Accademia Koshiro Hoozuki e Hiro Chinoike

x DualSlayerBlade e Polytropos

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    Grandi nuvoloni coprivano il grigio cielo di Kiri, facendo presagire un imminente e violento temporale, qualcosa a cui ormai l'inverno aveva tutti un po' abituato. Quella mattina però, che agli occhi dei più sarebbe sembrata una come tante, era in realtà speciale per decine di giovani studenti dell'accademia che in quella tetra giornata avrebbero dovuto guadagnarsi il diritto di indossare il coprifronte del villaggio testando le loro capacità con il temutissimo esame Genin. Entrando nell'accademia quindi ci sarebbe potuti imbattere in due diverse tipologie di persone: lo studente a modo suo in ansia per la prova e uno dei maestri, che a modo loro dovevano gestire una considerevole quantità di stress, perché se da un lato era loro volontà poter promuovere quanti più giovani possibile per permettergli di portare avanti il loro percorso da ninja, dall'altro erano coscienti che se avessero promosso qualcuno di non adatto o di non ancora pronto avrebbero rischiato di mandarlo a morte certa; da quanto l'intero continente era in guerra infatti era divenuto quanto mai imperativo promuovere nuovi e meritevoli prospetti per avere nuove leve da mandare al fronte o da utilizzare per rinforzare i villaggi, bisognava però ricordarsi che si parlava sempre di ragazzi e in certi casi di bambini veri e propri, un errore di giudizio non doveva esistere e non poteva essere tollerato.
    Tako prese una sigaretta dal suo pacchetto quasi vuoto, tirò fuori il suo accendino dalla tasca sinistra del suo giubbotto ninja, se la accese e con mano tremante se la avvicinò alla bocca:

    "Quante ne sei fumate nell'ultima ora? Quattro?"

    Misa, sua collega, si prese una pausa dalla sua ramanzina per sistemarsi una ciocca di capelli che le si era spostata davanti al viso:

    "Lo sai che ti stai uccidendo vero?"

    Il Jonin si voltò verso la sua amica e le rivolse uno stanco sorriso:

    "Siamo in guerra, probabilmente ci rimangono pochi anni se non addirittura mesi, ai miei polmoni non penso dispiacerà se mi diverto un po'"

    Finita la frase l'uomo spostò lo sguardo su di un grande orologio a muro posto sopra la porta d'ingresso dell'aula insegnanti e resosi conto dell'ora fece un ultimo tiro della sua sigaretta prima di buttarla fuori dalla finestra:

    "Potevi dirmelo subito che non avrei nemmeno fatto in tempo di finirmela invece che criticare! Dai scherzo scherzo, dopo finiti gli esami ti offro qualcosa al bar"

    Dopo un rapido saluto Tako si avviò con passo veloce lungo il corridoio fino ad arrivare all'aula 3B, luogo dove aveva tenuto da che aveva memoria le sue lezioni; il Jonin fece un lungo respiro profondo, spezzato da un violento colpo di tosse, poi aprì con decisione la porta:

    "Buongiorno ragazzi..."

    L'aula, che fino a quel momento era stata teatro di rumori, risate, chiacchiere e qualche pianto solitario, cadde in un profondo silenzio, ogni alunno al suo interno si girò verso il suo maestro con la stessa tranquillità negli occhi che aveva il condannato mentre osservava l'entrata del boia:

    "È giunto finalmente il momento per cui ci stiamo preparando da anni, il famigerato esame Genin. So che siete spaventati, magari piena d'ansia, ma non abbiate timore, conosco ognuno di voi e so che avete tutti il potenziale per ottenere il coprifronte, dovete solo dimostrarlo a voi stessi."

    Tako, invece che mettersi seduto dietro la sua cattedra, come ci si sarebbe aspettato, vi ci appoggiò sopra cominciando a spostare lo sguardo da banco a banco:

    "Allora...allora...voglio che il primo a cominciare sia...Koshiro Hoozuki!"

    Gli altri studenti trassero un sospiro di sollievo prima di girarsi verso il loro compagno chiamato:

    "Bene vieni qui davanti a me e parlami, anzi spiegami il perché vuoi diventare un..."

    Il sensei non ebbe però modo di completare la frase, prima che potesse completare la domanda infatti fu interrotto dalla violenta apertura della porta dell'aula che sbatté contro la vicina parete rivelando Misa, la sua collega e amica, seguita da un ragazzo dai grigi capelli e con due scarlatti occhi rossi:

    "Ops...scusate non volevo fare tutto questo casino! Ad ogni modo Tako lui è Hiro Chinoike, è uno degli studenti di Zome ma dato che lui è malato sto smistando i suoi allievi nelle vari classi, non è un problema vero?"

    L'uomo, ripresosi rapidamente dall'iniziale sorpresa, annuì lentamente prima di rispondere:

    "Certo certo nessuno problema, anzi già che ci siamo lo esamino subito insieme al nostro giovane Koshiro."

    La donna sorrise radiosa sentendo la risposta del suo collega, indicò al ragazzo di raggiungere il suo nuovo compagno per poi richiudersi delicatamente la porta alle sue spalle:

    "Bene, benvenuto nell'aula 3B Il mio nome è Tako Nashimake e sarò colui che valuterà la tua preparazione! Allora per cominciare ripeto la domanda che stavo facendo, ovviamente rivolta ad entrambi: perché volete diventare ninja? Rispondete senza paura, giuro che non vi mangio!"



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    DualSlayerBlade Benvenuto alla tua accademia! Per il tuo primo post voglio che tu mi faccia conoscere il tuo pg, come pensa, come ragiona, cerca di farmi capire per quanto possibile la sua identità, su cosa scrivere hai carta bianca, basta che alla fine ti trovi in quell'aula e mi rispondi alle domande del maestro, per qualsiasi dubbio sono a portata di mp, a te :rosa:

    EDIT. Essendomi reso conto che siete entrambi di Kiri vi faccio fare l'accademia insieme, anche per te Poly stesso discorso, fai il possibile per farmi conoscere il tuo personaggio sotto ogni aspetto, hai carta bianca su quello che succede prima, basta che alla fine segui le linee guida che ho dato al tuo personaggio, per qualsiasi cosa come al solito mp :D


    Edited by Stompo - 20/6/2019, 18:11
     
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    Accademia Koshiro Hoozuki e Hiro Chinoike

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    Narrato | Parlato




    Era una normale mattinata invernale, con un classico cielo nuvoloso che non aiutava affatto l'aspetto grigio che il cielo di Kiri aveva normalmente. Quelle nuvole sembravano pesanti e gonfie, probabilmente da lì a poco ci sarebbe stato un grande temporale, ma ciò non era strano, anzi, d'inverno le piogge molto forti erano la norma.
    Se quella giornata era definibile normale come aspetto, gli eventi che si sarebbero verificati non lo erano. Per Koshiro, quello era un giorno più che speciale, finalmente il suo sogno sarebbe iniziato, il suo lontano, seppur sempre più vicino obbiettivo stava per diventare possibile. In quella nuvolosa giornata, il biondo avrebbe avuto l'esame per divenire Genin, il secondo passo per uno shinobi, seppur fosse il primo vero ruolo per ogni singolo ninja. Durante quella semplice giornata, i suoi anni in accademia sarebbero stati presi in considerazione, le conoscenze che aveva appreso in particolar modo, alla fine era quello l'esame, un test per capire se lo studente avesse compreso il ruolo dei ninja, e per capire se fosse in grado di agire come uno di essi. Perciò sulla carta, non era nulla di troppo difficile, bastava essere stati attenti alle lezioni ed essersi esercitati molto, a quel punto l'unico ostacolo sarebbe stato il proprio cervello, il pensiero stesso. Infatti, il rischio di fallire si presentava in pochi casi, e questi erano attuati dalla mente, però seppur fossero interni, potevano essere molto pericolosi, infatti l'ansia da prestazione o la paura nei confronti del proprio maestro, erano fattori di grande rischio.
    Per Koshiro era una giornata speciale sì, ma non per questo era agitato, perché lo sarebbe dovuto essere? Era stato attento e preciso fino a quel momento, era consapevole delle sue conoscenze, ed era convinto che sarebbe riuscito a passare l'esame, alla fine non riuscirci sarebbe stato solamente un disonore, non poteva e non doveva accadere. Tanto meno in quel momento, infatti il giovane studente era a conoscenza della situazione mondiale, il padre gli raccontava spesso dei suoi viaggi, e gli diceva che stavano diventando sempre più ardui da portare a termine, ciò per un semplice motivo, il mondo era diventato un'unica grande zona di guerra, tutti combattevano e proprio questo dava un motivo in più al giovane ragazzo, voleva proteggere la sua patria con tutto sé stesso, era un suo diritto, nonché dovere, come abitante di quel villaggio, cioè la capitale del suo Paese. O almeno era questo ciò che il giovane ragazzo pensava, sapeva che in alcuni casi non sarebbe stato in grado di far nulla, era ancora troppo giovane per poter affrontare i problemi maggiori, però poteva rendersi utile, quello era il minimo.
    L'unico sentimento negativo che il ragazzo provava era l'impazienza, non vedeva l'ora di fare la prova, così da poter tornare a casa con quel coprifronte scintillante e potersi sentire un ninja.
    Quello era il suo sogno fin dal momento in cui era entrato in accademia, o anche prima a dire il vero, fin dal momento in cui aveva visto la magnificenza di Kiri, o persino fin da quando la madre lo istruii delle sue prime conoscenze, quelle sulla sua famiglia e sul villaggio, cose normali alla fin fine, ma che per Koshiro furono di grande ispirazione, voleva diventare uno shibobi degno di quel nome, voleva rendere onore e giustizia ai suoi antenati, che secoli prima riuscirono a compiere gesta degne di nota. Era pronto a tutto pur di ottenere la forza necessaria a farlo, alla fine gli sarebbe davvero bastato quello, dato che con la giusta quantità di forza, potevi ottenere abbastanza fama da renderti riconoscibile, e con quei due fattori uniti, ottenere i soldi necessari per poter comandare sarebbe stata una passeggiata. Ovviamente diventare Genin non sarebbe bastato, avrebbe avuto bisogno di continuare su quella via però, doveva diventare Chunin, e poi ancora, doveva impegnarsi per diventare Jonin, e così via. Non puntava al semplice titolo di Kage, o per meglio dire Mizukage, data la nazionalità del biondo, puntava a qualcosa di superiore, e che anzi, non era nemmeno paragonabile al titolo di Kage, voleva diventare un entità diversa, voleva diventare il capo del suo clan, senza però disonorare i ruoli che i precedenti membri avevano ottenuto con fatica, come il ruolo di Secondo Mizukage, o l'essere un membro dei Sette Spadaccini della Nebbia, cioè due dei risultati che i suoi antenati raggiunsero. L'obbiettivo del giovane ragazzo era semplice, voleva diventare il capo della sua famiglia, voleva essere il simbolo che la distingueva.
    Forse per alcuni il suo obbiettivo era stupido, dato che l'essere a capo di un clan non ti dava davvero potere, non sul villaggio perlomeno. Ma per Koshiro era diverso, lui voleva seguire gli insegnamenti che la madre gli aveva dato, diventando qualcosa di importante, all'inizio per il suo clan sì, ma perché no, forse anche per il villaggio. Solo il futuro avrebbe avuto le risposte.
    Tra non molto però, il giovane sarebbe dovuto partire, non avrebbe fatto percorsi diversi dal solito o altro, avrebbe fatto la strada che faceva sempre per andare in accademia, una strada così quotidiana quanto speciale, se il suo esame fosse andato per il meglio non avrebbe più avuto modo di farla, o per meglio dire, non con così tanta frequenza. Questa cosa un po' lo rattristava, oramai era abituato a percorrerla, era un azione più che giornaliera, ma presto, se si fosse impegnato a far fruttare i suoi sforzi, avrebbe creato un nuovo percorso, una nuova via che cambiava insieme alla sua stessa vita.
    Ormai mancava poco, il ragazzo aveva appena finito la sua dose di allenamento quotidiana, era una cosa di routine che difficilmente avrebbe perso, d'altronde aveva letto che esercitarsi la mattina dava più frutti del normale, per un qualche motivo che ormai non ricordava più, di fatto però, era diventata un azione di routine, quasi obbligatoria. Infatti, tutti i giorni si svegliava quarantacinque minuti prima del dovuto, e partiva per la sua sessione di allenamento, ovviamente non faceva nessuno sforzo esagerato, ma era perfetta per svegliarsi dopo una lunga notte di sonno. Dopodiché si sarebbe rinfrescato, così da ripulirsi dal sudore e dalla stanchezza rimasta, era anche quella un abitudine, come probabilmente lo era in quasi tutte le persone, o almeno questo era quello che Koshiro pensava. Poi avrebbe semplicemente mangiato qualcosa, una corta colazione, seppur necessaria per rimanere in forma, se voleva crescere sano e forte non doveva ignorare nessun pasto. Prima di uscire, infine, avrebbe salutato i suoi genitori, specialmente in quel giorno importante, insieme alla madre con la quale condivideva un rapporto profondo, ebbe un forte scambio di battute, comprendendo così l'esagerata eccitazione della sua figura materna, che lo faceva quasi sfigurare. Con suo padre, d'altro canto, non aveva un rapporto perfetto, gli voleva bene sì, dato che senza di lui non sarebbe stato lì, ma dati i suoi continui viaggi, il biondo non era mai stato in grado di legare completamente, seppur ci fosse questo problema, il padre era molto felice per Koshiro, infatti era consapevole dei suoi sogni, e sperava che potesse renderli realtà. Dopo aver fatto i doverosi saluti, lo studente finì di prepararsi, vestendosi come faceva abitualmente, non si sarebbe vestito in modo più formale o altro, voleva vivere quel giorno in modo tranquillo, perlomeno fino al momento opportuno, una volta ottenuto il coprifronte si sarebbe lasciato andare a qualche sfizio, forse avrebbe comprato dei dolci, oppure si sarebbe allietato con un qualche strumento che sognava da tempo, alla fine sarebbe stato un momento speciale, doveva fare in modo di ricompensarsi in qualche modo. Ma solo dopo quel momento, prima di ciò, doveva comportarsi normalmente.
    Non ci volle molto per arrivare a scuola, il percorso infatti, non era dei più lunghi, e anche senza correre ci volevano meno di dieci minuti, era una grande fortuna, ma ormai non gli sarebbe più stato di alcun aiuto, se prima poteva uscire a un orario limite, ora avrebbe semplicemente dovuto seguire degli ordini, senza il bisogno di uscire ogni giorno alla stessa ora, come invece era obbligatorio per l'accademia. Un posto fantastico sì, almeno nella visione di Koshiro, ma alquanto noioso per via degli orari, che però venivano superati dalle interessanti informazioni apprese.
    Ormai il momento era giunto, era arrivato nella sua classe, forse per l'ultima volta, quasi sicuramente per l'ultima volta, ma in ogni caso era lì, in quella vecchia classe con la quale aveva condiviso molti momenti, e con la quale si sarebbe lasciato lentamente, aspettando l'arrivo del suo insegnante e aspettando l'arrivo del suo turno, sarebbe stata un'attesa alquanto silenziosa, infatti non si può dire che il biondo avesse molti amici, sì, qualche chiacchiera ogni tanto, ma non considerava nessuno di quei ragazzi un vero amico, li vedeva come dei conoscenti, persone che si sarebbe scordato, se non le avesse viste tutti i giorni. Era una cosa abbastanza triste sì, ma era la dura verità, la sua personalità spesso rude non era un granché per le persone, e quelli della sua età glielo facevano notare spesso, anche se di solito non era colpa di Koshiro, lui agiva come sempre, in modo normale, ma spesso gli altri si sentivano rifiutati e allontanati da lui. Tutta colpa del padre dello studente, infatti, seppur a livello visivo non ci azzeccavano quasi per nulla, se non per i capelli dello stesso colore, a livello emotivo erano molto simili, entrambi disciplinati e severi, seppur si scaldassero facilmente anche per i più stupidi dei motivi.
    Quindi, l'attesa di Koshiro fu silenziosa, infatti, mentre tutti gli altri parlavano del più o del meno, incoraggiandosi a vicenda o piangendosi addosso, il biondo decise di stare calmo, non sarebbe stato difficile, doveva solo unire le sue conoscenze con il suo impegno. E così, tra una parola e l'altra, l'insegnante fece il suo ingresso, il momento tanto atteso da quegli studenti era giunto. Ora, uno di loro avrebbe fatto da cavia, sarebbe stato osservato dagli altri, così che tutti capissero le domande e la difficoltà, era un ruolo pesante, dato che tutti ti avrebbero osservato con interesse, ma d'altro canto era anche un ruolo utile, essere il primo a togliersi il peso sarebbe stato comodo, almeno non bisognava logorarsi lo stomaco per ogni aumento delle possibilità, ma si poteva aspettare che finissero tutti con la più assoluta calma.
    Per sfortuna, o forse per fortuna, il giovane membro del Clan Hoozuki venne selezionato come primo esaminato, non era un emozione o una prova incredibile, l'unica cosa problematica era la quantità di persone che lo stava osservando, non poteva accettare un fallimento, non in quel momento. Infatti, fallire lì sarebbe stata un esecuzione pubblica, dato che tutti avrebbero commentato il suo operato.
    Ma il biondo non si lasciò scoraggiare, con tutta la dignità che possedeva inizio ad andare davanti al suo maestro, pronto ad adempiere a qualsiasi compito, non sarebbe stato molto arduo alla fine, avrebbe semplicemente dovuto ripensare a ciò che aveva imparato durante gli anni, non gli avrebbe fatto domande difficili o superflue, o perlomeno era questo quello che lo studente si ripeteva in testa, doveva essere convinto delle sue idee, era una cosa necessaria. Però, poco prima di arrivare dal Jonin, un forte rumore, generato dall'apertura della porta e dal suo sbattere contro una parete bloccò la situazione, sia il professore, che taglio la domanda, non finendola, che Koshiro, il quale rimase immobilizzato in piedi aspettando la chiusura per potersi avvicinare del tutto, erano bloccati dalla figura di un altro insegnante. Sulla soglia della porta c'erano una donna e un ragazzo dai capelli grigi, e con due inquietanti occhi rossi. In breve, la donna spiegò che era uno studente di un altra persona, ma era stato mandato lì a causa della mancanza del suo maestro. Il maestro Tako, quindi, decise di esaminare sia Koshiro che Hiro, entrambi nello stesso momento. Questo non era che un punto a favore per il biondino, che poteva condividere quella situazione con un'altra persona, anche se probabilmente si sarebbe rivelato problematico nelle domande successive. Dopo quella breve, seppur importante interruzione, il Jonin fece le necessarie presentazioni, e prosegui facendo la domanda tanto attesa. Essa si rivelò molto inaspettata, infatti lo studente si aspettava qualcosa che avessero affrontato in classe, e invece si rivelò essere una domanda personale, non era problematica, dato che Koshiro sapeva bene come rispondere, però era particolare, dato che alla fine una cosa del generale non avrebbe dovuto avere troppa influenza, dato che l'importante era il modo in cui quei futuri Genin avrebbero agito, non il motivo per il quale lo avrebbero fatto. Fatto sta che, il giovane ragazzo rispose senza esitare: Il motivo per cui voglio diventare un ninja? Nulla di più semplice, voglio proteggere Kiri con tutto me stesso, e inoltre voglio proteggere il mio Clan. Questo perché nulla è più importante delle proprie origini. Alla fine, diventando uno shinobi potrò dare anima e corpo al mio obbiettivo, e potrò diventare ciò a cui aspirò maggiormente. Inoltre, diventando uno ninja potrò dimostrare la mia forza, ma potrò anche incrementarla.
    Nelle parole del biondo non c'era esitazione, anzi, c'era sicurezza, voleva raggiungere i suoi obbiettivi e sapeva che li avrebbe raggiunti, doveva solo aver fiducia in sé stesso, alla fine era consapevole delle sue stesse abilità, il suo obbiettivo però, era dimostrare che quelle abilità erano sufficienti, e lo avrebbe dovuto dimostrare al suo insegnante, dando così tutto ciò che aveva nel suo "arsenale".




    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 30/255
    Potenza Magica: 10/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 20/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 15/255
    Resistenza: 5/100
    Stamina: 5/100
    Genjutsu: --/255

     
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    narrato, parlato, parlato altri"

    "Quindi, mi state dicendo che domani io avrei un esame? " chiesi, a metà tra l'incredulo e lo scocciato. Davanti alla mia espressione stupita, mia madre, la persona più responsabile della famiglia, stava scuotendo la testa, potevo quasi sentirla mentre si chiedeva perché era sorpresa dal mio comportamento. "Allora Hiro, te lo spiego solo una volta, va bene? Quando si finisce un percorso scolastico c'è bisogno di una certificazione delle capacità e delle conoscenze acquisite dallo studente... Possibile che tu a scuola ci vada solo per riscaldare la sedia? Comunque, preparati, perché andremo a incontrare i tuoi zii paterni. " A quell'ultima affermazione sia io che mio padre scattammo sull'attenti... Nessuno dei due aveva voglia di incontrare quelli che definivamo come parenti serpenti "Hey, da dove vengono fuori tutte queste attività mondane? Io non ho voglia di vederli!" "Non incominciare a polemizzare te! Ora finite di prepararvi, che dobbiamo partire!". Cinque minuti dopo, eravamo nella casa degli zii, che non fecero altro che complimentarsi con me per l'imminente promozione e chiedermi quali altri eccitanti progetti avessi per il futuro. Fortunatamente quella scocciatura passò in fretta, e potei passare il resto della giornata a dormire sulla mia amata amaca.
    Arrivò finalmente il giorno del presunto esame, e al contrario di tutti i miei compagni di classe, arrivai a scuola perfettamente rilassato e senza una preoccupazione al mondo. Una volta entrato in classe venni circondato dalla solita ondata di persone. A differenza di tutte le altre volte però, quasi tutto quello che dicevano verteva su un solo argomento: il temuto esame per diventare genin. Erano talmente agitati che la loro voce probabilmente si sentiva per tutto il vicinato. Decisi di intervenire a fine di preservare la salute delle mie orecchie "Ragazzi, dai, state tranquilli! L'esame non è una questione di stato, e soprattutto state sicuri che nessuno ci vuole più in questa scuola, quindi non faranno gli infami!" Ringraziando i Kami, questo mio intervento semiserio bastò a riportare i livelli di agitazione (e di volume) della classe ad una soglia tollerabile. Presi posto nel mio solito banco, e cominciai chiaccherare del più e del meno con coloro che mi erano più vicini fisicamente. Io avrei continuato volentieri a disquisire con i miei compagni all'infinito, ma ad un certo punto sentii la porta della nostra classe aprirsi con violenza inaudita. Tutti gli occhi vennero puntati sulla figura della sensei che aveva fatto la sua comparsa. La sensei (che dal modo in cui era entrata avrei potuto giurare avesse corso per arrivare il prima possibile alla nostra classe) cercò subito di darsi un contegno, assumendo una postura da saluto militare e sistemandosi una ciocca di capelli che le era caduta davanti al viso. "Salve ragazzi della 3D! Come avrete potuto notare, il vostro sensei, Zome non si è ancora presentato, poiché è costretto a letto a causa di una fastidiosa malattia, quindi mi dispiace annunciarvi che sosterrete l'esame smistati tra le altre classi . Avanti seguitemi... Non c'è tempo da perdere!" La classe creò velocemente la fila e cominciò a seguire la sensei attraverso i corridoi della scuola nonostante alcune manifestazioni di dispiacere. Sinceramente non mi cambiava nulla chi mi esaminava, mi bastava uscire da quella scuola con un coprifronte. Per prima cosa ci fermammo nella classe vicina, la 3E. La nostra accompagnatrice entrò in quella classe sbattendo la porta, non curante del potenziale disturbo che poteva creare, spiegò la situazione e lasciò una decina di studenti. Poi ci dirigemmo verso la 3A, dove si ripetè la stessa scena, e qui esattamente dodici studenti vennero smistati. Doveva essere sicura di aver finito con tutti gli studenti poiché si girò pronta a tornare alle sue mansioni con aria soddisfatta, salvo poi diventare attonita appena mi vide.
    "... "
    "... "
    "Devi ancora essere smistato?" "Si sensei" "ok, vieni con me, so possiamo andare..." ci muovemmo rapidamente e arrivammo alla classe 3B. Lì si ripete la stessa sequenza di azioni: apre la porta con molta poca finezza, spiega perché io sia lì e mi lascia come un postino lascia una lettera. Il maestro non si scompone più di tanto, e anzi decide "Certo certo nessuno problema, anzi già che ci siamo lo esamino subito insieme al nostro giovane Koshiro... Bene, benvenuto nell'aula 3B Il mio nome è Tako Nashimake e sarò colui che valuterà la tua preparazione! Allora per cominciare ripeto la domanda che stavo facendo, ovviamente rivolta ad entrambi: perché volete diventare ninja? Rispondete senza paura, giuro che non vi mangio! " approfitto dei pochi metri che separano l'entrata dalla cattedra per osservare i presenti nell'aula, tra i quali diedi particolare attenzione allo studente con cui avrei svolto l'esame, un ragazzo poco più basso di me e con dei molto particolari capelli color sabbia, occhi a mandorla marroni chiaro e lineamenti affilati, e il sensei, un uomo sulla trentina con neri capelli posti in modo molto disordinato, vestito con quello che sembrava un camice bianco ed una maglietta grigia. Il mio compagno rispose in maniera molto Il motivo per cui voglio diventare un ninja? Nulla di più semplice, voglio proteggere Kiri con tutto me stesso, e inoltre voglio proteggere il mio Clan. Questo perché nulla è più importante delle proprie origini. Alla fine, diventando uno shinobi potrò dare anima e corpo al mio obbiettivo, e potrò diventare ciò a cui aspirò maggiormente. Inoltre, diventando uno ninja potrò dimostrare la mia forza, ma potrò anche incrementarla. La sua risposta era molto matura, delineava una maturità non comune tra i ragazzi della nostra età (in me non di sicuro). Dopo che ebbe concluso la sua risposta, intuii che era il mio momento di rispondere. Ma cosa mi spingeva ad intraprendere quella pericolosa strada? Me lo ricordo perfettamente...

    FLASHBACK (4 ANNI FA)

    Ero, come mio solito, sulla mia amaca a fare quello che mi piaceva di più: fare niente. Era una giornata tranquilla, soleggiata, sembrava come tutte le altre. Invece i miei genitori si avvicinarono a me con aria seria, si sedettero vicino ai miei piedi e mi chiese "Hei Hiro... Devo chiederti una cosa. Tu sai che la tua famiglia, i Chinoike, a Kumo sono un clan di ninja rispettati e temuti. Anche tuo padre aveva incominciato la sua carriera, ma poi con il trasferimento ha seguito una strada più diplomatica. Ora, noi non ti vogliamo costringere a fare nulla ma... Tu vorresti frequentare l'Accademia ninja?" io li guardai, scrutandoli. Non era la prima volta che accennavano al potere potenzialmente distruttivo nei miei geni, ma era la prima volta che mi chiedevano se lo volevo realmente sbloccare. La mia risposta? "mm, ok." poi mi girai dall'altra parte per dormire in pace.

    FINE FLASHBACK

    a pensarci bene, essere completamente sincero riguardo alle mie motivazioni (all'assenza di esse per essere più precisi) avrebbe sancito la bocciatura, e dato che non avevo voglia di fare un'altro anno qui, optai per una mezza verità al fine di ammorbidire la pillola "Buongiorno signor Nashimane, io sono Hiro Chinoike. Vorrei per prima cosa scusarmi per il disturbo che ho creato allo svolgimento degli esami nella sua classe. Per quanto riguarda il mio credo... Io non credo di avere né la maturità né la forma mentis per sviluppare una cosa del genere. No, ho partecipato all'Accademia perché fin da piccolo mi è stato inculcato il concetto che per discendenza mi è arrivato un enorme potenziale, e che non usarlo" detto questo ritornai in silenzio, pronto per un'altra domanda.
    Hiro Chinoike
    Resistenza:50
    Stamina:50
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    Il maestro ascoltò con viva attenzione le risposte a quella che a molti sarebbe sembrata una domanda scontata, quasi banale, ma che in realtà nascondeva molto di più: ogni ninja doveva avere qualcosa che lo faceva alzare dal letto la mattina, qualcosa che lo spingeva ad allenarsi allo stremo, allo studiare nuove tecniche, ad apprendere ed ampliare il proprio controllo del chakra, a difendere i propri compagni di squadra, a non voltare lo sguardo dinanzi ad un'ingiustizia, a non arrendersi malgrado le difficoltà e le avversità. C'era chi lo chiamava credo, chi via, altri lo chiamavano fuoco interiore, in ogni caso doveva esserci, doveva essere presente, altrimenti sarebbe bastata una semplice folata di vento per mandare in fumo anni di studio e dedizione facendo cadere il giovane nel caos, nel male o tra le braccia della morte. Finito di ascoltare in ogni caso, Tako ragionò per qualche secondo su ciò che gli era stato detto, poi spostò lo sguardo verso Koshiro:

    "Il tuo è un pensiero nobile, ma non è per niente semplice, anzi forse è più complesso di tutti: ognuno di noi qui a Kiri, compresi coloro che non prendono parte alla carriera militare proteggono a loro modo il villaggio dando il loro contributo, chi scegliere di diventare ninja però ha il diritto e soprattutto il dovere di mettere se stesso tra il male che c'è fuori ed il villaggio, probabilmente la cosa più pericolosa e difficile che si possa fare al giorno d'oggi, non fare l'errore di sottovalutare la determinazione necessaria a portare a termine tale compito."

    L'uomo si rivolse al giovane sorridendo con aria bonaria, era colpito dal vedere una tale sicurezza e dedizione, se ben incanalate queste due qualità avrebbe dato una grande spinta allo sviluppo di quel promettente ragazzo; finito di rispondere al primo l'insegnante si rivolse prontamente al secondo:

    "Mmm dici di non essere maturo abbastanza...onestamente io non ti conosco, non essendo tu un mio studente, però ti posso dire questo: l'aver portato a termine i lunghi anni dell'accademia è già un primo indicatore della tua maturità e preparazione, se davvero come dici tu non fossi stato pronto e ti fossi mosso solo perché guidato dai tuoi genitori ti saresti fermato prima e stamattina, invece che alzarti e venire qui in quest'aula, ti saresti rigirato nel letto rimettendoti a dormire. Ragiona a fondo su ciò che ti spinge, giovane Hiro, perché se dovessi riuscire a passare l'esame ti troverai nel mondo reale e lì fuori non ci saranno i tuoi genitori, ci sarete tu con i tuoi ideali, i tuoi compagni e nessun'altro."

    Tako rispose al Chinoike con lo stesso tono positivo che aveva riservato all'Hoozuki, voleva che entrambi potessero sentirsi a loro agio, avevano bisogno della mente libera e sgombra per fare quello che gli avrebbe chiesto di lì a poco:

    "Molto bene, direi che possiamo passare alla prossima domanda..."

    Il sensei distolse lo sguardo dai giovani per qualche secondo mentre ragionava sul da farsi:

    "Allora dire che tu Koshiro mi dici tutto quello che sai sulla Tecnica della Moliplicazione del Corpo e me la esegui alla perfezione, tu Hiro invece parlami e dammi dimostrazione della Tecnica della Trasformazione! Prendetevi tutto il tempo che vi serve ma fatemi le cose per bene."

    Come inizio direi niente male, scrivete entrambi benino, vi chiedo però di dividere meglio il narrato dal parlato lasciando degli spazi, mi riferisco soprattutto a te Poly, l'uso dei colori aiuta ma se non lasciate le giuste spaziature il testo risulta poco scorrevole da leggere e non molto gradevole alla vista. Altri dettagli a cui fare attenzione sono il mettere i dati del pg legati all'off sotto spolier(Dual) e il levare le testate stile capitolo di libro dentro al post(Poly, invece che scrivere Flashback e fine Flashiback ti basta semplicemente usare "[...]" quando vuoi far intendere uno stacco dalla narrazione). So che sono puntiglioso ma meglio smussare gli angoli adesso piuttosto che più avanti nel corso del gioco.
    Tornando a bomba portate a termine la richiesta del maestro, eseguite la tecnica facendo attenzione ai tempi verbali utilizzati e fatemi uno schema riassuntivo sotto spoiler con i costi adeguati, a voi :rosa:
     
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    Accademia Koshiro Hoozuki e Hiro Chinoike

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    Narrato | Parlato




    Come aveva detto il suo stesso insegnante, gli ideali del biondo erano complessi: dato che richiedevano il coraggio e la determinazione di mettersi a difesa della città, impedendo al male esterno di penetrare. Però non era una cosa così semplice da fare, seppur fosse molto gloriosa potesse apparire come un atto nobile, la realtà era ben diversa, dato che bisognava essere estremamente fiduciosi, o forse estremamente stupidi, per rischiare la vita al 100%.
    Una parte di Koshiro era già consapevole di ciò, sapeva che forse la sua determinazione non sarebbe stata sufficiente, sapeva che avrebbe avuto bisogno di aumentarla, ma d'altronde sperava molto nei suoi futuri compagni, se avesse avuto dei "colleghi" amichevoli sarebbe stato più invogliato a combattere insieme a loro, e avrebbe avuto meno paura di fallire. Ma lo studente non sapeva ancora nulla, gli mancavano l'esperienza e le capacità per diventare una figura di supporto per gli altri, e la dimostrazione era la sua mancanza di amicizie. Ed in effetti, il biondo non era mai stato stupido, non aveva mia pensato che la colpa fosse degli altri, sicché non apprezzavano i suoi lati migliori, anzi, aveva sempre pensato che fosse lui stesso il problema, dato che mentalmente allontanava le altre persone per un qualche motivo stupido. Le parole del Jonin lo lasciarono stranito, una parte di sé era felice, dato che era consapevole della nobiltà del suo obbiettivo e dei bisogni che esso aveva. Ma dall'altro lato era deluso, quelle parole lo facevano sentire debole, gli facevano capire quanto ancora gli mancasse a raggiungere il suo obbiettivo. Koshiro voleva essere un esempio, e quando l'insegnante gli disse che non doveva sottovalutare quel ruolo, il biondo capì quanto le sue intenzioni potessero sembrare blande, dato che dette da un ragazzo giovane che fino a quel momento non aveva davvero vissuto.
    Il biondo inoltre, era stato attento anche alla risposta data da Hiro, e alla contro-risposta dell'insegnante. E seppur nella risposta dell'altro studente fosse educata, notava una mancanza di fondamento nel suo coetaneo. Loro due erano simili, entrambi discendevano da delle famiglie importanti a quanto pare, ed entrambi, fin da piccoli avevano subito molte pressioni. però per un qualche motivo, l'Hoozuki era più ambizioso del ragazzo dai capelli bianchi. E l'insegnante probabilmente aveva ragione, gli ideali del ragazzo erano presenti, dato che altrimenti non sarebbe arrivato fino a lì, forse non erano forti, forse erano derivati dai suoi genitori, però sicuramente essi erano presenti.
    Dopo quello spezzone di risposta, l'insegnante decise di passare alla domanda numero due, forse lì sarebbero arrivate le domande più pratiche, quelle che non si basavano sulle cose personali, ma sulle conoscenze fatte durante i lunghi anni di accademia. Ed infatti andò così, il Jonin chiese una tecnica a testa, sia dalla parte teorica che dalla parte pratica. A Koshiro toccò la Moltiplicazione del Corpo, a Hiro invece, capitò la Tecnica della Trasformazione. Entrambe erano tecniche di livello base, ma non per questo andavano sottovalutate, d'altronde, essendo esse basiche dovevano essere perfette, dato che i loro usi erano molteplici, e in uno scontro sarebbero state usate sicuramente.
    La Tecnica della Moltiplicazione del Corpo, il biondo l'aveva provata molte volte, non doveva fallire lì. Prima di tutto doveva spiegarla, poi doveva concentrarsi per eseguirla, e tutto ciò era molto più arduo del dovuto. Forse, per una persona esterna, non sembrava così arduo, alla fine era una semplice tecnica, ma in quel momento, con quella grande emozione e con tutto quel "pubblico", anche la tecnica più semplice sarebbe risultata problematica.

    La Tecnica della Moltiplicazione del Corpo è un Ninjutsu d'accademia, seppur venga usato molto anche al di fuori della stessa. Richiede l'uso di tre sigilli, in questo preciso ordine: Pecora, Serpente e Tigre. E oltre a questo, richiede anche una buona capacità nella manipolazione del chakra. Se la tecnica riesce si potranno formare delle copie uguali alla persona che l'ha usata, seppur esse non possano entrare in contatto con nessun ostacolo, pena: la loro scomparsa. Queste copie sono gestite totalmente dall'utilizzatore, e non hanno utilità offensiva, infatti non posso nemmeno impugnare passivamente degli oggenti, ma possono solo fungere da diversivo. Inoltre, maggiore è la maestria con cui si impasta il chakra, maggiori saranno le copie create.

    Il ragazzo lasciò fluire come un fiume le sue conoscenze, d'altronde era quella la richiesta. Era convinto di non aver commesso errori sotto quel punto di vista, dato che era sempre stato serio nello studio, e proprio per questo aveva imparato molto bene la teoria di tutte le tecniche più basiche, con alcune i problemi arrivavano nella pratica, mentre con altre aveva imparato anche quella.
    Ed ora, toccava alla parte più difficile, quella in cui effettivamente cercava di fare la tecnica. Non era agitato, o perlomeno non così tanto, aveva paura di fare cilecca, e dover sentire le prese in giro dei suoi compagni, ma doveva ricordarsi il suo "credo", impegnandosi ci sarebbe riuscito, alla fine già ci era riuscito altre volte, non sarebbe stata quella singola occasione a distruggere i suoi sogni. Quindi, convogliando tutti i suoi pensieri sull'esecuzione della tecnica, e cercando di concentrare il Chakra nella maniera corretta, il giovane Koshiro avrebbe tentato di fare la tecnica, cercando di eseguire i sigilli necessari.

    Pecora, Serpente, Tigre. Il biondo avrebbe detto queste parole, e nello stesso momento avrebbe provato ad eseguire i sigilli collegati ad esse. Bunshin no Jutsu!

    Se tutto fosse andato bene, affianco al ragazzo sarebbero usciti vari cloni, e tutti loro si sarebbero fermati sul posto, evitando movimenti bruschi o di intralciare l'altro ragazzo. Le speranze del giovane erano tutte lì, in quella singola tecnica, in quella singola prova qualitativa, se il suo Chakra si fosse comportato nel modo giusto ci sarebbe riuscito, altrimenti avrebbe fallito miseramente, facendo una figura barbina davanti alla classe, ma anche con il futuro sé stesso.



    Essendo una tecnica di livello D il costo è di 5 unità di Stamina.
    Stamina: 50-5 = 45/1000

    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 30/255
    Potenza Magica: 10/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 20/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 15/255
    Resistenza: 50/1000
    Stamina: 45/1000
    Genjutsu: --/255


     
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  7. Polytropos
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    narrato, parlato, parlato altri"
    La risposta del professore alle mie affermazioni fu anche migliore di quella sperata. Notò come, nonostante affermassi il contrario, io avevo in effetti mostrato maturità nel completare il percorso scolastico. Mi mise anche in guardia dall'essere troppo dipendente, a suo dire, dalle convinzioni dei miei genitori, poiché non mi sarebbero riusciti a proteggere sempre, mentre mi spingeva a fidarmi del mio bushido e dei miei futuri compagni. A essere sinceri però, fidarmi delle persone solo perché combattono al mio fianco in quel momento non era nella lista delle cose da fare, e l'ultima volta che ho controllato le mie motivazioni interiori non fermavano il metallo. Rimasi incuriosito anche dal dialogo tra Koshiro e il sensei, specialmente la parte riguardante proteggere il villaggio e il clan, che proprio non riuscivo a comprendere. Mio padre e mio nonno si sono sempre considerati come dei kumoniani, mia madre, nonostante sia kiriana, non ha mai cercato di farmi sentire solo come tale. Io sono sia di Kiri che di Kumo, quale paese dovrei proteggere? Per quanto riguarda il mio clan, beh, non hanno mai fatto niente per aiutarci, perché io dovrei comportarmi in maniera diversa? Ci hanno ignorato, ci hanno deriso, hanno costretto mio nonno a cambiare nazione. Quando però loro dovettero cambiare Paese, vennero a chiederci aiuto e temporanea dimora. Sono ingrati ed ipocriti... Non alzerò mai un dito per proteggerli, anzi! Ma non era il tempo di rimuginare, poiché l'esame continuava, e stavolta si spostava su un lato più scolastico e pratico. Chiese ad entrambi gli esaminati descrizione ed esecuzione di una tecnica: a Koshiro capitò la tecnica della moltiplicazione, a me la tecnica della trasformazione. Aspettai silenziosamente che il mio compagno completasse la sua parte, poi presi in mano la situazione. La tecnica della trasformazione non era semplice di per sé, e a rendere tutto più complesso bisognava prestare molta attenzione ai dettagli del proprio travestimento. Per questione di comodità decisi di riprodurre il mio compagno Koshiro. Riprodurre il sensei potrebbe sembrare adulazione, che in realtà sarebbe nel mio stile, ma non conoscendolo e non volendo testare nuovamente la sua pazienza optai per colui sul quale avevo la miglior visuale. Schiarendomi brevemente la gola, incominciai

    "La tecnica della trasformazione è una tecnuca in cui l’esecutore, concentrando il proprio chakra, è in grado di mutare il proprio aspetto fisico per assumere le sembianze di persone, animali o oggetti. Nel momento stesso in cui si viene colpiti dall’attacco dell’avversario, il jutsu termina. Le dimensioni e il peso dell'utilizzatore rimangono invariati, e ovviamente non si acquisiscono capacità fisiche o mentali di coloro da cui ci si trasferisce."
    Dopo la spiegazione teorica, era il momento della dimostrazione pratica. Composi il sigillo del del cane, del cinghiale, e della pecora e feci scorrere il mio chakra su tutta la superficie del mio corpo. Creai nella mia testa l'immagine del ragazzo accanto a me, con i suoi lineamenti affilati, i suoi occhi a mandorla, i capelli biondi, i vestiti comodi e casual, la sua altezza leggermente minore rispetto alla mia, tutto doveva confluire in un ritratto perfetto del quale io ero la tela. Finalmente una nuvoletta di fumo apparì, ed io con voce decisa dissi
    "Tecnica della trasformazione!"
    [https://narutogdr-laviadelninja.forumcommunity.net/?t=61276164]HIRO Chinoike [/URL]
    Resistenza:50
    Stamina:50
    Azioni
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    Colui che è e si spera sarà

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    L'esame entrò finalmente nel vivo, le richieste del sensei di per sé non erano particolarmente complesse, gli studenti infatti si approcciavano a quelle tecniche ormai da mesi, quello che però bisognava mettere in conto erano l'ansia, la tensione che l'esame ed il momento avrebbero scaturito, un conto era eseguire tutti i passaggi necessari nella totale tranquillità della propria camera, un conto farla davanti a tutti i propri compagni e davanti al maestro pronto a valutare ogni singolo errore o sbavatura, insomma non proprio uno scherzo. Il primo a parlare e a rompere il ghiaccio fu Koshiro che senza indugio spiego la tecnica della Moltiplicazione del corpo come se la stesse leggendo da un libro, era evidente che il ragazzo fosse molto preparato e la cosa non sorprese minimamente Tako, nel corso degli anni infatti il giovane si era sempre distinto per la sua preparazione e per le sue abilità, non vi era motivo perché in quella sede non dovesse sfarne sfoggio:

    "Bunshin no Jutsu!"

    La sequenza dei sigilli si dimostrò corretta, come anche la quantità di chakra accumulata, con profonda soddisfazione del sensei dopo l'apparizione della proverbiale nuvoletta di fumo accanto a Koshiro apparvero cinque cloni perfettamente identici a lui in tutto e per tutto, un'esecuzione assolutamente impeccabile:

    "Bravo, molto bene, le copie sono perfette, come al solito ottimo lavoro Koshiro!"

    Tako annuì più volte costatando la corretta l'esecuzione del giovane, ormai su di lui non aveva più dubbi:

    "Non più molto che io ti possa insegnare, perciò direi che posso darti questo..."

    Il sensei si allungò oltre la scrivania, aprì uno dei cassetti e vi tirò fuori un coprifronte nuovo di zecca che recava sul frontalino il simbolo del vilaggio di Kiri:

    "Ecco, te lo sei senz'altro meritato. Ora vai e rendi fiero me ed il tuo villaggio!"

    Il lanciò con tranquillità il coprifronte al ragazzo, confidando che sarebbe riuscito a prenderlo al volo senza alcuna difficoltà, poi dopo essersi rimesso appoggiato alla scrivania si predispose per ascoltare Hiro che dimostrò al livello teorico di essere molto preparato, senz'altro un ottimo inizio:

    "Tecnica della trasformazione!"

    Sulla pratica però qualcosa andò storto, forse per la tensione del momento, forse per via dell'ansia di dover fare l'esame con un insegnante che non fosse il suo, fatto sta che i sigilli non furono precisi, il chakra fu insufficiente ed il povero Hiro si trasformò in un brutta copia del giovane Koshiro, sdentata, la schiena ricurva, le proporzioni sbagliate ed i vestiti colorati in modo diverso:

    "Ok Hiro, penso che tu sia andato un po' troppo di fretta, che ne dici di riprovare cercando di fare le cose con pò' più di calma? Prenditi il tuo tempo, la teoria la sai, cerca di metterla in pratica in modo corretto"

    Tako non volle essere duro con il ragazzo, capiva la situazione non ideale, ma per poterlo promuovere doveva sapere e vedere che fosse in grado di eseguire almeno le tre semplici tecniche accademiche, purtroppo erano regole.

    DualSlayerBlade Ti sei mosso molto bene, hai eseguito la tecnica correttamente, non mi hai fatto però lo schema riassuntivo, per il futuro ricordati di fare qualcosa del genere:

    CITAZIONE
    Resistenza:50
    Stamina: 50-5=45

    Azioni:
    -Tecnica della Moltiplicazione(5 copie)

    In questo modo rendi tutto più chiaro e facilmente fruibile a chi deve leggere. Dettagli a parte hai dimostrato di cavartela bene, ergo hai passato l'esame, fammi il post finale, poi ti prendi 33 exp e puoi fare richiesta in aggiornamenti di aggiungerti in scheda tutto quello che ti compete come neogenin :rosa:

    Polytropos Tu invece devi ancora sistemare qualcosa, partiamo con il dire che quanto esegui azione che coinvolge l'utilizzo di tecniche fisiche, magiche od illusorie devi utilizzare il periodo ipotetico, perché di fatto non sai se la tua azione andrà a buone fine o meno, altrimenti diventi autoconclusivo e ciò ti porterà a fallire l'azione ogni volta. Non fraintendermi la descrizione dell'esecuzione della tecnica andava benissimo, sono però i tempi su cui dovevi fare attenzione, ora cerca di eseguirla nuovamente facendo più attenzione a questa cosa. Apprezzo infine come tu abbia impostato lo schema riassuntivo, ma ti sei dimenticato di segnare sia la tecnica che il relativo costo, cerca di ricordartene in questo secondo tentativo.


    Edited by Stompo - 28/6/2019, 11:42
     
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    Narrato | Parlato




    Koshiro era sicuro nelle sue abilità, ma non poteva negare che l'ansia e la paura provate prima dell'esame, erano decisamente minori e inferiori alle stesse, ma durante l'esame stesso. Forse era un fattore del cervello umano, che alcune volte recepisce le cose solo quando vengono fatte, o forse era la sua stessa ingenuità, dato che considerava l'esame come una cosa assolutamente semplice e facile da compiere, ed infatti era così. Ma c'era una difficoltà nascosta in quelle prove, la paura di fallire davanti al tuo insegnante, di renderti miserabile davanti a quegli studenti con cui hai condiviso tante esperienze, l'ansia che queste cose accadano. Probabilmente non sarebbe stato facile riprendersi dopo un evento di quel tipo. Ma quel tipo di paura sarebbe tornato utile anche nel futuro, i ninja la dovevano provare costantemente, dato che probabilmente era quella stessa ansia a dargli la forza per dare il massimo. Dato che nessuno voleva deludere il villaggio, o le persone al suo interno. D'altro canto però, bisognava essere in grado di rialzarsi, non si poteva, e non si doveva, perdere la speranza per un errore, o per una sconfitta. Se ti è stata concessa la possibilità di riprovare, dovresti dare più del tuo massimo, cercando di rimediare allo sbaglio commesso in precedenza, solo così saresti riuscito a far capire la forza del tuo animo, e la forza dei tuoi ideali. Proprio per questo il biondo era spaventato, ma non in modo esagerato. La sua unica vera paura era di deludere la sua famiglia, ma probabilmente ciò non sarebbe accaduto per un singolo fallimento. Sì, non sarebbero stati felici, nessuno sarebbe stato felice, ma lo avrebbero sicuramente incoraggiato, così che potesse impegnarsi di più durante il secondo tentativo.
    Per fortuna di Koshiro però, nel momento stesso in cui la frase "Bunshin no Jutsu" uscì dalla sua bocca, si sviluppo una piccola nuvoletta di fumo al suo fianco e successivamente i tanto attesi cloni. Solo dopo pochi istanti realizzò ciò che aveva fatto, era riuscito a creare quei cinque cloni, voleva dire che era riuscito a superare anche quella domanda. Era sia soddisfatto, per l'esserci riuscito al primo tentativo, sia felice, perché una parte del suo cuore pensava fermamente che avrebbe fallito. Invece era stato in grado di farlo, aveva creato quelle copie di sé, sfruttando quella tecnica basica quanto importante. Era sicuro che non avesse sfruttato appieno la tecnica, ma l'esperienza per usarla al massimo del suo potenziale sarebbe arrivata con il tempo, doveva solo pazientare.
    Le prime parole dell'insegnante lo lasciarono vagamente insoddisfatto, dato che sì era vero che il suo percorso accademico era finito, ma era sicuro che l'insegnante gli avrebbe potuto insegnare molto di più, alla fine era sicuramente a conoscenza di un enorme varietà di tecniche. Però probabilmente il vero significato era diverso, voleva dire che il resto delle cose le avrebbe imparate da sé, mettendo a frutto le sue conoscenze. D'altronde, la sua prima tappa era l'apprendimento della mossa più importante per il suo clan, ma ci sarebbe voluto molto tempo, alla fine non era una cosa che si poteva apprendere nel giro di pochi giorni, ci sarebbero voluti mesi, forse anni. Fatto sta che non poteva fermarsi lì, anche dopo aver passato quell'esame doveva continuare ad apprendere, in un modo o nell'altro, doveva osservare i Ninja con più esperienza, doveva mettersi in prima linea per ogni tipo di missione. Ogni cosa, a suo modo, lo avrebbe reso migliore. Ovviamente, osservare un Jonin avrebbe portato più informazioni che osservare un'altro Genin, ma sicuramente sarebbe stato meno facile comprendere e tradurre quelle informazioni.
    Infine, le ultime parole che l'insegnante rivolse a Koshiro furono decisamente ben accolte, seppur sul viso del biondo aleggiasse ancora un espressione di confusione. L'uomo gli aveva detto che si meritava quel coprifronte, e che doveva rendere fiero il villaggio e il suo maestro. Cosa che scaldo molto il cuore del ragazzo, era felice di sentire quella frase, voleva dire che forse il suo ideale era stato recepito correttamente, voleva dire che forse il suo insegnante lo aveva accettato come "collega", anche se il suo grado era decisamente inferiore. In ogni caso, Koshiro afferrò al volo il coprifronte, un oggetto tanto insignificante quanto importante, era solo una protezione, una bandana con un pezzo di metallo. Ma quell'incisione, che creava un rilievo sul metallo, rendeva quell'oggetto davvero importante. Quel piccolo simbolo del villaggio di Kiri, dimostrava l'impegno dei ninja di quel paese, e le loro capacità.

    Grazie signore. Lo farò sicuramente.

    Erano queste le ultime parole di Koshiro, probabilmente le ultime all'interno di quell'aula, d'altronde non avrebbe avuto molti motivi per tornare lì. Pochi secondi dopo quel ringraziamento, il Neo-genin si sarebbe sciolto i capelli, così da poter allacciare più facilmente le parti finali della parte di tela. Così da indossare fin da subito il coprifronte, e potersi sentir fiero fin dal primo secondo.
    Però non sarebbe andato via, voleva osservare la fine di quell'esame, voleva vedere se quel ragazzo, Hiro, avesse passato a sua volta l'esame, e voleva capire quanti di quei ragazzi sarebbero stati Genin come lui. Sia per vedere la concorrenza, sia per capire con chi gli sarebbe toccato lavorare nel futuro imminente. Probabilmente la maggior parte degli studenti sarebbe passata, proprio perché la difficoltà era nel superare la tensione, e non era una sfida estrema. D'altro canto però, sembrava che il suo compagno di esame avesse avuto qualche problema a superarla, infatti, nonostante la parte teorica fosse priva di errori, nella parte pratica aveva fatto cilecca. Infatti si era trasformato in una copia malfatta di Koshiro, che quasi non gli assomigliava nemmeno. E infatti, dopo pochi secondi il Jonin della foglia gli disse di riprovare.
    Il biondo poteva capire, la tensione era tanta, probabilmente anche per quel ragazzo, che si era trovato all'improvviso in una classe diversa dal solito, dove non conosceva nessuno. In quel momento la sua concentrazione, magari non era al massimo, e quindi il suo controllo del chakra si era rivelato errato. Fatto sta che in ogni caso avrebbe potuto riprovare, ottenendo sicuramente un risultato migliore. Anche se a dire il vero, al neo-genin non importava molto, in quel momento era tranquillo al suo posto, felice per aver passato il test, e impaziente per il futuro. Quel ragazzo era anche più sconosciuto degli altri, se avesse fallito l'esame non sarebbe stato un problema per lui. E probabilmente, la situazione sarebbe stata uguale se i loro due ruoli fossero stati invertiti.




    Dati Utili
    Nome: Koshiro Hoozuki
    Controllo Chakra: 30/255
    Potenza Magica: 10/255
    Forza Fisica: 15/255
    Ninjutsu: 20/255
    Agilità: 15/255
    Taijutsu: 15/255
    Resistenza: 50/1000
    Stamina: 45/1000
    Genjutsu: --/255


     
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  10. Polytropos
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    La nuvoletta di fumo mi avvolse, ed io, che già pregustavo il mio grado di genin, fui invece accolta dalle più amare delle sorprese: le risate mezze soffocate dei miei colleghi seduti al banco. Voleva dire solo una cosa: che come avevano implicitamente supposto i miei zii, avevo fallito. Allora non sono dei completi idioti! Immediatamente mi morsi la parte interna della guancia, il modo da sciogliere il mancato travestimento. Per passare questo esame avrei dovuto quindi stare lì per un altro po' di tempo, e riprovare la tecnica che non mi era riuscita. Il mio flusso di pensiero però fu interrotto da una sensazione particolare in bocca, come se ci fosse un liquido caldo e dal sapore ferroso in bocca. Prestai più attenzione alla mia guancia, e mi accorsi che dal nervoso non avevo smesso di morderla fino a quel momento, provocando il suo sanguinamento. Subito serrai le già chiuse labbra, ma il danno era fatto. Se avessi parlato con qualcuno, il mio interlocutore avrebbe visto una bella dentatura rossa scura. Questo comportamento non era da me, di solito i fallimenti li prendo con più serenità. Come mai avevo quella rabbia in corpo? Cercai di capire cosa avesse scatenato in me una reazione così esagerata, ma senza risultato. Ci avrei ragionato dopo. Nel mentre, il sensei cercava di stemperare la situazione con delle parole di conforto. Mi limitai a guardarlo con il mio solito sguardo, evitando di far intravedere la noia che contemporaneamente mi stava tentando di sbattere la testa contro il banco più vicino per ravvivare l'atmosfera. In una situazione normale avrei tentato di dire qualcosa per stemperare l'atmosfera, ma preferii evitare, piuttosto, cercai di fare pulizia di tutto quello che mi affollava la testa e di prepararmi per un altro tentativo della tecnica. Nuovamente provai a ri-immaginarmi le sue fattezze, i suoi lineamenti, il suo vestiario. Un bel respiro (dal naso, dato il sangue ancora copioso), la mia testa era vuota, ma la mia reazione diceva al contrario... Mi stavo ingannando? avrei provato a comporre i sigilli di cane, cinghiale, e pecora, cercando di stendere sul mio corpo un velo di chakra, per poi provare a modellarlo per ottenere le sembianze desiderate. Come prima, una nube di fumo coprì il processo, e ripetei il nome della tecnica, ma a denti stretti, per evitare di sputare tutto il sangue "Tecnica della trasformazione!"
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    Resistenza:50
    Stamina:50-5-5(tecnica della trasformazione del turno precedente)=40
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    -tecnica della trasformazione
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    Colui che è e si spera sarà

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    Non era facile riuscire a metabolizzare il fallimento, spesso perché arrivava sempre quando meno lo si pensava, quando si era certi poter riuscire nel proprio obiettivo. Il ragazzo certo non si aspettava si cadere in quella situazione, ma se il sensei non l'aveva bocciato subito era per insegnargli un'altra importante lezione: nella vita tutti, anche i più esperti si dovevano loro malgrado confrontare con l'errore, con il fallimento, il segreto però era non farsi abbattere, non arrendersi e continuare ad andare avanti. Hiro fu in grado di fare proprio quello, non facendosi tirare giù dal suo sbaglio si rimboccò le maniche e dopo qualche secondo di concentrazione riuscì a sparire dentro ad un nuvola di fumo solo per riapparire un istante dopo esattamente al compagno che era da poco diventato Genin:

    "Oh bravo era questo che intendevo con la Tecnica della Trasformazione!"

    Il maestro si alzò di scatto dalla scrivania e si mise ad osservare i dettagli dell'avvenuta metamorfosi e ne rimase piacevolmente colpito, il giovane questa volta non aveva lasciato nulla al caso:

    "Molto bene, molto bene ragazzo, nonostante il tuo sbaglio di prima non ti sei arreso e ci hai dimostrato di sapere il fatto tuo, direi che anche per te ormai il destino è segnato!"

    Tako si allungò nuovamente fino al cassetto e vi prese un altro coprifronte che porse con garbo al ragazzo:

    "Da oggi sei un Genin di Kiri, non dimenticarlo mai!"

    L'uomo fece un ultimo gesto di saluto ad Hiro prima di mettersi nuovamente a cercare la sua prossima preda, gli esaminando del resto erano ancora parecchi!

    Molto meglio, sia la tecnica che lo schema, sei ufficialmente diventato un Genin anche tu! Fammi il post finale, poi ti prendi 32 exp e puoi fare richiesta di tutto ciò che ti compete come nuovo soldatino :rosa:
     
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  12. Polytropos
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    narrato, parlato, parlato altri"

    Nuovamente la nuvoletta di fumo coprì la mia figura. Subito dopo che essa si dissipò, incominciai a guardarmi per capire se avessi fallito o meno.
    Fortunatamente, la risposta del sensei fu positiva.
    "Oh bravo era questo che intendevo con la Tecnica della Trasformazione!
    Molto bene, molto bene ragazzo, nonostante il tuo sbaglio di prima non ti sei arreso e ci hai dimostrato di sapere il fatto tuo, direi che anche per te ormai il destino è segnato!
    " il sensei si alzò, e si avvicinò per controllare tutti i particolari che in questo tentativo avevo fatto attenzione a modellare nella maniera più specifica. Sembrò molto soddisfatto sia del risultato sia della mia resilienza al fallimento precedente. Ritornò dietro alla cattedra, e prese fuori dal cassetto un altro coprifronte, e me lo porse.
    "Da oggi sei un Genin di Kiri, non dimenticarlo mai!"
    Presi il coprifronte e, dopo averlo ringraziato per la pazienza, uscii dalla classe e andai in bagno. Lì, incominciai a guardarmi nello specchio; nel mentre, continuavo a pensare alla mia reazione, esagerata e non da me. Mi guardai allo specchio, e vidi me stesso. Vidi un Chinoike. Per quanto mi sforzavo di essere unico e diverso rispetto agli altri, avevo il loro DNA, i loro lineamenti, e l'apprezzamento che Koshiro aveva per tutta la sua famiglia aveva inavvertitamente innescato in me qualcosa di sopito. Ebbi un secondo impulso di rabbia, e sputai sul mio stesso riflesso. Un misto di sangue e saliva sporcò la mia immagine, dando sfogo alla rabbia forse troppo repressa. Ma adesso non era il momento di irarsi, era il momento di festeggiare. Pulii velocemente lo specchio, mi sciacquai la bocca e mi incamminai verso nuove esperienze.
    Dopo essere tornato dal bagno, uscii dalla scuola e mi diressi a casa, appena arrivato, fui giustamente assalito di domande per quanto riguarda lo svolgimento dell'esame. Raccontai brevemente le vicissitudini, del nostro professore mancante, lo smistamento, la prova in sé, eccetera. Dopo andai a riposarmi sopra la mia fidata amaca, pronto per nuove avventure.
    HIRO CHINOIKE
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    Signor Stompo per lei 60 Exp, vada in pace :hat:
     
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