Il gatto cleptomane

P.Q. + sblocco elementale

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    Mi svegliai a causa di un miagolio. Era uno di quelli forti, uno di quelli che di solito i gatti ti rivolgevano solo quando avevi del cibo in mano. Aprii gli occhi e cercai di alzarmi a sedere, ma fui impedito in quest’ultima azione da un peso sul petto. Misi a fuoco ciò che c’era davanti a me, e quasi non ebbi un infarto quando vidi un gatto, nella mia camera, seduto sul mio petto!
    E tu chi sei? Come hai fatto ad entrare? E soprattutto: perché tra tutti i posti possibili in cui potevi posizionarti, hai deciso di sederti sopra il mio petto?!?
    Dissi, prendendolo contemporaneamente per la coppa. Per tutta risposta, lui miagolò ancora più forte di prima. Esasperato, mi alzai finalmente dal letto, e strascinai i piedi fino alla scrivania, dove appoggiai il felino ed abbi finalmente la possibilità di guardarlo meglio. Era davvero un bell’esemplare, di taglia media, occhi verdi, fronte piatta, le guance leggermente gonfie, con il pelo corto e folto di un colore blu scuro, molto particolare. La sua coda era spessa alla base, poi si assottigliava verso la punta. C’era qualcosa nell’espressione della bocca e degli occhi che sembrava richiamare un sorriso enigmatico, e che gli conferiva un’aria umana, misteriosa e intelligente.
    Nel mentre che facevo tutte queste osservazioni, lui continuava a stare seduto e beato sul tavolo, guardano alternativamente me, la finestra, o il luccichio coprifronte emetteva a due passi da lui. Interessato a capire da dove arrivasse presi il suo collare, ma trovai soltanto informazioni di dubbia utilità: il nome del gatto “Luna” il nome del proprietario “Akashi”, e un piccolo cristallo con incise quelle che sembravano iscrizioni.
    Dimmi, Luna, come posso contattare il tuo padrone? Lo posso trovare da qualche parte?
    Di nuovo, non ottenni risposta se non l’indifferenza felina. La mia mente fu poi catturata da un’idea… singolare, ma che poteva funzionare. Mi ricordai all’improvviso di aver già visto quei tipi di cristalli, in un negozio ambulante nei limiti del mercato di Suna, e il mercante era stato all’epoca così gentile da darmi una dimostrazione pratica dell’utilità di quegli oggetti: se posti sotto un fascio di luce concentrata, le minuscole incisioni proiettavano un’ombra che rendeva leggibile il loro messaggio.
    Forse in quell cristallo c’è la soluzione a questo problema, che ne pensi, Luna?
    Provai a staccare il collare dal gatto, ma egli si oppose con tutte le sue forze, arrivando a estrarre gli artigli ogni volta che avvicinavo la mani al nodo del collare. Esasperato, decisi di cambiare tattica. Mi alzai dalla scrivania e presi il mio coprifronte, che avevo appoggiato sul letto la sera prima. Era ancora intonso, immacolato e splendente… dopotutto, ce l’avevo solo da due giorni. Presi tra pollice e indice il cristallo che poteva risolvere tutti questi misteri. Puntai la luce riflessa dal metallo verso di esso, e…
    Nome del gatto: Luna Nome del proprietario: Akashi. Wow, davvero molto utile… e ora, che facciamo?
    Luna non rispose, ma si limitò a guardare con interesse il gioco di luci e ombre che si stagliava vicino a lui.
    Immagino che dovrò materialmente uscire da sta stanza per trovare la tua casa, eh?
    Appoggiai il coprifronte, mi alzai dalla sedia, aprii la finestra per far entrare un po’ di aria fresca, e mi vestii con una maglietta nera a maniche corte e dei pantaloni larghi ai quali attaccai il borsello porta armi e il taschino porta armi. Una volta pronto per uscire mi avvicinai alla scrivania per prendere il coprifronte, ma Luna decise diversamente. Doveva aver capito che il coprifronte era la fonte della luce tanto interessante, poiché lo prese tra le fauci, e scattò fulmineo verso la finestra e prima ancora che me ne accorsi era in strada, diretto chissà dove. Rimasi immobile a causa della sorpresa, ma in un attimo fui al suo inseguimento. Saltai con facilità attraverso la finestra, e atterrai in mezzo alla via sottostante. Fortunatamente non era trafficata, quindi non misi in pericolo nessuno con il mio atterraggio. Notai un guizzo alla mia sinistra, e vidi Luna correre verso una strada principale. Iniziai a correre pure io, e dovetti ammettere che era davvero veloce. Aveva anche un altro vantaggio molto importante, la sua stazza che le permetteva di muoversi tra la gente con una scioltezza a cui io potevo solo sperare di arrivare. Era troppo difficile inseguirla per strada, dovevo sfruttare meglio l’ambiente circostante! In un attimo modellai il chakra sotto le mie palme dei piedi, e usai la mia aderenza per scalare la parete di una casa affianco a me. Ora che non ero più impedito dalla folla sottostante, ricominciai l’inseguimento, riuscendo stavolta a tenere il suo passo. Ma luna non voleva ancora restituire la sua preda, e saggiamente decise di cambiare direzione, verso un posto con meno pareti. E svoltò verso la zona alto borghese di Suna, dove ogni casa aveva il proprio giardino, e le case non avevano pareti adiacenti. Fortunatamente per me, era presente anche meno gente, quindi non dovetti più usare i muri per l’inseguimento. All’ improvviso, il gatto cambiò nuovamente direzione, e si infilò tra le sbarre di un cancello, e scomparve alla mia vista. Determinato a non farmelo sfuggire, modellai nuovamente il chakra, e scalai la parete che affiancava il suddetto cancello. Una volta all’interno del giardino di questa abitazione, il gatto riuscì a seminarmi una volta per tutte, entrando in una delle finestre lasciate aperte. Però non mi persi d’animo: potevo ancora recuperare ciò che mi apparteneva. Mi avvicinai la portone di questa casa e bussai con energia alla porta. Meno di trenta secondi dopo, la porta si aprì, rivelando dietro di essa il gatto Luna e niente di meno che… Atsuko?!?
    Kyoshi Jiki
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    Edited by Stompo - 1/12/2019, 14:58
     
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    Kyoshi, che sorpesa! Cosa ci fai qui? Anzi, come sei arrivato fino a qua?
    Non solo lei era sorpresa, però. Mentre lei dava voce ai suoi (comprensibili) dubbi, io ero piegato sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato e tenendo un occhio sul gatto che Atsuko aveva in braccio, pronto a ricominciare l’inseguimento. L’altro occhio però era tutto delicato a Atsuko una delle altre due ragazze nel mio gruppo di amicizie più intime, oltre a Mila. Era una ragazza alta un metro e sessantacinque, dalla carnagione bianca e candida, senza nei né imperfezioni. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurro chiaro, e un fisico snello ma asciutto e tonico, che incominciava a far intravedere le curve tipiche della femminilità. Caratterialmente era molto riservata e timida, spesso dubitava delle sue capacità, e ero fermamente convinto che nella vita avesse qualcuno che le desse autostima e sicurezza in sé. Era per questo che avevo deciso di fare uno sforzo per farla entrare nel gruppo di amicizie più strette, e guardando indietro, non me ne sono pentito. In accademia era stata una amica fidata e una compagna valente.
    Ciao Atsuko, scusa se ti ho disturbato, e che mi sono trovato quel gatto in camera, ho provato a cercare il nome del padrone sul collare, lui mi ha preso il coprifronte, è scappato dalla finestra, io lo ho inseguito, poi lui è entrato in questo cancello, io ho usato il controllo del chakra per camminare sul muro, poi lui è entrato in casa grazie a quella finestra allora io ho bussato alla porta
    Dissi tutto di un fiato. Atsuko, al sentire tutta la storia, rise di gusto con una risata così cristallina e contagiosa che mi sarei messo a ridere pure io, se non avessi esaurito tutto l’ossigeno che avevo nei polmoni.
    Wow, che storia strana… Luna di solito non si comporta mai così… Però questo spiega perché oggi non si è fatta vedere fino a poco fa, e perché è entrata in camera mia con un pezzo di metallo in bocca! Dai, vieni su in camera mia, così recuperiamo il tuo coprifronte? Magari dopo posso offrirti qualcosa per l’inconveniente!
    Beh, non posso certo rifiutare una proposta del genere, accetto volentieri!
    Affermai con un gran sorriso sulle labbra. Atsuko mi fece segno di seguirla, e mi fece strada tra i corridoi della sua enorme e sfarzosa casa. Poco dopo, eravamo in camera sua, e io avevo in mano il mio lucente coprifronte. Non potei fare a meno di notare la quantità enorme di disegni creati in ogni stile, dallo schizzo fatto con l’inchiostro nero ad un paesaggio usato con la tecnica dell’acquerello. C’erano anche tanti strumenti usati apposta per arricchire la sua esperienza come ad esempio delle piccole marionette ad arti snodabili per osservare le pose.
    Wow, ci avevi detto di essere appassionata di disegno, ma non credevo fossi così brava! Sono bellissimi.
    Ah, eh… grazie, kyoshi. E ora che abbiamo ritrovato il tuo coprifronte, andiamo al piano di sotto, così possiamo parlare davanti ad una tazza di tè fumante.
    Qualche minuto dopo eravamo seduti in poltrone regali, sorseggiando la calda bevanda, a parlare del più e del meno.
    Ma giusto per sapere, tutti i vostri gatti si comportano da cleptomani?!?
    Dissi, ridendo di gusto, Anche Atsuko si fece prendere dalle risate e rispose
    No, di solito Luna non prende le cose così, senza un motivo... si comportato in maniera strana, secondo me gli piaci! Senti… domani avrei un incontro con un sensei per scoprire il mio tipo di chakra… e pensavo… visto che lo conosco da tanto tempo, se te volessi, potrei convincerlo a fare un allenamento doppio… tu non hai ancora scoperto il tuo elemento primario di chakra, vero?
    Disse, con fare più ansioso. Lei era così, non riusciva a stare calma nelle situazioni sociali, e questo spesso la aveva allontanata dalle persone.
    Che bella idea, si mi farebbe molto piacere allenarmi con te!
    Risposi, nel tono più dolce che le mie corde vocali mi permettessero. Lei sembrò rincuorata, e mi diede luogo e ora dell’appuntamento.
    Kyoshi Jiki
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    La mattina seguente mi feci trovare al campo di addestramento numero 6 di Suna e non dovetti aspettare molto prima che sia Atsuko che l’istruttore si presentarono
    Eccoti Kyoshi, ti abbiamo trovato finalmente! Questo è il chuunin di cui ieri ti parlavo, si chiama Akai.
    E’ un piacere conoscerti!
    Il piacere è tutto mio, ma non sono tipo da convenevoli, quindi… tutti ad allenarsi
    Disse, in un crescendo di tono di voce, scuotendo la mano che gli avevo offerto con giovialità. La prima impressione che ebbi lui fu… positiva, in fondo: era il classico ragazzo soldato di questo paese, con occhi e capelli castano scuro, la pelle di un colore tendente al bronzo, e un sorriso d’avorio. Portava alla testa un tipico shemagh, ornato con un agal di colore nero. Era vestito con un semplice yukata bianco, con sopra l’immancabile giubbotto che attestava la sua appartenenza al grado chuunin o superiore. Una volta finita la burocrazia (cosa che lasciai volentieri agli altri due) ci facemmo strada tra i vari campi numerati, arrivati finalmente a quello prenotato da noi.
    Era un’oasi creata artificialmente, con un fiumiciattolo che scorreva attraverso di esso, uscendo verso una zona di raccolta in cui si univa insieme ai fiumi degli altri campi, venendo riutilizzata per altri scopi.
    Bene! Ora che siamo qui pronti all’azione, direi che è il momento per iniziare l’allenamento vero e proprio. Atsuko mi ha parlato di te, mi ha detto che non sei male nell’utilizzare il chakra, ma che hai più o meno tanta esperienza quanta lei. Ma va bene, siete giovani, avrete tempo per farvi le ossa! Mi aspetto che quello che sto per dire sia per voi ovvio come il vostro nome, ma ripetere aiuta: Il Chakra “possiede”5 variazioni elementali: fuoco, acqua, terra, fulmine, vento. Li ho elencati in questo ordine preciso per un motivo: ognuno di essi è debole all’ elemento che lo segue, e forte a quello che lo precede. Di solito ogni ninja riesce a sbloccare un elemento primario e uno secondario; pochi altri riescono ad ampliare questo numero, e un ristretto numero di persone riesce a combinare due elementi diversi in uno completamente nuovo. Ora, voi vi chiederete: Akai, ma come faremo a capire quale è il nostro elemento primario? Molto semplice, con questi!
    Disse trionfante, tirando fuori… un paio di fogli di carta bianchi?!?
    So cosa state pensando: ”ma Akai, quelli sono solo fogli di carta” ed avete ragione… in parte! Questi ragazzacci sono creati con un tipo molto speciale di carta, che reagisce in modo diverso ai diversi tipi di chakra: dimostrazione!
    Disse, prendendone uno tra indice e medio. Dopo neanche un secondo, il foglio si sbriciolò, con mia discreta sorpresa.
    Questo è quello che succede se il foglio di carta reagisce con il chakra katon. Dai, ora provate voi a far fluire il vostro chakra!
    Concluse, allungandoci un foglio a testa. Cautamente, presi il foglio tra indice e medio come avevo visto fare al Sensei, e cercai di far scorrere il mio chakra dentro al foglio. Non fu un’operazione troppo difficile, esso era un conduttore naturale, e in neanche trenta secondi sentii un cambiamento nel foglio, come se qualcosa fosse scattato al suo posto, o meglio come… se avesse reagito con qualcosa. Guardai il foglio che tenevo tra le dita, e con mio stupore, notai un cambiamento in esso: infatti non aveva più la forma rettangolare originale, ma sembrava che un pezzo gli fosse stato portato via con un taglio netto e preciso.
    Quasi nello stesso momento il foglio di Atsuko ebbe la stessa reazione, ed Akai con un sorriso soddisfatto esclamò:
    Bene, avete entrambi l’elemento caratteristico di Suna, il fuuton! Esso è un elemento altamente offensivo, e se fatto scorrere sulle vostre armi o arti li renderà ancora più affilati e pericolosi. Beh, adesso è il momento di mettere in uso il vostro chakra, che dite? Avanti, prendete questi due kunai, fateci scorrere il vostro chakra fuuton, e lanciatelo contro quegli alberi là in fondo: se volete concludere questo allenamento, dovrete far sì che il kunai passi attraverso il tronco come un coltello passa attraverso il burro. Forza!
    Ci diede un pugnale a testa, poi si fece da parte, pronto a osservare i nostri dettagli. I primi tentativi andarono a vuoto, tanto che spesso il chakra si dissolveva a metà del percorso. Però, piano piano, comprendendo la natura impetuosa di questo elemento e cercando di imbrigliarne il potere, riuscii a fare progressi, fino a capirne il segreto: più che appoggiarlo sterilmente sulla lama, bisognava creare un flusso che permettesse di mantenerne intatte le proprietà distruttive! Neanche a dirlo, dopo solo altri due tentativi riuscì nel compito assegnatomi. Soddisfatto e spinto dalla curiosità, mi voltai verso la postazione di Atsuko, e mi dispiacque vederla ancora in difficoltà. Non riusciva a comprendere quello che aveva intuito, e la sua bassa autostima non la stava aiutando. In un impeto di generosità attirai discretamente la sua attenzione, e le comunicai attraverso il labiale le seguenti parole “crea un flusso” unito ad un sorriso incoraggiante. Notai immediatamente il suo viso illuminarsi, e il riuscì a completare l’esercizio il tentativo seguente. Solo a quel punto il sensei intervenì, congedandoci e augurandoci le migliori delle fortune.
    Stanchi e affamati, ringraziammo Akai, e ci dirigemmo verso un negozio di bento situato vicino all’entrata generale dei campi. Le offrii di pagare, come un vero gentiluomo, ma cordialmente rifiutò, e mangiammo in piedi, passeggiando tra le vie più attive della città. Come durante il giorno della promozione a genin, ci divertimmo a osservare solo noi due il tramonto su un soffitto di una casa abbandonata. E fu in quel momento che lei decise di rompere l’atmosfera di tranquillità e immobilità che si era creata, poiché disse
    Hey, Kyoshi… grazie per prima.
    E per cosa scusa?
    Per avermi ridato la calma in un momento di ansia… ero davvero ad un passo dal mettermi a piangere, seriamente
    Hey, guarda che non c’è niente di male nel fallire
    Dissi, avvicinandomi un poco
    Sai dove sta il problema? Nel rifiutarsi di migliorare! E sai cosa puoi fare per migliorarti? Ammettendo di essere imperfetti. Per alcuni è più difficile, per altri è più facile… Per me, che trovo la perfezione una cosa depersonalizzante e orrenda, oltre che estremamente noiosa, è stato quasi immediato… te puoi iniziare con un piccolo passo, ad esempio togliendo quella traccia di fondotinta
    Cosa…come hai fatto a notarlo? Come fai a sapere cosa è il fondotinta?!?
    Per quanto riguarda l’ultima domanda, ti ho mai detto che mia madre e io avevamo una grande passione in comune, il teatro? Questo vuol dire che la accompagnavo spesso alle prove dei suoi spettacoli più amatoriali… sfortunatamente questo si traduceva anche in infinite lezioni sul trucco. E l’ho scoperto oggi quando a causa del tuo sudore che emettevi, la copertura si era rovinata, risaltando contro la tua pelle. Quindi, dimmi, cosa nascondi?
    In realtà niente di che… guarda tu stesso
    Disse, e con un pollice tolse il fondotinta dalla guancia destra. Il colore rimase uguale al resto della pelle, l’unica differenza era una piccola cicatrice, di neanche due centimetri, in mezzo alla gota.
    Ecco, tutto qua. Penserai che sia una cosa stupida, ma quel piccolo tocco di trucco mi dava la sicurezza necessaria per uscire tra la gente sapendo che la mia apparenza non poteva essere criticata.
    Decisi, per il bene della sua autostima, di fare una mossa un po’ rischiosa. Presi delicatamente il viso di Atsuko tra le dita, e lo girai leggermente, quasi a voler vedere meglio la piccola cicatrice. Successivamente, ruotai nuovamente il viso verso di me, e improvvisamente avvicinai la sua faccia alla sua fino ad essere a pochi centimetri di distanza, mantenendo il contatto visivo. In quel momento potei quasi udire il suo cuore accelerare, immediatamente la vidi arrossire vistosamente. Con voce calma ma ferma le dissi
    Quella cicatrice non è né una cosa di cui vergognarsi, né una cosa che ti imbruttisce, né tantomeno da nascondere. Anzi, secondo me ti rende, più singolare, affascinante, misteriosa
    La sua reazione non fu niente meno che spassosa: la sua pelle divenne, letteralmente, color peperoncino, fece un salto di cinque metri all’indietro (da seduta, notai impressionato) e incominciò a balbettare
    Kyoshi, ma cosa? Senti, io devo andare, ci vediamo poi… grazie ancora di tutto
    Disse, cercando ogni pretesto per non guardarmi. Infine, scomparì dal tetto alla velocità della luce. Fu solo allora che mi concessi una sonora risata. Non ci potevo fare niente: per me questo tipo di reazioni erano semplicemente ilari. Fu solo dopo essermi calmato che ritornai tranquillamente a casa, dove potei dormire in pace dopo due giorni impegnativi.
    Kyoshi Jiki
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    Colui che è e si spera sarà

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    Max dell'exp del tuo grado -2 più sblocco approvato.
     
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