Una nuova esperienza

Koshiro Hoozuki VS Shiryu

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    Narrato | Parlato




    Qualche settimana prima, il giovane Koshiro era passato di grado, divenendo così un vero ninja. Sì, non c'erano molte differenza da quando era uno studente, seppur avesse imparato tre nuove tecniche, che sarebbero diventate delle importanti mosse per il futuro. Però, alla fin fine non era una persona diversa, il suo corpo era uguale, la sua mentalità era uguale, e le sue capacità erano migliorate leggermente. Ma seppur fosse rimasto identico, quando indossava quel semplice coprifronte si sentiva diverso, una cosa strana sì. Alla fine non era niente di più che una protezione identificativa, e nella maggior parte degli scontri non era nemmeno così utile. Alla fine proteggeva una singola parte del corpo, e nemmeno da tutti gli attacchi. Esistevano molti tipi di Jutsu in grado di annichilirla come protezione, ma dall'altra parte, poteva salvare una vita dai colpi fisici. Alla fine non era raro vedere degli shinobi in grado di usare spade o altri tipi di lame, come dei semplici kunai. E, seppur avesse una protezione mono-laterale, poteva benissimo venir sfruttata per delle tattiche. Ma tralasciando il lato reale, quella realtà dove si rischiava la vita anche nel più semplice dei combattimenti. La vera forza di quel coprifronte, era nella parte emotiva. Soprattutto per un ragazzo patriottico come il biondo, al quale bastava quel semplice oggetto per sentirsi più forte, per sentirsi decisamente più maturo, e per sentirsi preparato. Seppur fosse passato poco tempo, aveva già preso l'abitudine di portarlo sempre in giro, ben saldo sul suo cranio. E in tutto questo aveva continuato ad allenarsi, conscio del fatto che sia una parte fondamentale della vita di un ninja. Non era un maniaco degli allenamenti, decisamente, ma lì faceva per una questione morale e fisica. Infatti era convinto che, se avesse smesso di allenare le sue abilità, sia fisiche che nei jutsu, si sarebbe trovato impreparato al momento sbagliato.
    Sì, è vero, ai Genin non venivano affidate troppe missioni, anzi, ma il mondo era in guerra, se Kirikagure si fosse trovata sotto il fuoco nemico, anche i novizi avrebbero combattuto, e sarebbe stata la loro possibilità per brillare.
    Erano state così le settimane di Koshiro, giorni di allenamento e studio, nulla di troppo diverso da quello che faceva in accademia, a dire il vero. Anzi, si potrebbe quasi dire che la sua routine era rimasta invariata, ma invece che dirigersi verso l'accademia, andava verso la spiaggia, così da potersi allenare in santa pace, e poi tornava tranquillamente a casa per continuare a ripassare. A volte si esercitava più a lungo, altre, invece, terminava prima, bastava quel poco a farlo sentire effettivamente libero. Sì, se doveva essere sincero gli mancavano le lezioni e le prove accademiche, gli piaceva poter seguire gli ordini di qualcuno di più grande e con tanta esperienza, lo facevano sentire più motivato del normale, forse perché consapevole del fatto che, una persona con più esperienze alle spalle, avrà molteplici soluzioni per lo stesso problema, al contrario, un novellino non avrà avuto abbastanza possibilità per testare varie soluzioni, e si dovrà accontentare di ciò che sa.
    Tartassato dai quei pensieri, al giovane Genin venne una mezza soluzione, sì, probabilmente si sarebbe cacciato nei guai con i suoi genitori, ma forse poteva imparare qualcosa di nuovo. Sarebbe andato nella solita spiaggia, una striscia di sabbia dalle medie dimensioni, che si affacciava direttamente sull'acqua. Un posto tranquillo dove esercitarsi, e dove nessuno si sarebbe lamentato. L'avere la sabbia sotto i piedi rendeva i movimenti leggermente più difficili, infatti non era compatta come la terra o la pietra, e ciò poteva creare dei problemi nella realizzazione dei movimenti più rapidi. Inoltre, quella spiaggia era una distesa vuota, se non per delle pietre e dei pezzi di legno trasportati dalla corrente. L'altra zona presente era l'acqua, un intero oceano, a dire il vero. Lì si potevano testare le capacità di controllo del chakra, camminando sull'acqua, ad esempio.
    Quel giorno però, Koshiro non era lì per allenarsi, era lì per imparare. Il suo piano era molto semplice, avrebbe aspettato l'arrivo di un Ninja, non importava il grado o il nome, l'importante era la serietà. Una volta visto uno shinobi si sarebbe presentato, enunciando nome e grado, ed inchinandosi avrebbe proposto uno scontro di allenamento. Il biondo aveva le idee chiare, era convinto che uno scontro, in quella situazione, gli avrebbe permesso di imparare qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso dalle solite cose che faceva. Anche per questo motivo non avrebbe disdegnato un Genin come lui, alla fine ognuno ha uno stile di combattimento diverso, e forte o debole che sia, ogni esperienza avrebbe migliorato le sue abilità come combattente e Ninja. Considerando tutto però, era difficile che qualcuno andasse in quella spiaggia, Koshiro poteva fare affidamento solo sulla sua fortuna. Magari si sarebbe presentato uno shinobi molto forte, e avrebbe appreso cose importanti, magari non sarebbe arrivato nessuno, e in quel caso avrebbe perso una mattinata.




    Professor Cypress scusami per il post corto e limitativo, ma sono un cane con i post iniziali.

    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 55/255
    Potenza Magica: 30/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 25/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 10/255
    Resistenza: 100/1000
    Stamina: 100/1000
    Genjutsu: --/255



     
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  2. Professor Cypress
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    紫龍 Shiryu 16 Genin Kiri
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    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui


    Non riuscire a dormire è sicuramente una situazione molto stressante, per il corpo ma anche per l’animo di una persona, quella sera era toccato a Shiryu. È incredibile come la notta sembri tutto più mistico, lo stesso campo, lo stesso fiume che avevi visto poche ore prima, d’un tratto diventa magicamente fonte di ispirazione. Vedere le cose da questo punto di vista, infondo, non dispiaceva al monaco. Senza fare il minimo rumore, il ragazzo dai capelli neri, abbandonò il suo giaciglio umido di sudore a causa dei vari tentativi fatti, senza successo ovviamente. Il monastero era un posto totalmente silenzioso, lo era già nelle ore diurne, figurarsi quando il sole era calato già da un pezzo. La passeggiata tra i corridoi del tempio non era particolarmente stimolante, doveva ammetterlo, erano luoghi già visti e rivisti, spogli, a tratti lugubri per certi versi, ne conosceva ogni centimetro, avrebbe potuto percorrerli sempre con gli occhi chiusi, così andava perdendosi la magia della notte, la magia del mistero dell’oscurità. La tentazione di tornare indietro e sedersi alla sua scrivania cercando di scrivere qualcosa era forte, ma era già da qualche giorno che aveva perso la sua tipica ispirazione. I trattati filosofici erano tanto belli da scrivere quanto difficili; ragionare, riflettere sulla vita ed elencare esperienze era molto difficile in mancanza di stimoli esterni efficienti, pescare nel proprio passato poteva risultare ripetitivo, soprattutto all’età di sedici anni, senza questo grandissimo storico da raccontare.

    Arrivò all’esterno delle stanze del monastero, il piccolo labirinto di corridoio era alle sue spalle ormai, il cielo stellato si stagliava davanti ai suoi occhi, all’orizzonte una leggerissima nebbiolina dava un effetto lievemente “fumoso” alle cose, consegnando loro un aspetto quasi onirico.
    “Come ricercare dall’esterno qualcosa che manca al proprio interno?”
    La domanda albergava da troppo tempo nella mente del ragazzo ormai, una risposta invece continuava a sfuggire.
    «Anche tu a contemplare le stelle?» La voce proveniva dai corridoi, la figura non si era ancora palesata, era nascosta nell’ombra ma il suono delle sue parole era così familiare che il ragazzo non si girò nemmeno, limitandosi a sorridere e rispondere. «I soliti problemi maestro Kojiro, la sua salute come va?». Ora la figura appariva più chiara: un grosso uomo di mezza età, dalla carnagione scura e molto villoso, i suoi capelli avevano lentamente iniziato a cadere ma egli non si era ancora completamente arreso alla loro perdita. «Mi compiace il tuo interesse nei confronti miei e della mia prostata ma non preoccuparti, potrà solo peggiorare, non me ne preoccupo più…» A quelle parole seguirono minuti interminabili di silenzio. Erano abituati, non era raro tra loro che si rimanesse in silenzi contemplativi prolungati, a detta dei più saggi ed anziani era un modo per pesare meglio le parole, pensare cento volte prima di aprire bocca aiutava a non dire stupidaggini, ed avevano ragione ma per un ragazzino come Shiryu, la cosa risultava tremendamente difficile. Stranamente però, questa volta, a rompere gli indugi fu il più vecchio. «Credo di sapere come ti senti ragazzo.» Un pausa che sembrava eterna lasciò in attesa l’apprendista. Kojiro forse sapeva davvero lo stato d’animo del ragazzo, era uno dei più rinomati del monastero, aveva scritto trattati che avevano appassionato molto il giovane ninja-monaco, certo, molte volte erano inconcludenti, lasciando al lettore la risposta ai quesiti posti, ma era uno stile, era una filosofia, chi legge per trovare risposte senza pensare che si ritroverà a porsi altre mille domande è un illuso d’altronde.
    «La mancanza d’esperienze è uno dei più grandi vuoti che l’animo può provare… è indubbio. Ma è altrettanto vero che la sua grandezza è tanto pesante quanto illusoria. Potrebbe sembrarti molto confuso come discorso ma lasciami dire una cosa: le esperienze che noi cerchiamo e vogliamo non devono essere lontane ed epiche, l’animo ha bisogno di piccole cose, di grandi cose, di grandi piccole cose e di piccole grandi cose… Vuoi una medicina per il tuo vuoto? Hai provato ad andare al mare?» Prima che il ragazzo potesse ribattere, Kojiro se ne andò a gambe levate, probabilmente la sua prostata chiamava. Il discorso era stato presentato in maniera un po’ confusa ma aveva centrato il segno, lo sguardo del ragazzo si era illuminato, sapeva cosa fare, era facile, gli era stato detto, decise quindi di seguire immediatamente i consigli del suo saggio “collega”. Andò sulla spiaggia, una spiaggia non troppo lontana, l’aria non era il massimo per farsi un bagno, aspettò l’arrivo del sole pazientemente. Una volta sorti i primi raggi, l’acqua accolse il giovane, era un toccasana, schiariva la mente e quel paesaggio, unito al “potere” dell’acqua, divenne un’incredibile fonte d’ispirazione. Così si mise a nuotare alternando riflessioni su cosa scrivere e momenti di puro abbandono alla natura. Dopo un bel po’ tornò a riva, notando da lontano un ragazzo biondo che era appena giunto alla spiaggia.


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    Narrato | Parlato




    Avrebbe trovato qualcuno, doveva solo aver fiducia nella sua fortuna. Sì, la spiaggia in cui aveva deciso di andare non era molto frequentata, ed era mattina. Questo avrebbe diminuito le sue possibilità, ma sarebbe stato lì per l'intera giornata nel peggiore dei casi. Nel migliore dei casi avrebbe trovato qualcuno con estrema facilità, e magari avrebbe imparato qualcosa di nuovo. Se avesse incontrato un qualche Jonin, magari avrebbe anche subito un rifiuto, alla fine il mondo è in guerra, non molti si possono permettere il lusso di perdere del tempo con un ragazzino. Proprio per questo gli sarebbe bastato un Genin, o anche un Chunin, qualcuno con più esperienza di lui che poteva fargli capire qualcosa di più, magari capendo dove le sue abilità erano più carenti, cosa ardua da fare da soli. Magari avrebbe aiutato a sua volta l'altra persona, era possibile no?
    Oramai, però, era giunto in spiaggia, non gli serviva più pianificare, doveva aguzzare la vista per cercare altri ninja, così da non sprecare tempo in modo inutile. Dato che sì, aveva tutta la mattinata, ma sarebbe dovuto tornare a casa ad una certa ora. Ma quelle fredde ore di cui disponeva sarebbero bastate, ne era certo.
    Non appena arrivato, Koshiro fece qualche passo sulla spiaggia, iniziando a girare su quello strato sabbioso decisamente poco stabile. Si stava abituando a quella sensazione, dopo aver fatto vari allenamenti su quel terreno, ma riusciva ad agire al suo massimo solo con le scarpe, una volta tolte, i granelli di sabbia diventavano un ostacolo ben più grande. Forse per la sensazione di avvolgimento che riceveva, forse per la minore grandezza della sua pianta del piedi. In un situazione reale, potevano esserci migliaia di variabili, e il biondo voleva agire al meglio in ognuna di esse, così avrebbe potuto trasformare la situazione, sfruttandola come vantaggio contro l'avversario. Per lui un ninja doveva esserne in grado, dato che doveva essere pronto a combattere in qualunque territorio ed in qualunque situazione. Probabilmente solo per lui era così. Molti altri shinobi preferivano non rischiare la vita o più per cose tradizionali come la patria o l'onore famigliare. Ma Koshiro era cresciuto con quell'idea, con quel concetto, ove morire per la propria terra o per il proprio onore, sia un qualcosa di corretto. E probabilmente era così, altrimenti non ci sarebbero state così tante guerre, o così tanti morti. L'uomo farebbe di tutto per avere più onore, e morire in modo eroico, lo renderebbe ricordabile ed onorabile.
    Dopo meno di un minuto di camminata, il ragazzo dai capelli biondi iniziò a guardarsi intorno, sembrava una bella giornata, per gli standard di Kiri perlomeno, ma un'altra cosa attirò la sua attenzione, la presenza di un ragazzo non troppo lontano da lui. Aveva dei lunghi capelli neri ed era più alto di Koshiro, seppur fosse una differenza trascurabile. Evidentemente era uscito da poco dall'acqua, infatti era parecchio bagnato, però non riusciva a carpire la sua identità da quella distanza, non capiva se fosse uno shinobi o meno. Magari era un pescatore dilettante che era tornato a riva in nuoto, oppure un semplice cittadino che aveva scelto di farsi una nuotata. Al biondo cambiava poco in realtà, sarebbe comunque andato a chiedere, anche solo per sapere se fosse tutto apposto. Per cui, si sarebbe semplicemente avvicinato, pronto a fargli le fatidiche domande.
    Scusi, mi chiamo Koshiro sono un Genin di Kiri, come può vedere dal coprifronte. Le volevo chiedere se va tutto bene, dato che la vedo completamente fradicia. Oh, un'altra domanda, per caso conosce qualche ninja disponibile ad allenarsi? Il biondo voleva prendere al palla al balzo, alla fine non era difficile che le persone conoscessero personalmente dei ninja, magari avrebbe avuto fortuna. In caso contrario però, si sarebbe solamente accertato della sicurezza di quel ragazzo, probabilmente più grande di lui. Sarebbe stato imbarazzante però, se quel corvino si fosse rivelato a sua volta uno shinobi, probabilmente Koshiro si sarebbe sentito preso in giro in una situazione inversa.





    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 55/255
    Potenza Magica: 30/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 25/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 10/255
    Resistenza: 100/1000
    Stamina: 100/1000
    Genjutsu: --/255



     
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    紫龍 Shiryu 16 Genin Kiri
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    La nuotata gli aveva fatto più che bene, era vero, il potere rigenerante e dissipante che quell’atmosfera aveva sulla mente aveva qualcosa di magico, in più le spiagge di Kiri erano quasi sempre deserte e quindi quello si candidava seriamente come posto dove riflettere e meditare lontano dal monastero, in compagnia delle onde che deboli andavano ad estinguersi sulla sabbia. Una volta tornato a riva, il giovane monaco si guardò attorno, mentre nuotava aveva visto un ragazzo biondo aggirarsi sulla spiaggia, strano visto l’orario, magari qualcun altro intenzionato a sfruttare la silenziosa compagnia del mare.

    « Scusi, mi chiamo Koshiro sono un Genin di Kiri, come può vedere dal coprifronte. Le volevo chiedere se va tutto bene, dato che la vedo completamente fradicia. Oh, un'altra domanda, per caso conosce qualche ninja disponibile ad allenarsi?»

    Shiryu lo guardò un po’ stranito, di solito, al di fuori del convento, nessuno si rivolgeva a lui in terza persona, nessuno si era mai mostrato così rispettoso ed educato, considerato il fatto che, nonostante la già grande esperienza come monaco teologo, era un comune genin sedicenne. Le parole sembravano ancora più strane vista l’apparente nulla differenza d’età tra i due, il ninja-monaco sembrava più grande al massimo di un anno.
    Sorridendo, Shiryu rispose al collega shinobi, con il suo solito garbo «Ciao, sono un ninja anche io, anche se non si direbbe vedendomi così, se vuoi possiamo allenarci. Per il resto, va tutto bene, grazie per l’interesse.»

    Il ragazzo attese la risposta del biondo che si era dichiarato ninja di Kiri, tenendosi già pronto per un'offensiva improvvisa. Ultimamente il ragazzo era un po’ sospettoso, le notizie degli stravolgimenti politici nel continente erano, ovviamente, arrivate anche ai monaci, non ci si poteva fidare di nessuno e lui lo sapeva bene. In più un ninja che cerca un combattimento si presenta al campo, di solito, proprio come lui aveva fatto la prima volta. Però non poteva nemmeno esagerare, rischiava di diventare paranoia, d'altronde non c’era nessuna legge scritta che obbligava i ninja ad allenarsi al campo. Dopotutto, un po’ di sparring gli avrebbe fatto solo bene, era il momento giusto per mettere alla prova i suoi progressi dal suo incontro con Shoraku.

    «Pronto?» Il ninja si era messo in posizione, era poco distante dall’altro genin della nebbia ed era intenzionato ad agire per primo. Non avrebbe usato una tecnica dell’elemento doton, non subito, prima sarebbe partito con una tecnica abbastanza basilare, qualcosa per testare l’abilità dell’avversario e quanto questi possa essere ostico da battere. Aveva già deciso la tecnica: Hikari no oubu.
    Un ninjutsu di livello basso che, se fosse andato a segno gli avrebbe garantino un maggior spazio di manovra. Una tecnica dal medio raggio per non esporsi troppo ad un’eventuale offensiva dell’avversario.
    Il ninja si preparò, stava per lanciare la tecnica. Una dozzina di sfere lucenti sarebbe stata indirizzata verso l’avversario cercando di accecarlo momentaneamente e di colpire le sue braccia.


    --------

    Stamina: 350 - 10 = 290
    Resistenza: 300
    Azioni: Tecnica delle Sfere lucenti (Hikari no oubu)
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    Narrato | Parlato



    Koshiro era stato formale, ma per lui era un abitudine, si rivolgeva formalmente anche ai suoi genitori, dato che così gli sembrava più appropriato. Non gli era mai stato insegnato nulla, né tanto meno detto, semplicemente, da un giorno all'altro decise di comportarsi così, forse per mostrare maggiore rispetto a coloro che lo avevano generato, forse per modulare il comportamento delle persone adulte, forse per portare davvero rispetto alle persone. Fatto sta che ormai parlava così con chiunque, a meno che non gli venisse detto di usare il tu. Alcune volte gli capitava anche con persone della sua età, una cosa molto strana e leggermente imbarazzante.
    Ma ritornando alla spiaggia, aveva cercato di unire educazione e disponibilità nelle sue parole, ed evidentemente era riuscito a farsi capire perfettamente, seppur la risposta di quel ragazzo fu decisamente inaspettata. Contro le aspettative del giovane ragazzo dai capelli biondi, quello che aveva davanti era un suo collega shinobi, che situazione imbarazzante che si era appena creata nella mente del giovane Genin, personalmente non si sarebbe sentito offeso, ma conosceva molta gente che si sarebbe offesa per delle parole molto più semplici. Però le parole successive di quel ninja lo calmarono, forse non si era arrabbiato, che fortuna che avrebbe avuto in quel caso, non solo non avrebbe avuto problemi, ma si sarebbe anche allenato con un compagno d'armi. Due piccioni con una fava no?
    Oh, mi farebbe molto piacere! Ti ringrazio. Ah, ti avverto fin da subito, sono appena uscito dall'accademia, quindi spero di non risultare esageratamente debole, però questo scontro mi renderà più forte, no? Le parole di Koshiro erano oneste, sapeva che sarebbe risultato debole davanti a molte persone, indiscriminatamente dal loro grado, anche contro un'altro Genin, ma con più esperienza, non se la sarebbe cavata troppo bene. D'altronde era l'esperienza a forgiare le persone, o per dirla correttamente, era l'esperienza a forgiare ciò che rende sé stessi. Forse non avrebbe appreso dei jutsu, e magari nemmeno qualche tecnica di combattimento particolare. Però avrebbe avuto delle informazioni aggiuntive, e avrebbe compreso dove era necessario allenarsi ulteriormente.
    Alla domanda del commilitone, il biondo rispose solo con un cenno del capo, era convinto che sarebbe bastato quello per farsi capire, e poi si sarebbe immediatamente messo in una posizione difensiva, forse l'avversario gli avrebbe concesso la prima mossa, o forse no. In qualunque caso era bene essere in guardia. Inoltre, in qualunque caso si sarebbe rifugiato in una tecnica di "occultamento", voleva usare l'Oboro Bunshin no Jutsu, una tecnica che non aveva appreso da troppo, ma che gli avrebbe permesso di mischiarsi perfettamente tra le sue copie. Così, in caso di attacco nemico, si sarebbe potuto salvare per un errore di mira, e se fosse stato lui ad attaccare, avrebbe sicuramente confuso il nemico con quel numero di copie.
    Perciò, Koshiro si preparò a fare i due sigilli necessari: il Cane e la Tigre. Al minimo accenno di movimento del nemico, o di cambiamento intorno a lui, avrebbe composto rapidamente quei due semplici sigilli. E così avrebbe fatto non appena viste, se così si può dire, quelle particolari luci.




    Stamina: 100-5=95/100
    Resistenza: 100=100/100
    Azioni: Tecnica della Moltiplicazione Oboro (Oboro Bunshin no Jutsu)

    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 55/255
    Potenza Magica: 30/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 25/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 10/255
    Resistenza: 100/1000
    Stamina: 100/1000
    Genjutsu: --/255



     
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    CITAZIONE

    Responso nr. 1


    Attacco Shiryu:

    Tecnica delle Sfere lucenti (Hikari no oubu) : 13(D20)+35+60+6=114 [Riesce]

    Difesa Koshiro:

    Tecnica della Moltiplicazione Oboro (Oboro Bunshin no Jutsu) : 16(D20)+25+55+3=99 [Fallisce]

    Danni:
    Shiryu: //
    Koshiro: 17+15+10+5 (scottature alle braccia, -5 a turno finché non curate) = 47


    Narrazione Turno:
    In una mattinata invernale in pochi si sarebbero potuti trovare nella stessa situazione di Shiryu e Koshiro Hoozuki. Entrambi i ninja di Kirigakure ebbero la fortuna di incontrarsi sulla stessa spiaggia e, dopo un rapido giro di presentazioni, i giochi hanno inizio in quel che è a tutti gli effetti uno scontro amichevole per testare i propri limiti. Il monaco dai capelli corvini sfoggia subito la propria abilità nel maneggiare il chakra, colpendo le braccia del biondo casata Hoozuki prima che il neo Genin possa creare alcuna copia della propria immagine. Queste sfere di luce, inoltre, causarono delle scottature sugli arti di Koshiro.


    Situazione Finale:
    Koshiro ha delle scottature sulle braccia che gli causeranno 5 danni a turno previa cura con qualcosa. La distanza tra i due è di 10 metri. Attacco a Koshiro.


    Commenti Arbitro:

    Non ho tanto da dire, solo vi chiedo di prestare attenzione alle distanze. In un qualche modo cercate di rendere realistico lo scontro, non avete minimamente scritto a che distanza eravate tra di voi.. E su, cercate di descrivere un pochino di più le azioni :asd: Prof, ti chiedo di postare la scheda quando fai lo specchietto, mi faciliti il lavoro :sisi: Dual mi piace come scrivi, daje :rosa:
     
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    Narrato | Parlato




    Quel ninja dal nome sconosciuto era sicuramente forte, o perlomeno lo era più di Koshiro. La dimostrazione di ciò era chiara, il primo colpo andato a segno non era del biondo, il quale anzi era in difficoltà. Forse se avesse avuto qualche conoscenza in più non si sarebbe fatto male, d'altronde non sospettava minimamente di quelle luci, le quali fungevano da debilitante e danneggiante. Sì, le ferite che generavano non erano gravi, ma rimanevano delle pericolose scottature, e non andavano minimamente sottovalutate. Infatti facevano un male cane, soprattutto ad una persona che di ferite non ne aveva mai avute molte, dato che sì, il giovane Genin si era ferito molto poco nel corso della sua breve vita, qualche taglio, qualche ematoma, nulla di realmente pericoloso alla fine. In quella giornata però, l'acuto dolore provocato da quelle sfere lucenti lo aveva colpito nel profondo. Non facevano davvero male, il dolore che provava era colpa del suo cervello, che immaginava una situazione del genere contro un nemico reale. Questa era la menzogna di cui era convinto, ed era chiaramente una cosa stupida, facevano male dato che gli avevano scottato le braccia, forse il biondo soffriva anche per il pensiero di sconfitta, ma non era solo quello il motivo.
    Stava soffrendo sì, ma non era importante, in quel momento doveva agire, magari il nemico si sarebbe aspettato qualche secondo di tentennamento, alla fine Koshiro era un Genin fresco di accademia, e lì gli scontri fisici sono decisamente ridotti all'osso, nessuno si fa male in quel tipo di scontro, solo qualche graffio, e nel peggiore dei casi una o due contusioni. Ma quella spiaggia non era la scuola, in quello striscia di sabbia bisognava allenarsi sul serio, solo in quel modo ci si sarebbe preparati per il futuro. Magari per un combattimento all'ultimo sangue con un nemico del villaggio, oppure per le varie prove per diventare Chunin. In quei casi bisognava dare il massimo, anche a costo di farsi male, ed uscirne malridotti.
    Aveva un piano chiaro in testa, il quale però dipendeva molto dalle scelte del nemico. Se si fosse difeso bene, le possibilità di riuscita sarebbero calate a picco. La sua idea non era poi così difficile da realizzare, seppur fosse divisa in varie fasi. La prima parte era l'Oboro Bunshin no Jutsu, era rimasto la base delle sue azioni, e dato che prima non era riuscito nemmeno a comporre i sigilli, ora doveva cercare di farli il più velocemente possibile. D'altronde il potenziale di quella Moltiplicazione del Corpo alternativa era enorme, proprio perché i cloni non dispongono di una forma solida. La seconda parte era una corsa verso l'avversario, una carica per essere più fiscali, alla fine c'erano una decina di metri dai due ragazzi, non ci sarebbe voluto troppo, e probabilmente il commilitone di Koshiro avrebbe riconosciuto la tecnica. Il biondo doveva caricare rimanendo in seconda fila, mischiandosi con la moltitudine di cloni e sperando nel meglio. Una volta raggiunta una distanza ravvicinata con il bersaglio, sarebbe arrivato il momento di agire. Sfruttando uno Shunshin no Jutsu avrebbe caricato singolarmente ma con maggiore velocità, sfruttando l'incorporeità delle sue copie per attraversarle, e cercando di andare direttamente verso il suo "avversario", una volta raggiunta una distanza lecita per colpirlo, avrebbe provato a sferrargli una ginocchiata nello stomaco, cercando di sfruttare la forza di quello scatto per colpire con forza maggiore. Tutto il suo piano però, si basava sull'esecuzione di due sigilli: il Cane e la Tigre. Se avesse fallito nel farli, per un motivo qualunque, tutta la sua azione sarebbe caduta in rotoli, e la situazione sarebbe diventata decisamente irrecuperabile. L'esecuzione della Tecnica del Corpo Sfarfallante non lo preoccupava troppo però, alla fine era solo il sigillo della Tigre, e poteva sfruttare i corpi delle sue copie per non renderlo visibile al nemico. Era quasi ironico che per andare a segno con quel attacco, il giovane Koshiro dovesse fare affidamento sulla stessa tecnica che non aveva fatto in tempo a comporre giusto qualche secondo prima.




    Stamina: 95-5=90/100
    Resistenza: 100-47-5-1=47/100
    Azioni:
    Tecnica della Moltiplicazione Oboro (Oboro Bunshin no Jutsu)
    Tecnica del Corpo Sfarfallante (Shunshin no Jutsu)
    Avanzamento con le copie (~10 metri)
    Ginocchiata nella zona addominale

    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 55/255
    Potenza Magica: 30/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 25/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 10/255
    Resistenza: 47/1000
    Stamina: 90/1000
    Genjutsu: --/255



     
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    Post 3 - Allenamento

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui


    La tecnica era andata a buon fine, pure troppo. Il ragazzo era sorpreso, alla fine la sua era stata una strategia molto prevedibile ed il suo avversario non l’aveva colta, era davvero fresco d’accademia. Hikari no oubu, una tecnica di livello basso ma aveva svolto il suo compito egregiamente, certo non c’erano intenzioni cattive ma le ferite di una tecnica di grado C sarebbero state facilmente curabili e solo lievemente fastidiose.

    «Tranquillo, sono solo piccole bruciature, niente di che…»

    Shiryu, vedendo lievemente preoccupato il nemico, o meglio il compagno di allenamento, cercò di rassicurarlo, paradossalmente nello stesso modo con il quale fu tranquillizzato lui, la prima volta che subì la tecnica in allenamento, quando cercava di impararla. Certo, i vari maestri e compagni con i quali si era allenato erano molto più duri di lui, ma chi l’ha detto che con gentilezza non si possono impartire lezioni?
    La mente tornò subito al combattimento, i due non erano molto distanti e l’offensiva avversaria sarebbe potuta arrivare da un momento all’altro. La posizione di guardia che aveva assunto il ninja monaco indicava chiaramente la sua intenzione: aspettare l’attacco del ninja biondo. Una reazione sarebbe sicuramente arrivata, forse anche rabbiosa, l’ingenuità di un ninja appena diplomato all’accademia poteva essere fatale nei combattimenti. Lui lo sapeva bene, nei suoi combattimenti precedenti si era sempre fatto “fregare” da qualche errore stupido, anche di fiducia nell’avversario, fiducia che in un rivale, seppur temporaneo, non si può riporre.

    Partito. L’avversario utilizzò una delle tante tecniche di moltiplicazioni esistenti nel mondo ninja, anche Shiryu la conosceva e quindi non fu molto difficile per lui distinguerla dalle altre. La tecnica creava delle copie olografiche del ninja che si confondeva alla perfezione tra di loro. In men che non si dica, la moltitudine di copie si lanciò in direzione del monaco ninja, il quale rimase impassibile, c’erano una decina di metri di distanza tra di loro, aveva pochi secondi per pensare ad una strategia ma in realtà l’aveva decisa da un po’.

    Negli ultimi allenamenti si era specializzato in tecniche prettamente difensive, sfruttando ovviamente la sua affinità elementale, ma tra queste vi era anche un ninjutsu semplice ed efficace, era l’ora di provarlo. Le copie dell’avversario erano ormai vicinissime, tra queste però una sembrò iniziare a “tremolare”, la figura era meno chiara delle altre e parzialmente scomparsa in una nuvoletta di fumo. Shiryu non poteva sapere quali tra quelli fosse l’avversario, la tecnica del simulacro di spine era perfetta. Tramite i sigilli: Tigre, Cavallo, Cinghiale, Pecora, Topo, Serpente; il ragazzo avrebbe esteso ed indurito la sua folta chioma. Se la tecnica fosse riuscita, una cupola di capelli resi duri come l’acciaio ed appuntiti l’avrebbe difeso come uno scudo a trecentosessanta gradi, assumendo una forma simile ad un riccio.


    --------

    Stamina: 340 - 18= 322
    Resistenza: 300
    Azioni: Tecnica del Simulacro di spine
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    CITAZIONE (røxasv² @ 23/7/2019, 14:10) 
    CITAZIONE

    Responso nr. 2


    Attacco Koshiro :

    Tecnica della Moltiplicazione Oboro (Oboro Bunshin no Jutsu) : 14(D20)+25+55+7=111 [Riesce]
    Tecnica del corpo sfarfallante : 20(D20)+25+55=100 [Riesce, supporto]
    Ginocchiata nella zona addominale: 20(D20)+15+15+10(Corpo sfarfallante)=60 [Fallisce per inferiorità combattiva]


    Difesa Shiryu:

    Tecnica del Simulacro di Spine: 15(D20)+60+35+9=119 [Riesce per supremazia combattiva] - Danni: 47

    Danni:
    Shiryu: //
    Koshiro: 30+17+5 (scottatura) =52


    Narrazione Turno:
    Lo scontro continua ma, nonostante la tenacia di Koshiro e la sua determinazione, Shiryu riesce con maestria sia a difendersi dalla ginocchiata del biondo che a colpirlo mediante i propri capelli pregni di chakra. Questo colpo è tale da mandare KO il biondo, che con delle ferite fastidiose su tutto il ginocchio, sviene di fronte a Siryu.


    Situazione Finale:
    Koshiro e Shiryu uno di fronte all'altro. Shiryu vince.


    Commenti Arbitro:

    Niente da dire ragazzi, si sapeva già come sarebbe andata a finire. :sisi: Bravi entrambi comunque! Fatemi l'ultimo post e vi do l'exp


    Edited by røxasv² - 13/8/2019, 12:26
     
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    Post 4 - Allenamento - conclusione

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui



    Impatto tremendo. Lo scudo di neri capelli guidati dal chakra, risuonava come il ferro. L'attacco era stato facilmente previsto dal genin monaco, ma non aveva pensato a tanto fragore, d'altronde era la prima volta che utilizzava quella tecnica in un combattimento.

    In breve, i capelli andarono ritirandosi tornando alla loro forma e dimensione originale. I due contendenti erano uno di fronte all'altro, uno visibilmente danneggiato e scosso, l'altro senza un singolo graffio. Il biondo aveva ferite sparse ma principalmente, oltre alle ustioni, quelle più preoccupanti erano nella zona del ginocchio.

    «Perdonami... non volevo essere così duro.

    Non ebbe molto tempo per parlare, in quanto l'avversario svenne quasi immediatamente. La sua volontà iniziale era quella di un semplice allenamento, non aveva intenzioni malvagie o simili. Forse poteva capirlo subito, dalle prime mosse, che l'avversario non fosse al suo livello ed adeguarsi. Oppure lo aveva capito ma la voglia di mettere alla prova le nuove tecniche apprese era maggiore del suo buonsenso. Fatto sta che ora Shiryu si sentiva in colpa. Sentiva quasi di non aver rispetto la sua dottrina religiosa, di aver ecceduto nella violenza senza nobile scopo, in cuor suo sperava che questi dubbi si risolvessero con della semplice meditazione, ragionando e rimuginano sulle sue azioni, cercando di capire se in esse vi fosse davvero qualcosa di sbagliato. In fondo la via che aveva scelto era quella dei ninja, combattimenti e violenza sono all'ordine dl giorno, nel presente, che è stato costruito con la violenza, e nel passato che è incredibilmente macchiato di essa, soprattutto quello di Kiri...

    Per acquietare la sua coscienza, tuttavia, decise di accompagnare il rivale all'infermiera del villaggio, era il minimo in uno scontro tra avversari che si rispettano. Prese di peso il corpo del neo genin che aveva davanti e, caricatoselo delicatamente sulle spalle, si sarebbe diretto verso il villaggio, abbandonando la spiaggia. Ancora una volta con nuovi dubbi.
    --------

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    Narrato | Parlato




    Il genin dai capelli biondi non si ricordava molto della fine di quello "scontro", aveva fatto il suo attacco mettendo in gioco tutte le carte di cui disponeva, le quali però erano alquanto limitate. Il suo avversario invece, sembrava decisamente più esperto di lui, probabilmente aveva già avuto delle esperienze sul campo, forse non contro dei mukenin o dei nemici del Paese, ma sicuramente aveva affrontato più "battaglie" del giovane Koshiro.
    L'ultima cosa che il neo-genin rimembrava, era la sua ginocchiata, si ricordava che aveva colpito una sostanza molto dura e nerastra, non aveva idea di che Jutsu fosse, e anzi, non era nemmeno tanto sicuro che fosse un Jutsu. Dopo quell'immagine, si ricordava solo il forte dolore al ginocchio, come se fosse caduto sopra ad un ammasso di triboli, e da lì in poi nulla, il vuoto più assoluto.
    In quella situazione spiacevole però, la cosa che più faceva arrabbiare il giovane non riguardava lui. Infatti, essa era la sua ignoranza sul nome del ragazzo che aveva affrontato, glielo voleva chiedere una volta terminato lo scontro, ma per ovvie ragioni il suo "piano" non era andato a buon fine. Il giovane biondino non sapeva nemmeno come cercarlo, infatti ricordava appena il volto di quel ragazzo sconosciuto. Non c'era molto da fare, doveva solo pazientare, e prima o poi gli sarebbe ricapitato davanti.
    Per ora però, Koshiro era rilegato in un letto nell'infermeria del villaggio. Le sue ferite non erano gravi, ma sarebbe comunque stato bene aspettare che fossero effettivamente passate, d'altronde, le molteplici ferite sul ginocchio erano dolorose, ma finivano lì. Mentre le scottature sulle braccia davano un problema diverso, erano meno dolorose, ma sarebbero guarite lentamente.
    La domanda che bisogna porsi però, era una, ne era valsa la pena? Quello scontro gli aveva davvero fatto imparare qualcosa che faceva impallidire quelle ferite che gli aveva egli stesso procurato? Secondo il ragazzo dai capelli color sabbia, sì, non aveva acquisito alcun Jutsu, e non aveva scoperto nemmeno qualche nuovo modo per combattere, però aveva ottenuto del materiale da studiare. Poteva provare a comprendere ove aveva sbagliato con le sue azioni, e forse avrebbe imparato qualche combinazione migliore. La via del ninja è difficile da percorrere, ma non per questo dopo aver sbagliato strada non si può tornare indietro e provare la strada alternativa. Solo in questo modo, quando la sua vita arriverà a dipendere dalle tecniche usate quel giorno, potrà capire cosa evitare di fare, per adottare una soluzione che invece risulterebbe più efficace.





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    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 10/255
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