Accademia Izanami Nidoki

Utente: ƒoreigner

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    accademia izanami
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    villaggio del suono - accademia
    Sorgeva un nuovo sole sul Villaggio del Suono, con la luce che illuminava gli infiniti campi di riso che caratterizzavano il villaggio, rendendo brillanti e quasi suggestivi gli specchi d'acqua che si allargavano per tutta l'area. La città brulicava di attività, ancora di più della solita routine, considerato che era da poco uscita da una crisi che aveva colpito tutti gli abitanti per più di un anno. Il giogo dei pirati era finito ed il popolo del mare era stato scacciato restituendo così ai ninja, ma soprattutto ai civili, le loro case ed il loro lavoro. Era difficile sapere con certezza se si sarebbero mai ripresi da una tale rovina che inizialmente sembrava senza fine. Erano stati ninja di altri villaggi a restituire loro la libertà ed era impossibile sapere quanto avrebbero preteso per quell'intervento militare. Si sa però che in tempi di crisi le civiltà se non periscono tendono a rifiorire con il doppio del loro stesso potenziale, trasformando le guerre e le conquiste in eventi necessari per poter cambiare e tornare ad affacciarsi sul mondo politico comandato dai ninja. Erano stati tutti stupiti e spaventati dalle recenti dimostrazioni di forza presentate da vari guerrieri che avevano provato a distruggere tutto ciò che quei popoli conoscevano. La minaccia di Qayin sembrava quasi un lontano ricordo sull'orizzonte, perlomeno per chi era riuscito a saperne qualcosa. Il Villaggio del Suono doveva quindi rimettere in sesto la propria forza militare per così tanto tempo trascurata ed anzi osteggiata dagli invasori, che non volevano futuri guerrieri che potessero intralciarli. Erano ricominciati gli esami e la guerra aveva portato a molte promozioni al di fuori dei normali esami, dando vita ad una nuova schiera di Chunin e Jonin. Le lezioni in accademia però dovevano riprendere ed anche velocemente: nonostante fosse difficile che ci fosse una penuria di studenti, era pur vero che l'ultimo periodo aveva segnato innumerevoli persone (soprattutto tra i più giovani) che non ne volevano sapere più nulla della guerra.
    C'era però chi aveva deciso di mettersi in gioco proprio per evitare nuovamente che succedesse una cosa del genere, che voleva vedere il sole splendere sulle casi e sui campi liberi di Oto per sempre. Come già detto erano ricominciati gli esami ed in base al numero di studenti ed al periodo, si trattava di esami privati o pubblici. La città si era appena ripresa da quel disastro che aveva impoverito e svuotato le casse della popolazione e del governo, rendendo necessario lo schieramento di nuovi Genin per poter accumulare ricchezze anche con richieste da altri villaggi. A dover svolgere un esame privato quella mattina c'era una ragazza in particolare, che apparteneva ad un antico clan di guerrieri senza saperlo. Izanami Nidoki, figlia di due civili, era stata convocata all'Accademia Ninja del Villaggio del Suono quella mattina alle sette, con l'invito di presentarsi in orario e con abiti comodi. Le era stato già comunicato tramite quella pergamena che avrebbe svolto l'esame pratico da sola, in presenza di un Chunin da poco tornato al villaggio, senza però conoscerne l'identità precisa, non segnata sul foglio. La giornata si preannunciava quindi serena, anche se il cielo era ancora coperto da un leggero strato di nuvole. Il cielo azzurro chiarissimo faceva ogni tanto capolino, segno che dopo probabilmente si sarebbe rischiarito assieme alla presenza di un freddo vento. La temperatura era effettivamente rigida per essere già da un mese nella stagione primaverile, ma il tempo al Villaggio del Suono era sempre stato poco incline ad essere piacevole. Abitando in una zona paludosa e circondata dalle risaie, la ragazza poteva facilmente intuire che dopo il gelo invernale e quella breve pausa di frescura primaverile il caldo torrido estivo avrebbe conquistato il villaggio. Attraversando le strade di Oto, Izanami avrebbe potuto notare numerosissimi uomini al lavoro per ricostruire tutto ciò che era stato distrutto o rovinato dagli invasori, utilizzando i propri strumenti per rimettere in ordine strade, case e negozi. Avrebbe dovuto camminare in mezzo a quel labirinto di lavori in corso per arrivare alla piazza principale del villaggio, che ospitava l'accademia ninja. Era un enorme edificio che mostrava già i segni della rovina e della incuria, ma che come i tutti gli edifici numerose impalcature erano piene di uomini come tante scimmie appese ad un albero per rimetterla a nuovo. L'ingresso, un grande arco di legno che dava direttamente sull'interno, era comunque aperto ed entrando Izanami avrebbe forse riconosciuto il familiare corridoio che ospitava numerose aule più piccole. Quelle più estese erano infatti al piano superiore, ora però chiuso al pubblico ed accessibile solo grazie agli insegnanti. Il pavimento in legno era coperto di polvere caduta dalle pareti, mentre ad abitare quell'ingresso era un ninja in tenuta da Chunin che agiva momentaneamente da segretario. Chiedendo a lui, la ragazza avrebbe saputo che si doveva dirigere ai campi d'addestramento che erano sul retro, passando per la seconda porta a sinistra. Il suo esaminatore la aspettava nel primo appena usciti da lì. Erano più che altro grandi cortili in terra battuta che servivano ad allenare i più piccoli nel lanciare gli shuriken o nelle arti marziali base. Attraversando quindi il corridoio dell'accademia la bionda sarebbe arrivata nuovamente fuori, potendo vedere numerosi campi recintati per ora vuoti, considerato l'orario mattiniero. Dalle reti era possibile vedere numerosi ceppi di legno tempestati da armi da lancio vecchie e rovinate o da cicatrici di guerra fatte dai bambini dell'accademia.
    Izanami avrebbe notato subito che in quello che le era stato assegnato (uno dei più grandi), c'erano due elementi particolari. Il primo era una specie di piccolo esercito di alti manichini di legno che portavano sulle braccia quelli che sembravano essere dei bersagli. Ad un'occhiata più attenta era abbastanza facile capire che si potevano girare e che erano semplicemente una decina di manichini usati dagli esperti marziali per allenarsi, con qualche modifica che avrebbe probabilmente presto scoperto. L'altro elemento inusuale era una ragazza decisamente più alta di lei, quasi una ventina di centimetri. I capelli bianchi come la neve e l'aria seria, che sembrava scrutare un taccuino con il fondo in legno, probabilmente aggiungeva anni nella mente della bionda quando le due avevano forse appena un anno di differenza. Era vestita con la divisa ufficiale da Chunin del Villaggio del Suono, il tipico giubbotto color verde e con decorazioni violacee che risaltavano sul resto del vestiario che era più che altro utilitaristico. I suoi capelli erano molto corti, tagliati quasi come quelli di un uomo, ma un ciuffo bianco scendeva fino al mento e copriva quasi l'occhio destro di colore azzurro chiaro come quello della studentessa. Un coprifronte del Suono abbastanza usurato era legato al suo collo e sembrava aspettarla con impazienza. Si sarebbe anzi avvicinata lei, vedendola arrivare.
    « Salve. Sei Izanami Nidoki, giusto? » - Avrebbe cominciato con voce decisamente bassa all'inizio, ma riprendendo subito a parlare con un tono decente. Sembrava anche lei piuttosto in tensione, ma cercava di non darlo a vedere. « Sarò la tua esaminatrice per l'esame da Genin. In realtà sei la mia prima allieva. Prima di cominciare, hai qualche dubbio per quanto riguarda le tecniche base o altre lezioni d'accademia? Ci sono passata pure io, quindi non ti vergognare... » - La ragazza avrebbe cominciato così quella specie di conversazione che era forse la routine per tutti i sensei di accademia. Avrebbe ascoltato pazientemente qualsiasi domanda posta dalla ragazza, cercando di trattenere l'emozione a stento. Un sorrisetto che stava cercando di nascondere accompagnava le sue parole, mentre rigirava tra le mani pallide una penna.
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    Benvenuto ƒoreigner alla tua accademia. Come hai richiesto l'esame lo farà il mio PG Chunin, Dadi Junsui.
    Descrivi come preferisci i giorni precedenti all'accademia e la mattina stessa, scrivendo sia dello stato psicologico ma anche ciò che vede il tuo personaggio. Puoi fermarti tranquillamente a quando incontri Dadi e puoi rispondere alla sua domanda come più ti aggrada. Per dubbi tecnici ti invito a consultarti con lo staff, ma per domande riguardo la role puoi chiedere pure a me!
    Buona scrittura ^^
     
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    Iza aveva riflettuto per lungo tempo sul corretto sentiero da intraprendere nella sua vita, sull'effettiva possibilità di diventare una ninja - una kunoichi più correttamente - o lasciarsi semplicemente trascinare dal corso degli eventi. La maggior parte dei giovani che si approcciavano alla carriere in quelle che erano fondamentalmente le forze armate del villaggio lo facevano per ricercare indipendenza in un mondo in continuo cambiamento o per inseguire un vacuo concetto di "potere", di "forza", forse di dominanza. Il sogno, magari, di risollevare la propria condizione in un mondo in un continuo tentativo di rialzarsi dalle polverose rovine create dalla guerra, una guerra che pur cambiando continuamente nome come un mostro mutaforma non sembrava voler accennare al termine della sua furia distruttiva. In questo la gerarchia ninja, che ignorava la nobiltà di provenienza e si concentrava solo sulle capacità del singolo, era certamente la carriera più ambita tra i giovani. Con il solo prezzo della propria lealtà (e a volte della propria vita) chi lo sa, forse un giorno i posteri avrebbero potuto considerare chiunque come l'iniziatore di un qualche clan dall'altissimo lignaggio. Questi, comunque, erano motivi che neppure passavano per la testa della giovane Iza.
    In tutta onestà, quello sarebbe stato certamente il momento propizio per il proliferare dei ragazzi con quella mentalità, specialmente ad Oto: le infrastrutture del villaggio andavano ricostruite, molti ninja erano scappati, avevano tradito o erano morti in battaglia contro i pirati o chissà quale orrore. Proprio per questo motivo anche una novellina come lei stava per tenere il suo esame finale dopo neppure troppi mesi d'accademia. Iza si era iscritta subito dopo la caduta dei pirati: era bastato il tempo del loro soggiorno nel villaggio per farle cambiare completamente mentalità e visione del mondo e spingerla a quella che vedeva come una via filantropica di esistere. Aveva abbandonato l'idea dello studio erudito che non sarebbe servito a nessuno se non a sé stessa e aveva deciso di dare sé stessa al mondo, ironicamente, proprio quando aveva costruito attorno a sé un'armatura fatta per allontanare gli altri. Una sorta di bisturi incantato come tante spade maledette di cui il folklore era pieno, una lama fatta per curare ma che uccide inevitabilmente tutto ciò che taglia: non ci sarebbe stato miglior modo per definire la giovane dai capelli dorati se non un paradosso.
    La mente polarizzata e polarizzante di Iza vedeva solamente due tipi di persone nel mondo ninja: quelli mossi da un sincero desiderio di aiutare agli altri e coloro che nascondevano i propri vantaggi personali dietro quell'assunto. La giovane si chiedeva spesso in Accademia, osservando i suoi compagni, quanti di loro fossero davvero mossi dal patriottismo e dal desiderio di aiutare le persone e non invece da motivi triviali ed egoistici. Dire che Iza non fosse patriottica sarebbe mentire, ma la sua visione era ampia. Per quanto fosse una cittadina del Suono, fiera di essere nata e vissuta lì, si sentiva anche una cittadina del mondo. Non riusciva a vedere la differenza tra i membri di Oto e quelli di Konoha o di Kiri: non ne aveva mai visti, ma erano davvero "nemici"? Il semplice fatto di essere nati in paesi diversi li rendeva volti senza personalità da uccidere per vantaggio? Per Iza esistevano solo due persone: i buoni e i cattivi. I pirati che avevano messo in ginocchio il suo paese, chissà, magari tra le loro fila c'era anche qualche membro di Oto stessa. Magari qualcuno aveva tradito il villaggio, li aveva fatti entrare. Iza si svegliò al sorgere del Sole.
    Con tutte quelle elucubrazioni la giovane non aveva certo passato la migliore delle notti. Era poco prima delle sei del mattino e il suo sonno era stato disturbato dal timore e dall'ansia. Quel giorno avrebbe dovuto tenere il suo esame d'Accademia come era stata avvertita non troppi giorni prima da un messaggio su un rotolo. La giovane dagli occhi azzurri non si sentiva per nulla pronta, ma in tutta onestà - fosse stato per lei - probabilmente non si sarebbe mai sentita tale. Come detto, Iza aveva iniziato a frequentare l'Accademia poco dopo la liberazione di Oto, e non erano passati molti mesi da allora. Aveva iniziato tardivamente, ma complice l'assenza di ninja al villaggio a causa dell'invasione e della guerra e la sua età ormai matura ed avanzata (senza poi nascondere la sua naturale propensione se non per la pratica, per lo studio teorico) il suo momento era giunto prima del previsto. Probabilmente, giunti a quel punto, al villaggio non importava neppure tanto della qualità dei ninja quanto del loro numero. Alla peggio sarebbero rimasti a salvare gatti ed aiutare anziani per tutta la vita, inadatti a diventare chunin o scalare la gerarchia. Non una gran perdita.
    Iza poggiò i suoi piedi nudi sul freddo tatami di casa sua alzandosi dal letto. Sebbene non fosse per nulla raccomandato, ignorò la colazione: quando era tesa avvicinare una qualsiasi cosa al suo cavo orale anche per sbaglio le scatenava una fastidiosissima sensazione di vomito. Lavatasi, coprì la sua pelle pallida con un paio di pantaloni neri larghi il giusto da non impicciare i movimenti e una maglia bianca che era in realtà poco più di una fascia avvolta attorno al suo fragile busto e chiusa con una piccola spilletta a forma di nota musicale all'altezza del collo, lasciando interamente scoperte le braccia e buona parte della pancia. Uscendo di casa nella brezza mattutina del paese delle risaie si risentì leggermente della scelta. Come timidi fiori che tentano di bucare la neve nel rigido inverno, la pelle d'oca colonizzò velocemente l'interezza della sua pelle scoperta. Era mattino presto, ma molti erano già per strada per aprire il proprio negozio, i più fortunati, o per proseguire i lavori di ricostruzione per quelli che più erano stati colpiti dall'invasione. Il negozio di suo padre era uscito pressoché indenne, ma era fondamentalmente stato razziato dai pirati: quando si hanno armi gratuitamente, si sa, si fa fatica a trattenersi.
    L'Accademia non distava un granché da casa di Iza e in giusto una manciata di minuti si trovò ad attraversarne l'arco d'entrata come faceva in realtà ormai da qualche mese più o meno tutti i giorni. Nelle lezioni a cui aveva partecipato le erano state insegnate le arti ninja, la divisione tra le varie tecniche, come impastare il chakra e tante altre lezioni che... beh, probabilmente ora avrebbe dovuto mostrare al suo esaminatore.
    Perfetto simbolo della società ninja del villaggio, neppure l'Accademia si era ripresa del tutto. Le sue aule erano ancora in gran parte chiuse, i corridoi polverosi, il personale era tutt'altro che numeroso. Molti ninja erano fuggiti durante il periodo di dominazione dei pirati. Beh, tutti quelli che non erano morti o erano stati presi prigionieri a dire il vero. Anche il suo esaminatore, aveva letto nella pergamena con la quale era stata avvisata dell'esame, apparteneva a questi. Iza aveva fantasticato per giorni, riflettendo se si trattasse di un qualche eroe o invece di un estremo codardo fuggito via il primo possibile e solo ora che tutto si era risolto ritornato con la coda tra le gambe. Per quanto possa sembrare una visione critica, in realtà Iza non aveva nulla in contrario: era più curiosa della sua storia piuttosto che in grado di esprimere giudizi morali sulla stessa. La fuga è solo un istinto dell'essere umano.
    Un chunin la guidò verso i campi di allenamento all'esterno, dove qualche volta aveva provato le tecniche durante le lezioni. Il suo esaminatore era lì, in piedi. Una figura longilinea e dall'aspetto sconsolato: un albero spoglio dai capelli bianchi e il volto smunto che, nonostante l'altezza, non sembrava troppo più grande della giovane dai capelli dorati. L'esaminatrice era nel campo assieme ai manichini da allenamento che però avevano qualcosa di diverso rispetto al solito. In preda all'ansia, però, Iza non ci fece al momento troppo caso. Con passi lenti calcò la terra battuta del campo per raggiungere l'esaminatrice dai capelli bianchi.
    Rispose alla domanda della ragazza con un inchino: con le dita delle mani incrociate all'altezza del pube e schiena rigida piegò la testa verso il terreno senza aprir bocca. Successivamente la chunin le domandò se avesse delle domande riguardo al programma affrontato in Accademia, fosse teorico oppure pratico.
    No, sensei. Nessuna domanda. - rispose semplicemente scrutandola coi suoi occhi blu. Anche avesse avuto delle domande, difficilmente le risposte della chunin le sarebbero servite a qualcosa. Quello era il giorno del suo esame: non avrebbe imparato ora nulla che non avesse imparato nei mesi di accademia e fare anche una sola domanda non avrebbe fatto altro che rendere palese una sua eventuale impreparazione. Quello era un esame e non un gioco, e Iza se ne rendeva conto. Avrebbe mostrato il meglio di sé e avrebbe gioito passandolo o pianto una volta bocciata, ma non voleva l'aiuto di nessuno: un eventuale fallimento avrebbe mostrato solamente una sua mancanza.

    Izanami Nidoki ♪ 150 HP - 150 CHKR

     
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    Quella mattina la Chunin dall'aspetto cadaverico che ora si trovava di fronte ad Izanami si era svegliata nervosa forse tanto quanto la ragazza che doveva essere esaminata. Come aveva preannunciato alla sua studentessa, lei era la prima che doveva giudicare nonostante la promozione avvenuta da così poco. Di quei tempi pieni di incertezze era stata fatta capitano e doveva guidare gli altri, nonostante fosse la prima ad aver avuto dubbi sul suo ritorno. Era degna di una tale promozione? Oppure era stata promossa solo per essere tenuta d'occhio dopo tutti gli avvenimenti con quel Mukenin che aveva quasi spazzato via l'intero mondo ninja? Non poteva saperlo, anche perché lei non era di certo quella che doveva decidere le sorti del villaggio, anche se le sarebbe piaciuto. In modalità simili a quelle della studentessa, pure lei si era alzata molto presto, quando ancora il giorno aveva ancora diverse ore di riposo prima di sostituire la notte sopra le loro teste. Appena aveva saputo che prima o poi sarebbe stata chiamata per dover gestire un esame, aveva cominciato silenziosamente a seguire tutti gli altri per capire come fare. Le sembrava di essere tornata ai tempi quando fu mandata sul fronte a svolgere il proprio esame, mettendole una paura incredibile. Le avevano dato delle linee guida generali e sapeva pure lei che la prova doveva vertere sulle tre tecniche base dell'accademia e sulla loro applicazione. I vari sensei di accademia usavano il metodo che preferivano per valutare che gli studenti sapessero applicare quelle tecniche per non farsi ammazzare appena messo piede fuori dal villaggio. C'era chi chiedeva un semplice test pratico dei sigilli, chi voleva fare uno scontro tra studenti o contro il maestro stesso. Dadi aveva pensato a lungo se seguire queste regole o se andare per la propria strada. Aveva osservato così tanti allenamenti che si chiedeva se fosse necessario fare quell'esame. Con esseri umani come Qayin in grado di distruggere un intero villaggio senza problemi e troppa fatica, come poteva un ragazzino appena uscito dall'accademia poter fare qualcosa? Aveva imparato molto da ciò che aveva fatto in quell'anno di assenza, aveva osservato sia i ninja più forti che quelli appena in grado di reggersi in piedi sul campo di battaglia. Tutti quei ragazzini le ricordavano un certo bambino dai capelli rossi a cui era saltata in aria la gamba e che era riuscito a malapena a sopravvivere.
    Le era arrivato una settimana prima il fascicolo di una delle studentesse dell'accademia del villaggio. Izanami Nidoki, di un clan famoso per la propria forza all'interno del villaggio. Aveva svolto l'intero corso accademico in tempo veramente limitato, cosa che poteva suggerire un estremo talento oppure un semplice piano per reintegrare più forza bellica possibile. Era più piccola di lei di un solo anno e non aveva mai fatto la ninja prima. Che cosa curiosa. Spesso ci si iscriveva da bambini piccoli per seguire un lungo percorso che portava al diploma sicuro, per impartire nella propria mente già da giovani il pensiero dei ninja. Vivere nell'ombra ed essere pedine sacrificabili in caso di bisogno. Doveva trovare qualcosa di adatto a lei e non poteva di certo ingannare quella che era già una donna con giochetti per i ragazzini. Per una volta però l'albina non fu scoraggiata nel trovare una soluzione. Aveva passato la maggior parte della settimana a girare tra l'accademia ed il cantiere, chiedendo una mano per costruire una prova di sua ideazione. Si vergognava un po' a chiedere favori ai vari carpentieri che dovevano lavorare per il villaggio, ma tra loro e l'aiuto di qualche ninja esperto in quei marchingegni era riuscita ad organizzare tutto. Per lei, la capacità più importante in uno shinobi stava nella precisione e nel limitare i danni. Era vero, spesso erano solo tanti soldatini che potevano sparare shuriken o fuoco in base all'occasione. Però sapeva che la vita da Genin era spesso costellata di dubbi e scelte da fare sul momento, scelte che dovevano essere forzatamente separate dalla propria morale. Era impossibile uscire dalla guerra o da una missione violenta senza ferite dolorose che trafiggevano la mente e gli occhi ogni volta che si chiudevano, perché anche lei vedeva spesso il corpo trafitto del pirata od il viso sanguinolento del Mukenin kamizake. Forse la prova che aveva pensato era qualcosa di non necessario, se la sarebbe potuta cavare con un semplice esame pratico delle decine di sigilli vari. Ma per sfortuna di Izanami, la Chunin Dadi Junsui non voleva tralasciare nulla.
    « Perfetto. Ti spiegherò subito la prova, allora. Seguimi un attimo. » - La ragazza albina avrebbe sorriso, prima di fare qualche passo alla sua destra, avvicinandosi alla foresta di manichini per poi guardare la propria studentessa. « Questo gruppo di manichini è stato riprogettato per l'esame. Se ti avvicini un po', vedrai una serie di oggetti e corde tra di essi. » - Avrebbe indicato con la penna la prima fila di manichini, che copriva quasi tutto il campo di addestramento. Guardando meglio si potevano notare infatti numerose lenze di colore nero molto sottili, oltre che numerose scatole di legno che arrivavano al ginocchio della bionda. Sembravano abbastanza voluminose da essere perfette per un'eventuale Sostituzione. Quelle pessime imitazioni di esseri umani sembravano formare un percorso centrale abbastanza ampio da poter passare senza problemi, come se fossero gli spettatori degli esami. Izanami avrebbe notato subito che uno di essi aveva un bersaglio sul suo viso, più precisamente uno a due metri sulla sua sinistra, mentre l'altro era visto di profilo, sporgente sulla destra di quella via chiusa lunga una ventina di metri.
    « L'obiettivo della prova è colpire in pieno almeno 3 bersagli tra i tanti che sono disseminati lì in mezzo, arrivando in fondo senza farsi colpire. Tirando i fili i manichini si gireranno rivelando il bersaglio, ma allo stesso tempo attiveranno una trappola che ti lancerà addosso un innocuo kunai di gomma. » - Avrebbe spiegato la ragazza, indicando occasionalmente le parti che componevano la prova, cercando di non parlare troppo velocemente per far capire tutto alla ragazza. Avrebbe poi consegnato ad Izanami 6 lucenti shuriken veri, che probabilmente aveva già usato in accademia. « I kunai non ti faranno male, ma possono rompere una Trasformazione. Appena ti senti pronta, trasformati in chi preferisci e cerca di arrivare in fondo. Verranno valutati il tempo, la precisione del lancio e come userai i vari elementi per evitare i dardi. » - Dadi si trovava a suo agio a spiegare le cose e sperava veramente che Izanami apprezzasse il suo impegno per ideare tutto ciò. Se avesse avuto successo chissà, forse avrebbero adottato il suo metodo in futuro e l'avrebbero riempita di gloria.
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    Eccoci qua! Parto dicendo che mi è piaciuto molto il tuo post, spero che la mia esposizione politica ti sia servita come ispirazione ✨.
    Spero che sia tutto chiaro per quanto riguarda la prova, ma puoi chiedere tranquillamente a Dadi qualche informazione in più. L'importante è eseguire una trasformazione (in ipotetico, ti darò l'esito al prossimo turno ma sarà molto probabilmente positivo) e poi provare a muovere i primi passi verso il fondo, naturalmente descrivendo l'approccio che il tuo personaggio compie.
    Per qualsiasi domanda mandami un MP!
     
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    Iza annuì per poi seguire la sua sensei in quei pochi passi che le portarono di fronte alla fila composta da manichini. Si ritrovò a deglutire una volta ascoltata la spiegazione dell'esame, cercando di ricacciare a sciogliersi nello stomaco quel nodo di stress e timore che sembrava un takoyaki bloccato nella sua gola. Aveva ricevuto numerose rassicurazioni in quei giorni precedenti all'esame. "Stai tranquilla, proverai solo una tecnica e gli parlerai della gerarchia ninja", "Non è nulla di complicato, di sicuro sarà un gioco da ragazzi" e cose simili, e invece trovava di fronte a sé una sorta di percorso ad ostacoli talmente fitto da sembrare forse più che altro una guerra simulata. La giovane esaminatrice dall'aspetto cadaverico aveva detto che quello era il primo esame che teneva e, onestamente, Iza non poté che pensare che avrebbe preferito non lo fosse.
    Inutile dirlo: anche se aveva finito l'Accademia quasi in tempo record, Iza non pensava di avere chissà quali doti particolari e certamente non di appartenere ad uno dei Clan più importanti e prestigiosi del Paese. Ogni volta che aveva chiesto informazioni ai suoi genitori questi gli dicevano che si trattava di una semplice omonimia, e la giovane dai capelli dorati non aveva mai faticato a crederci. A conti fatti era una semplice ragazzina che aveva deciso di intraprendere la via del ninja da non più di sei mesi, senza un particolare talento. Era convinta che la sua promozione fosse così vicina per coincidenza di due semplici motivi: Oto aveva bisogno di una nuova generazione di soldati e lei era troppo anziana per rimanere in Accademia.
    Negare che avesse creduto a quelle voci che arrivavano dai genitori e dai compagni sarebbe mentire: Iza era convinta che nonostante tutto l'esame sarebbe stato qualcosa di semplice. Una semplice prova burocratica, dopo la quale avrebbe riso di tutto quello stress che l'assaliva inutilmente come se fosse semplicemente uno dei requisiti necessari per la prova. Eppure... non era così.
    Per quanto non fosse particolarmente prestante dal punto di vista pratico, la Nidoki era comunque una buona studiosa e conosceva sigilli e gerarchia ninja a memoria... Non che fosse particolarmente difficile, in ogni caso. Sapeva che ai genin erano principalmente affidati compiti facili e privi di rischio, generalmente nei dintorni stessi del loro Paese. Incontrare dei ninja avversari in situazioni simili era fondamentalmente improbabile, se non impossibili. E allora... Era davvero necessario attraversare un percorso ad ostacoli che, almeno per la ragazza dall'esile fisico pallido, sembrava rappresentare una sorta di imboscata?
    A conti fatti, Iza non era neppure troppo spaventata dall'esame in sé, alla peggio l'avrebbero bocciata e l'avrebbe ritentato. Era il significato di quell'esame a terrorizzarla. Oto era appena stata riconquistata dai suoi cittadini, che avevano visto prima una guerra e poi un'invasione. Forse qualcosa stava cambiando? Non ci aveva mai ragionato prima, ma in effetti una penuria di ninja poteva anche voler significare che anche a quelli più giovani potevano nel caso essere affidate missioni più rischiose. Si trattava ovviamente di un pensiero traumatizzante per una ragazza che, comunque, avrebbe voluto vivere la sua vita da ninja sulle retrovie. Nel suo ideale lei sarebbe stata la persona adatta a curare le ferite dello spiedino di kunai, e non lo spiedino stesso. Alla visione il suo intero corpo si irrigidì come se la sua spina dorsale fosse stata attraversata da centinaia di cubetti di ghiaccio, e cercò di fare un lungo respiro per sciogliersi: l'ansia non l'avrebbe portata da nessuna parte, doveva liberare la mente e darsi da fare se voleva giungere da qualche parte nella vita.
    Era felice, se non altro, che i kunai utilizzati nella prova fossero di gomma: conosceva ben più di un insegnante all'Accademia che nella stessa situazione li avrebbe messi metallici e ben appuntiti. Eppure non poteva fare a meno di chiedersi da dove avesse origine quella prova mai sperimentata prima. Cosa aveva visto quella ninja sul suo percorso? Cosa aveva affrontato per ritenere che anche un genin dovesse essere pronto ad un simile scenario? Ok, aveva già perso abbastanza tempo.
    Comprendo. - rispose con voce leggermente rotta fingendo un'apparente calma, salvo poi distendere un po' i nervi - Farò del mio meglio, sensei. - aggiunse. Iza era onestamente infastidita dal fatto che la sua esaminatrice non si fosse presentata, ma evidentemente doveva far parte della prassi.
    La giovane di Oto non era certo la miglior stratega né quella coi migliori risultati nelle esercitazioni fisiche, ma se c'era una cosa che sapeva fare più che decentemente era utilizzare le tecniche insegnate all'Accademia. La sua capacità di impastare e controllare il chakra era molto più che decente per una novizia, e considerata l'aspirazione ad una futura carriera medica questo era uno dei suoi pochi e maggiori vanti. Con sicurezza la giovane portò le mani dalle dita fragili come rametti all'altezza del petto, di fronte al seno, ed iniziò a comporre i tre sigilli necessari al corretto svolgimento dell'attivazione della tecnica richiesta dall'albina di fronte a lei. Poteva sentire il chakra condensarsi e fluire all'interno del suo corpo, e questo le dava sicurezza. Se fosse riuscita ad effettuare la tecnica nel modo corretto, con l'intenzione di assumere le sembianze dell'esaminatrice di fronte a lei, avrebbe semplicemente superato quella che era la parte più facile del test: il problema sarebbe giunto dopo. In caso contrario avrebbe ritentato sino alla buona riuscita o perlomeno finché l'esaminatrice non le avrebbe o detto di smettere per pena o di tornarsene a casa ad ingoiare il fallimento, facendo una figura più che misera.
    Nell'ipotesi più funzionale alla protagonista di questa storia, Iza avrebbe guardato Dadi come uno specchio dall'immagine leggermente più bassa. I suoi capelli si sarebbero accorciati e tinti di bianco, la sua pelle sarebbe rimasta egualmente pallida ma un po' più smunta e soprattutto sarebbe stata coperta dalle vesti da chunin del Paese.
    Dietro quella scelta, oltre ad una palese mancanza di inventiva, vi era in realtà una micro-strategia. Indossare le vesti da chunin era un gesto scaramantico come a voler dire a sé stessa "stai tranquilla, ce la farai" e allo stesso modo sperava che assumere le sembianze dell'esaminatrice l'avrebbe resa un po' più dolce e meno rigida considerando che, almeno apparentemente, stava giudicando sé stessa.
    Iza afferrò gli shuriken gentilmente offerti dal suo doppelgänger per prepararsi alla parte più dura dell'esame. Il freddo metallo a contatto con la sua pelle pallida le confermò che, a differenza di quelli in dotazione ai manichini, si trattava di armi vere, ed era la prima volta che ne stringeva. Nonostante la tecnica della trasformazione l'avesse dotata di un giubbetto tattico dalle numerose tasche si trattava ovviamente di un falso, per cui non aveva la possibilità di nascondervi le armi. Decise pertanto di tenerle semplicemente in mano accogliendole tra due dita, tre shuriken per mano: uno aveva trovato accoglienza stretto tra indice e medio, uno tra medio e anulare e uno ovviamente tra anulare e mignolo.
    Il primo bersaglio era bell'è che rivolto verso Iza e onestamente se fosse riuscita a mancare quello, beh, probabilmente si sarebbe auto-bocciata e sarebbe tornata a casa. Il bersaglio era sulla sinistra e fortunatamente o sfortunatamente la giovane di Oto era mancina. Ovviamente questo sarebbe stato fortuito in qualsiasi circostanza, ma trattandosi di un normale bersaglio fermo e in linea retta Iza decise che avrebbe provato a colpirlo con lo shuriken del mignolo destro. Non era la sua mano dominante ed era quello nella posizione migliore, quindi pensava sarebbe stato giusto liberarsene col bersaglio più facile. Iza era a circa tre metri dal manichino. Portò la mano destra alla spalla sinistra e con un secco movimento a mezzaluna la riportò al fianco destro scagliando lo shuriken, almeno sperava, al centro del bersaglio. Quello sarebbe probabilmente stato il fischio di inizio del tempo del test: l'aspirante medico avrebbe quindi corso verso il percorso con l'intenzione di far scattare la prima corda, e quindi il primo manichino. Facendolo si sarebbe abbassata sino ad ipoteticamente rasentare terra, allungando la gamba sinistra alle sue spalle e piegando il ginocchio destro. Sperava così di anticipare il kunai di gomma sperando venisse lanciato ad altezza petto o testa per poter quindi seguire col lancio dello shuriken tra medio e anulare destro verso il bersaglio del nuovo manichino. Se per sua sfortuna quel kunai fosse stato indirizzato verso il basso sarebbe probabilmente stata costretta ad utilizzare una Tecnica della Sostituzione considerato che non si era proprio posta in una posizione comoda per una schivata. In ogni caso, se fosse riuscita ad evitare il colpo e quindi a lanciare lo shuriken verso il bersaglio, gliene sarebbe rimasto solo uno nella mano destra e lo avrebbe afferrato infilando l'indice nell'apposito buco per ottenere una miglior presa. Il test era iniziato, doveva dare tutta sé stessa.

    Izanami Nidoki ♪ 148 HP - 145 CHKR



    CITAZIONE
    Tecnica della Trasformazione del Corpo (Henge no Jutsu)

    Utilizzo tecnica: -5 CHKR

    Shuriken: Posseduti 4 / Lanciati 2

    Costo: -2 HP
     
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    La spiegazione di quella prova, che pareva decisamente più complicata di quanto la bionda aveva immaginato prima di entrare nel campo d'addestramento, fu fortunatamente recepita dalla studentessa. L'albina non lo fece vedere, ma tirò un sospiro di sollievo quando lei rispose che aveva compreso e che poteva iniziare. Uno dei suoi più grandi dubbi era stato che lo studente capisse con precisione cosa fare, visto che era un test del tutto nuovo. Forse era un po' esagerata nel pensare che anche i Genin sarebbero serviti anche per le missioni più pericolose, ma dopotutto era stata quella la sua esperienza come kunoichi. Dadi era abbastanza ignara del fatto che Iza fosse così nervosa e che sperasse in un test del tutto diverso, forse interpretando quel sospiro con la normale tensione prima dell'esame. Era anche lei a conoscenza che probabilmente si trattava di qualcosa di nuovo e che poteva spaventare, ma sentendo che quella ragazza aveva finito l'accademia in così poco tempo le sue aspettative si erano alzate di molto. Pure lei aveva iniziato un po' più tardi il percorso scolastico da ninja, più che altro perché i suoi genitori non avevano la minima intenzione di esporla a tale pericolo, fino alla rivelazione che aveva forse qualcosa di speciale. Leggendo il cognome della ragazza poi, al contrario di Izanami stessa l'albina aveva già immaginato che possedesse un minimo di talento, nonostante non avesse mai incontrato persone con la capacità di far uscire un gemello dal proprio corpo. Molto probabilmente era di un ramo che non era specializzato nello sfornare ninja, era una cosa che poteva capitare tranquillamente. Lei non aveva idea di cosa si provasse nello stare in una "famiglia" del genere e forse glie lo avrebbe chiesto poco dopo l'esame, se non fosse stata bocciata miseramente.
    Fu quindi il momento della verità per quanto riguardasse la parte del chakra. Anche in quel caso Dadi aveva alzato abbastanza l'asticella per Izanami, visto che la Trasformazione era la tecnica base più complicata delle tre. Era vero, per la Sostituzione ci voleva una certa rapidità di mano per usarla in modo utile, ma era una tecnica semplicissima al dire il vero. La Moltiplicazione era una delle prime che insegnavano e quasi tutti gli studenti erano in grado di evocare più di una copia, visto che emettere il chakra all'esterno era anch'esso uno dei concetti più semplici per un ninja. La Trasformazione non richiedeva particolari riflessi o quantità di chakra, ma era un lavoro concettuale molto complicato per il cervello umano. Quando un pittore ritrae una persona infatti, ha bisogno che quella stia lì davanti a lui immobile per ore pur di catturare la sua essenza e renderla uguale sulla tela. Anche facendo così era estremamente difficile riprodurre una persona a mano alla perfezione, senza che la mano o la visione dell'artista cambiasse qualcosa. Per quello era necessaria una macchina fotografica, ma non si potevano ancora usare delle macchine per una tecnica. Bisognava quindi avere bene a mente il soggetto da copiare, i colori e le forme da utilizzare. Inoltre bisognava essere bravi ad impastare il chakra per applicare ciò che si aveva in mente, senza utilizzarne troppo o troppo poco. Nel primo caso la copia era malfatta e l'utilizzatore sarebbe presto crollato a terra privo di energie, nel secondo sarebbero mancati abbastanza dettagli da renderla ridicola e facilmente riconoscibile. Fortunatamente, non fu quello il caso di Iza.
    « Benissimo, ottima Trasformazione. Puoi partire quando vuoi. » - Avrebbe semplicemente commentato Dadi con un sorriso stampato sul volto. Izanami si sarebbe ritrovata in un'altra pelle nonostante il colore simile, creando una versione quasi in miniatura di Dadi. Effettivamente l'esaminatrice fu abbastanza stupita dal livello di dettaglio che la giovane creò, riuscendo a scorgere qualche imperfezione che però era notabile perché semplicemente era lei. Non era sorpresa dalla scelta di copiare chi aveva davanti, visto che anni prima aveva fatto la stessa identica cosa, ma non sarebbe valsa meno punti per quello. A cercare di inventare una persona spesso si finiva per dimenticarsi qualcosa come una pettinatura convincente od un viso umano, oltre che essere la maggior parte delle volte inutile sul campo. Poter copiare i propri compagni o magari oggetti ed animali era molto più utile che cercare di infiltrarsi da qualche parte con un volto che non esisteva su quella terra. Annotò un paio di caratteri sul taccuino che aveva tra le mani, ricordandosi di fare attenzione in quel momento, perché il test sarebbe comunque durato molto poco. Osservò la ragazza distribuire gli shuriken tra le mani, tifando silenziosamente per lei. Le sarebbe piaciuto vedere la ragazza promossa e con il coprifronte alla fine della mattinata, ma dipendeva tutto da lei.
    Il test cominciò con il lancio degli shuriken verso il primo bersaglio, cosa abbastanza ovvia visto che era il più facile e fatto per dare un certo orientamento e sicurezza a chi era lo sfortunato partecipe. Izanami nelle spoglie della Chunin tentò di colpire il centro del bersaglio con la propria mano destra, riuscendoci con un po' di fortuna ed abilità. Era quello più vicino a lei e quindi avrebbe semplicemente il rumore secco del metallo che si conficcava nel legno, forse fornendole un po' di fiducia in sé stessa per la prova. Toccava però a lei fare qualche passo, letteralmente, per proseguire nella prova. Avrebbe sentito vagamente la corda sullo stinco destro, prima di sentire il rumore di meccanismi che si muovevano sfregando l'uno con l'altro. Si trattava di un rudimentale sistemale di ingranaggi che probabilmente avrebbe fatto ridere un qualsiasi carpentiere, ma che servivano ad allenare l'orecchio ai rumori che circondavano la ninja. Il primo kunai era stato progettato come prova ed infatti l'intuizione della bionda fu quella di abbassarsi per evitare un colpo di cui sapeva già la provenienza. Avrebbe sentito l'arma volarle sopra la testa, partendo da molto vicino rispetto alla propria posizione, permettendole di tirare lo shuriken e colpire un'area molto vicina al centro. Il rumore di ingranaggi però non si era fermato, facendo intravedere poco lontano da lei che qualcosa in quella foresta di manichini si stava ancora muovendo. Dopo un paio di secondi dal lancio infatti Izanami avrebbe visto una coppia di kunai innocui cercare di colpirla dritto per dritto proveniente da unmarchingegno di legno posto sul fondo, abbastanza in basso da costringerla ad un'acrobazia o alla tecnica della Sostituzione. Avrebbe avuto abbastanza tempo da prepararsi vista la sua posizione, ma doveva sbrigarsi in fretta a scegliere un bersaglio. Aveva una scatola a circa cinque metri da sé alla propria sinistra, circondata da almeno 3 fili che sembravano quasi formare un intricato disegno geometrico. Il terreno che aveva vicino era comunque abbastanza libero da poter provare una qualsiasi altra schivata, sempre che facesse abbastanza attenzione da evitare i fili che aveva vicino per non venire colta impreparata.

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Come detto prima, buon post!
    Hai eseguito un "attacco" diciamo ed ora dovrai eseguire quella che è una difesa. I combattimenti sono solitamente divisi in attacco e difesa, utilizzando alcune statistiche come scritto nel regolamento. In questo caso per la tua schivata fisica ho usato le statistiche di Agilità+Taijutsu. I manichini non hanno una vera e propria riuscita d'attacco, ma se fosse stata superiore ti avrebbero colpito, ma terremo conto più che altro della parte narrativa nella role.
    Ora puoi provare a schivare i due shuriken che vedi arrivarti da lontano nel modo che preferisci: continuare con semplici schivate od usare la tecnica della sostituzione. Se vuoi qualche dettaglio in più non esitare a contattarmi!
     
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    Fortunatamente Iza ebbe successo nell'attuare la Tecnica della Trasformazione. Non aveva tanti dubbi considerato che era abbastanza abile nell'impastare e gestire il chakra, ma il timore e l'ansia per l'esame potevano comunque fare brutti scherzi. Aveva utilizzato quella tecnica più e più e più volte e fallire nel mettere in pratica avrebbe probabilmente demolito la sua autostima. A conti fatti in Accademia venivano insegnate ai giovani solo tre tecniche, non era poi così difficile utilizzarle. La giovane di Oto poggiò i suoi occhi azzurri sul giacchetto verde da chunin che ora copriva il suo petto. Al di là di quello non aveva altri modi per verificare la riuscita più o meno fedele rispetto all'esempio che aveva di fronte a sé, ma la sua sensei sembrò soddisfatta.
    Dopo un lungo sospiro in fronte a quella specie di bizzarro percorso ad ostacoli per shinobi, la giovane di Oto si fece coraggio e diede il colpo d'inizio. Lo shuriken lanciato dalla mano destra, ondeggiando nell'aria in segno di una padronanza non troppo ottimale della mano non dominante, andò fortunatamente a conficcarsi sul bersaglio designato con un suono sordo. Solo una volta sentito il rumore la giovane scattò verso i manichini intenta a far scattare le varie trappole per mettere in mostra i vari bersagli. Doveva colpirne solo più due e arrivare alla fine del percorso, poteva farcela. Forse altri in quel momento avrebbero pensato a strafare, a dare il meglio di loro, a colpire un bersaglio con ognuno degli shuriken in dotazione al semplice scopo narcisistico di mostrare la loro abilità. Iza non era così: una volta centrati i tre bersagli, ammesso che ci riuscisse ovviamente, si sarebbe preoccupata solo di arrivare alla fine del percorso.
    Quando la sua coscia impattò col cavo, interrompendo la sua tensione, la giovane Nidoki iniziò a sentire il muoversi arrugginito di macchinari ed ingranaggi. La giovane dai capelli d'oro si abbassò come aveva previsto sperando di evitare lo shuriken di gomma lanciato dal manichino. Fortunatamente la sua previsione era valida, e la giovane sentì la finta arma sfrecciare qualche centimetro sopra la sua testa come un piccolo razzo. Assieme al lancio della finta stella ninja, il manichino mutò la sua posizione rivelando il secondo bersaglio. Iza lanciò un secondo shuriken verso di esso, colpendolo ma non precisamente al suo centro. Anche questa volta l'arma era stata scagliata con la mano non dominante e in una posizione non proprio ottimale, per cui si accontentò del risultato. Aveva colpito due bersagli, ora gliene mancava solamente uno. Velocemente passò l'ultimo shuriken della mano destra facendolo strisciare tra le dita, infilando l'indice all'interno del suo buco e tenendo la mano leggermente aperta per non ferirsi con le quattro lame in metallo. Alzando gli occhi in fronte a sé, la ragazza vide due nuove armi in gomma dirigersi verso la sua direzione.
    Come osservato in precedenza, quel percorso era disseminato di scatole e altri oggetti utili per tentare una tecnica della sostituzione, ma non era purtroppo un'opzione fattibile. Le mani della giovane erano occupate dagli shuriken e non poteva comporre i sigilli necessari. Non capiva se la novella sensei non avesse semplicemente pensato a quell'eventualità o se invece era una stronza e aveva posizionato le scatole proprio per far tentennare gli aspiranti genin, annebbiando il loro giudizio per influire sulla loro prova. In ogni caso, Iza avrebbe utilizzato le sue (poche) doti fisiche per provare ad evitare quelle armi. Al momento una delle sue gambe era piegata, l'altra era stesa dietro di sé. Cercò di portare quest'ultima all'altezza dell'altra, il ginocchio quasi a strisciare sul terriccio sotto di lei. A quel punto, piedi pari, avrebbe tentato di evitare le finte lame con un semplice salto verso l'alto, leggermente inclinato in avanti. Ammesso che con le sue non proprio ottimali doti fisiche fosse riuscita ad evitare gli shuriken, una visuale dall'alto le avrebbe forse fornito una buona visibilità sulla posizione di altri bersagli in modo da decidere quale colpire per ultimo. Avrebbe poi tentato di atterrare in una zona priva di fili in modo da non doversi prodigare per una nuova schivata subito dopo atterrata. Era difficile, ma poteva farcela.

    Izanami Nidoki ♪ 147 HP - 145 CHKR



    CITAZIONE
    Schivata in Salto: -1 HP

    Shuriken: Posseduti 4 / Lanciati 2
     
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    Nella mente della Chunin che aveva ideato la prova, tutto stava procedendo secondo i piani. La ragazza aveva evitato con facilità i primi ostacoli e si approcciava ad attivarne altri, oltre che a proseguire lungo il percorso. Era decisamente contenta che tutto stesse filando liscio e quasi si immaginava nella sua mente quali sarebbero state le sue prossime mosse, come se stesse osservando per l'ennesima volta se stessa o gli studenti dell'accademia che facevano gli esami pubblici. Se non ricordava male quella stessa mattina ci sarebbero stati altri esami che però riguardavano gli studenti che avevano avuto un percorso scolastico normale, cosa per cui lei non era ancora pronta. Forse diventando Jonin avrebbe preso anche lei parte di quegli impegni, ma si immaginava di diventarlo quando avrebbe avuto molte più rughe sul viso. Non poteva credere nemmeno lei di essere diventata Chunin a nemmeno diciotto anni, superando e raggiungendo moltissime persone che avevano anche il doppio dei suoi anni. Che fosse una ninja decente poteva essere rappresentato dal suo grado, ma la capacità di essere un buon insegnante non dipendeva solamente dalla propria forza. Era un ruolo difficile e particolare, che richiedeva tatto ed attenzione. Forse quella che le era mancata quando vide la ragazzina bionda muoversi con il proprio corpo invece che usare i sigilli come nella sua previsione mentale.
    Dadi non possedeva di certo una qualche abilità innata che le permettesse di prevedere le mosse degli altri, ma aveva appunto visto molti studenti approcciarsi ad un percorso ad ostacoli ed ognuno sembrava adottare un metodo diverso. Dal loro fisico, dal loro carattere e da come si posizionavano si poteva già intuire come avrebbero affrontato certe situazioni, o perlomeno si poteva fare una stima di tutto ciò. In quel caso, l'albina si chiese come mai non volesse utilizzare dei sigilli considerato quanto bene le era uscita la Trasformazione, stupendo pure lei. Voleva mostrare di essere capace in tutte le discipline, oppure era solo un errore di calcolo? La scatola che permetteva di sostituirsi era chiaramente ad una distanza giusta, lo aveva già intravisto nella sua mente...fino a quando si ricordò che non si potevano utilizzare delle tecniche con le mani così occupate, soprattutto con oggetti così affilate. Non poteva di certo mettersi ad incrociare dita e palmi senza aprirsi in tanti pezzettini le mani e morendo dissanguata poco dopo. Era stato un errore da principiante quello dell'albina, pensando più che altro alla prova nella sua struttura che come effettivamente svolgerla. Non aveva pensato che effettivamente in missione, la situazione che lei tanto voleva ricreare, probabilmente le armi sarebbero state al sicuro in uno scompartimento apposito. Mentre la ragazza iniziava il suo movimento, Dadi impresse la punta della penna sul foglio di carta giallino, un tuffo al cuore che sperava ciecamente che Izanami potesse superare lo stesso l'ostacolo da lei posto, con quell'handicap che poteva minare il successo dell'esperimento. Trattenne il respiro, mentre la ragazza tentava di schivare quegli ultimi ostacoli.
    La studentessa non si fece prendere dal panico, nonostante le sue riflessioni ben poco carine verso l'insegnante. Erano due colpi frontali che erano stati progettati per far agire lo studente d'impulso, come per guidarlo verso una determinata azione. Schiva con le tue stesse gambe o con una tecnica, preferibilmente la seconda. Non era un'opzione disponibile in quel caso, quindi si sarebbe dovuta affidare semplicemente alle proprie gambe. Strisciando gli arti inferiori sul terreno per portarli in una posizione ottimale per il salto, era quindi scattata come una molla in avanti, con i due oggetti di gomma che volavano bassi verso di lei. Izanami avrebbe sentito forse un impercettibile spostamento d'aria accanto alle proprie caviglie, mentre le due armi da lancio si conficcavano nel terreno poco sotto di lei, avendo accumulato abbastanza velocità. L'aspirante Genin sarebbe atterrata qualche metro in avanti, cercando di evitare il più possibile i fili che erano posizionati lungo il percorso. Ne calpestò quasi uno atterrando, evitando per un soffio di attivare altre trappole. Dadi riprese a respirare appena vide che era arrivata in quella zona rimanendo una copia della sua persona. Sperava che non ereditasse anche la sua stessa disattenzione, anche se non sembrava il caso. Era riuscita quindi a superare quella difficoltà imprevista, stupendo la Chunin dagli occhi di ghiaccio. Le mancava un solo bersaglio ed avrebbe finito quella prova in neanche troppo tempo, probabilmente diventando uno degli esempi su cui basarsi per quelle successive. Le sarebbe piaciuto farle il tifo, ma di sicuro era la
    cosa peggiore da fare in quel momento di tensione. Arrivata dunque più vicina alla fine di quel particolare percorso ad ostacoli, in mezzo a quello che sembrava un piccolo pentagono formato dall'incrocio dei vari fili, avrebbe visto l'ultimo bersaglio in piedi tra i due manichini che avevano appena lanciato i kunai. Era abbastanza lontano ed era posizionato più in alto rispetto agli altri, venendo più difficile da colpire. Da quella posizione però Izanami avrebbe potuto finalmente usare la sua mano dominante, forse riuscendo ancora meglio a mirare. Le bastava colpire quel bersaglio e correre verso la fine per terminare il test. Avrebbe dimostrato altrettanto sangue freddo nel colpire l'ultimo ostacolo?
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Come detto, la giovane di Oto non era certo la migliore del suo corso quando si trattava di attività fisica. Per buona parte della sua vita le sue uniche attività riguardavano il correre tra i campi di riso e giocare coi suoi amici, e al di là di quello aveva sempre preferito rimanere chiusa in casa a studiare. Ovviamente, per quanto volesse fortemente perseguire la carriera di medico, era comunque necessaria una certa preparazione. Anzi, un ninja medico più di tutti doveva essere in grado di schivare e difendersi per non cadere vittima del nemico e abbandonare la sua squadra ad un triste destino. Per questo Iza aveva comunque fatto il possibile per migliorarsi in quei mesi di Accademia: mentre altri ninja sollevavano i kunai e gli shuriken come fossero dei ramoscelli di un qualche arbusto lei riusciva comunque a sentirne interamente il peso, ma la sua capacità di maneggiarli era lentamente migliorata tanto che ora, come dimostrato poco prima, era anche in grado di centrare un bersaglio con quella che non era la sua mano dominante. Pian piano aveva preso più confidenza col suo corpo, migliorando i movimenti e la coordinazione. E ora proprio quel suo fragile e esile corpo era l'unico strumento che aveva per tirarsi fuori da quella spinosa situazione creatasi in quella specie di percorso ad ostacoli.
    I kunai di gomma stavano sfrecciando nella sua direzione, le mani occupate con lo shuriken non potevano impastare il chakra per una sostituzione tramite i sigilli e, sebbene la manipolazione di quell'energia ninja fosse il suo forte, non era abbastanza talentuosa da impastarlo senza sigilli e - onestamente - forse non lo sarebbe stata mai. La sua unica possibilità era saltare, affidarsi a quel corpo di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Un ninja, però, non è composto solo dal suo cervello e dal suo chakra. Un giorno le sarebbe probabilmente capitato di dover fare affidamento su quell'ammasso di carne, sangue e ossa: magari per liberarsi da legata ad una sedia per un interrogatorio, magari dovendo trascinare un compagno via da un campo di battaglia, magari avrebbe dovuto lanciare uno shuriken con precisione come contro quei bersagli. Purtroppo nel brutale mondo non si può risolvere tutto col proprio cervello e con le arti magiche. I suoi piedi - ora in realtà riproduzioni più o meno fedeli di quelli della chunin Dadi - si staccarono da terra. Riuscì a sentire lo spostamento d'aria provocato da quelle finte armi sino alle caviglie: erano delle riproduzioni in gomma ma viste le perturbazioni provocate era abbastanza sicura che, se l'avessero colpita, le avrebbero lasciato proprio un bel livido nero come una macchia di sangue sulla sua pelle candida come neve. In ogni caso, ce l'aveva fatta... per ora.
    Iza non era un uccello, e dopo aver saltato rimaneva comunque un grosso problema: l'atterraggio. Quel percorso era un groviglio di fili e ognuno di essi avrebbe attivato un'altra trappola da evitare solo che ora, in squilibrio, avrebbe fatto almeno il doppio della fatica per evitare dei nuovi colpi. Oltre a questo, doveva atterrare in modo perfetto. Con quelle lame in mano, infatti, doversi poggiare a terra con gli arti superiori per recuperarsi da un pessimo atterraggio era probabilmente peggio che tentare di comporre i sigilli: si sarebbe ritrovata con dei pezzi di metallo ben ficcati nelle mani e avrebbe evitato volentieri. In ogni caso, la fortuna doveva essere dalla sua parte quel giorno, perché riuscì - sebbene per un soffio, ad atterrare tutta intera ed evitando di attivare una qualsiasi trappola. Mancava solo l'ultimo passo.
    Iza era ormai alla fine. Un grumo di fili era di fronte a lei, poco più avanti un ultimo bersaglio più in alto degli altri. Doveva decidere cosa fare, e decidere in fretta considerando che la sensei le aveva detto che avrebbe considerato anche il tempo necessario allo svolgimento del test. A quel punto prese una decisione improvvisa e probabilmente fin troppo azzardata. Mosse il braccio destro in avanti con l'intenzione di far scattare ogni singola trappola collegata a quel pentagono di fili. Facendole scattare tutte insieme avrebbe evitato problemi al suo atterraggio, o almeno sperava. Dopo quella mossa la sua idea era semplicemente quella di saltare per portarsi - se possibile - all'altezza del bersaglio. In ogni caso, raggiunto il massimo dell'elevazione che poteva raggiungere, avrebbe scagliato lo shuriken portato tra indice e medio verso il bersaglio, sperando di colpirlo e sperando che nessuna di quelle trappole sparasse verso l'alto. Ripensandoci, considerato che il bersaglio era appositamente fissato in alto, forse aveva fatto un pessimo errore.

    Izanami Nidoki ♪ 145 HP - 145 CHKR



    CITAZIONE
    Salto: -1 HP
    Lancio Shuriken: -1 HP

    Shuriken: Posseduti 3 / Lanciati 3
     
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    Era arrivato il momento per la Nidoki di dare un ultimo sfoggio delle sue abilità. Non era stato per niente facile dover eseguire quel test a cui non era stata preparata per niente, ma aveva dimostrato che era in grado di adattarsi a ciò che le era stato proposto. Schivando l'ultimo attacco portato dai manichini, era atterrata poco in avanti cercando di essere il più aggraziata possibile. Dadi sorrise quando la vide superare quella parte dell'esame da sola, ma non mancò di porsi un severissimo giudizio sulle proprie capacità strategiche. Aveva compiuto l'errore di farle tenere tutte quelle armi in mano, cosa che limitava enormemente i suoi movimenti e le sue capacità in azione. Era pur vero che i ninja erano talvolta costretti ad affidarsi solo ad alcune loro capacità, soprattutto in situazioni di svantaggio numerico e geografico. Però non era quello lo scopo della prova, dare la possibilità ai giovani studenti di usare le tecniche che avrebbero conosciuto per la loro intera vita in una simulazione di un campo di battaglia? Aveva solo anche senso farle continuare la prova se non poteva nemmeno compiere un sigillo? Strinse la mano attorno alla penna fino a farsi male le falangi in concomitanza con il suo atterraggio, restando però col fiato sospeso nonostante andasse tutto bene. La studentessa aveva la possibilità di finire con bravura quel test senza mai farsi colpire, cosa che le avrebbe fatto guadagnare un'enorme quantità di punti agli occhi di qualunque Chunin o Jonin dell'accademia del villaggio. L'albina osservò stupita come avesse azionato tutti i fili assieme, prima di partire verso l'alto come una cavalletta. Non sapeva se quella fosse l'idea migliore del mondo, anche se poteva capire in un certo senso le sue idee. Poter far partire tutti gli attacchi assieme poteva aiutare in uno scontro in cui si era sicuri delle proprie capacità di bloccare gli attacchi e sbaragliare i nemici, potendo così uscirne vincente. Quel salto però era stato molto più azzardato delle sue mosse precedenti e, in una situazione di pericolo come quella, sarebbe equivalso al suicidio. Cercava di mostrare qualcosa, di finire in fretta il test? I muscoli della Chunin si irrigidirono ma lei rimase ferma sul posto. Voleva intervenire e provare ad evitare che la ragazza subisse alcun danno ma...aveva senso intervenire in un momento del genere? Avrebbe potuto spazzare via quei proiettili con un po' di vento od intercettarli con un proprio kunai ma...forse Izanami si sarebbe fatta un po' male, ma dalla sua esperienza personale era molto meglio ferirsi prima con poco che avere paura della propria ombra appena usciti dall'accademia.
    La ragazza saltò verso l'alto mentre la coetanea di grado maggiore ragionava dietro di lei, non prima di aver fatto azionare tutti quei fili trappola. La biondina avrebbe potuto sentire il chiaro rumore di ingranaggi che si muovevano tutti attorno a lei, simili a quelli ascoltati in precedenza. Aveva un tempo misero prima che almeno cinque kunai partissero in quella direzione. La sua mano scattò, un movimento elastico che fece volare via lo shuriken verso la direzione indicata da Izanami. L'arma da lancio volò in quella direzione dritta e precisa, finendo per colpire il bersaglio poco vicino al centro. Un rumore secco di legno che veniva colpito, prima di avvertire tutt'altra sensazione. La ragazza avrebbe sentito il sibilare dei kunai attorno a lei, cinque armi da lancio che provavano a colpirla. Tre erano in una direzione sbagliata, oppure erano troppo bassi. Avrebbe però avvertito una breve scossa di dolore all'avambraccio sinistro, poco vicino al polso. Due shuriken avevano colpito quell'arto e fu così che un istante dopo la sua visuale sarebbe stata brevemente coperta da del fumo biancastro, simbolo che la Trasformazione era stata interrotta. Atterrò in avanti con le mani più libere, riuscendo forse a capire come cadere anche questa volta. Era arrivata in fondo ed aveva colpito i tre bersagli, anche se alla fine la sua tecnica era stata interrotta. Guardandosi il polso sinistro, la ragazza avrebbe notato due piccoli lividi nerastri, proprio come aveva immaginato. Il sangue aveva cominciato ad accumularsi lì ed i due colpi sembravano quasi il morso di un serpente, l'animale più furbo e fugace di quelle terre. Le avrebbe fatto un po' di male, ma nulla di cui preoccuparsi.
    « Eccoti qui, Nidoki-kun. Sei stata molto brava, anche se un po' azzardata verso la fine. Hai comunque colpito il bersaglio prima di farti prendere dal kunai, quindi la prova è comunque valida. » - Dadi era poco alla fine del percorso di manichini, ad aspettare la giovane ragazza che avrebbe dovuto fare solo qualche passo per raggiungerla. L'albina sembrava piuttosto rigida in quel momento, come se stesse cercando di seguire un protocollo. Erano effettivamente parole senza una particolare emozione dietro, anche se aveva voglia di dirle altro. Alla fine era passata ed era sicura che non ci fosse nessun Anbu assassino pronto a mozzargli la testa se fosse stata un po' meno seria. « Anche se...uhm, mi dispiace per la questione dei sigilli. La prova è stata progettata da poco, sono desolata per questa mia mancanza. Non posso biasimare la tua ultima azione. » - Era visibilmente dispiaciuta, anche se alla fine se le era cavata ugualmente. Sarebbero passati una decina di secondi di silenzio se Izanami non avesse voluto aggiungere altro, giusto il tempo per Dadi di raccogliere il coraggio di chiederle una cosa che le stava a cuore.
    « So che...spesso è una domanda quasi obbligatoria fatta dagli altri sensei, ma la mia è più una curiosità personale. Ho visto che il tuo percorso accademico è stato molto breve e che prima non avevi dimostrato predisposizione per un'eventuale iscrizione in accademia. E' stata l'invasione di Oto a convincerti ad iscriverti? Vuoi combattere per il villaggio per questo? » - Avrebbe chiesto, guardandola negli occhi inevitabilmente dall'alto verso il basso. Era strano trovare qualcuno con un colore raro quanto il suo, cosa che rendeva la conversazione ancora più strana. Sperava che il suo tono non sembrasse accusatorio, ma genuinamente curioso e forse un po' preoccupato. « Non sei obbligata a rispondere, non influirà sulla prova. Ah e...il mio nome è Dadi Junsui, piacere. » - Avrebbe fatto un piccolo inchino, quasi di cortesia, mentre aspettava un'eventuale risposta da parte di Izanami. Non era sicura che tutto ciò fosse così tanto importante, ma ci teneva a capire cosa l'avesse spinta a diventare una ninja. Per lei, quell'esperienza era stata totalmente negativa. Solo la forza che aveva acquisito la spingeva a continuare quella carriera, come se fosse obbligata a farlo. Il pensiero che non fosse cambiata per niente affiorò nella sua mente, mentre quella breve pausa di conversazione fermava Izanami dall'avere il suo coprifronte.
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    Benissimo, abbiamo quasi finito! Rispondi alle domande di Dadi come preferisci (spero ti piaccia come spunto narrativo) e al prossimo turno avrai ufficialmente concluso l'accademia ^^
     
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    Iza non aveva avuto chissà quanto tempo per riflettere sulla sua azione ma in quelle frazioni di secondo che le erano state concesse non aveva comunque fatto altro che pensare che fosse una pessima, pessima idea. Era palese e se ne rendeva conto ma, ciononostante, non sembrava comunque volersi tirare indietro. E' chiaro che senza la possibilità di spiegarsi quel gesto potesse sembrare non dissimile dalle azzardate esibizioni di tanti ragazzini che pensavano l'Accademia fosse il loro palcoscenico. Giovani abbagliati dalla retorica del mondo ninja, che vedevano questi ultimi quasi come delle star. Quanti avevano il sogno di diventare Kage? E quanti di questi non avevano un'intelligenza abbastanza spiccata da permettergli di superare vivi la loro prima, vera missione? Iza era profondamente diversa da queste persone (o perlomeno le piaceva pensarlo) e non era così impulsiva o desiderosa di mettersi in mostra sebbene le sue mosse potessero rivelare tutt'altro. La motivazione era in realtà semplice: essere dei ninja richiede una capacità di scelta e di decisione molto veloce, ogni secondo sul campo potrebbe costarti la vita. Certe volte anche per un ninja di alto livello è necessario agire in un modo che potrebbe sembrare stupido, istintivo o di impulso pur trattandosi invece di una decisione perfettamente ragionata. E' stupido o sbagliato cadere in una trappola? Forse, ma puoi star certo che l'avversario compiaciuto abbasserà la sua guardia quando penserà di averti in pugno. Allo stesso modo, la vita del ninja è egualmente crudele: se un caposquadra non può salvare tutti i suoi compagni deve forse portarli tutti al cimitero invece di agire per salvarne alcuni a discapito di altri? Iza era sola, e in quel momento il suo corpo era la sua unica squadra. Il bersaglio era di fronte a lei, chiaro e pulito. Era più importante colpirlo o salvaguardare sé stesse? Avrebbe potuto aspettare, perdere tempo, in fondo si trattava di un bersaglio immobile. Ma se quella fosse stata una missione vera avrebbe potuto essere sicura al 100% che quella non fosse la sua migliore occasione? Che sarebbe riuscita a trovarsi con il bersaglio di fronte a sé e nessuna trappola da far scattare? Per quel motivo aveva deciso di accettare quella specie di patto col diavolo: mettersi potenzialmente in punto di morte pur di colpire il suo obbiettivo.
    La sua mente aveva ripreso a ragionare solo dopo aver sentito lo shuriken cozzare contro il bersaglio. Per quanto ci fosse un ragionamento dietro aveva comunque agito di impulso, in fondo la sua affinità con le operazioni sul campo non era certo tra le migliori. Non ancora almeno. Sul suo viso spesso inerte sbocciò come un unico fiore tra la terra arida un sorriso, ma questo si mescolò in fretta ad una smorfia di dolore: come previsto era stata colpita.
    La sua imitazione della sensei ancora senza nome si dissolse in una leggera coltre bianca mentre riatterrava. Sentendo quel dolore al polso il suo corpo si era velocemente irrigidito e aveva aperto di scatto le mani facendo cadere gli shuriken a terra. Se non altro le aveva libere per l'atterraggio, poggiando i palmi sulla terra sporca. Era andata bene oppure no? Non aveva la minima idea di cosa quel test dovesse analizzare e aveva pensato sin dall'inizio si trattasse di una specie di test attitudinale per giudicare le capacità dei nuovi ninja. La selezione doveva in qualche modo essersi irrigidita per migliorare la qualità delle nuove leve oltre che il loro numero. Insomma, non poteva trattarsi di una normale analisi di mira e salti perché ne avevano fatti innumerevoli durante i mesi di Accademia.
    Mosse il volto affaticato e leggermente sudato verso la sua sensei di fronte a lei, per poi tirarsi su e camminare verso la donna mentre si massaggiava il polso offeso. La sua pelle era chiara e delicata e due lividi simili ad un morso lo adornavano ora come un braccialetto. Chissà se anche la chunin di fronte a lei aveva un marchio simile impresso sul suo corpo, regalo d'addio di una qualche missione pericolosa.
    Ascoltò meticolosamente le parole della donna, inchinandosi a sua volta alla sua presentazione. Quel nome detto ora sembrava quasi fosse stato rivelato come premio per essere giunta alla fine della prova. Poco prima sempre quest'ultima si era scusata per il percorso tarato male a causa delle armi che impedivano l'esecuzione dei sigilli.
    Suppongo possa capitare, sensei. - rispose serafica ed imperturbabile - So di ninja che non sanno neppure utilizzare le arti magiche. Immagino che non bisogna farci troppo affidamento in ogni caso. - aggiunse. In un certo senso sentirsi dire che non era tutto stato organizzato volontariamente aveva incrinato leggermente il rispetto che aveva per quella ragazza, ma era anche vero che quest'ultimo non derivava da nient'altro che la loro differenza di grado. E considerato che le forze di Oto sembravano scarseggiare... Beh, forse persino un inetto poteva diventare chunin in quell'occasione.
    No, non penso sia un'informazione riservata. - rispose alla domanda della ragazza accennando un leggerissimo sorriso. Purtroppo la sua risposta non era nulla di particolarmente ispiratore o interessante - La mia famiglia non è riuscita a fuggire dal Paese all'invasione dei Pirati. Ho visto un sacco di persone venire uccise, malmenate o ferite. - iniziò quindi a spiegare dopo un sospiro - Non ho intenzione di combattere per il villaggio. Vorrei curare il villaggio. - aggiunse. Sì, quella era la motivazione per cui voleva diventare una ninja. Non per uccidere chissà quale obbiettivo politico o per scortare anziani da un paese all'altro. Voleva imparare ad utilizzare il chakra per fare del bene, per curare le persone. Nessun genjutsu d'alto livello sarebbe stato in grado di far dimenticare a quel popolo, no, a tutte le persone del mondo tutto il male che avevano subito e avevano dovuto sopportare, ma perlomeno in quel modo poteva lenire le loro sofferenze fisiche. Quella era la strada che aveva scelto.

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    Dadi notò le ferite al polso solo quando vide Izanami massaggiarselo con cura, quando la mano pallida della ragazza rivelò qualcosa tra le fessure delle dita. Non era niente di grave, ovviamente, non avrebbe di certo oggetti fin troppo pericolosi in una prova del genere. Ma tutto ciò le faceva venire in mente che era meglio scusarsi per tutto, che non voleva farle assolutamente del male e che era stata tutta colpa sua. Ma che figura ci avrebbe fatto? Era una Chunin e già stava fallendo nel suo compito di proteggere ed insegnare alle nuove reclute cosa fare. Forse era meglio stare in silenzio a volte, quindi ignorò quei suoi pensieri e decise di continuare la conversazione. La ragazza non sembrava tanto arrabbiata od infastidita quanto aveva pensato l'albina, cosa che un po' la sollevò. Anzi, il fatto che fosse quasi d'accordo con lei la stupì un po', ma non era una sorpresa poco piacevole. Era vero, non tutti erano bravi quanto lei od altri ragazzi d'accademia ad usare le tecniche. Forse usare il proprio corpo era la cosa migliore per qualunque ninja. Il corpo umano poteva tirare fuori momenti straordinari dal nulla grazie al potere dei muscoli o dell'adrenalina. Chissà se le arti magiche ricevevano un simile potenziamento in punto di morte o in situazioni di estremo pericolo. La Chunin annuì alle sue parole, facendo muovere leggermente i capelli argentati. Probabilmente le opinioni che la giovane studentessa aveva nei suoi confronti erano del tutto corrette: lei non era poi così pronta ad essere promossa a quel grado, visto che probabilmente pure lei avrebbe avuto difficoltà a completare quel percorso. Un profondo senso di angoscia si propagava nel suo petto ma non sul suo viso, nonostante i suoi muscoli volessero chiedere pietà al cervello e mostrare almeno un po' di sconforto. Chissà se quel "può capitare" fosse in realtà una specie di presa in giro, ma non poteva di certo aprirle la mente per leggerla. Dopo quell'inchino, Izanami decise di rispondere alla sua sensei rendendola più contenta di prima. Si immaginava però i più disparati motivi, come quello della vendetta o della voglia di riconquistare una ricchezza perduta. C'era chi lo faceva per mettersi alla prova, per far soffrire un nemico o per fare del semplice male agli altri.
    Però...Dadi non aveva mai sentito una motivazione del genere, tanto da farle alzare leggermente le sottili sopracciglia per la sorpresa. Curare un villaggio? Era possibile una cosa del genere? Era possibile risanare le ferite di tutti, di poter rendere una vita normale di nuovo? Dadi si era convinta prima di tornare a casa che fosse possibile. Non aveva visto la paura e la nausea degli abitanti ad abitare sotto un regime del genere, nonostante la maggior parte dei ninja tornati da Oto sembrasse voler dimenticare tutto ciò. Izanami e la sua famiglia erano rimasti lì a vivere tutte le angherie e le violenze dei pirati, mentre lei era fuggita con il primo carro che aveva trovato. Quasi si pentiva in quel momento di aver accettato di fare l'insegnante quella mattina. Non voleva affrontare un altro tipo di drammi e traumi, nonostante non potesse che ammirare il coraggio di voler diventare una ninja per un motivo del genere dopo una tale esperienza. La ragazza rispose al suo sorriso con un altro, prima di mettere mano ad uno dei rotoli che aveva sul giubbotto da Chunin, sfilandolo con cura con la mano sinistra.
    « Non credo di aver mai sentito nessuno dire una cosa del genere...nel senso positivo, eh. E' qualcosa di lodevole e spero che tu riesca nel tuo obiettivo. Direi che posso tranquillamente darti questo. » - Con la mano libera, la donna avrebbe lanciato il rotolo poco sopra la sua testa, immettendo velocemente una serie di sigilli mentre questo si apriva. Quando l'oggetto stava finendo la sua traiettoria verso l'alto, il rotolo si sarebbe macchiato per un istante di un simbolo ed una piccola nuvoletta di fumo lo avrebbe avvolto poco dopo, simile a quello generato dalla trasformazione di prima. Mentre l'oggetto ormai vuoto cadeva per terra con un lieve suono, nella mano dell'albina sarebbe apparso un nuovo oggetto, tenuto tramite il tessuto. Un nuovo e scintillante coprifronte si trovava tra le sue dita, la nota musicale che era incisa simbolicamente sul metallo. Chissà che suono faceva quella nota. Uno di libertà o uno di sottomissione? Avrebbe consegnato nella mano della ragazza l'oggetto, lasciandole il tempo di indossarlo prima di parlare.
    « Sei ufficialmente una Genin da questo momento in poi. Puoi chiedere in accademia il resto dell'equipaggiamento che diamo a tutti. Ah, non ti scordare di chiedere il permesso per la biblioteca del villaggio. » - Avrebbe spiegato, puntando gli occhi per un secondo verso l'alto come se stesse ragionando se avesse qualcos'altro da dire. « Ti consiglio di passare per l'ospedale ora che sei Genin, se vuoi imparare qualcosa della loro arte. Ogni Ninja Medico è veramente bravo in quello che fa, una volta mi hanno rimesso in ordine una decina di ossa rotte! » - Era una bugia, visto che era stato il sigillo maledetto a curarla, ma voleva dare la speranza ad Izanami che sarebbe diventata utile un giorno. Era stata la sua prima studentessa, anche se probabilmente anche l'ultima. Sperava che avesse una brillante carriera di fronte a sé, meno violenta e sanguinaria della sua.
    « Ti auguro buona fortuna. Spero di vederti in giro o in qualche missione. Arrivederci e di nuovo congratulazioni! » - Dadi avrebbe fatto un ulteriore inchino, aspettando che la ragazza se ne andasse se non aveva da aggiungere altro. Che giornata faticosa, doveva rifare tutti i calcoli per quei manichini. Si segnò di dare a tutti gli studenti un borsello porta armi, prima di vedere la bionda allontanarsi da lì. Guardò il cielo sospirando. Aveva fatto un buon lavoro?
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    Abbiamo finito! Fai un ultimo post dove ricevi il coprifronte e descrivi la reazione del tuo personaggio. Quando avrai postato segnalerò uno staffer di assegnarti tutte le ricompense elencate in regolamento e che ti assegnerà l'exp. Mi è piaciuta molto come ruolata, spero sia stato lo stesso per te!
     
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    Il fatto che la chunin si fosse stupita per la sua risposta non stupì invece la giovane di Oto. Conosceva i suoi compagni ed era ben conscia delle pulsioni che guidavano la maggior parte di loro: vendetta, ricerca del potere, semplice desiderio di fare carriera in una gerarchia ora più fruttuosa che mai. Non riteneva la sua motivazione tanto più filantropica o migliore rispetto a quella degli altri, ma perlomeno era conscia fosse diversa. Lì per lì balenò nella sua mente la curiosità riguardo al perché invece quella chunin di fronte a lei avesse deciso di diventare una ninja, ma non le sembrava il momento di chiederlo e, anzi, le sembrava una domanda quasi irrispettosa. Erano davvero importanti le motivazioni finché si compiva un buon lavoro? Purché non si facesse nulla di ingiusto o si agisse contro il villaggio le scelte personali dietro alla scelta di diventare ninja erano pressoché ininfluenti, almeno secondo la ragazzina dai capelli dorati. Per questo il fatto che la sua sensei considerasse la sua motivazione lodevole non le interessava più di tanto: non era che una mera decisione personale.
    Si chiese se quel teatrino fosse davvero necessario vedendola estrarre il coprifronte da un rotolo tramite una vistosa tecnica del richiamo o qualcosa di simile. Voleva mettersi in mostra? Era stato quello a valerle la promozione a chunin, la capacità di portare un coprifronte all'interno di un rotolo che probabilmente occupava più spazio rispetto al coprifronte stesso? La osservò con una smorfia sul volto, afferrandolo però poi di buon grado. Il tessuto bluastro era di buona fattura e la lastra di metallo con incisa sopra la nota musicale che contraddistingueva il Villaggio del Suono era gelido come i suoi occhi. Era riuscita a passare il test, e quello ne era la dimostrazione. Un leggero sorriso tinse le sue labbra sebbene quello non fosse tanto più che il primo passo su quel lungo sentiero che chissa dove l'avrebbe portata.
    Alzò un sopracciglio sentendo la ragazza parlare di quella volta in cui dei ninja medici l'avevano presumibilmente rattoppata rimettendola in sesto da "una decina di ossa rotte". Forse alla fine non era una buona a nulla come i suoi gesti davano a vedere? E dove, in che modo le era capitato un incidente simile? Per quanto l'idea le potesse dare fastidio, Iza sapeva ben poco del mondo esterno. Sotto il dominio dei pirati questi avevano il monopolio del mondo dell'informazione e la giovane dai capelli dorati non aveva la minima idea di cosa fosse accaduto al di fuori del villaggio. Gli uomini venuti dal mare probabilmente pensavano giustamente che privare gli abitanti di una qualsiasi possibile speranza dall'esterno riducesse in loro la voglia di rivoltarsi, e avevano certamente ragione: Iza e i suoi genitori, ad esempio, avevano vissuto quel periodo comportandosi semplicemente da cani ubbidienti. Scosse la testa, cercando di togliersi quegli orribili ricordi da davanti lo sguardo come fossero una cortina di fumo maleodorante. Quella ferita, purtroppo, non sarebbe guarita con alcun jutsu.
    Vi ringrazio. - disse alla chunin dai capelli bianchi, accennando un inchino per poi legarsi il coprifronte attorno al collo, il freddo metallo incideva la pelle poco sopra il suo esile seno - Vi auguro una buona giornata, alla prossima. - aggiunse serafica, per poi dirigersi nuovamente all'interno dell'Accademia. Avrebbe preso gli strumenti ninja come consigliatole dalla maestra, osservando di tanto in tanto gli altri esami all'interno delle varie classi: sembrava che fosse stata il primo topolino bianco a far da cavia a quella nuova tipologia di test. Uscita dall'Accademia si diresse a casa. Il consiglio di quella Dadi riguardo all'ospedale era da conservare con cura, ma non si sentiva dell'umore giusto quel giorno. Per non inciampare è necessario fare un passo alla volta, e lei ne aveva compiuto uno molto grande quel dì.

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    Chiedo scusa per il ritardo ma sto avendo dei problemi in questi giorni, spero vada bene
     
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    30 exp per il nostro genin più tutto ciò che deriva dalla promozione
    Per delin il Max del suo grado ed archive inerente. Bravi entrambi :selmo:
     
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