[A] The Suicide Squad

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    In un istante finii per sbattere le palpebre in un luogo che era completamente diverso rispetto al precedente. Il chiarore delle stelle esplodeva nel cielo di un posto al quale avevo avuto accesso forse soltanto una volta, o quantomeno così credevo. Le nubi erano assenti, respinte dal tempo che in quel posto regnava sovrano, mentre il vento gozzovigliava tra le fronde della vegetazione e le piante stranissime che si ergevano da terra con i loro colori e profumi. Tutte le persone giunte in quel luogo grazie ai rospi avrebbero visto e sentito le stesse cose, certo con occhi diversi, ma pur sempre in modo molto simile. Riaprendo le palpebre ed elevando gli occhi verso l’alto potei notare la figura di Killia uscire man mano assieme agli altri prigionieri, mentre il giovane di Kiri e la sua copia si ritrovarono un po’ più distanti e a mani nude. Gli interrogativi erano tanti, freneticamente si mescolavano tra loro in un vortice roboante e incomprensibile, perché cercavano di prevalere le une sulle altre ma nessuna di esse era capace di vincere quello scontro.

    Mhr.

    Un verso gorgogliò in gola come una sorta di grugnito, uscendo dalla maschera col suo aspetto distorto e l’oscurità del vuoto creato dal metallo. Mi guardai intorno all’interno di quel territorio sconosciuto, zoomando un po’ a casaccio per poi ritrovarmi a puntare l’ottica più vicina ai rospi e agli Ishivariani così da cercare di conservare qualche foto nella memoria dell’oggetto, come se fossero delle semplici prove da mostrare alle alte sfere e con cui confutare ogni possibile dubbio sulla partecipazione a quel salvataggio. Alcuni dei ragazzi cominciarono ad avvicinarsi, il primo era un giovane dal crine verde e una situazione fisica non molto positiva, forse uno dei combattenti. Lo guardai attentamente dalla testa ai piedi, trovando in lui delle somiglianze con qualcuno di già visto su qualche volantino nelle zone malfamate, ma storsi il naso nel non trovare i giusti dati nel mio cervello.

    Voi dovete essere gli aiuti esterni di cui ho sentito alla radio... Grazie di tutto!


    L’aura smeraldina del risveglio cominciò a scemare ed ogni traccia di quel potere si disperse nella pelle. Non c’era motivo di continuare a mantenere quello stato, giacché oramai della diga e delle “lattine su gambe” non v’era più alcuna traccia di pericolo. La geologia del posto pareva dissimile da quella vista ad Ishivar durante una vecchia missione, inoltre c’erano piante che mai avevo visto e che non avrebbero potuto crescere dalla terra dell’ex paese della speranza, motivo che mi spinse a trarre le dovute conclusioni: eravamo distanti dal campo di battaglia e dalla diga.

    Importante è che Ishivariani siano salvi, dovevo saldare mio debito nei loro confronti.


    Era una forma di ringraziamento molto atipica e mal pronunciata, con la cadenza del sud a marcare le parole e a conferire loro delle sfumature buffe. Tornai a slegare la cinghia del cinturone per estrarre la pergamena e sigillare il rotolo di stoffa al suo interno, liberando le braccia dal peso di un oggetto che non sembrava essere più di alcuna utilità. Per viaggiare e far ritorno a casa sarebbe stato necessario avere entrambe le mani libere, ma con il rotolo sotto braccio questo non sarebbe stato possibile.

    Grazie per il vostro aiuto - il vostro arrivo è stato provvidenziale per il successo della missione!

    Un secondo giovane si avvicinò con un passo decisamente stanco, che subito riconobbi come il ragazzo che avevo affidato a Gamabunta, che però non si era mosso da lì. Certo non potevo dare al rospo una colpa o affibbiarlo con termini poco consoni, anzi non dissi nulla su quei fatti in quanto eravamo salvi anche grazie alla sua fuga provvidenziale, cosa impossibile se si fosse spostato come da me ordinato. Eppure avrei pensato a lungo a quella possibilità di ritrovarmi al fianco di individui capaci di evocare le mie stesse creature e alla sfortunata possibilità di non poter dar loro ordini in virtù del vincolo di sangue.

    Non serve ringraziare, se non fosse stato importante Lìf non sarebbe intervenuta!


    Dopotutto era vero, perché mentire? Per quanto mi importasse della vita altrui, se non vi fossero stati gli Ishivariani non avrei fatto tutta quella strada, non avrei viaggiato in un rospo umido per mettere in pericolo me e la suonatrice e probabilmente avrei rifiutato la richiesta senza pensarci, rimandando la lettera a destinazione.

    E comunque non è ancora finita.

    Ammisi, col palese riferimento ai cloni lasciati ad Ishivar, dando un breve sguardo ai movimenti di Killia e prestando orecchio alle chiacchiere tra gli altri presenti, con annessi i loro piani.



    I target intrappolati nei capelli furono veloci a fuggire, un vero peccato perché era difficile capire come ciò fu possibile. Storsero il naso per l’irriverenza, ma entrambi sorrisero perché ci fu qualcosa di interessante che avrei potuto usare in futuro.

    #Addio e grazie per il tuo bel dono, creperai presto!

    Il clone uscito dal suolo per appropriarsi dell’ombra nemica si prodigò per risalire in superficie percorrendo la parete come aveva fatto poc’anzi, il suo scopo era quello di raggiungere il terzo clone e dar manforte al raccoglimento dei vari pezzi di metallo per portarli tutti a destinazione, sfruttando la collaborazione degli insetti per creare uno scudo e proteggersi da quell’entità in avvicinamento.

    Tecnica di Richiamo: Negozio di Rospo

    Senza far uso di sigilli la seconda copia avrebbe tentato di richiamare una strano e bizzarro rospo capace di mutare il proprio aspetto in un negozio, con l’idea di attirare al suo interno l’individuo in avvicinamento nell’eventualità fosse un nemico. Lo avrebbe fatto lì, proprio in quella spaccatura sul soffitto dal quale io stessa originariamente avevo messo piede, sperando di ottimizzare le possibilità di attirarlo in trappola o di guadagnare tempo. In un secondo momento ambedue le copie avrebbero dato vita alla raccolta di quanti più oggetti nelle vicinanze, mescolando quanto più frettolosamente possibile la propria energia per poter richiamare ben due rospi per il teletrasporto, con un’unica destinazione: l’ex paese del Vortice, un posto abbastanza lontano da casa e da altri luoghi abitati, oltre ad essere un posto già visitato nella fatidica caccia a Qayin. Il rischio di ritrovarsi un qualche nemico alle calcagna sbarcando in un luogo affollato o nelle vicinanze della nave di Trofnir fu ciò che portò le copie a scegliere quel posto più di un altro come destinazione. Le mosse della terza copia non sarebbero state meno importanti delle altre, quest’ultima si sarebbe limitata a tappezzare i il suolo ai propri piedi le cinque bombe carta a disposizione, lasciate inattive e come trappola visibile, cercando infine di evocare il rospo trasportatore per mirare alla medesima destinazione delle sue compagne. La motivazione principale per il quale nessuna delle tre copie voleva disperdersi erano le tracce lasciate dal nemico, tra il metallo considerabile alla stregua di un tesoro al liquido tra i capelli, qualcosa che avrei potuto analizzare in separata sede.
    CITAZIONE

    Fury! Mi senti?! Io mi chiamo Atshushi e oggi, con il mio team, ho distrutto questo tuo fottuto centro di ricerca. Sai cosa odio ancor più dei criminali? I criminali che credono di essere nel giusto e, millantando valori che non gli appartengono, si fanno latori di chissà quale compito divino. Ti senti un Dio? Beh, mi dispiace dirtelo, ma non sei nè sarai l'ultimo, ahimè, a massacrare innocenti in nome di un disegno divino incomprensibile a noi stupidi perbenisti. Ricorda bene questa faccia... Atshushi, nato a Kirigakure no Sato. Sentirai ancora questo nome.

    Il commento del clone del Kiriano donato a chiunque una carica, eppure le copie ebbero poco da ridere a riguardo, continuando a lavorare. Solo una di esse parlò, anche se tra il ronzio dei suoi insetti sarebbe stato altamente complicato farsi sentire per bene.

    #Qui qualcuno si fa bello con le parole, ma le parole sono importanti e penso che guerriero di Kiri non sia in grado di usarle. Spera che tuo villaggio non venga distrutto per colpa di tue stesse parole, perché guerriero che si riempie bocca di cose sciocche per farsi bello dopo aver quasi spazzato via anche suoi alleati vale quanto vecchio che si crede divinità, solo età li separa.

    Ciò che era stato ne era la prova, il resto era inutile.



    Rimasi china in segno di rispetto verso i rospi, componendo le labbra in un sorriso quieto dinanzi all’arrivo del più vecchio dei rospi. Non mi era mai capitato di evocare lui e sua moglie, ma ero chiaramente consapevole della loro esistenza e del loro potere, oltre che della loro saggezza ed encomiabile potenza.

    Non mi dirai che vuoi andare a Suna anche tu, c’è sabbia, fa un caldo che si muore e la pelle delle mani mi si seccherà ancora di più.


    La suonatrice bionda blaterò senza essere impressionata da quel mondo così favolistico, sentendo perfettamente le conversazioni tra Fukasaku e Atshushi e maldigerendo quella possibilità. Scossi il capo in segno di negazione, con il crine sciolto e le dita mosse per fare armi e bagagli.

    Mi chiedo... mi chiedo se abbiate fatto la scelta giusta.

    Le parole seguirono le ultime del capo squadra ed erano ricche di scetticismo sulla scelta di cedere il potere a quel ninja che non riuscivo a valutare senza un po’ di perplessità. Feci sì che lui e Fukasaku potessero udirmi, sollevandomi per sistemare gli attrezzi e precedere Killia negli ultimi addii, pur non trascurando gli ishivariani e gli altri due ragazzi nelle vicinanze, ovvero Azibo e Yuna.

    Buona fortuna per viaggio, Pirati vi augurano di tornare a casa sani e salvi.

    E come tutto era iniziato così sarebbe finito, forse ancora più velocemente dato che mi trovavo già nel regno dei rospi. Nello stomaco di un rospo taxi, con destinazione la nave di Trofnir.


    Lìf
    R: 999/2=499
    S: 983-100=883-1=882


    AeJ: Disattivazione risveglio
    Tecnica del Nascondiglio del Rospo - Destinazione: punto di partenza (con Killia)



    •Status corrente:
    -25% a forza e agilità (+19forza e agilità) da tonico da guerra
    -Conoscenze anatomiche (+19ag e 39forza)
    -Campo di forze attivo (devia armi enormi e silenzia la prima azione)
    -Rotolo di stoffa estratto.
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
    Maestrie
    {Combattente ad alta Tossicità Liv. I}
    {Maestro dei ninjutsu Liv. II}

    •Gadget:
    [Monocolo Fotografico - Occhio Dx]
    Maschera subacquea (indossata)
    Carta bomba*5
    Tonico da guerra*4
    Tonico coagulante*5
    Sonnifero (Dose fumogena)*3
    Filo spinato*30mt
    Uchiha shuriken*5
    Fori d'aria di Zaku [Indossati]*2
    Amplificatore di Dosu [indossato]
    Kobashot (Medio) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande
    .:Rotolo di stoffa:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande


    #Clone1:
    Vigore:333
    S: 207-1=206
    AeJ:
    -5 carte bomba piazzate per terra
    Tecnica del Nascondiglio del Rospo - Destinazione: ex paese del vortice


    #Clone2:
    Vigore:333
    S: 215-25-8-1=181
    AeJ:
    Assimilazione di Tutto il Creato: Tecnica della Prevenzione dell’Attacco Per scomparire nel muro e avvicinarsi al clone al piano di sopra con conseguente uscita
    Tecnica del Richiamo: Negozio del Rospo Sul tetto, nella zona del foro
    -Raccolta di altri pezzi di Titan
    Tecnica del Nascondiglio del Rospo - Destinazione: ex paese del vortice


    #Clone3:
    Vigore:333
    S: 223-1=222
    Aej:
    -Raccolta dei pezzi di Kirito
    Tecnica del Nascondiglio del Rospo - Destinazione: ex paese del vortice




    •Status corrente (tutti e tre):
    -Risveglio attivato.
    -25% a forza e agilità (+19forza e agilità) da tonico da guerra
    -Conoscenze anatomiche (+19ag e 39forza)
    -Campo di forze attivo (devia armi enormi e silenzia la prima azione) - Nb: non so se sui cloni abbia effetto, in caso posso rimuovere lo status!
    -Rotolo di stoffa estratto.
    •Capacità varie:
    {Conoscenze Orientative e geografiche Liv. I}
    {Conoscenze Naturalistiche Liv. I}
    {Oratorie e Popolari Liv. II}
    Licenze
    {Farmacista - Conoscenze farmacologiche acquisite}
    {Chiropratico - Conoscenze anatomiche acquisite}
    Maestrie
    {Combattente ad alta Tossicità Liv. I}
    {Maestro dei ninjutsu Liv. II}

    •Gadget:
    [Monocolo Fotografico - Occhio Dx]
    Maschera subacquea (indossata)
    Carta bomba*5
    Tonico da guerra*4
    Tonico coagulante*5
    Sonnifero (Dose fumogena)*3
    Filo spinato*30mt
    Uchiha shuriken*5
    Fori d'aria di Zaku [Indossati]*2
    Amplificatore di Dosu [indossato]
    Kobashot (Medio) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Ombrello Ninja da Combattimento:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande
    .:Hydra Bikaku:. (Abnorme) - Sigillata nel Rotolo grande
    .:Rotolo di stoffa:. (Abnorme) - Sigillato nel Rotolo grande


    KIllia
    R: 600/600
    S: 615-25-25-35=530


    AeJ: Mantenimento Campo di vibrazioni III su se stessa e su Lìf (effetto protezione armi)
    Mantenimento Campo di vibrazioni III per silenziare Lìf (+20 prima azione Lif)
    Arte del Suono: Allegrissimo! sui tre rospi (+76 CC, PM, AG e FF) - (La melodia suonata è la setssa di prima)
     
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    Ishivar's Warriors
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    YUNA, DOBBIAMO MUOVERCI, QUI VIENE GIU TUTTO!

    Mentre con tutte le mie forze contribuivo al disperato tentativo che rappresentava il nostro piano, tenevo d'occhio Yuna a distanza, assicurandomi di non perderla di vista e monitorando l'avanzamento dei nostri sforzi. Intanto i rumori di distruzione erano sempre più inquietanti, e proprio mentre raccoglievamo gli ultimi ishivariani, la diga cedette sotto la pressione di un'enorme massa acquatica. Il crollo generò una tale potenza che l'onda d'urto viaggiò nell'aria per centinaia di metri, giungendoci addosso e facendoci rendere conto di ciò che stava per accadere. Un'altra parte di muro venne giù e ci aprì uno spaccato di orizzonte in direzione del disastro naturale che stava avendo luogo. L'acqua perforava la montagna e correva verso il palazzo in cui ci trovavamo con una forza devastante. Gli avvallamenti del terreno roccioso creavano un moto ondoso che innalzava masse d'acqua di decine di tonnellate e con la forza necessaria ad abbattere un edificio. In pochi secondi ci avrebbe raggiunto. Yuna in quel momento si trovava vicino al muro che dava sull'esterno e si stava a sua volta impegnando a radunare gli ishivariani. Tuttavia era in una posizione pericolosa, così volai verso di lei e vi atterrai davanti. Nel frattempo l'acqua aveva coperto gran parte della distanza che ci separava e ci era ormai addosso. Avrei potuto volare via con lei, ma i corpi alle mie spalle erano come una catena che mi teneva al suolo, e non sarei mai riuscito a scappare in quel modo. In quei pochi istanti non riuscii a ragionare lucidamente, ne avevo passate troppe quel giorno e la testa mi bolliva, incapace di funzionare al suo meglio. Disperato chiesi allora aiuto, sperando che lei sapesse che fare, consapevole che però difficilmente si sarebbe potuta trovare una soluzione.

    Che facciamo adesso?

    Lei mi sorrise come chi sapeva benissimo che fare in quel momento, e lo fece. Il gesto fu naturale e perfetto per tempistiche e momento. E così, mentre il mondo veniva giù alle nostre spalle, lei mi baciò. E anche io la baciai, abbandonando per un secondo tutto quel che stava accadendo. Quell'attimo durò moltissimo, fu come addormentarsi e lasciarsi andare tutti i problemi, e quando riaprii gli occhi fu come risvegliarsi. Fiotti d'acqua balenavano nel cielo azzurro e si coloravano d'arcobaleno nei raggi di sole che li attraversavano con la loro luce. Nel frattempo la terra si sbriciolava sotto i nostri piedi, il vuoto si apriva sotto di noi mentre il rumore dell'acqua era talmente forte da riempirmi la testa fino a farla esplodere. Pensai che fosse la fine, ma non ero ne triste ne spaventato. Ero stranamente sereno. Pensai che se doveva finire in qualche modo, quello poteva essere un buon modo, molto meglio di tanti altri, forse della maggior parte. Ero tutto sommato felice che qualcuno fosse venuto a salvarci, ero felice di sapere che il mondo non si era dimenticato di Ishivar e che altre persone erano pronte a combattere e a morire per la Speranza. Già, il paese della speranza, popolato da persone che non avevano nulla a parte quest'ultima. Persone però capaci di farsi amare e rispettare da tutti. Guardai Yuna dritta negli occhi, il blu era talmente profondo che riuscii a vederci tutto un mondo dentro. Rividi il mio villaggio, le strade polverose, le case diroccate, i sorrisi della gente, bianchissimi, che spiccavano ancor di più grazie al colore scuro della pelle.

    Grazie di tutto, Yuna...

    Il pavimento si sbriciolò sotto i nostri piedi mentre la forza dell'acqua travolgeva ogni cosa sotto di noi a velocità folli. Vidi un enorme onda formarsi in lontananza, la massa d'acqua fece crollare una grossa porzione di muro, che a sua volta creò una rampa naturale che innalzò un onda di grandi dimensioni. Questa dapprima si gonfiò, innalzandosi, poi iniziò a chiudersi su se stessa, con una potenza capace di frantumare ogni cosa si fosse posta sul suo cammino. Il sole fu oscurato e tutto divenne buio ed umido, i primi schizzi già mi bagnavano e potevo solo immaginare che colpo devastante stesse per raggiungerci. Perciò strinsi Yuna più forte che potevo e chiusi gli occhi mentre i nostri corpi precipitavano nel buio.

    Ma cos-?

    Fu allora che la sentii. Qualcosa di stranamente bagnato e appiccicoso mi scivolò sulla schiena, avvolgendosi su me e Yuna e stringendoci ancor di più di quanto già fossimo. Aprii gli occhi e l'unica cosa che vidi fu una massa rossastra e bavosa, coperta di strani pallini, calda e confortevole. Allargando lo sguardo riconobbi il pesante trucco da signora di mezza età di uno dei due rospi, che da lontano, mentre a sua volta crollava insieme a grossi detriti, era riuscito ad allungare la sua chilometrica lingua verso di noi. Grazie alla mia super vista potei scorgere l'espressione della sua faccia in lontananza, la vidi sorridere e schioccarmi un grosso occhiolino. A quel punto sentii una gigantesca forza risucchiarmi, la lingua si stava riavvolgendo e ci stava spedendo a mille all'ora verso la bocca della signora rospo gigante. Un gigantesco varco buio e dall'odore pesantemente paludoso si stava aprendo davanti ai nostri occhi.

    *Schiock!*



    La lingua rientrò definitivamente schioccando dentro la bocca, che si richiuse avvolgendoci nel buio. Non so dire quanto durò quel momento, fu talmente assurdo che non saprei nemmeno descriverlo. Quel che so è che a un certo punto la bocca si riaprì, e ci trovammo catapultati in uno strano ed incredibile mondo.

    Siamo morti?


    Pensai seriamente che quello potesse essere il paradiso, oppure una qualche allucinazione che mi aveva magicamente teletrasportato in una realtà assurda, un prato con foglie e fili d'erba grandi come piccoli palazzi e grossi rospi che prendono il tè all'ombra di cascate magnifiche, circondati da statue e vegetazione rigogliosa, in un atmosfera di pace e tranquillità che raramente avevo visto in vita mia. A riportarmi alla realtà fu il puzzo dell'alito e della saliva del grosso rospo che chissà come ci aveva portati fin li, il quale ci sputò al terreno come scarti di cibo. Nel buio non mi ero accorto che insieme a me e Yuna nella bocca del rospo erano presenti i miei compagni ishivariani, i quali a loro volta si stavano riprendendo dal torpore del loro risveglio da quel sonno chimico, rigettati di colpo in una realtà ormai per molti dimenticata. Tutti ci guardavamo intorno abbastanza sorpresi, gli unici a sorridere erano i grossi rospi che dominavano lo spiazzo in cui ci trovavamo. Tre grosse rane ci avevano salvato e ora ci sorridevano con le loro grosse e buffe facce, trasmettendoci un po' della loro felicità e aiutandoci a realizzare quel che era appena accaduto. Eravamo salvi! Guardai Yuna e le sorrisi con le lacrime agli occhi. Nei minuti successivi conobbi ed ebbi modo di ringraziare personalmente uno ad uno i partecipanti alla missione che ci aveva salvati, ninja provenienti da ogni dove. Uno in particolare, proveniente da Tetsu, si soffermò a parlarmi per qualche minuto, chiedendomi di visionare la nuova protesi che avevo al braccio. Lo riconobbi, era comparso all'improvviso nella stanza delle vasche mentre raccoglievamo gli ishivariani per la fuga, era lercio e sfinito ma sembrava estremamente interessato e competente per quanto riguardava le tecnologie e l'ingegneristica. Mi ci trovai molto bene e mi strappò la promessa di incontrarci a Tetsu per collaborare alla costruzione delle protesi necessarie ai miei compagni appena salvati. Essendo anche io un costruttore sapevo di poter dare una mano concreta, inoltre sapevo perfettamente che non mi sarei spinto più in la di Suna per stabilire la mia nuova dimora, in modo da restare più vicino possibile alla mia patria e collaborare in modo attivo alla sua liberazione. Proprio a proposito di ciò, mi trovai di nuovo faccia a faccia con Yuna.

    Non posso venire ora a Konoha... lo vorrei tanto, vorrei poter dire che ho fatto abbastanza, vorrei poter lasciare tutto e farmi una nuova vita con te, lontano da tutto questo, ma non posso. Non posso ancora. Spero tanto che un giorno avrò ancora questa possibilità...

    Sapevamo entrambi che quella sarebbe stata la mia risposta, ma fui comunque felice della proposta. Felice come lo ero stato poco prima nel trovarmi alla fine dei miei giorni con una persona speciale al mio fianco, capace di farmi provare emozioni che mai avevo provato in vita mia, facendomi sentire amato e innamorato, sebbene non avrei mai avuto il coraggio di ammetterlo. Non ancora per lo meno. Non erano i tempi adatti per amare qualcuno, e dirle tutto quello che provavo e avevo provato rischiava di creare qualcosa che l'avrebbe fatta soffrire. Sapevo bene che la guerra era al principio e che sarei stato in prima linea per la mia patria, mettendo dunque a serio rischio la mia sopravvivenza. Eppure era quello che volevo, e se la mia sorte doveva essere quella, sarei morto volentieri per salvare la mia terra dall'ombra del male. Lei lo sapeva, non era una stupida, ed accettò la cosa senza riserve. Passammo qualche altro bel tempo insieme in quelle magiche terre, approfittando d'ogni momento disponibile insieme, godendoci quei begli attimi insieme fino in fondo. Poiché, almeno quel giorno, era un giorno per sorridere...
    Grazie davvero a tutti, sinceramente, di aver participato alla missione e di avermi auitato a salvarmi, cosa che mi sarebbe stata altrimenti molto difficile. Sono in debito con ognuno di voi, grazie ancora davvero. Un grazie particolare anche a Steg, che ha gestito l'evento in modo GRANDIOSO! Veramente complimenti, per quel che vale, penso che tu meriti almeno di essere inserito in un discorso di poter essere un Master, perchè sei veramente bravo secondo me. Grazie ancora a tutti :rosa:
     
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    Un viaggio istantaneo e fu la volta di una ventata d’aria fresca, notturna, che sconfisse ogni tipo di incertezza e riversarono al terreno quella piccola donna ormai esausta, priva d’energia, circondata dai prigionieri e dal suo Gufo. Non c’era rossore in quella guance, oh no, solo una traccia di determinazione smorzata dalla stanchezza e da qualche colpo di tosse che la riportarono alla realtà; lentamente il suo corpo stava cedendo e non aveva molto tempo prima di abbandonarsi alla stanchezza lampante e sempre più avvolgente. Doveva resistere. Doveva farlo per il suo Azibo, per gli Ishivariani e per chi non era riuscito a farcela: per quei rospi abbandonati alla morte durante il loro primo viaggio. Avrebbe pensato a qualcosa anche per loro. Ma ora era il tempo di rimettersi in piedi, affondare i pugni nella terra, combattere la stanchezza notturna ed issarsi come voce veicolante i prigionieri, immediatamente dopo uno sguardo d’intesa con il suo compagno.

    Ishivariani, siamo in salvo! Chi può muoversi dia una mano a controllare l’altro, cooperate per aiutare i feriti e portarli all’attenzione di chi si occuperà di loro.

    Lei, impotente, non poteva fare molto per agire su quei ragazzi. Non era un ninja medico e probabilmente non lo sarebbe mai diventato a causa della sua inesperienza totale; strinse i pugni e si morse le labbra nel non riuscire a trovarsi utile in quella situazione d’emergenza. Cosa aveva fatto? Il Cyborg era fuggito solo grazie all’intervento del Gufo e al crollo della Diga, i prigionieri erano in salvo grazie al suo compagno Atsushi e persino Ren era riuscito ad arrivare alla leva. Lei invece era lì, solo una voce a dettare speranza nei cuori di più, nient’altro che una Kunoichi mal riuscita. Era questo il fardello che aveva accolto per sé e per il gemello perduto? Era questo ciò che meritava il suo lascito ed il suo potere? Non era abbastanza e lo avvertiva chiaramente dal profondo, sentiva palpitare le viscere come quell’emozione che risalì a fior di pelle quasi fosse pronta ed eruttare. Probabilmente se non si fosse controllata avrebbe scatenato il più potete acquazzone mai visto, doveva celare e respirare. Doveva distrarsi e per questo sollevò il suo sguardo per rendersi conto di come la situazione si stesse sciogliendo tra chiacchiere e primi soccorsi, probabilmente doveva semplicemente allontanarsi per qualche istante cercando una zona appartata, piccola, dove si chinò al terreno e con un sospiro sfilò dalle mani uno di quei semi che aveva estratto dai fiori. Piantarlo non sarebbe stato difficile ed una manciata di petali già sfidavano la terra per apparire tra la polvere.

    Questo è per chi ci ha permesso di essere qui. Grazie.

    Vibrò quelle parole chiudendo gli occhi per tantissimi istanti, estraniata da tutto e tutti si riservò il proprio tempo per sentire dentro sé stessa le emozioni che si cementificavano una sull’altra come in attesa di venir espresse. Ma non poteva, doveva lasciar mischiare il dolore ad altro dolore, farlo collidere con l’eterna malinconia di cui era padrona e andare oltre, alzarsi e riavvicinarsi alla Vita che scorreva con la Speranza che lei era riuscita, in minima parte, a portare. Come un araldo si rese un punto fermo in quel tumulto interno e con estrema difficoltà arginò il dolore fisico che la tangeva per raggiungere Azibo. Le notizie viaggiavano veloci e non poté esimersi dai discorsi del caposquadra che comunicava il da farsi: la missione non era ancora finita e per Yuna doveva arrivare un altro colpo morale. Di certo non poteva avvertirlo a mezz’aria ma dal momento in si ritrovò finalmente sola con il Gufo poté percepire nella sua voce – dopo la sua proposta di spostarsi a Konoha insieme - una tonalità che non portava con sé delle buone notizie.

    Non posso venire ora a Konoha... lo vorrei tanto, vorrei poter dire che ho fatto abbastanza, vorrei poter lasciare tutto e farmi una nuova vita con te, lontano da tutto questo, ma non posso. Non posso ancora. Spero tanto che un giorno avrò ancora questa possibilità...

    Un nuovo colpo che non la scosse dall’esterno, il suo viso tentava di risplendere della stessa luce di sempre, i suoi occhi sorridenti dovevano immediatamente fare eco alle labbra che si inarcarono in un saporoso sorriso. Sapeva che doveva resistere, sapeva che non poteva scatenare un acquazzone in quel momento e probabilmente avrebbe dovuto attendere il suo ritorno a casa per dar sfogo al suo cuore. Doveva avere la forza di sollevare le braccia e sfiorare il viso del ragazzo, un fil di incertezza intriso nel tocco e una luce negli occhi che risplendeva di una fiamma inestinguibile.

    Capisco, Gufo. Ishvar ha bisogno di Speranza. Non è questo il tempo per noi, sono felice di averti ritrovato, finalmente. Troverò il modo per farlo ancora ed ancora, non preoccuparti. Hai sulle tue spalle il Paese da ricostruire e queste persone da guidare, te le affido. Fa in modo che i nostri sforzi sia valso, proteggile. Io proverò a fare il possibile per dare il mio contributo.

    Con quelle parole spense il futuro, raggelò ogni speranza e costrinse il proprio corpo ad accumulare ogni energia per sfoderarla in ottimismo e speranza da mostrare all’esterno. Era una Kunoichi del Paese del Fuoco e doveva mostrarsi forte, stoica, avanzando a mento alto verso ciò che si sarebbe sviluppato come il continuo della loro missione. Avrebbe accompagnato i prigionieri fino a Suna, grazie al portale, per poi dissiparsi dai presenti fino a Konoha con ogni mezzo necessario. Doveva tornare a casa, ora, riposare corpo e mente, cuore ed anima. Almeno per un po’, finalmente per un po’.
     
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    Sono contento che vi siate divertiti :rosa:

    Cagnellone:
    Promozione a Sp. Jounin. 115 exp x2= 230, 14.000 taglia, niente ryo (perché non eri in missione) :asd:


    Tisy:
    Promozione a Jounin. 115 exp x2= 230, 20.000 taglia, 10.000 ryo.


    Roy:
    110 exp x2= 220, 14.000 taglia, 10.000 ryo.


    Kuma:
    Promozione a Sp. Jounin. 115 exp x2= 230, 14.000 taglia, 10.000 ryo.


    Zyliath:
    Promozione a Sp. Jounin 98 exp x2= 196, 14.000 taglia, 10.000 ryo. Devo avvisarti a nome di tutto lo staff per il futuro: dovrai impegnarti di più o ne passerà di tempo per la prossima promozione.


    Yama:
    Allora hai ruolato meno e perciò utilizzerò una fascia di exp differente. Ti prendi in totale 110 exp (niente x2) e 10.000 taglia :rosa
    Edit: allora il dado non ti avrebbe detto benissimo ma, dato che hai ruolato bene, ti riesce in toto


    Edited by Steg - 5/3/2021, 23:15
     
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