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    Seto Akame





    narrato - parlato - pensato - parlato altrui




    Picchiettai con forza il chiodo che si addentrò nelle profondità di quel terreno erboso umidiccio.
    Gettai il martelletto ai miei piedi e sospirai, soddisfatto del buon lavoro che avevo svolto.
    Mi abbassai sulle ginocchia e mi affacciai nell’interno della tenda da campeggio che avevo appena ancorato al suolo; mi sembrò piuttosto stabile.

    Scrutai il cielo per assicurarmi che di lì a poco le condizioni atmosferiche non sarebbero cambiate e ne ebbi la conferma dal fatto che, stranamente, un pallido e timido sole illuminava debolmente le gelide acque del lago Ibuse e delle solite nubi kiriane non ve n’era traccia.


    Sembra sia la mia giornata fortunata..


    Aprii dunque il mio borsone, una sacca di notevoli dimensioni in pelle nera, che in quel giorno risultava decisamente pesante a causa del suo contenuto.

    Estrassi dunque per primo un seggiolino pieghevole che posizionai a pochi passi dalle sponde del lago, nello stesso e identico punto di sempre.
    Dopodiché presi una serie di tronchetti di legna ben tagliati che avevo prelevato dalla riserva di famiglia nel piccolo magazzino in giardino e li impilai in modo da creare una montagnola.
    Posizionai, tra i vari ceppi, dei fiocchi di pagliericcio e li incendiai con il mio accendino Zippo.
    Imposi le mani a cupola sul manufatto che stava iniziando a fumare ed incentivai quell’ardore con una serie di soffi ben calibrati ed indirizzati.

    Fieramente osservai il mio lavoro che diede vita ad un caldo e scoppiettante falò.


    Sono stato piuttosto svelto questa volta..


    Non era la prima volta che mi accampavo da quelle parti.

    Infatti un ricordo nostalgico mi pervase l’animo mentre tirai fuori dal suo fodero la vecchia canna del nonno: un’asta di bambù delle terre del fuoco, un pezzo pregiatissimo e decisamente raro che avrebbe fatto sicuramente gola ad un amante del mestiere; per me aveva soltanto un gran valore affettivo.

    Afferrai con vigore la canna dal manico e la portai all’indietro, ruotando leggermente il busto; poi, con un movimento deciso roteai il polso e aiutandomi con una leggera spinta delle gambe feci vibrare l’asta portandola in avanti e rilasciando la lenza che si liberò in un armonioso volo, culminando proprio nel punto in cui desideravo si adagiasse.


    Wow! Il nonno sarebbe fiero di me!


    Così mi sedetti sul seggiolino e mettendo nuovamente mano al mio borsone, ormai svuotato, presi una delle letture che mi ero preparato per la giornata.

    Sembrava tutto sommato una giornata perfetta per allenare la mia mente, così come mi aveva insegnato il mio vecchio nonno: attraverso la pazienza della pesca, la tranquillità della natura e lo spirito di adattamento dell’uomo.

    Iniziai dunque ad immergermi tra le righe dattiloscritte di quella pubblicazione.






    Edited by ¬Seto - 10/11/2020, 18:51
     
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    Seto Akame





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    Dopo qualche tempo fui richiamato dal movimento della mia lenza.
    Gettai dunque il mio libro di soprassalto per dedicarmi a ciò che stava accadendo in acqua.

    Qualcosa poteva aver abboccato!

    Mi concentrai cercando di ricordare i vari consigli, sulle varie pratiche di pesca, che il mio vecchio mi aveva pazientemente elargito.

    Inizia con il tirare leggermente la canna nel verso opposto all’acqua e sentì che qualcosa dalle parti del mio amo si stava muovendo nervosamente.

    Sicuramente aveva abboccato.

    Così iniziai a spingere il mio strumento verticalmente e in modo da portare verso di me la mia possibile preda.
    Nonostante però le mie braccia allenate, constatai una resistenza inaspettata; infatti venni subito sbalzato in avanti e dovetti puntare i piedi repentinamente sul terreno per evitare di venir catapultato in acqua.


    Wow! Stavo per fare un bel tuffo..


    Fu una situazione decisamente divertente su cui però non ebbi il tempo di soffermarmici.
    Dovevo impegnarmi se volevo tirar fuori quel furbetto dal lago.

    Con un colpo di reni mi aiutai nella spinta, iniziando ad avvolgere la lenza energicamente.
    Ma nel momento in cui mi sentì pronto per affondare il colpo, ancora una volta la reazione rabbiosa di quel pesce si fece sentire, riportando quel conflitto primitivo in equilibrio.


    Non posso lasciarti ora..mmmmmmhhh


    Puntai ancor di più i miei piedi che quasi mi sentii affondare di qualche centimetro, serrai la mia presa sulla canna e con gli occhi fissi al fondo della mia lenza tentai lo strappo vincente.
    Il bambù era decisamente inarcato e cominciai a sentire alcuni leggeri rumorini che preannunciavano un cedimento imminente.


    Ma cosa sei?! Uno squalo?!?!


    Diedi fondo a tutti i miei ricordi, eseguendo con determinazione tutti i movimenti che il nonno mi aveva consigliato e quando mi sentii pronto tirai con tutta la forza che riuscì ad immagazzinare.

    Un’enorme pesce dai lunghi baffi emerse dalle acque torbide del lago, dimenandosi a più non posso.


    Questo è il mio momento!


    Con prontezza di riflessi non mi feci impressionare dalle dimensioni di quella bestia e mi lanciai verso il filo che lo teneva collegato alla mia canna e lo agguantai con tutta la mano; sfruttai anche il mio peso per vincere quello che ormai era diventato un vero e proprio combattimento, tanto che caddi rovinosamente all’indietro.
    Durante la mia caduta non staccai gli occhi da quel pesce enorme che volò sopra la mia testa con una traiettoria parabolica.
    Una volta a terra mi girai repentinamente e vidi la mia preda tonfare sul terreno a qualche metro da me.

    Chiusi gli occhi e tirai un sospiro di sollievo.


    Ufff!! Ce l’ho fatta..




     
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    Il fuoco continuava ad ardere consumando a poco a poco il legno che scoppiettava.
    Infilzata da un lungo bastone, subito sopra quel rogo, la mia preda giaceva in cottura, liberando un discreto profumino che si insinuava nelle mie narici ed alimentava la mia fame.

    La sera stava per calare e con lei le tenebre, pronte a sopraffare le ultime tenui luci di quella giornata.
    Anche la temperatura si era sensibilmente abbassata e nonostante fossi abituato a quel clima, solo il tepore del falò mi dava sollievo.

    Nell’attesa che la mia cena si cuocesse a puntino rivolsi lo sguardo verso l’alto.

    Da piccolo odiavo la pesca e quelle giornate interminabili al lago.

    Mi domandavo perché il mio vecchio nonno mi ci volesse portare ogni volta.
    Adoravo passare del tempo con lui; ero ammaliato dai suoi racconti e dal suo sapere.
    Solo non capivo l’utilità di un’attività tanto statica come quella.


    CITAZIONE
    Per diventare un grande shinobi devi darti il tempo per contemplare Seto!
    Io lo faccio pescando.
    Alla fine dei miei studi vengo qui e mi ritaglio un momento per riflettere, immerso nella natura.
    Qui non c’è spazio per le distrazioni; siamo solo noi e i nostri pensieri.

    Ricordavo con malinconia il sorriso del mio vecchio mentre mi dava i suoi preziosissimi consigli.
    Mio padre mi confidava sempre che lo ricordavo nei miei modi di fare e di parlare.

    Avrei voluto viverlo di più.
    Non ho avuto il tempo di renderlo partecipe dei miei primi successi da ninja in erba.
    D’altra parte non conoscevo neanche il contenuto dei suoi lunghi studi che sembravano essere un argomento taboo in famiglia, soprattutto quando un marmocchio come me era nei paraggi.

    Ho sempre avuto la sensazione che mi nascondesse un lato di lui.
    Lo faceva genuinamente e sembrava, a volte, sinceramente rammaricato di questo.

    Forse era arrivato il momento di scoprire qualcosa in più.
    Ormai ero decisamente grande per poter affrontare i segreti della mia famiglia e in fondo era un mio diritto conoscerli.

    C’erano tanti interrogativi a cui avrei voluto dar risposta.


    Chissà perché tutto questo mistero sulla figura del nonno..sembra quasi che tutti evitino il discorso ogni qual volta si presenta..


    Un odore intenso mi destò dalle mie riflessioni.


    C***o c***o la mia cena!!!!


    Mi ero distratto per troppo tempo e le carni del grosso pesce che stava sospeso sul fuoco stavano per bruciare irrimediabilmente.
    Così, tenendolo dall’asta che lo trapassava, lo allontanai dal calore soffiando energicamente in un inutile e ridicolo tentativo di riparare al danno fatto.
    Per fortuna la sua mole mi permise di salvarne una discreta parte che selezionai con cura, liberandomi di quella ormai compromessa.


    Forse è meglio pensare a mettere qualcosa sotto i denti..


    Così consumai quel delizioso pasto nel silenzio naturale di quell’angolo eremitico.

    Il nonno aveva ragione.
    Isolarmi per riordinare la mia mente mi aveva dato un nuovo focus per le settimane a venire.


    Scoprirò cosa mi tengono nascosto.


     
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    31 exp per il giovane sampei :please:
     
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