio successo e parte di me nel vostro fallimento. Siete entrambi validi ninja e sono sicuro che affronterete le vostre sfide con maggiori consapevolezze, così come farò io. Le nostre strade si dividono ora ma spero che un giorno avremo modo di rincontrarci, più forti e più maturi di adesso. Il futuro della nostra gente è nelle nostre mani, dobbiamo farci trovare pronti.


    Così mi congedai e raggiunsi il mio appartamento provvisorio, gentilmente offerto dalla calda ospitalità della Foglia. Mi concedetti del riposo per ripristinare le mie energie sia mentali che fisiche.

    Il giorno seguente mi sveglia di prima mattina e riorganizzai le mie cose. Lasciai quell’alloggio nelle stesse condizioni in cui l’avevo trovato e mi diressi verso le porte del villaggio, in direzione del porto dal quale sarei salpato per far ritorno al mio paese.

    Konoha era una città che brillava di una luce unica. I caldi colori della sua vegetazione e la sincera vivacità dei suoi abitanti mi stupivano ogni volta. Tutto lì mi dava la sensazione che non importava quale cruda brutalità minacciasse il mondo, loro erano pronti ad affrontarla insieme, con il sorriso.

    Mi aspettava un lungo viaggio e pensai capitasse nel momento giusto; mi dava tempo per riflettere su quanto accaduto, in modo da arrivare a Kiri maturando la giusta mentalità, per cimentarmi nella mia nuova vita da Chunin.




     
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    Il rumore delle onde che si infrangevano sullo scafo del traghetto mi rilassava, immergendomi in una rilassatezza di spirito suggestiva. Il movimento ondulatorio mi cullava ed io, steso sul giaciglio della mia cabina, ripercorrevo gli avvenimenti di quei giorni intensi.

    Il lavoro di squadra, attraverso la designazione di un obbiettivo comune, mi aveva permesso di stabilire un rapporto di sincera collaborazione con gli altri due Genin. D’altra parte ci trovavamo di fronte un avversario tanto forte quanto scaltro, indubbiamente più abile di me. I suoi Jutsu risultavano più potenti dei miei, rendendone vana l’efficacia. Neanche le mie arti illusorie mi erano state d’aiuto più di tanto, contro di lui. Questo per me rappresentava un neo nella mia promozione. La vita al di fuori non è un torneo organizzato dalla collaborazione dei vari paesi e quindi sotto la supervisione di altri shinobi predisposti al controllo che nessuno si facesse male; la competizione molto spesso non è sana e ritrovarsi in situazioni scomode come quelle in cui mi ero ritrovato nella decadente città voler dire andare incontro a morte certa. Proprio in virtù di queste considerazioni, una volta tornato al villaggio, avrei dovuto focalizzarmi in quelli che erano risultati miei tasti dolenti.

    La mia abilità oculare innata era stata una delle note positive della prova. Ero riuscito a coprire interamente il territorio delimitato per l’occasione e a scorgere un lato emotivo del petulante ninja di Suna. Sorrisi a ripensarci.

    In più i miei approfonditi studi sulle tecniche e sulle varie abilità appartenenti ai vari clan e ai geni innati degli shinobi, mi permise di riconoscere ed affrontare con più cognizione le situazioni più critiche. La dottrina ancora una volta mi dava man forte e anche da quel punto di vista, avrei dovuto coltivare ancora quell’aspetto per migliorarmi ulteriormente.

    Infine venni a conoscenza a posteriori del folle e disperato tentativo di Sumairu di decapitare Haruki. Questo mi riportava alla serietà. Se era vero che avevo potuto contare sui miei compagni, i quali avevano in principio mantenuto le promesse che ci eravamo fatti, in considerazione di questo particolare mi sorsero dei dubbi.
    Nella mia prima missione assistii ad un crimine ingiustificato e vile da parte di un soldato di Tetsu. Per mia, ma soprattutto sua, fortuna non ci fu mai posto alcun interrogativo sull’utilità del gesto. Tuttavia la possibilità che venissi accostato a dei crimini di tale portata mi disgustava. Mi prodigavo nel raggiungimento degli obbiettivi con seria dedizione e con la massima determinazione ma ero perfettamente in grado di riconoscere le priorità e analizzare con lucidità i vari momenti, seppur critici, degli eventi che mi circondavano.


    Forse anche per questo sono stato ritenuto meritevole di promozione ed altri no..
    Sarà..
    Ma dovrò controllare con maggior cura le tendenze ed i comportamenti dei miei compagni in futuro..



    Mi spostai dunque su un fianco e trasportato dal mare mi addormentai.

    Una volta attraccato al porto, misi in spalla il mio zaino e mi incamminai verso le porte del villaggio.


    Dovrò informare i miei della promozione e saranno curiosi di sapere come sono andate le cose a Konoha. Sarà bello passare qualche momento in famiglia prima di riprendere con gli allenamenti.


    Mancavano pochi metri al mio ingresso al villaggio e dentro di me un connubio di emozioni contrastanti bollivano nel mio animo. La trepidante attesa di rivedere i miei cari, l’impazienza di poter discutere del mio futuro con i vertici del villaggio e l’irrefrenabile voglia di tornare a lavorare su me stesso. Procedevo contemplando l’inconfondibile aria di casa che risiedeva in ogni singolo metro del mio tragitto.

    Arrivato alle porte del villaggio salutai le sentinelle con il cenno di una mano e loro risposero con un sincero sorriso. Ero tornato da vincitore; potevo essere fiero di me stesso ed ero sicuro che allo stesso tempo i miei colleghi lo fossero nei miei confronti.

    Kiri era rimasta immutata, certo non era vivace come Konoha ma godeva di altre qualità che me la facevano apprezzare allo stesso modo se non di più.







    Edited by ¬Seto - 20/2/2021, 16:19
     
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    Passo dopo passo arrivai lungo il viale che precedeva lo sterrato che conduceva alla mia ormai vecchia casa, quella in cui ero nato e cresciuto. Spinsi il cancelletto d’ingresso e mi avviai verso la porta d’ingresso. Le luci erano tutte spente e le tende tirate non lasciavano intravedere l’interno. Una volta sull’uscio bussai, visibilmente emozionato. Attesi qualche istante ma nessuno sembrò avvertire la mia presenza, così picchiai un'altra volta. Nessuno rispose.


    Non c’è nessuno..saranno usciti?
    Certo non potevano sapere del mio ritorno..chiederò notizie alla signora Yamada.



    La nostra vecchia vicina..era parecchio che non la vedevo. Spesso la aiutavamo nelle faccende più impegnative. Era rimasta sola e la nostra famiglia era l’unica a prendersi cura di lei. L’età avanzava e con lei gli acciacchi, sapevo di non poter contar molto sul suo conto ma ne approfittai per sincerarmi che fosse tutto a posto.
    Suonai al campanello. Sentì, dopo qualche secondo, dall’altra parte, qualcuno precipitarsi al pian terreno.


    Strano..non è sola.


    Mi aprì la porta una ragazza sulla trentina, molto carina e dal viso gentile, che non avevo mai visto prima.


    Buonasera! Sono Seto Akame, sono il figlio di Noburo..abita qui affianco. La signora Yamada è in casa?


    Il suo sorriso nell’udir le mie parole da spontaneo si fece un po’ forzato.


    Ciao Seto, ho sentito parlare di te. Sono una lontana nipote della signora Yamada, mi chiamo Asuka. Sei così gentile..


    Il suo volto si incupì.


    La signora purtroppo è venuta a mancare la scorsa settimana..un brutto male l’ha stroncata in pochi giorni..la vita è anche questo purtroppo..


    Rimasi impietrito. Fin da quando ero bambino conoscevo quell’esile donna. Tutte le mie punizioni dell’infanzia consistevano nell’andare a casa sua per aiutarla, una volta con il bucato e un’altra nel curare l’erba del giardino. A lei associavo ricordi preziosi della mia vita che mi sarei portato per sempre nel cuore. Sentii un vuoto dentro simile a quello che provai alla scomparsa della mia cara nonna.

    Asuka accennò nuovamente un sorriso, che appariva di sincera cortesia. Sembrava comprendere il mio stato d’animo.


    Se stai cercando i tuoi genitori, so che sono partiti per una missione. Le persone come voi sono la luce di questo villaggio.


    Capisco..mi dispiace molto per la signora Yamada, era una brava donna.
    La ringrazio per l’informazione comunque.



    Congedai quindi la dolce ragazza e tornai sui miei passi.


    Una missione..entrambi..dev’essere qualcosa di importante.
    Sembra che io non abbia più molti punti di riferimento da queste parti..
    Tornerò a casa, sistemerò le mie cose e da domani comincerò subito con gli allenamenti.



    Con profonda malinconia presi il sentiero che mi portava verso la mia dimora, a pochi passi dal lago Ibuse. Mi sentivo vuoto. Non potevo raccontare a nessuno di Konoha, del mio team, del discorso di quello strano ragazzo, dei Kage. Nessuno con cui condividere il mio successo. Il mondo era cambiato da quando Fury aveva minacciato i villaggi. Il tempo scorreva inesorabile e anche se le cose sembravano immutate nell’apparenza, la realtà era ben diversa. Non c’era tempo per fermarsi. I villaggi avrebbero fatto richieste sempre più frequenti ed importanti alle loro forze militari. In fondo è compito degli shinobi affrontare le avversità e seguire ognuno il proprio nindo.

    Non mi è facile descrivere quello che provavo in quel momento. Una coppia di lacrime si liberò parallelamente dagli angoli più esterni dei miei occhi, lasciando la loro scia umida lungo il loro percorso sul mio viso. Con un movimento del mio braccio dominante, mi strofinai con il mio avambraccio coperto dalla stoffa del mio cappotto per asciugarmi e sospirai.


    Ora che sono un Chunin non mi farò più distrarre da queste scemenze.
    Discuterò con il villaggio del mio ruolo d’ora in avanti.
    La mia vita ora è questa, percorrerò la mia strada.






    Ho deciso di riprendere nella prima parte gli avvenimenti che non ho avuto modo di commentare on nell'evento perché li ritengo importanti per il mio pg.
    Da quello ho poi costruito la sua maturazione in relazione a quanto successo.
    Spero sia di gradimento per chi avrà il piacere di leggerla.




    Edited by ¬Seto - 23/2/2021, 20:33
     
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