Accademia Todoroki Ichirou

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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Il clima di tensione che si percepiva all'interno di tutta Yugakure faceva pensare di essere sotto il controllo di una dittatura. Ronde di Jashinisti percorrevano senza preoccupazioni le vie del centro e dei sobborghi, chiedendo generalità a destra e manca, sin dalle prime luci dell'alba. L'atmosfera rovente si poteva tangere con un dito, si respirava paura, ansia, a colpa dei poteri forti che in quel momento presero il sopravvento sulle Caldi Acque. Sì, giustamente poteva essere chiamato così questo villaggio: i bollenti spiriti degli Jashinisti che regnavano incontrastati, a seguito della Battaglia del Mare delle Sirene, scaldavano l'atmosfera con un governo sistematico, quasi alla pari di una dittatura vera e propria. In pochi provavano a ribellarsi. Tra quei pochi, un buon 90% finiva martoriato pubblicamente in piazza. Il restante 10% beh, non si sa dove finì. Ogni Shinobi sarebbe, in poco tempo, stato sottoposto ad una "prova di fedeltà" agli Jashinisti, che già albergavano in quelle terre. Come se non bastasse, il Paese del Fulmine, con capitale Kumo, venne annesso all'impero di questi personaggi assetati di sangue ed immortali. Però, prima di questi cambiamenti, ovviamente chi presedeva a capo di tutto ciò avrebbe dovuto far passare un minimo lasso di tempo per consolidare un tale cambiamento radicale. Di fatto le uniche istituzioni "libere" da controlli furono gli ospedali e le accademie. Ed è proprio qui che ci troviamo, l'accademia di Yugakure. Più precisamente nella stanza 106-A, al primo piano. L'aula, rimodernizzata come le altre dopo la caduta di Zero, presentava nuove tecnologie dedite all'insegnamento metodico della teoria. Non mancavano di certo palestre adibite al rinvigorimento muscolare di giovani e non, così come i classici campi di battaglia nei quali gli aspiranti Genin potevano liberamente testare le proprie conoscenze contro altri coetanei. Quella mattina, alle 8:05, il sensei Shiro entrò lasciandosi alle spalle la porta aperta. Dei passi pesanti seguiti da tintinnii pari a quelli di campanelli, che rimbombarono nel silenzio generale, seguirono il passo felpato dell'omone a cui era stata assegnata quella classe. Una figura lugubre, tetra, precedette quei passi. La lunga tunica nera che scivolava lungo i fianchi, adornata da qualche zip metallica oltre che da due lacci, presumibilmente per stringere il cappuccio, sulle quali estremità aleggiavano dei pendenti che sembravano brillare di luce propria: in realtà stavano solamente riflettendo la fioca luce solare che entrava dalle tre finestre poste al lato est dell'aula. L'aspetto più inquietante, comunque, fu rappresentato dal volto di quella persona. I capelli bluastro, lunghi, che contornavano un viso solcato da una cicatrice a forma di "χ", non una X normale, sembrava quasi allungata. Lo sguardo penetrante che aveva tale figura avrebbe intimorito e non poco i ragazzi che, in quel giorno, avrebbero sostenuto l'esame Genin. Dopo una breve pausa, nel quale il silenzio venne interrotto da leggerissimi mormorii quasi impercettibili, il sensei prese parola.

    B-bene... Come sapete o-oggi c'è... il vostro esame Genin... ma non sarà come ve l'aspettavate, purtroppo... sarà... una prova di forza.. per questo, oggi... c'è con me Shion... un... signore mandato dai piani alti... che ha il diritto di decidere se meritate o meno.. di diventare degli shinobi...

    Un sorriso sinistro solcò da guancia a guancia il viso di Shion.

    BENE! Chi vuole cominciare? Magari tu...

    Iniziò a far passare il dito sul foglio degli studenti, uno ad uno, fino a fermarsi su...

    ...Ichirou...Todoroki! Vieni qui. Fammi un discorso sul perché vorresti servire Yu e diventare uno Shinobi. Occhio a quello che dirai!


    Bene, scusa il ritardo, davvero. Penso che la situazione sia chiara. Ora solo parole, dopo arriveranno i fatti. A te! :rosa:
     
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    Narrato Parlato Padre di Todoroki Shion Maestro


    Erano le 6:00 quando mi svegliai per delle grida che provenivano dall'esterno, la prima cosa che mi venne in mente da fare fu quella di dare un occhiata fuori dalla finestra per accertarmi di ciò che stava accadendo, dalla finestra vidi due losce figure, entrambe stavano picchiando a sangue un povero vecchio che ormai per i troppi colpi ricevuti, sopratutto alla testa, aveva perso conoscenza, con il vecchio c'era una bambina che faceva l'unica cose che poteva fare, piangere e pregare che suo nonno sopravivesse a quel massacro. Dopo quella visione e le urla dei civili che venivano martoriati già dall'alba per quanto non volessi ammetterlo il mio coraggio si stava affievolendo, per la prima volta ebbi paura. Il non poterli aiutare mi creava un forte disagio, mi sentivo sporco dentro, quasi come se avvessi una macchia nera che partiva dal cuore e si estendesse su tutto il corpo tramite bruciature, mi sentivo colpevole per quello che stava succedendo, e senza accorgermene il mio corpo si irrigidì sempre di più, i miei pugni erano talmente rigidi che mi conficcai le unghie nel palmo facendomi sanguinare, sentivo la pressione sanguigna che aumentava in tutto il mio corpo, mi sentivo come se stessi scoppiare. All'improvviso mi calmai, la mia attenzione fu catturata dalla mano che posò mio padre sulla mia spalla che incominciò a parlare.

    Todoroki sai perché sono diventato uno shinobi? Immagino proprio di no visto che non parliamo quasi mai, lascia che ti racconti una storia. Era il giorno in cui conoscetti tua madre e potevo avere all'incirca quasi la tua età, mi trovavo in un quartiere qua vicino e mentre facevo delle commisioni per tuo nonno finché la vidi, aveva la pelle bianca come se fosse neve, gli occhi azzurri come il cielo e i capelli neri come la notte. Era una bellezza rara come poche e appunto per questo era spesso vittima degli invidiosi. Non potrò mai dimenticare quella scena, era li, a 3 metri davanti a me, con tre ragazzini che la bullizzavano, pensai all'inizio che avrei dovuto ignorare il fatto ma non c'è l'ho fatta, il mio corpo si mosse da solo, alimentato quasi da una fiamma, quella volta conobbi il coraggio e grazie a quello salvai tua madre. Vedi, tutti abbiamo paura e chi dice il contrario mente, la verità è che diventa ciò che chiamiamo eroe solo chi ha il coraggio di affrontare la paura, quindi non preoccuparti anche se adesso non riesci un giorno attingerai a quella fiamma che abbiamo in corpo e la userai per salvarli tutti.

    Non riuscivo a credere alle parole di mio padre, aveva capito tutto, aveva capito le mie paure, la mia volontà, mi stavo davvero chiedendo se quell'uomo fosse davvero mio padre, incredibilmente sorridetti e tutte le mie paura e le angosce sparirono e lasciarono spazio alla audacia e fiducia in me stesso, ora sapevo che quando sarebbe arrivato il momento avrei dimostrato tutto il mio valore.

    Un ora e mezza dopo...

    Si erano fatte le 7:30 ed ero pronto a incamminarmi per andare a scuola, però per arrivarci avrei dovuto evitare tutti quei fanatici jansenisti che chiedevano completà fedeltà, non li sopportavo proprio, così controllai dalla finestra di camera mia se la strada fosse libera e poi mi incamminai.
    Arrivai quasi a metà strada senza essere visto, furtivo come un ninja finché spuntarono fuoro due jansenisti da un tombino. Ero finito, almeno questo è quello che pensavo dietro di me per casualità c'era il monaco che mi aveva addestrato che li distrasse dandomi giusto il tempo per cambiare strada.

    Ore 8:00

    Finalmente ero arrivato, ero di fronte all'accademia dove avrei incominciato il mio viaggio, l'unico ostacolo che mi divideva dal mio sogno era l'esame per diventare genin, feci un sospiro ed entrai. L'aula che mi indicarono i bidelli fu la 106-A al primo piano. Era piena di studenti e alquanto pare mancavo solo io, la fortuna volle solo che il maestro non fosse ancora arrivato, mi sedetti nell'unico posto libero che c'era, la cosa divertente era che tutti i miei compagni erano tremanti e ansiosi e molto probabilmente avevano scelto gli ultimi posti per non farsi vedere dal maestro.
    Passarono 5 minuti e il maestro arrivò. Sembrava un personaggio uscito da qualche fumetto, era alto quasi quanto me, con una una cicattice a X sul volto, aveva i capelli color bluastro, ed era vestito in un modo molto strano, indossava una lunga tunica nera con qualche zip metallica addosso, la cosa che più attirò la mia attenzione fu il suo sguardo glaciale che sembrava che potesse quasi vedere dentro la mia anima. Quello sguardo aveva gelato tutti tranne me, si era creato un silenzio tombale in classe che brevemente fu interrotto dal maestro che era intento a parlare.


    B-bene... Come sapete o-oggi c'è... il vostro esame Genin... ma non sarà come ve l'aspettavate, purtroppo... sarà... una prova di forza.. per questo, oggi... c'è con me Shion... un... signore mandato dai piani alti... che ha il diritto di decidere se meritate o meno.. di diventare degli shinobi...


    Prese parola un figura appena entrata ma che non notai completamente, la mia attenzione era ancora sulla cicatrice nel volto del maestro, mi chiedevo come avesse fatto a procurarsela, nel frattempo, il signore che se non sbaglio avesse detto di chiamarsi Shion incominciò a parlare.

    BENE! Chi vuole cominciare? Magari tu...


    Incominciò a cercare nel registro un nome da chiamare.

    ...Ichirou...Todoroki! Vieni qui. Fammi un discorso sul perché vorresti servire Yu e diventare uno Shinobi. Occhio a quello che dirai!

    Era il mio turno, sarei stato il primo della classe a fare l'esame e sinceramente la cosa non mi dispiaceva affatto, ero pronto, determinato e fiducioso nelle mie capacità così mi alzai guardai dritto negli occhi il signor Shion e risposi alla sua domanda.

    Buongiorno, sarò sincero e andrò dritto al punto. Vorrei diventare shinobi perchè devo mantenere una promessa fatta e quindi devo dimostrare il mio coraggio. Il campo di battaglia è il luogo perfetto dove dimostrare tutto il mio coraggio, in più se ci trovassimo in guerra durante uno scontro, tra i miei compagni e me, io sarei l'unico capace di sopravvivere allo scontro, e difenderei pure il proprio villaggio, questo perché a differenza loro io sono DETERMINATO e non mi fermerò davanti a niente e nessuno finché non avrò mantenuto la mia promessa!

    Ormai era fatta, ero andato dritto al punto, l'unica cosa che mi toccava da fare era aspettare la risposta del maestro.
     
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    Si mordeva il labbro inferiore. Non era un buon segno. Di solito faceva così nei momenti in cui si arrabbiava, o quantomeno provava un'emozione diciamo non troppo gioiosa, ecco. A momenti i suoi incisivi strapparono con violenza la carne. Ne pregustava già il gusto indefinito del sangue. Ma si contenne, perché dopotutto non poteva fare una strage in un'accademia. La voce del ragazzo arrivò stridula alle sue orecchie e al limite della sopportazione, i timpani dolevano quel poco che bastava a recargli fastidio: forse, dopotutto, non era partito col piede giusto. La cosa che, comunque, lo colpì, fu la determinazione e la goliardia con cui vennero pronunciate le parole. Tutto quell'essere pieno di sé in un certo senso gli fece apparire, nella mente, il disegno di lui da bambino. Lui sarebbe l'unico capace di resistere allo scontro. Il ragazzo, Todoroki, non fece nemmeno in tempo a vedere i movimenti dello shinobi - per quanto il suo passato potesse benissimo togliergli qualsiasi riferimento etico, o morale che sia, da questo epiteto - dallo sguardo di ghiaccio, che si materializzò in parte a lui. Abbassò la testa, quasi avvolgendo il cranio dell'aspirante Genin con i suoi lunghi capelli indaco. Guardò di sbieco il giovane, il volto assunse un ghigno sinistro, quasi come se stesse per ringhiare. Le rughe apparvero molteplici sulle guance, prive di qualsiasi pelo di barba, che ancora odoravano di schiuma.

    Quindi... saresti l'unico a sopravvivere eh?

    Afferrò il colletto della sua felpa, sollevandolo, quasi andando a strozzare la sua trachea. Ovviamente fece attenzione a non fargli troppo male, una simil-lezione gli sarebbe bastata. Alzò la testa e i suoi occhi incrociarono quelli color pece dello studente. L'espressione era rimasta immacolata. Identica a prima, come demone che sospira sulle carni della vittima mietuta.

    Sei proprio sicuro? Bene. Se riesci a toccarmi, anche solo la tunica, anche solo un capello, sei ufficialmente un Genin. Altrimenti, fuori dai piedi, ragazzo. E la tua tenacia, determinazione, sicurezza, tienila da parte per quando sarai su un VERO campo di battaglia. Su, scendi. E tutti voi, seguiteci, compreso tu Shiro. Voglio farti vedere COME SI GESTISCE UN'ACCADEMIA SOTTO IL REGIME JASHINISTA.

    [...]



    La luce del mattino oramai aveva quasi riscaldato l'autunnale clima di Yugakure. I ragazzi, seduti su dei gradoni in marmo e tenuti sott'occhio dal sensei, quello vero, osservarono i due al centro del manto sterrato che faceva da contorno. Shion, l'uomo in tunica nera, aveva incrociato le braccia e si era seduto a terra. Lo sguardo fisso verso il basso, quasi a voler contare i granelli di sabbia. La mente svuotata da qualsivoglia pensiero, l'udito focalizzato sul respiro a volte regolare, a volte no, del ragazzo. Ne stava studiando la psiche standosene lì, zitto, per manciate di secondi indefinite.

    Quando vuoi.


    Allora: tutto sommato il post va bene. Mi piace il fatto che vuoi far apparire il tuo personaggio come sicuro di se, la determinazione va benissimo. Però, nel complesso, un po' mi ha fatto storcere il naso alcune cose.

    I periodi che fai sono troppo lunghi, sembra che tu voglia dire duecentomila cose tutte insieme: prenditi delle pause, usa la punteggiatura adatta. Poi, a volte, forse per errore di battitura o per "ansia da post" (?) ans non odiarmi se mai leggerai questa cosa
    , sbagli il periodo. Esempio:

    CITAZIONE
    mi trovavo in un quartiere qua vicino e mentre facevo delle commisioni per tuo nonno finché la vidi

    Altra cosa:
    Non so se per distrazione o altro, ma il sensei... non è quello che ho descritto io :asd:
    Infatti, in
    CITAZIONE
    Dei passi pesanti seguiti da tintinnii pari a quelli di campanelli, che rimbombarono nel silenzio generale, seguirono il passo felpato dell'omone a cui era stata assegnata quella classe.

    questo blocco di quote, ti ho evidenziato dove potevi capire, dal mio post, che il Sensei non era quello descritto da me. Occhio!
    Rileggi sempre i post, prenditi il tempo necessario, non avere fretta. Gli errori di battitura possono capitare, anche questi, dettati dalla fretta. Col tempo si migliora, sta tranquillo :sisi:

    Ora, torniamo al post dopo queste considerazioni.

    Penso che sia abbastanza chiara la situazione. Voglio che tiri fuori il meglio di te, fa in modo di stupirmi. Devi solamente toccare qualsiasi parte del corpo/vestiario di Shion. A te la palla! Edit: dimenticavo, hai a disposizione le tre tecniche dell'accademia, ovvero Moltiplicazione, Sostituzione e Trasformazione. :rosa:


    Edited by røxasv² - 13/11/2018, 23:32
     
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    narrato parlato Shion


    Avevo appena detto il mio credo ninja. Ero sicuro di me e molto concentrato, cercai di notare e prevedere ogni possibile azione di Shion. Guardandolo attentamente notai che si morse ferocemente e ripetutamente il labbro inferiore e il suo sguardo freddo divenire ghiacciato. Qualcosa andò storto, le mie parole gli diedero parecchio fastidio in qualche modo. Shion abbassó la testa quasi avvolgendo il mio cranio con i suoi lunghi capelli color indaco, mi guardo storto, sembrava che volesse ringhiarmi contro. Sulle sue guance appena sbarbate apparvero tantissime rughe. Incominciò a parlare.

    Quindi... saresti l'unico a sopravvivere eh?

    Non riuscì a comprendere le intenzioni di Shion e in un attimo mi prese alla sprovvista affernadomi per il colletto della mia felpa e sollevandomi. Sentì il fiato che mi mancava ma rimasi impassibile, non potevo permettere che la mia condizione mi potesse distrarre. La faccia di Shion rimase identica, come un demone che sospira sulle carni della vittima mietuta. Si mise a parlare.

    Sei proprio sicuro? Bene. Se riesci a toccarmi, anche solo la tunica, anche solo un capello, sei ufficialmente un Genin. Altrimenti, fuori dai piedi, ragazzo. E la tua tenacia, determinazione, sicurezza, tienila da parte per quando sarai su un VERO campo di battaglia. Su, scendi. E tutti voi, seguiteci, compreso tu Shiro. Voglio farti vedere COME SI GESTISCE UN'ACCADEMIA SOTTO IL REGIME JASHINISTA.

    Ecco, una battaglia stava per divenire il mio esame per diventare genin, diventai sbigottito all'idea di combattere contro Shion ma non ebbi scelta, lui era l'unica cosa che mi separava dal mio sogno ed era l'ora che lo togliessi di mezzo.
    Scesi assieme agli altri e io e Shion ci mettemmo l'uno di fronte all'altro a distanza di un paio di metri al centro del manto sterrato che ci faceva da campo di battaglia, i miei compagni si siedetterò sui gradoni con il maestro che li teneva d'occhio. Shion incrociò le braccia e si siedette a terra. Ebbe lo sguardo fisso verso il basso, come se avesse voluto co tare i granelli di sabbia. Stava lì fermo ad aspettare finché parlò.

    quando vuoi.

    Appena ebbi ascoltato quelle parole cercai di elaborare una strategia in fretta.
    Pensai che lottare contro un nemico di cui non si sappiano le abilità e stili di combattimento sarebbe stato un suicidio, avevo bisogno che facesse la prima mossa. Mi guardai in giro e vidi i miei compagni a circa 2-3 metri dietro Shion e in quel momento mi venne un idea, avrei dovuto obbligare Shion a inseguirmi così avrei avuto più tempo per cercare un suo punto debole. Così Mi concentrai sul controllo del Chakra e incominciai a correre verso Shion per fargli credere che stessi per fare un attacco diretto, nel frattempo avrei compiuto i sigilli pecora, serpente e tigre il più velocemente possibile per usare la moltiplicazione del corpo. Avrei cercato di usare quella tecnica per confondermi con i miei cloni e cercare di compiere i sigilli pecora, cinghiale, bue, cane e serpente per usare la tecnica della sostituzione e sostituirimi col maestro che si trovava a un metro di fianco ai miei compagni di classe. Se ci fossi riuscito allora avrei cercato di correre in mezzo ai miei compagni e di comporre i sigilli cane, cinghiale e pecora per trasformarmi grazie alla tecnica della trasformazione del corpo nel primo compagno mi fossi trovato davanti permettendomi così di mimetizzarmi e attendere la mossa di Shion.

    Resistenza:100
    Stamina:100-5-5-5=85
    Non essendoci un arbitro non sapevo a chi rivolgermi per sapere se la mia strategia fosse corretta, spero vivamente di si. Se così non fosse scusami. Spero vivamente che Shion non ammazzi il mio personaggio perchè la mia vittoria in questo combattimento la vedo molto improbabile :please: :ok:


    Edited by Borger24 - 15/11/2018, 13:58
     
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