Immergersi nelle sabbie

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    686

    Status
    Offline
    narrato, parlato, parlato altri(in colori diversi)

    Perfetto, resisti ancora un secondo… fatto!
    Esclamò il dottore, allontanandosi di qualche passo per vedere meglio la sua opera. La bendatura che aveva apposto alle contusioni e ai tagli sul mio busto era stretta al punto giusto e non mi impediva i moventi più semplici. Intanto mio padre stava tranquillamente nell’angolo più remoto dell’infermeria. Ero sinceramente impresso dalla calma che aveva mostrato in questa situazione: mi sarei aspettato una tragedia, e invece rimase zitto per tutto il tempo. Ma l’espressione concentrata era sinonimo di preoccupazione, prima o poi mi avrebbe chiesto di discutere dello scontro. Non era una cosa che mi faceva impazzire di gioia, ma avrei sopportato. Una volta ascoltate le ultime istruzioni su come prendersi cura della fasciatura, mi congedò, e io e mio padre incominciammo a camminare silenziosamente verso casa. Era un piacevole pomeriggio autunnale, c’era una piacevole brezza che scompigliava i capelli, e la temperatura stava incominciando ad abbassarsi, poiché il sole era già nella fase discendente del suo arco. C’era una buona dose di imbarazzo, quindi fui quasi sollevato quando sentii mio padre prendere la parola
    Quindi, sono rimasto a vedere lo scontro da lontano… devo dire che quel ragazzo ci sapeva fare con i taijutsu. Ma quello che mi chiedo è: perché non hai provato a difenderti con la sostituzione?
    Non lo so Papà, forse a causa della tensione, o dell’inesperienza, non sono riuscito a trovare niente di abbastanza grande con cui sostituirmi, visto che eravamo in mezzo al deserto.
    Perfetto, bravo. Ma se come hai giustamente fatto notare te eravate nel deserto, perché non lo hai usato a tuo vantaggio? E non intendo solo difensivamente… I Sunajutsu sono estremamente potenti in uno scenario come quello, e sono positivo che il tuo avversario non li avesse mai visti prima.
    Non ne ho idea, non mi è venuto in mente di poter usare quella strategia!
    Dissi già esasperato dalla conversazione. Ma lui non mollò la presa, anzi continuò con ancora più zelo
    E’ proprio quello il problema! Quando si tratta di difesa non puoi agire solo in risposta, ma devi anche avere delle tecniche che sei sempre pronto ad usare per bloccare gli attacchi, e si dà il caso che i Sunajutsu siano ottimi in questo campo! Come puoi pretendere di elevarti se non hai delle basi solide?
    Davanti a quel ragionamento, non potei fare altro che stare muto, almeno fino a quando non arrivammo a casa, dove mia madre stava ansiosamente aspettando notizie. Le spiegammo brevemente gli eventi principali, poi io, esausto, me ne andai a letto senza nemmeno mangiare. I giorni successivi furono spesi a fare allenamenti leggeri, studiare nuove tecniche, e aspettare di poter togliere le bende. Il processo di guarigione fu veloce, e dopo quattro giorni ero come nuovo. In quel periodo di tempo, notai come i miei genitori tendevano a parlare tra di loro in modo sospetto. Fu solo il giorno dopo la mia guarigione che capii cosa stavano tramando.
    Quella mattina il mio sonno fu disturbato da dei rumori molesti che provenivano dal salone. Dopo aver processato il trauma di essere sveglio, scesi dal letto, mi vestii e andai a cercare spiegazioni, ma l’unica cosa che trovai fu mio padre che stava sistemando dei vestiti e viveri in uno zaino.
    Papà… cosa stai facendo?
    Ci prepariamo per un viaggio! Direzione: dei vecchi amici di famiglia! Dai muoviti, dobbiamo andare a ritirare i dromedari!
    Viaggio? Amici di famiglia? Dromedari? Ma di cosa state parlando?!?
    Te ne parlo una volta in viaggio, ora muoviti, tua madre ci sta aspettando alla porta sud!
    Esclamò, mentre si dirigeva verso la scuderia della casata Jiki, posto in cui venivano fatti riposare e rifocillare i dromedari, animali indispensabili per attraversare il deserto.
    Ci furono assegnati tre dromedari, e ne approfittammo per sellarli e caricarli di tutti i beni che ci eravamo portati dietro.
    Poi passammo per il cancello sud, dove mia madre ci stava aspettando. Appena ci vide ci corse incontro per salutarci calorosamente.
    Ciao ragazzi, siete riusciti a prendere tutto il necessario? Ottimo, io intanto ho già parlato coi ninja di pattuglia e sistemato le questioni burocratiche… Non ci ho messo nemmeno tutto questo tempo, credevo volessero molte più informazioni per permessi di una settimana
    Una settimana?!
    Esatto Kyoshi, staremo una settimana in un luogo molto speciale, con delle persone a noi care. Ti abbiamo mai parlato della prima volta in cui io e tuo padre ci siamo incontrati?
    Mi avete sempre detto che era stato durante una missione… ma poi cosa ha a che fare con questo viaggio?
    C’entra. La missione consisteva nel proteggere un gruppo di carovane dall’assalto dei predoni. Sembrava una missione normale, ma poi scoprimmo che quelle non erano carovane di mercanti normali. Quelle carovane appartenevano ad una tribù di nomadi, i Ghorfa; le loro carovane contenevano sia la mercanzia contenevano che i loro beni primari. Normalmente sarebbero riusciti a difendersi da soli dagli assalti, visto che tutti sanno usare i Sunajutsu in maniera intuitiva, e alcuni di loro sono diventati ninja a tutti gli effetti, ma i predoni erano un numero enorme, quindi chiesero aiuto a Suna.
    Nel periodo di tempo in cui siamo stati i loro guardiani, abbiamo avuto tempo di conoscere la loro cultura, e grazie ai loro spunti di riflessione e al loro esempio di vita, abbiamo capito molte cose riguardo la nostra società, il nostro rapporto con la natura e noi stessi. Inoltre abbiamo trovato amici fidati e potenti alleati.

    Parlando tra di noi, abbiamo pensato che avrebbe fatto bene alla tua crescita capire cosa vuol dire vivere in condizioni estreme, e che magari tu possa capire come vivevano i tuoi antenati, preparati per fare un'esperienza molto formativa!
    Kyoshi Jiki
    Azioni:
    -
    -
    -
    -
    Resistenza:100
    Stamina:100

    Parte 1/3
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    686

    Status
    Offline
    narrato, parlato, parlato altri(in colori diversi)

    Così, incominciammo il nostro viaggio all’interno del deserto. Ovviamente, avevo una marea di domande che volevano risposta, e così, anche per ammazzare il tempo del viaggio, cercai di carpire più informazioni possibili.
    Per prima cosa, devi sapere che i Ghorfa sono una popolazione nomade; raramente rimangono in uno stesso posto per più di qualche giorno, e se lo fanno è solo in caso di emergenza estrema. La loro società è composta da tante piccole famiglie, le cui matriarche compongono il Shuram, o consiglio dei saggi. Inoltre esiste anche una seconda figura di spicco, detto il Kai Shar, o capo dell’esercito. Egli è la figura incaricata di tramandare le tecniche di combattimento alla generazione successiva, di mantenere gli scarsi contatti ufficiali tra il loro popolo e l’esterno, e così via. Pensa al rapporto tra queste due figure come al rapporto tra kage e Damyo.
    Un’usanza che mi è sempre rimasta impressa è il modo in cui allevano la prole: non solo tutta la famiglia, ma anche amici e conoscenti si adoperano per far crescere i figli nella maniera migliore possibile. Credo che facciano così in modo che le persone non si interessino solo del bene dei loro conoscenti, ma anche di tutti gli altri.
    Socialmente parlando, nessuno, nemmeno il Shuram e il Kai-Shar, sono considerati superiori agli altri; ruoli di prestigio più alto sono visti come responsabilità, piuttosto che come traguardi. Tutti vengono giudicati in base a quanto il loro sforzo gli permetta di sopravvivere, che sia estrarre l’acqua dal sottosuolo, cacciare, creare rifugi semipermanenti… Sfortunatamente questo mi porta a quello che forse è uno dei loro più grandi difetti: i Ghorfa sono una popolazione estremamente chiusa, che non vuole avere contatti con gli esterni, come ci chiamano loro. Io e tua madre siamo una delle poche eccezioni: Sinceramente non ho idea di come possano prendere la tua presenza nel loro territorio, nonostante li abbia avvisati e abbia messo per te una buona parola.
    Inoltre, ma questo è più un mio ragionamento, credo che l’attaccamento materno che il Shuran hanno con gran parte della popolazione abbia reso le loro politiche molto improntate sulla difesa e sull’autopreservazione, piuttosto che sullo sviluppo e il miglioramento. Ma stanno facendo passi avanti, visto che ora alcuni membri, o come si chiamano loro, camminatori, più giovani stanno frequentando l’Accademia ninja.
    Il resto lo scoprirai da solo! Dimmi, sei emozionato?

    Ammetto che mi hai interessato!
    Dissi scoppiando a ridere. Il viaggio fu lungo e faticoso: dopo qualche ora passata in groppa al dromedario le mie gambe incominciarono a chiedere pietà. Ma la cosa peggiore era la noia infinita che stavo provando durante tutto il tragitto. Cosa avrei potuto fare? Guardare il deserto? Dopo mezz’ora dall’inizio del viaggio incominciai ad entrare in dormiveglia mentre cavalcavo, sperando che così il tempo sarebbe passato più velocemente. Non lo fece, e non credo di aver mai provato così tanta gioia nel vedere un’oasi in mezzo a così tanta sabbia. Sfortunatamente, questa era solo una pausa, quindi tempo di far abbeverare i nostri destrieri ed eravamo nuovamente in viaggio.
    Tutto sembrava trascorre tranquillo, fino a quando con la coda dell’occhio non scorsi delle ombre apposte davanti a quelli che sembravano cubi di sabbia. Era per caso un miraggio? Eppure l’aria non stava tremando, e soprattutto i miraggio non creano illusioni di questo tipo. Forse eravamo a destinazione? Proprio in quel momento sentii mio padre esclamare
    Siamo arrivati!
    Per poi incominciare a sbracciarsi verso la direzione di quelli che immaginai essere i Ghorfa… ma allora cosa erano le costruzioni dietro di loro?
    Nel giro di dieci minuti fummo circondati da venti adulti e altrettanti ragazzi dai dodici ai diciotto anni.
    La prima cosa che notai fu che tutti, maschi e femmine, grandi e piccoli, erano truccati: tutti avevano dell’eyeliner attorno agli occhi, e sulla faccia avevano delle strisce nere, probabilmente fatte con della carbonella. L’unica differenza distinguibile tra lo stile di trucco dei due sessi era la sua la semplicità e linearità. I maschi tendevano ad avere linee dritte, sottili e semplici; le linee create dalle donne erano più marcate ed arzigogolate. Mi ricordavano alla lontana delle maschere usate a teatro o da alcuni membri tradizionalisti del clan Akasuna, ma esse erano molto più complesse, e probabilmente avevano anche scopi diversi.
    Un’altra particolarità consisteva nell’abbigliamento: I maschi erano vestiti con haori e semplici pantaloni a gamba larga, mentre le donne vestivano delle tuniche leggere e che formavano numerosi drappeggi. Tutti i vestiti sembravano fatti della stessa stoffa, ed avevano tutti lo stesso colore bianco immacolato, che contrastava con la loro pelle scura e i brillanti gioielli che portavano al collo, sulle braccia e sulle caviglie.
    I primi a farsi avanti e parlare furono due signori, forse marito e moglie. Mentre loro due si avvicinavano, i miei genitori scesero dai dromedari e si trovarono di fronte ai due nomadi. Qualche secondo di stallo, poi tutti e quattro si abbracciarono, con grande sorpresa di tutti gli altri presenti, me in primis. Dopo qualche secondo si staccarono dall’abbraccio, e l’uomo, un signore di mezza età alto poco più di mio padre, con lunghi capelli nerissimi e carnagione marrone chiara, incominciò a parlare.
    Al shalam Yuzawa, al shalam Kamie… Quanto tempo è passato!
    Aveva un accento particolare, parlava come se fosse nato cento anni addietro, e alcune parole mi erano proprio ignote, ma credevo di averne intuito il significato. Poi prese a parlare la signora, una donna di mezza età con i capelli dello stesso colore del marito, ma con la carnagione più scura.
    Questo deve essere il giovane kyoshi… è davvero un bel ragazzo, dovete essere molto fieri di lui! Mi presento: io sono Monifa, e lui è Kesi, mio marito. Conosciamo i tuoi genitori perché anni fa, quando eravamo ancora fidanzati, siamo stati le loro guide… possiamo dire che in parte siamo stati la causa della tua nascita!
    Suvvia Monifa, non stiamo ad annoiarlo con storie passate… Senti Kyoshi, noi dobbiamo parlare con i tuoi genitori, ti lasciamo nelle mani di questi ragazzi, ti faranno da guida e risponderanno alle tue domande, così come te ne porranno anche. Menat, sei la più matura, mi fido di te va bene?
    Kyoshi Jiki
    Azioni:
    -
    -
    -
    -
    Resistenza:100
    Stamina:100

    Parte 2/3
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    686

    Status
    Offline
    narrato, parlato, parlato altri(in colori diversi)

    Una figura femminile si stacco dal gruppo di più giovani, e catturò subito la mia attenzione. Aveva, come tutti gli altri carnagione scura e capelli neri raccolti in una acconciatura a caschetto con la frangia che le copriva parte della fronte, mentre due trecce le cadevano ai lati, ma aveva anche degli occhi verde smeraldo, che rassomigliavano i miei. Aveva un portamento regale, ma in realtà sembrava molto rilassata e a suo agio anche in presenza di sconosciuti. Notai che aveva la mia stessa statura e presumibilmente anche i miei stessi anni. Salutò con un gesto indolente gli adulti che si allontanavano, poi rivolse la sua attenzione verso di me, che nel frattempo ero riuscito a scendere di groppa. All’improvviso disse:
    Ma non ti bruci?
    Si guarda, vivo perennemente all’ombra e questa è la prima volta in vita mia che vedo la luce del Sole… Certo che non mi brucio! Guarda che vivo anche io nel deserto, solo che io sono sedentario.
    Dissi con tono ironico. Lei si limitò a roteare gli occhi, scuotere la testa e aggiunse
    Sarai abituato al sole e al vento del deserto, ma di sicuro non sei abituato a subirli senza protezioni: si vede fi da qua che i tuoi occhi sono secchi come la gola di un dromedario dopo una settimana di camminata
    Non era una ragazza che si faceva mettere i piedi in testa, eh? Dovetti darmi per vinto in quella occasione.
    Già in effetti a quello non sono abituato… ditemi, voi come risolvete questo inconveniente?
    Appena finii di dire questa frase le facce di tutti i ragazzi si illuminarono
    Vieni, te lo mostriamo con la pratica. Seguimi!
    Disse, e compiendo un piroetta si girò su sé stessa, e si incamminò verso i cubi di sabbia. Io la seguii a ruota, e lo stesso fecero tutti gli altri ragazzi. Mi ritrovai quindi in mezzo a loro; potevo quasi sentire sulla pelle tutti gli sguardi che mi rivolgevano. Passando tra le costruzioni di sabbia, notai che le erano cave all’interno, e possedevano delle fessure. Ammeto che ci misi un secondo a capire che quelle erano le loro case. Abbastanza furbo utilizzare come materiale di costruzione la cosa più presente in assoluto nella loro zona.
    Voi vivete dentro queste costruzioni?
    Sì, sono i nostri rifugi, noi li chiamiamo Domu. Li creiamo appena decidiamo di fermarci, e li disfiamo appena decidiamo di ripartire. Non sono molto elaborati, ma fanno il loro dovere. Voi state sempre nella stessa casa?
    Sì, stessa casa, stesso posto. E’ comodo!
    Eccoci arrivati al mio Domu! Dai entra, ti faccio immergere nella nostra cultura e proverò a rimediare alla secchezza dei tuoi occhi.
    La prima cosa che notai entrando fu la schietta semplicità con cui il tutto era arredato: c’erano due tappeti che coprivano circa metà dello spazio disponibile. Sopra uno di essi c’era un fuuton con delle coperte, nell’altro c’era uno scranno minuscolo ed un cofanetto con ornamenti d’oro. Il tutto era inondato di luce dalle numerose finestre presenti su ogni lato.
    Mettiti comodo e siediti su quel tappeto. Io intanto preparo l’occorrente.
    Mi sedetti a gambe incrociate, mentre la osservavo rovistare nella scatola lì vicino. Dopo qualche secondo, estrasse una matita di colore nero.
    Ora tieni bene aperti gli occhi, e guarda verso l’alto
    Disse, avvicinando pericolosamente la matita ai miei occhi. Io entrai in panico, non volendo avere nessuna cosa appuntita in prossimità dei miei occhi. Afferrai la mano che teneva lo strumento di tortura esclamando
    Quel coso non si avvicinerà di un millimetro in più.
    Ma serve per risolvere un problema che te stai sai di avere
    Poi, una volta resasi conto che non avrei mollato la presa, cambiò tattica.
    Khalid, vieni qua un secondo
    Un ragazzo dalla carnagione molto scura, con capelli nerissimi e occhi marroni e entrò dentro la Domu.
    Cosa c’è Menat? Ti ho sentito urlare il mio nome.
    Questo forestiero non sembra essere collaborativo, non è che mi aiuti a farlo stare buono?
    Il nuovo arrivato si illuminò, e poi si mosse all’azione. Tutto succedette in un istante: scattò verso di me, mi atterrò, e poi dal terreno creò delle manette di sabbia che mi imprigionarono i polsi, il collo, la vita e le caviglie. Potendo fare leva con tutto il suo corpo, Menat riuscì a togliersi dalla mia presa, per poi sedersi sul mio stomaco per limitarmi i movimenti del busto. Solo allora gridò vittoria
    Santi spiriti, finalmente ti sei arreso! cosa sono tutte queste storie? Sarà meglio per te che ora tu collabori, perché altrimenti ti lascio qui. Da bravo: stai fermo e guarda verso l’alto.
    Sconfitto e immobilizzato, dovetti subire impotente l’applicazione della matita sulle mie palpebre. I primi secondi furono infernali sia psicologicamente che fisicamente, poi mi abituai, anche se per un po’continuò a rimanere una fastidiosa sensazione sulle palpebre. Successivamente, Menat estrasse un secondo prodotto, una specie di pasta scura. Ne prese una modesta quantità sul pollice e poi la distribuì sulla mia faccia in forma di due strisce nere direttamente sotto gli occhi ai lati del naso.
    Questa è carbonella, serve per proteggere gli occhi dal riflesso del Sole. Bene, visto che non è andata così male? Ecco, guardati!
    Disse, togliendosi finalmente da sopra la mia pancia e passandomi uno specchio. Devo dire che rimasi piacevolmente colpito dal risultato finale: sembravo diverso, più selvatico.
    Complimenti, hai fatto un ottimo lavoro, specialmente considerando che non sono collaborativo.
    Tranquillo, le prime volte è sempre la stessa storia. Dai, ora usciamo, e puoi finalmente incominciare la tua permanenza qui.
    Rispose mentre Khalid mi slegava dalle manette. Mi alzai, un poco intorpidito, e la seguii fino a fuori dal Domu. Fuori dalla porta c’erano ancora tutti i bambini che aspettavano pazientemente una mia nuova apparizione.
    Vuoi sapere quale sarà la tua prossima attività?
    Rispondere a tutte le loro domande. Buona fortuna.

    Ebbi a malapena il tempo di pensare “perché mi augura buona fortuna” prima di essere sommerso da dubbi curiosità e domande di una trentina di adolescenti. Non fu facile fare ordine in quell’esplosione di energia, ma piano piano acquistai il controllo della discussione e incominciai a dare risposte. La maggior parte delle domande erano semplici informazioni sulla geografia e le abitudini della popolazione di Suna. Dopo una mezz’ora piena, riuscì a soddisfare la loro sete di conoscenza. Piano piano tutti i ragazzi se ne andarono; rimanemmo solo io, Menat e Khalid.
    Kyoshi Jiki
    Azioni:
    -
    -
    -
    -
    Resistenza:100
    Stamina:100

    Parte 3/3
    1° capitolo concluso
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Masters
    Posts
    8,066
    Location
    Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo innopportuna la paura per una cultura diversa

    Status
    Anonymous
    Ti do il minimo (20 punti exp) per una ragione solamente. Come è successo in passato con altri utenti non è ammissibile inventarsi comunità o realtà sociali nuove oltre quelle descritte nell'ambientazione del gdr e di certo non c'è niente che menzioni questo popolo nomade di cui parli.
    Siete pregati, tutti, di attenervi a sviluppare un background attorno alle cose che ESISTONO e sono CHIARE nell'ambientazione del gdr. Se avete proposte per creare contenuti del genere le sottoponete allo staff nella sezione domande o proposte e si valuta ANTICIPATAMENTE la cosa, prima di stendere una p.q. o roba simile.
    Puoi scegliere di prenderti il minimo d'exp e chiudere qua la faccenda oppure cambiare completamente la storia con qualcosa di consono e la valuterò di conseguenza.
     
    .
3 replies since 22/3/2020, 14:21   126 views
  Share  
.