[Paese del vento] Discussioni in famiglia

LPQ Ryuga e Atshushi

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    Leggenda:
    Narrato Atshushi ; Parlato Atshushi; Narrato Ryuga; Parlato Ryuga


    I



    Qualcosa non andò. Un lieve formicolio accompagnò la dispersione del chakra con cui Atshushi aveva cercato di imprimere un sigillo sul ninja che aveva paralizzato con le saette volanti.
    -Mh...- una smorfia di disappunto seguì al tentativo andato a male.
    - Temo che dovrò privarti completamente dell'uso del chakra. Avrei voluto fare qualcosa di più... Originale, ecco. -
    E così gli piantò con rudezza nuovamente la mano sul ventre, mischiando il suo chakra al suo. Da quel momento in poi non sarebbe più riuscito a gestire il suo sistema circolatorio.
    - Ora possiamo chiacchierare in tranquillità. - disse mettendosi seduto a gambe incrociate sulla riva dello stagno. - Mettiti a sedere anche tu. Mi sembra di parlare con un cadavere. -


    Ryuga era stupefatto di quella capacità, Fuuinjutsu senza sigilli, dove li aveva già sentiti? Improvvisamente il suo chakra smise di funzionare, il ninja aveva fatto realmente quello che aveva detto, aveva bloccato la sua capacità di usare il chakra.
    - Ho capito di cosa si tratta! Per caso sei un Uzumaki? Questa è una capacità che solo loro sanno usare... - domandò Ryuga una volta rimessosi a sedere. Una folgorazione lo aveva colto facendogli ricordare dove aveva letto di quella fantastica capacità.
    Un Uzumaki, un evento più unico che raro, non poteva essere più fortunato, poter parlare con un ninja di quel calibro capace di usare i Fuuinjutsu liberamente come voleva. L’obbiettivo del giovane shinobi era semplice, renderlo innocuo e... chiacchierare?
    - Cosa vuoi sapere?- domandò.
    Il modo migliore per avere informazioni su di lui era


    - Comincerei con il tuo nome. -
    Quel tipo si era lanciato in un attacco avventato, finendo sconfitto come un principiante, ma sembrava svelto di mente. L'idea di un interrogatoria lo eccitava.
    - Tu a quanto pare sai già chi sono io. - Atshushi si strinse nelle spalle - O almeno lo sai parte. -
    - Quella cosa lí -
    riprese puntando il pollice all'indietro verso la struttura lignea con la quale aveva cercato di catturarlo. Il chuunin conosceva soltanto un'altra persona in grado di compiere tali prodezze. - Sembra proprio un bel pezzo di legno. Dove hai imparato a farlo? -

    Ryuga sospirò, non aveva molta scelta con quel sigillo. Il ragazzo era un Uzumaki, per cui sapeva che quel sigillo non l’avrebbe spezzato facilmente. Rassegnato si grattò la testa con la mano destra e parlò.
    - Ahhh va bene... è seccante come situazione ma a quanto pare non ho molta scelta... mi chiamo Ryuga, provengo da un piccolo villaggio del paese del fuoco, vicino a Konoha. -
    Ryuga non sarebbe stato del tutto sincero con quel ninja, mica scemo.
    - Quel bel legnetto se ti avesse preso ti avrebbe fatto lo stesso del tuo bel sigillo... Mokuton è la mia abilità...-
    Ora doveva indagare su di lui.
    - Tu invece come ti chiami? Cosa ci fai da queste parti? -


    I lineamenti del ninja di Kiri furono attraversati da un fremito di timore, pensando a come sarebbe stato finire incastrato in quella morsa. Ora sicuramente le parti sarebbe state invertite e sarebbe toccato all'Uzumaki rispondere ad ogni domanda che quel ragazzo gli avrebbe posto.
    - Mokuton... - gli fece eco con un filo di voce. - Non è una cosa molto comune. Sei davvero fortunato, non credi? - Proseguì ignorando qualsiasi interesse il ragazzo mostrasse sui suoi sigilli.
    - Io mi chiamo Atshushi e sono un ninja di Kiri, come puoi ben vedere. - Con il pollice della mano destra indicò lo stemma che portava con fierezza sulla fronte.
    - Invece - il tono tagliente, lo sguardo che sembrava volesse scavargli l'anima - come mai tu, Ryuga di Koniha, mi hai aggredito prima? -


    Ecco la domanda fatidica, perché. Ryuga soppesò le parole, non era nella condizione di crearsi altri nemici, anzi forse poteva trovarsi un nuovo alleato per la sua organizzazione, uno così avrebbe fatto molto comodo.
    - Si possiamo dire che sono stato fortunato a nascere con questo corredo genetico, ma null’altro della mia vita è fortunato... Atshushi, piacere di conoscerti. Vedi il fato è stato un po’ avverso ultimamente con me strappandomi via, su di un’isola, famiglia amici e il mio villaggio stesso.- lo sguardo di Ryuga si rabbuiò.
    - Scusa non sono cose che racconto a cuor leggero. Comunque sappi che mi stavano inseguendo un gruppo di criminali, per questo istintivamente quando ti ho visto ti ho reagito cercando di mettermi al sicuro da un possibile attacco. Mi scuso per l’errore di valutazione. -


    Atshushi inclinò di lato la testa, confuso. "A quale isola si riferisce? Che sia proprio quell'isola?"
    Attese qualche istante, lasciandogli tempo di continuare,mentre soppesava le sue parole e la loro veridicità.
    "Non mi convince." - Io ho l'aria del criminale? - Gli chiese quasi oltraggiato. - Io porto il coprifronte del mio villaggio ben in vista. Direi che è piuttosto evidente anche da una certa distanza.-
    Fece una breve pausa, poi riprese.
    - Piuttosto, non vedo il tuo. Di coprifronte. - Puntualizzò brusco.
    Il sigillo che gli aveva applicato gli dava la giusta tranquillità per poter parlare liberamente senza preoccuparsi di una reazione di quel Ryuga. Era davvero in fuga da un gruppo criminali? Possibile. Ma chi era davvero? Era a sua volta un criminale o un ninja disperso?


    Edited by The_Dragon - 12/1/2020, 15:42
     
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    II


    Ryuga sorrise, il viso del ragazzo sembrava comunicargli una certa confusione, era ovvio che non poteva fidarsi di lui visto che l’aveva appena attaccato.
    - Capisco i tuoi dubbi ma non potendo provarti le mie affermazioni non posso fare molto di più. Per quanto riguarda la questione coprifronte era un po’ difficile notarlo visto che eri girato di spalle quando ti ho attaccato... ah mai avuto un coprifronte, non bisogna per forza appartenere ad un villaggio per saper far uso del chakra...-
    Ryuga so girò dandogli le spalle.
    - Vedi in questo mondo ci sono persone come noi e persone come quei criminali che mi stavano inseguendo... il mondo non è bianco e non è nero... non tutti i ninja sono buoni per cui anche se avessi visto il tuo coprifronte non mi sarei fidato, poteva essere tranquillamente un trucco per farmi abbassare la guardia...-
    Poi abbassando la voce quasi ad un sussurro espresse un suo pensiero quasi a se stesso.
    - Se Shaka fosse qui saprebbe cosa dire...- si morse la lingua, aveva espresso un suo pensiero a voce senza accorgersene subito.


    Atshushi si obbligò a rispondere al sorriso di Ryuga. Era in una posizione di vantaggio e voleva restare tranquillo e rilassato nel condurre quel surrogato di interrogatorio.
    Scrutò attentamente il viso affilato del suo interlocutore, mentre questi gli spiegava come mai avesse deciso di attaccarlo. Non poté fare a meno di convenire con le parole di Ryuga, ma stava per chiedergli dove aveva imparato ad usare il chakra, quando il suono di un nome fin troppo familiare non bussò alle sue orecchie.
    "Shaka?" - Shaka...- Fece eco con un filo di voce al misterioso utilizzatore del Mokuton. - Dove hai sentito quel nome? -
    Sapere dove era diventato un ninja o qualcosa di simile non era più importante, non quanto capire se avessero un'amicizia in comune. Se di amicizia si poteva parlare per lo sventurato Atshushi


    Ecco aveva fatto la frittata, sicuramente Shaka era più conosciuto di lui nel mondo ninja, ora come se la sbrogliava?
    Si girò pronto ad inventarsi una scusa ma l’espressione del kiriano non era di rabbia, ma di puro stupore misto a curiosità, per cui gli venne un dubbio, che lo conoscesse? Che Shaka ci avesse già parlato? Poteva far solo una cosa per fugare ogni dubbio.
    - E va bene, maledetta mia linguaccia... Shaka Kurama è il mio partner. Mai sentito parlare di Ragnarok? Io e Shaka cerchiamo di epurare questo mondo di shinobi corrotto e marcio fino al midollo. Tu come lo conosci?-
    Sapeva che era un azzardo ma era l’unico modo per capire.

    L'aver pronunciato quel nome doveva essere stato un errore del ninja. Una disattenzione commessa a cuor leggero, senza doppi fini, perché Ryuga si voltò verso Atshushi roteando sul sedere. Sembrava sinceramente turbato da quella sbadataggine.
    - Ho già sentito millantare storie del genere. -
    Il chuunin di Kiri ricordava vividamente l'incontro con Shaka Kurama e le promesse scambiate quel giorno. Aveva romanticamente ceduto all'impulso di lanciarsi in quella folle avventura con uno sconosciuto che pareva saggio e giusto come una divinità. Ma era durato tutto fin troppo poco, il tempo di una stretta di mano e di un rapido congedo, per poi ritrovarsi circondato da jounin pronti a catturare il monaco e a valutare la fedeltà di Atshushi. Il ragazzo non era riuscito a rinnegare il suo istintivo senso di fiducia verso Shaka e aveva azzardato a chiedere clemenza nei suoi confronti. Era stato ripagato con una lavata di capo e una conseguente perdita di fiducia nei suoi confronti.
    - Tu non sai niente di Shaka Kurama. - Sentenziò con asprezza. Da come parlava quel ragazzo non sapeva che il suo "partner" era stato imprigionato a Kiri.
    - Io non lo conosco. - C'erano ancora domande che cercavano risposte nella testa di Atshushi. - Dimmi, invece, come si diventa un abile manipolatore delle arti ninja, senza far capo a un villaggio. -


    Le risposte che arrivarono da Atshushi lasciarono perplesso il giovane mukenin, come poteva non conoscere Shaka e allo stesso tempo sentenziare che lui non sapeva nulla del suo partner.
    Lentamente si sedette sulla calda sabbia e incrociando le dita le portò davanti al suo viso, alla sua bocca, ponderando bene le parole che avrebbe pronunciato.
    - Ho deciso di essere sincero con te, mi aspetterei altrettanto ma sta a te deciderlo...- lasciò che le sue parole fluissero mostrando tutta la sua sincerità...
    - Intanto cosa sai realmente di Shaka che io non so? Per quanto riguarda me...-
    Ryuga estrasse dalla tasca il suo coprifronte e se lo mise in fronte mostrando così la sua vera origine al ninja.
    - Si come puoi vedere veniamo dallo stesso villaggio... Vedi di questi tempi non si sa di chi ci si può fidare veramente... in questo momento sto rischiando molto ma voglio fidarmi, sono stato vittima della violenza di questo corrotto mondo di shinobi, durante la battaglia contro gli schiavisti e i pirati nel golfo degli squali. Sono stato abbandonato da tutti e tutto, i miei genitori sono morti per salvare quel bastardo che quasi mi ha ucciso a tradimento, un ninja del nostro villaggio, che fortunatamente per lui ha portato a casa la pellaccia e fortunatamente per me l’ho salvata pure io... ma veniamo alle tue domande... come ho appreso il Mokuton, beh il mio nome è Ryuga Senju, faccio parte del clan che detiene questa capacità innata. Ci ho messo più di un mese solo per iniziare ad utilizzarla ed altrettanto per permettermi di usarla per fuggire da quell’isola maledetta... da allora viaggi per il mondo in cerca di vendetta per la morte dei miei genitori. Ho incontrato Shaka durante il mio pellegrinare e i nostri percorsi si sono uniti, ma è da un po’ che non lo sento, ci siamo divisi per svolgere meglio il nostro piano. - lungo monologo del giovane senju, però il suo volto era chiaramente stampata una certa serenità, cosa che gli mancava da tempo.
    - Se vuoi credermi o meno sta a te, sappi che però questa è la verità. A te la palla.- Ryuga sapeva che non aveva molta scelta, o la verità oppure quel ninja l’avrebbe scoperta comunque e la situazione non sarebbe stata più vantaggiosa per lui.
     
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    III


    Atshushi ascoltò in religioso silenzio il racconto di Ryuga. Aveva scoperto con un certo sgomento che condividevano lo stesso coprifronte, sebbene uno di loro non fosse così fiero di portarlo a vista. Scavò con attenzione negli occhi del ragazzo in cerca di un'incertezza che tradisse le sue menzogne, ammesso che non fosse sincero.
    Aveva letto su qualche libro che il corpo tradiva la mente quando questa mentiva. Per cui doveva pur esserci un qualche segnale rivelatore, una tensione nel viso, una cadenza incerta nel parlare, un'irrequietezza insopprimibile della mano. Certo, Atshushi non aveva le competenze per leggere il linguaggio del corpo, ma non trovò nulla di sospettoso nel ninia o presunto tale.
    Quando ebbe terminato, molti passaggi oscuri si affollavano nella testa del chuunin. Dubbi che andavano fugati. Un breve, fugace lampo gli attraversò la testa.
    - Sai chi era questo ninja? - Domandò di scatto, ansioso nel voler conoscere la risposta. Che fosse proprio lui? Colui il quale lo aveva importunato e imprigionato con il solo scopo di ottenere il suo patrimonio genetico. Un gene Uzumaki, un gene dei Senju del legno... Atshushi non era uno scienziato né un dottore, ma la combinazione di quelle linee dinastiche avrebbe potuto portare a qualcosa d'interessante.
    - Al di là questo, puoi spiegarmi esattamente cosa è successo in quel giorno rosso nella Battaglia del Golfo degli Squali. - Con studiata lentezza aprì la giubba chuunin grigia come il cielo autunnale. Tirò su il felpotto che aveva sotto esponendo la nuda pelle del suo ventre fino allo sterno. La liscia epidermide bianca come il latte era orribilmente deturpata da cicatrici dalla forma più o meno regolare e simmetriche tra loro appena soprattutto le prime costole inferiore. Con un dito indicò proprio uno di quei punti.
    - Guarda qui. Qui manca una costola, ma quella è un'altra storia. Queste cicatrici che vedi sono il mio attestato di partecipazione a quella giornata di merda. So com'è andata laggiù. - Il suo sguardo si rabbuiò ripensando a quanti ragazzi innocenti erano morti senza capire nemmeno perché. "Ci hanno usato come carne da macello. Superiori incompetenti e tronfi che..."
    - In molti sono morti e tanti altri si sono giustamente dati alla fuga abbandonando i compagni. Abbandonando me al mio destino. Sarei voluto scappare, ma ho preferito salvare qualcosa di astratto come l'onore piuttosto che la vita. -
    Quella era una mezza verità. Atshushi davanti al mukenin vestito di bianco fu come paralizzato dalla paura, a tal punto da non riuscire nemmeno a fuggire. Poté soltanto piangere, attendendo la fatale mietitrice che però non passò quel giorno. Non per lui perlomeno.
    - Tu quindi cosa hai fatto quel giorno? Dov'eri stato impiegato? -


    Ecco dove l’aveca già visto, Ryuga aveva una buona memoria, quasi idetica ma su era dimenticato di quel volti, forse perché aveva deciso di rimuovere quel nefasto evento dalla sua memoria. Le cicatrici sembravano ancora vivide sul corpo del giovane shinobi, ma quelle di Ryuga erano più profonde. Strinse la collana di sua madre che ancora portava al collo e il suo sguardo si rabbuiò.
    - Capisco quindi c’ero anche tu quel giorno maledetto. Quando ci hanno mandato al macero impreparati e senza un briciolo di possibilità di vittoria... capisco quello che hai dovuto patire, le mie cicatrici non sono visibili come le tue, sono più profonde...- son indicò il cuore con il pollice destro.
    - Ammetto di essere stato uno di quelli che erano scappati al cospetto del ninja bianco. In quella momenti ha prevalso la mia voglia di vivere, ma una volta calmata la paura mi sono accorto che c’erano altri due ninja di Kiri e un samurai con me... uno dei ninja era un chunin che ci ha convinti a tornare a solcare il campo di battaglia, o almeno così credevamo, perché appena ci siamo girati il samurai ha usato il jinton per uccidere il chunin a tradimento e stavano per uccidere anche me quando una enorme esplosione ci ha spazzato via portandoci lontani, non so che angelo devo ringraziare per aver salva la vita... mi sono risvegliato in seguito per scoprire che l’isola era deserta, tra i cadaveri ho rinvenuto quello dei miei e da quel momento ho deciso di vendicarmi di chi mi ha rovinato la vita... sto cercando compagni per intraprendere questo viaggio di epurazione, per questo ero inseguito, ho pestato i piedi a una banda di criminali e ho fallito il compito assegnatomi per questo sono qui a rifugiarmi in questa oasi...

    Alla luce di quelle dichiarazioni, Atshushi si trovò davvero in confusione. Era uno stato mentale che lo aveva accompagnato per tutta la durata di quella sorta di interrogatorio mal gestito.
    - E quindi tu saresti uno di quei maledetti disertori. - Riuscì a dire dopo una lunga pausa.
    - Per di più mentre fuggivi hai anche causato la morte di un bravo ninja che voleva soltanto portarci aiuto. -
    Incredulo, sgomento, senza alcun calore nella voce proseguì.
    - E anche i samurai, coloro che avrebbero dovuto salvarci, ci hanno voltato le spalle. MI hanno voltato le spalle lasciandomi crepare come un agnello in primavera. -
    Che quel samurai fosse proprio Geralt Aizawa? Difficile ma non impossibile sebbene fosse spaventosamente larga la schiera di coloro che si erano dati alla fuga quel giorno.
    - Ti ricordi per caso com'era fatto quel samurai che uccise quel ninja con il Jinton? -


    Le parole di quel ninja lo colpirono nel profondo, ma sapeva che aveva ragione per cui non ribattè. Aspettò che finisse di parlare e poi sospirando si apprestò a rispondergli.
    - Se sono stato un disertore ho avuto le mie ragioni, un avversario che ha ucciso tutti quei pirati in un colpo solo è troppo forte per me anche adesso. Paura, terrore, voglia di vivere, queste sono le emozioni che mi hanno portato a quella scelta. Se tu invece non hai deciso come me hai fatto la scelta migliore, io comunque avevo deciso di tornare in dietro, non sono stato io la causa della morte di quel ninja, ma quel samurai che fregandosene della vita altrui ha assassinato in maniera così infame quel ninja, lui è da considerarsi traditore, Geralt si chiamava, nome che non dimenticherò mai. Con un solo fendente ha tranciato di netto la testa del mio compagno.-
    Ryuga aveva ancora quella scena in mente, la testa che si staccava e cadeva a terra.
    - Saremo tornati a darvi man forte o almeno ci avremo provato, se non fosse stato per quella esplosione. Tu invece come hai fatto a sopravvivere a quella esplosione? -


    - Come ho fatto a sopravvivere a quell'esplosione... -
    Ombre oscure attraversarono il volto del giovane ninja, mentre i ricordi percuotevano i cancelli della sua memoria. Un giorno orribile. Rivisse le oscene visioni di quel giorno per l'ennesima volta. Sangue, urla, lacrime, disperazione, spietatezza si mescolarono in un vortice sentimentale insostenibile per un ragazzo di quell'età. Abbassò lo sguardo, cercando le parole mestamente.
    Quando rialzò gli occhi vitrei, non vide nemmeno chiaramente la figura del disertore che aveva davanti agli occhi, come se a separarli ci fosse stato un velo bagnato.
    - Geralt - fu la sua prima parola. - Non conosciamo i confini di questo mondo. Nessuno ha mai viaggiato fino a calpestarla tutta questa terra. Eppure ci lamentiamo continuamente di quanto sia piccolo perché continuano a incontrare sempre le stesse persone. -
    " Io ho conosciuto Shaka e lui dovrebbe conoscerlo addirittura meglio di me. Io ho catturato Geralt Aizawa mentre Ryuga era con lui quando quel mostro si dava alla macchia."
    - Sono sopravvissuto per pura fortuna. - Riprese dopo una breve, enigmatica pausa. - Tutto qua. Sarei potuto morire come tutti i miei compagni, invece il destino o i divini o chissà cosa mi hanno lasciato vivere, più o meno. -
    Istintivamente si tastò la costola mancante. Proprio lì, dove già era stato ferito da Azibo, ancora sentiva dolore talvolta.
    Con una scrollata di spalle cercò di ripristinare l'aria di superiorità che avrebbe voluto mantenere davanti al suo "prigioniero".
    - Io non ho capito di quale ninja ti saresti voluto vendicare? -



    Quel ragazzo non si sarebbe sbottonato con Ryuga, ormai era chiaro, per cui il giovane sorride divertito da quella situazione.
    - Io non ho capito cosa sai di Shaka che io non so...- incalzò quasi divertito.
    - Facciamo così tu mi dici cosa sai e io ti dico chi cerco.- lasciò passare qualche secondo per far penetrare la domanda.
    - Mi spiace averti fatto rivivere dei brutti momenti con le mie domande. So cosa vuol dire purtroppo.

    Atshushi scosse la testa innervosito. Rispose con simulata benevolenza al sorriso del ninja traditore.
    - Non ci siamo capiti a quanto pare. Non sono qui per scambiare informazioni con te, traditore. - I toni stavano diventando più accesi.
    - Tu ora mi dirai chi cerchi per vendicarti perché, diciamo, potrei saperti dire qualcosa di utile. -
    Ci pensò su per un po', poi aggiunse: - E poi cercherai di convincermi del fatto che tu non sia un viscido criminale. -
     
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    IV


    Ryuga se la rise, i toni si stavano scaldando, ma non era quello il suo intento, doveva riportare il discorso sui giusti binari.
    - Calma calma, questi sono paroloni tanto grossi... non era mia intenzione farti arrabbiare... ricominciamo da capo ti va? Intanto posso dirti che non conosco il nome di quel ninja, non l’ha mai detto, ma presumo sia un genin di Kiri, ma non posso tornare a Kiri senza rischiare che quel bastardo mi etichetti come un traditore...- una idea lo colse all’improvviso.
    - Sarei disposto a fare un accordo con te se sei interessato. Io ho bisogno di un contatto che mi aiuti a trovare quel bastardo dall’interno del villaggio e in cambio potrei darti qualcosa che interessa a te, tipo il Mokuton...- aspettò una risposta del ragazzo sperando che fosse positiva.

    - Allora, cerchiamo di ricapitolare. -
    Atshushi doveva restare calmo, non c'era motivo di agitarsi. Si sistemò meglio sul brecciato sul quale era seduto e posò le mani sulle ginocchia, come un monaco in preghiera.
    - Il genin che cerchi, cosa ti ha fatto? È uno di quelli che ha cercato di fermare la vostra fuga oppure ha a che fare con la morte dei tuoi genitori? -
    Doveva essersi perso qualcosa del discorso del ninja oppure poteva anche darsi che si fosse spiegato lui male.
    Non riuscì a trattenere una risata. Profumava di spontaneità. - Conosco una persona che farebbe di tutto per mettere sul Mokuton, ma non sono quel tipo di persona. - Ci fu una pausa, un po'imbarazzante, perché in quel momento lo solleticò l'idea di imparare un'arte tanto antica quanto temuta. - O almeno credo. -
    - Come sarebbe possibile ciò? Cosa dovresti fare per darmi il Mokuton? -


    Ryuga comprese il problema che si era venuto a creare tra loro, non si erano capiti.
    - Calma calma calma... devo essermi spiegato male, il genin che sto cercando ha provato ad uccidermi. Il chunin che stava con me ha cercato di rimettere sulla giusta strada tutti quanti cercando di organizzare un attacco a sorpresa contro il ninja bianco. Lui e un samurai sono stati fermati dal chunin dopo di me, inizialmente hanno accettato il piano, ma quando ci siamo girati per tornare alla spiaggia hanno cercato di tagliarci la testa, il samurai c’è riuscito con il chunin, invece io sono riuscito ad evitare la morte, poi per mia fortuna una esplosione ci ha spazzati via separandoci prima che concludesse l’opera. Il giorno dopo quando mi sono svegliato mi sono ritrovato da solo nell’isola. Quando finalmente sono riuscito ad andarmene ho scoperto che quel bastardo è tornato al villaggio come un superstite mentre io sono stato etichettato come un traditore. Per cui voglio la mia vendetta su di lui per quello che mi ha fatto. Non solo non posso tornare a casa mia, ma sono obbligato a girovagare per il mondo sentendomi chiamare traditore.-
    Ryuga sperava di essersi finalmente fatto capire da quel ninja.


    - Quindi tu stavi per tornare sul campo di battaglia quando quel samurai e quel genin vi hanno colpito alla spalle. -
    Le linee di contorno dii quella storia cominciavano a definirsi, ma poteva pur sempre trattarsi di una balla.
    Al pensiero che quel Geralt fosse lo stesso Geralt Aizawa che aveva decapitato quel bambino... Atshushi strinse i pugni così forte da lasciarsi profondi segni sui palmi.
    - La tua storia sembra plausibile. Quando ero in ospedale e poi quando sono stato dimesso molto tempo dopo, ho sentito e continuavo a udire di dispersi e di reitti. Tutti quelli che non sono rientrati al villaggio né sono stati ritrovati come cadaveri sono stati etichettati come possibili mukenin. Alcuni corpi, però, era ridotti così male da essere irriconoscibili. Altri, molti altri, furono semplicemente spazzati via. - Un'ombra oscura attraversò il volto del chuunin. Il ninja la coprì con la mano, cercando riparo dietro di essa.
    - Le persone vicino a me sono sparite come polvere a vento. Io, io invece ero ancora tutto intero quando quella luce bruciante finì. Paradossalmente, se sono vivo è unicamente per merito di quel mukenin vestito di bianco. Aveva cercato di difendersi da quell'onda distruttiva con la sua abilità invisibile ed io ero esattamente dietro di lui. Mi fece scudo prima con la sua barriera poi con il suo corpo. Di lui non è rimasto di nulla. Di me rimase una carcassa a un passo dalla morte. -
    Un lungo silenzio di commiato scese sui due ninja, entrambi testimoni di una delle battaglie più cruente che Kiri avesse mai combattuto. Poi, quando Atshushi si fu scrollato di dosso parte di quel malumore, scoprì il volto tornando a guardare Ryuga.
    - Quindi in fin dei conti chi non è stato ritrovato, vivo o morto, potrebbe semplicemente esser stato spazzato via senza lasciar traccia. Quali prove mi dai a conferma della storia?-

    Ryuga ascoltò le parole di Atshushi con un groppo alla gola, mentre parlava rivide tutte le scene di quel tremendo giorno come se fosse ancora lì. Era stato il giorno peggiore della sua vita è da allora di era ripromesso di cambiare, di non tirarsi mai indietro e vendicarsi su chi lo aveva fatto soffrire così, ma ora capiva che non era stato l’unico a soffrire, non era solo.
    Quando Atshushi finì gli porse una semplice domanda ma alla quale Ryuga non poteva dare risposta, non solo perché non era imparate vera, ma anche se lo fosse stata era impossibile da dimostrare essendo lui stato uno dei tre sopravvissuti in quella parte di foresta. Per cui non poté far altro che dire.
    - Non posso... non posso darti alcuna prova di quello che ti sto dicendo, come potrei... non vi è altro testimone che quel bastardo sopravvissuto oppure quel samurai... non ho modo come vedi di provartelo, so che è difficile fidarsi di me, ma non vedo come potrei, per cui non posso far altro che dirti la verità sperando che tu mi creda, o almeno mi dia il beneficio del dubbio.- Ryuga sorrise amareggiato nel non poter fornire altre informazioni.
    - Per quanto riguarda quel ninja bianco sono contento che sia morto e che la sua morte sia servita a salvare la tua vita. Se avessi potuto in qualche modo sconfiggerlo sul campo di battaglia lo avrei fatto senza pensarci due volte, ma all’epoca non ne avevo le forze ne il coraggio. So che sono stato un vigliacco e vi ho voltato le spalle cercando di salvare la mia vita a discapito della vostra, ma non è passato giorno nel quale io non mi sia pentito di quella mia scelta, ho dedicato la mia intera esistenza a salvare il prossimo per porre rimedio in qualche modo a quella mia mancanza, per far tacere le urla che mi attanagliano l’animo ogni notte.- questo era vero Ryuga esprimeva sincerità sul suo volto.
    - Sta a te decidere se credermi o no, in fin dei conti sono nelle tue mani.- indicò nuovamente il sigillo.
    - Ma se mi crederai e mi aiuterai potresti trovare in me e in Shaka dei validi alleati. So che è difficile fidarsi di me in questo momento ma io sento di potermi fidare di te, quello che mi hai raccontato mi ha fatto capire parte di quello che sei, del ninja che sei.-
    Ryuga tacque e standosene seduto aspettò che il giovane ninja proclamasse la sua sentenza.
     
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    V


    - Beh, un modo ci sarebbe. - Atshushi si alzò in piedi, battendo le mani sui calzoni per pulirli dalla polvere.
    - Supponiamo che io conosca Geralt, il samurai che ha ucciso quel chuunin. Pensi che si possa ricordare di te? -
    Negli occhi di Atshushi balenò una scintilla di eccitazione. Aveva messo con le spalle al muro Ryuga. Se la sua storia non fosse stata vera, l'agitazione ora lo avrebbe tradito. Almeno così sperava il chuunin.
    Avrebbe attese una sua risposta, senza mai toglierli di dosso quello sguardo meschino con cui avrebbe voluto scavargli l'anima.
    Era un compagno di Shaka Kurama, forse anche membro di quella fantomatica organizzazione. Forse quel Ryuga avrebbe potuto sapere qualcosa su Torma e Surgi. Se Shaka lo aveva sedotto con le sue suadenti parole come aveva con Atshushi, forse lo aveva coinvolto nel piano di vendetta contro quei due criminali. Una cosa era chiara: Ryuga non sapeva che Shaka Kurama era prigioniero a Kiri.


    Ryuga rimase in ascolto, ma non credette alle parole di Atshushi, qualcosa gli puzzava, per cui pur mettendo sul suo volto uno sguardo stupito, la sua mente invece viaggiava.
    - Tu conosci quel bastardo? Sai dove trovarlo?-
    Ryuga sapeva che se in qualche modo Atshushi avesse portato Geralt lì o in qualche modo gli avesse fatto incontrare avrebbe avuto un alleato dalla sua parte, in fin dei conti i due erano alleati fin dalla loro diserzione e si dovevano dei favori a vicenda, per cui la situazione sarebbe stata delle migliori.
    Eppure Ryuga aveva un sospetto, come se Atshushi volesse di più da lui, ma non sapeva cosa, per cui non dovette far altro che chiederglielo.
    - Atshushi se ti preme domandarmi qualcosa fallo pure... come ti ho già detto risponderò a tutte le tue domande.

    - Ho avuto il dispiacere di incontrarlo, un certo Geralt. -
    Nella mente di Atshushi la testa deforme di un neonato prese a rotolare nell'oscurità, tracciando una liquida scia rossa.
    - Rispondi a questa domanda, se ci riesci. -
    Atshushi era in piedi, torreggiava su Ryuga.
    - Cosa credi che io debba fare con te? -

    Le parole del ninja erano chiare, stava per sentenziare la “condanna” di Ryuga, se così si poteva dire.
    Il Senju sorrise e si sforzò di rimanere il più calmo possibile.
    - Molto semplice, intanto mi levi questo sigillo del cavolo che non serve a nulla, non è mia intenzione ne scappare ne aggredirti nuovamente. Per quanto riguarda il seguito mi indicherai dove hai visto l’ultima volta Geralt così che io possa ucciderlo con le mie mani... altro motivo per liberarmi dal sigillo... poi se vorrai aiutarmi a far uscire allo scoperto il traditore che si nasconde a Kiri e in qualche modo riscattare il mio onore, ma se non è nei tuoi interesse basta che mi liberi da questo sigillo e me ne andrò per la mia strada...


    Atshushi annuí lentamente con il capo ascoltando le parole di Ryuga.
    - Puoi stare tranquillo. Geralt è già stato sistemato. Bisogna soltanto attendere che i lenti ingranaggi sella burocrazia giuridica facciano il resto. -
    Una pausa, poi riprese.
    - Vorrei davvero aiutarti a sistemare quell'essere vile. Ovviamente non sarebbe poi tanto vile se tu fossi un bugiardo menzognero. D'altra parte non saprei davvero come rintracciare questo ninja, tu hai idee? Invece - si grattò una guancia fissando altrove, oltre spalle del ninja. - Se domani dovessi decidere di vedere Shaka Kurama, saresti in grado di farlo? -


    Ryuga rimase colpito nell’apprendere che Geralt era stato catturato, ma l’apprendere che il discorso stava volgendo per il meglio lo rassicurò leggermente.
    - Non è semplice lo so, per questo non ho già marciato su Kiri per accusarlo pubblicamente, da tempo sto cercando una soluzione a questo problema, perché se non posso dimostrare a te la verità delle mie affermazioni come posso anche solo pensare di convincere chi sta a capo del villaggio... ma sono contento che almeno uno di quei due ninja abbiano avuto quello che merita... Geralt... - Ryuga si perde nei suoi ricordi qualche secondo per poi tornare a fissare Atshushi e a riprende il discorso.
    - Per quanto riguarda Shaka invece penso gli sia capitato qualcosa... vedi io potrei vederlo anche subito se volessi...- alzò la manica del braccio destro rivelando un particolare tatuaggio a forma di pentacolo.
    - Questo è un sigillo di dislocazione di Shaka che mi permette di evocarlo in qualsiasi momento io voglia e permette a lui di teletrasportarsi da me quando più lo desidera... ma è da un po’ di tempo che ha smesso di funzionare, per cui sono sicurissimo che sia successo qualcosa a Shaka ma, purtroppo, non so cosa... tu per caso sai dirmi qualcosa?

    Ryuga mostrò ad Atshushi un sigillo su un braccio. Era sicuramente un metodo migliore di quello che Shaka gli aveva fornito.
    - Immagini che ti abbia dato anche un kunai con un altro sigillo. - Azzardò - O sbaglio? -
    Atshushi si guardò intorno. Memore dell'episodio con Shaka, non poteva sapere se qualcuno fosse in ascolto lì vicino. C'era una vegetazione rigogliosa intorno a quella fonte d'acqua, fin troppo fitta per un terreno arido e inospitale come quel deserto. Qualcuno si sarebbe potuto nascondere tra le fronde di quelle palme spinose e spiare i due ninja.
    Compose rapidamente una serie di sigilli e batté il palmo a terra con un movimento repentino. Da una nuvola di fumo con un balzo apparve una ranocchia. Atshushi si avvicinò alle sue orecchie e le chiese se ci fosse qualcuno nei dintorni.
    Dopo un cenno negativo dell'anfibio, Atshushi riprese a parlare.
    - Se ne hai uno, ti sarei grato se me lo daresti. Shaka Kurama al momento ha dovuto rinunciare ai suoi sogni di giustizia. Ma se i suoi poteri sono proporzionati ai suoi sogni, sono sicuro che riuscì a scamparla. -
    In realtà non credeva in una fuga di Shaka. O meglio, non voleva credere che fosse così semplice scappare dal carcere di Kiri. Altrimenti anche Geralt sarebbe potuto fuggire.


    Le parole di Atshushi confermarono gli ormai scontati sospetti di ryuga, da quando non riusciva più ad evocare Shaka aveva intuito che c’era qualcosa che non andava. Il giovane scosse la testa scoraggiato.
    - Purtroppo devo deluderti, non ho kunai perché questo tatuaggio ha lo stesso effetto... immaginavo fosse successo qualcosa a Shaka, ma non sapevo cosa... correggimi se sbaglio... per caso è stato catturato?-
    Se fosse stato così non era una notizia per niente positiva, doveva trovare il modo di liberarlo. Forse però Atshushi avrebbe potuto aiutarlo...
     
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    VI



    Il piccolo Kosuke, il rospetto evocato da Atshushi, continuava a saltellare intorno ai due ninja, roteando la testa da una parte all'altra. Se avesse avvertito qualche presenza inaspettata, avrebbe tempestivamente avvisato il suo evocatore. A pochi metri, i due ninja continuavano a conversare. Lo scambio di battute era arrivato a sfiorare fino a sorpassare i limiti di pericolosità dai quali Atshushi si era ripromesso di restare a distanza. Già una volta aveva rischiato grosso soltanto per aver scambiato alcune parole di troppe con un monaco reietto ed ora il fato ironico lo poneva in un'analoga situazione proprio con un fido compagno di quel monaco.
    Shaka Kurama doveva fidarsi molto di Ryuga perchè gli aveva dato la possibilità di richiamarlo come fosse stato un animale da evocazione.
    - Sì, è stato catturato. - Si limitò a rispondergli laconicamente.
    Un'informazione del genere non avrebbe cambiato granchè la situazione di Ryuga. Doveva sentirsi perso senza Shaka. Dopo essere stato tagliato fuori dal villaggio, doveva aver riposto la sua stella polare nella mani di quel monaco. Atshushi non stentava a crederlo, d'altronde aveva dimostrato di essere un così buon oratore da convincere perchè lo stesso chuunin a dargli fiducia. Ma ora, quella conversazione che piega avrebbe preso?


    Ecco il timore di Ryuga prese conferma. Ora cosa poteva fare? Non era semplice, Shaka era stato catturato da Kiri e lui non aveva la forza per liberarlo, doveva tornare a casa e organizzare un’azione di recupero con Kurosawa e i gemelli.
    Ora però aveva un altro problema da risolvere e forse Kosuke poteva tornarli utile, infatti il rospo conosceva bene il giovane Senju e per quanto fosse stato evocato niente meno che dal suo carceriere non gli staccava gli occhi di dosso.
    Ryuga fece un cenno di saluto al rospo che lo ricambiò.
    - Yo Kosuke da quanto tempo...-
    - Yo Ryuga...- rispose il rospo.
    - Scusa se non ti ho salutato subito ma abbiamo un problema bello grosso al momento...- poi Ryuga tornò a rivolgersi a Atshushi.
    - Vedo che anche tu sei entrato a far parte della grande famiglia dei rospi... Kosuke è amico mio quanto tuo, anche se Gama è a tutti gli effetti il mio migliore amico e compagno di scontri... se Gama ti ha concesso il privilegio di poter firmare quel roto e si è fidato a tal punto di te non ci sono dubbi sul tuo buon cuore. Se lui si è fidato di te allora non vedo perché io non debba farlo, in fin dei conti mi fido ciecamente del giudizio di Gama.- continuò ad osservare Kosuke che prese parola.
    - Capo posso confermarti le parole di Ryuga, lui è in grado di evocarci proprio come fai tu, è un brava persona per questo Gama gli ha concesso di entrare nella nostra famiglia. Ti puoi fidare di lui.- sentenziò Kosuke capendo la situazione, in fin dei conti non era stupido.

    - Kosuke, sei un perfido doppiogiochista. - Rispose Atshushi con un ghigno divertito al rospetto che aveva momentaneamente smesso di annusare l'aria.
    - E quindi anche se tu sei un amico dei rospi e di Gama. -
    Quegli animali per di inclinazione benevola. Difficilmente andavano d'accordo con assassini, ladri o guerrafondai. La loro casa, il monte Myoboku, era un luogo ameno tenuto nascosto per preservarne la tipica tranquillità. Quel Ryuga doveva avere un animo buono se Gama aveva deciso di sottoscrivere il patto di evocazione con lui. I ricordi di Atshushi si accessero, rischiarando quel giorno in cui salvò due piccoli rospetti da delle formiche giganti. Dopo quell'episodio, loro gli avevano permesso di conoscere il vecchio Gama, un rospo grande come una montagna e con il sangue del chuunin si erano dichiarati eterna fedeltà. Atshushi e rospi sarebbe stati legati a vita da una complicità indissolubile poichè un giuramento scritto col sangue non puo' essere infranto.
    Atshushi spostò la sua attenzione nuovamente sul ninja reitto.
    - E quindi, Ryuga? Tu ti fidi di me e io potrei fidarmi di te. Ed ora cosa succede? Vuoi che ti liberi e ti lasci andare?. -


    Ryuga spostò lo sguardo dal rospo ad Atshushi, non poteva che ringraziare il rospo per le sue parole, in fin dei conti non era un essere cattivo, ma era stato ingiustamente etichettato come tale da quel mondo ninja.
    - Se non ti dispiace si... potresti gentilmente liberarmi da tale sigillo così che io possa curare le mie ferite?- il dolore delle ferite causato dal precedente scontro non era svanito e quel sigillo gli impediva di attivare la sua autocura sanandole.
    - Per quanto riguarda il da farsi io andrò per la mia strada e proverò a cercare un metodo per salvare Shaka... che amico sarei se lo lasciassi marcire in una prigione... poi lui farebbe lo stesso con me, ma sto divagando, per quanto riguarda noi invece siamo già legati indirettamente con il nostro stesso sangue-
    Fece un eloquente gesto verso il piccolo rospo, in oltre lui lo riteneva esattamente come uno di famiglia.
    - Può non interessarti ma per me sei uno di famiglia, se Gama ha deciso di fidarsi di te per me basta e avanza. Vedi io considero i rospi come la mia nuova famiglia, da quando ho perso la mia e ho trovato loro. Per cui benvenuto in famiglia. - sorrise.
    Sapeva che Atshushi poteva ritenerlo un pazzo, ma questo pensava il giovane Senju.


    Uno di famiglia. Non aveva mai visto quei rospi come dei membri della mia famiglia. In realtà, Atshushi aveva rimosso il concetto di famiglia dalla sua vita. In quell'esatto momento, vacillò.
    Tempo addietro sua madre era stata una fuggitiva. Aveva dovuto abbandonare lui e il villaggio perché le sue origini erano state svelate al mondo. Ora quel ninja aveva dovuto anche lui abbandonare Kiri. Non per lo stesso motivo, ma entrambi avrebbero preferito non farlo ed erano stati costretti a tale decisione da una successione di sfortunati eventi. E quello stesso ragazzo ora gli parlava di famiglia.
    - Immagino che questo fra di noi non sarà un addio. -
    Atshushi voltò le spalle a Ryuga. Socchiuse gli occhi mentre dissolveva il sigillo che aveva bloccato il chakra del Senju finora.
    - Lascia che ti dia un consiglio prima di salutarci. Desisti dal cercare Shaka. Non puoi eludere le difese di Kiri da solo e favorire la fuga di un prigioniero. -
    - Non saprei davvero dirti cosa fare - riprese dopo una breve riflessione - non so cosa possa fare un ninja disertore, ma forse potresti girare il mondo aiutando le persone in difficoltà. Il mondo è scivolato nel caos e i forti fanno ai deboli le peggiori malignità. Il unico desiderio è riportare la pace e la giustizia. -
    A
    vrebbe anche voluto conoscere sua madre, ma era più facile fermare una guerra che trovare una persona della quale non si sa nulla, nemmeno se è viva o meno.
    - Questo è il mio unico desiderio al momento. - Riprese allontanandosi di qualche passo.
    - Non farmi pentire di averti lasciato libero quest'oggi. -


    Atshushi prese finalmente la sua decisione e sciolse il sigillo che impediva a Ryuga di usare il chakra. Come una ventata di aria fresca lo sentì scorrere nel suo corpo e ne fu felice.
    - Ti ringrazio-
    Ryuga alzò la mano destra davanti a se e, mentre dal suo corpo sparivano le ferite dello scontro precedente, su di essa apparve un piccolo seme.
    - Questo non è una addio, come ho detto prima fai parte della famiglia ora. Potrai raggiungermi sempre tramite i rospi, passo il novanta percento del tempo con Gama, lui saprà sicuramente dirti dove sono, in ogni caso prendi questo seme...- aspettò che lo prendesse per poi riprendere a parlare.
    - Questo seme se lo terrai con te mi indicherà sempre la tua posizione, così se mai avessi bisogno di aiuto saprò sempre dove trovarti. Per quanto riguarda Shaka e i nostri obbiettivi sono esattamente quelli che mi hai proposto, sto girando apposta il mondo alla ricerca di nuovi compagni che mi aiutino come più possono a epurare il male da questo mondo e portare finalmente la pace e la giustizia. Per ora oltre a Shaka ho un altro compagno, però se mai vorrai unirti a noi sappi che sei sempre il benvenuto, sappi che questo non implicherà il dover lasciare il villaggio, potrai aiutarci anche restando uno shinobi di Kiri. In ogni caso grazie ancora.-
    Decise di non continuare oltre quella conversazione e una volta scambiati gli ultimi convenevoli si sarebbe girato e...
    - Dunque arrivaderci Atshushi-
    ... sarebbe andato nuovamente per la sua strada.


    - Tenere un seme che ti permetta sempre di sapere dove sono? -
    Alla domanda del Senju fece eco il disappunto di Atshush. Scosse il capo in senso di diniego.

    - Purtroppo non credo di voler condividere tutta questa intimità con te - Rispose rifiutando la sua gentile offerta.

    - Quando avrai bisogno di me - aggiunse - lascia che sia Kosuke il latore del tuo messaggio. -

    Fece un cenno al piccolo rospo ed egli sparì com'era arrivato: in una nuvola di fumo.

    - Arrivederci Ryuga - Atshushi gli offrì la visione della sua nuca scura mentre si allontana. - Sei una persona interessante e sarei contento di poterti reincontrare. Soprattutto se dovessi avere informazioni interessanti per me. -
     
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    In vari momenti avreste potuto sfruttare meglio ciò che vi permette di fare un LPQ, ovvero creare un dialogo molto verosimile con un personaggio che dice anche solo un paio di parole e l'altro che risponde subito. Invece avete scelto di fare dei mini-post in cui ogni personaggio diceva varie cose con tanto di narrazione senza lasciare all'altro personaggio la possibilità di rispondere subito. In poche parole, non c'è abbastanza dialogo botta-e-risposta da rendere la lettura piacevole come vorrebbe una LPQ.
    Ma... siete stati comunque bravi, bisogna prenderci la mano con le LPQ perchè siamo tutti troppo abituati a fare post lunghi ed inadatti al dialogo tra due personaggi.

    45 exp per Dragon e 48 exp per Tisy!
     
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