Un incontro nei pressi di Balarm

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    Era l’una del pomeriggio e il caldo mi stava asfissiando. Non ero mai stato in quelle terre e non avevo mai calcato un territorio costellato da sabbia e terra senza il mare nelle vicinanze.
    Qualche giorno prima avevo parlato con mio padre, il quale mi aveva fornito molte più informazioni su mia madre e a questo punto avevo intrapreso un viaggio per seguire quelle che erano state le sue ricerche. Quantomeno per capire, da ciò che faceva, che tipo di persona era.

    Il viaggio in mare era stato comodo e veloce però arrivato nel paese del vento trovai delle difficoltà. Questi luoghi si presentavano come un territorio a me totalmente ostile. Ero abituato a climi temperati, umidi, dove la nebbia non ti permetteva di vedere ed invece in questo paese si presentava tutto il contrario, o almeno la parte che io stavo visitando, anche se, sembrava tutto identico.
    Per sopperire alle mie fatiche mi sarei recato in un villaggio della zona. Avevo già visitato il porto,ed era veramente particolare. Infatti le costruzioni ricordavano uno stile più antico, così come le persone e le loro vesti. Era un paese affascinante. Una cultura e un popolo forgiato dal sole. Lo potevo ammirare e capire perfino in quei pochi giorni di soggiorno.
    Il villaggio che avevo scelto per rifocillarmi si chiamava Balarm e da quel poco che avevo capito era al centro del paese. La strada me l’aveva consigliato un anziano che avevo incontrato poco prima di allontanarmi dal porto.
    Mentre camminavo ed oramai a destinazione quasi raggiunta mi fermai per prendere in mano il diario di mia madre. Ma prima di aprirlo mi ricordai la raccomandazione che mi aveva dato mio padre prima di partire.

    “Sfrutta questo viaggio per apprendere cose nuove, fai nuove amicizie e non ti dimenticare di allenarti”

    Sopratutto queste ultime parole erano state quelle che mi avevano colpito nel segno. Un tempo odiavo allenarmi, specialmente durante l’accademia, però con il tempo, diventando più bravo e capace avevo iniziato ad apprezzare il tempo speso in quel modo. Non che ora fossi uno dedito a questa pratica, però sicuramente mi capitava più spesso di allenarmi.
    Così decisi che prima di raggiungere Balarm di andare a cercare una taverna dove sostare per la notte, che oramai potevo scorgere oltre le dune, mi sarei sgranchito le gambe. Il sole era ancora alto e quindi avevo ancora tempo. In più il caldo torrido e l’aria secca mi avrebbero sicuramente fatto faticare, fornendomi un habitat differente dal solito.
    Scelsi un luogo vicino delle rocce che creavano un paesaggio suggestivo sul quale avrei potuto indugiare ogni tanto. In più nel caso mi fossi sentito stanco mi sarei potuto riposare all’ombra di quelle rocce.

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    Deserto di Suna, ore 14.00


    Era una giornata come tante altre nel deserto, tutte uguali, a camminare tra dune sempre uguali eppur sempre diverse, forme rotondeggianti all’orizzonte, continuamente modificate dal vento. Il sole alto picchiava sulla mia testa coperta dal cappuccio del mio vestiario bianco, la mia divisa intera che da sempre mi accompagnava nelle mie trasferte lontano dalla Speranza. Ero solo quel giorno, tornavo da una trasferta mercantile nei pressi della capitale del paese del vento, una lavoretto di rilevanza marginale che probabilmente nemmeno valeva la fatica di una traversata del deserto.

    *Maledizione, oggi questo caldo sembra ancor più insopportabile*

    Ero piuttosto stanco, stanco di camminare in quegli scenari identici, i quali davano l’impressione di non spostarsi, di camminare a vuoto, una sensazione che nel deserto può risultare fatale. Già perché la cosa più importante è restare lucidi mentalmente, non lasciarsi scoraggiare dalle distese infinite di sabbia, sapere la propria strada e percorrerla con decisione. In quel momento non ero al massimo e decisi di fermarmi, mi sarei preso un paio d’ore per riprendermi e recuperare il viaggio con tranquillità, consapevole di non aver impegni in terra natia. Perciò deviai il mio cammino verso un’ombreggiata zona rocciosa alla mia destra, dove avrei trovato un po’ di rinfrescante riposo. Dunque mi avviai, raggiungendo la zona in pochi minuti. Iniziai a cercare il luogo migliore dove potermi ristorare, e proprio tra una roccia e l’altra notai un’altra persona, chiaramente lì per il mio stesso motivo. Prima che mi notasse esordii in lontananza, per farmi sentire e non coglierlo di sorpresa.

    Ehi, ciao! Anche tu qui per riposare? Io sono Azibo, e vengo da Ishivar…

    Mi sedetti accanto al ragazzo, parlammo un po’ e lo conobbi un minimo. Portava il coprifronte di Kiri, si chiamava Suzaku ed apparteneva al clan Kaguya a quanto disse, clan del quale non conoscevo alcun che. Alla fine, dopo una mezz’oretta a chiacchierare nell’ombra, decisi di chiedergli se aveva voglia di allenarsi con me. Mi sembrava un tipo a posto e poteva venir fuori una sfida interessante…

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    Attacco ad Azibo. Ovviamente, se volete prima parlottare, può postare prima Steg, basta che l'attacco lo faccia Cagn :sisi:
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2 replies since 4/5/2019, 09:14   104 views
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