Accademia per tamirama senju e kotetsu kirigaia

Foxcatcher e Kotetsu

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    Konoha. Quanta storia a Konoha. Il primo villaggio ninja ad essere fondato. L'unico villaggio ad annoverare tra i propri fondatori i diretti discendenti del leggendario Hagoromo Ootsutsuki, il capostipite di tutti i ninja. Konoha era considerata il più forte militarmente ed economicamente da tutti gli altri villaggi. Difeso da una millenaria cinta muraria, la quale fin troppe volte era sopravvissuta agli edifici ai quali avrebbe dovuto fornire riparo. Quante volte, infatti, era stata oggetto di distruzione Konoha? Quante? Troppe per enumerarle senza prima consultare qualche libro di storia.

    L'attuale villaggio era l'ennesimo frutto nato dalla distruzione. Edifici ricostruiti con le macerie dei precedenti, cimiteri sempre più pieni, una prospettiva di vita sempre più cupa. L'ennesima calamità sembrava essere piombata su quella terra tanto bella quanto sfortunata. La confinante Oto era stata rasa al suolo in poche ore. Le cause? Sconosciute. Ma conosciuta era la paura che albergava nel cuore di tutti. Poichè era noto a tutti che, molto presto, una guerra ben più grande di quella scoppiata contro i pirati avrebbe sconvolto di nuovo l'ordinarietà della vita di tutti, ninja e civili.

    Era per questo che l'accademia non chiudeva mai i battenti. Il prestigioso istituto nel quale venivano formate da secoli schiere di nuovi ninja, valorosi giovani pronti a onorare il proprio coprifronte e a morire per esso. Poco più che dodicenni, salvo eccezioni, ci si apprestava a vestire i simboli del proprio villaggio e da quel momento non si era altro che bambini soldati. Ma bisogna far di necessità virtù. E quindi nessuno si soffermava su questo piccolo, macabro aspetto. Nessuno. Tutti vedevano nelle nuove leve il futuro e la speranza del villaggio. Tutti applaudivano i ninja di rientro da una battaglia vinta. Tutti facevano affidamento sull'unica forma di esercito e di polizia di quella forma di società. Ma chi restava a piangere i corpi dei caduti? Soltanto i padri, le madri, i fratelli e le sorelle si tormentavano l'animo, percuotendosi il petto e strappandosi i capelli, per il doloroso lutto quando il caro consanguineo esalava l'ultimo respiro lontano dai propri affetti.

    Ma in una giornata come quella, non c'era spazio per quei pensieri. In quel raggiante giorno di primavera, nell'accademia di Konoha, si sarebbero tenuti gli esami per diventare genin. Per i più, quello sarebbe stato un indimenticabile giorno di festa.

    Kotetsu Foxcatcher
    Molto bene, questa è la vostra accademia. Fatemi conoscere i vostri pg e, liberi di interagire fra di voi, recatevi in aula per sostenere la prova. Nota bene: avete fatto l'accademia insieme, perciò vi conoscete necessariamente così come conoscete il sensei. Vi lascio carta bianca su come dovrà essere il vostro sensei, cosicché possiate sfruttarlo anche per delineare le storie dei vostri pg. Ovviamente avrete modo e tempo di approfondire, se volete, il vostro pregresso rapporto in personal quest, ma è valida anche l'idea che non vi siate mai calcolati durante gli anni di studi. Per qualsiasi cosa, mp.
     
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    "Ero disteso sulla soglia di un sogno, immerso fino alla vita nell'acqua gelida di un piccolo lago salato. Le radici di un albero rugoso dalla corteccia grigia si allungavano come dita fini di una mano delicata ad accarezzarne la superficie, mentre le sue fronde rosse, mi proteggevano da un timido sole affacciato da un cielo arancio tinteggiato da solitarie nuvole rosa.
    Il vento doveva essere andato a correre altrove lasciandomi in un silenzio sbagliato, che sapeva di assenza. Cercai di emergere dal lago, ma come se quell'universo pennellato ad arte si beffasse dei miei sforzi, mi ritrovai ad affondare, inghiottito dall'acqua immobile in cui mi cullavo fino ad un attimo prima, venendo circondato in breve da ombre scure, dense e mutevoli."


    Tamirama aprii gli occhi. L'alto soffitto della stanza era sempre al suo posto, con le grandi travi a vista ed i segni del tempo. Le finestre, da cui entrava una luce fioca, si affacciavano sul giardino esterno della grande casa in stile tradizionale. Qualche albero, un prato curato ed alte mura dietro le quali si apriva il centro del Villaggio Nascosto della Foglia. L'abitazione possedeva un eleganza fatta di dettagli semplici e di intimo misticismo. Il legno era stato intagliato e piegato con arte, rispetto e pazienza, in volte ampie, pareti lisce e colonne che sorreggevano un tetto ricco di venature e che gettava un ombra placida in cui lo sguardo poteva vagare senza sofferenza, fra il mobilio essenziale e qualche cimelio del Clan. Tutta la casa era stata eretta intorno al tronco tagliato di un grande albero secolare, distrutto forse durante uno dei molti attacchi al villaggio, ponendolo al centro di un piccolo chiostro interno.
    Si alzò lentamente, lasciando penzolare per qualche attimo le gambe dal letto, prima di appoggiare i piedi sul caldo pavimento ligneo. Un libro, "Cartografia e dintorni", giaceva ancora aperto sulla scrivania dalla notte precedente, accanto ad un quaderno ricco di appunti ed un Kunai dalla punta smussata.
    Era riuscito ad uscire dalla casa ancora addormentata nella prima ora dopo l'alba bavosa nell'afa primaverile, evitando così la routine mattutina della famiglia ed immergendosi nelle strade deserte di Konoha, fra i vicoli ricostruiti e le pietre sopravvissute come monumenti silenziosi alla resilienza della Foglia. Una figura ammantata in un kimono scuro di cotone pregiato accomunabile ad uno spettro, nella pallida foschia che in alcuni punti della via, fondeva cielo e terra in unica massa grigia gonfiata dal vento.

    Come spesso era successo, era arrivato in classe prima dei suoi compagni, sedendosi al suo banco probabilmente per l'ultima volta. Gli aveva osservati arrivare uno ad uno, salutandoli con un sorriso cordiale o parlando dell'esame e degli ultimi accadimenti ad Oto con quelli con cui aveva più confidenza, fino all'arrivo di Kotetsu. I due studenti si erano scambiati soltanto un lungo sguardo carico di tensione e quello era bastato al loro personale modo di comunicare.
    Simili da un lato,agli antipodi dall'altro. Ambiziosi e competitivi, uno il giovane membro di uno dei clan fondatori del Villaggio della Foglia, popolare fra i compagni e misurato nei modi, l'altro proveniente da una famiglia anonima, ribelle e dagli atteggiamenti fin troppo diretti che ne avevano fatto un escluso.
    Erano stati rivali inconsapevoli fin dal loro primo incontro, ed anche quell'ultimo giorno di accademia sembrava non fare eccezione.
    Il suono della campanella e l'ingresso del sensei catturò la completa attenzione del giovane Senju, che spostò i suoi occhi scuri dal coetaneo al Jonin.
    Takeshi Nara era uno shinobi di grande talento, dall'acume invidiabile e dalle spiccate capacità nei Fuuinjutsu. Aveva appena vent'anni, una vistosa cicatrice su una delle mani ed una mal celata attrazione amorosa non ricambiata per una delle insegnanti dell'accademia.
    Per gli anni di studio ed addestramento era stato il punto fermo della classe e per Tamirama il confidente con cui condividere e confrontarsi sulle aspettative e le responsabilità di un cognome importante.





    Edited by Foxcatcher - 9/6/2020, 12:30
     
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  3. Kotetsu
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    Narrato
    “Parlato Kotetsu”
    Pensato Kotetsu
    “Parlato Sousei Kirigaia”
    “Parlato Saya Hounei”


    Un nuovo giorno si levava sul villaggio di Konoha. La rugiada della mattina brillava riflettendo i primi tiepidi raggi del sole nascente ma il sole non era l’nico a destarsi in quel giorno. Un ragazzo come tanti altri, nella sua abitazione cominciò ad aprire gli occhi il cui sonno venne disturbato dalle luci del mattino ma non solo. Un pensiero balenò nella mente del giovane aspirante ninja Oggi è il giorno dell’esame! si disse dandosi dei lievi colpetti sulle guance per svegliarsi meglio. Spalancò la bocca in un enorme sbadiglio tentendo anche le braccia verso l’esterno per sgranchirsi le ossa assonnate, alzandosi poi dal suo futon per recarsi a mettere qualcosa sotto i denti. Come ogni mattina, altre due figure erano già in piedi in quell’ambiente casalingo; il padre Sousei Kirigaia e la madre Saya Hounei intenti a preparare la colazione: Thè verde e biscotti di riso.

    “Buongiorno figliolo!” “Buongiorno caro! Hai dormito bene? dissero i due anziani al giovane con tono gentile. I due non erano i suoi veri genitori ma lo hanno sempre trattato come se fosse stato davvero un loro figlio benchè non ne avessero mai avuti di propri.

    “Si! E voi?” chiese rispettosamente avvicinandosi al tavolo e cominciando a consumare la colazione già pronta.

    Anche noi abbiamo riposato bene. Ancora non c’è quel caldo afoso durante la notte. rispose lei accingendosi a consumare il pasto mattutino.

    “Dunque oggi è il gran giorno. ” prendendo ora la parola l’uomo. Il giovane aspirante ninja rispose solo con un cenno del capo ed un suono sommesso “A prescindere dall’esito, dai il meglio di te stesso. In questo modo non avrai di che lamentarti dopo.” Potevano sembrare parole molto dure e fredde ma in sè avevano molto più di quel che volevano dire.

    “Non c’è bisogno di dirlo papà. Dò sempre il meglio di me in quello che faccio!” e finendo il suo pasto, ringraziò i due recandosi poi in camera per prepararsi.

    Eh sì! Oggi è il giorno della prova per diventare Genin. Alla fine è giunto anche per me il momento di dimostrare il frutto di questi anni di allenamento e non ho intenzione di deluderli. Mi hanno sempre dato coraggio e sostegno nelle mie decisioni, anche quando non riuscivo durante gli allenamenti. Mentre pensava a tutto questo, Kotetsu si preparò per uscire indossando la sua casacca rossa chiusa da quattro lacci gialli, i larghi pantaloni neri e le fasce sulle gambe ed avambracci. I piedi coperti dalle scarpe di stoffa in contrasto col bianco delle fasce sottostanti. Una volta pronto uscì di casa dopo aver salutato coloro che si prendevano cura di lui.

    Le strade mattutine di Konoha iniziavano a prendere vita. Le attività stavano iniziando ad aprire ed anche le prime persone iniziavano a girare per le vie del villaggio per aggiudicarsi la merce più fresca esposta nei negozi e bancarelle. Al giovane non importava molto dell’ambiente circostante poichè in quel momento aveva in mente ben altro, una cosa molto più importante per lui del sentire i saluti dei cittadini o dei pettegolezzi vari che si dicevano le signore lungo la strada credendo di non essere sentite. Kotetsu camminava pensieroso lungo la strada semivuota che conduceva all’accademia, le braccia lunghe distese ai fianchi ondeggiavano all’alternarsi dei passi.

    Perchè voglio diventare genin? questa domanda lo attanagliava da anni. Si era sempre allenato ma non aveva mai trovato una risposta a questa domanda che lo soddisfacesse. Ed una volta che sarò ninja chi darà una mano ai vecchi? così chiamava i suoi “genitori” tra sè e sè. In effetti non ci aveva pensato a quell’inconveniente. Viene sempre menzionato di difendere il villaggio ed i suoi abitanti ma mai ciò che ci si lascia dietro nel diventare u ninja. Cavolo! Non ci avevo pensato ... Vorrà dire che pagherò qualcuno con gli incassi delle missioni mentre non ci sono! facendo un’espressione soddisfatta a quella soluzione senza sapere quanto potesse costare stipendiare qualcuno, la quantità di denaro ottenuto dalle missioni e così via. Del resto era un quattordicenne con la sua paghetta di qualche ryo che poco sapeva di economie più grandi!

    Giunse così alla sua destinazione: L’accademia. Erano trascorsi molti anni dal primo passo che Kotetsu fece presso quell’edificio, l’Accademia dei Ninja di Konoha. Ben 8 anni erano trascorsi da allora e molti ricordi riaffiorarono nella sua mente. Le lezioni sul chakra, gli allenamenti nei combattimenti e nelle arti magiche, i sigilli e su come gestire le missioni, con lealtà e rispetto del contratto stipulato e del valore della parola data. Oltre a questo, anche altri ricordi tornarono alla mente su come il suo carattere sicuramente non lo rendeva simpatico nel redarguire chi sbagliava, sè stesso compreso ma quel sarcasmo pungente era il suo modo per spronare gli altri a fare meglio, cosa non capita a quell’età.

    Con la sua solita sicurezza si recò presso l’aula che lo aveva accolto per lungo tempo, probabilmente per l’ultimo giorno. Allungò il braccio sinistro per aprire la porta e con sua sorpresa trovò che la stanza era già affollata dei suoi compagni e compagne di corso. Il suo ingresso fu solo notato per pochi attimi visto che tutti si aspettavano l’ingresso del sensei ma con loro disappunto, si palesò Kotetsu. Tra tutti i presenti, solo uno lo fissò più a lungo degli altri, Tamamira Senju. Non aveva mai avuto un rapporto idilliaco con lui per via della fierezza e testardaggine di entrambi. Quando Kotetsu redarguiva gli altri, Tamamira non esitava nel fargli notare che era stato troppo duro o che comunque non che lui fosse migliore degli altri. Tutto era seguito da un indifferente alzata di spalle con un “Sempre che ha sbagliato!”.

    Chiuse la porta dietro di sè e con un po’ di rammarico notò che l’unico posto libero rimasto era proprio accanto al Senju.

    Che seccatura! Tra tutti proprio accanto a lui dovevo finire. Solitamente a quest’ora c’è sempre la metà dei presenti ... si vede che sono tutti ansiosi per l’esame. Tra le varie cose sono pure l’ultimo ad essere arrivato! andando a prendere posto accanto a lui. Si sedette al suo posto, braccia conserte e sguardo pensieroso ascoltando le varie preoccupazioni degli altri su cosa li attendesse. Tsk! Quanto chiasso per un esame. Di che hanno da preoccuparsi così tanto? Se mi avessero dato ascolto si sarebbero preparati meglio e non sarebbero così tesi.

    La campanella suonò e poco dopo fece la comparsa Takeshi Nara, un sensei molto abile nelle strategie e dall’acume spiccato come tutti gli appartenenti del suo clan.

    Dunque sarà lui il nostro esaminatore! Mi fa piacere, tra tutti i sensei è quello che mi ha redarguito meno di tutti. Mi dispiace che la sensei Yui Shirayuki non si sia accorta che ha un debole per lei. Anche un cieco se ne sarebbe accorto. Eppure con le sue doti dovrebbe riuscire a capire facilmente cosa possa piacerle.” fece una breve pausa nella sua testa Beh, per oggi mi accontento che sia concentrato sull’esame e non sulla sensei!

    Come tutti poi, attese che il loro esaminatore, o presunto tale, prendesse la parola.

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    Takeshi Nara era stato un validissimo jounin del Villaggio della Foglia. Perchè parlare al passato di un ventenne promettente come lui? Perchè l'amore acceca gli uomini e gli spinge a commettere azioni avventate, a dimenticare le proprie ambizioni e i propri doveri. Takeshi si innamorò in di una donna e da quel giorno, almeno per lui, la Terra smise di orbitare intorno al Sole, poichè quest'ultimo venne sostituito dall'avvenente Yui. Allo stesso momento, ella era agli occhi di Takeshi l'astro che spargeva luce nelle ore diurne e il centro gravitazionale attorno alla quale orbita la sua vita. Rinunciò alla gaudente carriere nell'intelligence del villaggio e mise le sue smisurate doti intellettive al servizio dell'accademia, luogo in cui Yui era sensei da anni. Takeshi avrebbe voluto sfruttare quella forzata vicinanza per rompere l'imbarazzante ghiaccio tra di loro, ma non aveva mai avuto l'ardire di palesare i propri sentimenti.

    Arrivò in aula in ritardo, cosa abbastanza inusuale per uno preciso come lui. Stava fotocopiando i test per gli aspiranti genin, quando aveva intravisto in fondo al corridoio Yui. Aveva cominciato a sudare freddo, rimuginando su cosa dirle, ma aveva finito per limitarsi ai comuni convenevoli mattutini. Tuttavia, l'agitazione lo aveva portato a commettere il fatidico errore di inserire nella fotocopiatrice automatica due fogli spillati, causandone un guasto che aveva notevolmente ritardato la sua tabella di marcia.

    < Buongiorno a tutti! > Disse affrettandosi alla cattedra. < Mi scuso per il ritardo e per recuperare inizieremo subito. > Poggiò i test sulla sua scrivania e si appoggiò su di essa a braccia incrociate. Trasse un lungo respiro per tentare di concentrarsi sul suo compito. Era un perfezionista e ci teneva che le cose fossero fatte nel miglior modo possibile.

    < Oggi dovrete fare un test scritto e successivamente vi chiederò di mostrarmi una tecnica a vostra scelta. Ma prima di fare ciò, voglio che mi ricordiate perchè siete qui. So che ve l'ho chiesto centinaia di volte, ma le vostre convinzioni devono essere marchiate a fuoco nel vostro spirito. Chi comincia? Kotetsu! > Disse rivolgendosi a quel vivace ragazzino che si era sempre distinto dai suoi compagni per la voglia di mettersi in gioco. < Perchè oggi stai per diventare un genin? Cosa ti ha spinto a diventare un ninja? > Quella domanda l'avrebbe poi rivolta al ragazzo al fianco di Kotetsu e poi al resto della classe, ascoltando con la fronta aggrottata tutte le risposte dei suoi allievi.

    Infine, avrebbe distribuito i test alla sua classe. < Avete un'ora di tempo per terminare. Rispondete senza copiare. Pena l'esclusione dall'esame. Cominciate >

    Molto bene. Ruolate questa parte e poi proseguite fino alla scadere dell'ora. Siete liberi di gestire come volete l'esame scritto del vostro pg. Potete essere geni o somari, non importa. Siate coerenti con i vostri pg e tutti andrà bene. In mp vi invierò dei test ai quali dovrete rispondere senza copiare fra di voi o dal regolamento. Mi basta constatare che abbiate capito alcuni concetti fondamentali del gdr.
     
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  5. Kotetsu
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    Narrato
    “Parlato Kotetsu”
    Pensato Kotetsu
    “Parlato Allieve”
    “Parlato Allievi”


    Ebbene sì, il loro esaminatore si dimostrò essere proprio Takeshi Nara che stranamente era giunto in ritardo, cosa alquanto inusuale per una persona precisa come lui. Ritardo o meno, non perse troppo tempo chiamando immediatamente proprio Kotetsu. Quando ascoltò la domanda rimase un attimo colto alla sprovvista.

    Perchè vuoi essere genin? queste parole gli rimbombavano più e più volte nella mente. Ci mise qualche secondo a rispondere Kotetsu pensando a cosa poter dire. Il sensei sapeva molto bene che in passato il ragazzo aveva sempre risposto superficialmente ed in modo vago ed approssimativo a quella domanda sorvolando sulla cosa ma quest’oggi era diverso. Questa volta il tono di voce del Nara era più serio e profondo del solito perchè da quel giorno chi avrebbe superato la prova sarebbe diventato un ninja riconosciuto a tutti gli effetti.

    Hokage? Potente? Denaro? Gloria? ma nessuna di queste opzioni che riecheggiavano nella testa lo soddisfacevano. Nessuna rispecchiava ciò per cui era lì. Poi si alzò dal suo posto restando sempre lì. Lentamente alzò il braccio sinistro puntando in quella direzione ma in un punto a caso mantenendo fermo lo sguardo sull’esaminatore.

    “Per evitare che qualcuno di loro si faccia male!” Spavaldo ed arrogante come sempre quelle semplici e poche parole destarono non poca “ribellione” nella stanza ma in realtà erano molto più cariche di significato di quello che potevano sembrare. Un figlio di nessuno in una famiglia umile come molte altre sicuramente non doveva soddisfare le aspettative ed apparenze di chi appartiene ad un grande clan rinomato nel villaggio ma ciò non voleva dire che avesse motivi non validi per stare lì.

    I commenti dei suoi compagni e compagne non furono sicuramente dei più gentili al sentire quelle parole e voci di protesta riempirono l’aula.

    Sanada Yamanaka commentò con un secco: “Ma sentilo!”
    Soraia Hyuuga replicò: “Sicuramente sarai tu a creare problemi!”
    Toji Inuzuka ribattè in maniera molto accesa: “Ridillo ancora e sarò io a farti male!”
    Takumi Watashi si limitò ad un semplice: “Pensa a te!”
    Kuro Akimichi sentenziò: “Se ti farai male ti lascerò dove sei!”

    Il giovane ignorò le risposte degli altri rimettendosi seduto attendendo che tutti gli altri rispondessero alla medesima domanda Ecco perchè voglio diventare genin, un ninja. Nonostante le guerre passate ed attuali si litiga tra di noi perchè viene detta una frase in un modo che non ci piace e poi si ha l’arroganza di dire che si vuole difendere il villaggio. Tsk!

    Ascoltato anche l’ultimo allievo, Takeshi Nara si apprestò a consegnare un test. Dando una rapida letta alle domande, l’espressione del giovane non fù delle più contente. Maledizione, sarei dovuto stare più attento alle lezioni anche se non mi interessavano gli argomenti. Inoltre perchè mai dovrei copiare, specie da Tamirama? Piuttosto lascio il foglio in bianco ...

    Prese poi una penna e cominciò a rispondere alle domande.

    Ma a che serve sapere queste cose? Roba inutile di burocrazia e regole! Non sto facendo un esame per diventare sensei! Sicuramente questa è opera di Takashi Nara ... chissà che diavolo avrà in mente questa volta.

    Terminato il tempo, si alzò e posò il foglio ricevuto poco prima sulla cattedra riprendendo poi il suo posto aspettando che anche gli altri terminassero il proprio compito.

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    << Responsabilità e retaggio. I miei antenati hanno fondato Konoha, doveva essere un luogo di speranza, un porto sicuro dalla violenza del mondo. >> Tamirama fece una pausa. Tutti, chi più chi meno, sapevano bene quante volte il Villaggio era stato distrutto ed eretto nuovamente. Che la guerra cambiava forma, ma era un ospite che continuava a ripresentarsi alla porta. << Forse hanno fallito, almeno in parte. Eppure questo luogo rimane un simbolo, una casa per le nostre famiglie, un motivo di aggregazione sociale. É qualcosa che va difeso e preservato. Io sento che è un mio dovere provarci. >>

    Era stato un discorso ispirato. Non poteva essere altrimenti. Cresciuto fra doveri, retorica, tradizione e storia di un clan dalle radici così profonde, quelle parole erano la genesi di infinite discussioni con il padre, gli zii e la madre.
    << Kotestu, a modo suo, vuole la stessa cosa. È la "volontà del fuoco" che unisce tutti quelli in questa stanza, anche se lui riesce a esprimersi solo così. >>
    Una lancia spezzata ed una frecciatina al compagno di banco, prima di chinarsi sul foglio del test.
    Con la postura eretta e la mano che scorreva velocemente scrivendo le risposte, il giovane Senju aveva completato il test in breve tempo, rimanendo ad aspettare che la prova finisse seduto composto sulla sedia di legno. Gli occhi scuri, gemme nere incastonate sotto la sottile linea delle sopracciglia guardavano fuori dalla finestra persi dietro chissà quale pensiero, mentre i lunghi capelli neri gli ricadevano sulle spalle larghe.



    Edited by Foxcatcher - 12/6/2020, 00:53
     
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    Era una classe davvero vivace, Takeshi dovette ammetterlo celando un sorriso con il palmo della mano. Fu costretto a richiamare l'ordine dopo le parole di Kotetsu, ma si aspettava proprio quel genere di risposte dal suo allievo. Irruento, inappropriato ed esuberante: questo era Kotetsu. Il suo vicino di banco, invece, fu molto più composto e moderato nell'esposizione delle sue ragioni. Tutti lo ascoltarono con il fiato sospeso mentre parlava. Il suo fu un discorso ben articolato e lineare, qualità tipiche del modo di fare di un leader. Quei due ragazzi erano davvero due opposti, tuttavia erano le facce della medesima medaglia. In entrambi ardeva la volontà del fuoco, entrambi volevano il bene di Konoha e dei suoi abitanti, ma l'avrebbero perseguita con modi differenti. Takeshi vedeva bene Tamirama come un leader; invece Kotetsu aveva la grinta necessaria per arrivare in alto nella scala gerarchica, ma sarebbe rimasto un gregario a causa della sua impulsività.

    < Molto bene, grazie a tutti per le belle parole spese qui, oggi. > Disse Takeshi Nara dopo che l'ultimo allievo ebbe finito di parlare. Si proseguì con il test e, terminata l'ora di tempo, il sensei raccolse i manoscritti e liberò gli allievi per una pausa. < Ci rivediamo qui fra un'ora. > Li salutò prima di congedarli.

    In quell'ora, egli rimase seduto alla cattedra per correggere i compiti. Come sospettava, il foglio di Kotetsu era scarabocchiato e con diversi errori mentre quello di Tamirama presentava una calligrafia impeccabile e le risposte erano ineccepibile.

    Il tempo passò velocemente, ma Takeshi riuscì comunque a visionare tutti i manoscritti, così gli allievi lo trovarono già pronto per la seconda prova quando tornarono in aula.

    < Ora ci sarà la parte pratica. Mi raccomando, restate concentrati e non fatevi prendere dall'agitazione. Chiederò ad ognuno di voi una tecnica e dovrete dimostrarmi di saperla eseguire correttamente. > Si poggiò alla cattedra incrociando le braccia al petto. < Kotetsu, inizia pure tu. Vieni alla cattedra e mostrami la tecnica della Trasformazione. > Per incoraggiarlo, gli elargì un generoso sorriso

    Terminato con quello studente, passò al successivo. < Tamirama, vieni tu. DA te voglio la tecnica della moltiplicazione del corpo. >

    Nell'esecuzione della tecnica non dovrete essere autoconclusivi. Soffermatevi per bene su come il vostro pg si adoperi per arrivare al risultato richiesto, altrimenti il tentativo fallirà.
    Per quanto riguarda i precedenti post, non sono stati male, anzi! Nei primi due c'erano alcuni errori, ma si tratta di sciocchezze. In questi ultimi, Fox è stato sintetico ma esaustivo, con una prosa chiara. Kotetsu ha scritto di più e mi è piaciuto molto come ha gestito la reazione della classe. State andando bene. Probabilmente non vi chiederò di fare uno scontro tra di voi qui in accademia per velocizzare quest'operazione, ma vi consiglio vivamente di fare un allenamento tra di voi appena terminiamo qui, cosicchè possiate approcciare il combat system di questo gdr. Se invece lo volete fare qui in accademia, chiedetemelo pure e possiamo inserirlo. Tuttavia, al termine dell'accademia potrete spendere i vostri ryo per l'equipaggiamento e acquisire tre tecniche livello D. Di conseguenza lo scontro sarebbe più "variegato". Al momento avete solo calci, pugni e kawarimi
     
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  8. Kotetsu
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    Narrato
    “Parlato Kotetsu”
    Pensato Kotetsu


    Kotetsu rimase un po’ sorpreso dall’agito di Tamirama, in genere anche lui non tollerava il suo modo di dire e fare ma in quell’occasione prese le sue difese.

    Solo perchè oggi è il giorno dell’esame per diventare genin non vuol dire che devi prendere le mie difese ... come se mi servisse! sarebbero state le parole che avrebbe voluto dire a Tamirama ma già la situazione era abbastanza calda.

    Finito il test, Takashi Nara si prese un’ora per correggere i compiti degli apsiranti Genin lasciando così del tempo libero ai ragazzi. Gli altri ragazzi erano più o meno in vari gruppi a parlare tra di loro di cosa avessero risposto alle domande del test. C’è chi era molto cinfidente nelle sue risposte e chi si rammaricava di aver scritto inesattezze. Kotetsu rimase fermo lì, appoggiato alla parete con la schiena a fissare prima un gruppo, poi un altro intervallati dal cielo con le sue nuvole preso anch’esso di mira dallo sguardo del giovane. Sfruttò quell’ora di tempo per riflettere su diverse cose.

    Prima tra tutte, le parole del suo compagno di corso Tamirama, che portavano come esempio la storia e tradizione di Konoha, dei suoi antenati Senju e del valore simbolico del villaggio stesso.

    Responsabilità e retaggio ... tsk. Sembra più un onere ed un fardello imposto da altri piuttosto che una propria decisione, eppure quello che è stato criticato sono stato io ... ma a me sta bene perchè ho deciso io di essere così. tese poi il braccio destro verso il cielo con le dita della mano aperte per poi stringerle attorno a quella sfera luminosa che brillava alta nel cielo come a volerla afferrare Come il sole brilla alto nel cielo, anche io brillerò allo stesso modo sopra al villaggio scacciando via le ombre da esso . Ebbene sì, aveva una visione tutta sua delle cose che in gran parte collimavano con le parole di Tomirama sebbene attuate in modo particolare. Abbassò poi il braccio tornando con entrambi gli arti incrociati al petto.

    La seconda cosa fu l’inutilità della prova scritta. A cosa è servita tutta quella tiritera sui gradi, missioni e ricercati quando all’atto pratico conta ben altro? La vita reale è diversa dai libri e burocrazia ... alzando ora la sinistra e massaggiando il tatuaggio che porta sul medesimo lato del volto. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento avrebbe notato uno sguardo malinconico dovuto a spiacevoli ricordi per tornare poco dopo in sè.

    La terza cosa a cui pensò fù comunque al fatto di dover lasciare soli i suoi genitori, oramai anziani ma del resto, prima o poi sarebbe dovuto volare via con le proprie ali e sicuramente mostrare loro di saper badare a se stesso sicuramente li avrebbe fatti stare meglio.

    La quarta fù ... Chissà cosa ha preparato mamma per pranzo ... ma il suono della campanella che segnava il passaggio dell’ora lo richiamò indietro alla realtà. Si distaccò dal muro e iniziò ad incamminarsi verso la stanza dell’esame scritto.

    Il sensei chiamò per primo di nuovo Kotetsu, invitandolo alla cattedra ad eseguire la tecnica della trasformazione. Non mancarono dei commenti poco amichevoli mentre si apprestava alla cattedra ma non ci fece caso. Giunto accanto al grande banco ed all’esaminatore, si prese un secondo per schiarirsi le idee e su chi sarebbe ricaduta la sua trasformazione. La sua decisione ricadde su ... pensando al suo solito abbigliamento.

    La persona che aveva in mente era di poco più alta di lui, il fisico un po’ più gracile e dalla pelle liscia ed un po’ più scura. Il suo abbigliamento era completamente diverso. Un paio di stivaletti verdi dalla suola nera cingevano i piedi lasciandone però scoperte le dita. Dei pantaloncini aderenti neri che arrivavano fin poco sotto al ginocchio coprivano il bacino e le gambe. All’altezza delle ginocchia due reti grige ricoprivano il pantalone mentre una fasciatura con supra una fondina si potevano ammirare sulla coscia destra. Un vestito a tubo anch’esso aderente copriva invece il corpo finendo con una gonna che arrivava fino a metà coscia. Cominciava con una fascia nera fin poco sotto il formoso e sodo seno per poi divenire beije fino alla vita per poi terminare in due fasce di equa larghezza di nero e marroncino. Sopra a questo vestito, vi era un giubbotto verde dotato di maniche e su entrambe le braccia poco sotto le spalle, il simbolo di Konoha, tenuto chiuso da una rete elastica sul petto. Dei guanti neri privi delle dita coprivano le mano e sui loro dorsi vi era una placca metallica. Il viso era più tondo rispetto a quello di Kotetsu, il naso meno pronunciato e più rotondo mentre gli occhi erano color nocciola con delle sottili sopracciglia anch’esse del medesimo colore dei capelli. La tipica fascia dei ninja di Konoha cingeva la sua fronte mentre dalla testa partivano i lunghi e fluenti capelli color panna che arrivavano fino alle ginocchia. Sulla fronte ed ai lati si potevano vedere anche delle ciocche di capelli più corte mentre un elastico all’altezza della nuca racchiudeva parte dei suoi capelli a formare una lunga coda.

    Avuto bene in mente l’aspetto da assumere, il giovane iniziò a richiamare le energie mentali e fisiche, mischiandole tra loro nel basso ventre ed una volta ottenuta la consistenza dell’impasto che ritenne più idonea, lo convogliò all’interno del sistema di circolazione del chakra venendo espulso fuori dal suo corpo come a formare una pellicola su se stesso. Ora doveva solo dargli la forma che aveva pensato e portando le mani al petto eseguì i sigilli Cane, Cinghiale e Pecora; venendo ricoperto da una nuvola di fumo.

    Se tutto fosse andato secondo le aspettative del giovane, sarebbe dovuta comparire una Yui Shirayuki davanti a tutti. Mossa azzardata perchè se eseguita male sicuramente avrebbe attirato le ire del sensei ma se eseguita bene avrebbe allietato la vista ed il cuore dell’istruttore, soprassedendo magari al pessimo esame scritto fatto poco prima. Eseguita la sua prova, tornò a prendere il suo posto osservando l'esame altrui.

    Resistenza: 50/50
    Stamina: 98/100
    Azioni:
    Tecnica della trasformazione: Stamina -2
    Nota1: I puntini di sospensione sono stati messi volontariamente per lasciare la suspance sull’aspetto della trasformazione.
    Nota2: Per me possiamo fare anche l'allenamento a parte, così sei più libero di seguire anche altri giocatori :)
     
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    Nell'ora di pausa era uscito fuori dall'accademia, andando a sedersi su un ramo del grande albero che affondava le radici difronte all'ingresso. La corteccia spessa aveva i segni del passaggio delle stagioni, mentre la chioma era colorata delle decine di tonalità dei rossi e dei marroni. Là, immerso fra le fronde e protetto dal sole che cominciava a scaldare l'aria, aveva speso l'ora leggendo. Suo zio Hitame era un jonin, abilissimo nell'esplorazione e nell'inseguimento degli obbiettivi. Era stato categorico sull'importanza di imparare ad orientarsi nel territorio, riconoscere le tracce e seguirle, quindi Tamirava spendeva ogni momento utile per studiare i manuali che gli aveva passato.
    Era rientrato assieme ai suoi compagni, prendendo di nuovo posto accanto a Kotestu, il primo che venne chiamato ad utilizzare una delle tecniche basi a cui erano stati addestrati durante gli anni d'accademia. La trasformazione del corpo, era una tecnica di supporto strategicamente utile, ma bisognava usarla con astuzia per non rischiare di sciogliere il justu in un momento poco opportuno. Avrebbe osservato la sua esecuzione, limitandosi ad alzare un sopracciglio alla vista della sensei, curioso di vedere come avrebbe reagito Takeshi.

    Al richiamo del sensei si era alzato lentamente, misurato come il suo solito, andando a portarsi accanto al giovane Jonin. Con le gambe larghe e le mani congiunte aveva cominciato ad impastare il chakra, cercando di far confluire nella giusta proporzione le due energie, prima di comporre in modo preciso i sigilli pecora, serpente e tigre ed utilizzare il justu. Se avesse fatto tutto giusto, ben otto copie di se stesso sarebbero apparse una di fianco all'altra, imitando la sua stessa espressione seria e concentrata.

    Tamirama Senju

    Controllo del chakra: 40/250
    Stamina: 95/100
    Azioni:
    Tecnica della moltiplicazione del corpo: Stamina -5


     
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    IV


    I due aspiranti genin compagni di banco se la cavarono egregiamente. Quel birbante di Kotetsu riuscì a far trasalire il povero Takeshi, il quale rimase completamente incapace di proferir parola quando si ritrovò davanti una copia davvero sexy di Yui. Dovette fare appello a tutte le proprie sforzi per costringersi a serrare la mascella rimasta spalancata come un uscio divelto ed acquisire un portamento consono alla situazione, recuperando qua e là i bradelli della propria dignità professionale e personale.

    < Kotetsu > riuscì finalmente a dire con un lungo sospiro. < Sei stato bravo, ma perchè hai pensato proprio a Yui-sensei? > Quel maledetto era davvero un giovanotto frizzante. In fondo, Takeshi era fin troppo sveglio per non sapere che ad un occhio attento il suo amore per Yui non sarebbe mai potuto passare inosservato.

    Dopo aver rimandato a posto Kotetsu, venne il turno di Tamirama Senju. Il giovane si esibì nella tecnica della molteplicazione del corpo. Il risultato fu ben al di sopra delle aspettative. Di fatto, l'aspirante genin fece comparire ben otto cloni. Takeshi gli rispose con un piccolo applauso.

    < Tamirama, ci sono genin più anziani di te che non riuscirebbero ad emulare questa tua esecuzione. Otto cloni! Un numero davvero impressionante per uno studente di accademia. Va' al posto. >

    Gli esami proseguirono e tutti gli allievi, chi puo' chi meno, quel giorno riuscirono a dare bella mostra delle proprie capacità. Al termine di quella lunga e stancante giornata, Takeshi fu ben lieto di dare il tanto auspicato annuncio.

    < Con effetto immediato, tutti voi sarete Genin di Konoha con le conseguenze che ciò comporta. Ormai non siete più dei semplici ragazzini. > Il suo timbro di voce era diventato improvvisamente austero. < Da adesso in poi siete lo scudo e la lancia e del villaggio. Il vostro sarà un percorso fatto di imprevisti, di delusioni, di ferite, di dolori, ma anche di grande gratificazione. Siate sempre consci dei vostri doveri e onorate il simbolo che da oggi porterete sempre con voi. >

    Ciò detto, indicò i coprifronte con il simbolo del Villaggio ordinatamente disposti sulla cattedra. < Sono qui per voi. > Disse rivolto alla classe. < Venite a prendere ciò che avete duramente meritato. >

    Complimenti! Fate un ultimo post dove, dopo aver ruolato il termine del vostro esame, avete libertà di movimento. Alla fine assegnerò exp e le ricompense della promozione. Ci si becca in gioco
     
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    Narrato, Pensato, Parlato, Parlato
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    Chinó la testa in un mezzo inchino << Grazie, sensei. E' molto importante detto da lei. >>
    Era tornato al suo posto fra lo sguardo ammirato dei suoi compagni, per poi osservare diligentemente tutte le prove. Erano una classe numerosa e quel giorno, il Villaggio Nascosto della Foglia aveva ottenuto una nuova ed importante linfa vitale per le file dei suoi shinobi.
    Una nuova generazione di ninja.
    Aveva preso il coprifronte con entrambe le mani, indossandolo con movimenti lenti e precisi. Anche la vestizione, nel suo clan, era una cerimonia strettamente codificata ed in quel semplice gesto si poteva notare l'infinita attenzione al dettaglio ed alla forma dei Senju.
    Il metallo lucido del coprifronte brillava della luce del sole calante che filtrava dalla finestre della sala, mentre i lunghi capelli neri ricadevano ordinati fino alle spalle larghe. Finita la cerimonia si era apprestato a fare i complimenti ed a scambiarsi i saluti con ogni neo-genin, Kotestu compreso.
    Lo aveva guardato con i suoi occhi scuri per alcuni attimi prima di chinarsi in segno di rispetto per il traguardo raggiunto, come aveva fatto con gli altri compagni. << Ci vediamo la fuori. Vedi di non combinare guai. >> Si congedó cosí, salutando per ultimo l'insegnante che lo aveva accompagnato in quel percorso, ed uscendo per l'ultima volta dall'imponente edificio dell'Accademia.
    Grazie per l'accademia. Ci vediamo in gioco.


     
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  12. Kotetsu
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    Narrato
    “Parlato Kotetsu”
    Pensato Kotetsu


    La tecnica andò a buon fine facendo palesare di fronte a tutti la sensei Yui ed a quanto sembrava, l’esaminatore ne fù contento. Alla domanda di Takashi, rispose con un gentile sorriso per poi argomentare la risposta.

    “Come vede ha un vestiario molto variegato e dettagliato.” girando su sè stess”a” e mostrando in effetti la diversità degli abiti solitamente indossati dalla sensei.

    “Ha una corporatura diversa dalla mia, per altezza e fisionomia.” portando le mani ai lati della testa e facendole scendere giù come a mostrare il corpo illusorio di Yui.

    “Dei lunghi capelli ” giochicchiando con una ciocca arricciandone un po’ sull’indice destro.

    “Inoltre è una donna e non un uomo ... non è facile pensare a tutto quello che hanno addosso.” portando ora le braccia dietro la nuca, mettendo in risalto il petto di conseguenza. “Non crede anche lei Takashi sensei?” la voce non era sensuale o provocatoria ma data la circostanza, forse le intenzioni lo erano. Se Kotetsu si stesse riferendo al corpo dell’insegnate o ai mille dettagli estetici a cui tengono normalmente le donne, non era dato saperlo.

    Il giovane risprese poi le sue sembianze e tornò al posto, osservando poco dopo le 8 copie di Tamimara.

    Tanto l’originale è sempre al centro ... lo sanno tutti! si disse tra se e se non volendo ammettere la migliore prestazione che ha eseguito il suo compagno rispetto a ciò che avrebbe fatto lui. In effetti Tamirama era sempre stato bravo nel saper controllare il chakra ma un po’ meno nel combattimento ravvicinato.

    Quando il sensei promosse tutti i presenti ricordando loro il proprio compito rappresentato da quella fascia con la placca di metallo, il giovane ragazzo si sentì fiero di sè e di far parte del villaggio nonostante quel senso di non appartenenza che lo aveva sempre accompagnato. Solo ora, aveva davvero trovato la sua risposta sul perchè di essere Genin ed un ninja di Konoha: essere parte di un qualcosa di più grande slegato da vincoli sociali e religiosi ma tenuto unito da un legame più forte. Quale fosse questo legame ancora doveva capirlo ma sicuramente il tempo gli avrebbe dato questa risposta.

    Al proprio turno di andare a prendere il copricapo, Kotetsu si alzò dal posto recandosi di fronte alla cattedra, prese una fascia e la cinse attorno alla testa, mettendo in bella vista la placca metallica con il simbolo del villaggio.

    “Sarò un po’ casinista ma non sono mai venuto meno alla parola data Takashi sensei.” sguardo e tono molto serio nel giovane che solitamente era essere burbero e vivave, parole dette però a bassa voce udibili solo dall’istruttore.

    Terminata la procedura della consegna dei coprifronte, stava quasi per andarsene quando Tamirama di sua iniziativa gli si avvicinò per rivolgergli la parola.

    “Io non combino guai, ho solo un modo diverso per risolvere le questioni! I “guai” che tu dici sarebbero un ottimo diversivo, non credi?” Enfatizzò la parola guai per sminuirne il significato, perchè ciò che Tamirama chiamava guai erano trovate geniali per Kotetsu, per così dire. Arrogante e superiore come sempre, Kotetsu non sminuiva mai il proprio agito e cercava di avere l’ultima parola in ogni situazione. Non aspettò la risposta del suo amico/nemico incamminandosi verso l’uscita.

    “Il mondo è grande, vedi di non perderti che poi mi tocca venire a cercarti!” e dando le spalle a Tamirama, alzò il braccio destro in segno di saluto uscendo dall’aula. Aveva i suoi difetti Kotestu ma sicuramente non era irriconoscente, apprezzando a modo suo il gesto di Tamirama sebbene lo dimostrasse in un modo estremamente complicato.

    Poi il giovane tornò al suo ultimo pensiero prima dell’esame ...

    Chissà cosa cucinerà mamma per pranzo ...

    Resistenza: 50/50
    Stamina: 98/100
    Azioni: Nessuna

    Grazie per l'accademia, è stata divertente :)
     
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    kotestsu 28 EXP
    Fox 27.
    Kote, per la tecnica avresti dovuto scalare 5 punti stamina, non 2.
    Ricevete anche tutte le ricompense per la promozione. Buona fortuna
     
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    Max -5 per Tisy :sasa:
     
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