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La calma regnava sovrana nel rifugio di Tetsu. Era la prima volta dopo mesi di continui disordini, urla, esplosioni. Nel Paese del Ferro la situazione stava precipitando nel caos, una cosa che non poteva che farmi felice in circostanze normali.
Tuttavia, non avevo notizie di Sango da quando un giorno l'ho persa di vista al ritorno dalla battaglia del Golfo dell'Arpione.
Nessuno vuole stare con te.
Fottiti. Non ho bisogno di nessuno, mi sono solo utili, come la carta igienica dopo che vai a cagare. Punto.
Cazzate. Tu non vuoi stare solo, perché se resti solo torni nell'abisso dello schifo che hai in testa.
Lo schifo che ho in testa sei tu. Anzi, togliti dalle palle, ho da fare.
Con chi stavo parlando? Ancora oggi non saprei darvi una risposta concreta. Mi spostai dallo specchio piazzato nell'unico cesso che avevo, che chiamarlo "cesso" era un complimento, e andai dritto a cambiarmi, indossando la mia felpa nera e i pantaloni.
Mi sentivo terribilmente annoiato e alquanto seccato. In quei mesi avevo provato a reclutare gente per la mia causa, ma nessuno era abbastanza forte di stomaco da poter tollerare la mia presenza e così ho finito per impalare una buona parte dei possibili "candidati".
Forse ero troppo severo, o semplicemente mi facevo fottere da quella mia parte da pagliaccio dei poveri che m'induceva a mandare all'aria il "dovere" per far posto al "piacere".
Credo anche di aver violentato qualche donna durante la ricerca di adepti, ma non potevo farci nulla. La colpa era di Sango, la colpa era degli altri, la colpa era della noia.
I tumulti sorti dopo l'invasione avevano scatenato l'ennesima guerra. Questo mi dava alquanto fastidio. Tutto attorno a me era un cliché superato, come la guerra, come i ninja che si ergevano a difensori della giustizia inesistente, come i Figli di Zero che crearono l'ennesimo impero basato sulla menzogna e sul potere, come i Jashinisti che utilizzavano la fede come scusa e giustificazione dei loro spargimenti di sangue, cosa di cui non ho mai avuto bisogno e come la Neo-Akatsuki che era forse l'organizzazione più ipocrita e scontata tra tutte quelle vigenti.
Riflettendo su dove andare, chi torturare e come divertirmi in quella giornata atipica, seguii l'istinto e mi diressi verso sud, verso il luogo in cui ero nato.
Dei controlli di sicurezza non mi preoccupavo. Gli shinobi erano intenti a fare i soldatini al fronte e quelli che pattugliavano dentro i confini non erano alla mia altezza.
Dopo giorni di spostamenti e qualche animale scuoiato per nutrirmi e analizzarne il cadavere (per puro scopo accademico, eh), giunsi nei pressi di Balarm. Città sempre caotica per i suoi mille commerci e avevo pur bisogno di qualche crimine da compiere senza dare necessariamente troppo nell'occhio.
Non riuscii a raggiungere la meta prestabilita, poiché qualcuno mi stava seguendo da un po' ed era pessimo a nascondere le tracce. Cioè, in realtà erano bravi, ma goffi.
Camminavo comunque imperterrito, pensando con quali modi atroci avrei potuto fermare quelle due zecche. Alla fine optai per qualcosa di più movimentato di un semplice assassinio alle spalle con i miei centipedi, perciò frenai il mio percorso.
Se avevate intenzione di sorprendermi, ci siete brillantemente riusciti, non capita spesso di essere pedinati da due coglioni che hanno la delicatezza di un obeso dentro una cristalleria.
Ci fu inizialmente silenzio, ma non avevo sbagliato, erano nascosti dietro una duna a qualche metro da me.
Cosa cazzo è una cristalleria??
Deficiente. E' un negozio in cui vendono... Vabbé lascia stare, alzati.
Mi voltai per vedere le facce dei miei inseguitori e ciò che videro i miei occhi erano due scherzi della natura. Insoliti. Strani. Idioti. I tipi giusti per me.
Come potevo non iniziare a sorridere eccitato per i prossimi eventi?
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