Cosa significa essere un" Samurai "

PQ Riku Ōkami

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    Alla base di ogni leggenda vi è sempre un fondo di verità, infatti questa storia affonda le sue radici nel passato, in una Tetsu innevata e sopravvissuta a molte battaglie e guerre che coinvolgevano gli shinobi delle terre vicine e lontane.
    Era una giornata come un' altra, il cielo nuvoloso, il freddo pungente, la neve attecchita al suolo... un giovane soldato dell'esercito del paese era di turno a guardia delle porte del villaggio, stava facendo il suo giro di controllo quando vide in lontananza una fioca luce e si avvicinò a passo spedito per controllare.
    Al suo arrivo vide una piccola tenda e davanti ad essa un fuocherello quasi estinto, si avvicinò per guardare al suo interno controllando se attorno a sé ci fosse qualche nemico pronto a farlo cadere in un' imboscata.
    Le sue orecchie erano tese al minimo suono nell'aria, ogni suo passo era talmente delicato da essere impercettibile al suono ed al tatto, infatti lasciava ad ogni suo passo solchi appena visibili sulla neve, il fiato sembrava pesargli nei polmoni quanto l'elsa della sua katana, che stava stringendo nella sua mano, pronto ad estrarla in caso di assalto nemico.
    Aprì la tenda ed al suo interno trovò un bimbo in fasce, dalla carnagione e dalla forma degli occhi si notava che non apparteneva a quelle terre, doveva essere figlio di nomadi, ma non capiva il perché l'avessero abbandonato lì.
    Guardò con più attenzione e accanto al piccolo c'era una lettera, così la prese e la lesse:

    CITAZIONE
    Questo è Riku, nostro figlio, noi purtroppo non possiamo più occuparci di lui e noi siamo quasi alla fine dei nostri giorni, prendetevene cura perchè un giorno scoprirà il suo potenziale e compierà gesta leggendarie.

    Quelle parole insidiarono la compassione e la curiosità nell'animo del giovane soldato che decise di prenderlo con sé e crescerlo come figlio suo...



    Benvenuto nella mia onorevole famiglia Riku, io sono Ansem Ōkami e da oggi sarò tuo padre.

    Ansem portò a casa sua il piccolo Riku, iniziando a fargli fare un giro della sua nuova dimora e, crescendo, gli insegnò i Sette principi del bushido, gli raccontò la storia della sua famiglia e del perché il loro animale protettore fosse il sommo lupo.
    Gli anni passavano ed il piccolo esserino divenne un giovane dedito alla sua famiglia, cresciuto con dei valori che però doveva dimostrare di aver capito, se ci teneva ad avere il permesso del padre d'iscriversi in accademia.

    Continua...
     
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    Parlato Riku
    Parlato Sora
    Parlato Ansem
    Parlato Cloud

    Riku crebbe assieme all' erede di una famiglia amica, da tempo immemore, della sua...

    Sora_KH3D

    Il ragazzo si chiamava Sora Raion, aveva la stessa età di Riku, ma sia esteticamente sia caratterialmente erono l' uno l' opposto dell' altro: Riku era un ragazzo con i capelli e gli occhi che ricordavano un lupo delle nevi, possedeva un carattere freddo e calcolatore, Sora al contrario aveva i capelli che ricordavano la criniera di un leone, animale protettore della sua famiglia, come anche gli occhi gli assomigliavano e possedeva un carattere molto estroverso con un enorme sorriso che mai spariva dal suo volto.
    Un pomeriggio, mentre i due giovani passeggiavano e chiacchieravano, il padre di Riku e Cloud, il padre di Sora, li fermarono e gli dissero che se avevano intenzione d' iscriversi in accademia avrebbero dovuto prima superare due prove: la prima era uno scontro, con boken, l' uno contro l' altro, mentre l' altra era una prova individuale nel proprio dojo di famiglia.
    I due giovani si guardarono e dopo essersi stretti la mano si diedero appuntamento a quella stessa sera, per la prima prova.

    Ore 23:00

    I due ragazzi, sotto la supervisione dei loro rispettivi padri, si riunirono nel dojo della famiglia di Sora e lì, guardandosi negli occhi, dissero contemporaneamente:

    Darò il meglio di me stesso!
    Darò il meglio di me stesso!

    I due genitori li guardavano negli occhi e videro la fiamma della determinazione nei loro occhi e la risolutezza nelle loro parole...
    Qualche istante di silenzio inondò l' aria attorno ai due sfidanti che stringevano nella loro mano predominante l' elsa del boken, sembravano pronti a scattare, ma in realtà stavano già iniziando la lotta nella mente, conoscendosi fin da piccoli potevano prevedere le mosse l' uno dell' altro...

    VIA!

    Quella voce interruppe la lotta nella mente dei ragazzi, che scattarono per passare all' azione ed iniziarono a bloccare ciascuno il colpo dell' altro, mantenendo i boken l' uno contro l' altro in uno scontro di forza fisica in cui sembravano in pareggio...
    Gocce di sudore iniziavano a mostrarsi e colare dalle fronti dei due sul viso, sino ad arrivare al mento ed alla prima goccia che cadde al suolo i due facendo un balzo indietro si staccarono da quella situazione di stallo tornando sulla guardia; era evidente la preparazione dei due sfidanti in campo di combattimento, ma dovevano dimostrare ben altro durante quello scontro.
    Riku avanzò dando un colpo dall' alto ma Sora che era rimasto in attesa ribattè con un fendente potente e veloce che andava dal basso verso l' alto, in questo modo non solo blocco l' attacco di Riku, ma lo disarmò facendogli volare a qualche metro di distanza l' arma.
    In seguito a questo attacco Sora si fermò, come se stesse aspettando che Riku recuperasse la sua arma, ma il ragazzo non sembrò affatto intimorito dalla sua situazione di svantaggio, infatti si avventò con le arti marziali verso Sora che inizialmente riusciva a tenergli testa, ma dopo un pò la velocità dei colpi iniziò ad aumentare, la loro potenza anche...
    Riku sembrava diventare più forte man mano che il duello proseguiva e la cosa colpiva Sora che fu costretto ad estrarre la sua arma, ma venne intercettato in quell' istante da Riku che gli diede un calcio al polso facendogli volare in aria la spada di legno ed in rapida successione diete un calcio girato basso alle caviglie di Sora, che naturalmente cadde al suolo, e riprese velocemente la spada in mano puntandogliela addosso, lo scontro finì con Riku che posò il boken ed aiutò l' amico a rialzarsi, i due si complimentarono l' un l' altro per lo scontro e per le abilità mostrate, ma adesso era il momento di girarsi verso i loro padri per il responso:

    Complimenti ad entrambi, avete superato entrambi la prima prova...

    I due guardarono Ansem con felicità ed orgoglio di se stessi...

    Lo scopo di questa prima prova non era vincere o perdere, ma dimostrare di aver capito e saper mettere in atto i sette principi del bushido, ed entrambi avete soddisfatto questo requisito, adesso potrete passare all' ultima prova.

    I due ragazzi si strinsero la mano e si promisero di superare entrambi anche l' ultima prova, dandosi appuntamento in accademia per diventare entrambi dei soldati.
    A quel punto Riku e suo padre se ne tornarono a casa e prima di andare a dormire parlarono della prossima prova...

    Padre, in cosa consiste la prossima prova?

    Il padre lo guardò negli occhi e gli rispose:

    Domani ti racconterò la leggenda della nostra famiglia e poi ti farò una domanda, in base alla tua risposta mi farò un' idea del tipo di uomo che diventerai in futuro, ma a prescindere da questo già superando la prima prova ti sei guadagnato l' ingresso in accademia.

    Continua...
     
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    Narrato
    Parlato Ansem
    Parlato Riku

    Il sole era alto nel cielo semi nuvoloso, il freddo pungente e la neve al suolo caratterizzavano sempre il paesaggio e quella mattina Riku si svegliò ignaro della prova che doveva affrontare, o per meglio dire quale potesse essere la domanda a cui doveva dare risposta.
    Sceso al piano di sotto si mise alla ricerca di suo padre, ma per quanto potesse cercarlo non lo trovò da nessuna parte, poi gli tornò in mente che la prova da superare si sarebbe svolta al dojo di famiglia, così vi si diresse immediatamente.
    Una volta al suo interno trovò suo padre, braccia conserte, che lo attendeva...

    Ansem_Seeker_of_Darkness_KHIII

    Riku... ti stavo aspettando... la tua prova inizia ora!

    Fece una pausa di silenzio e poi continuò...

    Adesso ti racconterò la leggenda della nostra famiglia e poi ti porrò una domanda...

    Ansem iniziò il racconto dicendo che la leggenda ebbe inizio secoli prima, con una giovane ma abilissima samurai, loro antenata, di nome Akame.
    La ragazza aveva un'abilita con la spada impareggiabile, con la sola eccezione di sua sorella Kurome; le due sorelle erano le migliori spadaccine che la nostra famiglia avesse mqi avuto.
    Un giorno caddero in un'imboscata e dovettero nascondersi nella foresta poiché in svantaggio numerico e Kurome era stata gravemente ferita all' addome.
    Mentre erano nascoste, sentirono un lamento nei dintorni, così Akame andò in perlustrazione... finì per trovare un cucciolo di lupo con la zampa bloccata in una trappola.
    Akame lo liberò immediaramente, straziata da quel lamento e da quel dolore che si sentiva addosso, il cucciolo una volta libero fuggì via lasciando Akame che sorrideva per la buona azione che aveva compiuto.
    Dopo qualche istante si udì nell'aria l'urlo di Kurome, così la sorella scattò in suo aiuto, ma al suo arrivo ormai per la ragazza non c' era più nulla da fare, era distesa al suolo con la sua stessa katana conficcata in petto.
    Akame, in preda all' ira, si lanciò all'attacco dei nemici e proprio quando sembra per perire dal nulla comparve un branco di lupi, tra cui il cucciolo che lei aveva salvato istanti prima, accompagnati da un ululato che echeggiava per la foresta.
    Grazie all'aiuto del branco di lupi Akame riuscì non solo a sopravvivere ma ad uccidere tutti i suoi assalitori.
    Finalmente in salvo, riuscì a piangere la morte della sorella e decise di seppellirla vicino la tana dei lupi che le avevano salvato la vita, ma proprio dalla caverna, dimora dei lupi, arrivava un luce strana che attirò a sé Akame, scortata dal cucciolo di lupo che non la lasciava sola.
    Una volta dentro, seguì quella luce sino ad arrivare ad una katana conficcata nella roccia...



    La lama della katana emanava un luce rosso sangue e più Akame vi si avvicinava più la luce si faceva intensa finché, appena la ragazza ne afferrò l'elsa, quella luce si trasferì dalla lama al corpo di Akame che riuscì ad estrarla senza problemi.
    Secondo la leggenda quella katana si chiamava Murasame e possedeva dei poteri speciali che l'aveva resa grande, ma il suo potere era talmente pericoloso che decise, prima di morire, di riporre la spada nella sua roccia, coi lupi a guardia di essa, in modo che solo chi si fosse dimostrato degno potesse trovarla e provare a prenderla, il problema era che nessuno sapesse l'ubicazione di quella grotta così nei secoli se ne perse qualunque indizio, lasciandone solo la leggenda.

    Adesso che conosci la leggenda della nostra famiglia e sai il perché sia il lupo il nostro animale protettore devo chiederti una cosa...

    Fece una piccola pausa, anche per notare l'espressione di Riku, che era sempre più attento a ciò che egli stesse dicendo...

    Devi sapere che la parola samurai significa servitore, ossia che un samurai è colui al servizio del daimyō, coloro che non lo servivano più, perché era morta o ne aveva perso la fiducia, era chiamato Ronin, cioè un uomo alla deriva, senza padrone...

    Si padre, questo lo sapevo...

    Riku continuava a guardare il padre cercando di capire quale fosse la sua domanda...

    ... ebbene la mia domanda è tu chi o cosa vuoi servire con le tue abilità, per chi o cosa userai la tua spada e per cui rischierai la tua vita ed il tuo onore?

    Riku chiuse gli occhi e si concentrò, non si aspettava quella domanda... dopo qualche secondo aprì gli occhi e, con sguardo determinato e parole ferme, rispose:

    Io servirò per sempre i principi per cui vive il nostro daimyō, il bushido!
    Seguirò per sempre i suoi principi e lì difenderò sia da ostilità esterne che interne e se un giorno dovessi abbandonarli sarò un ronin dedito ad aiutare il prossimo mettendo a rischio la mia stessa vita, per espiare il mio peccato!


    Ansem guardò negli occhi il figlio e vide che non aveva avuto neanche un attimo di esitazione nel parlare e lo sguardo è rimasto determinato dall' inizio alla fine, così, dopo qualche secondo di silenzio, sorrise e disse di essere soddisfatto della sua risposta, così i due presero le spade di legno nel loro dojo ed iniziarono ad allenarsi in vista dell' inizio accademico di Riku.

    FINE
     
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