Haruki Senju

Sblocco II Stadio, III Stadio, IV Stadio Mokuton

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    La prima missione svolta era compiuta da un pezzo, portando un primo successo nella mia giovane e povera carriera da Shinobi. Buffo immaginare come fossi felice di tale risultato anche se in quel maledetto giorno, la mia vita era cambiata radicalmente. Quella semplice collana, che altro non era che un comunissimo regalo donatomi dalla persona che con amore mi aveva salvato in fasce, tormentava i miei pensieri e continuava ad occupare un grande spazio nella mente. Erano passati ormai diversi giorni e nessuna convocazione da parte del Caposquadra giunse alla mia figura, potendo così provare a concentrarmi più su me stesso e ritrovare nuovamente quella calma tranquillità e quella stessa serenità che lentamente diventavano parte del mio essere. Inoltre, l'ultimo scontro avuto portava a mostrarmi i vari cambiamenti che le mie abilità stavano avendo, segno che stavo procedendo per la retta via e che avrei dovuto continuare per quel sentiero se volevo che le mie capacità fossero all'altezza del loro nome. Una splendida Luna era ben alta nel cielo, buio come poche notti e decorato di numerose stelle che con fioca energia, provavano ad emulare lo splendore di quella palla decisamente più grande di loro. Tale visione era quasi ipnotica e le mie iridi, difficilmente riuscivano a staccarsi da tanta bellezza. In essa riuscivo, seppur per un breve lasso di tempo, ad alleviare e calmare quegli oscuri pensieri e portare una debole luce fra loro, illuminando quella piccola stanza buia e rinchiudendomi in essa, avvolto da delle spesse mura e tenuto sotto la loro protezione da un mondo così dannatamente strano.

    Senju..

    Ripetevo per l'ennesima volta mentre il labbro inferiore si era disidratato portandolo poi a seccarlo e al tempo stesso, quello superiore provava a saggiarlo, inumidendolo con della piccola saliva. Amavo quel clima e quella solitudine. Amavo la tranquillità e la bellezza di quel magnifico dipinto. Seduto sul tetto di quella che chiamavo casa, stavo immobile a crogiolarmi in quel delizioso tempo perso mentre dalle narici inspiravo aria pulita e priva di qualsiasi contaminazione esterna. Un silenzio tombale regnava sovrano su tutto il Villaggio e pareva quasi che fossi l'unico ad essere sveglio a quella tarda ora. La stanchezza quel giorno non era ancora sopraggiunta, così come assopito era il desiderio di raggiungere la fase REM. Il cervello lavorava forsennatamente anche se in quel frangente provava a distrarsi, inviando alla leva superiore destra un semplice comando, ricevuto dalla mano stessa che lenta si chiuse poi a pugno, stringendo con una grande forza quella stessa collana. Un regalo che nascondeva delle insolite radici che mi collocavano ben lontano da quel caldo deserto. Ora mi era chiara la sensazione provata durante quella stravagante missione e i ricordi, portavano nuovamente allo splendore della luna quelle stesse emozioni. Sospirai. Un respiro lento, nel quale era presente gran parte del peso che addossava sul mio esile corpo.

    [...]


    Tutto sommato la notte passò tranquilla e nasceva dunque un nuovo giorno. La grande palla di fuoco, il Sole, splendeva fiero, portando le temperature ad innalzarsi già dalle prime ore del mattino. Suna era incredibile e affascinante al tempo stesso. Di certo non era una metà per viaggiatori o viandanti ma ai miei occhi, era un luogo che sapeva donare grandi emozioni. Ero già in piedi, proprio in quell'Orto Botanico dove la fauna viveva spensierata. Un ricco verde decorava l'intera struttura, ove piante e piccoli alberi erano gli arredamenti principali. Le nocciola iridi ammiravano cotanta bellezza, fotografando nella mente un tale scenario che pare essere l'unico angolo ricco di diversità in quel arancio Villaggio. Le leve inferiori saggiavano il duro terreno mentre mi addentravo in quella costruzione, silente, lasciando solamente la mente a lavorare e trovare una soluzione a tutte quelle travagliate domande, che ormai erano diventate un chiodo fisso. Arrivai a quel piccolo albero, lo stesso dove accadde il "miracolo". Fu' proprio dinanzi ad esso che avvenne qualcosa d'incredibile. Qualcosa che rafforzava il dubbio che s'insinuava dentro di me da qualche giorno ormai.

    Forse mi sto solamente sbagliando..

    Ecco la parte ragionevole del mio io interiore, quella voce che contrastava continuamente le parole del cuore. La guerra di trincea non aveva portato a nessun risultato, bloccandomi in un limbo infinito dal quale mai ne sarei uscito. Dovevo assolutamente provare, verificare che quel "miracolo" appunto, non fosse solamente una qualche illusione. Socchiusi le palpebre, permettendo all'oscurità di avvolgere la mia figura in un candido abbraccio. L'unica zona del corpo attiva era la mente, che in quel momento provava a ricordare tutto ciò che era successo e quali emozioni e sensazioni provavo in quel preciso frangente. Il petto si gonfiava e sgonfiava mentre profondi respiri permettevano di raggiungere una perfetta concentrazione ed uno stato di calma apparente nel profondo dell'anima. Le leve superiori andarono a congiungere ambo le mani, posizionandole all'altezza del plesso solare con la stessa calma di un perfetto chirurgo. Quel movimento delle mani altro non era che un semplice sigillo, con precisione quello del "Serpente". Tutto il Chakra presente nel mio corpo fluiva attraverso i tanti punti di fuga. Una caratteristica principale dei Senju era quella di possedere due tipologie di Chakra Elementale: Doton e Suiton, per poi dare vita ad un nuovo tipo di Chakra. Quindi, la vita stessa era la loro principale abilità. Provai ad immaginare i due tipi di Chakra come due sfere distinte e separate, relegate entrambe nel profondo del mio corpo, pronte a scontrarsi l'una contro l'altra. Nella mano sinistra immaginai di far fluire il Chakra Doton mentre il quella destra quello di tipo Suiton. Le due sfere ora, dovevano ruotare in sensi opposti, per poi avvicinarsi e strusciare contro. L'unione doveva permettermi di realizzare quello che pensavo fosse impossibile e la genetica in mio possesso, andò a mettere fine ai miei dubbi. Dal piccolo albero, un semplice ramo si allungò di circa sette metri, armato di una punta aguzza che sembrava proprio ricordare una specie di lancia. Lentamente gli occhi si riaprirono e ciò che potei osservare, altro non era che una risposta alle tante domande, che fino a quel momento non lasciavano tregua alla povera mente. Notai con soddisfazione, misto ad uno sguardo incredulo, come la creazione fosse diversa dal "miracolo" avvenuto un tempo.

    Ci sono riuscito.. quindi sono davvero un Senju?
     
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    Lo sguardo poggiava ancora su quella che sembrava proprio essere una lancia di legno, lunga circa sette metri. Le palpebre tremavano e la bocca non riusciva a proferire più nessuna parola. Le tante domande avevano dunque trovato una risposta e quell'azione ne era la conferma. Un Senju. Ecco che una fioca luce si accese dentro di me, provando ad illuminare tutta quell'oscurità presente nel involucro di carne. Le mie origini non avevano radici in quel caldo Villaggio ma bensì provenivano da un luogo più distante, proprio in quello dove avevo svolto la prima missione da Shinobi. Ecco che si spiega cos'era quella sensazione provata in quella fitta foresta. Ecco che si spiegano tante cose. Le mani si staccano mentre le leve superiori vanno a tenere una posizione quanto più naturale possibile, tremanti per ciò che era appena successo. Lo sguardo sprofonda verso il basso come se il peso del mondo fosse ricaduto sulle mie deboli spalle. Avevo ottenuto un nuovo potere.

    Dunque è così che stanno le cose..

    Parole deboli seguono l'incredulo scenario mentre un Destino beffardo giocava a muovere le sue pedine, in un gioco ben oltre la mia portata. Respiri profondi cercavano di portare nuovamente quella calma trovata qualche attimo prima, persa poi dopo la scoperta della verità. Ormai era assodato e potevo solamente convivere con tutto ciò. Eppure c'era una piccola parte che voleva saperne di più sulla natura di quel potere, investigare a fondo sulla faccenda e provare a capire quante più informazioni possibili. Strinsi la mano mancina, tenendola chiusa in pugno con tutta la forza che avevo in corpo, per poi rialzare nuovamente lo sguardo verso quel albero. Ero ancora solo. Solo ed isolato in quel ricco verde. Tutto era tranquillo ma nella mente, vi era un casino incontrollabile.

    Devo spingermi oltre..

    La parte esploratrice aveva avuto la meglio, elevandosi sulle altre ed etichettando il suo obiettivo come prioritario. Mossi nuovamente le leve superiori a congiungersi in un punto ben preciso, precisamente all'altezza del plesso solare. Il sigillo del Serpente, appena compiuto, sembrava essere l'unico movimento richiesto per riuscire ad utilizzare quel incredibile potere. Nuovamente immaginai due sfere e ad esse, diedi colori differenti. La prima sfera, collocata nella mano mancina, era di un colore castano scuro, simile alla corteccia del albero che avevo dinanzi. Essa rappresentava la sfera del Chakra di tipo Doton e vi rinchiudevo le forze fisiche e una grande volontà. La seconda sfera invece, era collocata nella mano destra ed era decorata da un azzurro simile al cielo che sovrastava in quel momento Suna. Erra rappresentava la sfera del Chakra di tipo Suiton e vi erano racchiuse le forse psichiche, così come i pensieri e le emozioni, le sensazioni e le paure. Le due sfere ruotavano, una posta accanto all'altra. Quella posta sul lato sinistro del corpo, ruotava in senso orario mentre l'altra in senso anti orario. Proprio come due calamite, queste sfere si chiamavano l'una all'altra, ponendosi l'obiettivo di fondersi in un unica sfera. Quest'ultima era verde come la speranza e racchiudeva tutte le forze fisiche e psichiche. Si manifestava dunque il nuovo potere, quello appunto dei Senju.

    Vediamo se riesco con altro

    La mente aveva creato un oggetto o meglio qualcosa da realizzare con quel nuovo potere. Un muro, spesso e fatto proprio di quel elemento. Una specie di difesa contro gli attacchi esterni e quindi, speravo di trovare le tante variabili di utilizzo di tale potere. Quel sigillo mi permise di sfruttare al meglio ciò che mi offriva la genetica e seguendo esattamente il mio volere, uno spessa parete di legno, veniva creata lentamente a qualche metro dinanzi alla mia figura. Fu' in quel momento che in volto apparve un fievole sorriso. Ero felice? Non avevo la certezza che fosse quella l'emozione provata in quel momento ma forse era un riflesso condizionato dato dall'osservare il risultato della prova. Ancora una volta, avevo avuto una conferma delle mie origini, che lentamente mi avvicinavano sempre più ai Senju.
     
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    Un potere incredibile. Ormai questo era il mio solito pensiero, quasi abbandonando le tante domande che fino a poco tempo tormentavano il mio essere. La mente cominciava a liberarsi di tante preoccupazioni mentre lo spirito si placava a tutte quelle scoperte. I Senju erano incredibili, così come le loro capacità. Avevo da sempre l'obiettivo di far cessare un giorno tutta la malvagità presente al mondo e quel potere, che rappresentava proprio come la creazione della vita, cadeva a fagiolo. Buffo come la mia vita stava inconsciamente cambiando a mia insaputa e divertente era osservare quale strada il Destino aveva pianificato farmi percorrere. Iniziavo a scoprire in che modo potevo utilizzare tale potere e quali fossero le debolezze e le resistenze del nuovo elemento a mia disposizione, che affascinava la mia mente ogni secondo che passava. Trovavo incredibile tutto ciò, quasi non riuscivo a descriverlo con poche parole ma un semplice sorriso poteva riuscirci ed ottenere un successo, lì dove le parole fallivano.

    Incredibile..

    Dovevo puntare ancor più lontano. Cercare di ampliare la mia conoscenza e ottenere sempre più potere. Ripassavo silente ogni passo e progresso compiuto fino a quel momento, studiando inoltre nuovi tipi di approcci e situazioni nelle quali ricorrere a ciò che la genetica mi offriva. Potevo creare armi fatte di legno. Ciò mi poteva essere utile per attaccare di sorpresa l'avversario, o coglierlo impreparato in qualche modo. Potevo modellare la forma del legno a mio piacimento, allungando sia in spessore che in lunghezza un singolo pezzo di legno. Ciò aveva delle restrizioni o meglio dei limiti. Difatti, non potevo superare un certo metraggio che comunque restava elevato. Infine, potevo creare delle pareti difensive, fatte proprio di quello spesso legno. Questo aveva una certa resistenza, constatata dai vari tentativi di attacco e quei valori, furono registrati perfettamente nella mente. Un potere che quasi era impossibile immaginare. Dentro di me albergava un grande incendio. Lo stesso che era alimentato dalla voglia di conoscere tali informazioni ed ottenere sempre più potere, con il quale forse un giorno avrei potuto porre fine a tutto quel male.

    E se provassi..?!

    D'un tratto nella mente s'accese una lampadina. Finora avevo quasi provato tutto ciò che desideravo testare, riuscendo infine nei vari tentativi. Ciò donava una grande sicurezza, tenuta comunque sotto controllo da una profonda saggezza. Non restava altro che attuare quel nuovo piano, pianificato proprio in quel istante. Sorrisi nuovamente, dipingendo lo sguardo di una incredibile felicità che quasi pareva non potersi spezzare affatto. L'idea poteva essere buona così come poteva rivelarsi fallimentare, segno che dovevo aumentare l'allenamento e accrescere le abilità. Armato di estrema decisione, lasciai la posizione tenuta fino a quel momento, portando le leve inferiori a spostare il corpo verso una zona di terreno spoglia, priva di piante e fiori. Lo sguardo poggiava su quel terreno mentre la mano destra si avvicinava ad esso, raccogliendone buona parte nel palmo. Le gambe erano piegate, aiutando il corpo a tenere quanto più possibile la schiena e non causare quindi problemi di postura e d'equilibrio. Il terreno veniva mosso fra le dita della mano, acquistando informazioni su di esso. Era secco, forse non era molto curato ma potevo tranquillamente porre rimedio. Iniziai a far confluire nell'arto destro il Chakra di tipo Suiton, sfruttando quel elemento per alleviare lo stato del terreno, in modo da farlo diventare un ottima casa per la creazione che avevo in mente.

    Ci siamo

    Ero deciso ormai e quello spiccato sorriso era testimone di quelle parole. Tornai a possedere una postura quanto più dritta possibile, poggiando il peso del corpo sulle leve inferiori mentre quelle superiori andavano a congiungersi all'altezza del plesso solare. Le mani si univano in quell'ennesimo sigillo del Serpente mentre ormai avevo padroneggiato la fase in cui univo i due tipi di Chakra, più precisamente quello Doton e Suiton. Ogni secondo che passava rendeva tremendamente affascinante ciò che mi stava capitando e di cosa ero capace. L'idea che avevo avuto era proprio quella di far creare, quindi dare vita ad un albero e poco importava la dimensione ma l'importante era la riuscita. Ero concentrato, forse troppo. Avevo portato lo spirito a distaccarsi dal mondo esterno, completamente focalizzato sulla riuscita dell'azione. Ben impresso nella mente era l'albero che volevo nascesse in quel terreno e che desse l'ennesima conferma dell'origine della genetica in possesso. Dunque, l'albero nasceva. Proprio come un bambino, piccolo cresceva nel punto da me indicato, per poi divenire sempre più grande. Raggiunse un altezza di circa quattro metri, per una larghezza totale di tre metri. Lo sguardo incredulo aveva sorpassato il profondo sorriso che tanto mi stava bene sul viso.

    Ci.. CI SONO RIUSCITO!!

    Contenere l'emozione mi fu' abbastanza difficile e in parte era anche un piccolo sfogo per il risultato ottenuto. Ormai non avevo più paura di quelle radici e ne andavo fiero. Ora non restava che trovare un meritato riposo e poi allenare nuovamente quel potere per il futuro. Avanzavo a passo spedito nel percorso segnato dal Destino, preparato ormai ad aspettarmi di tutto e di più. La storia continua ed un nuovo Senju è rinato in un caldo Deserto, luogo insolito dove piantare delle profonde radici.
     
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    sblocchi approvati e 35 exp :rosa:
     
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