[PQ] Sette giorni

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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu

    Il coprifronte della nebbia. Era incredibile come qualcosa di così semplice potesse significare tanto, una lamina di metallo posta come sigillo definitivo sulla sua avventura in accademia. Ora era un ninja a tutti gli effetti e nessuno avrebbe potuto privarlo di tale titolo. Era passata qualche ora dalla sua promozione a genin, ed il ragazzo aveva indossato fin da subito il coprifronte, che andò quasi a proteggere la vistosa cicatrice presente sulla sua fronte. Da quando aveva varcato la porta dell’accademia, uscendone, Shingo sembrava aggirarsi per le strade del villaggio come un fantasma senza meta, e ciò non era molto lontano dalla realtà. I suoi amici più intimi, quelli con i quali era riuscito a legare in questo anno, erano ancora a seguire le lezioni, non avrebbe potuto disturbarli, e per quanto riguardava Yuu, be’ lei era ancora in missione, probabilmente il suo rientro era sì vicino ma non così tanto da essere già avvenuto.

    Girovagò per qualche minuto ancora, probabilmente alla ricerca di volti familiari che si rendessero conto della sua promozione a genin, in quel momento moriva dalla voglia di mostrare a chiunque i suoi progressi, e chi non lo avrebbe fatto? Essere diventato un ninja, aver superato l’esame dell’accademia dopo averla frequentata solo per un anno, erano cose che avrebbero inorgoglito chiunque. Ormai arreso all’idea di poterne parlare con qualcuno, iniziò ad incamminarsi verso casa, avrebbe avuto tante occasioni per poter vantarsi di questo risultato con i suoi amici.
    Il tragitto era lo stesso di sempre, spento e grigio, eppure questa volta i colori sembravano più vivi, quasi illuminati da una luce particolare, tutto in perfetta antitesi con lo stato d’animo di qualche ora prima, il macigno che lo opprimeva si era dissolto, come neve al sole, mentre l’ansia aveva lasciato il posto ad una felicità incredibile che attendeva solo di esplodere in tutta la sua potenza alla vista di un amico.

    Tornato a casa, come prevedile, non trovò la sua amica Yuu a dargli il benvenuto. Il tavolo al centro della stanza era vuoto proprio come lo aveva lasciato, le stanze in perfetto ordine, segno dell’assenza della padrona di casa, in lontananza il miagolio del gatto che si faceva sempre più insistente. “eccolo, quasi sicuramente vuole mangiare altrimenti non mi guarderebbe nemmeno”. Shingo si avvicinò alla ciotola del gatto riempiendola del solito cibo.

    >Ecco a te, mangia, che solo quello sai fare, tra poco rotolerai.

    Una piccola nube di fumo fece la sua comparsa, avvolgendo l’animale domestico. Shingo, spaventato, assunse una posizione da combattimento che non sarebbe riuscita ad intimidire nessuno. Un corpo molto familiare fece la sua comparsa, seguito da una voce

    >E così maltratti il mio gatto quando io non ci sono?

    Un brivido percorse la schiena del ragazzo che si ritrovò incapace di dare una risposta non balbettata. Yuu si era trasformata nel loro gatto, che in quel momento stava dormendo. Analizzata la situazione una volta diradatosi il fumo, fu il momento della risposta di Shingo

    >Come mai sei qui? Già hai finito la missione? Perché ti sei trasformata in quello stupido gat… Non ci credo, volevi farmi una sorpresa!

    Yuu si sistemò guardandosi allo specchio, quasi ignorando le parole del ragazzo. Mise la mano nel suo borsello per poi tirare fuori un sacchetto ed appoggiarlo sul tavolo, invitando il ragazzo a prenderlo.

    >Be’ si, in effetti se lo merita, è un po’ antipatico ultimamente...

    Shingo si avvicinò lentamente, non sapeva cosa aspettarsi da Yuu, era troppo imprevedibile. Preso il sacchetto guardò la ragazza come a chiedere il permesso di aprirlo.

    >È una parte della ricompensa per la mia missione, vatti a comprare una katana e poi torna di corsa qui, devi preparare un borsone, partiamo subito, non fare domande.

    Così dicendo agguantò del cibo in scatola e si mise sul divano a mangiare, non lasciando il tempo né lo spazio a Shingo per poter controbattere.






     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu - >Parlato altrui

    Il sacchetto conteneva la bellezza di novecento ryo, non era poco, forse era più della metà dei soldi che aveva guadagnato quel giorno. La solita Yuu, quindi, conservava le apparenze con un atteggiamento da persona dura e severa ma in realtà era il primo sostegno di Shingo, lo era stato da quando si erano conosciuti.
    Arriverà il giorno in cui ti ripagherò di tutto, sta tranquilla” furono gli ultimi pensieri di Shingo prima che chiudesse la porta di casa ed andasse a compararsi una katana. “Quindi oggi sarà il giorno in cui diventerò spadaccino oltre che un ninja, mica male, speriamo solo che Yuu non sia troppo severa fin da subito
    Il viaggio non fu molto duraturo, anche perché Shingo, preso dall’eccitazione, percorse la strada quasi di corsa, non vedeva l’ora di avere la sua prima katana tra le mani, certo, non sarebbe stata l’ultima, non la migliore ma di sicuro sarebbe stata speciale.
    Il quartiere dei negozi d’armi non era gremito di gente, in lontananza si sentivano i rumori del ferro che viene battuto, qualche forno d’artigiano riusciva a farsi intravedere nella coltre di nebbia di quel giorno. Shingo, fortunatamente conosceva il negozio di fiducia della sua amica e quindi non perse tempo a cercare un venditore di cui fidarsi. Non era la prima volta che entrava in quel negozio, l’aria viziata era uno dei suoi segni distintivi, il proprietario odiava quello che definiva “odore di nebbia” e quindi si serrava in quelle quattro mura. Era un uomo magro, longilineo e dalla perenne espressione severa dietro agli occhiali che indossava per veder meglio le cose da vicino. La testa era perennemente abbassata, per guardare le facce dei clienti gli era sufficiente alzare lo sguardo, portandolo oltre la fragile e consumata montatura di quelle spesse lenti. Un cenno invitò Shingo ad avvicinarsi, quasi come se fosse stato avvisato del suo arrivo, dubbio che non fu più tale quando vide la moglie del negoziante avvicinarsi a lui con un una cintura robusta in cuoio, per trasportare la katana e due katane che sembravano appena uscite dalla forgia.

    >A te la scelta, Yuu si è raccomandata con noi affinché scegliessi tra le migliori katane che abbiamo a disposizione.


    Shingo, lievemente imbarazzato, iniziò a scrutare le due lame, non ne aveva viste molte in vita sua, non era assolutamente un esperto e forse Yuu aveva fatto bene ad avvisare il negoziante, forse avrebbe fatto ancora meglio a regalargliela direttamente, ma poco importava. La scelta non fu molto rapida, il ragazzo rimase lì a studiare le lame per qualche minuto, salvo poi scegliere quella dagli ornamenti più belli sul manico. Dopo aver pagato ed indossato la katana, il ragazzo tornò di corsa a casa.
    Arrivato a ridosso della sua abitazione, stava ancora percorrendo gli ultimi metri di strada, quando vide Yuu fuori di casa ad aspettarlo con i borsoni già pronti.

    >Prendi questo ed inizia a seguirmi, partiamo ora

    >Ma, ti rendi conto della giornata che ho avuto oggi, non potrei godermi un po’ il momento e poi partire con te? Non ho avuto nemmeno il tempo di festeggiare con i miei amici… rispose il giovane, in modo seccatamente infantile, provocando quasi una reazione di rabbia da parte della ragazza.

    >Festeggiare? Cosa vorresti festeggiare, questo è solo il primo passo!

    >Ma dove siamo diretti?

    >Non posso ancora dirtelo, ma saremo via per un po’.

    >Io volevo anche tornare al villaggio, avevo promesso che sarei tornato una volta diventato ninja, glielo devo.


    Tutto si arrestò. I movimenti dei due si fermarono, Shingo era alle spalle della sua amica e poteva vedere solo il grosso borsone che portava dietro la schiena, non aveva modo di vederne l'espressione, se avesse potuto farlo, avrebbe visto qualcosa di molto triste, un'espressione che non mascherava sentimenti malinconici.

    >Mi sa che ricordi male Shingo, tu non avevi promesso questo…

    Il tono di Yuu cambiò improvvisamente, come se la discussione si fosse fatta seria, non era mai stata così insistente, sembrava volesse convincerlo a seguirla ad ogni costo

    >Ricordati la promessa che hai fatto, dicesti alla tua famiglia che saresti tornato da loro una volta realizzato il tuo obiettivo, e se non ricordo male, tu volevi diventare uno spadaccino della nebbia, uno dei più grandi spadaccini del mondo ninja, è un peccato che io debba ricordatelo!

    Shingo si ammutolì, Yuu era riuscita a rimetterlo in riga, una minima vittoria lo aveva allontanato dai binari che stava seguendo da tempo







     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu -

    La mattinata e la prima parte del pomeriggio erano quindi trascorsi in quel modo. Ora i pochi raggi solari che riuscivano in qualche modo a penetrare la fitta nebbia, o quantomeno illuminarla, erano diventati sempre più flebili, un lieve colorito arancione aveva intaccato l’alone bianco della giornata, quasi come un acquerello dipinto da un pennello ancora lievemente sporco del colore precedente. Shingo era confuso, seguiva i passi svelti e decisi della sua amica, passi che li portarono dritti al porto.

    Il porto di Kiri era situato in una zona più esterna rispetto al vecchio centro cittadino. Shingo non c’era mai stato e di sicuro si aspettava qualcosa di più allegro rispetto a quello che si era ritrovato. Il grigiume del posto era secondo solo a quello della nebbia delle giornate invernali, quelle dove la voglia di fare qualsiasi tipo di attività ti abbandona rapidamente, lasciando il posto all’immobilismo più totale, odiava quelle giornate.

    >Ora mi puoi spiegare perché siamo qui?

    >Per imbarcarci.

    “Eh grazie…” l’ovvietà, non priva di una punta di sarcasmo, tipica della biondina, non era la cosa più gradita in quella situazione. Yuu sembrava voler ostentare una calma che in altre situazioni non le sarebbe appartenuta. Era evidente che fosse preoccupata per qualche motivo, dopo un anno di convivenza, Shingo, sapeva di conoscerla.

    >Quanti giorni di viaggio ci aspettano?

    Una domanda specifica, forse questa sarebbe servita ad evitare risposte inutili. Le alternative erano molte ovviamente, ma a giudicare dai borsoni preparati, pesanti il giusto, non sarebbe stato un viaggio troppo lungo, o forse quella era la sua speranza.

    >Quattro.

    Rispose in maniera secca la ragazza. Shingo aveva capito, pensò subito al paese del fuoco, era il porto più vicino, l’unico accessibile in così poco tempo, ora bisognava solo capire il perché. Il giovane si morse il labbro, evitando di continuare con altre domande, avrebbe pazientemente aspettato che Yuu gli spiegasse la mossa successiva, nel frattempo si sarebbe goduto il viaggio, d’altronde lui in mare aperto ci era praticamente nato, ma la differenza tra una nave del porto di Kiri ed i pescherecci della sua infanzia, era a dir poco abissale.

    Non c’erano molte navi in procinto di partire, sembrava quasi che avessero fatto giusto in tempo, e questo avrebbe giustificato in parte la fretta della ragazza. La coda non era lunghissima, avrebbero dovuto aspettare poco tempo. Una volta in fila con gli altri passeggeri, il ragazzo iniziò ad avvertire un po’ il peso della giornata, era stata movimentata come poche e non vedeva l’ora di potersi sedere e mettere qualcosa sotto i denti, nella fretta generale, aveva anche dimenticato di pranzare.

    Il traghetto era accogliente, d’altronde doveva ospitare passeggeri per qualche giorno, non poteva essere del tutto inospitale, poltrone e panche apparentemente comode era sparse ovunque, una scala li avrebbe condotti al piano delle cabine. La loro stanza, per i prossimi quattro giorni, era molto piccola, un letto a castello, un piccolo bagno ed un oblò, nient’altro.

    >Peccato, fosse stata solo un po’ più spaziosa, avremo potuto iniziare qui gli allenamenti.

    Yuu era abbastanza seccata da ciò che aveva visto. Mentre sbuffava, la sua mano iniziava a scavare nel suo borsone, cercando in profondità, per poi tornare, dopo qualche attimo, sotto gli occhi dei presenti, impugnando un paio di rotoli.

    >Mi dispiace, ma per questi giorni ti dedicherai solo alla teoria, una volta arrivati inizieremo la pratica.

    Disse Yuu, per poi “sistemare” il borsone gettandolo sul letto più alto dei due. Shingo prese i rotoli ed iniziò a leggerli per sommi capi, incuriosito. Erano simili ai testi scolastici che spiegavano la parte teorica delle tecniche ninja e delle sue applicazioni, questi però erano per lo più incentrati sulla teoria del combattimento corpo a corpo e del kenjutsu: l’arte della spada.

    >Yuu. Perché siamo qui? Dove stiamo andando di preciso? Non credi che sia ora di spiegarmi tutto? Come mai tutta questa fretta?

    La ragazza bionda sbuffò nuovamente, per poi far cenno al ragazzo di seguirla. Usciti dalla stanza i due si diressero verso il ponte, come se l’aria serena che cullava quella serata potesse addolcire la questione ed alleviare le preoccupazioni della ragazza.

    >Siamo diretti a Konoha, nel paese del fuoco. Ma questo credo che l’abbia già capito da te, sei abbastanza sveglio.

    Un sorriso rivolto a Shingo mentre lui rispondeva quasi imbarazzato. Yuu rivolse lo sguardo al mare, il traghetto era partito da poco ma ormai il villaggio della nebbia stava sparendo all’orizzonte, aiutato come sempre dalla sua corazza biancastra.

    >Si terrà un torneo per chuunin, sono invitati tutti i genin delle nazioni ninja.

    Gli occhi di Shingo si illuminarono, non riusciva a contenere la sua felicità, avrebbe potuto partecipare al famoso torneo chunin e salire già di grado, ovviamente non stava più nella pelle. Eppure… Yuu non sembrava né condividere le sue stesse emozioni né aver terminato il discorso. Decise quindi di mettere un attimo la gioia da parte ed aspettare che la sua amica svelasse finalmente i motivi della sua preoccupazione.

    >È troppo presto Shingo… Non hai mai partecipato ad una missione, non sei pronto!

    Lo sguardo era serissimo e questa volta puntava dritto al pallido viso del ragazzo, appena diventato ninja.

    >Non posso dirti molto ma ho strani presentimenti, il mondo ninja è in tumulto, nemmeno puoi immaginare quello che sta succedendo al di fuori del nostro villaggio… E la loro idea geniale è quella di mandare tutti voi novellini a… Non sai quanta differenza c’è tra chunin e genin, si potrebbe dire che i veri ninja sono quelli dal grado chunin in poi!

    >Credi che io non sia all’altezza?

    La paura di scoprire cosa la ragazza pensasse veramente era opprimente, lei aveva sempre creduto in lui, come ptoeva aver smesso di farlo proprio in quel momento? Proprio quando aveva iniziato il suo lungo cammino.

    >Credo che tu non sia ancora pronto, semplice, per me hai la stoffa per diventare tutto ciò che vuoi! Purtroppo, non posso impedirti di partecipare, ma una cosa posso, anzi devo farla. Da oggi, fino all’inizio dell’esame, noi ci alleneremo giorno e notte, cercherò di insegnarti ogni cosa, non abbiamo molto tempo, non sarà molto ciò che imparerai, ma di sicuro sarà meglio di quelle tre stupidissime tecniche che conosci.


     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu

    La nave era arrivata al porto. Shingo era immerso nella lettura dei rotoli che gli aveva consegnato Yuu, qualche giorno prima. “...utilizza movimenti che vengono eseguiti molto vicino al corpo, nel tentativo di ottenere una protezione pressoché totale e di spendere la minor quantità di energia possibile nell'eseguirli”

    >Shingo, muoviti dobbiamo andare.

    La voce della sua amica e mentore lo portò alla realtà, uno sguardo rapido al panorama, che si poteva intravedere oltre il finestrino poco curato della cabina, confermò il loro arrivo al porto del paese del fuoco. ” Certo che il loro porto sembra completamente diverso dal nostro, e guarda che luce che c’è…” Un po’ di tristezza si fece largo nel cuore del ragazzo. Amava la sua patria, il suo villaggio, eppure con quella luce sembrava tutto più bello, vivo, acceso. “Ora non è il momento di pensare a questo però” i suoi pensieri, assecondati dai suoi occhi che si diressero al coprifronte appoggiato sul letto, andarono in direzione del torneo di selezione che lo aspettava. Yuu lo aveva messo in guardia, non era una passeggiata, non c’era nulla di semplice, superarlo voleva dire affermarsi come vero ninja, fare il passo da ragazzino che gioca a fare lo shinobi a diventare tale, ed era stato chiamato a farlo molto prima del previsto.

    Cosa spinge i villaggi ninja a cercare di promuovere nuovi ninja nella maniera più veloce possibile? Cosa sta succedendo nel mondo? L’accademia doveva prepararmi a tutto ciò, doveva prepararmi alla vita vera, alel difficoltà che avrei trovato lungo il mio cammino…
    Il ragazzo si stava preparando, indossò il coprifronte legandolo saldamente alla testa, il minuto specchio presente nel bagno della cabina lo aiutò ad ottenere un risultato esteticamente soddisfacente. Passò una mano tra i capelli, inizialmente per orientarne il verso, arrivato verso la nuca però iniziò a stringere la presa. Era frustrato, in quei giorni aveva cercato di recuperare terreno rispetto agli altri ninja che avrebbe potenzialmente incontrato ma non era facile.
    Niente, mi hanno insegnato solo un mucchio di nozioni inutili, mai nessuna vera prova sul campo oltre all’esame finale… devo fare tutto da me
    Si sciacquò la faccia cercando di fare chiarezza tra i vari dubbi che aveva. Arrendersi non era assolutamente contemplato, non sarebbe più riuscito a guardarsi con gli stessi occhi di prima, non sarebbe nemmeno più riuscito a ricambiare lo sguardo di Yuu. D’altronde nemmeno lei lo aveva invitato a tale risoluzione, anzi, gli aveva offerto un maggior aiuto, stava sacrificando parte del suo tempo per aiutarlo, e quando si parla di una persona ambiziosa come quella ragazza, vuol dire sacrificare tutto.
    Una rapida asciugata al viso dal quale cadevano ancora dei rivoli d’acqua e via. Il borsone era già ben saldo sulle spalle del ragazzo. In quei quattro giorni di viaggio marittimo era riuscito a completare tre rotoli che gli aveva assegnato Yuu, non aveva fatto altro, si era dedicato anima e corpo a quella “missione”. La ragazza lo guardava soddisfatta, sapeva benissimo di quanto fosse difficile l’esame chunin, lei lo aveva vissuto sulla sua pelle. Osservando quel giovane ragazzo affrontare le sue stesse difficoltà iniziò a perdersi nei ricordi, cercando di convincersi che fosse solo un banale esame e non ci fossero altri pericoli dietro, idea che però non riusciva a prendere forma nella sua mente. Tutto le era stato riferito in maniera volutamente confusa, era successo qualcosa di davvero grosso ed era normale che non volessero una dannosissima fuga di notizie. D’altronde loro erano ninja, erano al servizio del loro villaggio, avrebbero mantenuto fede al loro patto dinanzi a qualsiasi pericolo, prima o dopo anche Shingo lo avrebbe imparato.

    I passeggeri scesero dalla nave in maniera ordinata, erano pochi e non ci misero molto. Gli occhi di Shingo si presero qualche minuto fermandosi a contemplare paesaggi dei quali aveva avuto un assaggio in cabina, sbirciando dall’appannato oblò. Nonostante la poca visibilità, il ragazzo, ne era stato stregato, inutile dire che quella sensazione si ripropose una volta messo piede sul suolo del paese del fuoco.

    >Visto? Te l’avevo promesso che seguendomi avresti vissuto tante avventure, questo è l’inizio di una delle più difficili che tu abbia mai affrontato in vita tua. È troppo tardi per tornare a casa ma te lo chiedo lo stesso, sei pronto?






     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu


    >Credo sia troppo tardi anche per fare questa domanda, no?

    I due sorridevano mentre Yuu iniziò a spiegare l’itinerario del viaggio mentre iniziavano ad uscire dal porto per addentrarsi nella boscaglia. Dopo l’impatto iniziale, dove la vista di Shingo era stata colpita da colori molto più accesi di quelli della spenta Kiri, il porto aveva iniziato a rivelare la sua vera faccia, la puzza tipica, anche del porto del paese dell’acqua, aveva preso il sopravvento e mista al rumore rendeva impossibile un dialogo in totale tranquillità, tutto il mondo è paese d’altronde.

    >Da qui al villaggio della foglia sono tre giorni di cammino, non è molto distante quindi, ma considera che dovremo anche allenarci nel frattempo. La maggior parte del territorio è immerso nella foresta, dovremmo andare piuttosto spediti, eviteremo le vie principali, è più probabile la presenza di criminali, di solito non sono problematici ma non si sa mai, inoltre potrebbero rallentarci molto e non voglio che accada. Partiremo subito, ci siamo riposati sulla nave e dormiremo non più di quanto necessario a non crollare, ricordati che non siamo in vacanza e che devi impegnarti ogni secondo che passa.
    La ragazza non terminò nemmeno di pronunciare quelle parole che iniziò ad incamminarsi verso un albero più grande degli altri.
    >Ci sposteremo di ramo in ramo finché ci saranno alberi che ce lo permettano, altrimenti passo svelto a piedi, dovrebbe essere il modo più veloce che abbiamo, faremo una pausa per mangiare tra qualche ora, poi inizierà l’allenamento, dubbi?

    Shingo fece un cenno con la testa per far capire la totale assenza di dubbi alla ragazza. Riusciva ad essere davvero autoritaria quando prendeva la situazione tra le mani. Utilizzando il controllo del chakra per incanalare la loro energia verso i piedi, i due ninja iniziarono la scalata dell’albero. La differenza tra i due livelli di maestria della tecnica era davvero palese, Shingo aveva coperto a malapena metà della distanza percorsa dall’amica nello stesso tempo. Nulla di nuovo sotto al sole, sicuramente, ma la cosa continuava a colpirlo.

    Le prime ore di viaggio trascorsero con un passo sostenuto tra gli alberi, le foreste del paese del fuoco erano davvero immense e gli alberi che presentavano al loro interno erano rigogliosissimi e spettacolarmente grandi. Shingo sembrava accusare più il colpo della stanchezza, come prevedibile, ma, nonostante ciò, il terreno che distanziava i due non era eccessivo, probabilmente per una scelta della ragazza più che del genin. Durante questa prima parte di viaggio, le domande che il giovane ninja di kiri avrebbe voluto fare erano tante ed affollavano i suoi pensieri, avrebbe pagato qualsiasi cifra per sapere tutto ciò che si celava dietro a quel dannato esame improvvisato e cosa la preoccupava così tanto.

    >Ci fermiamo qui, mi sembra un posto perfetto per mangiare, dovrebbe essere abbastanza isolato.

    Disse la ragazza interrompendo il flusso di pensieri ed il rumore ritmato dei loro passi tra i rami. Il braccio indicava una piccola zona, all’ombra delle foglie degli alberi che permettevano solo a qualche raro raggio di sole l’arrivo sull’erba del prato. I due, in maniera piuttosto atletica, scesero dagli alberi che avevano sfruttato per accorciare il loro viaggio e si sistemarono per il pranzo. Nulla di speciale, razioni di cibo in scatola portare da casa, nessuno dei due era un buon cuoco purtroppo.
    >È da un po’ che mi stai parlando di questi allenamenti, cosa vuoi insegnarmi di preciso? In quei libri si parlava solo di come utilizzare una spada.

    Yuu aspettò un attimo prima di rispondere, sembrava completamente disinteressata, il cibo occupava in maniera evidente buona parte dei suoi pensieri. Una volta che ebbe finito l’ultima forchettata di quella carne conservata in un sottile strato gelatinoso, prese a parlare.

    >Ti farò fare gli stessi allenamenti ai quali mi sottoposi io, in maniera più accelerata però. I rotoli che ti ho dato sono importanti per la teoria sul kenjutsu, tieni bene a mente ogni insegnamento che sono riusciti a trasmetterti, potrebbero rivelarsi fondamentali in futuro.

    La mente della ragazza sembrava occupata da altri pensieri nonostante la risposta esaustiva, questa volta però non dovevano essere le preoccupazioni ad impensierirla ma pareva in balia dei ricordi, aveva inarcato la testa verso sinistra sollevando lievemente lo sguardo, tipico di quando iniziava a riflette su qualcosa riguardante il suo passato.

    Yuu non era mai stata chiarissima riguardo al suo passato, certo, aveva raccontato molte delle sue avventure al ragazzo quando era ancora un pescatore che l’ascoltava sognante, ma non era mai scesa troppo nei dettagli né tantomeno Shingo le aveva chiesto di farlo, già sentir parlare del mondo che lo circondava per sommi capi era emozionante, gli bastava. Tuttavia nell’anno in cui era stato ospite a casa sua aveva imparato che Yuu non amava particolarmente parlare del suo sensei, lo citava spesso, sembrava ammirarlo ma non approfondiva, anzi tendeva a chiudersi quando il discorso virava verso di lui.

    >Quindi mi insegnerai ciò che ti insegnò il tuo sensei… sarai severa come lui?

    Yuu non rispose, si limitò a sorridere dopo aver bevuto dell’acqua, come al solito, non voleva parlarne.





     
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    Narrato - >Parlato Shingo - "Pensato" - >Parlato Yuu


    Il sole era alto nel cielo, era passata da poco la metà della giornata. Il clima del paese del fuoco era molto diverso da quello al quale era abituato Shingo, non c’era umidità e la cosa faceva avvertire in maniera meno pesante le temperature. Shingo era abbastanza stanco, aver corso per un’intera mattinata di sicuro aveva messo a dura prova la sua resistenza, il tutto poi era stato aggravato dal voler mantenere disperatamente il passo di Yuu, troppo veloce per lui.

    >Prendi!

    Un bastone di legno dalla forma di una spada gli venne lanciato contro. Yuu era già in piedi a pochi passi da lui, non sembrava disposta ad attendere il riposo del ragazzo ed aveva ragione. Shingo si alzò con estrema lentezza, come farebbe un vecchio in preda ai dolori di schiena. Si sentiva ammaccato, il viaggio in nave era stato riposante fisicamente ma l’esatto opposto dal punto di vista mentale, la mattinata poi aveva peggiorato il tutto anche dal lato fisico.

    >Muoviti, dopodomani sarai a Konoha, non vorrai fare brutta figura davanti ai kage?

    Disse sorridendo la ragazza, voleva provocarlo, era evidente. “Davvero assisteranno i kage all’esame?” si ritrovò a pensare il ragazzo, trovando nuova motivazione in quella frase, di sicuro non si sarebbe mai perdonato una figura barbina davanti a spettatori di quel calibro.

    >Ora è il momento di mettere in pratica le cose che hai letto sulla nave!

    La ragazza iniziò a muoversi come se fosse sulle punte, i piedi non sembravano ben saldi a terra, era come se stesse saltellando, in maniera aggraziata, il suo corpo non sembrava pesare né tantomeno sembrava farlo quella spada di legno. Shingo impugnò la sua arma, era il contrario di come appariva. Da fuori sembrava una spada normalissima fatta di legno, ma era evidente che all’interno fosse rinforzata con altri materiali che la rendevano impossibile da brandire.

    >Pesante vero? Lo era anche per me, ci misi molto tempo prima di imparare ad usarla come si deve. Ha un’anima di metallo particolarmente spessa. Di solito dovresti esercitarti a brandirla prima con due mani e successivamente passare ad usarla con una sola mano. Purtroppo, il tempo è un lusso che non abbiamo, usa una mano fin da subito.

    Shingo sgranò gli occhi, era pazzia pensare che avesse potuto usarla con una sola mano, già faticava a tenerla con
    due. Non c’era altro modo però, la fatica e l’impegno che avrebbe messo in quegli allenamenti sarebbero stati determinanti per il successo dell’esame, lo sapeva bene. Strinse la presa della mano destra e lasciò pian piano scivolare via la sinistra, il peso dell’arma lo portava ad inarcare il braccio, sforzando il gomito, sapeva che non era una posizione ottimale ma cercò comunque un gesto di assenso da parte della ragazza.

    >Hai una postura completamente errata, innanzitutto ruota il corpo di lato, puoi aiutarti con il baccio sinistro per mantenere bene l’equilibrio.

    Il ragazzo eseguì gli ordini della sua insegnante, ruotò il corpo posizionandosi quasi di profilo, in effetti la situazione migliorò praticamente subito. Il suo corpo, le sue gambe erano divenute il fulcro principale, il braccio destro, con l’arma, il peso da controllare ed il braccio sinistro faceva quasi da leva per il contrappeso.

    Yuu si avvicinò al ragazzo, come se non fosse contenta del risultato. Prese la mano destra del giovane ed iniziò a divaricargli le dita, cambiandone la sistemazione. Il genin sentiva il polso cedere, la spada stava per cadere, così tornò a serrare la presa.

    >No, Shingo. La presa dev’essere delicata, devi immaginare la lama come un prolungamento naturale del tuo braccio, non come un bastone da brandire. Puoi far cadere una parte del tuo braccio? Non credo proprio.

    La biondina tornò alla sua posizione iniziale riprendendo a fare saltelli brevi e ritmati. “la danza dell'acqua, rapida e improvvisa.” Era uno degli stili trattati nei rotoli che il ragazzo aveva letto sulla nave. Derivava da una disciplina antica che basava lo studio dei movimenti del corpo umano sull’acqua contenuta in esso. “Il vero danzatore dell’acqua riesce a combattere senza increspare la superficie dell’acqua

    >Prova a colpirmi, ricordati di danzare.

    Shingo ripassò in pochi secondi tutto ciò che aveva imparato da quei rotoli, i concetti teorici erano così difficili da mettere in pratica, soprattutto con un’arma del genere, in quei rotoli le armi di tali spadaccini erano disegnate in maniera molto elegante, sembravano sottili e leggere proprio per enfatizzare la bellezza e la sinuosità dei movimenti, quei bastoni di legno invece erano le cose meno aggraziate e più difficili da maneggiare che si potessero trovare. Il giovane genin cercò di colpire la sua maestra ma si ritrovò più volte a combattere con il suo equilibrio rialzandosi da terra. Ci provò per tanto tempo, il sole era già quasi tramontato del tutto, pochi raggi riflettevano sul suo viso bagnato dal sudore e sporco di terra, un ultimo fendente venne caricato dal giovane che, questa volta, trovò il corpo ligneo della spada avversaria a pararlo.

    >È tardi, per oggi basta così!





     
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