La forza che agisce sulla natura

PQ - Sblocco Elementale Dadi Junsui

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    ◆DADI JUNSUI◇


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    Era passata ormai una settimana dal suo diploma, ma come al solito la mattina era libera. Nessuno le aveva ancora affidato un incarico, o perché non ce ne erano adatti alle sue capacità oppure perché erano disponibili solo missioni di livello alto. La ragazza si era aspettata un inizio più esplosivo o quantomeno di aiutare in modo ufficiale gli abitanti del villaggio, anche in semplici mansioni che richiedevano solo un po' più di manualità. Non ci fu nulla di questo e i pomeriggi fastidiosamente freddi passavano nel dubbio. L'avvenimento più importante degli ultimi tempi era stato poter accedere alla biblioteca del villaggio per studiare delle tecniche che le sarebbero state utili in battaglia. Aveva puntato più sulla difesa, imparando più che altro delle mosse che le servivano per fermare gli avversari. Non era tipo da buttarsi a capofitto sul nemico e ciò che aveva scelto lo dimostrava.
    Quella mattina, mentre con impazienza controllava come al solito la bacheca delle missioni trovandola più vuota di un deserto, aveva incrociato una donna che conosceva molto bene. Occhiali spessi, lunghi capelli castani che andavano in tutte le direzioni e una figura longilinea che sembrava volersi staccare da terra. Era una professoressa dell'Accademia che insegnava nella sezione dopo la sua, la sensei Zenchou. Nonostante l'avesse vista parecchie volte girare con dei documenti in mano per i corridoi oppure parlare con il suo maestro, l'albina non ci aveva mai parlato veramente se non per qualche inchino e parola formale. Aveva incontrato il suo sguardo proprio mentre si era voltata per tornare a casa con l'intenzione di lucidare l'unico kunai che si era comprata. Le sottili sopracciglia della donna avevano formato un arco e un sorriso che le sembrò sincero illuminò il suo volto coperto da lentiggini. Passando gli occhi velocemente sulla sua figura, che portava la solita divisa da ninja di colore nero e viola, notò che anche questa volta aveva dei fogli in mano riportandole a mente ricordi dell'accademia. Era strano chiamarli ricordi, visto che era passato pochissimo tempo.
    Junsui! Come va? Ho sentito che tutta la tua classe si è diplomata! Mentre poneva quelle domande, che la Genin sospettò essere solo per confrontare le due classi, la donna le passò gli occhi sul viso forse ammirando il suo nuovo coprifronte, osservando la stessa bacheca di legno su cui Dadi aveva posato prima gli occhi. L'albina assottigliò le labbra e copiò il gesto delle sopracciglia che l'aveva accolta poco prima.
    Buongiorno, sensei Zenchou. Sì, la mia classe è passata tutta. Siamo tutti ottimi elementi. La sua voce tremò un attimo nel dubbio prima di includere se stessa nell'elenco delle persone dotate. Non voleva fare la sbruffona, ma il fatto di aver superato a pieni voti la prova (ed anche di esser tornata viva) la costringeva ad utilizzare il plurale. Era una sensazione un po' di rifiuto, un po' di orgoglio personale che le cresceva in petto.
    Per il resto...ultimamente non c'è molto da fare per i neofiti, giusto? Era un'affermazione un po' pretenziosa, forse era lei ad avere fretta? Nessuno le aveva detto quanto tempo sarebbe passato dalla prima missione, magari si sarebbe dovuta allenare di più in quel periodo invece di fare la scansafatiche? Sentendo quelle parole, la professoressa le mostrò il viso che era corrugato dalla preoccupazione, come se stesse per annunciarle la morte dei genitori.
    Come dire...i ninja sul fronte stanno combattendo duramente, quindi per ora gli incarichi per voi Genin sono stati rimandati. Mi dispiace! La donna le offrì il miglior sorriso che le veniva in quel momento, ma quegli angoli formati sulle sue labbra non la convinsero molto. Sembrava quasi che ci fosse qualcosa di più oscuro dietro, qualcosa di grave che non poteva dire. Non poteva di certo fare un interrogatorio ad un superiore e quindi rispose semplicemente con un monosillabo ed un cenno del capo. C'era comunque il sospetto che le stesse nascondendo qualcosa, ma sperò di aver avuto solo un falso presentimento.
    Oh...capisco, grazie infinite in ogni caso. È stato un piacere rivederla, sensei Zenchou. Dopo un rispettoso inchino che le fece guardare il pavimento legnoso del palazzo del Kage, Dadi avrebbe girato i tacchi con un gesto rotatorio del tallone. Non era il suo periodo a quanto pare, c'erano questioni sicuramente più importanti di aiutare persone anziane per denaro. Magari con quel tempo libero avrebbe potuto scoprire il mistero della signora che coltivava ortensie di fronte a lei?
    Ah, aspetta Junsui! Neanche il tempo di cominciare un secondo passo che Dadi sentì la donna che aveva appena salutato chiamarla ed, istintivamente, i suoi pensieri migrarono subito sul fatto che le fosse caduto qualcosa. Fece scattare le pupille sul terreno dietro di se', ma vide solo le gambe coperte di Zenchou avvicinarsi abbracciando i fogli che aveva in mano.
    Se non hai nulla da fare, perché non vieni domani al campo di addestramento sud? Stiamo facendo i test per l'affinità elementale e sono piuttosto sicura che con le tue capacità saresti in grado di manifestarlo! Con capacità intendeva il segno che aveva sulla mano naturalmente, od almeno era ciò che lei intuì quando vide gli occhi neri dell'insegnante scontrarsi con il tessuto nero dei guanti, un piccolo cenno di delusione nella sua espressione. Forse non si aspettava che fosse coperto, ma ciò che importava era quell'interessante proposta. Per poter utilizzare un elemento bisognava avere una certa maestria nel controllare il chakra da quanto aveva sentito, ma era un argomento troppo avanzato per una neo Genin come lei per comprenderlo appieno. In ogni caso non aveva motivi per non accettare e per questo motivo oltre all'espressione di sorpresa, ci fu un po' di felicità nei suoi occhi per l'opportunità ricevuta.
    No, sono liberissima! Verrò con piacere, la ringrazio molto. Dadi abbassò la testa sorridendo, facendo cadere i capelli bianchi sul suo viso e coprendo la nota musicale del suo coprifronte, per poi rialzarla guardando la donna negli occhi ridenti. Voleva dimostrare decisione e sostenere il suo sguardo era il minimo.
    Benissimo! Alle tre davanti all'area 2 del Campo Sud. Sono sicura che ti darà una marcia in più, non tardare! Sostenendo i documenti con la sinistra la donna l'avrebbe salutata alzando e sventolando l'avambraccio destro fino al livello della spalla. Dadi rispose alzando il braccio lentamente, socchiudendo gli occhi per non doverla guardare nuovamente nelle scure pupille. Riprese per una terza il suo ritorno a casa e nel tragitto fantasticò su quale elemento le avrebbe affidato il destino. Sapeva che molti ninja di Oto conoscevano l'elemento Vento, ma persone in grado di manipolarne altri non erano affatto rare. Avvisando dell'incontro i suoi genitori, questi furono felici che finalmente potesse fare qualcosa degno di un ninja, anche se alla fine era quasi come un corso extracurricolare dell'Accademia. Non fece molto quel pomeriggio, fu più occupata a pensare all'allenamento di domani, leggiucchiando qualche libro della libreria dello studio. Arrivata la sera ed andando a dormire, dopo aver mangiato una zuppa leggera, si addormentò mentre nella sua mente si immaginava cosa sarebbe successo l'indomani.



    Primo Post.
    Dadi Junsui | Genin di Oto





    Solo per nota, questi avvenimenti avvengono prima dell'invasione di Oto da parte dei pirati.


    Edited by ¬Delin - 9/11/2018, 12:36
     
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    ◆DADI JUNSUI◇


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    Quando la giovane aprì gli occhi il mattino dopo, il suo cervello si era scordato dell'allenamento. La sveglia era suonata alle
    dieci, un'ora in più rispetto al solito e dopo averle assestato uno schiaffo in testa, i suoi occhi rimasero a fissare il marchingegno per un paio di minuti, ancora assonnati ed indecisi sul da farsi. Era piuttosto sicura che si dovesse alzare e fece scivolare fuori dalle coperte prima il piede nudo e poi le gambe pallide e quando fu seduta, si stirò fino a quando non si sentì in grado di raggiungere il soffitto sbadigliando. Cerco con i piedi le pantofole ed in quel momento si ricordò di cosa doveva fare quel pomeriggio. Il pensiero arrivò dirompente dalla parte posteriore del suo cervello fino allo stomaco, creandole una strana sensazione di emozione e rifiuto nella pancia.
    Ah...cosa diamine faccio tutta la mattina? Guardò ad occhi socchiusi l'orologio, appoggiando i palmi sul morbido futon. La camera della ragazza era piccolina, ma lei la apprezzava molto. C'erano tutte le sue cose in una quella scatola all'interno della casa, dai vestiti alle armi che possedeva, anche se per ora alla sua collezione partecipava un singolo kunai. C'era anche in realtà un tonico particolare che aveva comprato, ragionando sul fatto che non si sapeva mai cosa potesse succedere in una missione. Era in un cassetto della scrivania e lo avrebbe portato con se solo in casi di estrema necessità, considerato che le era costato un occhio della testa. Sospirò ed aiutandosi con le mani si alzò in piedi in pigiama un po' traballando, infilando le dita tra le pantofole. Arrivando in cucina dopo un breve percorso si fece il suo solito tè col bollitore, prendendo anche una banana e un'arancia. La frutta non le dispiaceva la mattina, ciò che non sopportava erano i cereali. Dopo aver finito di mangiare, si lavò la faccia e il resto del corpo e si cambiò indossando la divisa da Genin di Oto. Andò di nuovo in camera sua, legando il coprifronte sulla fronte. Aveva provato a metterlo in varie posizioni ma quella rimaneva la sua preferita. Il resto della mattinata fu lenta e solitaria, poiché i suoi genitori erano già a lavoro da un pezzo, chiedendosi cosa avrebbero fatto e chi ci sarebbe stato a quella lezione. Si chiedeva il perché di organizzare in quel modo gli addestramenti, non sarebbe stato meglio andarla a chiamare o spedire una lettera? Forse la professoressa non era lì per caso e la stava cercando, ma le sembrava troppo strano che dovessero andare da ogni studente per avvisarlo.
    Probabilmente ci saranno problemi di organizzazione a causa della guerra. Dadi sperò veramente che i ninja di Oto se la stessero cavando, anche perché sempre più sembrava che il villaggio fosse in subbuglio. Era una paura fondata alla fine, il loro paese era il più vicino alla costa che stavano invadendo. Sapeva però che i ninja del Suono non erano assolutamente da sottovalutare e quindi distolse i suoi pensieri da quell'argomento che non trovava piacevole. Era meglio abituarsi a questi problemi, probabilmente ce ne sarebbero stati parecchi. E così, dopo aver mangiato una ciotola di riso e delle verdure in brodo, uscì di casa indossando le scarpe da allenamento in dotazione con la divisa da Genin, oltre che i suoi fidati guanti neri. Il campo sud non era lontano da casa sua, anche perché lei non abitava esattamente in centro. Invece di dirigersi verso il palazzo del Kage, le bastava prendere la strada opposta per avvicinarsi alle risaie, dove si svolgevano la maggior parte degli allenamenti all'aperto. Le villette tipiche della zona si trasformarono in casupole di legno sempre meno frequenti, fino ad arrivare ai percorsi in terra battuta e gli enormi campi di riso, che in quella stagione cominciavano ad essere mietuti. Era uno spettacolo un po' triste vedere distese di erba marrone scuro tagliata così corta che quasi sembrava il pelo di un cane, ma ancora diverse piante di color verde chiaro resistevano al freddo.
    Arrivò quindi un paio di minuti in anticipo e già da lontano poteva notare una piccola folla di persone, tutte con la sua stessa divisa, parlare liberamente l'un con l'altro o con dei superiori. Dadi si avvicinò, provando a non stare troppo attaccata a quella ventina di ragazzi e ragazze ma allo stesso tempo cercando con gli occhi qualche suo compagno di classe. In effetti c'era la ragazza che qualche tempo prima aveva condiviso la tenda con lei che parlava con altre Genin e Dadi le fece un timido cenno della mano che non fu ricambiato, forse perché era troppo occupata a parlare oppure perché era ancora offesa dal fatto che l'albina l'avesse ignorata tutta la sera. Le si spezzò un po' il cuore, ma in fondo se lo meritava.
    Non ci volle molto prima che la chioma caratteristica della sensei Zenchou si mostrasse ai ragazzi con il suo solito sorriso, accompagnata da altri due Jonin che stavano mormorando qualcosa tra di loro. Uno di questi aveva in mano una busta di carta che sembrava contenere qualcosa, anche se Dadi non poteva intuire molto a causa del limitato spessore. Tutti i ragazzi, come bravi soldatini, si disposero in fila davanti ai tre ninja di grado superiore.
    Benvenuti, ragazzi! Per chi non mi conosce, io sono Mikoto Zenchou, Jonin del Villaggio del Suono. Come alcuni di voi già sanno, esistono cinque elementi. Fuoco, Vento, Fulmine, Terra, Acqua. Ciascuno di essi ha debolezze e punti di forza. Generalmente i ninja sanno controllare dagli uno ai tre elementi, ma c'è chi è in grado di conoscerli tutti e cinque. Inoltre alcune persone, raramente riescono a creare nuovi elementi combinando quelli base. Questo però è un altro discorso, su cui non mi dilungherò. Capito tutto? Dopo la breve presentazione, la professoressa aveva azionato gli ingranaggi del suo cervello per far comprendere a tutti di cosa stesse parlando, esponendo i concetti base con voce forte e chiara. Tutti gli studenti annuirono, ansiosi di continuare. Onestamente ogni informazione era per lei solo fonte di ancora più emozione nel scoprire il proprio.
    Bene. Ogni ninja è predisposto verso un elemento, verso il quale sarà più facile orientarsi e sviluppare. Tramite l'utilizzo di questi speciali foglietti, si può conoscere verso cosa siete predisposti in base a come si comportano. Qualche istante dopo quelle parole, uno dei Jonin accompagnatori tirò fuori lesto uno di quegli speciali fogli di carta dalla busta che rivelò così il suo contenuto. La donna lo prese delicatamente con due dita e dopo quella che sembrò una brevissima e quasi impercettibile pressione, il foglio si tagliò perfettamente in due dove aveva appoggiate le unghie.
    Per esempio, il mio elemento è il Vento. Ora vi distribuiremo un foglietto a testa. Vi basta concentrare una piccola quantità di chakra nelle dita per far reagire il materiale. Provate! L'uomo alla destra della professoressa castana si alzò, facendosi passare la busta dal compagno. Mano a mano passò lungo la fila consegnando i vari pezzi di carta in mano ai ragazzi compresa Dadi. Con il tessuto dei guanti in mezzo non ne poteva capire la consistenza, ma sembrava quasi cartoncino. Lo guardò e lo rigirò tra le mani, prima di fare come detto da Zenchou. Sentì la forza interiore scorrere tra le dita, guardando intensamente il foglio come se aspettasse che uscisse qualcosa. D'improvviso, cosa che le irrigidì i muscoli, il fogliò si tagliò in due come era successo prima.
    Vento...va bene, mi sarebbe piaciuto qualcosa come il fulmine ma va bene. Dopo che tutti ebbero scoperto la loro affinità, i maestri passarono per segnare i risultati su un blocco note. Passarono circa cinque minuti prima del ritorno alla lezione.
    Benissimo. Come ogni anno abbiamo molti ragazzi dell'elemento Vento, mentre gli altri quattro sono distribuiti piuttosto equamente. Neanche una persona con l'elemento Acqua? Che peccato. La donna fece spallucce, prima di guardarli nuovamente e squadrandoli dal primo all'ultimo.
    Ora ci divideremo in due gruppi. Quelli con l'elemento Vento e Fuoco vadano con i professori Yomeno e Satsuki, gli altri vengano con me. Buona lezione! Forse li avevano raccolti per quantità di elemento, anche perché ci fu una quantità esigua di gente che andò via seguendola. Ora ci sarebbe stata la spiegazione vera e propria su come usare il Vento. Cosa era necessario per piegare le forze della natura sotto il loro volere?



    Secondo Post.
    Dadi Junsui | Genin di Oto



     
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    ◆DADI JUNSUI◇


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    Dopo aver seguito con gli occhi gli studenti che andavano dall'altra parte del campo di addestramento rettangolare, tutti i ragazzi si girarono verso quei due uomini che li sembravano scrutare attentamente, probabilmente aspettando che si mettessero in riga. Fu dunque d'istinto organizzare con naturalezza la propria posizione mettendosi in fila l'uno accanto all'altro. Dopo circa un minuto, nel quale posarono per terra accanto alla recinzione i foglietti speciali reattivi al chakra, tirarono fuori da uno zaino precedentemente messo lì alcuni rotoli di pergamena. Dopo averli srotolati ed aver eseguito i sigilli appositi da questi apparvero da una parte dei manichini e dall'altra dei tronchi di legno posizionati in verticale. Erano simili a quelli utilizzati per appendere i bersagli per l'apprendimento del lancio di kunai e shuriken. Quasi senza pensarci Dadi portò la mano sul borsellino, cercando il kunai ma trovando solo il vuoto. Sperò che i tronchi non si dovessero utilizzare proprio per il lancio di armi o perlomeno che ne avessero di scorta per chi non ne possedeva uno.
    Buongiorno a tutti. L'uomo che prima aveva tenuto i fogli in mano alzò la voce, con un tono utilizzato per attirare l'attenzione, nonostante i ragazzi avessero occhi solo per i due. Aveva i capelli molto corti e neri sparati in aria, ma erano così sottili che l'acconciatura probabilmente sarebbe stata scambiata per una a spazzola. E
    Io sono Satsuki Katsuro e per oggi sarò il vostro professore. Oggi, insieme al mio collega, vi insegnerò come richiamare il chakra elementale. Innanzitutto, guardatene un esempio pratico. Il ninja tirò fuori dal borsellino legato alla coscia due kunai perfettamente uguali, tenendone uno con la sinistra e l'altro con la destra. Mirando in direzione di uno dei tronchi di legno, con un movimento preciso e secco della mano e dell'avambraccio la lama volò sibilando dritta in direzione del bersaglio, incidendo di diversi nel legno.
    Come ben sapete, un kunai è in grado di colpire con precisione un bersaglio scoperto. Ma a volte un nemico è troppo protetto, oppure non avete un'arma a vostra disposizione. Il Vento ed il Fuoco possono sopperire a queste mancanze. Osservate. L'uomo si passò il kunai dalla sinistra alla destra, per poi stringerlo con più intensità. L'uomo tenne gli occhi fissi sull'arma e dopo qualche secondo, l'albina vide l'aria intorno ad essa deformarsi. Le si incrociarono gli occhi e fu inizialmente convinta di aver visto male, ma dopo aver sbattuto le ciglia notò che la forma del kunai fosse ancora distorta, come da una fuga di gas. Mentre Dadi ancora cercava di capire cosa fosse successo alla lama questa venne lanciata con un movimento analogo al precedente, ma se la forza immessa era uguale, il risultato fu molto più spettacolare. Il kunai penetrò rumorosamente quasi per tutta la sua lunghezza all'interno della corteccia, facendo spuntare da essa solo la parte metallica ad anello finale. Dadi inarcò le sopracciglia e spalancò gli occhi, restando a bocca aperta di fronte a quella meraviglia.
    Come vedete, il Vento rende l'arma molto più affilata e potente. Naturalmente, potete anche brandirla con le mani invece di lanciarla, ma voi stessi dovrete fare attenzione per quanto sarà tagliente. Potete anche immettere il chakra del Vento nelle vostre dita, per modellarlo come piccole lame. Un'occasione in cui potrebbe essere utile è per esempio per tagliare qualche corda che vi lega. Il sensei Satsuki si avvicinò al tronco ormai sfondato e piegandosi tirò fuori i due kunai, tenendoli con la sinistra. Rimase a trafficare semiseduto con le mani, quasi stesse scrivendo qualcosa. Quando si rialzò e si rigirò verso i suoi studenti, i caratteri del suo nome erano incisi nella corteggia, facendo allungare il collo a parecchie persone. Dopo essersi assicurato che tutti lo avessero visto, l'uomo si avvicinò questa volta ad uno dei resistenti manichini sorretti da una robusta base, adatta a non farlo crollare con facilità.
    Il Fuoco invece, mentre è più difficoltoso applicarlo ad un'arma a causa della temperatura, è molto utile per attaccare a distanza ravvicinata o come per il Vento per distruggere eventuali impedimenti. Sollevando l'avambraccio all'altezza del petto, il pugno dell'uomo improvvisamente fu ricoperta da uno strato di fiammelle rosse, decisamente più appariscenti dell'aria compressa. Piegando le gambe e facendo forza con il corpo, l'uomo sferrò un colpo infuocato al manichino davanti a se', facendo piegare pericolosamente la figura anche con la sua sola forza. Nel punto in cui aveva colpito una macchia nera si estendeva come se fosse avvenuto un piccolo scoppio in quell'area. Questa volta ci fu un flebile vociare, soprattutto tra i ragazzi che possedevano il Katon.
    Ora che avete visto di cosa siete in grado, non vedete l'ora di provare eh? Il viso dell'uomo si piegò in un sorriso beffardo per la prima volta, guardandoli con occhi quasi di ammirazione. Questa domanda fu accolta da diversi cenni col capo e con alcuni "sì" detti ad alta voce.
    Allora ci divideremo nuovamente in due gruppi, uno con me per il Vento e l'altro con il sensei Yomeno per il fuoco. Seguitemi! Rivolgendosi a tutti quelli con il Fuuton, l'uomo si allontano di qualche metro dal suo collega facendogli un gesto con la mano. Dadi fu svelta a seguirlo e si mise tra i primi della fila. Non voleva perdere tempo e soprattutto voleva far vedere di essere interessata alla lezione. Arrivati quindi a poca distanza tra quelli che utilizzavano il fuoco, si disposero a semicerchio di fronte al sensei.
    Bene ragazzi. Il primo passo per controllare un elemento è capirlo. Questa frase fu accolta da molte sopracciglia corrugate, comprese quelle bianche di Dadi. Il sensei assunse un'espressione divertita, forse intuendo la situazione.
    Diversamente dagli altri elementi, il Vento è un elemento quasi invisibile, possiamo osservarlo solo quando già agisce sulla realtà. È il chakra che noi immettiamo che ci fa vedere quelle deformazioni nell'aria. Inoltre siamo molto legati a questo elemento, ancora di più dell'Acqua. Dopotutto anche in questo istante dell'aria si trova nei nostri polmoni. Moltissime tecniche del Fuuton utilizzano proprio quella già presente nel nostro corpo. Dopo quest'ultima frase l'uomo si fermò un attimo ironicamente proprio per prendere un attimo fiato.
    Il chakra deve essere quindi sia raccolto, come in una normale tecnica, che modificato nella sua forma fisica. È innanzitutto necessario che impariate a farlo scorrere in un'arma, poiché è il modo migliore per controllarlo per poi eseguire le tecniche vere e proprie. Il principio in un certo senso è simile a quello della Trasformazione, dovete modificare la forma del chakra che vi scorre nel corpo. Siete affini all'elemento Vento, dovete concentrarvi per sentirlo scorrere sulla vostra pelle. Unite i polpastrelli e fate un respiro profondo chiudendo gli occhi. Un modo per capire che ci state riuscendo è avvertire un leggero brivido che scorre lungo le braccia, almeno nel vostro caso. Provate! Una spiegazione lunga e dettagliata, piuttosto semplice da seguire fortunatamente. Dadi si chiese quante volte il ninja davanti a lei avesse spiegato come utilizzare gli elementi, considerato che sembrava esperto in questo campo. Seguendo le sue istruzioni si alzò le mani della tuta, mostrando la pallida pelle nuda, per poi unire tra di loro i polpastrelli che erano separati solo dal tessuto delicato dei guanti. Era un po' preoccupata che questi fossero d'intralcio per la lezione, ma dopotutto le protezioni per le mani erano un tipico accessorio utilizzato dai ninja e in anni non gli avevano mai dato problemi.
    Chiuse gli occhi, solo il buio e i suoi pensieri che le facevano compagnia, e tramite il contatto delle sue dita cercò di percepire l'aria attorno a se. Richiamò il chakra nelle mani, sentendolo scorrere da un arto all'altro. Per quanto riguardava quel punto, nessun problema. Impastare il chakra le era sempre riuscito bene. Doveva però ora trasformarlo, non doveva solo cambiargli forma ma agire sulla sua natura stessa, associarlo ad un elemento. Le sarebbe dovuto venire facile, ma immaginarsi l'aria era un concetto difficile. Le venne in mente un cielo azzurro, le nuvole bianche che scorrevano sopra la sua testa dello stesso colore. In questo scenario le vedeva muoversi, le immaginava trasportate dal vento. Una brezza fredda che la trasportava sempre più in alto, fino a quando arrivata nello spazio non fosse rimasta congelata. Le venne in mente il ricordo di quando uscì senza coprirsi l'inverno scorso, quando sentì arrivarle in faccia una tramontana che le aveva congelato il naso. Doveva solo applicare queste sensazioni al suo chakra, doveva fare in modo che l'ossigeno intorno a lei si piegasse al suo volere in un certo senso. Sentì quindi alla base dell'avambraccio più un pizzicore, che le arrivò fino al polso. Le era venuta la pelle d'oca e sentiva la pelle come attraversata da un lievissimo vento, sensazione che le fece aprire di colpo gli occhi. I suoi arti erano rimasti uguali a prima. Forse era veramente riuscita a trasformare il chakra? Non era sicura se avesse avuto veramente successo oppure era stato solo un colpo d'aria. Effettivamente non sarebbe stato meglio occuparsi di questo allenamento al chiuso, per evitare di confondersi. Vedendo che l'istruttore stava aiutando una sua compagna a posizionare per bene le mani, ne approfittò per riprovarci una seconda volta. Alla prima occasione aveva utilizzato un'immagine mentale per formare il chakra elementale, quella del cielo di Oto. Ripeté così il procedimento, questa volta cercando di essere più veloce.
    Devo essere come una di quelle nuvole nel cielo...trasportate dal vento se ne vanno lontano...il vento è parte di loro... Al secondo tentativo, sentì chiaramente un brivido percorrerle la schiena. Irrigidì per un attimo i muscoli e riaprì gli occhi, ritrovando il viso del sensei che la fissava. Dadi trasalì ma tentò di rimettersi in riga il prima possibile. Non aveva il coraggio di vedere se gli altri la guardavano e tentò di tenere lo sguardo con l'uomo.
    Ah, scusami. Direi che qui ci siamo, comunque. Mettiti davanti con gli altri due, chi non ci riesce continui provare. Gli "altri due" erano un ragazzo alto coi capelli corti che la guardava sorridendo e un altro che invece aveva la faccia rivolta verso il sensei, anche se si potevano notare da lontano i suoi capelli nerissimi. Dadi, ignara di ciò che doveva fare, eseguì gli ordini e si mise accanto ai ragazzi, che stavano immobili di fronte ad un altro tronco. Era stato tagliato con cura e la superficie liscia aveva 3 kunai sopra messi ordinatamente.
    Come mi avete visto fare prima, dovete incanalare ciò che avete sentito nell'arma. È un po' più complicato di richiamarlo e basta, quindi non vi scoraggiate se non ci riuscite subito. Per evitare che finisca un kunai nell'occhio di qualcuno, dovete sferrare solo un colpo al tronco. Se vedete che l'aria intorno all'arma si deforma, attaccate! Un gesto del braccio in direzione accompagnò le sue parole, mentre l'uomo si avvicinava a loro tre mettendosi di lato. I tre si misero dunque in fila, con Dadi che era terza in posizione dietro ai due ragazzi. Il professore gli aveva dato in mano il kunai e la ragazza lo stringeva con forza, mentre osservava il ragazzo coi capelli corti che le aveva sorriso prima provare per primo. Sporgendo un po' il viso vide lo spilungone con l'arma in mano e dopo circa una decina di secondi di attesa provare a tirare un fendente al tronco. Nonostante questo avesse colpito con precisione il legno, non era nulla di speciale o comparabile a ciò che era successo prima al materiale. Fu dunque mandato dietro Dadi e mentre camminava a ginocchia molli le sorrise di nuovo, che Dadi provò a ricambiare con poco successo. Perché diavolo le sorrideva? Voleva distrarla? Oppure era in qualche modo strano interessato a lei? Questi pensieri le distolsero semplicemente l'attenzione, che fu richiamata da un forte rumore proveniente proprio da davanti a lei. Non se ne era accorta, ma il ragazzo coi capelli neri era già passato avanti e, notando la corteccia distrutta del tronco, aveva pure avuto successo. E per fortuna avrebbe aggiunto l'albina, almeno non ci sarebbero stati tre fallimenti di fila. Il ragazzo fu complimentato e fatto tornare nel semicerchio originale, fissando intensamente e seguendo con le pupille i due dietro di lui fino a quando non dovette rimettersi al suo posto. Che problemi avevano tutti quelli di quel corso?
    Non poteva fermarsi a pensare nuovamente su questi problemi sociali e quindi avanzò di nuovo a piccoli e frenetici passi, arrivando di fronte all'oggetto semidistrutto. Le schegge sporgevano dal nucleo dell'albero come una ferita aperta. Toccava lei ora, e così prese il kunai nella sinistra e richiamò le sensazioni di prima. Il cielo, le nuvole, l'aria intorno a se. Sentì il brivido, ma non era sicura di come trasferirlo all'arma. Ciò che poteva intuire era che il chakra le scorresse nel corpo, ma trovasse una minima uscita e si accumulasse flebilmente sulla pelle. Poteva quindi ad accumularlo sulle mani, per provare poi a modellarlo intorno alla lama. Avvicinò la parte acuminata al polso, mentre concentrava il chakra del Vento proprio sui palmi delle mani. Lo poteva sentire scorrere, poteva quasi sentire l'aria scorrerle tra le dita. Vedeva il metallo farsi distorto e dopo un attimo di esitazione, sferrò un colpo nella direzione contraria a quello precedente. Sentì il kunai farsi strada nel legno e per un attimo il suo cervello fu felice di aver eseguito il compito correttamente, ma all'improvviso la sua avanzata si arrestò, spingendo la ragazza in avanti.
    Che diavolo... La ragazza guardò prima il maestro, poi l'arma. Tirò con un po' di fatica fuori la lama dal legno, mentre notava il maestro avvicinarsi.
    Junsui, giusto? Come hai visto un po' di chakra si è raccolto intorno all'arma, ma non è rimasto abbastanza a lungo per aumentarne le proprietà. Prova ad utilizzare entrambe le mani, l'energia deve rimanere nel materiale! Pensa al kunai come un'estensione del tuo braccio, devi sentire il vento che penetra nella sua struttura come il sangue nelle vene. Era una spiegazione...particolare, un po' curiosa, ma allo stesso tempo abbastanza chiara. In effetti prima aveva trattato quell'oggetto come se fosse un'entità separata a se' stessa. Doveva trattarlo come se facesse parte della sua mano e anche se non se ne intendeva di forgiatura di armi, doveva pensare al metallo come se il chakra potesse attraversarlo come i tunnel di un formicaio.
    Forza Dadi. Puoi fare anche questo. Una sorta di auto-incoraggiamento le attraversò la mente, qualcosa che era maturato da poco e che fino a qualche anno fa non sarebbe mai nato. Prese con entrambe le mani il manico del kunai, mentre ripeteva il medesimo procedimento di prima. Questa volta però non si sarebbe fermata alle mani. L'arma era parte di lei e il chakra doveva quindi attraversarla, era come avere un dito senza sensibilità. Non poteva effettivamente verificare che questa volta avrebbe funzionato, ma l'aria che si deformava intorno al metallo nero fu un ottimo segnale. Sferrò un altro colpo secco e preciso, di qualche grado sopra a quello precedente e questa volta la sua mano non si fermò. Andò fino a fondo, creando un'altra ferita nel legno ed uscendo dall'altra parte, formando una "x" con il colpo dell'altro ragazzo. C'era riuscita pure lei, quello era solo un passo verso la perfezione.
    Ottimo lavoro anche tu, Junsui. Tu ed Abara potete andare. L'albina fece un piccolo inchino, sorridendo soddisfatta mentre teneva la testa bassa. Era bello avere finalmente i risultati di tanto duro allenamento. Insieme a lei il ragazzo dai capelli neri uscì dal semicerchio e andò verso il sentiero che portava alla città. Dadi tentò prima di tenere il suo passo, ma notando che questo non accennava a rallentare, camminò sempre più piano fino a quando i suoi capelli scuri tenuti su dal coprifronte non erano che un punto lontano da lei.
    Alla fine non era così male vivere lì. Forse era influenzata da quel successo, ma il cielo grigio di Oto non era così ostile dopotutto. Se lei era in grado di controllare un elemento, allora qualunque ninja di grado superiore sarebbe riuscito a sconfiggere i pirati. Tornò quindi sui suoi passi, ancora pomeriggio, convinta che in futuro avrebbe regnato la pace.



    Terzo Post [END].
    Dadi Junsui | Genin di Oto



     
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