Sblocco del Demone Rosso

Pq+Sblocco Innata

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    SUMAIRU AKAME

    [Paese del Fulmine, Dintorni di Red'Nuh]
    Data: Meeting dei Kage/ Ore 8:30


    Parlato-Pensato-Azione


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    Quella mattina...


    ...mi trovato a pochi passi dalla mia città natale.

    -Finalmente, quella deve essere Red'Nuh. Non vedo l'ora di salutare il nonno.-

    Il viaggio era stato lungo, 8 giorni di climi estremi avevano accompagnato il mio viaggio, ma finalmente ero tornato al fresco clima di Red'Nuh.

    -Casa dolce casa-

    Non potevo dire al mio maestro di tornare pienamente vittorioso ma, in cuor mio, sapevo che quelle esperienze mi avevano segnato, letteralmente direi e nel pensarlo mi toccai le cicatrici che mi erano rimaste sulle braccia.
    Almeno potevo dire di avere tra le mie conoscenze, nuovi ninja molto potenti anche se non potevo dire fossero esattamente tutti "amici" visti gli eventi di quegli scontri.

    Ma dopo gli eventi di ieri sera, non sapevo più cosa pensare. Qualcosa non andava ed ero intenzionato a capire cosa fosse.


    Perché sentivo che qualcosa mi limitava? Perché avevo quelle cose quella sera?

    -Forse dovrei fare qualche domanda al nonno sul... c... Co... Cosa diavolo... è quello?-


    12 ORE PRIMA...



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    -Uff, finalmente ho finito. Dovrebbe essere tutto in ordine.-

    Finalmente avevo sistemato il mio accampamento per la notte. Per evitare il freddo e l'umidità della notte del paese del Fulmine, avevo scelto come punto per accamparmi una grotta non troppo distante dal sentiero e, per fortuna, ne avevo facilmente trovata una.

    La grotta, nella sua conformazione generale, aveva un soffitto abbastanza alto e concavo che formava circa una cupola, ed era molto profonda. Probabilmente, se l'avessi percorsa tutta, mi sarei ritrovato in un complesso sistema di grotte inesplorate, di cui effettivamente avevo molta curiosità ma che purtroppo non avevo tempo di esplorare.

    Il problema era che il soffitto della grotta propendeva a ramificarsi in numerose stalattiti che non permettevano di camminare agevolmente. Per questo dovevo camminare accovacciato se non volevo sbattere la testa.

    Avevo sistemato il sacco a pelo in un punto rialzato della grotta, dove sembrava essere più asciutto. La katana era proprio sotto il cuscino del sacco a pelo, in modo tale che non mi venisse sottratta durante il sonno.
    Sembrava tutto apposto, così mi misi a costruire il falò formando un cerchio di pietre che doveva contenerlo ma mentre costruivo lo facevo, mi accorsi che all'appello mancava qualcosa: mi mancava un acciarino o qualcosa per accendere il fuoco.

    -Oh accidenti, me ne sono completamente dimenticato. Pensavo di aver raccolto dell'erba secca appena uscito dal paese delle acque calde. Dai è impossibile che me ne sia dimenticato, vediamo qui intorno.-

    Constatato che la legna secca, che pensavo di aver raccolto, non fosse in nessun angolo della grotta, magari nascosta dietro qualche masso, mi decisi ad uscire per raccogliere del muschio dagli alberi lì intorno, sperando che ce ne fosse nonostante quel freddo.
    Così mi girai verso l'entrata della caverna e mi diressi verso essa, accecato dalla differenza di luminosità che c'era tra esterno e interno, ormai abituatomi all'oscurità pressante della grotta, che non permetteva di far entrare luce per la sua piccola entrata.

    Lentamente, i miei occhi si riabituarono alla luce della luna che illuminava i dintorni all'esterno della grotta e potei rivedere lo spettacolo di luci che si stagliava al di fuori del mio nascondiglio.

    -Wow...-

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    Mi fermai per qualche secondo ad ammirare il mare di stelle che ricopriva il cielo di quella calma sera.
    Lo spettacolo mi fece imbambolare per qualche secondoì:
    La luna, che con quel cielo così terso sembrava 10 volte più grande del normale, quasi mi accecava. Era molto raro, infatti, che nel paese del ghiaccio ci fossero nottate del genere e mi piaceva rimanere ad osservare il cielo quando ero in pensiero per qualcosa.

    In particolare, quella sera il mio pensiero era saltato, per la prima volta dopo un mese di viaggio, a mio nonno che era rimasto solo fino ad ora ad aspettarmi a Red'Nuh.

    -Chissà come sta e se è in pensiero per me... Forse avrei dovuto scrivergli... già, forse avrei dovuto. Mi farà una bella strigliata a casa ahahah-

    Un lieve tremolio scosse la mia schiena. Come una serie di aghi, il freddo si insinuava tra i miei vestiti e sfiorava la mia pelle, talmente pungente da disturbare i miei pensieri.
    Il sorriso tornò, leggero, sul mio volto.

    -...è il momento di andare.-

    Così, mi inoltrai nel bosco cercando della legna per il fuoco. Non ci misi molto visto che gli alberi qui avevano rami molto secchi per via del freddo secco di quella sera, perciò tornai in fretta al campo e accesi il fuoco, ma per tutto il tragitto, una strana sensazione mi attanagliava. Sentivo una strana energia, o un presentimento, intorno a me, che si muoveva e quasi sembrava mi seguisse.
    Mi sentivo osservato.

    -Che strano... bah, sarà la stanchezza. Meglio tenere un occhio aperto però.-

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    Guardare il dondolio della fiamma, stancò i miei occhi ormai già pesanti per la fatica del viaggio a tal punto che, dopo pochi secondi, essi si chiusero senza che io potessi farci nulla.

    Continua... (1/3)


    Edited by Tenshi-1 - 11/12/2020, 13:31
     
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    [Sogno: Paese del Fulmine, Red'Nuh]

    Parlato-Pensato-Azione


    Questo rumore... mi è familiare...

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    -Ah, ma certo... sono gli strumenti del nonno. D...dove mi trovo?-

    Intorno a me, sentivo solo un freddo polare. Il rumore del martello del nonno, era amplificato a dismisura.

    -Mi fa... male la testa.-

    Cercai di guardarmi intorno, per capire dove fossi. Il mio corpo era come arrugginito, i miei muscoli non mi sostenevano. Riuscivo a malapena a trascinarmi dal letto su cui mi trovavo.
    Ma perché mi sembrava tutto così sproporzionato?
    Il letto su cui mi trovavo mi sembrava lungo e largo il quadruplo di un normale giaciglio. Sbarre alte quanto quelle di una prigione circondavano il tutto ma non sembrano le sbarre di una prigione, sembrano delle protezioni per non cadere.
    Decisi di buttare lo sguardo attraverso di esse.

    -Wow, è davvero alto.-

    Improvvisamente, un dolore lancinante colpì la mia testa. Sentivo il mio stesso chakra percorrere il mio corpo andando a concentrarsi sui miei occhi, punto focale del mio dolore.
    I colori pian piano svanivano per lasciare il posto a una graduazione particolarmente scura del blu che permeava i dintorni.
    Le pareti della stanza e gli oggetti che mi circondavano, si facevano per qualche strana ragione sempre più immateriali e riuscivo quasi a vederci attraverso ma il processo era come incompleto: alcuni oggetti erano incolori a macchie, poiché in alcuni alcune parti bloccavano ancora la mia visuale.

    Dei focolai di quello che pensavo fosse chakra fisico, della sagome indistinte di colore rossastro, si trovavano tutt'intorno a me e 2 di loro si avvicinavano pericolosamente a me pericolosamente, mentre una terza, di un chakra più debole, li seguiva nascondendosi dietro vari oggetti.

    La mia testa... sta scoppiando... Perché il nonno si è fermato?

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    Una delle tre sagome di chakra se ne stava davanti a me, slanciata in tutta la sua altezza e femminilità, e aveva le braccia aperte indicandomi di avvicinarsi a lei, di salire tra le sue braccia.
    I suoi terribili occhi rossi, mi mettevano un terrore agghiacciante, così come gli occhi della figura più robusta e maschile che si trovava alle sue spalle.

    -Vieni a me tesoro mio, aggrappati alle braccia della mamma.-

    Una voce inquietantemente metallica usci dalla sua bocca. Era come se un demone cercasse di imitare la voce di una donna e quella visione mi procurò non poche immagini sgradevoli.
    La creatura si avvicinava sempre di più e allungo le sue braccia verso di me. Ero pietrificato e il dolore impediva i miei movimenti.

    Involontariamente delle lacrime bagnarono il mio volto.

    La figura mi afferrò da sotto le braccia, mi alzo in aria e mi osservava sorridendo. Dopo un attimo di esitazione cominciò a farmi volteggiare in aria girando su se stessa pronunciando frasi di cui non capivo il senso:

    -Guarda il colore dei suoi occhi caro, un bel rosso acceso. Sono così fiera dei suoi occhi demoniaci.-

    Perché mi trattavano come fossi il loro bambino? Quelli non erano i miei genitori. E perché sembravano così mostruosi e deformi? Cosa mi stava succedendo?

    Ormai ero un turbinio di emozioni, il mio cervello era bombardato di domande ma il limite lo raggiunsi in breve tempo:
    la terza, più definita e gentile delle altre, irruppe nella stanza facendola tremare allo sbattere di quella che ormai per me non era più una porta.
    Fu lì che il mio sogno raggiunse il suo limite e mi svegliai di soprassalto.

    Ero confuso, sudato e ricordavo ben poco di ciò che ero successo. La luce fuori la grotta mi fece capire che ormai il sole era alto e sarebbe stato il momento di rimettersi in cammino così, pieno di domande, raccolsi i miei averi e mi rimisi in cammino.


    Continua... (2/3)
     
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    Cosa diavolo... è quello?

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    Un enorme ologramma sovrastava Red'Nuh.
    Tanti piccoli oggetti volanti proiettavano piccole proiezioni esagonali creando infine un enorme proiezione cupolare che avvolgeva il villaggio e che dava un immagine specchiata sia al di fuori che all'interno.

    Riuscivo a percepire anche i pori della pelle dei soggetti rappresentati nella proiezione per via della qualità pressoché perfetta dell'immagine che stavo guardando.

    Questa proiezione, che in un primo momento mi colpì per la sua struttura ordinata, in un secondo momento fece insorgere in me un dubbio.

    -Qui a Red'Nuh chi può avere così tante risorse per un lavoro del genere?-

    Dubbio a cui già sapevo rispondere: ovviamente dovevo dire che purtroppo nessuno poteva farlo. Tutti si erano messi in moto per la costruzione del villaggio e nessuno aveva ne il tempo, ne i fondi per una cosa del genere. Doveva essere il frutto di qualche altro villaggio o di qualcuno che voleva farci vedere quella scena.

    Fu in quel momento che, nonostante la maggior parte dei soggetti rappresentati nella proiezione mi fosse sconosciuto, riconobbi quello che doveva essere il Raikage.

    -Ma quello è... il Raikage!? Quindi quelli sono l'Hokage, il Kasekage ecc... Deve essere il Meeting di cui avevo sentito parlare, ma perché mai mostrare in questo modo i contenuti di un meeting segreto?-

    A quanto pare, nessuno ne era conoscenza poiché le cose che stavano mostrando... non erano di certo adatte a tutte le persone tanto che, ad un primo sguardo, il corpo mal ridotto e denutrito di Fury mi provocò un conato.
    Ma quindi se non erano loro, chi poteva star comandando quegli oggetti?

    Fury... è colpa sua...

    Quando apparì quel tizio sullo schermo, non mi stupì poi così tanto. Certo, era incredibile che un mukenin avesse una così grande quantità di fondi, considerando che l'evento forse non si limitava solo al nostro villaggio ma da un tizio così inquietante non mi sarei aspettato altro che un narcisismo senza pari.

    Rimasi come ipnotizzato dalla metodicità con la quale smontava pezzo per pezzo ogni nostra convinzione, ogni mia convinzione. Tutte quelle guerre, gli stermini dei vari clan, le grandi guerre ninja e la stessa distruzione di Hekisui, la terra natale dei miei genitori, erano tutte causa sua.
    La fiducia in me stesso, che stava vacillando già da tempo, ormai era pienamente piegata al suo cospetto.

    CITAZIONE
    Abbiamo messo sotto terra tutti quelli che hai nominato perché era giusto farlo. Che ci fossi tu dietro o davanti a noi, non cambia il fatto che l'obiettivo è mandarti all'aldilà a far compagnia a quelli precedenti.

    Le parole del manichino mi avevano risollevato il morale: certo, ogni azione che abbiamo preso era frutto delle nostre decisioni, non del frutto delle sue macchinazioni. Tutto quello che c'era di bello, lo avevamo costruito noi con le nostre mani.

    Ma quella pace... non poteva durare a lungo...



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    L'onda d'urto che generò l'esplosione, fece tremare ogni lembo di carne, ogni sezione della mia colnna vertebrale, ogni unghia, ogni capello, ogni dente.
    Scuoté perfino il mio animo.

    Non poteva essere successo, non di nuovo... perché di nuovo?
    Cominciai a correre, correre e correre verso il punto del esplosione. Intorno a me vetrine e specchi erano andati in frantumi, le tegole dei tetti erano volate via, i proiettili avevano ferite un bel po' di persone.

    Perché eravamo il punto focale di ogni calamità?
    Perchè noi ninja dovevamo ancora soffrire dopo tutta quella morte?

    -AaaAAaaAaaaH-

    Un urlo, poi una seconda esplosione e infine il crollo di una delle colonne di una casa.

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    Fu questione di attimi.
    Quando mi accorsi del crollo non feci altro che scattare d'istinto, la mia mano raccolse il chakra sulle punte del sue dita, concentrandosi ancor di più nelle unghia.
    Divennero talmente affilate da tagliare in due la colonna di legno.
    Quando il legno finalmente tocco terra, mi guardai intorno e mi accorsi di aver appena salvato una bambina.

    -Tutto bene?-

    La bambina era terrorizzata, mi guardava con gli occhi spalancati e non faceva altro che tremare.
    Decisi di raccogliere uno dei fiori che erano caduti da una fioriera della casa e si era miracolosamente salvato dal crollo.

    -Questo è per te.-

    Le sorrisi nel modo più amorevole che potevo, per infonderle sicurezza e farla smettere di tremare.
    Quando si asciugò le lacrime e afferrò il fiore, la presi in braccio e la portai da una delle anziane che camminavano lì vicino.

    -La prego, la aiuti a trovare i genitori. Io vado a prestare soccorso ai feriti. Mi faccia sapere se riesce a portarla al sicuro.-

    Quando la donna acconsentii chinando la testa leggermente, cominciai a correre di nuovo verso il luogo dell'esplosione. Intorno a me trovavo solo devastazione e feriti non gravi, ma pur sempre soggetti all'esplosione. Per quanto potevo davo una mano veloce a tutti quelli che ne avevano bisogno, ma grazie al supporto dei miei compagni finalmente riuscii ad arrivare a...

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    Oh no... L'accademia...

    Frutto dello sforzo dei ninja e degli abitanti, quell'accademia era il simbolo che riusciva a farci andare avanti.
    Simboleggiava la speranza, la voglia di ricostruire la possibilità di rinascere e ora... era andata in fiamme.

    Per quanto potessi cercavo di spostare le macerie ma una mano si posò sulla mia spalla, afferrò i miei fianchi prendendomi di peso e mi portò via.

    -SAM, STA CALMO, TI FARAI AMMAZZARE.-

    Le lacrime mi bagnavano gli occhi, ma il nonno sembrava ignorarle. Era serio e deciso, mi guardava in modo strano, come se stesse per prendere un decisione importante. Si allontanò di qualche passo e avvicino entrambe le mani.

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    I segni scorrevano veloci. Si vedeva che li aveva ormai imparati a memoria per quante volte li aveva composti. Non sembra una tecnica molto semplice da quanti segni lo componevano, dovevo dire che mio nonno se la cavava niente male.

    Prima di comporre l'ultimo sigillo, ci fu un attimo di esitazione che io colsi nei suoi occhi, percezione che venne amplificata dopo quest'ultimo sigillo.

    L'incubo... si stava ripetendo...

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    ...ma questa volta tutto mi sembrava più chiaro. Non ero più un bambino e capivo cosa stava accadendo:

    L'EREDITà DEGLI AKAME POTEVA ESSERE PORTATA AVANTI



    I soccorsi vennero agevolati grazie all'aiuto del mio Doujutsu.
    Riuscivo ad indicare con precisione il punto in cui erano seppelliti i feriti sotto le macerie e grazie alle mie informazioni riuscimmo a trovarli tutti entro la fine della giornata.

    -Sei stato bravo, ragazzo. Se non fosse stato per te... non so come avremmo fatto.-

    Mi disse il nonno quando arrivammo a casa.

    -Già-

    Dissi sorridendo al nonno-

    -Nonno, voglio che mi dici la veirtà. Ieri sera, quando mi sono accampato ho fatto un sogno. All'inizio ero confuso ma poi... quando hai rilasciato il sigillo nella pittura, ho capito.-

    -Credo di aver capito a cosa ti riferisci, da piccolo lo facevi spesso. E si, quelli che hai visto erano i tuoi genitori, o meglio, il modo distorto in cui ti si sono impressi attraverso il Magan. Come ti ho già spiegato durante i soccorsi, i Magan riescono a percepire le intenzioni delle persone che inquadra e distorce l'immagine che si ha di essi in base alle emozioni. Quello che hai visto, era una proiezione del loro amore malato. Loro non amavano te, ma il fatto che tu avessi sbloccato gli occhi così presto, il loro obbiettivo era usarti-

    Delle lacrime bagnarono il suo volto.

    -Non mi rimase altra scelta, se non quella di sigillarti gli occhi per evitare che ne venissi traumatizzato e stroncare il tuo prematuro sviluppo. Più tardi, dovetti affrontare la furia cieca dei tuoi genitori e già sai com'è andata a finire-

    Mi fermai a parlare a lungo con il nonno, di quello che accadde quella sera e, finalmente, capii molte cose di quello che riguardava il mio passato.


    Fine... (3/3)

    arancia meccanica
     
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