Omicidio sul Suna Express

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    CAPITOLO 1 . IL TRENO


    Devo dire che il caso del treno è stato uno dei più strani ed incredibili che mi sia mai capitato di affrontare, e devo ammettere che non sarei probabilmente riuscito a risolverlo se quasi un anno prima non avessi casualmente letto una notizia su un giornale di qualche villaggio in cui mi trovavo. Parlava dell'omicidio di una bambina, la figlia di una facoltosa coppia di Kumo, persone molto amate e rispettate da tutti all'interno della comunità. Mi ricordavo la storia poiché era tragica all'inverosimile. Mi ricordavo della bambina rapita, trovata già morta da una settimana dopo aver pagato il riscatto, e di come la madre, nuovamente incinta, avesse prematuramente dato alla luce un figlio morto, morendo a sua volta. Non ci volle poi molto prima che il padre si togliesse la vita per il dolore. Quella storia mi aveva toccato particolarmente, viviamo in un mondo governato dalla violenza ma le crudeltà peggiori non sono nelle guerre e nelle battaglie, ma in episodi del genere dove viene coinvolta gente normale, quelli che noi altri cerchiamo di proteggere ogni giorno con le nostre gesta...

    station

    Era notte e la stazione era deserta. La rugiada primaverile dava all'aria un'alta carica d'umidità, e per essere alle porte dell'estate faceva freschino. Giunto a ridosso del binario un uomo di servizio mi venne incontro, mi chiese il biglietto e mi accompagnò alla mia carrozza. Era un viaggio molto lungo e avevo deciso di spendere qualcosa in più e prendermi un letto. Fui accompagnato a una stanzetta dove appoggiai le mie cose. Ringraziai l'inserviente, dunque feci un giro per vedere il treno. Notai che la carrozza era piuttosto popolata, più d'una stanzina era noleggiata e il corridoio brulicava di rumori. Attraversata la carrozza adibita al pernottamento, che era situata in fondo al treno, vi era quella dedicata al relax, diciamo, la sala da pranzo con bar e qualche divanetto qua e la sullo sfondo. Un bellissimo ambiente, devo dire, per fortuna con l'ultimo incarico avevo guadagnato bene e potevo permettermi quei lussi senza problemi. La carrozza successiva era quella dei passeggeri normali, una classica carrozza da treno, seguita da un'altra uguale, mentre a seguire ancora, alla testa, c'era la sala macchine. Girovagai per un po' nella zona relax e fui notato da una persona, un signore seduto a un tavolo in maniera maleducata, con uno sguardo di sfida e sfacciataggine, una faccia antipatica insomma. Egli notò il mio tomahawk, poi mi fissò incuriosito. Sedeva al tavolo con un omino buffo con dei grossi occhiali e la faccia da talpa. Decisi di non dargli troppo peso. Uscii per prendere una boccata d'aria, facendo anche un giro. Allontanatomi dal trambusto del binario, potei ascoltare la fine di una conversazione tra un uomo e una donna, che si abbracciarono per poi prendere strade differenti.

    ...Non preoccuparti, tra poco sarà tutto finito!

    Li avrei rivisti a bordo della mia carrozza. Arrivò dunque l'ora della partenza, i passeggeri furono chiamati a salire sul treno e il convoglio partì alla volta di Suna.
     
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    CAPITOLO 2 . IL KIMONO ROSSO



    Il treno viaggiò nella notte fino alle prime luci dell'alba, quando fui svegliato da un raggio del primo sole del mattino. Mi alzai e raggiunsi la sala deserta, l'unico in piedi era il barista, che mi preparò un ottima colazione, con piatti e bevande preparati e serviti al momento. Mangiai una crèpes e un waffel, bevendo un ottimo cappuccino e scambiando quattro chiacchiere con l'uomo in questione. Sembrava un tipo tranquillo. Dopo di me arrivò una coppia di signore, una vestita con abiti sgargianti e costosi, l'altra che probabilmente doveva essere al suo servizio.

    Buongiorno, signora. Signorina...

    Si trattava della signora Dragomiroff, una ricchissima signora del nord a quanto raccontato. La sua accompagnatrice si chiamava Aylin, era molto graziosa e a modo. La vecchia invece era molto più maleducata e presuntuosa, aveva un tono di voce altissimo, tendeva ad attirare l'attenzione su di se e non aveva il minimo rispetto verso gli altri. Tornando ai miei alloggi rincontrai l'inserviente che mi aveva accolto la notte precedente alla stazione, si chiamava Apu e dalla carnagione pensai potesse essere solo di Kumo o di qualche terra vicina a Ishivar, o Suna stessa. Arrivò quindi l'ora del pranzo, servito alla stessa ora per tutti. Notai che avevo ormai incontrato tutti gli abitanti della carrozza a parte uno, un omone di nome Winchu. Notai che l'uomo e la donna che avevo sentito parlare prima della partenza a bordo non avevano alcun tipo di rapporto o conversazione, era come se di colpo fossero diventati due estranei, sebbene era evidente che fossero molto in confidenza. Mi sembro strano ma non vi diedi peso. I loro nomi erano Ned e Sakura. Notai poi che l'uomo col tatuaggio sul braccio e la faccia da criminale mi fissava ancora, ma fu solo prima di cena che finalmente si decise a parlare. Si chiamava Osuke, mentre il suo assistente dai grossi occhiali era Keng. Era quasi ora di cena e mi ero recato in sala per fare un aperitivo. Non c'era quasi nessuno, a parte Osuke, il suo assistente e il grosso signor Winchu. Raggiunse il mio tavolo, e li potemmo parlare senza esser ascoltati.

    Ho bisogno di parlarti! Ho visto che sei un ninja, o qualcosa del genere. Mi serve il tuo aiuto. Sono in pericolo di vita.

    Ascoltai le sue parole, eppure, sebbene sembrasse realmente spaventato, non provavo alcuna pietà o sentimento per quell'uomo. Aveva un'aura negativa, ed era come se sentissi che se gli fosse successo qualcosa, ne sarei stato felice. Abbandonai quel brutto pensiero che mai prima d'ora mi era appartenuto e lessi un bigliettino che egli mi passò. Era scritto a penna.

    CITAZIONE
    La pagherai per quello che hai fatto. È giunta la tua ora.

    Sembrava una chiara minaccia di morte. Non avrei voluto impicciarmi con quella persona, eppure il mio senso di dovere mi impose di promettere a quell'uomo che avrei tenuto gli occhi aperti, e che non avrei permesso che gli succedesse qualcosa. Dunque cenammo, e tutti tornarono ai propri alloggi. Quella notte ebbi strani sogni e sentii strani rumori, tanto che a un certo punto fui svegliato da un fortissimo rumore di corsa e un forte colpo, che mi sembrò addirittura contro la mia porta. Aprii di scatto ricordando le minacce che avevo letto qualche ora prima, e nel corridoio vidi una donna che si allontanava. Pensai fosse una donna, indossava un kimono rosso, con un dragone disegnato sulla schiena. Poi non successe più nulla.

    Edited by Cagnellone - 16/4/2020, 15:52
     
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    CAPITOLO 3 . IL DELITTO



    tren
    La mattina dopo fui svegliato da un trambusto incredibile, un via vai di gente davanti alla mia porta che parlava ad alta voce con espressioni agitate e per nulla adatte a un ottimo risveglio. Inoltre avevo un mal di testa incredibile e inspiegabile, il cranio mi sembrava pesantissimo e persino il sonno era stato fin troppo profondo. Avevo fatto dei sogni strani e molto realistici.

    EHI, VOGLIAMO SMETTERLA CON QUESTO BACCANO!?

    A quanto pareva ero l'ultimo a essermi svegliato e doveva essere mattinata inoltrata. Quando uscii dalla mia stanza subito l'inserviente, Apu, mi venne incontro, con una faccia che non lasciava presagire nulla di buono.

    Signor Kenson, mi dispiace ma devo informarla che questa notte uno dei nostri passeggeri è morto... o per essere precisi, è stato assassinato!

    Non c'era bisogno di chiedere chi fosse la vittima, già me lo immaginavo. Feci presente di essere un cacciatore d'Ishivar, nonché esperto di investigazione, e mi feci condurre alla stanza della vittima, il signor Osuke. Giaceva a letto, le lenzuola erano completamente zuppe di sangue su tutta la parte del busto. Mi addentrai nella stanza da solo, alzai le coperte e vidi che il suo corpo era stato ripetutamente colpito con una lama, uccidendolo per dissanguamento. Serviva comunque un dottore. Nessuno degli ospiti lo era ma Apu riuscì a trovarne uno nelle carrozze degli altri passeggeri. L'uomo giunse e confermò l'ovvietà, era stato ucciso a pugnalate. Esaminando il corpo il dottore notò una cosa interessante e curiosa, ovvero che, sebbene i colpi fossero tutti stati inferti con la stessa arma, presentavano angolazioni differenti. Inoltre era come se alcune volte fosse stato colpito più piano e altre più forte. Gli erano state inferte otto coltellate, tutte al busto.

    Dovremo interrogare tutti, uno per uno. Se volete me ne posso occupare io.

    Il capotreno, la massima istituzione a bordo, mi diede pieni poteri. Iniziai dalla scena del crimine, dove trovai i seguenti indizi:
    - un mucchietto di tabacco
    - un fazzoletto sporco di sangue con sopra cucite le lettere C e N

    Non mi fu difficile trovare gli indizi, tutti erano attorno al letto, fin troppo facili da trovare, come se qualcuno li avesse lasciati li apposta. In ogni caso erano l'unico punto di partenza possibile, insieme alla ragazza dal kimono rosso. Già, non mi ero dimenticato di quello che avevo visto nella notte, sebbene per il momento non avesse alcun senso.

    Edited by Cagnellone - 17/4/2020, 16:38
     
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    CAPITOLO 4 . LE INDAGINI



    Analizzando il caso ci fu una cosa che mi fu subito chiara: l'assassino doveva essere una delle persone che si trovavano dalla carrozza. Infatti non c'era modo per i passeggeri normali di oltrepassare il confine trai vagoni, infatti non solo non era permesso di giorno recarsi al bar, potendo solo ordinare agli inservienti, ma la notte le cabine erano chiuse a chiave dai rispettivi responsabili, una chiave per carrozza. Aprire le due porte quindi era praticamente impossibile, poiché una chiave era da un lato e l'altra dall'altro. Questa mia sicurezza fu parzialmente messa in dubbio da una finestra trovata rotta nel bagno, eppure si capiva subito fosse un depistaggio, un occhio esperto come il mio non poteva non notare che i vetri erano stati rotti verso l'esterno. Se qualcuno si fosse introdotto dalla finestra, pur riutilizzandola per uscire, la maggior parte dei vetri sarebbe stata sul pavimento della carrozza, senza contare l'inconveniente pratico di calarsi da un treno in corsa. Certamente le autorità avrebbero controllato tutti una volta giunti a Suna, ma io mi sarei limitato ai passeggeri della carrozza. Per prima cosa insieme ad Apu disegnai una mappa, collocando ogni persona alla rispettiva cuccetta, e il resoconto fu quanto segue:



    - io alloggiavo all'ultima stanzetta, che era singola
    - il signor Osuke, la vittima, dormiva da solo nella seconda stanzetta a partire dal fondo della carrozza, subito dopo la mia
    - a seguire c'era cuccetta della signorina Sakura, che dormiva sola, essendo una donna sola e non avendo altre donne con cui accoppiarla
    - il signor Ned, anche egli solo
    - il signor Boe e il signor Apu, che comunque lavorando sul treno avevano poco tempo da condividere in stanza
    - il signor Keng e il signor Winch
    - la signora Dragomiroff e la sua assistente Aylin

    Sul treno si respirava un'aria pesante da quando era stato scoperto il cadavere, c'era da aspettarselo. La signora Dragomiroff era particolarmente esagitata, diceva che se c'era un assassino non era sicuro restare li, e non aveva tutti i torti. In ogni caso era abbastanza evidente che il signor Osuke fosse una vittima designata, e se gli altri passeggeri non avevano a loro volta ricevuto minacce probabilmente erano al sicuro. Inoltre il giorno successivo saremmo arrivati a Suna e ognuno avrebbe preso la sua strada, motivo per cui tra l'altro dovevo sbrigarmi. Avrei seguito lo schema dei posti letto per gli interrogatori, sarebbe stato più facile gestire la faccenda. Iniziai però dalle cuccette doppie, era necessario controllare che gli alibi delle coppie coincidessero, perciò convocai la signora Dragomiroff, che ormai non si teneva più per quanto era agitata.

    AHH! Dovete fare qualcosa! Io non posso restare su questo treno! C'è un assassino! Un assassino, capite! E se fossi io la prossima? Oh mio dio... VOGLIO SCENDERE! ORA!

    Signora stia calma. Abbiamo ragione di pensare che l'assassino sia entrato e poi uscito dalla finestra del bagno, e comunque crediamo che il signor Osuke non sia stato scelto a caso. Quindi, se la sua coscienza è pulita... le consiglio di star tranquilla!


    Cosa vuole dire con questo?! Umpf!

    Non so, me lo dica lei? Può raccontarmi come ha trascorso la notte passata?

    Che cosa sta insinuando, caro il mio negretto? COME OSA???


    La signora era una furia, ci volle parecchio per farla collaborare e dovetti subire più d'un insulto razzista, ma alla fine accettò a lasciare una deposizione. A quanto diceva era rientrata presto dopo cena e non si era mossa dalla sua stanza per tutta la notte. Aveva mandato solo la sua accompagnatrice, Aylin, a prenderle una camomilla verso le dieci, versione confermata dalla stessa ragazza e dal barista Boe.
    La cella successiva era quella di Keng e del signor Winch. Il primo si dimostrò molto cortese, era un vecchietto simpatico e a modo, e a quanto riferito lavorava per il signor Osuke da circa sei mesi. Disse che aveva passato la nottata in camera, che dopo cena si era subito addormentato, dopo aver chiesto al suo capo se aveva bisogno di qualcosa e aver ricevuto risposta negativa. C'è però una cosa molto curiosa che disse, prima di alzarsi.

    Non so cosa abbia fatto quell'uomo, ma sono sicuro che ha meritato la fine che ha fatto!

    Cosa vuol dire?

    Non so, ma da quando ho iniziato a lavorare per lui, ho sempre avuto l'impressione che fosse una persona infinitamente malvagia, sebbene non l'abbia mai visto compiere alcun misfatto. Quell'uomo era il male!


    Strano sentire certe parole da un maggiordomo, specialmente uno come come il signor Kang, che sembrava un tipo che non si sarebbe mai permesso di dire una cosa simile di un suo padrone. Eppure...
    Andai avanti, toccava al signor Winchu. Non so perchè ma inizialmente ero indirizzato verso di lui come colpevole, aveva tenuto un'aria vaga per tutto il tempo e anche durante l'interrogatorio si rifiutò di collaborare. Diceva che avrebbe parlato solo con dei veri ninja, e solo quando lo minacciai di riferire alle autorità di Suna che non aveva voluto collaborare si aprì leggermente. Disse semplicemente che dopo cena si era trattenuto al bar a bere, e che una volta in camera aveva trovato il signor Kang che dormiva e si era messo a letto a sua volta. Boe confermò che si era trattenuto al bar fino a tardi, che era stato l'ultimo ad andarsene.
    Ora toccava ad Apu e Boe. Quest'ultimo raccontò di aver servito al bar fino a tarda notte e di essersi poi ritirato nei suoi alloggi, stanco a tal punto da addormentarsi subito. Apu confermò, e disse che lui invece aveva continuato a servire i passeggeri anche dopo la chiusura del bar, accertandosi che tutti fossero andati a dormire prima di coricarsi lui stesso. Disse che il signor Osuke si era addormentato presto, subito dopo aver chiesto un paio di liquori. A quanto detto, dopo il secondo liquore non aveva più ricevuto risposta. Quindi l'ora del decesso era stata fissata dopo le undici secondo i fatti, e prima delle 4 secondo quello detto dal medico. Giunse infine il turno della signora Sakura e di Ned, gli unici due a dormire in stanze singole oltre a me e Osuke, nonché i più vicini alla stanza del morto. Ned disse di essere rimasto a bere al bar col signor Winchu, disse che avevano anche giocato a carte e che a un certo punto, ormai ubriaco, era crollato a letto. Boe confermò dicendo che il signor Ned ci era andato giù pesante con l'alcool. Infine Sakura.

    Io...Io, non mi sono mossa, no! Sono stata in camera mia a leggere, e avevo un gran mal di testa che a un verto punto sono uscita a chiedere un aspirina, dopodiché ho chiuso gli occhi e mi sono addormentata...

    Signorina, lei conosce il signor Ned?

    Beh, si, so chi è... mi sembra una brava persona...

    Lo aveva mai visto prima di questo viaggio?

    Io... no.

    E allora perchè vi ho visti abbracciarvi prima della partenza?!


    Edited by Cagnellone - 16/4/2020, 15:57
     
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    CAPITOLO 5 . LA VERA IDENTITA DEL SIGNOR WINCH



    Dalle dichiarazioni non emerse nulla, c'era da aspettarselo, ognuno aveva un alibi e ogni alibi era confermato da almeno una persona. Non restava che seguire la pista degli indizi, cominciando dal più evidente, il tabacco. Non dovetti nemmeno ingegnarmi, sapevo benissimo che gli unici fumatori sulla carrozza erano la signora Dragomiroff, il barista Boe e il signor Winchu. Già, Winchu, il mio sospettato numero uno. Decisi di iniziare da lui, lo feci convocare di nuovo nella saletta dove avevo condotto i primi interrogatori, deciso più che mai a torchiarlo.

    È suo questo tabacco?!



    Senta signor Winch, questa sua resistenza a collaborare non gioca certo a suo favore, lei fino ad ora è l'unico che si è mostrato restio a venirci incontro! Mi vuol spiegare perchè?!

    ...non so di cosa stia parlando.

    Sarò costretto a perquisire lei e la sua stanza.

    Va bene, può darsi che il tabacco sia mio. Mi faccia vedere... si, è il mio!

    È stato trovato sulla scena del crimine!


    Feci un cenno ad Apu, sapeva cosa doveva fare. Avrebbe perquisito la stanza del signor Winch, alla ricerca di indizi, e quello che trovò andava ben oltre la mia immaginazione. Una valigetta, con all'interno numerose foto della vittima e altri documenti. Misi mano alle armi, ero deciso più che mai a fermare quell'uomo, eppure lui non sembrò affatto preoccupato o sorpreso dalla faccenda. Manteneva una calma insolita.

    Lei è in arresto signore!

    Non credo proprio. Legga bene quei documenti. Le dirò io la verità, non dovrà fare altro poi che confrontare la mia versione con quello che è scritto su quei fogli. Il mio vero nome è Chester, sono un investigatore privato, un ninja di Kumo. Sono stato assunto da alcune persone per seguire il signor Osuke e raccogliere informazioni sul suo conto.

    Che tipo di informazioni?

    Inutile mentire a questo punto. Stavo seguendo quell'uomo da tempo, il suo vero nome è Tai Pei, ed è-

    ...l'assassino della bambina...

    Esatto, l'assassino di Chiwie Saku, era questo il suo nome.


    Come detto al principio, il caso della famiglia Saku aveva sconvolto l'opinione pubblica di Kumo, tutti avevano provato pietà per la famiglia e rabbia verso quel mostruoso criminale, e sapere che il signor Osuke era l'assassino della povera bambina, provocò in me sentimenti contrastanti. Restai interdetto, finchè non fu proprio il signor Chester a riprendere la parola.

    La famiglia Saku, i parenti più vicini, mi ha ingaggiato per dare la caccia a quel mostro, Tai Pei, il cui nome apparse su ogni bacheca di cacciatori di taglie al tempo dell'omicidio della piccola. Eppure sembrava sparito, nessuno l'ha più visto e presto il suo nome è finito nel dimenticatoio, insieme alla tragica storia. Solo io ero rimasto a dargli la caccia. E ora finalmente l'ho trovato. Ho ucciso io quell'uomo! Fine della storia.

    Sapevo che non era vero. Di colpo il sospettato numero uno mi aveva confessato il suo crimine, eppure così facendo era come si fosse tradito. I suoi occhi era gonfi di lacrime, ed era chiaro che sebbene si fosse aperto con me, nascondeva un segreto ancora più oscuro.

    Purtroppo non sono un cacciatore di taglie, avrei dovuto arrestare Tai Pei, ma sono pronto a pagare le conseguenze del mio gesto.

    Io non le credo, signor Chester. Lei è un brav'uomo, ne sono sicuro, ma c'è qualcos altro.

    Il suo volto tremava per l'emozione, per un attimo fui colpito dalla sua rabbia, mi guardò male, come a impormi di non impicciarmi ulteriormente in quella faccenda. Purtroppo però la verità è sempre stato qualcosa a cui non sono riuscito a rinunciare, e sentivo che dovevo andare a fondo a questa storia. Non tanto per trovare un colpevole e condannarlo, quell'uomo meritava di morire, non c'era dubbio, ma io volevo sapere.
    Insieme con Apu perquisimmo tutte le carrozze dei passeggeri, alla ricerca di indizi. Non trovammo nulla, ma emerse un fatto curioso. Passando davanti alla mia stanza, notai una piccola valigia che non avevo mai visto prima. Conteneva due cose, il kimono rosso che avevo visto la notte dell'omicidio, e l'arma del delitto, un coltello sporco di sangue. Qualcuno voleva prendermi in giro. Eppure sembrava un debole tentativo di depistarmi, facendomi focalizzare sul kimono rosso, come a dire che chi lo indossava era l'assassino e che quella era la prova. Era tutto troppo facile, le prove erano messe li in bella vista, l'assassino che bussava alla mia porta nella notte per farsi vedere mentre correva nel corridoio, il vetro rotto...
     
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    CAPITOLO 6 . LA SVOLTA


    Restai da solo a ragionare. Quella storia era molto più intricata di quanto si potesse pensare, c'era qualcosa di molto grosso che mi sfuggiva, qualcosa allo stesso tempo incredibilmente evidente e allo stesso tempo nascosto. Convocai tutti nella sala, e perquisii di nuovo le stanze. Quando tornai, mi presi alcuni minuti per ragionare, e solo dopo molto, presi parola.

    È curioso come su un treno che va da una città all'altra si incontrino persone d'ogni genere e tipo, un gruppo di estranei che si trovano ad affrontare un viaggio. Vero? Eppure voi non vi comportavate da estranei, per quanto vi sforzavate di farlo. C'era una sorta di complicità, non intuibile a prima vista, eppure tutto mi è stato chiaro quando ho trovato questa.


    Mostrai una foto ai presenti, ottenendo una reazione abbastanza eloquente praticamente da tutti. Gli assassini non potevano più nascondersi.

    È una foto della famiglia Saku, madre, padre e la piccola Chiwie. L'ho trovata nella stanza della signora Dragomiroff, quando ho perquisito da solo le stanze per la seconda volta. Non mi fidavo più di nessuno a un certo punto, e ho voluto agire da solo. E solo alla fine sono giunto alla verità. Lei, signora Dragomiroff, o dovrei dire signora Saku, è la nonna della piccola Chiwie, la bambina uccisa ormai un anno fa dal signor Osuke, il quale nome in realtà è Tai Pei! E non solo, osservando il signor Saku penso di poter dire che lei, Ned, è suo fratello. Ovvero lo zio della piccola Chiwie. Da li è stato facile, ripensando alla sua conversazione con la signorina Sakura prima della partenza, capire che c'era un legame fra voi e che anche lei era coinvolta. Mi faccia indovinare signorina, lei era al servizio della famiglia, giusto?

    ... ... ...Ero la badante della piccola

    Sakura, NO!

    Non fa niente Ned, a questo punto perchè nascondersi?


    Ma non è tutto, lei, signor Apu, mai avrei creduto che potesse essere coinvolto. Un'inserviente del treno, già, ma con delle mani piuttosto rovinate e un'insolita passione per l'agricoltura. Ho visto con che amore cura le sue piante, insolito trovare così tanti vasi su un treno, eppure qui dentro ve ne sono parecchi. Scommetto che lei era il giardiniere della famiglia.

    ...

    E lei signor Boe, scommetto che anche lei lavorava per la famiglia.

    Ero il cuoco...

    E lei signor Keng, non vorrà dirmi che non c'entrava nulla? Signorina Ailyn?

    Io ero il domestico.

    E io la domestica.

    Otto coltellate, inferte da diverse angolazioni e con differente forza, è stato questo che mi ha condotto alla soluzione. Ognuno di voi è l'assassino, l'avete ucciso insieme! Il fazzoletto a terra apparteneva alla piccola Chiwie, c'era incise sopra le sue iniziali. Resta solo lei, signor Chester, che già due volte mi ha mentito.

    Chester è davvero il mio nome. Quello che non le ho detto è che ero un caro amico del signor Saku, eravamo compagni di giochi fin dall'infanzia...

    Una vittima, otto colpevoli...

    La prego, fermiamoci qui. Mi assumo io la colpa, è stata colpa mia. Io ho ideato tutto. Quando Chester ha trovato Tai Pei, ho fatto si che il signor Keng si facesse assumere da lui, sapevamo che faceva una vita facoltosa e il signor Keng aveva le giuste referenze per assisterlo. Poi abbiamo organizzato tutto con Apu, lui ci ha riservato l'intera carrozza, restava solo un posto libero e mai avremmo pensato che sarebbe capitato proprio a te, Azibo! Ci abbiamo messo mesi per preparare tutto alla perfezione, e sarebbe stato perfetto, se non fosse stato per te!


    Rimasi interdetto. Tutti mi guardavano, ognuno coi suoi sentimenti belli in vista. C'era chi mi odiava, chi cercava perdono, chi si vergognava, chi chiedeva pietà, ma una cosa li accomunava tutti: il dolore. Quella gente aveva avuto la sua vendetta, ognuno a suo modo amava la piccola bambina, e tutti avrebbero ucciso per far si che fosse vendicata. Ma ciò non avrebbe placato il loro dolore, uccidere quell'uomo non avrebbe cancellato tutto il male che avevano provato, e alla sofferenza si sarebbe aggiunta la colpa per il crimine commesso. Per questo forse l'avevano commesso insieme, non per compiere insieme la loro vendetta, ma per dividersi il senso di colpa per quello che avrebbero fatto. Compatii quella gente, non erano assassini, ne tanto meno cattive persone. Erano solo brave persone tramutate in assassini dal male che attanaglia il mondo.

    Non racconterò la verità una volta giunti a Suna. Diremo che l'assassino si è calato dal tetto nel bagno, giungendo da chissà dove, e una volta commesso l'omicidio è scappato dalla stessa finestra. Non dovremo dire chi era in realtà Osuke, e vedrete che tutto andrà bene.

    E così fu. Scendemmo dal treno e venimmo accolti da alcuni ninja che iniziarono a indagare. Avevamo gettato l'arma dal finestrino molti kilometri prima, tutto ciò che trovarono fu un uomo morto per cause misteriose. Noi però sapevamo qual'era la verità. Mi allontanai voltandomi un ultima volta e vedendo la signora Saku che a sua volta cercava il mio sguardo in lontananza. Mi sorrise, ringraziandomi con gli occhi. Non la vidi mai più, ma sapevo che finalmente aveva trovato la pace. Lei, e tutti gli altri...

    Edited by Cagnellone - 12/5/2020, 23:03
     
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    Molto ben fatto, però essendo basata interamente su un'opera già esistente, anche se tu l'hai rielaborata, non posso darti il max, quindi per me vanno bene 42 exp per i primi tre e 43 per gli altri.
     
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    Grazie, si prendo spunto per le mie storie investigative sempre dai romanzi di Agatha Christie, ne ho letti una trentina, cambiando alcune cose e scrivendoli di mio pugno, senza copiare alcuna parte scritta. Però non ho abbastanza testa per inventarmi delle soluzioni così intricate come le sue quindi per il momento prendo spunto ma voglio provare a inventarne una mia prossimamente. Comunque grazie, alla prossima :)
     
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