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Narrato -
>Parlato Shingo - "
Pensato" -
>Parlato altriIl rumore della pioggia che batteva sulla tettoia era di gran compagnia. Quel ritmico suono era da sempre stato percepito come la cosa più rilassante che le sue orecchie potessero sentire. Pioggia, rumore, tè caldo, ciò che ci voleva quando non poteva affrontare i suoi allenamenti all’aperto o nelle giornate di riposo. Shingo era seduto per terra, poco distante dal gatto che puntualmente ignorava le sue attenzioni. “Vai continua così, intanto oggi non ti faccio mangiare, così impari” avrebbe voluto dirgli, ma non era abbastanza cattivo e sapeva benissimo che, come ogni volta, avrebbe ceduto. Yuu non era in casa, era partita per una missione da ormai qualche giorno, capitava abbastanza spesso, lei era una kunoichi determinata e molto ambiziosa, e non perdeva la minima occasione per accumulare esperienza sul campo di battaglia, d’altronde condivideva lo stesso obiettivo del giovane Shingo, l’obiettivo per il quale aveva abbandonato il suo villaggio di pescatori arrivando a Kiri.
Quel giorno era iniziato come tanti altri, sveglia di buon’ora, colazione abbondante, esercizi di riscaldamento, doccia e via. Ma nonostante la routine ormai ben consolidata dell’ultimo anno, tutto sembrava avere un sapore diverso, come un macigno sullo stomaco… Qualcosa lo opprimeva ma contemporaneamente lo spronava ad andare avanti, era strano da spiegare ma purtroppo la sua gestione dell’ansia era così, e quel giorno ne aveva molta. Già, era ormai giunto il tempo degli esami genin all’accademia, dove tutti gli studenti ninja mettono alla prova le loro abilità per diventare finalmente degli shinobi.
Kiri era un villaggio molto diverso da quel piccolo agglomerato di case da pescatori dove era cresciuto Shingo. Dietro alla fittissima e tipica nebbia c’era una società che pulsava con nuovissime leve sempre pronte a dare filo da torcere alle vecchie e successivamente prenderne il posto. Ne era incredibilmente affascinato, si chiedeva spesso se anche gli altri villaggi ninja fossero così o avessero strutture completamente diverse. Yuu restava sempre sorpresa quando gliene parlava, non riusciva a capire quanto potesse essere sorprendente il mondo per uno come Shingo, che era stato chiuso in quelle quattro vie fangose per tutta la sua vita, ed infatti quando gli raccontava degli altri villaggi, tendeva ad esagerare un pochino, approfittando dell’ingenuità del ragazzo.
L’accademia era un edificio molto imponente, dal centro del villaggio sovrastava le altre abitazioni, come ad evidenziare il ruolo fondamentale che gli shinobi hanno avuto e continuano ad avere per il villaggio della nebbia. Proprio riguardo a ciò Yuu gli aveva raccontato che in un passato piuttosto lontano, le condizioni per diventare ninja fossero molto più dure a Kiri rispetto agli altri villaggi, in questo modo il mizukage poteva vantare la miglior milizia disponibile. Era passato un anno da quando aveva messo piede all’accademia la prima volta, in ritardo rispetto a molti altri suoi colleghi di studi ma, nonostante ciò, ora era lì, a giocarsi dopo breve tempo la promozione al rango di genin.
Metà del tragitto, il ragazzo, lo aveva trascorso pensando a come si sarebbe svolta la sua prova, non aveva mai assistito ad esami e Yuu era stata molto vaga. “
Il più delle volte ti mettono alla prova facendoti usare le tre tecniche base che hai appreso durante gli studi, ma alla fine dipende molto dal tuo esaminatore, hanno piena libertà sul come giudicare chi è degno di diventare genin o meno, spera ti capiti uno severo”. E Yuu aveva ragione, un sensei severo lo avrebbe promosso solo nel caso fosse davvero meritevole, e doveva esserlo, credeva nelle sue capacità e sapeva quanto aveva sudato l’ultimo anno per recuperare terreno rispetto agli altri.
Senza grande sorpresa, una volta arrivato all’accademia, gli si parò davanti una grande folla di ragazzi, tutti lì per prendere parte agli esami, probabilmente. La cosa, più della noia dovuta alla potenziale lunga attese, non lo toccava più di tanto, non perse nemmeno tempo a cercare volti amichevoli, i compagni con cui aveva stretto amicizia non erano ancora pronti per sostenere l’esame, nel suo gruppo era riuscito ad essere il primo a tentare e questo già lo riempiva d’orgoglio, ma sapeva che l’esito sarebbe dovuto essere positivo altrimenti la sua corsa si sarebbe rivelata inutilmente veloce.
Conosceva già la procedura fortunatamente. Appena arrivato dinanzi al grande portone dell’edificio, superate le due minacciose guardie ninja, degli addetti gli avrebbero comunicato l’aula e l’esaminatore. E così fu, certo non prima di impallidire osservando le guardie dell’accademia, facevano sempre uno strano effetto, a quello non era riuscito ad abituarsi, ma li aveva presi come esempio, anche lui voleva diventare un ninja ed incutere quel timore agli avversari, e ci sarebbe riuscito costi quel che costi.
L’aula era la numero quarantadue, il sensei Momochi era lì ad aspettarlo, per fortuna conosceva bene quei corridoi e non perse tempo a trovare l’aula, per un novellino sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio, almeno a livello d’impatto iniziale.
Prima di entrare nell’aula in questione, Shingo, educatamente, bussò allo stipite della porta, nonostante questa fosse già aperta. Il sensei era lì ad attenderlo seduto dietro alla cattedra, poco distante c’era invece un ragazzo che dimostrava qualche anno in più rispetto a Shingo. I capelli molto chiari contornavano perfettamente un viso di cui la cosa che colpiva di più erano gli occhi chiari e freddi, in perfetto contrasto con le tinte scure del ragazzo. Shingo si guardò attorno, era abbastanza spaesato dal vedere come l’aula fosse completamente priva di qualsiasi arredo, non c’erano i tipici banchi a più posti, era vuota, con solo una cattedra, una sedia, il sensei, l’altro ragazzo ed adesso lui. Cercò comunque di non pensarci troppo, abbassando lievemente la testa per salutare in maniera rispettosa, sia l’esaminatore che lo studente.
>Bene ragazzi, ora che siete in due si può iniziare l’esame. Vi dovrete affrontare uno contro l’altro e mostrare ciò che avete appreso in accademia. Non c’è bisogno che vi presentiate l’un l’altro, ij combattimento non accadrà quindi è inutile.Le parole pronunciate dal sensei, mentre si alzava lasciando libera la sedia per posizionarsi vicino alla finestra che dava sul temporale, suonarono molto strane. “
Che cosa intende dicendo che il combattimento non accadrà?”. Mentre era immerso nei suoi pensieri, il maestro aveva già dato il via, gesto che lo riportò bruscamente a porre l’attenzione sul suo nuovo avversario, il quale sembrava non avere gli stessi dubbi del ex pescatore.
“
Il più delle volte ti mettono alla prova facendoti usare le tre tecniche base che hai appreso durante gli studi” “il combattimento non accadrà quindi è inutile” Ripensando alle frasi che gli erano state dette sull’esame, il ragazzo capì cosa dovesse fare, o almeno pensò di aver capito. Shingo compose i sigilli: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente, in questo ordine. Il suo obiettivo era quello di sostituirsi con l’unico oggetto di medie dimensioni presente, la sedia sulla quale era seduto il sensei prima di dare inizio alle danze. Se fosse riuscito nell’intento avrebbe cercato successivamente di attaccare con un calcio l’avversario, utilizzando la cattedra come appoggio per lo slancio, approfittando dell’effetto sorpresa della sua tattica.
Shingo Watanabe
Resistenza: 200-1
Stamina: 50-5
Azioni:
-tecnica sostituzione
-calcio
Note: