Accademia Akira Okazaki

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    Colui che è e si spera sarà

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    Questa mattina il cielo era sereno sopra Iwa, l'antico villaggio posto a nord del continente orientale, e nonostante vi fosse un infido vento che tentava invano di far tornare alla mente le fredde giornate invernali, si poteva dire senza ombra di dubbio che la primavera era ormai al culmine della sua forza.
    Ma come mai siamo qui in questo villaggio circondato e protetto dalle montagne? Beh perché oggi per tutti i giovani studenti di quel villaggio non era un giorno come tanti altri, no oggi quelle piccole e brillanti menti del futuro dovevano affrontare la prima grande prova che la vita gli avrebbe posto davanti, il temutissimo esame Genin! Per anni il loro sensei li aveva istruiti, preparati ed addestrati per arrivare a quel giorno, finalmente era arrivato il momento di compiere l'ultimo passo e diventare a tutti gli effetti dei ninja! Il maestro, colui che sarebbe stato sia giudice che carnefice di tutti i suoi studenti, stava passeggiando allegramente fumando senza riserva un'antica pipa nera, rilasciando a momenti alterni lunghe boccate di fumo dall'odore vagamente dolce e ricordando tra un passo e l'altro i vecchi tempi: quante volte aveva percorso quello stesso corridoio nei suoi molteplici anni di insegnamento? Quanti studenti aveva visto sfilare davanti a sé con coprifronte nuovo e di quanti aveva sentito grandi cose? Aveva ormai superato da diverso tempo i sessanta anni eppure non si stava mai forgiare i giovani eroi del domani, certo mentalmente rimaneva giovane e scattante come un tempo, ma era il corpo che cominciava a dare segni di cedimento, in quella lunga camminata dal suo ufficio all'aula 2F assaporava quella pipa allo stesso modo di come si godeva quello che probabilmente sarebbe stato uno dei suoi ultimi anni dietro la cattedra, senza dubbio un sapore dolce ed amaro insieme.
    Man, il sensei, arrivò davanti alla porta e bussò tre volte prima di entrare, non che fosse obbligato dall'etichetta ma lo faceva per dar il tempo agli alunni all'interno dell'aula di capire la situazione e di tornare al loro posto, del resto gli faceva sempre piacere entrare e vedere tutto in ordine, una fissa che aveva fin da giovane e che non si era mai tolto:

    "Buongiorno ragazzi..."

    I giovani, o per lo meno la maggior parte, risposero al saluto del loro sensei, chi alzandosi in piedi, che aggiungendoci un piccolo inchino, terminato in ogni caso quella formalità l'uomo si avvicinò a passo lento alla cattedra, posò la sua borsa di lato e la pipa davanti a sé, poi si sedette sulla sua sedia e senza troppi convenevoli cominciò a chiamare le persone per l'esame, del resto tutti i presenti sapevano il perché si trovassero lì, no? Uno dopo l'altro i ragazzi chiamati si alzarono dal loro posto, andarono davanti al sensei e risposero alle sue domande, in un processione sempre più lunga che vedeva vincenti e vinti, questo almeno finché non si arrivò a...

    "Akira Okazaki."

    Man avrebbe atteso che il giovane si fosse alzato e si fosse messo davanti a lui, prima di porgergli la prima domanda:

    "Gerarchia ninja e tecniche accademiche nel dettaglio."

    Il tono era duro e incalzante, del resto il loro sensei era così, gentile e disponibile durante le lezioni ma un cerbero all'esame, ti diceva tutto nel dettaglio e ripeteva le cose fino allo stremo, ma proprio per questo esigeva il massimo dai suoi studenti, come se la sarebbe cavata Akira?

    Stand Alone Bene eccoci alla tua accademia! Hai carta bianca fino a prima che il prof entri nell'aula, fammi conoscere il tuo pg sotto ogni punto di vista, fammi capire davvero chi è e come si muove, facendo attenzione anche a descrivermi bene i vari ambienti e le persone che vi sono all'interno(non ho volutamente descritto il sensei per farti capire), fatto questo rispondi alla domanda che ti viene posta, per qualsiasi cosa sono a portata di mp :rosa:
     
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    Legenda:
    Narrato
    -Pensato Akira-
    Parlato Akira
    "Parlato Sensei"

    Si sentì bussare tre volte alla porta e dopo qualche momento di trambusto durante il quale ognuno tornava al proprio posto, tutti nell'aula 2F si zittirono. Akira era in terza fila e la sua bassa statura, unita al corpo minuto e all'anonimo taglio dei suoi capelli neri, facevano si che passasse totalmente inosservato tra la massa di decine di studenti che affollavano l'aula d'esame. Deglutì con gli occhi fissi sulla porta, perchè sapeva cosa quei tre colpi contro la porta significassero: -E' arrivato l'esaminatore!-
    Durante i minuti precedenti all'arrivo del Sensei, Akira aveva avuto modo di scambiare varie chiacchiere con i ragazzi presenti, alcuni dei quali li aveva conosciuti durante gli anni passati in accademia. Chiacchierando con un certo Nobu era arrivata al ragazzo una certa voce secondo cui l'esaminatore di quel giorno sarebbe stato "il Sensei che bussa tre volte". Akira non lo conosceva, non era tra quegli studenti che passano più tempo a studiare ogni particolare di ogni Sensei dell'accademia, che non a studiare le materie dell'esame stesso. Anzi, a differenza di molti altri, più sapeva riguardo l'esame, più tendeva ad agitarsi. L'unica cosa che poteva calmarlo era la sicurezza di aver studiato proprio tutto ciò che andava studiato. Eppure, nonostante questo, ora che il Sensei che bussa tre volte era arrivato, Akira percepì chiaramente il suo battito cardiaco raddoppiare. Dicevano che durante gli esami cambiasse totalmente personalità rispetto al normale Sensei d'accademia, che non avesse pietà e che i suoi occhi di ghiaccio fossero capaci di penetrarti nell'animo. Ma quando egli varcò la porta e disse:

    "Buongiorno ragazzi..."

    Akira per un qualche motivo si calmò e quasi con un sorriso rispose assieme a molti altri:

    Buongiorno Sensei!

    Forse a calmarlo era stato il fatto che almeno il Sensei aveva mostrato cordialità, oppure forse era stato il fatto che la sua veneranda età, testimoniata dal suo volto vissuto e dalla folta barba brizzolata, incuterono nel ragazzo molto rispetto. Pensò che un uomo che ne ha viste così tante non può essere uno di quelli che godono della sofferenza altrui. Godere della sofferenza altrui è un tratto più comune nel giovani arroganti ed insoddisfatti della propria vita, tanto frustrati da star bene solo quando qualcuno, a causa loro, sta peggio. Un uomo anziano, o meglio, uno Shinobi anziano, probabilmente di sofferenza ne ha già vista abbastanza. Inoltre Akira ha sempre trovato che i vecchietti tendono ad essere più giusti in generale.
    Furono questi pensieri a calmarlo, anche se non del tutto. Infatti appena il Sensei approcciò la cattedra, nella mente di Akira iniziò a ripetersi la frase -...non per primo, ti prego, non per primo, ti prego, non per primo...- e fortunatamente fu proprio così. Diversi ragazzi e ragazze sfilarono al cospetto del Sensei che bussa tre volte. La più brava di tutte fu una certa Fuuma, una ragazza che a dispetto di una certa arroganza, compiacque moltissimo il maestro. Poi, ad un certo punto, accadde l'inevitabile:

    "Akira Okazaki."

    Senza pensarci Akira saltò in piedi così velocemente che si guardò per un attimo attorno per capire cosa fosse successo. Era spaesato, ma sapeva che doveva semplicemente raggiungere la cattedra. Con una sensazione di calore diffusa su tutto il volto, si posizionò difronte all'uomo e con un inchino cordiale disse:

    Eccomi Sensei.

    Deglutì ancora, questa volta a fatica per via della gola secca, mentre pensava: -Eccomi qua, è arrivato il momento. Questo è il mio primo vero passo nella direzione giusta. Se voglio diventare qualcuno, diventare forte, e poter quindi riunire la mia famiglia, dovrò faticare così tanto che un esame del genere probabilmente me lo dimenticherò. Eppure se lo fallisco finisce tutto qui... ora... e a quel punto cosa farò?- Quel pensiero lo sconfortò tanto che ebbe quasi un capogiro. Cercò di concentrarsi sul Sensei, che in quel momento iniziava:

    "Gerarchia ninja e tecniche accademiche nel dettaglio."

    Sissignore! Mmmm... allora...

    Titubò un'istante, cercando il modo giusto per iniziare. Non era bravo a parlare, questo era certo. Ma conosceva le risposte, e questo gli diete la motivazione per buttarsi. Così le parole cominciarono ad uscire fluentemente dalla bocca del giovane Akira:

    La gerarchia Ninja è un fattore di estrema importanza nella società di tutti i grandi villaggi Ninja. Non si tratta solo di una gerarchia militare che i civili possono ignorare senza preoccupazioni. Nella società moderna, infatti, più uno Shinobi è alto nella gerarchia, più è ammirato e rispettato dagli altri Shinobi ma anche da tutta la popolazione. Questo perchè le persone fanno affidamento sugli Shinobi non soltanto per la difesa delle proprie case, ma anche per cose che li riguardano come l'evoluzione della medicina e la diplomazia con le altre nazioni. Non per niente l'uomo con il più alto grado nella scala gerarchica dei Ninja è oramai anche il capo del popolo: il Kage. Ci sono stati Shinobi i cui studi e le cui scoperte hanno rivoluzionato il mondo. Dagli Shinobi dipende la qualità di vita di ogni singola persona. Quindi per concludere, la gerarchia Ninja definisce la posizione che ogni Shinobi assume non solo tra i suoi colleghi ma anche nella società. Ah, sicuramente vorrà anche la lista dei gradi gerarchici. Dal meno importante al più importate, abbiamo Genin, Chunnin, Jonin e Kage. In realtà abbiamo anche gli Sp. Jonin, che altro non sono che Jonin specializzati in una singola arte e non in tutte e tre le arti principali. Poi abbiamo gli Anbu, che in realtà è una divisione di Jonin particolarmente potenti ed affidabili, e si divide a sua volta in varie sotto-divisioni. Ed infine abbiamo il grado dei Sannin, ma più che un grado si tratta di un riconoscimento... il più importante dei riconoscimenti.
    Per quanto riguarda le tre tecniche accademiche, queste sono la tecnica della Moltiplicazione, della Sostituzione e della Trasformazione. Sono le tre tecniche base su cui ogni Shinobi fa affidamento e man mano che si avanza, è comune imparare varianti più potenti di queste tecniche. Tutte e tre richiedono la composizione di sigilli per essere eseguite. La tecnica della moltiplicazione richiede i sigilli della pecora, del serpente e della tigre. Permette di creare copie illusorie che possono imitare i movimenti dell'esecutore ma essendo incorporee non emettono suoni, non possono maneggiare oggetti, spariscono appena danneggiate e non possono eseguire alcuna tecnica in quanto prive di chakra. La tecnica della sostituzione richiede i sigilli della pecora, cinghiale, bue, cane e serpente. Consiste nel generare fili di chakra che aderendo ad un oggetto di adeguate dimensioni permettono di sostituire se stessi all'oggetto in questione, in modo da evitare un attacco, ad esempio. Ciò viene celato da un illusione che rende più difficile per l'avversario accorgersi della sostituzione. Grazie a questa illusione l'avversario potrebbe addirittura vedere dei Kunai piantarsi nel corpo del bersaglio, e sono qualche attimo dopo questo apparirebbe per ciò che è veramente: un tronco. Infine la tecnica della trasformazione si esegue con i sigilli del cane, cinghiale e pecora. E' puramente strategica, non permette di difendersi o attaccare. Permette di mutare il proprio aspetto in oggetti, animali o altre persone, ma non dona nessun potere aggiuntivo.


    Edited by Stand Alone - 4/2/2020, 19:45
     
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    Akira Okazaki stava provando una notevole quantità d'ansia, non serviva lo sguardo forgiato da anni d'esperienza del sensei per capirlo, ogni altro studente presente in quell'aula capiva perfettamente come si sentisse il ragazzo e sperava che il suo turno non capitasse mai. L'interrogato in ogni modo dimostrò di saper gestire abbastanza bene lo stress, superata infatti l'iniziale incertezza il giovane parlò in modo assai prolisso di entrambi gli argomenti richiesti, dimostrando tra le altre cose un buon livello di comprensione del materiale stesso, rielaborando le informazioni e non ripetendola a macchinetta, dettaglio che colpì piacevolmente il maestro:

    "Notevole ragazzo, davvero notevole."

    L'uomo tirò una lunga boccata alla sua pipa, premurandosi però di espirare il denso fumo lontano dal volto dello studente, poi guardò lo studente dritto negli occhi e riprese a parlare:

    "Perché vuoi diventare un ninja?"

    La domanda suonò davvero strana alle orecchie di tutti gli altri giovani aspiranti in attesa di giudizio, non era presente in nessun libro di testo:

    "Le tue capacità intellettive sono evidenti, perché non puntare a diventare un medico, un avvocato, un giornalista, perché andare a buttare il tuo sangue sul campo di battaglia? "

    Le parole di Man colpirono i presenti come un pugno in mezzo allo stomaco, quasi tutti, chi più chi meno, sapeva che diventare ninja in quel periodo storico avrebbe potuto significare essere mandati in guerra, ma sentirselo dire così apertamente era un'altra storia:

    "Ho visto decine e decine di giovani come te portare fieri il loro coprifronte prima di essere spediti al fronte e tornare in una bara. La vita la fuori è difficile, spietata e non regala niente a nessuno, meno che mai a noi che siamo chiamati ad essere la prima linea di difesa. Assicurati di essere davvero deciso sul percorso che stai per intraprendere, altrimenti sarai il primo a non tornare a casa."

    Un monito difficile da mandare giù, indurito dai tanti ninja che il sensei aveva visto morire per il loro villaggio, lui non era contro l'idea di morire per il proprio paese, voleva però essere sicuro che tutti coloro che tanto bellamente professavano di voler diventare dei ninja sapessero fino in fondo quali sarebbero stati i rischi che tale scelta avrebbe comportato, niente di più e niente di me. Man avrebbe atteso qualche secondo in silenzio, sia per dare il tempo ad Akira come agli altri di digerire ciò che aveva detto, poi continuò:

    "Ad ogni modo abbiamo un esame da finire, stare te decidere se accettare il risultato o meno. Dimmi quale delle tre tecniche accademiche è la migliore e riproducila."

    Mi piace come scrivi, partiamo assai bene! Ora la parte divertente, rispondi come credi al sensei e poi esegui la tecnica, facendo attenzione al corretto uso verbale e facendomi sotto spoiler uno schemino riassuntivo dove segni le azioni che fai con le relative spese, a te :hat:
     
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    Parlato Akira
    "Parlato Sensei"

    "Notevole ragazzo, davvero notevole."
    "Perché vuoi diventare un ninja?"
    "Le tue capacità intellettive sono evidenti, perché non puntare a diventare un medico, un avvocato, un giornalista, perché andare a buttare il tuo sangue sul campo di battaglia? "
    "Ho visto decine e decine di giovani come te portare fieri il loro coprifronte prima di essere spediti al fronte e tornare in una bara. La vita la fuori è difficile, spietata e non regala niente a nessuno, meno che mai a noi che siamo chiamati ad essere la prima linea di difesa. Assicurati di essere davvero deciso sul percorso che stai per intraprendere, altrimenti sarai il primo a non tornare a casa."


    Le parole del Sensei che bussa tre volte raggelarono il sangue nelle vene di Akira. Quando l'uomo si interruppe per lasciar rispondere il giovane studente, nell'aula ci fu qualche istante di brusio intenso. Tutti gli studenti presenti avevano iniziato a chiedersi cosa stesse succedendo, cosa significasse quella domanda e perchè quel veterano avesse detto cose tanto terribili a degli aspiranti Shinobi. Ma Akira fu totalmente insensibile alle chiacchiere dei suoi compagni. Era come se un muro invisibile lo circondasse ovattando ogni suono proveniente dall'esterno. Erano rimasti solo lui ed i suoi pensieri. Il giovane dai capelli neri nemmeno si accorse che il brusio era improvvisamente cessato e che ora nella stanza aleggiava un silenzio tombale. Era troppo impegnato a combattere quella sensazione di freddo che l'aveva investito, e a calmare il suo cuore che batteva così forte da dargli l'impressione che da un momento all'altro potesse saltargli fuori dal petto. La sua testa era troppo affollata di pensieri...
    -Maledetto vecchio! Perchè proprio tu dovevi dirmi queste cose? Guarda che lo so, non sei il primo a dirmelo... già altri mi hanno detto che con una testa come la mia potrei ottenere qualunque cosa in qualunque campo, e che il mio intelletto verrà sprecato se divento un Ninja. E tutti lo dicevano con lo stesso sguardo negli occhi. Lo sguardo di chi dice una cosa ma in realtà ne pensa un'altra. So cosa stai pensando in realtà, Sensei. Tu e tutti gli altri, so cosa state pensando veramente, e so che evitate di dirmelo per non ferirmi: quando dite che "una mente come la mia qui è sprecata" in realtà intendete che "una mente come la mia non è adatta". Pensate che il mio intelletto non si addica ad uno Shinobi. Un soldato deve eseguire senza pensare, vero? Un soldato deve essere capace di uccidere senza chiedersi se è giusto o sbagliato e senza farsi troppe domande, semplicemente convincendosi che sta eseguendo un ordine. Un individuo troppo intelligente rischierebbe di farsi troppe domande, di dare un valore alla vita altrui, e ne risulterebbe uno Shinobi inefficiente ed inutile. Pensate che la mia testa da cervellone sia troppo fragile per resistere alla vita da Ninja, lo so! So benissimo che le menti più fini sono quelle che prendono le decisioni, non che le eseguono. Bhé, sai che ti dico io? Vaffanculo le mie capacità intellettive! Non me ne frega niente se sto sprecando un dono o se sto facendo la scelta sbagliata. In questo mondo puoi essere intelligente quanto vuoi ma verrai sempre oppresso da chi ha più muscoli di te! Ne è testimone la mia famiglia...- pensò Akira afferrando le due piastrine che portava al collo, le piastrine con sopra impresso il nome del suo fratellone e della sua sorellina.
    -...ne sono testimoni loro! Ecco l'unica reale verità. Loro che sono stati oppressi da chi aveva più muscoli. Ed un giorno io avrò più muscoli di chiunque altro. Un giorno il mio potere sarà così grande che schiaccerò chiunque voglia fare del male a qualcun altro, anche a costo di causare un male ancora più grande. Sarò potentissimo, sarò riconosciuto e rispettato, e nessuno oserà più portarmi via ciò che mi appartiene.-
    Akira a quel punto cercò di calmarsi, perchè si rese conto che i suoi pensieri erano andati troppo oltre. Il Sensei attendeva una risposta, e la risposta di Akira non poteva essere questa. Sarebbe stata deludente, ed il Sensei poteva decidere di impedirgli di diventare uno Shinobi. Quindi il ragazzo deglutì e respirò profondamente, mollando le piastrine che stringeva nella mano destra.

    Non riesco nemmeno ad immaginare cosa lei possa aver provato nel vedere tanti giovani morire sul campo di battaglia, Sensei. Quando vedo qualcosa che viene sprecato e non posso impedirlo, provo una sensazione terribile. E se questo "qualcosa" fosse una persona, un giovane ragazzo dotato che ha fatto la scelta sbagliata nel diventare Shinobi... non so nemmeno immaginare cosa potrei provare. Ma lei lo sa, Sensei, e per questo io ho un profondo rispetto verso il suo giudizio, qualunque esso sarà. Infatti se dovessi fallire questo esame, non lo ritenterò l'anno prossimo sperando di avere più fortuna, ma accetterò il suo giudizio come definitivo. Quindi spero che la mia risposta non la deluda Sensei.
    Io non vengo da nessun clan di Shinobi, la mia famiglia non custodisce un'arte segreta da tramandarmi, ne un'innata genetica che farebbe di me un combattente dotato. A dirla tutta, nessuno nella mia famiglia è mai stato uno Shinobi. I miei motivi sono molto diversi. Voglio diventare un Ninja per poter ritrovare la mia famiglia e potermi riprendere il mio Villaggio, Kumo. Un aspirante Ninja di Iwa non dovrebbe dire questo, ma è la verità. Sono stato costretto a rifuguarmi ad Iwa, e sono se acquisirò la giusta posizione nella scala gerarchica di cui le ho parlato prima, potrò sperare di combattere ciò che è avvenuto a Kumo. Il colpo di stato avvenuto da parte del nuovo governo Jashinista ha portato morte e distruzione in tutto il mio Paese. Ho perso la mia famiglia, ma so che sono ancora lì da qualche parte. Voglio ritrovarla, voglio riportare serenità nel mio Villaggio, voglio impedire che la sicurezza di Kumo venga ancora minacciata... voglio impedire che la sicurezza di chiunque venga minacciata. E' questo il motivo per cui voglio diventare uno Shinobi. Non mi importa se ciò significherà sprecare le mie capacità intellettive che potrebbero essere più utili in un altro campo. Ci sono cose che vanno fatte, ed io ho capito cosa dovrò fare.


    Concluse Akira sllevando lo sguardo dritto negli occhi del Sensei ed attendendo un verdetto.
    Quando più tardi il Sensei gli domandò:

    "Ad ogni modo abbiamo un esame da finire, stare te decidere se accettare il risultato o meno. Dimmi quale delle tre tecniche accademiche è la migliore e riproducila."

    Akira rispose:

    Credo che la tecnica migliore delle tre sia la tecnica della moltiplicazione, signore. La tecnica della sostituzione dimostra il suo potenziale solo in difesa, può essere sfruttata in attacco solo in modo limitato. La tecnica della trasformazione invece ha una funzione puramente strategica. D'altro canto la tecnica della moltiplicazione permette sia di evitare una attacco confondendosi tra le copie, sia di ottenere un vantaggio offensivo per lo stesso motivo. E' come fare gioco di squadra quando non hai compagni con cui fare gioco di squadra. E, come mi hanno insegnato, il gioco di squadra è la base per la riuscita di qualsiasi missione.

    Detto ciò si preparò ad eseguire la tecnica della moltiplicazione. Cercò di eseguirla il più velocemente possibile, come avrebbe dovuto fare in un eventuale futuro in cui avesse dovuto combattere davvero. Una moltiplicazione veloce ed efficiente, piuttosto che una moltiplicazione perfetta ma troppo lenta. Quindi senza perdere tempo a raggiungere la calma e la concentrazione assoluta, compose immediatamente i sigilli della pecora, del serpente e della tigre per impastare il chakra a dovere e tentare di dare vita a cinque copie di se stesso che lo circondassero, mentre gridava:

    TECNICA DELLA MOLTIPLICAZIONE DEL CORPO!


    Akira Okazaki
            Resistenza: 100/100
            Chakra: 100-5= 95/100


    Azioni:
            - Tecnica della moltiplicazione del corpo

    Effetti attivi:
            //


    Effetti passivi:
            //



    Grazie per i complimenti :)


    Edited by Stand Alone - 6/2/2020, 14:41
     
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    Man era stato volutamente duro con il ragazzo, avendo visto in lui un immenso potenziale aveva sentito la necessità di testarlo fino in fondo, di metterlo alla prova fino all'ultimo per testare le sue motivazioni, la sua determinazione e quello che ne venne fuori fu qualcosa che lo sorprese completamente: non aveva mai incontrato un giovane così deciso, così convinto di quale fosse la strada che dovesse intraprendere. Ogni uomo, messo di fronte alla morte, vacillava, era inevitabile, faceva parte dell'istinto di sopravvivenza che tutti avevano fin dalla nascita, l'istinto combatti o fuggi; in un primo momento era sempre la paura a prendere il sopravvento, ma stava alla persona decidere se abbandonarsi ad essa oppure resisterle e combattere. Quella semplice decisione era quello che divideva il ninja ideale da tutti gli altri, non il non provare paura di fronte alla morte o alle avversità, ma il saperla combattere e mettere a tacere per fare quello che era giusto. Il sensei ascoltò la risposta del giovane ed avvertì la sua risolutezza e la sua decisione, il ragazzo aveva i suoi obiettivi, magari anche i suoi sogni e avrebbe cercato di fare tutto il possibile per portarli a termine. Convinto già a parole, l'uomo ottenne la conferma definitiva che Akira fosse pronto, infatti dopo aver sentenziato che la tecnica della moltiplicazione fosse la migliore il giovane riuscì senza fatica alcuna a cinque perfette copie di se stesso che apparirono davanti a tutta la classe:

    "Preparato sia sulla teoria che sulla pratica, dalle salde motivazioni, non penso ci sia molto altro che io debba aggiungere."

    L'uomo posò per un istante la pipa sulla cattedra, aprì un cassetto alla sua destra e vi tirò fuori un coprifronte scintillante e nuovo di zecca che tirò all'interrogato:

    "Bene, da oggi sei un Genin di Iwa, chissà magari un domani sarai nel gruppo di ninja che sarà mandato a riconquistare il tuo villaggio natale, ma per allora ti consiglio di fare tutto il possibile per rendere fiero quello che ti ha ospitato fino ad oggi. Puoi andare."

    Man gli aveva detto tuo ciò che serviva, ormai la sua attenzione si era già spostata agli altri studenti rimasti in aula, tante piccole anime che ancora aspettavano che il boia calasse la sua mannaia su di loro.

    Niente da dire, ti sei mosso in modo impeccabile, hai passato con successo l'esame, congratulazioni! Fammi il post finale e poi ti do l'exp con tutto ciò che la promozioni ti sblocca.
     
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    "Preparato sia sulla teoria che sulla pratica, dalle salde motivazioni, non penso ci sia molto altro che io debba aggiungere."

    Il volto di Akira si inondò di un intenso colore rosso accesso. Il Sensei di cui gli avevano parlato gli altri studenti, quello spietato ed inclemente che non si fa scrupoli nel disintegrare i sogni degli aspiranti Genin, non era lo stesso uomo che aveva difronte. Lo stava riempiendo di complimenti che a stento il ragazzo pensava di meritarsi. La bocca gli tremolò nel tentativo di trattenere un sorriso, che però sfuggì in ogni caso. E quando dal cassetto della cattedra Man tirò fuori un coprifronte scintillante, gli si sbarrarono gli occhi. Glielo sferrò attraverso le copie della moltiplicazione ed Akira sollevò una mano per prenderlo al volo. Il sono che fece il coprifronte quando impattò contro il suo palmo gli diete una soddisfazione ed un sollievo indescrivibile.

    "Bene, da oggi sei un Genin di Iwa, chissà magari un domani sarai nel gruppo di ninja che sarà mandato a riconquistare il tuo villaggio natale, ma per allora ti consiglio di fare tutto il possibile per rendere fiero quello che ti ha ospitato fino ad oggi. Puoi andare."

    Ma furono queste ultime parole del Sensei che fecero veramente battere il cuore al giovane Akira. Le copie illusorie sparirono in una coltre di fumo senza che nemmeno il ragazzo se ne accorgesse. Era troppo focalizzato su quella breve frase di speranza: "chissà magari un domani sarai nel gruppo di ninja che sarà mandato a riconquistare il tuo villaggio natale". Per un lungo istante immaginò se stesso varcare il basso cancello in legno del cortile di casa sua a Kumo, attraversare il prato e bussare alla porta. Immaginò che la sua famiglia fosse lì in casa, tutta riunita ad aspettare che lui li salvasse. Si immaginò di pronunciare le parole "finalmente siamo liberi" ed abbracciarli tutti. Un'immagine che riempì il cuore di Akira, tanto che cominciò a strabordare dagli occhi sotto forma di lacrime. Si vergognò di sé stesso, e non poco. Dovette abbassare lo sguardo e passarsi una manica sul viso prima di avere il coraggio di rialzarlo per guardare dritto negli occhi di Man, e dire:

    Certo Sensei! Iwa mi ha dato una nuova casa e sono sicuro che mi darà ancora molto. Farò di tutto per ripagarla, glielo prometto.


    Detto ciò Akira sollevò il coprifronte e se lo legò attorno al capo. Un sorriso comparve sotto quegli occhi rossi per il pianto, ed in un sussurro disse:

    Non la deluderò!

    Ed uscendo dall'accademia da nuovo Genin di Iwa, non riusciva a smettere di pensare che finalmente aveva compiuto il primo vero passo nella direzione dei suoi sogni.



    Grazie per la ruolata Stompo. Mi ha dato molti spunti per andare avanti :)
     
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    Sono contento di sentirlo! Ti sei mosso assai bene, quindi ti becchi 35 exp più tutto ciò che il passaggio di grado ti concede:
    -60 punti parametrici
    -Coprifronte di Iwa
    -3 Tecniche accademiche aggiunte in scheda + 3 Tecniche lvl D a tua scelta
    -Taschino E Borsello ninja
    -Abilità Concentrazione del Chakra

    Ci si becca in game :hat:
     
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    62 exp per Stompo!
     
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