L'antidoto per la noia
Seto Akame
narrato - parlato - pensato - parlato altruiDopo attimi concitati e di cui facevo addirittur fatica a ricordarne le sequenze, mi ritrovai ad osservare il mio avversario capitombolare a terra, probabilmente in seguito alla perdita improvvisa dei propri sensi.
Il sudore mi grondava dalle tempie, scorrendo sulla mia liscia e chiara pelle puerile e la mancanza di fiato, dovuta all’eccessivo sforzo, scaturiva in prolungati ed affannosi respiri.
Ancora non ero in grado di realizzare con lucidità quanto era accaduto in quelle ore e decisi di non soffermarmici in quel momento.
Diedi una rapida occhiata in direzione dei supervisori di quell’evento che presero ad avanzare verso di noi.
Kanko, l’esperto Jonin della Nebbia designato, incrociò il mio sguardo e chinò il capo in segno di approvazione.
L’allenamento era terminato.
Un mix di sensazioni contrastanti attanagliavano il mio animo.
Non riuscivo a gioire per quella che comunque rappresentava una vittoria sia per me che per il villaggio.
Sapevo di essermi battuto al meglio delle mie potenzialità e di poterne andar fiero, ma qualcosa continuava a turbarmi.
In alcuni momenti dello scontro mi ero accorto che Haruki era ben più scaltro di me e che probabilmente la mia supremazia elementale, combinata ad una buona sagacia, non sarebbe bastata se non fosse entrata in ballo una determinante dose di sfacciata fortuna.
La mia attitudine riflessiva che tanto mi tornava utile nelle varie situazioni competitive di certo non mi aiutava a godermi le soddisfazioni quando arrivavano.
Forse ero troppo duro con me stesso.
Decisi dunque di sincerarmi delle condizioni di quel ragazzo.
Nei suoi confronti avevo maturato una stima via via crescente nel corso del nostro duello.
Se nel suo atteggiamento avevo trovato conferma dei soliti pregiudizi di cui si vociferava sugli shinobi della Sabbia, nel suo affrontarmi qualcosa mi diceva che in realtà non eravamo poi così diversi.
Mi avvicinai molto lentamente e nel muovere i primi passi sentì diversi fastidi pungenti che mi fecero capire che anch’io ero ridotto allo stremo.
Indugiai quando vidi il suo accompagnatore proferigli parole che in quel momento facevo difficoltà ad udire.
Haruki riprese conoscenza in quegli istanti ma era comprensibilmente frastornato.
L’emblematico e freddo Jonin della Sabbia lo aiutò a rialzarsi, sorreggendolo di peso.
Sei abile lo ammetto. Spero d'incontrarti presto.Proferì con voce fioca.
Sorrisi, questa volta sinceramente.
Oggi abbiamo dato modo ai nostri villaggi di esser fieri di noi.
Sei un grande shinobi Haruki.
Ci incontreremo di nuovo.I due ninja di Suna si voltarono e si incamminarono verso il sentiero che da quell’angolo naturale portava alle porte del villaggio.
Voltai dunque lo sguardo verso il mio supervisore che con una mimica seriosa, ai limiti dell’inespressività, mi appoggiò la sua mano sulla spalla.
Vi ringrazio per quest’opportunità, Kanko.Gli strizzai l’occhio e cominciai a dirigermi, ancora decisamente indolenzito, verso l’albero sotto al quale avevo lasciato i miei oggetti personali.
Pensai a quanto di grandioso era scaturito da quel confronto:
La contrapposizione tra due elementi naturali, quella tra due filosofie di accademia differenti, quella tra due realtà talmente distanti da sembrare biologicamente appartenenti a mondi separati.
Eppure mi sentivo così vicino a quel ragazzo..
Mi appoggiai lo zaino sulle spalle e dopo un sospiro liberatorio mi incamminai verso casa.
Che dire, mi sono veramente divertito a ruolare in questo allenamento.
Mi è stato utilissimo per capire tantissime meccaniche e colgo l'occasione per ringraziare tisy per la pazienza e la collaborazione.
Jet ti ringrazio per la disponibilità; ho letto da parte tua post veramente molto piacevoli, complimenti!