[C] La figlia del bosco

X Ans [Ex D]

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    Salve a tutti,
    Mi chiamo Jimok e sono un famoso pasticcere di Konoha.
    Scrivo questa richiesta a voi ninja per la ricerca della cosa più preziosa che io possegga a questo mondo... mia figlia Yukino.
    Qualche giorno fa l'ho mandata all'interno della foresta di Konoha per ricercare delle bacche con cui cucinare uno dei dolci più buoni della mia terra, ma purtroppo, non è più tornata. Quindi, richiedo l'aiuto di voi ninja nella sua ricerca.
    Cordialmente,
    Jimok.

    Questa missione è aperta a chiunque voglia prenderne parte. Considerate che il livello è indicato per i Neo Genin. Prenotatevi e rispondete. Il tempo limite di risposta è di 3 giorni ciascuno. Andate in pace :soso:


    Edited by Anyone™ - 1/8/2019, 11:41
     
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    OHOOOOI... PIATTOLA! VIENI FUORI!

    ARRIVO SENSEI!

    Lascio cadere sul tavolo il piccolo strumento ad uncino che stavo usando per raschiare via la polvere dalle giunture del mio braccio bionico e mi alzo in piedi di soprassalto, ribaltando la sedia.

    Merda... merda... merda...

    Recito nervosamente mentre lego di fretta la cintura col tomahawk in vita. So quanto Sensei Ren odi aspettare, e non ho nessuna intenzione di farla infuriare.
    Dodici secondi dopo sono fuori dalla mia stanza d'albergo di Konoha, e mi sto chiudendo la porta alle spalle. Ren è seduta sulla staccionata, col suo bastone da combattimento stretto in pugno, che rotea con dei movimenti del polso scavando un solco nel terreno. Mi sta fissando con gli occhi socchiusi.

    Buongiorno Sensei...

    La saluto in leggera soggezione.

    Ehi microbo, ti ho trovato una missione qui a Konoha.

    E mi sventola davanti un foglio mezzo strappato. Cammino verso di lei e lo prendo tra le mani.

    Jimok, famoso pasticciere di Konoha... Figlia del pasticcere... Foresta di Konoha... Bacche... Dispersa da qualche giorno... mmhh... Uh, è di rango C, proprio ciò che mi serviva!

    Affermo sollevando lo sguardo sulla mia Sensei, che pare ignorarmi totalmente mentre si stacca qualcosa tra i denti con l'unghia e lo sputacchia per terra. Torno a leggere la missiva.

    Ma non dovevamo partire per Kiri oggi pomeriggio?

    Le domando riferendomi alla mia perdita di memoria.

    No, tarderemo un po'. Ho altre faccende da sbrigare...

    E quando partiamo?

    Quando tornerai dalla missione.

    Ah...

    [...]


    Un'ora dopo sto camminando per le vie della Foglia, con la missiva arrotolata e stretta nella mano. Ren è dall'altra parte del Villaggio a svolgere i suoi incarichi, e come al solito mi chiedo in cosa consistano, cercando di controllare il fastidio derivante dalla consapevolezza che devo accontentarmi di missioni di basso grado mentre lei è invischiata nella sua roba top secret. Ma il sole di Konoha è talmente piacevole che non ho difficoltà a distrarmi da tali pensieri. Dopo tutto quel tempo passato tre le nebbie di Kiri a sopportare quell'aria stantia ed afosa, un po' di estate sincera vissuta alla Foglia è un toccasana impareggiabile. Anche se non ho alcuna memoria di Ishivar, il mio Paese d'origine, me lo sento nelle ossa che il mio corpo è fatto per un clima decisamente più caldo di quello di Kiri. Ed ancora una volta mi scontro con una stranissima sensazione: sono di Ishivar, lo so, appartengo a quel luogo, me lo sento; eppure posso affermare di non averlo mai visto con i miei occhi, perchè anche se ci ho vissuto per vent'anni, gli unici ricordi che affollano la mia mente iniziano con il mio risveglio a Kiri qualche mese prima. Una sensazione terribile a cui non mi abituerò mai.
    Tali pensieri vengono spazzati via come foglie nel vento non appena giungo difronte alla pasticceria di Jimok, il cui indirizzo era segnato sul retro della missiva. Senza esitare poggio le dita metalliche sulla porta d'ingresso e la spingo, varcando la soglia accompagnato dal rintocco di piccole campane da ingresso.

    C'è nessuno? Sto cercando Jimok, sono qui per la missione di ricerca!

    Domando ad alta voce esplorando il locale.



    Non mi è stata ancora aggiornata la scheda ma vorrei usare la "versione aggiornata" per questa missione. Spero me la aggiornino a breve :soso: Poi i prossimi aggiornamenti saranno tutti post-missione. Va bene Any?
     
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    Finché c’è torta c’è speranza... questo era il motto di uno dei più grandi pasticceri che avesse mai messo piede nelle terre ninja, Jimok.
    Famoso per aver vinto tra le più prestigiose manifestazioni culinarie del suo campo e per la sua aria bonacciona, era un uomo parecchio indaffarato durante il giorno e ancor di più durante la notte, soprattutto dopo l'improvvisa scomparsa della figliola.
    L'inaspettatezza degli eventi travolse l'uomo in un turbine di disperazione e apprensione che non riusciva a scrollarsi di dosso. E, seppur il suo motto indicasse una personalità ferma, in cui persino la speranza poteva venir creata da mani esperte, dal giorno stesso della scomparsa, l'uomo non riuscii più a sfornare una torta, le mani tremavano senza sosta e le misurazioni non risultavano mai esatte.

    Cosa dovrei fare... non sono più in grado di cucinare senza la mia musa...

    I fornelli gridavano ad ogni accensione di fiamma, mentre l'uomo cercava di fare quel che gli riusciva meglio... cucinare.
    Era oramai passata una settimana da quando aveva affisso il volantino in bacheca, e nessuno si era presentato neanche per chiedere qualche informazione.
    In cuor suo sperava ancora, ma sapeva che i ninja interessati a missioni di questo tipo non erano molti... nessun pericolo e nessuna gloria nel riportare a casa un disperso.
    Ma fu proprio al terminare di tutto questo turbinio di pensieri, che una voce gli riconferì un minimo di speranza.

    C'è nessuno? Sto cercando Jimok, sono qui per la missione di ricerca!

    Per la fretta di portarsi all'entrata della bottega scaraventò via le pentole dai fornelli, creando un discreto fracasso che venne udito anche dal ragazzo in attesa.
    Dopo qualche secondo, l'uomo si presentò all'entrata in tutta la sua grossezza.
    La prima cosa che sicuramente saltava all'occhio era la grossa pancia, seguita successivamente dai folti capelli ricci, quasi sferici dal colorito grigiastro e dai folti baffoni che non facevano altro che far risaltare le guancione rosse dell'uomo.

    T..t.tu, hai detto che sei qui per la missione di ricerca vero??

    Jimok si avvicinò lentamente mentre pronunciava quelle parole, e una volta arrivato ad una distanza ravvicinata, cadde in ginocchio con gli occhi pieni di lacrime.

    Ti prego... ti scongiuro... ritrova mia figlia... hic... sei l'unico che può farlo!!

    L'uomo non perse neanche un attimo a guardare in viso il ragazzo, non gli importava, voleva solo sua figlia.
    Senza neanche alzarsi, in evidente stato di panico, cominciò a descrivere il più dettagliatamente possibile dove si sarebbe potuta dirigere la figlia.

    Non appena uscirai dalle porte del villaggio... hic, dirigiti verso nord est e percorri circa due, tre chilometri nella foresta, arriverai ad una specie di radura ricolma di cespugli... le bacche... le bacche solo li crescono. Ti prego... hic, sbrigati! Solo, fai attenzione... hic... recentemente pare che un animale pericoloso si aggiri da quelle parti!

    L'uomo andò in iperventilazione e svenne subito dopo.

    Per me va benissimo Ans, anzi, te la aggiorno ora e poi i successivi li farai post missione :soso:
    Decidi tu come muoverti, puoi andare dritto al luogo descritto da Jimok o puoi aspettare che si risvegli per avere più informazioni. Fai tu, in entrambi i casi cambierà qualcosa Spero che ti diverta la missione :asd:

    Edit: Conviene che prima che faccia il lavoro ti accetti tutto qualche master, così da poter aggiungere tutto. Nel frattempo, seguirò la scheda come se fosse stata aggiornata. Giusto per non fare casino :asd:
     
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    C'è nessuno? Sto cercando Jimok, sono qui per la missione di ricerca!

    Domando ad alta voce. Faccio appena in tempo a pronunciare l'ultima sillaba che un frastuono di metallo schiantato mi fa trasalire. Da una porta anonima dietro al bancone della pasticceria compare un individuo il cui aspetto ha lo strano potere di rilassare immediatamente i miei nervi a fior di pelle. Con le sue fattezze che paiono disegnate apposta per propagare quiete e serenità nell'animo altrui, mi sembra di avere difronte la pura impersonificazione stereotipata del perfetto... pasticcere. Infatti se pensi a qualcuno fatto esattamente per creare con le proprie mani pietanze delicate, dolci e squisite dall'aspetto artistico ed invitante, come fai a non figurartelo esattamente come lui? Non fosse che i tratti gentili ed appariscenti del suo viso in quel momento sono totalmente alterati da un espressione di pura apprensione. L'uomo, che dev'essere Jimok, è tanto angosciato da balbettare e gettarmisi ai piedi in lacrime.

    T..t.tu, hai detto che sei qui per la missione di ricerca vero?? Ti prego... ti scongiuro... ritrova mia figlia... hic... sei l'unico che può farlo!!

    Una scena pietosa che mi fa ritorcere le viscere nel ventre. Nel vedere quell'adulto demolito fino al midollo quasi dimentico di essere uno Shinobi il cui scopo in quel luogo è di svolgere una missione, e provo invece l'unico estremo impulso di fare tutto ciò in mio potere per aiutarlo. Mi inginocchio anch'io e lo afferro per le braccia cercando di sollevarlo.

    Non faccia così... mi ascolti signore, non... vedrà che andrà tutto bene... sono qui per aiut...

    Ma niente da fare, non c'è modo di smuovere Jimok dal suo oblio di pura afflizione. Mi dico che una reazione del genere me la sarei dovuta aspettare già dal contenuto della missiva. Come potevo pensare di avere un dialogo chiaro e coscienzioso sui fatti che riguardavano la scomparsa della figlia? Non posso fare a meno di chiedermi come il pasticcere abbia fatto a sopravvivere in queste condizioni per così tanti giorni, ed a questo pensiero la mia preoccupazione si fa ancora più grande.
    Cerco di contenere le mie emozioni ed assumo un tono autorevole piuttosto sostentato, sperando che basti a calmare l'uomo:

    JIMOK! Ascoltami. Devi spieg...

    No, impossibile. L'uomo non ascolta una parola di quello che dico. Mi afferra semplicemente una spalla ed inizia a parlare con fare disperato:

    Non appena uscirai dalle porte del villaggio... hic, dirigiti verso nord est e percorri circa due, tre chilometri nella foresta, arriverai ad una specie di radura ricolma di cespugli... le bacche... le bacche solo li crescono. Ti prego... hic, sbrigati! Solo, fai attenzione... hic... recentemente pare che un animale pericoloso si aggiri da quelle parti!

    Ed anche se sviene improvvisamente con l'ultima parola ancora sulle labbra, tiro un profondo respiro di sollievo, perchè non potevo sperare di meglio: le informazioni che Jimok riesce a darmi sono più che sufficienti per avviare una missione di ricerca in piena regola. Non avrei mai potuto auspicare che un uomo in tali condizioni potesse dirmi tanto. Improvvisamente sono così esaltato che quasi ignoro l'avvertimento riguardo l'"animale pericoloso".
    Poggio la mano, quella di carne ed ossa, sulla spalla del pasticcere ed anche se probabilmente non mi può sentire, con il tono più condiscendente possibile dico:

    Farò di tutto per riportare Yukino a casa sana e salva, credimi!


    [...]


    Non ho difficoltà a seguire le chiare indicazioni del pasticciere, ed anche se impiego solo una manciata di minuti a percorrere quei pochi chilometri balzando da un ramo all'altro, a me paiono scorrere in un attimo, perchè sono totalmente sedotto dalla bellezza di quella foresta. Gli alberi secolari sono imponenti, e sfrecciare tra i tronchi imponenti sotto quel tetto di fitte chiome mi dona la comprensione della definizione più genuina di vitalità. In quella foresta la vita mi pare di poterla toccare con mano, ed è così maestosa ed impressionante che mi ci sento quasi sopraffatto.
    Poco più tardi individuo la radura in questione, decine di metri sotto di me. Devio leggermente la mia rotta e balzo giù da un ramo atterrando sullo spiazzo erboso dove numerosi cespugli crescono sotto la luce diretta del sole. Devo rintracciare la ragazza scomparsa da giorni, e non ho alcun dubbio su quale sia la prima mossa da fare: cercare tracce! Comincio a sondare la natura attorno a me con l'ausilio dell'Obsydian, voglio scovare impronte, rami spezzati, fili d'erba calpestati, magari qualche bacca abbandonata dalla ragazza o uno strumento perso in un eventuale fuga, senza escludere tracce lasciate di proposito, ad esempio incise sui tronchi al limitare della radura. Qualsiasi cosa può costituire un indizio prezioso, e la visione a trecentocinquantanove gradi con raggio di mille metri e penetrazione di cento centimetri mi è sicuramente d'aiuto.



    Chakra (+protesi): 250-10 = 240/250
    Ho attivato il byakugan (Obsydian) per cercare tracce. Sono restato sul vago per non essere autoconclusivo.
    Trovi la mia scheda sempre linkata sotto al mio avatar.



    CITAZIONE
    Edit: Conviene che prima che faccia il lavoro ti accetti tutto qualche master, così da poter aggiungere tutto. Nel frattempo, seguirò la scheda come se fosse stata aggiornata. Giusto per non fare casino :asd:

    La scheda è stata aggiornata, quindi non ci sono più problems!


    Edited by a n s - 15/8/2019, 17:21
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Il byakugan dell' Ishivariano si attivò colarando il paesaggio con diverse sfumature di grigio, un aspetto quanto mai innaturale a cui però il giovane si era da tempo abituato. Il suo sguardo vigile in quello stato era in grado di osservare la più piccola foglia cominciare a staccarsi, cadere dal suo ramo e dolcemente posarsi a terra, nulla sfuggiva a quegli occhi se si sapeva cosa cercare. Non gli serví molto per trovare qualcosa che in quella foresta fosse fuori posto, o meglio strano: dietro un albero a circa dieci metri da dove si trovava il ragazzo infatti vi era un grande cespuglio verde e lussureggiante, se ne vedevano tanti di quel tipo nonostante il clima rigido, in quel periodo dell'anno e solo per un paio di mesi crescano delle bacche sferiche di un blu scuro intenso e dal sapore agrodolce, venivano chiamate le gemme d'inverno, non molto difficili da trovare se si sapeva dove cercare, ma altra storia era usarle in cucina, una di troppo era in grado di cambiare completamente il sapore della pietanza. Cosa c'era di strano in quel cespuglio che in quel periodo dell'anno generava rigogliosi frutti come di consueto? Coperto dai rami era celato un piccolo cestino di vimini che aveva riversato il suo contenuto in terra, coprendo il manto erboso con tanto piccole gemme sferiche, esattamente l'indizio che il giovane stava cercando. Avvicinandosi l'Ishivariano avrebbe potuto identificare oltre all'oggetto sopracitato anche una serie di passi che si avvicinavano a quel cespuglio, probabilmente della figlia scomparsa, ma i dettagli che attirarono di più la sua attenzione furono la scomparsa improvvisa delle impronte e le numerose bacche schiacciate che si trovano vicino al cesto. Tante potevano essere le chiavi interpretative, certo era che in quel punto fosse scomparsa la ragazza, ma dove fosse poi andata era un mistero, se si fosse allontanata di sua spontanea volontà avrebbe senz'altro lasciato delle tracce e se fosse stata portata via da qualcuno se ne sarebbero dovute trovare le tracce, ma a terra ce n'era solo un tipo. Quel posto sembrava un vicolo cieco, ma era davvero così?
     
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    Esattamente come avevo sperato, l'Obsydian mi permette di trovare tracce che occhi normali avrebbero impiegato probabilmente ore per scovare.

    Si!

    Esclamo con eccitazione.
    Il mio è un potere fatto per cacciare con precisione. Sono i particolari, il suo punto forte. Particolari che altri ignorano totalmente, che non possono vedere e quindi non possono sfruttare. Anche se è il campo di combattimento quello in cui l'Obsydian da il meglio di se dimostrandosi l'arma più versatile in mio possesso, anche quando si tratta di cercare ed inseguire dimostro un vantaggio non indifferente su chiunque altro.
    In questo caso ciò che riesco ad individuare in quella radura apparentemente uniforme,è un particolare che nella dimensione cinerea dei miei occhi appare come un evidente oggetto fuori posto: un cestino di vimini. E' riverso a terra dietro ad un albero e sotto un cespuglio nascosto da altri numerosi cespugli, ad una decina di metri dalla mia posizione.

    Se ora disattivassi l'Obsydian e guardassi in quella direzione, non vedrei nulla di particolare. Probabilmente non riuscirei a vedere quel cestino nemmeno se ci passassi a 2 metri di distanza.

    Mormoro mentre mi incammino verso quella pista. Il pensiero non è casuale, è un piccolo ragionamento che formulo con cognizione di causa. Lo faccio per imprimermi nella mente questa situazione. Infatti non sono ancora abituato ad usare il mio potere, l'ho sviluppato da poco tempo e non ho avuto modo di sfruttarlo in molte occasioni. Quindi imparare da ogni situazione in cui si rivela efficace è importante. Solo così riuscirò ad utilizzarlo nel modo più efficiente possibile in futuro.
    Arrivato in prossimità del cestino di vimini senza disattivare l'Obsydian, tutta un'altra serie di tracce mi appare evidente come uno schizzo di sangue su un muro bianco. I miei occhi iniziano a scattare da un indizio all'altro e ciò che noto, in ordine, è: le bacche che si trovano su quel cespuglio sono diverse da tutti gli altri frutti della radura, quindi si deve trattare esattamente delle bacche di cui mi aveva parlato il pasticcere; il cestino di vimini doveva essere pieno di bacche quando era stato ribaltato, perchè i piccoli frutti blu-elettrici sono sparsi in ogni direzione nel raggio di due metri sotto il mio naso; nell'erba erano sono visibili le tracce dei passi che probabilmente aveva compiuto la ragazza per arrivare al cespuglio.
    Questi sono tutti gli indizi in mio possesso...

    Hm.

    Grugnisco con disappunto. Anche se le tracce sono evidenti, non portano a niente! Ma no, non mi devo arrendere così facilmente, e comincio a parlottare tra me e me mentre mi chino sulle ginocchia e spremo le meningi per dedurre qualcosa di utile:

    Ci sono dei passi che arrivano al cespuglio, ma nessun passo che se ne va. Questo cosa mi suggerisce...?

    Inizio a massaggiarmi il mento con la mano sinistra mentre con la destra sfioro i fili d'erba piegati.

    Sicuramente che la ragazza non si è mai diretta verso casa... Dev'essere stata sollevata da terra come per essere portata via in spalla... ma da qualcuno capace di non lasciare alcuna traccia... hmm...

    Continuo a scrutare tra gli indizi:

    Bacche sparse dappertutto e schiacciate a terra... cestino abbandonato... può significare solo una cosa.

    Concludo annuendo:

    Ovvero che la ragazza ed il suo presunto rapitore non si conoscono. Infatti lei dev'essere stata colta di sorpresa, e nello spavento a lasciato cadere il cestino per scappare. Ma il rapitore gliel'ha impedito... c'è stata una breve colluttazione durante la quale varie bacche sono state calpestate. Poi la ragazza è stata sollevata e portata via, altrimenti vedrei le traccie della sua fuga attraverso i cespugli. Quindi...

    Mi rialzo in piedi ed inizio a ragionare su come potrei muovermi per sfruttare al meglio i miei indizi.

    Quindi le possibilità sono tre: la prima è che la ragazza è stata sollevata sulle e portata via da qualcuno abbastanza bravo da non lasciare tracce nella vegetazione... ma in questo caso c'è la possibilità di trovare nei dintorni delle bacche schiacciate che sono rimaste attaccate sotto alle scarpe del rapitore o della ragazza, e si sono poi staccate cadendo a terra. Se le trovo, capirò la direzione in cui si sono diretti. La seconda possibilità, è che qualcosa l'ha sollevata da qui attaccando direttamente dalle fronde degli alberi attorno alla radura, che però sono parecchio lontane... in questo caso non troverò tracce qui a terra nella radura, ma dovrò cercarle tra i rami degli alberi! La terza possibilità, ovvero la peggiore, è che...

    E nel formularla alzo lo sguardo al cielo con espressione dubbiosa.

    ...è che qualsiasi cosa l'abbia rapita, è capace di volare. L'ha attaccata dall'alto, l'ha sollevata, ed è volato via! Ma in questo caso le mie speranze di trovare una pista si riducono quasi a zero.

    E' con queste ipotesi nella testa che comincio ad aggirarmi nei dintorni. Cerco continuamente a terra bacche schiacciate nei dintorni, balzo sugli alberi più volte cercando tracce sui rami, cerco i punti più alti della foresta per poter scrutare lontano... La ricerca è ardua, ma non mi arrendo.



    Detective Conan :re:
     
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    Gendo si mise a ragionare sugli indizi che aveva trovato, arrivando ad ideare tre possibili scenari, giusto o sbagliati che fossero a quello ciò che aveva visto portava. Per prima cosa si mise a controllare i dintorni in cerca di altre bacche schiacciate, con l'Obsydian si mise a scrutare minuziosamente il manto erboso in cerca di quelle piccole sferette ma si rese rapidamente conto di come non ve ne fosse tracce, le uniche bacche che trovava erano o attaccate al ramo o a terra vicino al loro cespuglio, probabilmente cadute naturalmente. Diversa fu però lo storia quando il giovane si mise a controllare sulla cima dei rami, sopra all'albero in corrispondenza del cespuglio infatti l'Ishivariano trovò delle tracce, una coppia d'impronte più grandi rispetto a quelle trovate a terra, che appartenessero al presunto rapitore? Era troppo presto per dirlo ma sembravano senza dubbio più di una semplice coincidenza. Il ragazzo era già pronto per andare ad esplorare i rami vicini, quando spostando lo sguardo verso poco sopra il punto in cui esso usciva dal tronco notò una ragnatela dal colore inusuale, invece che essere trasparente questa era molto più spessa, di colore giallognolo e molto più resistente, passandoci una mano sopra infatti il giovane avrebbe potuto accomunarla ad un coriaceo filo d'acciaio. Gendo non era un esperto di animali, non avrebbe saputo dire se fosse esistito una specie d'aracnide in grado di tessere una tela del genere o meno, ma era comune una delle tante informazioni che avrebbe tenuto a mente. Portandosi sui rami di altri alberi, il ragazzo riuscì a trovare diverse impronte simili tra loro, tutte poste sempre in punti della medesima altezza, solo che a differenza delle prime erano quattro, due rivolte in direzione del primo albero e due nella direzione opposta, che fosse la pista che il giovane stava cercando? Con l'assenza di altri indizi che suggerivano altre strade, a Gendo sarebbero rimaste solo due opzioni, un rapitore volante, una bambina volante, oppure che quelle impronte appartenessero a chi aveva rapito la giovane poco prima di fuggire sugli alberi da un'altezza non indifferente. Seguendo l'unica pista verificabile di ramo in ramo , l'Ishivariano sarebbe arrivato al limitare della foresta, più precisamente in un punto dove questa si apriva lasciando spazio ad un terreno brullo che faceva da anticamera ad una parete rocciosa e frastagliata alta 6 metri, malgrado il suo potere oculare il giovane non fu in grado tuttavia di stabilirne la profondità, come minimo doveva superare il metro. L'Obysdian gli faceva vedere chiaramente come i passi, spostatisi al livello del terreno, si dirigessero in direzione di quel muro per poi sparire nel nulla, come procedere?

    Scalati 30 di stamina per le ricerche del turno precedente con l'Obsydian attivo, per il resto fiocco con microfono integrato a te :rosa:
     
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    Infine la seconda ipotesi, ovvero quella di un rapitore capace di muoversi tra le fronde degli alberi ed attaccare direttamente da lì, finisce per rivelarsi maledettamente azzeccata. Quando esploro l'albero in prossimità del cespuglio di bacche, trovo esattamente ciò che cercavo: impronte! Devono per forza essere collegate al rapimento.

    Finalmente una pista solida!

    Mormoro con soddisfazione. Chinandomi sul grosso ramo all'attaccatura con il tronco, passo i polpastrelli della mano sinistra su quella coppia di lievi incisioni lasciate nella corteccia, rendendomi conto che quelle impronte sono più grandi delle tracce analizzate sul manto erboso. E' la conferma che cercavo, deve proprio trattarsi del rapitore.
    Ma c'è un altro indizio che attira immediatamente la mi attenzione non appena giungo lì, ovvero una ragnatela come non ne ho mai viste, poco sopra la mia posizione. La osservo e cautamente allungo una mano: non ha niente a che fare con le tipiche ragnatela intessute in fili microscopici e visibili sono tramite i riflessi della luce. Le ramificazioni di questa grossa ragnatela sono spesse e resistenti, tanto che al tatto danno l'impressione di toccare una recinzione di metallo.

    Non può essere una coincidenza che questa ragnatela si trovi esattamente sopra il luogo del rapimento!

    Ipotizzo immediatamente che l'oggetto in questione debba essere opera del rapitore, e l'idea mi preoccupa. Non so chi o cosa sia capace di produrre un simile artefatto, ma se ci finisco dentro, uscirne potrebbe essere un incubo. Mi alzo in piedi e comincio a scrutare attorno a me con l'ausilio dell'Obsydian, ed intanto continuo a parlottare tra me e me:

    Dev'essere opera di un particolare Jutsu, oppure di un ragno fottutamente grosso e cattivo. E sinceramente non so quale delle due alternative preferire dover affrontare...

    Puntando lo sguardo sui rami di altri alberi riesco poi ad individuare altre impronte, e mi ci fiondo immediatamente. Si allineano lungo una direzione, riesco con il mio potere a capire distintamente nella foresta la pista da seguire perchè forma una linea precisa. Significa che dopo il rapimento, l'aggressore si è diretto verso un luogo in particolare e questo mi da speranza:

    Se avesse voluto, chessò, nutrirsene, avrebbe potuto farlo qui sul posto o nei dintorni. Invece l'ha portata da qualche parte, e potrebbe avere quindi altri scopi. Seppur di poco, questo aumenta le possibilità che la povera ragazza sia ancora viva.

    Ragiono con un brivido lungo la schiena. Non vorrei essere nei panni della figlia del pasticcere. Chinandomi sulle impronte noto che sono leggermente diverse dalle precedenti. Sono due coppie di impronte, un paio in una direzione e l'altro paio nella direzione opposta. Massaggiandomi il mento ipotizzo che questo strano tipo di tracce potrebbe essere giustificato dal fatto che il rapitore, per trasportare il suo ostaggio -o preda, dipende dal tipo di rapitore- deve esserselo legato sulla schiena. Da qui le impronte in direzione opposta. Prendo la mia deduzione come conferma dei miei ragionamenti e ne traggo un'altra conclusione, ovvero che posso escludere la possibilità che l'artefice di tutto ciò sia una sottospecie di ragno gigante. D'altronde, quale ragno si legherebbe la preda sulla schiena? Sorrido immaginandomi la cosa, ma mi costringo immediatamente a smettere, non è il momento di divertirsi.
    Risollevandomi punto in direzione della mia pista, iniziando a balzare di ramo in ramo per vedere dove mi porterà. Sfreccio il più rapidamente possibile tra la vegetazione di Konoha senza perdere le tracce, con i miei bulbi oculari neri e lucidi come l'inchiostro e circondati di vene rosso sangue che scattano continuamente in ogni direzione per analizzare ogni più piccolo particolare della zona.
    Giungo infine in un punto dove i possenti alberi si interrompono bruscamente, per lasciare il passo ad un territorio arido e roccioso. Mi fermo sull'ultimo albero del bosco e sfruttando la posizione sopraelevata scruto il terreno in basso in cerca del punto dove la mia preda è balzata giù. In breve lo trovo e, dopo un tuffo di una decina di metri, mi addentro su quella piana spoglia dove seguire le impronte diventa persino più facile.
    Poco dopo mi rendo conto di aver cantato vittoria troppo presto: le impronte si interrompono bruscamente ai piedi di una piccola parete troppo spessa per essere penetrata dal mio sguardo.

    Merda...

    ... è la perfetta descrizione del mio stato d'animo. Ma mi costringo a vedere il lato positivo: se le impronte si interrompono lì può significare che il rapitore si è infilato in una specie di covo dal passaggio nascosto, e che quindi a questo punto non mi può sfuggire. Ma come entrare lì dentro? Inizio ad esplorare la superficie irregolare della parete, sia con l'Obsydian che con il tatto delle mie dita, tastando e spingendo in vari punti. Cerco qualcosa di poco saldo che magari, se mosso, possa azionare un meccanismo, o qualsiasi particolare di quella parete dall'aspetto artificiale, stando sempre attento a non farmi cogliere alla sprovvista. Tento addirittura di far passare la punta di un Kunai in varie fessure della roccia. A questo punto della ricerca non potevo fare altro. L'alternativa era di provare a gridare per attirare l'attenzione di chiunque vi si nasconda dentro, ma così facendo avrei gettato all'aria il vantaggio di un effetto a sorpresa. Piuttosto di fare ciò, avrei prima provato a nascondermi in zona per qualche ora per vedere se qualcuno usciva.



    Chakra (+protesi): 240-10-10= 220/250

    Cavolo se avessi avuto le conoscenze delle tecniche e del chakra di un livello maggiore avrei potuto riconoscere la ragnatela :ukid:
     
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    Malgrado la perdita delle tracce, il giovane non demorse, con la vita della ragazza ancora in bilico cominciò ad ispezionare minuziosamente quella parete rocciosa in cerca di qualche entrata segreta, ma a prima vista non ve ne erano, nessuna superficie di colore o forma diversa, niente di sospetto; quando toccò al controllo tattile, anche qui Gedo non ebbe molta fortuna, le sue mani infatti non trovarono nessun pannello a pressione né leva nascosta, quel posto sembrava a tutti gli effetti una semplice parete, un buco nell'acqua. Ormai sul punto di rinunciare e di cambiare approccio, l'Ishivariano decise di fare un ultimo tentativo: tirando fuori un kunai dal borsello infatti il giovane si mise ad esplorare in modo ancora più puntiglioso, cercando qualche foro che naturalmente non si sarebbe dovuto essere. Dapprima sembrava che la storia dovesse andare nello stesso modo, ma poi la punta dell'arma si infilò in un minuscolo foro producendo uno scatto metallico seguendo da una cascata di rumori suoi simili che preannunciarono l'apertura di quella parete che cominciò a sollevarsi e a sparire dentro al soffitto rivelando una buia caverna dalla profondità sconosciuta, che fosse il covo del rapitore? La risposa risultò palese quando, osservando il pavimento, il giovane vi ritrovò numerose tracce in entrambe le direzioni che somigliavano per forma e dimensione a quelle trovate sopra i rami, sembrava proprio fosse sulla strada giusta. A giudicare dalla complessità dell'entrata in ogni caso era evidente che quello non fosse un rifugio occasionale, chissà quanto gli ci era voluto per preparare un marchingegno del genere. Addentrandosi nell'antro la prima cosa che saltò agli occhi del giovane furono le sue dimensioni, il soffitto infatti cominciava lentamente ad alzarsi superando abbondantemente i cinque metri d'altezza, mentre le pareti laterali si limitavano ai quattro; altra cosa sorprendente era la quasi totale assenza di luce, fatta eccezione infatti per quella che filtrava dall'entrata non sembrava esservene traccia più avanti, né data da torce, né da altri apparecchi in grado di garantire l'illuminazione. Proseguendo verso l'interno, Gedo avrebbe cominciato a notare, grazie all'Obsydian, la comparsa sempre più massiva di ragnatele, stavolta semplici e leggere costruite da sapienti architetti che aumentavano in modo esponenziale mano a mano che il ragazzo continuava a mettere un piede dietro l'altro, tanto che dopo qualche minuto che camminava risultò impossibile proseguire, malgrado la grandezza del passeggio, senza calpestarle od urtale con il resto del corpo. Dopo un periodo di tempo imprecisato in lontananza cominciò a comparire una piccola luce, dettaglio che preannuncio l'apertura del corridoio di roccia in una grande stanza dal tetto a cupola il cui soffitto era alto più di una decina di metri e ricoperto da un nugolo di ragnatele tale da far intravedere a malapena la roccia sottostante, anche per via della poca illuminazione offerta solo da un lumino posto vicino alla parete opposta. Il tutto abbellito dai lamenti e dai rumori di pianto femminili:

    "Su non piangere bella bimba, sono pochi giorni e ti sei già stancata di giocare con me?"

    La stanza sembrava a tutti gli effetti uno rifugio spartano, vi era un letto sfatto e dai cuscini gialli, un tavolo con due sedie in legno visibilmente mangiate dai tarli, una scrivania pendente da un lato con sopra fascicoli, libri, alcuni più impolverati di altri, fu però quando il giovane spostò lo sguardo in direzione della voce vecchia, stanca, quasi stridente che un brivido lo colse, scendendo lungo tutta la sua schiena: un uomo anziano di spalle vestito con degli stracci fissava una bambina dai biondissimi capelli lunghi e da due occhi color lillà, quello che però stonava era un profondo taglio sanguinante che da poco sotto l'orbita sinistra si chiudeva ad arco raggiungendo la bocca quasi come fosse un prolungamento della stessa. La pargola, che non avrà avuto più di otto anni, era avvolta in una specie di bozzolo di ragnatela di colore giallastro che la teneva bloccata alla parete, aveva il volto rigato dal pianto, dal dolore e cercava ad intervalli regolari di liberarsi, inutilmente:

    "Se non rimani ferma non potrò terminare la mia opera d'arte, cosa che mi porterebbe ad annoiarmi e tu non vuoi questo vero?"

    La piccola, fissò per qualche secondo il volto dell'uomo e decise dopo qualche secondo di calmarsi, scatenando nello stesso un'inquietante e macabra risata:

    "Ahahahah brava, così mi piaci, sai sei molto più mansueta delle altre, impari molto più in fretta, chissà che non decida di tenerti per me a differenza loro eheheh...ora devo solo trovare il...dove diavolo è finito?!"

    Il vecchio a quel punto cominciò a guardarsi intorno, spostandosi distrattamente nelle sue immediate vicinanze, cosa che permise al giovane, apparentemente ancora nascosto agli occhi del proprietario, di intravedere il volto dell'uomo come anche un piccolo banchetto posto ai piedi del bozzolo dove figuravano coltelli e seghe più o meno affilati, tutti sporchi di sangue, chi rappreso, chi fresco, un laboratorio degli orrori.

    Ti devi scalare 30 punti stamina che non ti sei scalato due turni fa, il resto è nelle tue mani.
     
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    [x] Ho sempre pensato che mi si sarebbe gelato il sangue nelle vene, se mai avessi assistito ad una scena come quella che mi si sta parando difronte in questo momento. Mi era capitato, come d'altronde capita a tutti, di fantasticare su situazioni estreme come questa e di immaginarmi come avrei reagito. Pensavo che sarei stato travolto dall'orrore. Non terrore, no, perchè ero un ragazzo coraggioso, forse troppo. Ma piuttosto orrore, pura repulsione, come una sensazione di rigurgito interiore. Pensavo che avrei provato raccapriccio e che mi sarei chiesto con disperazione come può un individuo fare ciò che sta facendo quel vecchio ad un altro individuo, soprattutto perchè quest'ultimo è soltanto una bambina innocente. Credevo che l'avrei giudicato uno squilibrato, una creatura sbagliata, qualcosa da eliminare per migliorare il mondo. Credevo che sarei stato male per ciò che lei aveva dovuto subire e che con tristezza avrei pensato a quanto fosse ingiusta una cosa del genere.
    Ed invece no, nulla di tutto questo avviene. Ora che tutto sta accadendo davanti ai miei occhi, non riesco ad assistere alla situazione come fosse qualcosa di terrificante e totalmente anormale. Cioè che invece provo, o meglio, ciò che provo all'inizio, ovvero la prima impressione, mi spiazza... perchè la sensazione che ho è come di quando ti viene confermato ciò che sospettavi; come quando puoi dire a qualcuno "te l'avevo detto". Una sensazione quasi di... sollievo. Perchè sollievo? Perchè è ovvio che cose come quella accadano di continuo dappertutto. E' ovvio perchè la mente umana è qualcosa di troppo fragile, come una struttura poggiata su fondamenta pericolanti: basta una piccola scossa, e tutto crolla! Perchè l'uomo giusto, quello dalla mentalità sana, è colui che si comporta bene e ci fa sentire a nostro agio; il vicino che fa la differenziata, il lavoratore che rispetta i suoi colleghi, la forza dell'ordine che applica le leggi... E' una società, la nostra, in cui sei sano solo se ti adatti alle sue regole. E ripeto: adatti! Bisogna adattarsi! Nessuno nasce già improntato sulle sovrastrutture che ci circondano. Crescendo ti vengono insegnate. Ma chi ha detto che tutti sono capaci di adattarvisi? Chi ha detto che almeno la metà è capace di adattarvisi? Chi ha detto che c'è veramente qualcuno capace di adattarvisi? Magari fingiamo tutti. Magari ognuno di noi ha messo su la propria maschera per compiacere gli altri, seppellendo così nel profondo il suo vero "io" da dimenticarlo, come si dimentica un cadavere nella sua tomba. Ognuno finge per compiacere il prossimo, e quindi tutti fingono per compiacere tutti, che fingono per compiacere tutti che fingono per... un circolo vizioso su cui la nostra società e cresciuta e si è definita. Ma le fondamenta sono così fragili...
    Ed è per questo che provo sollievo: perchè quello che sta accadendo davanti ai miei occhi è finalmente il risultato di quelle fondamenta fatte di menzogne che crollano, liberando l'io di un singolo individuo. E se tutte le fondamenta della società intera crollassero, ogni io verrebbe liberato, e si scoprirebbe che una società non potrebbe esistere perchè siamo tutti troppo diversi. E non parlo delle piccolezze insignificanti che ci distinguono dal nostro vicino. Parlo di differenze profonde, di vera personalità. Ci sarebbe chi è nato per fare del male agli altri, ci sarebbe chi è nato per aiutare gli altri, chi per fare del male a se stesso, chi per distruggere ogni cosa, chi per creare in continuazione... Ognuno sarebbe sé stesso, per sé stesso!
    Finalmente la verità mi si realizza difronte, e provo sollievo. E' ovvio che persone come quel vecchio esistano. Sono semplicemente il prodotto di una società debole e malsana. Ma presto il sollievo viene sostituito da rabbia, una furia ribollente che anziché gelarmi il sangue come avrei pensato, me lo scalda fino ad infiammarlo. Comincio a provare una collera irrefrenabile, un odio esistenziale verso quella persona. Perchè la sua vittima è solo una bambina, una creatura che non è ancora stata deviata dalle regole della società, un essere puro. Una bambina splendida, che merita di esistere in tutta la sua bellezza. E non puoi macchiarla solo per seguire i tuoi istinti. Anche se facendolo non sei altro che sincero ed onesto con te stesso, non puoi. E meriti di morire per questo. O forse la rabbia deriva dalla contraddizione dei miei pensieri...
    E' con quell'ira incontenibile che decido che quel vecchio morirà oggi, qui, in questa grotta schifosa. Non ci sono dubbi, gli spaccherò quella cazzo di testa contro la roccia ed affonderò le nocche dei miei pugni nei brandelli del suo schifoso cervello. Non mi introdurrò, non lo accuserò dei rapimenti, agirò e basta!
    Faccio correre lo sguardo oramai libero dall'Obsydian prima sulla piccola e sui suoi occhi in fiamme per la sofferenza, poi sul letto marcio e sugli altri averi putridi del vecchio maniaco, poi sugli utensili incrostati di sangue che luccicano minacciosi alla luce tremolante dei lumi, ed infine sul volto orrendo del carnefice. Non so di preciso da dove derivino tutte quelle ragnatele, comprese quelle che imprigionano la bimba, ma ipotizzo senza esitazione che debbano essere opera dell'uomo, e mi convinco che non finirò ad essere una delle sue prede.
    Quindi porto la mano bionica all'impugnatura del Tomahawk, chiudendo un dito dopo l'altro attorno all'arma ed infine sollevandola sopra la testa. Poi, con uno scatto potente e repentino, mando l'arma a roteare in direzione del vecchio pazzoide con l'intenzione di ferirlo il più gravemente possibile. Nel mentre tutto il mio corpo si è già attivato per scattare repentinamente dritto verso di lui, pugnale d'osso stretto in pugno e gridando per la rabbia:

    TU DA QUI NON USCIRAI VIVO VECCHIO BASTARDO!

    E sollevando la mano calo il pugnale nel tentativo di piantarglielo nel collo tra la testa e la spalla destra, lasciandolo lì dov'è. Quindi, senza esitare, sfrutto le mani libere per eseguire il micidiale Taijutsu Elbow: una violenta gomitata diretta al volto che, se l'avesse colpito, l'avrebbe stordito come farebbe anche con i guerrieri più robusti. Infine, per sfruttare l'eventuale stordimento, ruoto su me stesso e tento di allontanarlo dirigendo un potente calcio diretto al suo ventre.




    Resistenza: 400-1-1-18-1= 379/400
    Chakra (+protesi): 190/250 L'Obsydian l'ho disattivato per ora.
    Azioni:
    - Lancio Tomahawk verso il vecchio
    - Scatto per avvicinarmi
    - Pugnalata con Pugnale d'osso contro il vecchio
    - Elbow
    - Calcio al ventre per allontanarlo



    Note:
    La "Maestria: Meteora, Cataclisma braccia" mi da un +10 sull'utilizzo delle braccia.
    La scheda è linkata sotto al mio avatar!

    Spero non ti dispiaccia il fatto che ho saltato la parte di attraversamento della galleria per focalizzarmi di più sulla reazione del mio PG nell'arrivare sulla scena. L'avevi già descritta bene te e io l'avrei solo riassunta per non scrivere un post chilometrico, visto che ami serviva spazio per scrivere il resto.
     
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    Messo di fronte alla pazzia umana ognuno poteva reagire in modo differente, c'era chi si spaventava, chi empatizzava, chi si indignava, Gedo esplorò momento per momento un differente ventaglio di emozioni cui fece capo una ceca rabbia, una furia omicida che lo spinse a sfruttare il fattore sorpresa per attaccare quella sottospecie di uomo e porre fine alle sofferenze della bambina. Quello che però il ragazzo non aveva considerato era che il vecchio in questione non solo era al corrente della presenza di quest'ultimo nel suo rifugio, ma aveva pianificato un modo per togliere da mezzo quel fastidioso scocciatore. L'Ishivariano lanciò con decisione il Tomahawk verso l'uomo, sicuro di poterlo prendere data la breve distanza, ma si ritrovò a fissare la sua arma passare sopra alla schiena del suo bersaglio che apparentemente in modo casuale si era chinato per raccogliere qualcosa dal terreno, andandosi a conficcare nella ragnatela a tre metri dal bozzolo contenente la ragazzina. Non abbattuto dal suo fallimento, il giovane partì con il coltello tra i denti mirando al collo del vecchio, forte del suo repentino scatto e ci sarebbe anche arrivato se non fosse stato per un nugolo di ragnatela che piovendo dal soffitto lo bloccò a terra:

    "Suvvia Kyodaigumo non essere scortese, non ti hanno insegnato che non ci si aggrediscono gli ospiti senza prima presentarsi?"

    ezgif_25

    Sollevando lo sguardo verso l'alto Gedo avrebbe potuto vedere un gigantesco ragno nero ed arancione grosso almeno tre metri apparso dal nulla che lo fissava con i suoi numerosi occhietti rossi e delle chele che si aprivano e si chiudevano producendo un lugubre ronzio. L'uomo si tirò lentamente su, allontanò la mano sporca di sangue dalla bocca e se la pulì sulla maglietta, rivolgendo poi al giovane un lugubre sorriso:

    "Mi stavo giusto chiedendo quando avresti deciso di attaccarmi, avevo, anzi avevamo seguito il tuo avvicinamento con molto entusiasmo, era da secoli che non ricevevamo ospiti di tale levatura! Ti offrirei qualcosa, ma purtroppo sono un po' a corto di carne per la mia piccola ed i suoi figli, anzi speravo che tu potessi aiutarmi in tal senso..."

    Sentendo quelle parole il ragno cominciò a sbattere ancora più freneticamente le sue mandibole che si riempivano lentamente di saliva; l'uomo mandò un bacio verso l'alto al suo animale preferito prima di girarsi raggiungendo il bozzolo della bambina, la quale vedendo il giovane Ishivariano si riaccese cercando il suo sguardo:

    "Ti prego aiutami!"

    La sua voce era fioca, rotta, tipica di chi aveva urlato per ore ed ore, accompagnata da grandi lacrime che avevano cominciato a rigare le sue piccole guance. Il vecchio sembrò non curarsene, senza difficoltà prese tutto il bozzolo staccandolo dal muro e con la ragazza tra le braccia si girò un ultima volta verso il giovane prima di mettersi a correre in un tunnel scavato nella roccia con un cenno di saluto:

    "Spero che tu sia gustoso e non troppo sciapo, è stato un piacere."

    Tutto questo sarebbe accaduto in pochi attimi misti, il giovane si sarebbe senza dubbio messo ad inseguire il pazzoide, liberatosi dalle ragnatele, sempre se fosse sopravvissuto ad un ragno gigantesco che si era staccato dal soffitto e come un masso stava cadendo su di lui con il chiaro intento di schiacciarlo, finendo come uno dei tanti insetti che erano finiti in quel disgustoso nido.

    In ogni turno che passerà da adesso in poi il vecchio guadagnerà un certo vantaggio, se non ti disimpegni in 3 turni, questo più altri due, riuscirà a scappare comportando il fallimento della missione, sta a te scegliere come fare :rosa:
     
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    Maledizione, com'è potuto accadere?!

    Ringhio a denti stretti. Ero riuscito finalmente a scovare la figlia di Jimok ed il suo rapitore, pensavo di averlo addirittura colto alla sprovvista, ed avevo tutte le intenzioni di toglierlo di mezzo per soddisfare la mia frustrazione verso ciò che quella povera bambina aveva dovuto sopportare. Così, un'istante prima di quel momento, mi stavo lanciando all'attacco senza minimamente immaginare che stavo muovendo quel passo di troppo che ti fa piombare in una trappola. Ed un'istante dopo, infatti, eccomi lì schiacciato a terra da una ragnatela, e la situazione improvvisamente si è totalmente ribaltata. Ruoto a fatica il capo verso quel vecchio maniaco dai modi di fare agghiaccianti, cercando inutilmente di scuotermi mentre quelle strane ragnatele mi inchiodano sul posto, e sto per imprecare ancora ma il bastardo si mette a blaterare:

    Suvvia Kyodaigumo non essere scortese, non ti hanno insegnato che non ci si aggrediscono gli ospiti senza prima presentarsi?

    Osservo prima con orrore la mano sanguinante del vecchio abbassarsi, e poi sollevo lo sguardo verso l'alto e l'orrore iniziale si trasforma in una sensazione di freddo panico.

    Merda, ha evocato lui quel... coso?

    Mi domando. Ma l'evidente risposta so che è semplicemente: si! Realizzarlo mi fa capire l'immensa posizione di svantaggio in cui mi trovo ora, e da cui devo uscire al più presto. Quel ragno abnorme che zampetta sul soffitto ha l'ovvio desiderio di divorarmi vivo. Anche se non comprendo il suo linguaggio, lo schioccare delle sue chele affilate ed i gorgoglii che emanano dalle sue viscere sono un chiaro segnale che quella creatura dalla mente spietata ha fame di carne umana. E la conferma mi arriva dal vecchio:

    Mi stavo giusto chiedendo quando avresti deciso di attaccarmi, avevo, anzi avevamo seguito il tuo avvicinamento con molto entusiasmo, era da secoli che non ricevevamo ospiti di tale levatura! Ti offrirei qualcosa, ma purtroppo sono un po' a corto di carne per la mia piccola ed i suoi figli, anzi speravo che tu potessi aiutarmi in tal senso...

    Ti conviene chiudere quella cazzo di bocca, bastardo. Tra poco sarai ai miei piedi a sputare sangue, te lo prometto!

    Replico immediatamente gridando per la rabbia. Provo un'altra volta a scuotermi, ma solo per rendermi conto che con tentativi poco convinti non mi sarei mai liberato. Nonostante la situazione critica, per un attimo mi focalizzo su quella ragnatela valutandone le caratteristiche. Mi accorgo che è incredibilmente resistente, come se fosse fatta di fili d'acciaio intrecciati. Ma al contempo è leggermente elastica ed appiccicosa, esattamente come la ragnatela di qualsiasi ragno. Capisco che per liberarmi devo usare più della semplice forza fisica.
    Distolgo rapidamente l'attenzione da quella prigione e cerco di ignorare l'aracnide sbavante che mi fissa con la sua fila di occhietti neri e lucidi, agghiaccianti nella loro inespressività. Mi dedico invece per un'istante alla bambina, per accertarmi delle sue condizioni. Quando incrocio il suo sguardo disperato, il cuore mi si serra in una gelida morsa.

    Ti prego aiutami!

    Certo piccola, non ti preoccupare. Presto tornerai da tuo papà!

    Rispondo cercando di simulare più sicurezza ed autocontrollo possibili. Ma dentro di me ho il dubbio che forse le mie parole non si avvereranno mai.

    No, smettila immediatamente!

    Mi ammonisco con rabbia. Non devo cedere allo sconforto, devo ignorare il mio lato vigliacco che mi sussurra il peggio. Utilizzerò ogni risorsa disponibile per strappare quella bambina dalle grinfie del vecchio. Ma con amarezza mi tocca osservare senza poter fare niente mentre le mani luride di quel bastardo afferrano il corpicino imprigionato della piccola e se la portano via attraverso un cunicolo buio, lasciando dietro di se un'ultima ingiuria:

    Spero che tu sia gustoso e non troppo sciapo, è stato un piacere.

    Non gli rispondo nemmeno, mi limito a stringere i pugni, pervaso da un'ira a stento controllabile. Non è giusto che quel vecchio l'abbia vinta. Non prova rimorso, è una creatura nata per causare dolore, non può farla franca. Riattivo l'Obsydian nella speranza di non perderlo di vista, ma la situazione resta critica anche nella dimensione cinerea del mio potere oculare. Mi riprometto che lo raggiungerò al più presto e lo cancellerò dalla faccia della terra, quel pazzo maniaco; ma prima...
    Torno a squadrare quel ragno gigante e le sue terribili zampe corazzate dalle movenze scattose ed omicide. Ora mi trovo da solo con lui in quella caverna empia dei suoni delle sue fauci viscide di liquidi digestivi. Se non mi libero al più presto, per me è la fine.
    Abbasso gli occhi sui fili della trappola che mi impedisce di muovermi, e dopo un brevissimo istante atto a vagliare ogni ipotesi, decido che l'unica arma in mio possesso capace di tagliare quella ragnatela può essere solo:

    Harichakra!


    Mormoro mentre evoco il Chakra in microscopici flussi taglientissimi, capaci di penetrare una moltitudine di materiali solidi senza difficoltà. Con i punti di fuga delle mani pregni di quella particolare manipolazione del chakra, comincio a spingere e strofinare contro le ragnatele, richiamando anche tutta la mia potenza muscolare per metterle in tensione nel tentativo di aprire un varco abbastanza grande da farmi sfuggire. Non mi fermo, continuo con tenacia senza demordere, pensando al momento in cui mi libererò. A quel punto la cosa migliore da fare sarà lanciarsi nel cunicolo all'inseguimento del vecchio, scattando il più velocemente possibile prima che il ragno possa raggiungermi, nella speranza che non mi segua in quello stretto passaggio. Se dovessi affrontare persino l'aracnide, le mie speranze di salvare la bimba sarebbero nulle.



    Resistenza: 379-1-1-1-1= 375/400
    Chakra (+protesi): 190-10-15= 165/250
    Azioni:
    - Attivazione Obsydian
    - Attivazione Chakra Tagliente (abilità Hyuga) e sforzo fisico sulle ragnatele finché non mi libero



    Note:
    Ho pensato i sottrarre 4 punti resistenza equivalenti a 4 strattoni sulla ragnatela con il chakra tagliente attivato, perchè in teoria è il massimo delle azioni che posso fare in un turno. Ma a livello puramente narrativo il mio PG non smette di strattonare finché non si libera.
     
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    Gedo era stato messo alle strette, intrappolato contro la sua volontà da un pazzo, un folle che aveva però delle notevoli capacità, molte delle quali probabilmente ancora sconosciute. La sua vita era in bilico su di un precipizio, con un ragno in caduta libera pronto a fargli passare un brutto quarto d'ora, ma il giovane era determinato, deciso, malgrado l'istinto innato di disperarsi, di scappare, di buttarsi giù di fronte ad una fine che sembrava già scritta, l'Ishivariano non si diede per vinto, facendo infatti appello alle sue peculiari abilità ed un notevole sforzo fisico egli riuscì nella non facile impresa di liberarsi dalla spessa ragnatela. Libero dagli impedimenti, Gedo comprese rapidamente che la sua unica speranza di salvare la ragazzina era correre dietro a quel folle, sapeva di star facendo il suo gioco, ma era conscio anche del fatto che se gli avesse permesso di far perdere le sue tracce ci avrebbe rimesso mesi per ritrovarlo, condannando di fatto la bambina ad un destino nefasto. Senza pensarci due volte quindi il giovane si diresse a tutta velocità verso lo stesso cunicolo che aveva imboccato il vecchio non troppo tempo prima, giusto in tempo per evitare il gigantesco ragno che andò a schiantare al suolo senza colpire quella che lui ormai considerava la sua preda, provocando in lei un'intensa rabbia che prese forma di un forte stridio emesso da quella che si poteva considerare la bocca, tanto intenso ed acuto da far per un attimo vibrare le pareti della caverna. Kyodaigumo, questo era il nome di quell'immonda bestia, mossa dalla fame e dall'ira, cominciò ad inseguire il ragazzo con tutto l'intento di agguantarlo tra le sue chele prima che lasciasse la stanza, conscia del fatto che non sarebbe riuscita ad inseguirla là dentro, ma comprese rapidamente quanto inutili sarebbero stati i suoi sforzi: nel momento infatti in cui lei era riuscita a rimettersi sulle sue zampe e a mettere a fuoco il ragazzo, questo aveva già imboccato la via di fuga, salvandosi da un'orrenda morte. L'aracnide sulle prime non seppe cosa fare, si avvicinò all'ingresso del cunicolo sovrastandolo sia in altezza che in larghezza, poi realizzò di avere ancora un'ultima possibilità prima di darsi per vinta:

    "Andate figli miei, catturate la preda e portatela da me!"

    Gedo, per sua fortuna, era troppo lontano per poter sentire in modo chiaro quell'incubo acustico che l'aracnide considerava la sua voce, quello che però avvertì distintamente fu un intenso e crescente rumore di milioni di passi che avevano cominciato ad inseguirlo. Davanti a sé il ragazzo, grazie al suo Obsydian, riusciva ad intravedere il vecchio in fuga a non troppa distanza, fortunatamente il suo passo era molto più veloce di quello del suo avversario, notava però anche numerose ragnatele che erano evidentemente state messe lì per rallentare eventuali inseguitori, di certo opera di quel pazzo; dietro di lui invece il giovane poteva vedere quella che sembrava a tutti gli effetti un'onda vivente in costante avvicinamento formata da migliaia di piccoli ragni che occupavano in larghezza e per un paio di metri in altezza tutto il cunicolo, un'immagine al limite dell'incubo e un incentivo a non rallentare il passo. Gedo sapeva, sentiva di non dover demordere, il suo obiettivo era lì, davanti ai suoi occhi, doveva dimostrarsi deciso e non arrendersi malgrado tutto intorno a lui stesse cercando di ucciderlo.

    Bene, il vecchio è davanti a te a 30 metri di distanza, alle tue spalle hai una marea di simpatici amici ad otto zampe, il cunicolo fortunatamente è un corridoio rettilineo, cosa che ti permette di tenere sott'occhio il pazzoide, se mi fai un bel post potresti anche riuscire a raggiungerlo. :shifty:
     
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    C'è mancato davvero troppo poco, maledizione!

    Grugnisco gettandomi un'occhiata alle spalle mentre mi lancio in una corsa sfrenata lungo il cunicolo. Per fortuna ci ho visto giusto con quelle ragnatele e sono riuscito a tranciarle all'ultimo senza dovermi ingegnare per trovare altri modi. Se non mi fossi lanciato direttamente nel tunnel, in questo momento mi starei sciogliendo nei succhi digestivi che colano dall'orrida bocca di quel ragno gigante. Ed è proprio lui che scorgo quando mi guardo alle spalle. Vedendomi scattare verso il cunicolo deve aver cercato di afferrarmi, perchè ho sentito distintamente le sue zampe sfiorarmi la schiena. Una frazione di secondo dopo sono riuscito a varcare la soglia del tunnel, mentre la bestiaccia si è schiantata brutalmente contro la roccia, troppo grossa per infilarsi nel passaggio. E' ancora lì che si contorce emanando quei suoi versi agghiaccianti nel tentativo di far passare il grosso corpo chitinoso in quel varco.

    Chissà che rabbia deve provare...


    Penso deglutendo, mentre assisto allo spettacolo orribile delle sue zampe pelose che artigliano l'ingresso del cunicolo con furia. Ma non mi fermo nemmeno un'istante a riprendere fiato; lascio perdere quel mostro e mi volto in avanti, senza mai arrestare la mia folle corsa giù per quel tunnel colmo di tenebre e ragnatele, tra cui devo destreggiarmi con maestria per non essere rallentato.

    Oramai sei mio!

    Mormoro tra un respiro e l'altro, puntando lo sguardo dritto sul vecchio. Il potere del mio Dōjutsu mi permette di tenere la mia preda nel mirino senza alcuna difficoltà. E' lì, esattamente a trenta metri da me, che fugge alacremente con il bozzolo della povera piccola in braccio, e non ho alcuna intenzione di farmelo sfuggire... quel bastardo!
    Quella missione, la prima che svolgevo ufficialmente come Shinobi, era partita in modo disperato, con me che consumavo gran parte delle mie energie mentali e spirituali per scovare anche la più piccola traccia di una bambina sparita oramai da più giorni. Ma non avevo demorso e ciò mi aveva portato infine a trovare proprio ciò che cercavo. Pensavo di avere il mio obbiettivo in pugno, ma nel momento di attaccarlo ero stato catturato finendo io stesso in una trappola potenzialmente letale. Ma fortunatamente quel vecchio mi aveva sottovalutato ed ero riuscito a sfuggire, ed ora eccomi qua. Fino a questo momento la missione si è svolta tra alti e bassi, ed ho tutte le intenzioni di concluderla nel migliore dei modi. E questo significa in prima battuta salvare quella bambina. Tutto il resto in realtà è secondario.
    Sento la mia forza di volontà ardere della necessita di raggiungere la mia preda, mentre fisso la sua sagoma attraverso i globi neri dei miei occhi. Mi sono ripromesso di ucciderlo, poco fa. Ma ora mi costringo a mantenere una mente lucida e scacciare quel pensiero. La mia vera preda è la figlia di Jimok. Il vecchio merita di morire, ma non tanto quanto lei si meriti di vivere, e questo devo fissarmelo bene nell'anticamera del cervello! Macino terreno a gran velocità martellando il suolo con passi rapidi dalle ampie falcate. L'aria fresca della caverna mi urta il viso sollevandomi i capelli dalla fronte. Quindi riduco gli occhi a due fessure minuscole, reclinando il capo in avanti per accelerare ancora di più. Non ho mai corso così forte.
    Ma poi mi rendo conto di un fatto sconcertante: sono inseguito! Mi lancio un'altra occhiata alle spalle e realizzo che dietro di me un'orda di ragni minuscoli rispetto al loro padrone ma comunque piuttosto grossi, riempiono il cunicolo avanzando come un'orda famelica. Da cacciatore, ero diventato preda, poi sono tornato ad essere cacciatore, ed ora eccomi nuovamente a giocare il terribile ruolo della preda. La cosa mi fa infuriare, non la posso accettare.

    Dannati ragni di merda! Devo escogitare subito qualcosa...


    Penso stringendo i pugni mentre le mie gambe mulinano come eliche lanciando il mio corpo verso il vecchio. Non posso fermarmi più di qualche istante a combatterli, altrimenti rischio di perdere troppo terreno sul mio vero obbiettivo. Ma allo stesso tempo non posso lasciare che mi inseguano, altrimenti quando raggiungerò il vecchio, loro mi saranno addosso.

    Ho trovato!

    L'idea mi illumina la mente come un fulmine in piena notte. Opto per quella che mi pare l'unica alternativa che il futuro mi offre: causare un crollo. Se colpisco la parete del cunicolo con abbastanza potenza dovrei riuscire a far crollare il soffitto in modo da ostruire il passaggio, ed il tutto non mi costerebbe che qualche istante. Ci penso ancora per un attimo e poi mi decido. Pianto un piede per terra arrestando la mia corsa in una lunga frenata sul terreno. Mi allontano di qualche passo dalla parete ricurva e facendo ricorso alla mia poderosa potenza muscolare mi lancio verso la roccia e la colpisco con un pugno violento.
    Spero con tutto me stesso che ciò basti, ma non ho tempo per accertarmene, perchè immediatamente mi devo rilanciare all'inseguimento del vecchio. Il mio intento è quello di guadagnare abbastanza terreno da poter sferrare il mio Kunai dell'inverno dritto alla parte posteriore del ginocchio destro. Una ferita del genere dovrebbe bloccarlo sul posto, e ciò mi permetterebbe di essergli addosso in men che non si dica.




    Resistenza: 375-1-15-1= 358/400
    Chakra (+protesi): 165-10= 155/250
    Azioni:
    - Mantenimento Obsydian
    - Pugno alla parete con sforzo extra di 15 punti resistenza
    - Lancio Kunai dell'inverno verso la gamba destra del vecchio



    Note:
    Spero che con un po' di sforzo extra io riesca a sfondare la parete :D Ho anche un +10 sul danno sui colpi senza armi per via della maestria Cataclisma (braccia).
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    La situazione sembrava non voler smettere di peggiorare, trovandosi infatti Gendo ad essere sia inseguito che inseguitore, il ragazzo dovette escogitare quanto prima un modo per evitare di essere chiuso in un morsa, qualcosa che potesse metterlo al riparo da quella marea aracnidea che lo stava piano piano raggiungendo. Il poco tempo e le poche opzioni portarono il giovane a mettere in pratica un piano ortodosso ed azzardato: fermando per un istante la sua corsa, l'Ishivariano concentrò tutte le sue energie in un pugno che scagliò con forza con il soffitto roccioso, riuscendo a provocare la caduta di alcuni suoi pezzi che rovinarono al suolo sopra a quella sconfinata miriade di ragni. La fortuna però non sembrò essere dalla parte del ragazzo, infatti malgrado con la sua ardita azione egli fosse riuscito ad eliminare la quasi totalità dei suoi minuscoli inseguitori, molti di questi riuscirono a sopravvivere grazie alle loro dimensione minute ed ad un buona dose di fortuna, arrivando senza troppa difficoltà ai piedi del ragazzo e secernendo tanti e minuscoli fili di ragnatela che si attaccarono alla gamba destra del povero Gendo rallentandone la mobilità. Se la storia fosse finita là, il giovane non avrebbe avuto alcuna speranza di raggiungere il vecchio in quello stato, era noto che la dea bendata fosse una divinità capricciosa e malgrado fosse andata in precedenza contro al ragazzo decise in extremis di dargli un piccolo aiuto, come ultima risorsa infatti egli provò a lanciare il suo bizzarro kunai in direzione dei piedi del pazzo con il chiaro intento di fermare la sua scellerata corsa, ma senza rendersene conto ottenne qualcosa di ancora più vantaggioso: l'arma da lancio infatti tagliò l'aria davanti a sé, percorse la distanza che separava il gatto con il topo e si andò a conficcare sul calcagno, pochi centimetri sopra al tallone, recidendo il tendine d'Achille ivi presente. L'uomo si dovette arrestare di botto, quasi cadendo in avanti tale era il dolore che stava provando il quel momento, il suo volto si contrasse in una smorfia che oscillava tra l'arrabbiato ed il deluso, poi non evidente difficoltà cominciò a zoppicare verso l'uscita del tunnel che luminosa gli si parava davanti a sé. Gedo nel frattempo aveva ripreso il suo inseguimento, malgrado la gamba in parte bloccata infatti riusciva ad avere una velocità maggiore del vecchio, cosa che gli permise di raggiungere a sua volta la fine del cunicolo solo pochi secondi rispetto al suo bersaglio. Appena uscì fuori la luce del giorni lo colpì in pieno viso, intorno a sé trovò ad accoglierlo un piccolo spiazzo erboso arricchito ad qualche albero, alcuni cespugli ed un piccolo corso d'acqua che si sviluppava trasversalmente all'uscita. L'Ishivariano non avrebbe avuto troppa difficoltà a trovare il vecchio, gli sarebbe bastato seguire la scia di sangue che la sua ferita continua a lasciare e che lo portava ad un uomo che cercava impietosamente di raggiungere con incredibile difficoltà il ruscello che aveva a cinque metri di distanza. Malgrado fosse si spalle e con ancora il bozzolo saldamente tenuto in mano, Gedo poteva chiaramente intuire come l'atteggiamento del suo avversario fosse cambiato, non era più sicuro di sé, spavaldo, il suo tono di voce appariva rotto, sofferente e sempre più disperato:

    "Andiamo, stupida gamba, ci siamo quasi, ancora un piccolo sforzo..."

    Il vecchio sembrava essere alla sua mercé, cosa avrebbe fatto la Sentinella?

    Hai una malus all'Agilità di -15 per via delle ragnatele che hai sulla gamba, oltre a questo la situazione mi sembra chiara, a te la mossa :rosa:
     
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