Nightmare's awakening

Cure per Dadi

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    La situazione alla clinica del Fuoco era inizialmente nel caos, vi erano troppe persone oltre al personale medico e di certo la cosa non giovava ai ninja della Foglia.
    Per organizzarsi non ci volle molto tempo, ma in quel frangente la priorità di due Jonin della squadra medica, Furuta e Domura, fu quella di pensare alla cure di Dadi Junsui.
    La ragazza riportava ferite gravi e in più iniziò ad avere un'insufficienza respiratoria improvvisa.
    I due, insieme ai loro apprendisti iniziarono l'esecuzione delle varie tecniche mediche per poter ripristinare e velocizzare l'opera degli osteociti per concentrarsi su tutte le ossa rotte.

    Allora Furuta, che mi dici della diagnosi?

    Il primo Jonin si rivolse all'altro che intanto aveva attivato il Byakugan nei suoi occhi candidi.

    Beh Domu... cioè non lo so... lo sai... E' facile, dai su... Insomma...

    Non iniziare a sproloquiare, sto pensando a infondere energia sulla rigenerazione, non ho chiesto agli assistenti perché la situazione è grave, perciò parla e basta.

    Uff... che palle... Era pure il mio giorno libero...

    FURUTA!

    Ho capito... Ho capito... Stai calmino zio... Cioè, fra, rilassati. Insomma, la pischella qui ha omero, radio, ulna, scapola, clavicola, sinistra e destra con fratture multiple. Tre costole del lato destro sono quasi sbriciolata, inoltre tibia di destra e tarso e metatarso di sinistra anche loro fratturate. Ha due costole incrinate a destra e una che sta perforando il polmone di sinistra. In corso ha un'emorragia interna. L'insufficienza respiratoria a questo punto mi sembra banale spiegarti da dove arriva.
    In più il suo chakra è stranamente instabile, al centro del petto ha dei simboli che ricordano molto una sorta di sigillo del male...


    ...forse intendi "Sigillo Maledetto".

    Vabbé zio, però che palle. Del male o maledetto che stratofava cambia? Cioè, te l'ho detto, rilassati fra. Comunque sembra che da lì parta l'origine dello "sfasamento" del suo chakra.

    ..."sfasamento"? Vuoi parlare meglio, per favore? Perché diavolo devono mettermi sempre in squadra con te... Ho capito. La situazione è brutta. Abbiamo bisogno del supporto di esperti di Fuuinjutsu, io e te con il potere del Sigillo Maledetto non possiamo fare nulla e mi sembra chiaro che non sia altro che quello. D'altronde il loro avversario era quel folle "bastardo del caos".

    Vabbé fra, ok. Li vado a chiamare io...


    Nel frattempo, mentre Furuta Hyuga si allontanava dalla sala, Domura e altri Chunin iniziarono a contenere la situazione fisica della ragazza. La prognosi era delle peggiori e intanto bisognava arginare il problema del polmone e della costola che l'aveva perforato, bastava veramente poco per poter perdere la vita per una cosa del genere.
    Le cure continuarono per alcuni minuti e intanto il medico Hyuga era ritornato accompagnato da tre shinobi della squadra di crittografia di Konoha, i quali, erano specializzati in Fuuinjutsu, oltre che nel decifrare particolari codici segreti.
    I tre nuovi arrivati rimasero sconvolti nel costatare che quello che sembrava un Sigillo Maledetto noto ai bingo book come quello utilizzato da Qayin.

    La situazione è grave... Le cure devono essere eseguite il prima possib...

    Il ninja fu interrotto dall'improvvisa illuminazione del Sigillo Maledetto. Era troppo tardi. Un'onda di chakra violaceo iniziò a vorticare per tutta la stanza, spingendo via i medici verso le pareti.
    Il team del Fuuinjutsu si avvicinò a stento e in tre iniziarono l'esecuzione di un jutsu che potesse contenere quel potere.
    Il risultato fu la creazione di una barriera di chakra trasparente attorno al lettino su cui era stesa Dadi.

    Maledizione... Il sigillo si sta attivando... Rischia di soccombere al suo potere.

    Nonostante i loro sforzi, il sigillo fece apparire una serie di simboli che diramarono sul corpo della ragazza, la quale avrebbe iniziato a reagire con sofferenza perché la pelle bruciava.
    La barriera fu occupata da un'oscurità improvvisa che fuoriuscì dal sigillo. Quello che ancora i tre shinobi e Dadi non sapevano è che il sigillo si stava fondendo al Meiton, la Kekkei Genkai nel dna della ragazza originaria di Otogakure.
    Quella piccola porzione cubica divenne così nera da non riuscire a fare vedere ai medici all'esterno cosa stesse accadendo.
    Dadi improvvisamente smise di sentire dolore e si ritrovò nuda in un'immensa oscurità, come se fosse in un'altra dimensione.
    Di fronte a lei vi era una sagoma bianca di luce che aveva le sue stesse forme.

    nOn sAi cHi SeI? Ti SeNtI mAlEdEtTa?


    Allora ¬Delin, ruola il tuo punto di vista e quello che succede, poi proseguiamo.
     
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    Dadi Junsui
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    Perdere conoscenza era come farsi trascinare in un lungo abisso da mani oscure, che si aggrappavano alla pelle e tiravano giù il cranio per quel baratro. Dadi era riuscita a malapena ad ergersi su una roccia per osservare inerme gli eventi che avrebbero potuto cancellare il mondo ninja. Il suo sguardo da inorridito, per aver sentito di esser stata maledetta e provando un dolore indescrivibile, era passato da arrendevole e privo di vita. Aveva accettato quel mondo che Qayin aveva proposto, una vita di solitudine e distruzione. Non sapeva perché aveva detto di sì al vuoto, ma probabilmente era stato l'enorme stress del momento a tirare fuori quelle emozioni dal profondo. Dadi aveva persino rifiutato di collaborare nella difesa ultima contro il Mukenin e la sua creatura, forse segnando per sempre la storia. Era strano pensare che la scelta di un individuo avrebbe potuto cambiare la vita di molte altre persone, forse in un modo che faceva persino paura. Forse era quello il suo desiderio? Essere padrona del proprio destino? Non aveva più senso rimuginare su quello che aveva scelto di fare e di non fare. Il destino aveva scelto che il suo figlio più odiato incontrasse la sua fine in quel giorno, anche se l'albina non riuscì ad assistere alla scena. Sentì un enorme muoversi e smuoversi di terra, quasi un terremoto, facendole pensare che il piano del criminale fosse andato a buon fine. Sentì solo bruciarsi le carni, come se fosse stata immersa nel fuoco e si volessero staccare via. Il dolore partì dal petto e le fece contorcere tutto il viso, salendo fino alla testa. Spalancò la bocca cercando un'altra volta aiuto, ottenendo però solo di svenire.
    Poco dopo, di nuovo cosciente per un po'. Vide ombre proiettarsi sulle proprie palpebre e sentì la sensazione di movimento, mentre veniva appoggiata da qualche parte di morbido. Non aveva una fibra di forza in corpo ed ogni osso ed articolazione sembrava voler uscire e fuggire. Soprattutto al petto sentiva come migliaia di enormi aghi le stessero uscendo e rientrando nella pelle, mentre le costole erano proprio pugnali ad ogni respiro. Il suo sistema respiratorio sembrava così flebile e debole senza che lei neanche lo volesse. Si ritrovò a pensare nel delirio che il corpo umano era proprio una meraviglia ed uno splendido lavoro di adattamento alle situazioni più gravi. Poi, tralasciando qualche momento dove sentiva di essere toccata in vari punti del corpo ed avvolta in panni, non riuscì a capire cosa diamine stesse succedendo. Qayin aveva fallito? O aveva vinto? Dov'erano tutti? Kaito, il ninja dalla pelle scura, Kurosawa...l'utilizzatore di cristallo era vivo e sapeva quello, ma era stato probabilmente arrestato. Prima di andare nuovamente in blackout, si chiese chi potesse arrestarlo ora che il mondo era finito.
    Un'altra volta in uno stato di coscienza, sembrava. Questa volta tutto era più vivido, dalla sua vista al dolore che provava. Strinse forte il pugno sinistro, accorgendosi che poteva solo ottenere solo altro dolore lancinante e nessuna azione da parte dei suoi nervi. Vide un corridoio bianco, era al chiuso. Odore di disinfettante e sangue. Era il suo? Era su qualcosa che si muoveva, forse un lettino o una barella con le ruote. Era paralizzata? Dov'era? Era stata catturata dal nemico, imprigionata da un amico o da altro? Provò quasi a gridare, ma ne uscì solo un respiro soffocato ed un tossire che le fece vedere le stelle e contorcere. Macchie bianche si allargarono sulla sua vista mentre la nausea cresceva e la testa si faceva leggera, mentre si vedeva entrare in una stanza. Un cielo senza stelle si allargò sui suoi occhi questa volta, senza nessuna visione che la distogliesse dal dolore. Poteva solo vedere le macchie bianche di prima, galassie orrende stampate sulle sue palpebre. Era come cieca in un mondo di sensazioni, che corrispondevano solo ad un eterno dolore in tutto il corpo. Dadi, la ragazza di Oto, in quel momento era un essere che aveva forma nel dolore e che aveva un corpo solo perché poteva provarlo. Si sentiva come schiacciata da un enorme macigno, senza la possibilità di muoversi o altro. Sentiva il petto come in fiamme, come se fosse carburante per un falò di viaggiatori. Non sapeva quanto durò questa permanenza tra le scosse che il suo cervello mandava. Le parve quasi di vedere un fuoco fatuo violaceo, una confortevole fiamma che forse proveniva da lei.
    Tutto si azzerò, nuovamente. Nessuna sensazione questa volta, come se una brezza leggera avesse portato via tutti i suoi mali. Si sentì improvvisamente meglio, senza nessun pugnale nel petto o qualcosa che bruciava al suo interno. Era come scivolata in una vasca di medicinali che l'aveva fatta sentire di nuovo meglio, di nuovo vuota e neutrale come un foglio di carta bianco. Era morta? Se era morta, avrebbe sicuramente ringraziato qualunque divinità infernale che l'aveva mandata in un luogo senza nulla. Fece un esperimento, che probabilmente le sarebbe costata quella poca pace che aveva guadagnato. Poteva muovere le braccia? Sì. Senza alcuna fatica, mosse gli arti superiori e ne fu quasi meravigliata. Il corpo? Si mise a sedere normalmente e notò che era curiosamente nuda. Si coprì il seno con le braccia, senza neanche aprire gli occhi. Questi, lo specchio della sua anima, poteva usarli?
    Sì, e vide una figura accecante di fronte a sé immersa nell'oscurità. Anche questa era nuda e, seppur non possedesse tratti ben definiti, Dadi riconobbe che era la sua immagine. Non sapeva esattamente come, ma dopotutto come sai che quel che vedi in uno specchio sei veramente tu? Lo sai e basta, anche se solitamente le immagini specchiate non parlavano in modo distorto. Le fece due domande che le ricordarono la triste realtà fuori da quello strano posto. Abbassò gli occhi, vedendo se era stata veramente maledetta. Il sigillo sembrava impresso sulla sua pelle come un tatuaggio, in una intricata e strana forma che avrebbe preso numerose settimane per essere riprodotta su pelle umana. Quindi era stata veramente colpita da quella strana tecnica, cosa che la preoccupò ma non la fece andare nel panico. La fece sentire...stanca, più che altro. Come se fosse un ulteriore problema posto dalla vita. Sospirò, mentre ragionava su quello che l'immagine...che si era appena detta. Non era lei la figura bianca, dopotutto? Era naturale che fosse lei, o perlomeno le era naturale per quella logica che l'aveva guidata verso l'oblio. Dadi sapeva chi era, ma non era sicura di conoscersi. Aveva commesso quasi un crimine in quel momento e, nonostante fosse più calma adesso, la sensazione di sconforto non era passata. Non era sicura che fosse pronta a tornare la fuori, sempre che potesse tornarci e non fosse già morta.
    « So il mio nome, Dadi. So da dove provengo, Oto. Ma alla fine... » - Se non fosse che il buonsenso gridasse dentro la sua testa che era una qualche specie di demone venuta a trascinarla agli inferi, si sarebbe pure sdraiata di nuovo per lo sconforto che provava in quel momento. Era calma di fronte alla sua immagine, anche perché onestamente non credeva avesse ragione per farle del male. Non aveva particolari ragioni per non credere di essere morta. La guardò aggrottando le sottili sopracciglia, prima di continuare. « ...un nome è solo un nome, dovremmo saperlo. E sì, mi sento maledetta fino alle ossa. Ho solo aggiunto un simbolo alla collezione e ora sono un dipinto sporco. Qayin mi ha lasciato proprio un bel regalo, uh? Sai che fine ha fatto? » - Si guardò attorno, sperando che ci fossero almeno altre figure più incoraggianti a fare luce, ma era sola con quell'essere di dubbio. Sorrise in pietà di sé stessa, mentre si mostrava nuda alla figura. « Dove siamo? Sono morta, alla fine? O è solo un'allucinazione? » - Pose quelle domande all'altra sé stessa, sperando che potesse risponderle. Non voleva combattere di nuovo, era veramente stanca di farlo per motivi senza senso. Una piacevole chiacchierata prima dell'oblio finale, era quello che chiedeva.


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    Il link alla scheda è più sopra. Se servono stat o altro dimmi pure e le aggiungo sotto spoiler :sisi:
     
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    Dadi si rese conto di essere stata catapultata da una parte in cui la realtà non poteva colpirla o assillarla. C'era solamente lei lì, lei e la parte di lei che era l'unica luce in mezzo a quell'oscurità. La voce di quell'essere divenne improvvisamente uguale a quella di Dadi dopo che la ragazza iniziò a interlocuire

    So il mio nome, Dadi. So da dove provengo, Oto. Ma alla fine...
    ...un nome è solo un nome, dovremmo saperlo. E sì, mi sento maledetta fino alle ossa. Ho solo aggiunto un simbolo alla collezione e ora sono un dipinto sporco. Qayin mi ha lasciato proprio un bel regalo, uh? Sai che fine ha fatto?


    Il simbolo che porti addosso è completamente diverso da quello della nostra abilità innata. Non sei un dipinto sporco, non sei maledetta, sei solamente più forte ora.
    Io sono il lascito di Qayin nel tuo corpo, sono il caos misto alla parte più profonda di te stessa.


    Dove siamo? Sono morta, alla fine? O è solo un'allucinazione?

    Siamo dentro la tua stessa mente, siamo dove i tuoi poteri innati si uniscono alla tua essenza, qui adesso domina il Sigillo Maledetto che crescerà sempre di più fino a incrementare la tua forza oltre ogni limite.
    Non sei morta. Il tuo corpo è a Konoha, in ospedale. Qayin è stato eliminato nel Paese del Vortice e tu sei sotto le cure degli shinobi della Foglia, solo che non appena hanno provato a curarti, IO ti ho trascinata qui e non gli ho permesso di toccarti.


    La sagoma bianca lucente si avvicinò sempre di più alla ragazza e man mano che la faceva, il suo profilo diventava più colorato, più definito fino a diventare Dadi stessa, ma con i capelli corvini e gli occhi rossi. La sua pelle nuda era circondata sa simboli oscuri che partivano dal petto, dove il sigillo del caos nasceva.

    Cosa farai ora? Sai che ho sentito che Oto è stata liberata dall'Impero? Ora che hai questo potere cosa desideri davvero? Rispondimi.
     
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    Dadi Junsui
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    La ragazza rimase immersa in quella calma spettrale, dove nessuno poteva turbarla. Era come un lago nelle profondità della Terra mai toccato da alcun uomo, se non dalle gocce che trasudano dai laghi sotterranei e dalle rocce. Erano così i suoi pensieri, gocce d'acqua che erano l'unica cosa a perturbare quella calma oscura ed infinita. L'altra Dadi, l'unica sua compagnia dentro quel posto creato probabilmente dalla sua mente, decise di rispondere restando eterea come un fantasma, lontana da lei. Sembrava quasi volerla...consolare, spiegarle quello che stava succedendo e calmarla. Forse era lei quella strana in quel momento, visto che dal modo in cui parlava la seconda questa sembrava conoscere molto di più di lei. I suoi dubbi invece non facevano che nascere ed avvinghiarsi alle sue gambe come erbacce. Quando sentì pronunciare il nome "Qayin", alzò lo sguardo chiaro verso di lei, mentre questa si avvicinava piano piano. Non si mosse né si allontanò. Il fatto che quella fosse parte del criminale la metteva a disagio, ma il fatto che avesse assunto la sua stessa forma la incoraggiava a pensare che fosse qualcosa di diverso da quell'uomo. Inoltre alternava l'uso della prima persona dal plurale al singolare, forse riconoscendosi sia come entità separata che come Dadi Junsui. Questi ragionamenti probabilmente passarono in modo più veloce ed istintivo nella sua testa bianca, come se fosse familiare. Certo, il fatto che avesse assunto le sue stesse forme la rendeva estremamente inquietante. Non era di certo la prima volta che vedeva qualcuno copiare il suo viso, considerato quanto si erano allenati in accademia tra di loro, ma doveva riconoscere che non c'era un singolo dettaglio fuori posto.
    O perlomeno era così che pensava. Era possibile ricordarsi a memoria la propria faccia? Di sé si ricordava del naso piccolo, delle labbra sottili e della pelle pallida. Del ciuffo bianco che cadeva sul lato destro del viso e degli occhi affilati dalle lunghe ciglia. Ma l'immagine mentale che aveva di sé era uguale alla realtà? Tralasciando il fatto che fosse nuda come lei, cosa che non sapeva perché le fece nascere una punta di vergogna. Non c'era nessun altro tranne lei lì, visto che a quanto pare era proprio la sua mente. Forse era perché non era proprio abituata a vedere i corpi di altre ragazze a renderla così strana? Eppure quello doveva essere il suo corpo, ma si sentiva quasi stesse guardando qualcosa che non doveva essere visto dagli altri.
    Cancellò quell'idea e si fece pensierosa in viso, poiché la sua gemella stava fornendo diverse informazioni che erano estremamente interessanti. Innanzitutto, dichiarava che il sigillo maledetto si era unito al simbolo dell'arte dell'oscurità in qualche modo. Non aveva idea di come fosse possibile una cosa del genere, non era un medico o una studiosa. Sapeva come funzionava un corpo umano e come scorresse il chakra dentro ciascun individuo. Era conoscenza comune e forse l'unica cosa che sapeva di più di un normale ninja era come funzionasse l'impastare il chakra in sé nel dettaglio. Le era necessario per usare la propria innata, per capire come trattenere all'interno del proprio corpo l'energia altrui. Poteva immaginare che quel sigillo agisse in qualche modo sul proprio sistema circolatorio, visto che partiva tutto dal cuore. Ma poteva mischiarsi con un altro concetto alieno ad esso, come un simbolo presente dalla nascita? Che Qayin avesse giocato a fare il piccolo chimico mischiando elementi a caso, trovando un buon risultato in lei? Oppure l'aveva scelta, come aveva dichiarato...ore, giorni fa? Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma teoricamente il Paese del Vortice era ben lontano da dove si trovava in quel momento. La seconda notizia che gli comunicò la seconda Dadi era che si trovavano a Konoha. Non aveva particolare conoscenza delle cartine geografiche del mondo ninja, ma si chiese perché l'avessero portata fin lì. Immaginò di non essere da sola, visto che l'avrebbe spaventata da morire essere sola in terra straniera, anche se a quanto pare la stavano curando. Forse avevano tutti fatto ritirata verso il continente che era più o meno in pace, oltre che essere il più potente. Era piuttosto ironico come avesse sempre voluto andarci per visitare la metropoli di Konoha ed ora era lì mezza morta in ospedale. Le ultime due notizie la stupirono, visto che a quanto pare Qayin era morto su quell'isola. Gettò gli occhi di lato, allontanandoli dalla Dadi luminosa come per non farle leggere i suoi pensieri. Avevano...vinto, quindi? Se si poteva parlare di vittoria. Non sapeva se poteva permettersi di essere sollevata in quel momento, visto che aveva in pratica sostenuto la possibilità di una distruzione totale. L'annientamento le era parso una cosa buona: ora non sapeva più se le sarebbe piaciuto vivere in un mondo vuoto, anche se quello dove si trovava in quel momento non era così male. Tralasciando il fatto che per qualche motivo l'altra Dadi aveva deciso di non farla curare dai medici. Perché una cosa del genere? Le volevano far del male? Oppure quella parte della sua personalità era ossessiva nei suoi confronti? Si chiese se fosse veramente Dadi o fosse Qayin, od un misto di entrambi come aveva dichiarato. Dopo quel silenzio, riprese a parlare mentre si avvicinava. Doveva chiederle delle cose.
    « Perché? Stavano facendo qualcosa di sbagliato? » - Chiese con sincerità. Avrebbe voluto dirle altro, ma si interruppe quando vide la sua forma cambiare. Era diventata ancora più simile a lei ma anche completamente diversa. Sembrava molto di più un essere umano ora, ma era come se qualcuno avesse invertito i suoi colori. I capelli lisci e corvini le cadevano sul viso, mentre gli occhi rossi erano ulteriori fuochi in mezzo all'oscurità. Se la sua luce si fosse spenta, avrebbe giurato di poterli vedere anche al buio. Le venne d'istinto ripensare a tutte quelle volte che aveva pensato di tingersi i capelli per non dare troppo nell'occhio, cosa che le era stata proibita aspramente da suo padre. Forse quello era il suo unico orgoglio e l'unico modo in cui si assomigliavano, il colore dei capelli e della pelle. Un bianco carta che nel caso del clone era decorato e ornato di numerosi simboli che si ripetevano all'infinito, che partivano dal petto per allungarsi su tutta la pelle. Era un manoscritto di parole proibite e che nessuno avrebbe dovuto leggere, che le fece dischiudere le labbra per la sorpresa. Guardò istintivamente le mani per vedere che non fosse diventata anche lei così o che fosse così dall'inizio senza averlo notato. Se però quel cambiamento poteva suscitare sorpresa e sgomento, le sue successive parole le fecero saltare il cuore in gola. Scattò in piedi verso di lei, quasi toccandola e con gli occhi spalancati.
    « Cosa? Sul serio? Oto...ora posso... » - Un sorriso apparve sul suo volto, era naturale. Aveva sognato da quasi un anno di potersene tornare a casa sua. Era quello che aveva promesso di fronte alla città in fiamme mentre piangendo se ne andava. Ma in quel momento, se il suo viso tradiva la felicità che avrebbe dovuto provare, il suo cuore invece scese dalla gola e sprofondò nel petto. Perché sentiva quella pesante sensazione di sconforto, perché i suoi occhi non avevano la stessa luce del suo sorriso? Doveva...doveva essere felice di potersene tornare dove era nata, dove poteva finalmente riposare. Dove poter riprendere finalmente una vita normale. Ma il seme del dubbio le nacque nel petto e le fece chiedere a sé stessa qualcosa, che le uscì di bocca. Dopotutto, stava parlando con la propria metà. « ...posso tornare a casa? » - Pronunciò una domanda, più che un'affermazione, detta come un'informazione che si dice sottovoce a qualcuno di speciale. C'era qualcosa che la spaventava, che anche in quel momento le paralizzava le mani. Poteva tornare tutto come prima? Dopo la guerra, dopo essere scappata ed aver lasciato tutto? I suoi genitori, le uniche persone che le erano rimaste al mondo...erano vivi? Potevano abbracciarla di nuovo ora che era un'assassina, ora che era cresciuta lontana dall'affetto e dalla gentilezza? Si ricordò dei loro abbracci, della loro vita di prima. Sembrava così lontana, sembrava così inadatta a lei. Dadi sapeva che non aveva sofferto tanto quanto molti altri ninja del mondo. Ma non riusciva a sopprimere la paura di aver perso qualcosa che aveva prima di partire: l'innocenza. La sua vita l'aveva immaginata come un'eterna battaglia, sempre dietro a nemici e senza poter tornare mai più. Aveva provato a controllare quei sentimenti, a dimenticarli e a trovarsi una vita nuova. Voleva tornare a casa, ma allo stesso tempo aveva paura che nulla sarebbe stato più come prima. Cosa avrebbe fatto se sua madre e suo padre fossero risultati morti? E se fosse sopravvissuto solo uno? Era un pensiero orribile, ma avrebbe preferito non rivedere più entrambi che vedere la disperazione negli occhi del singolo.
    Cercò di allontanare quel pensiero egoista, cercò di pensare di fare la cosa giusta. Tornare ad Oto e provare a vivere tranquillamente, a ritrovare gli amici rimasti e a cercare di riattaccare i pezzi della sua vita. Doveva...doveva provarci, doveva affrontare quel terrore che aveva. Forse avrebbe potuto chiedere ai ninja di Konoha o alla stessa Dadi Corvina informazioni sui suoi. Sarebbe tornata, ma non era pronta ad affrontare di nuovo uno scombussolamento tale che aveva già cambiato la sua vita un anno fa. Aveva pensato ad un mondo dove tutto era grigio e non c'erano responsabilità. E quel possibile mondo le era piaciuto, lo aveva bramato per quei pochi minuti dove stava assistendo ad un evento di portata globale. Doveva...doveva prendere le cose con calma, ora che stava diventando più abile e vedere cosa avrebbero comportato tutte quelle cose nuove. Le domande dell'altra Dadi le tornarono in mente, visto che la stava facendo aspettare mentre lei si crucciava interiormente.
    « Io...non lo so ancora. Pensavo che non sarei tornata mai più a casa e...mi stava cominciando a piacere l'idea. Ero stata in grado di dimenticare tutto, di trovarmi una vita nuova ad Iwa mentre combattevo per un'idea irrealizzabile. » - Dadi guardò prima l'oscurità lontana e poi gli occhi di fuoco dell'altra. Poteva e doveva essere sincera con sé stessa, in quel momento. « Ora che Oto è libera, sono tornata al punto di partenza. Ha senso continuare ad essere una ninja? Per chi dovrei combattere? Per i miei genitori? Cosa succederebbe se non li trovassi lì? » - Si passò una mano sul viso, mentre questa volta sentiva veramente gli occhi diventare lucidi, ma evitando di tirare fuori la sua parte più sensibile ora. Curioso come si vergognasse anche con la propria metà di piangere. « Mi sarebbe piaciuto molto vivere nel mondo che avevi sognato. Non avere più responsabilità o qualcuno da amare, né da proteggere. Ti avrei potuto odiare per aver ucciso i miei genitori, senza rimorso. Ho sempre odiato questo simbolo in ogni caso. » - Avrebbe guardato la cicatrice a forma di diamante sulla sua mano sinistra, prima di cominciare a dire quelle cose. La sua parte più esterna, il suo guscio che doveva controllare quello che doveva pronunciare con la bocca, fu sconfitto da quel che sentiva dentro di sé. Parlò a lei come se fosse parte di quel criminale che tanto aveva biasimato, anche se probabilmente l'essere peggiore era quella originale.
    « Con questo potere farò quello per cui sono nata. Combattere. Voglio spazzare via ogni cosa che mi fa soffrire e rimpiazzarla con la pace. Che sia Oto, Konoha o qualsiasi altro villaggio non fa differenza. » - Guardò seria l'altra Dadi mentre provava a poggiare una mano sulla sua spalla sinistra marchiata dal sigillo. Chissà se aveva una consistenza. « Tu...mi affascini. Sei Qayin o sei me? Cosa vorresti vedermi fare, perché sei qui? » - Pronunciò quelle domanda mentre i loro occhi si riflettevano l'uno sull'altro. Dadi non aveva idea se avrebbe mai mantenuto quello che diceva. Ma aveva detto per la prima volta nella sua vita cosa pensava veramente.



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    Le parole di Dadi fecero eco in quell'oscurità pressante e colpirono particolarmente il suo alter-ego, anch'esso oscuro.
    Sorrise alla ragazza e decise di rispondere alle sue domande.

    Non sono nè Qayin nè te stessa, ma piuttosto una fusione tra di loro.

    Una luce iniziò a tagliare l'oscurità dall'alto, come se un coltello stesse improvvisamente tagliando perfettamente qualcosa dalla consistenza gelatinosa.
    La luce era fastidiosa per l'alter-ego, ma non ne risultò ferito.

    Io resterò sempre qua, dentro di te, pronta a darti il potere necessario a superare i tuoi limiti e gli ostacoli che ti si presenteranno di fronte. Mentre stiamo parlando, lì fuori sono riusciti a contenere l'energia straripante dal tuo corpo e a porre una limitazione al Sigillo Maledetto. Non possono bloccare l'uso del potere, ma hanno appena limitato una parte macabra del sigillo di Qayin. Vuoi sapere quale?

    L'alter-ego improvvisamente mostrò un sorriso disumano, come se i legamenti della propria apertura orale si fossero strappati e la bocca diventasse improvvisamente più larga.
    I suoi denti erano diventati aguzzi come quelli di uno squalo e la sua lingua lunga come e ruvida come quella di un rettile.

    lA FaMe dI CaRnE uMaNa!! AHAHAHAHAHAH!

    Tornò normale dopo aver pronunciato in modo sinistro quelle parole che sicuramente avrebbero sorpreso la giovane.

    Il sigillo del Caos può portare ad attacchi di cannibalismo, ma ora ne sei immune, almeno finché la Negazione è attiva sul tuo simbolo. Se dovesse tornare... beh... io ti insegnerò come cibarti dei tuoi simili... Ma forse non ti si addice, meglio così allora.

    Dopo queste parole iniziò a svanire il suo corpo lentamente in una polvere purpurea che si unì a quell'immensa oscurità nel corpo della giovane kunoichi.

    Ora ci salutiamo, ma di certo non è un addio, lo sai... Fai le tue scelte senza avere paura, Dadi, non hai nulla da temere, la vita è tua. Afferrala e dominala, non essere dominata tu stessa. Qualsiasi cosa farai, IO sarò qui per te.

    L'oscurità venne risucchiata in un vortice verso quel piccolo foro di luce che veniva dall'alto. Il concetto stesso di tempo e di spazio ne divennero vittime insieme al corpo di Dadi che venne coinvolta in quel tornado che la spinse verso l'alto.
    Improvvisamente si sarebbe risvegliata nel lettino dell'ospedale e la barriera che avevano eretto i ninja di Konoha non esisteva più, come neanche tutto il chakra nero che ne era uscito dal sigillo.
    Incredibilmente le sue ferite erano tutte sanate, non avrebbe sentito più dolore, nè bruciore, nè impedimenti dovuti alle fratture che aveva in precedenza. Il suo respiro non era più affannato e le cellule del suo corpo sembravano come nuove, come se lei stessa fosse tornata alla vita.
    I medici non se lo riuscirono a spiegare, ma i ninja esperti di Fuuinjutsu esordirono dicendo che poteva essere l'effetto dello straripante potere che era derivato dal Sigillo.
    Infatti, poco dopo aver utilizzato il rito della Negazione del Sigillo Maledetto, tutti e tre caddero senza forze e visibilmente sciupati in visto, come se qualcosa avesse risucchiato non solo il loro chakra, ma anche la loro forza vitale.
    Portati via per essere curati, i medici lasciarono che dentro la degenza entrassero dei ninja provenienti da Otogakure.

    Bentornata tra noi.

    Esordì una Jonin kunoichi del Suono sorridendo alla ragazza.

    So che puoi essere disorientata al momento, ma dal resoconto dei nostri amici della Foglia sembra che il tuo Sigillo Maledetto ti abbia curata risucchiando l'energia direttamente dai ninja che stavano intervenendo su di esso. Non sappiamo se il rito di limitazione del tuo potere abbia attecchito perfettamente, ma adesso la situazione è sotto controllo. Visto che sei in forze, ti lasceremo riposare per almeno un giorno qui, ma un reparto dei nostri shinobi sta partendo per tornare ad Oto, la quale ora è libera dall'Impero del Fuoco e stiamo ricostruendo ciò che abbiamo perso. Ho sentito cosa hai fatto nel Paese del Vortice e un consiglio di Jonin ha deciso di promuoverti al rango Chunin. Che ne dici? Vuoi tornare a casa?


    Questo è il mio ultimo post, tocca a te e poi ti assegno l'exp. Le cure sono ultimate e in più ora il Sigillo Maledetto del tuo pg si può sviluppare tranquillamente con i requisiti senza incorrere nei problemi di andare fuori controllo o di essere spinta dal cannibalismo dovuto alla particolarità di quello di Qayin. Questo finché la Negazione del Sigillo Maledetto è presente.
    Non è casuale che Dadi si sia curata tramite il risucchio di "vita" dei tre shinobi, poiché se ti aggrada, la mia proposta per il tuo Secondo Stadio ed eventualmente Terzo Stadio è un'abilità che amplifica e modella i poteri del Meiton. Poi ti mostrerò cosa ho elaborato.
    A te.


    Edited by F u r y - 16/2/2020, 01:26
     
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    Dadi Junsui
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    La Dadi alternativa rimase a guardarla, mentre quella originale rivelava a lei tutto quello che pensava. Si sentiva quasi meglio dopo averle parlato, anche se si aspettava una reazione negativa. Dopotutto, se era anche parte di lei si aspettava che condannasse quel comportamento così nichilistico verso il mondo. Fu accolta invece da un sorriso, quasi come se fosse una comprensiva madre che poteva capire qualunque cosa avesse detto e fatto. Si addolcì forse anche l'espressione dell'albina, che schiuse le labbra per la sorpresa. Aveva mai visto tutto questo amore rivolto verso di sé, tralasciando i propri genitori? La sua prima risposta confermò i suoi dubbi, anche se non poteva che rimanere confusa da quanto fosse Qayin e quanto fosse Dadi. Lei sembrava detentrice di una conoscenza che non le apparteneva, ma allo stesso tempo l'aveva ignorata quando si era rivolta a lei come se fosse il Mukenin. In quel momento la ragazza macchiata di inchiostro nero sembrò parlare come se fosse una persona vera e propria, aiutata anche dalla luce che aveva spezzato l'oscurità come una saetta. Quella specie di farò illuminò la Dadi corvina, che sembrò assumere un'espressione di sconforto quando ne fu colpita. Sembrava così umana, in quel momento. Sopratutto quando pronunciò quelle parole di conforto verso di lei, che la facevano veramente stranire. Le informazioni esterne passarono in primo piano, quando parlò di quello che i medici stavano facendo. Si chiese quanto potente fosse il sigillo di Qayin per non essere nemmeno contenuto, anche se in effetti era curiosa di sapere cosa avessero appena limitato. Aspettò in silenzio per qualche istante, aspettando una risposta ma ottenendo solo un enorme spavento. In quell'istante di mostruosità Dadi rivide il pazzo mutato che aveva potuto osservare seppur per poco: staccò velocemente la mano dal suo clone ed arretrò, inorridita dal fatto che fosse diventata una cosa del genere.
    « Ti piace scherzare... » - Quelle parole mormorate erano rivolte sia al fatto che l'avesse voluta spaventare in quel modo, sia al fatto che parlasse di mangiare carne umana. Era una cosa orrenda e nauseante e le sembrava impossibile una cosa del genere. Aggrottò le sopracciglia quando continuò a parlarne così seriamente e cominciò a spiegare quasi come una professoressa d'accademia cosa avrebbe portato quel simbolo. Nonostante le parole di supporto del suo clone corvino, un potere così grande poteva essere ottenuto solo tramite un sacrificio di mole ancora maggiore. Sembrava abbastanza...disposta ad insegnarle a mangiare umani, ma si sarebbe accontentata anche del contrario. Sperava ancora che fosse uno scherzo, ma era piuttosto dubbiosa del fatto che un'entità del genere potesse avere un senso dell'umorismo così sviluppato. « Decisamente no. » - Rispose semplicemente, poco prima di osservare il clone diventare una fine sabbia violacea che si perdeva nell'infinito nero. Le sue ultime parole echeggiarono nella mente di Dadi, chiedendosi veramente da che parte stesse l'alter ego. Per ora sembrava pronta a tutto pur di salvarla. Se abitava veramente la sua mente come un parassita, probabilmente era tutto nel suo interesse farla restare viva e in azione. Si sentì malinconica mentre veniva risucchiata dolcemente in quel tornado di luce, come se stesse abbandonando un'altra volta casa sua.
    Aprì gli occhi, mentre osservava un soffitto sconosciuto. Bianco come i suoi capelli ma dall'aria così artificiale e sbagliata. Girò la testa esitante, non come se non fosse sicura di poterla muovere. Il collo rispose ai suoi comandi come il resto del corpo, mentre muoveva le dita di mani e piedi quasi contenta. Non sentiva più nulla e per un secondo pensò di aver perso parti del proprio corpo, ma era incredibilmente guarita. Il dolore sembrava ancora così vivo ma era per ora sono un fantasma sulla sua pelle. Ancora lentamente girò gli occhi verso terra, dove aveva sentito un tonfo. C'erano tre persone svenute sul pavimento ed estremamente pallide. Era vestita ancora con gli abiti sgualciti e lacerati che avevano attraversato il labirinto d'orrore di Qayin. Probabilmente non avevano potuto cambiarla in quelle condizioni, anche se notò che la divisa da Genin era stata lacerata in parte sul petto per permettere al Sigillo Maledetto di essere negato. Lo osservò, notando i suoi motivi che assomigliavano quasi a delle saette. Le sembrò di poter rivedere l'altra Dadi, con la pelle tutta coperta da quei simboli. I medici sembravano abbastanza contenti che si fosse ripresa, anche se non c'era molto spazio per i convenevoli. Subito dopo entrarono numerosi ninja, cosa che la incuriosì molto. Guardò i loro coprifronte e le loro divise, così familiari. Erano del suo stesso villaggio, anche se non riconosceva un volto che fosse uno. Non era proprio nelle condizioni migliori, ma perlomeno sembravano tutti col viso luminoso. Dadi si ricordò improvvisamente quello che le era stato detto poco fa, ma pensò di restare cautamente in attesa. Non le sembrava saggio parlare di un'entità all'interno della propria mente che rappresentava un pericoloso criminale creduto morto, per quanto potesse essere una persona a sé stante. Dadi li osservò con i suoi occhi glaciali, mentre puntava le iridi sulla Jonin che aveva preso parola. Un'altra figura femminile che le spiegava quello che stava succedendo, che ironia. A quanto pare il Sigillo Maledetto aveva preso la forza vitale di quei medici lì...cosa che da un punto di vista era inquietante, ma dall'altra segno che non si era sognata tutto. Si chiedeva se il motivo del dissolvimento fosse la Negazione del Sigillo, a quel punto. Forse era questo che intendeva l'altra Dadi? Aveva scelto lei un modo più veloce e facile di curarla? Il suo corpo era come nuovo, ma non trovava una spiegazione immediata. Forse era un qualcosa che riguardava la sua abilità innata, ma aveva bisogno di più informazioni. Avrebbe approfondito la questione più tardi, perché per ora doveva prendere una scelta veloce ed improvvisa. Dadi prese un respiro che smosse il lungo ciuffo bianco che le era caduto sul lato destro del viso, con numerose altre ciocche che le coprivano la fronte. Il sole stava forse tornando sulle terre ninja. Sorrise dolcemente alla Jonin, come se avesse appena ricevuto la notizia più bella del mondo.
    « Oto è libera? È...una notizia meravigliosa. Possiamo finalmente tornare al villaggio. Verrò con voi il prima possibile. » - Dadi in quel momento voleva sembrare forte e calma, ma era ancora terrorizzata. La paura era un istinto semplice da provare, mentre il coraggio era qualcosa che non sempre si aveva. Prima però, era sola al mondo. Il sapere che qualcuno (o qualcosa) le volesse bene e che la supportasse nonostante tutto, le fece vincere il timore di tornare al Villaggio del Suono. Doveva affrontare qualunque cosa fosse successa al villaggio e ai suoi genitori.
    Sì. Avrebbe superato le insidie che la vita le proponeva da ormai anni, sarebbe tornata tra le risaie. Mano nella mano con il suo Alter Ego, avrebbe riportato il suo villaggio all'oasi che era prima.

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Thank you very much per la role. Quando hai tempo sarei felice di vedere cosa hai ideato :sisi:
     
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    Ho modificato il post nella parte in cui parla la Jonin di Oto, perchè mi ero dimenticato di ufficializzare il fatto che Dadi fosse diventata Chunin.
    Bene, direi che ti assegno tranquillamente 70 punti exp, normalmente sarebbero di meno, ma te li sei meritati.
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Fury te puoi prenderti il max-5, andate in pace


    Edited by Stompo - 2/4/2020, 09:53
     
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