[Caccia] Regolamento di Conti

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    Colui che è e si spera sarà

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    Dieci chilometri a sud di Kumo in una piccola casetta tra le montagne, era lì che viva l'informatore, colui che avrebbe potuto rivelare ad Hakum dove si nascondesse il ladro che aveva derubato il padre e per poter porvi rimedio, ma era davvero quello il momento di pensare a vecchie vendette personali? Il mondo dei ninja era in rotta, i Pirati stavano ormai invadendo Oto, Kumo e le regioni vicine, poco sarebbe rimasto anche per un mukenin come lui, per qualcuno che aveva voltato le spalle a tutto quello in cui aveva sempre creduto, la scelta era o allearsi con la nuova direzione, scappare o morire, ma questo a lui sul momento non importava, aveva un uomo da cercare e un conto da saldare, il resto sarebbe venuto dopo. L'ex Genin del Paese del Fulmine aveva speso una fortuna per procurarsi quelle informazioni, la vita fuori dai villaggi era già difficile di suo, figurarsi per chi vi era appena entrato, ma la stessa determinazione che gli aveva permesso di fuggire dal campo base ninja lo aiutò a trovare le persone giuste e a mettere un piede dietro l'altro verso uno stretto sentiero di montagna, affamato, solo e con pochi soldi in tasca ma con la mente ben fissa sull'obiettivo. Il giovane impiegò quasi un'intera giornata ad arrivare a destinazione dal suo villaggio natale, complici una notevole stanchezza e un terreno quanto mai impervio, ma seppe di essere sulla strada giusta quando notò un graduale cambiamento nel paesaggio, stretti sentieri e scoscesi pendii lasciarono infatti spazio ad un'ampia vallata ricoperta da una modesta vegetazione e di qualche sporadico animale selvatico con al suo limitare un'abitazione quanto mai fatiscente:

    ezgif_30

    Avvicinandovisi il ragazzo avrebbe fin da subito cominciato a sentire un forte odore di carne alla brace e alcune spezie ed usandolo come guida sarebbe arrivato ben oltre le aperte porte dell'edificio, scoprendo all'interno dell'unico grande ambiente della sala un uomo anziano dai grigi capelli e dalla folta barba intento a fischiettare e a girare una grigia sfrigolante:

    "Un altro visitatore, un ragazzo per giunta... di questi tempi siete più frequenti delle brevi piogge di montagna... che cosa ti porta al mio cospetto giovane traditore della tua patria?"

    L'uomo lasciò uscire quelle sue ultime parole con un mesto sorriso, Hakum ancora non lo sapeva ma aveva davanti a sé una persona molto colta ed eccentrica, alcuni l'avrebbero definito quasi pazzo ma non nessuno aveva mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia, chi sapeva così tanto aveva tanti agganci in quel mondo in costante equilibrio sul precipizio.

    Anyone™ Eccoci nella tua caccia, gestisciti tutto come ti pare, basta che poi mi arrivi davanti al vecchio e gli chiedi quello che ti serve sapere XD
     
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    Una corsa a perdifiato lungo i cunicoli del tunnel, questo era quello che facevo da oramai parecchie ore, ma senza mai trovare l'uscita. La diramazione di tunnel era più profonda di quanto mi potessi aspettare inizialmente, ma ciò non mi scoraggiò. Tutto ciò andava solo a mio vantaggio, sarebbe stato più complicato riuscire a trovare le mie tracce.
    Tutto procedeva secondo i miei piani, almeno fino a quando ripensai al mio passato e ad alcune vicende che avevano visto mio padre protagonista.
    La mia famiglia non era una famiglia ninja, proveniva da dei mercanti e mio padre non era da meno. Gli affari andavano anche a gonfie vele, almeno fino a quando, un giorno, la sua carovana non venne attaccata da quella che ha detta sua non poteva essere altro che un ninja. Da quel giorno, data la mole di soldi investiti per il carico merci, non riuscì più a rimettersi in carreggiata come un tempo. Le tasse lo distruggevano e l'attività andava piano piano allo sfascio.
    Tutto d'un tratto, il mio scopo principale non era più fuggire, ma andare alla ricerca di questo fantomatico ninja per regolare i conti.
    Spesi i restanti giorni ad osservare cosa accadeva al mondo ninja, a come le vicende che si susseguirono dopo la guerra si ripercuotevano sul mondo che un tempo conoscevo come casa e su come non me ne importasse più nulla.
    Cercai anche di racimolare delle informazioni, ma senza sborsare qualche soldo nessuno avrebbe parlato.
    Ebbi la fortuna di riuscire ad imbattermi in una delle tante bacheche dei ricercati, ove nelle informazioni di un tale Hektor Rinto, vi era la descrizione di diversi furti a carichi merci.
    Non avevo la minima idea se fosse lui o meno, ma quella era l'unica strada che potevo percorerre in quel momento.
    Strappai via il foglio dei ricercati e me infilai nella saccoccia.
    Passai altri due giorni a cercare qualche informazione in giro, alle volte uscendo persino dei soldi di tasca, fino a quando finalmente mi diedero un'informazione importantissima.
    Un ragazzo sui 24 anni, mi spiegò la strada per arrivare all'ubicazione di una casetta tra le montagne, dove avrei trovato colui che avrebbe potuto rispondere alle mie domande.
    Ringraziai il giovane ragazzo, che a quanto avevo capito, lui e mio padre stavano vivendo lo stesso destino, e m'incamminai verso le strade tortuose di Kumo.
    La fame attanagliava il mio stomaco e la stanchezza aumentava secondo dopo secondo. Le forze sembravano quasi di venire a mancare da un momento all'altro, ma dovevo continuare. Non mettevo nulla di decente sotto i denti da un paio di giorni, ma non potevo permettermi di piegarmi... non ora, non quando avevo le risposte ad un palmo dal naso.
    Sapevo di non star sbagliando strada, sia per la totale mappatura presente nella mia memoria, sia per via del fatto che le strade impervie stavano tendendo a cambiare verso un paesaggio più ampio e lineare, ove sembrava quasi cominciare una grande vallata ricoperta da della steppa e qualche arbusto qua e la... e finalmente, al termine della vallata, la tanto agognata abitazione.
    Devo essere sincero, non credevo di ritrovarmi davanti un'abitazione così fatiscente, ma non potevo indugiare.
    Più mi avvicinavo e più un forte odore di carne alla griglia mia riempiva le narici. Non sentivo nulla del genere da parecchi giorni ormai e un po' per fame e un po' perchè mio unico indizio, cominciai a seguire quel buon profumo di carne speziata.
    Arrivai fino a dentro l'abitazione e li trovai un uomo anziano dalla folta barba e capelli grigi intento a fischiettare e badare alla carne.
    Non avevo una descrizione dell'uomo e non fui sicuro che potesse essere effettivamente lui l'informatore... almeno fino a quando non aprì bocca.


    "Un altro visitatore, un ragazzo per giunta... di questi tempi siete più frequenti delle brevi piogge di montagna... che cosa ti porta al mio cospetto giovane traditore della tua patria?"


    Non mi misi in ginocchio, ma mi sedetti sulle ginocchia, così come la mia famiglia mi aveva insegnato e con sguardo serio e sicuro, pronunciai la motivazione della visita.

    Mi scuso per l'intrusione. Mi chiamo Hakum e sono venuto fin qui per via di ciò che alcune persone mi hanno detto che lei può sapere circa quest'uomo... Hektor Rinto.

    Afferrai il foglietto e lo porsi con convinzione verso il signore.

    Mi servirebbe sapere dove trovarlo, le sue abilità, se è più vecchio della foto, se ha qualche segno particolare e dove poter riportare il suo cadavere per riscuotere la taglia. Non credo di doverle dire per quale motivo m'interessi quest'uomo, ma anche fosse, sono motivi personali e familiari... sempre se la mia famiglia mi vorrà ancora.

    Conclusi e aspettai una risposta.

    Edit: mi son dimenticato di aggiungere SCHEDA

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    All'uomo venne da sorridere sentendo le parole del giovane, tanti erano venuti da lui per i motivi più disparati ma era da parecchio che qualcuno non lo faceva per una questione personale, ormai tutti si muovevano solo per soldi e per il potere che questi davano, niente di più e lui questo lo sapeva meglio di chiunque altro, se non fosse stato così del resto non sarebbe mai riuscito ad arrivare dove lui era arrivato:

    "Hektor Rinto...un giovanotto fumantino, se n'è sentito parlare per un po' dopo i suoi primi furti ma con la confusione che la guerra ha portato è riuscito a nascondere molto bene le sue tracce, questo bisogna concederglielo..."

    Il signore levò con un forcone di metallo la carne dalla graticola, lo lanciò distrattamente su di un vecchio e logoro piatto in ceramica e con noncuranza si mise a mangiarlo di gusto, rivolgendosi al giovane tra un boccone e l'altro:

    "Non serve che sei così formale con me ragazzo, io per te non sono nessuno e rimarrò tale da qui in avanti, ti chiederei di pagarmi per avere le informazioni che mi stai chiedendo, ma da come vai in giro e dall'odore che emani deduco che sei sprovvisto di Ryo, diciamo che questa essendo la tua prima volta e standomi lontanamente simpatico ti verrò incontro accentando di essere pagato a lavoro compiuto..."

    Parlava con una tranquillità incredibile eppure allo stesso tempo riusciva ad apparire fermo e risoluto con le sue parole, sembrava essere in completo controllo della situazione pur apparendo fragile e indifeso intento a darci dentro con una bistecca:

    "Rinto al momento sta cercando di capire da che lato della barricata mettersi, se passare al servizio degli invasori o continuare a depredare le diligenze e le carovane di fuggiaschi che cercano di mettersi in salvo dagli orrori della guerra, i miei informatori l'hanno visto pochi giorni fa in una locanda di una cittadina a pochi chilometri dalla costa a nord in quello che i più già chiamano il nuovo "Regno di Jashin". Per il resto c'è poco da dire, il manifesto dice tutto, quando hai finito torna qui, ti dirò io da chi andare..."


    L'uomo terminò il suo discorso insieme al suo pasto, allontanò distrattamente il piatto da davanti a lui e si incamminò a passo lento verso l'uscio di casa sua che imboccò giusto un attimo dopo aver detto un'ultima cosa al ragazzo:

    "Se ti posso dare un consiglio guardati bene le spalle, i Jashinisti non conoscono alleati se non tra le proprie file, non metterti contro di loro o sarai sacrificato in nome del loro dio ancor prima che tu te ne possa rendere conto"

    Detta quell'ultima perla il signor nessuno uscì dal campo visivo del ragazzo con la stessa calma e tranquillità che l'avevano contraddistinto, dando modo al giovane di elaborare tutte le informazione ricevute, ormai gli restava solo una cosa da fare, buttarsi a capofitto in quella caccia all'uomo che sembrava essere molto più di una semplice gita al mare.

    Ecco un po' di informazioni per te, il villaggio nello specifico sta a 1 giorno e mezzo di distanza da dove di trovi tu, come scritto nel post adesso la regione è sotto il controllo degli adepti di Jashin, quindi vedilo come un posto pieno di mukenin e gente dedita al culti che fa tutto quello che gli pare, descrivimi il tutto fino al villaggio e fino all'arrivo a questa fantomatica locanda, enjoy :rosa:
     
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    Mi fermai ed aspettai che il vecchio pronunciasse parola. Sinceramente non sapevo se le mie motivazioni l'avrebbero convinto a passarmi le informazioni senza un'ingente somma di ryo, ma dovevo provarci in tutti i modi. Oramai non vi era più possibilità di redenzione, dovevo fare quel che mi ero preposto.
    Il vecchio sorrise alle mie parole, ma non sembrò affatto turbato, anzi, sembrava quasi far trasparire risolutezza in ogni sua singola mossa.

    "Hektor Rinto...un giovanotto fumantino, se n'è sentito parlare per un po' dopo i suoi primi furti ma con la confusione che la guerra ha portato è riuscito a nascondere molto bene le sue tracce, questo bisogna concederglielo.
    Non serve che sei così formale con me ragazzo, io per te non sono nessuno e rimarrò tale da qui in avanti, ti chiederei di pagarmi per avere le informazioni che mi stai chiedendo, ma da come vai in giro e dall'odore che emani deduco che sei sprovvisto di Ryo, diciamo che questa essendo la tua prima volta e standomi lontanamente simpatico ti verrò incontro accentando di essere pagato a lavoro compiuto..."


    Parlava e mangiava, incurante di una remota possibilità che potessi scagliarmi contro di lui, era quasi come se non gli importasse.
    Non sapevo le sue capacità, ma avevo ben chiaro in testa che non vi era nulla da scherzare con quell'uomo... sapeva chiaramente il fatto suo.

    "Rinto al momento sta cercando di capire da che lato della barricata mettersi, se passare al servizio degli invasori o continuare a depredare le diligenze e le carovane di fuggiaschi che cercano di mettersi in salvo dagli orrori della guerra, i miei informatori l'hanno visto pochi giorni fa in una locanda di una cittadina a pochi chilometri dalla costa a nord in quello che i più già chiamano il nuovo "Regno di Jashin". Per il resto c'è poco da dire, il manifesto dice tutto, quando hai finito torna qui, ti dirò io da chi andare..."

    Detto ciò, l'uomo si alzò e cominciò ad avviarsi lentamente verso l'uscio della porta, lasciandomi la a rimuginare sulle informazioni che mi aveva appena donato.
    Perchè si, in fondo, quelle erano una donazione.
    Mi sorpassò e quando fummo di spalle entrambi, aggiunse qualcosa.

    "Se ti posso dare un consiglio guardati bene le spalle, i Jashinisti non conoscono alleati se non tra le proprie file, non metterti contro di loro o sarai sacrificato in nome del loro dio ancor prima che tu te ne possa rendere conto"

    Sapevo bene di cosa stesse parlando... L'orrore degli Jashinisti l'avevo vissuto in prima persona, seppur leggermente indirettamente. L'unica cosa che ancora non mi era chiara, era come avrei potuto sconfiggerne uno se mi si fosse parato davanti senza darmi altre possibilità oltre al combattimento.
    Scrollari la testa e decisi che ci avrei pensato a tempo debito, ormai avevo tutte le informazioni che mi servivano per poter cominciare la caccia all'uomo.
    Mi alzai lentamente, facendo leva sulle ginocchia e dopo un profondo respiro di tranquillità, mi mossi per iniziare la mia ricerca.
    Mi diressi verso Nord, sperando che le informazioni dell'anziano fossero corrette. Minuto dopo minuto, mi accorgevo di quanto le cose fossero ampiamente mutate dal giorno della guerra... quella ormai non era più il paese del fulmine, era divenuto un'estensione del paese di Jashin. Più mi addentravo all'interno dei piccoli villaggi più mi rendevo conto... più mi avvicinavo verso quello che si poteva definire il centro nevralgico della ricerca, più gli ammassi di ninja -che potevano definirsi più Mukenin che altro- aumentavano... e per quanto oramai non m'importasse più nulla del mio paese, non ero ancora contro la popolazione... quella visione mi faceva ribollire il sangue.
    Facevano tutti quanti quel che volevano, deprendando e distruggendo tutto quello che volevano, giusto per il gusto di farlo. Questo andava pesantemente contro i principi che mi si erano instaurati nella mente, ma non potevo intervenire... per il momento, il mio scopo era un'altro.
    Continuai a camminare per un'altra giornata piena, fino a quando non arrivai alla locanda, ove speravo con tutte le mie forze che sarebbe finito il lungo viaggio verso la resa dei conti.

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    Scusa il post un po' così, ma non sapevo bene cosa dire :asd:
     
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    Ti trigghererò tantissimo :si2: Up :please:
     
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    Con le informazioni in mano il giovane sapeva ormai dove andare, ma non conosceva se non in grandi linea il suo avversario, quali erano le capacità di questo Rinto? Probabilmente il vecchio sapevo molto di più sul suo conto, ma era stato già un miracolo aver potuto scoprire tutto quello che già gli aveva detto e non era nella posizione di poter ottenere altro, avrebbe perciò dovuto apprendere il resto direttamente sul campo come un vero e proprio cacciatore, il premio ovviamente era la testa del ladro che aveva derubato suo padre. Il viaggio verso Nord procedette tranquillo, l'ormai ex-ninja di Kumo non passava di certo inosservato in mezzo ad nazione in rovina dove case distrutte e cadaveri diventavano sempre più numerose mano a mano che si muoveva per quelle terre, ma gli altri malviventi che incontrava sulla sua strada non gli riservavano di più di uno sguardo bieco e magari qualche risata isterica, i pirati erano esseri stupidi ma non così tanto da mettersi contro con un Mukenin, indipendentemente dal suo grado e gli Jashinisti preferivano divertirsi a impilare i cadaveri ed eseguirci sopra dei rituali di sangue in favore del loro dio piuttosto che perdere tempo con lui, di certo non un bello spettacolo a cui assistere.
    Dopo un giorno di cammino in quell'inferno terrestre Hakum arrivò nei pressi della piccola locanda che gli aveva segnalato il vecchio informatore, una logora bettola che sembrava circondata dal perfetto campionario delle persone con inesistente morale, uomini ubriachi che urlavano, cantavano, ballavano e prendevano in giro tutti i passanti, c'era chi era svenuto per terra o contro un muro, chi invece parlava in disparte a fumare sigari o qualsiasi altra cosa avessero a tiro, il degrado umano nel suo stato più puro; entrando al suo interno la taverna era se possibile ancora peggio, l'odore di alcol e di fumo erano a dir poco nauseanti ed una stonata canzone usciva da un vecchio pianoforte che veniva maltrattato ad intervalli regolari da un uomo che aveva un moncherino nella sua mano destra e una dentiera in legno. Non era un situazione facile per svolgere una caccia all'uomo, ma purtroppo per lui non c'erano altre scelte, l'unica persona che sembrava normale dentro a quel covo di pazzi ubriaconi era l'oste, un uomo pelato e corpulento sulla mezza età che serviva senza sosta bevande a quelli seduti sul balcone e ne passava qualcuno ad intervalli regolare alle cameriere, ragazzette vestite con abiti abbastanza succinti che venivano spesso additate o palpeggiate durante i loro tragitti; avvicinandosi a sua volta il giovane si sarebbe visto arrivare davanti a sé il paffuto oste che avrebbe rivolto verso di lui il suo sguardo non troppo rassicurante:

    "Che cosa ti porto? Bada bene accettiamo solo Ryo, niente fesserie pirate o robe del genere"

    Il tono di voce risultava insolitamente acuto ed era quasi difficile da udire con tutta quella confusione, probabilmente avrebbe quasi fatto divertire il ragazzo se non si fosse trovato in una situazione come quella, l'uomo tra l'altro cominciato contestualmente a squadrare il ragazzo dalla testa ai piedi, come era solito fare con tutti i nuovi che entravano nel suo bar, certo Hakum non poteva ancora saperlo, ma se avesse giocato bene le sue carte sarebbe forse riuscito ad ottenere preziose informazioni sul suo bersaglio:

    "Ah se ti interessa divertirti con qualcuna delle mie cameriere basta chiedere, ovviamente se hai abbastanza denaro per permettertelo eheheh"

    Una risata stridula e profondamente inquietante, perfetta per l'uomo che pensava di arricchirsi mentre fuori la gente innocente moriva per strada.

    Eccoci alla locanda, fai le tue domande e rispondigli come ti pare, insomma decidi come giocartela :rosa:
    P.s. Gioca gioca, vedi come ti faccio schiattare il pg :)
     
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    Finalmente ero arrivato alla piccola locanda mal concia, sembrava più una bettola, e già dal suo esterno potevo intuire cosa avrei trovato all'interno.
    Un'ammasso di ubriaconi cantava a squarcia gola al di fuori della locanda, tutti abbracciati gli uni agli altri, che allo stesso tempo improvvisavano qualche passo di danza assolutamente improbonibile. Oltre a loro vi erano dei tizi svenuti ed altri che rollavano qualsiasi cosa potesse prendere fuoco per potersi fare una sigaretta o dei sigari. Non mi dava troppo fastidio, o almeno non lo davo a vedere. Non sopportavo l'idea che quella gente se ne fregasse di ciò che stava accandendo attorno a loro, ma dovevo farmene una ragione... almeno per il momento.
    Entrai all'interno e la situazione non andò in altro modo che a peggiorare.
    Il tanfo di alcool e fumo mi inondarono le narici, facendomi storcere il naso, mentre un povero pianoforte veniva maltrattato di dissonanze assolutamente inutili. Capii ben presto che l'uomo che suonava non avrebbe potuto fare di meglio neanche da sobrio, infatti al posto di una delle mani vi era un moncherino.
    Mi avvicinai senza cercare di dare nell'occhio e gli sussurrai delle semplici parole.

    Ti converrebbe buttarci delle quinte al basso, o anche dei semplici accordi di terza. Sarebbe meno straziante.

    Lo fissai negli occhi senza far uscire alcuna emozione e poi mi allontanai. Fortunatamente sapevo come convincere le persone, probabilmente grazie all'aiuto che davo a mio padre prima d'intraprendere la via del ninja.
    Già... ormai sembrava quasi un sogno utopistico quello che volevo intraprendere fino a qualche mese fa.
    Mi addentrai un po' di più all'interno della locanda e notai -oltre alla feccia che popolava quel posto- delle cameriere in vestiti fin troppo succinti che venivano palpeggiate a più riprese dai clienti del posto. Tutto ciò era troppo per i miei gusti... o per meglio dire, per i gusti che dovrebbe avere chiunque.
    L'unica persona che sembrava lontanamente normale in mezzo a quella bolgia, era il barista. Un uomo carpulento e dalla testa pelata, che non faceva altro che preparare drink su drink.
    Mi avvicinai al bancone e mi sedetti su uno degli sgabelli liberi, proprio davanti all'oste. Lo guardai e aspettai che mi rivolgesse la parola.

    "Che cosa ti porto? Bada bene accettiamo solo Ryo, niente fesserie pirate o robe del genere"

    -Della semplice acqua sarà sufficiente.-

    Mi venne quasi da ridere alle parole dell'uomo, poichè da una persona di tale statura poteva essere previsto tutto tranne che una voce così acuta e difficile da udire.
    Aspettai la mia acqua e mi accorsi che l'uomo mi squadrò dalla testa ai piedi, come a voler capire da dove venissi e chi fossi.
    Non potevo permettermi che qualcuno scoprisse realmente chi fossi, quindi cercai di intavolare un discorso, alla ricerca di qualche informazione, ma l'oste m'interruppe ancor prima che potessi proferire parola.

    "Ah se ti interessa divertirti con qualcuna delle mie cameriere basta chiedere, ovviamente se hai abbastanza denaro per permettertelo eheheh"

    A quelle parole, ma soprattutto a quella risata, non riuscii a far altro che digrignare i denti. Sapevo bene che non era una battaglia che dovevo intraprendere in quel momento, quindi mi limitai solo a digrignare i denti e a guardarlo in maniera non proprio amichevole.
    Quell'uomo cercava di arricchirsi sulle spalle di povere ragazze che sembravano tutto fuorchè maggiorenni.

    Non sono venuto fin qui per queste cose.

    Mi fermai e presi un paio di sorsi del bicchiere d'acqua che mi era stato servito, alla ricerca della calma che avevo perduto entrando in quella bettola.

    -Sono qui poichè sembrerebbe che un vecchio amico si aggiri da queste parti ed essendo non troppo facile da rintracciare, speravo che lei mi potesse indicare una direzione per riincontrarlo. Sa, è diversi anni che non ci vediamo e con tutto quello che sta succedendo, vorrei almeno sapere se sta bene. Il nome di questo ragazzo è Hektor Rinto.-

    Lo guardai fisso negli occhi, nella speranza che almeno lui sapesse qualcosa di più su dove potessi trovare quel bastardo.

    Essendo che ho le conoscenze popolari e linguistiche non dovrei avere troppi problemi :si2:
     
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    L'oste, sentendo le parole del ragazzo e soprattutto prestando attenzione al modo in cui gliele diceva, si rese subito conto con chi aveva a che fare, ne aveva visti passare tanti come lui e non importava ciò che li guidasse o il perché lo facessero, l'unica cosa che a lui importava era come questo sarebbe potuto andare a riempire le sue di tasche. Il corpulento signore non si sforzò nemmeno di portare l'acqua al ragazzo, ascoltò parola per parola e non appena sentì nominare Rinto aprì la sua bocca in un mesto sorriso che fece uscire quasi del tutto i suoi putridi denti dell'arcata superiore:

    "Eheh conosco Rinto, è passato qui in taverna pochi giorni fa e il caso vuole che sappia anche dove fosse diretto, ma io che ci guadagno?"

    L'uomo a quel punto fece una breve pausa anche per osservare le eventuali reazioni del giovane alle sue iniziali parole prima di continuare:

    "Mi spiego meglio cosicché tu possa afferrare il concetto: io non faccio regali, non ti conosco e probabilmente domani a quest'ora sarai morto in ogni caso, quindi se vuoi che ti dica qualcosa di più sul biondino tutto pepe devi fare qualcosa per me"

    L'oste a quel punto si allontanò a passo lento fino a raggiungere una piccola mensola piena di cassetti, ne aprì uno, vi tirò fuori una piccola e arrugginita chiave numerata a cui era attaccato un foglio mezzo mangiucchiato che recava il numero "7", la prese e con la stessa flemma tornò davanti al ragazzo:

    "Questa è la chiave di riserva di una stanza al piano di sopra, l'uomo che l'ha affittata ci si è chiuso dentro da ieri, non sembra avere intenzione di uscirne e soprattutto non mi ancora pagato gli ultimi due giorni, perciò voglio che tu vada la dentro, che lo uccida, che mi porti la sua testa sanguinante e la metti sopra questo bancone, cosicché tutti possano vedere che cosa succede a chi pensa di fare il furbo. Renditi utile e forse ti dirò qualcosa, in caso contrario puoi pure andare al diavolo per quello che mi riguarda"

    A quel punto lanciò la chiave al ragazzo e cominciò a fare qualche passo verso alcuni clienti, poi si fermò e tornò sui suoi passi:

    "Ah sia ben chiaro, più danni fai alla mia proprietà e meno ti dirò su chi cerchi...tic tac tic tac il tempo scorre su bambino bello ahahah!"

    Un'altra inquietante risata che rese il tutto ancora più strano ed irritante, ma l'uomo del resto sapeva di poter essere spavaldo avendo il coltello dalla parte del manico, che cosa avrebbe fatto Hakum? Era disposto a compiere un omicidio a sangue freddo per raggiungere i suoi scopi?

    A questo giro con quelle conoscenze ci fai poco perché lui le ha più alte di te XD A te la mossa, puoi fare ciò che ti chiede o esplorare altre strade, la scelta è tua, se vuoi precisi dettagli sul taverna mpizzami tutto :rosa:


    Edited by Stompo - 13/11/2018, 17:57
     
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    Per quanto quell'uomo mi stesse sulle scatole, cercai di reggerlo il più possibile, in modo tale da poter raccimolare qualche informazione in più su questo Rinto.
    Speravo che tutta la situazione fosse molto più semplice, ma a quanto pareva, nessuno voleva darmi qualche informazione... o per lo meno, non senza aver fatto qualcosa per loro.

    "Eheh conosco Rinto, è passato qui in taverna pochi giorni fa e il caso vuole che sappia anche dove fosse diretto, ma io che ci guadagno?"


    Lo guardai e cercai di capire cosa potesse mai volere da me. Capivo perfettamente che per lui non ero altro che un normalissimo mercenario. Non importava se un tempo fossi un ninja, mi vedeva solo ed unicamente per quel che ero divenuto.

    "Mi spiego meglio cosicché tu possa afferrare il concetto: io non faccio regali, non ti conosco e probabilmente domani a quest'ora sarai morto in ogni caso, quindi se vuoi che ti dica qualcosa di più sul biondino tutto pepe devi fare qualcosa per me"

    E figuriamoci... spara.


    Mi uscì un sorrissetto che probabilmente l'uomo non colse, poichè già voltato e intento a muoversi verso una piccola mensa ricolma di cassetti.
    Con la sua solita flemma, ne andò ad aprire uno e tirò fuori una piccola chiava arrugginita con attaccato sopra un numeretto tutto mangiato.
    Fatto ciò mi si ripresentò davanti.
    Non capivo molto bene al dove volesse arrivare, ma sapevo che non sarebbe stata una cosa molto gradita per qualcuno o anche per me stesso.

    "Questa è la chiave di riserva di una stanza al piano di sopra, l'uomo che l'ha affittata ci si è chiuso dentro da ieri, non sembra avere intenzione di uscirne e soprattutto non mi ancora pagato gli ultimi due giorni, perciò voglio che tu vada la dentro, che lo uccida, che mi porti la sua testa sanguinante e la metti sopra questo bancone, cosicché tutti possano vedere che cosa succede a chi pensa di fare il furbo. Renditi utile e forse ti dirò qualcosa, in caso contrario puoi pure andare al diavolo per quello che mi riguarda"

    Vediamo cosa posso fare.


    "Ah sia ben chiaro, più danni fai alla mia proprietà e meno ti dirò su chi cerchi...tic tac tic tac il tempo scorre su bambino bello ahahah!"


    Storsi il naso mentre un ringhio sommesso mi fuoriusciva a quella richiesta, ma volente o nolente, afferrai la chiave dall'uomo ridente e cominciai ad approcciarmi alla scalinata che si trovava poco più avanti dell'ingresso, cercando di evitare i bicchieri e i colpi di spalla di quella marmaglia ubriaca.
    Passo dopo passo rimuginavo sul da farsi, ma per quanto m'interessassero le informazioni, mi veniva ancora difficile il pensiero di uccidere un probabile civile a sange freddo.
    E fu in quel momento che mi venne un'idea.
    Avrei utilizzato la finestra esterna per entrare di sorpresa e subito dopo infliggere un colpo istantaneo che non avrebbe dovuto far soffrire l'uomo.
    Salii le scale in modo tale da capire dove fosse ubicata la stanza, cercando di capire come potesse essere posizionata anche la stanza e non appena mi feci un'idea, mi mobilitai per uscire dalla locanda, facendo segno al vecchio dietro al bancone per comunicargli che non avevo ancora portato a termine il lavoro.
    Fatto ciò, mi andai a posizionare proprio al di sotto della finestra della stanza numero sette e come se fosse niente, cominciai a camminare sulla facciata. Senza farmi scoprire, cercai di capire dove fosse il tizio e non appena capii, mi lanciai contro la vetrata, cercando di sfondarla.
    Una volta dentro, avrei unito velocemente i palmi delle mani e avrei fatto scaturire dal mio corpo una dozzina di Kunai che sarebbero state scagliate nella direzione dell'uomo. Fatto ciò, avrei crate una grossa Katana che senza neanche il bisogno d'impugnarla, avrei scagliato dritta al petto dell'obbiettivo, e se tutto ciò fosse andato come programmato, avrei riafferrato la Katana e avrei mozzato di netto la testa dell'uomo.

    Resistenza: 400 -1= 399
    Stamina: 400 -10 -35= 355

    Azioni:
    -Mi lancio dentro la stanza tramite la finestra
    -Tecnica dell'armamento acquatico [creazione di una dozzina di armi di dimensioni piccole - Kunai]
    -Tecnica dell'armamento acquatico [crezione Katana lanciata come da post]
    -Riafferro la Katana de taglio la testa.


    Scusami per il ritardo del post ma non sono successe cose molto belle in sti giorni.
     
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    L'uomo dentro quella stanza non era malvagio, non aveva mai ucciso nessuno, ma soprattutto non aveva più niente da perdere, pochi giorni prima infatti un ragazzo biondo vestito di nero con gli occhi rossi era entrato in casa sua, avevano ucciso i suoi figli, violentato sua moglie e l'avevano costretto a guardare mentre bruciava i loro corpi, finendo poi con il lasciarlo in vita cosicché potesse godersi appieno quello che gli restava della vita. Quello che successe dopo fu molto prevedibile, pianti, urla strazianti, andò avanti per ore fissando quello che restava della sua famiglia, poi presto da una depressione incalzante decise di fare l'unica cosa che gli avrebbe impedito di suicidarsi, ossia andarsi a scolare tutta la birra che poteva pagarsi e così fece, prese tutto quello che aveva, andò in quella sudicia taverna e bevette fino quasi ad andare in come etilico svenendo sul bancone, certo a quel punto voi direte ma come aveva fatto a finire in camera sua? Era stato l'oste stesso, per liberare lo spazio, ad averlo fatto portare lì prendendosi i soldi che gli erano rimasti come pagamento e visto che ci i giorni saldati erano passati aveva escogitato quel piccolo piano per prendere due piccioni con una fava, peccato però che questo il povero Hakum non potesse saperlo.
    Arrivato davanti alla finestra il Mukenin avrebbe visto l'uomo in questione seduto sul letto con le lacrime agli occhi intento a fissare qualcosa che teneva in mano, a sua insaputa per l'ultima volta: non appena il vetro andò in frantumi lui si alzò in piedi con lo sguardo confuso, giusto prima di venir colpito da diverse armi acquatiche che lo trafissero senza troppa difficoltà facendolo urlare di rolore, alla fine quasi una carezza in confronto alla katana che gli si conficcò al centro del petto facendolo finire attaccato alla parete:

    "Han...na..."

    Hakum capì quella sola parola, fu quasi costretto a leggergliela sulle labbra visto che uscì con l'ultimo respiro di quella povera anima e mentre con la sua lama decapitava l'ormai defunto corpo spargendo un enorme fiotto di sangue in tutta la stanza poté osservare la foto cadere dalle fredde mani dell'uomo, ritraeva lui ed una donna che abbracciavano una coppia di gemelli sorridenti, probabilmente la sua famiglia. Tutto quel trambusto in ogni caso non passò inosservato, pochi attimi dopo infatti il Mukenin vide la porta della stanza aprirsi con irruenza lasciando spazio a due grandi omoni dall'aspetto poco raccomandabile che si guardarono intorno con aria schifata:

    "C'era un motivo se ti abbiamo dato la chiave di questa stanza, guardo come l'hai ridotta, il capo non sarà per niente contento..."

    "Su muoviti a portarla giù, l'hai già fatto aspettare parecchio"

    Se Hakum avesse seguito il suggerimento datogli dall'uomo si sarebbe ritrovato scendendo le scale davanti all'oste che lo accolse con lo stesso inquietante sorriso che gli aveva sempre visto in volto:

    "Ah! Il figliol prodigo è tornato a casa con il malloppo, molto bene...vieni mettila qui sopra al bancone..."

    La palla di lardo avrebbe atteso che il Mukenin avesse portato a termine quell'operazione prima di portarsi due dita alla bocca e fare un fischio talmente forte che fece zittire tutto il locale:

    "Questo...signori miei...è quello che succede a chi non paga per i servizi resi dal mio locale, immagino converrete con me che essere puntali sia molto importante, spero ve ne possiate ricordare tutti in futuro, a meno che non ci tenete ad essere i prossimi..."

    Malgrado l'elevato grado di ubriachezza che ormai si respirava lì dentro nessuno osò commentare, anzi alcuni si avvicinarono spaventati per lasciare dei Ryo sopra al bancone; l'oste sembrò compiaciuto del suo intervento e fece segno al fantastico pianista di ricominciare a suonare, cosa che in pochi attimi ridiede vita a tutto il locale che ripartì come se non fosse successo niente e che permise ai due uomini che erano saliti su di fare rapporto:

    "Bene ragazzo, hai senza dubbio svolto il lavoro che ti avevo affidato, anche se a giudicare da quello che mi dicono i miei sottoposti hai lasciato la stanza in modo davvero pietoso...beh poco male sei tu quello che ci rimette. Allora Rinto è venuto qui qualche giorno fa, ha detto che si sarebbe divertito derubando e depredando sia le case che le donne che le abitavano, che vuoi farci i ragazzi con i loro ormoni impazziti...ad ogni modo mi ha chiesto indicazioni per poter arrivare al villaggio di Niishan, ha detto che doveva incontrare un suo contatto o qualcosa del genere, chissà magari se ti fossi mosso meglio ti avrei potuto dire di più, ma sai com'è questa è la vita. Ora smamma che ho dei clienti da seguire"


    Tranquillo la vita sa sempre come accollarsi XD La situazione mi sembra chiara, sappi che ti sei sporcato gli indumenti e le mani di sangue ma hai qualche informazione in più, a te :rosa:
     
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    Tutto quello che successe nei frangenti successivi alla mia irruzione nella stanza si susseguirono ad una velocità tale, che sembrava quasi che non stessi neanche svolgendo quelle azioni.
    Purtroppo, capii troppo tardi la natura dell'uomo... sin dall'inizio, visto la feccia che albergava all'interno del luogo, credevo si potesse trattare di un pirata o anche di un'altro ninja, quando in realtà, guardando la realtà della situazione a omicidio compiuto, avevo completamente sbagliato strada. Le ultime parole dette a fil di labbra dall'uomo non potevano essere altro che un nome. Sinceramente non sapevo a chi si stesse riferendo, almeno inizialmente, poichè non appena la testa si distaccò dal corpo, rotolò vicino ad una medaglietta con una foto che ritraeva quella che probabilmente era la sua famiglia.
    Strinsi l'elsa della Katana acquatica e la feci disgregare, chiusi gli occhi e digrignai i denti... avevo appena commesso un omicidio a sangue freddo senza alcuna ragione.
    Afferrai la testa dell'uomo e tra i denti serrati sussurrai un lebile mi dispiace... ormai era l'unica cosa che potevo fare.
    Non m'importava nulla d'imbrattarmi i vestiti di sangue, in quel momento la stretta allo stomaco che mi si era venuta a creare era l'unica cosa che mi levava la pace.
    Non appena riaprii gli occhi, la porta alla mia destra si spalancò e due omaccioni fecero irruzione all'interno della stanza con aria altamente schifata.

    "C'era un motivo se ti abbiamo dato la chiave di questa stanza, guardo come l'hai ridotta, il capo non sarà per niente contento..."

    "Su muoviti a portarla giù, l'hai già fatto aspettare parecchio"

    Accennai un si con il movimento della testa, mentre stretta nella mia mano destra vi era la testa dell'uomo.
    Cominciai a scendere le scale assieme ai due, quando il sorriso malato di quel maiale mi si parò davanti.
    La rabbia che mi montò in corpo in quel momento fu indescrivibile, ma la tenni sotto controllo... almeno per il momento.

    "Ah! Il figliol prodigo è tornato a casa con il malloppo, molto bene...vieni mettila qui sopra al bancone..."

    A quelle parole allungai il braccio e posai la testa con tutto il riguardo che potevo sopra al bancone, mentre i miei occhi continuavano a voler vedere la carotide di quell'uomo strappata dal collo a morsi.
    Lui, d'altro canto, riprese l'attenzione di chiunque fosse all'interno del locale, incutendo persino timore nel cuore della maggior parte di quegli uomini, che senza farselo ripetere due volte andarono a poggiare dei ryo sul lurido bancone dell'oste.

    Facile fare il proprio lavoro quando sono gli altri a svolgerlo eh?

    Mi feci sfuggire quella frase d'odio nei confronti del grassone, che facendo finta di nulla, si compiaque dell'effetto che era stato generato nei clienti.
    Dopo un breve cenno al pianista sbilenco, l'atmosfera ritornò quella che fino a qualche secondo prima regnava sovrana.

    "Bene ragazzo, hai senza dubbio svolto il lavoro che ti avevo affidato, anche se a giudicare da quello che mi dicono i miei sottoposti hai lasciato la stanza in modo davvero pietoso...beh poco male sei tu quello che ci rimette. Allora Rinto è venuto qui qualche giorno fa, ha detto che si sarebbe divertito derubando e depredando sia le case che le donne che le abitavano, che vuoi farci i ragazzi con i loro ormoni impazziti...ad ogni modo mi ha chiesto indicazioni per poter arrivare al villaggio di Niishan, ha detto che doveva incontrare un suo contatto o qualcosa del genere, chissà magari se ti fossi mosso meglio ti avrei potuto dire di più, ma sai com'è questa è la vita. Ora smamma che ho dei clienti da seguire"

    Ad ogni parola che fuoriusciva dall'uomo abbassavo il volto ma non lo sguardo, mentre decidevo il futuro prossimo delle mie azioni.
    Oramai avevo preso una decisione. Quell'uomo era entrato a far parte della mia lista nera.
    Feci per andarmene, ma proprio sull'uscio del locale, mi voltai verso l'uomo, facendo ben attenzione che mi stesse vedendo e non curante di cosa sarebbe accaduto da li in avanti, le parole mi uscirono da sole dalla bocca.

    Non appena avrò terminato con Rinto... verrò a prendere te.

    Il tutto contornato da un sorriso sadico e rabbioso... quell'uomo avrebbe sanguinato.
    Uscii dalla bettola senza fretta, cercando il più possibile di nascondere e lavare via il sangue tramite dei trogoli trovati poco più avanti del locale. Mosso da una nuova ardente furia omicida, cominciai a muovermi verso il villaggio di Niishan.

    Resistenza: 399 ---> 400
    Stamina: 355 ---> 400

    Info: Riporto a 400 perchè comunque del tempo passerà durante il viaggio :si2:


    Ecco, ora mi farai arrivare tutta la feccia della feccia :asd:
     
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    L'oste rise alle ultime parole che il giovane gli rivolse, non era il primo né sarebbe stato l'ultimo a minacciarlo di morte e quasi sicuramente avrebbe fatto la fine degli altri che ci avevano provato, cioé sotto tre metri di terra; il giovane dopo la sua decisa minaccia uscì senza voltarsi, del resto aveva ottenuto tutto quello che gli serviva per portare a termine la sua missione, purtroppo per lui però non poté sentire il grasso e perfido uomo rivolgersi ai suoi due sottoposti a bassa a voce:

    "Tenetelo d'occhio senza fare nulla di particolare, se avete occasione di uccidere o lui o Rinto fatelo, con un po' di fortuna possiamo metterci abbastanza soldi in tasca da aprirci un altro locale ahahahah"

    L'acida risata si perse nel caos generale della taverna quando ormai Hakum era troppo lontano per poterla sentire, ma una cosa era certa, la storia tra quei due era ancora lontana dall'esser finita. Il viaggio del Mukenin verso la sua nuova destinazione procedette senza intoppi, il villaggio a cui l'oste aveva fatto riferimento era a pochi chilometri di distanza e malgrado qualche poco di buono di passaggio che provò ad avvicinarglisi il giovane non ebbe troppi problemi. Arrivato a destinazione il giovane si trovò di fronte a quello che con ogni probabilità era stato il palco per un massacro, dovunque girasse gli occhi infatti c'erano uomini, donne e persino bambini uccisi in modo truculento, gli si poteva leggere negli occhi ormai vitrei il dolore e la sofferenza provati negli ultimi istanti di vita, l'odore di sangue rappreso e rancido aleggiava nell'aria e su quasi tutte le mura e le porte delle abitazioni, le poche ancora rimasta attaccate, erano stati disegnati degli strani simboli con il sangue, una scena davvero raccapricciante; in qualsiasi modo Hakum avesse reagito a questa visione infernale, si sarebbe presto reso conto di diffuso vociare proveniente dalla piazza centrale, avvicinandosi poi avrebbe potuto osservare almeno una decina di persone incappucciate riunite a cerchio intorno a una strana effige centrale, cantavano qualcosa di incomprensibile a bassa voce, una lenta e penetrante cantilena che diventava fastidiosa secondo dopo secondo:

    "Quanto tempo ancora vuoi perdere a depredare cadaveri?È ora che scegli da che parte stare Rinto, i miei capi stanno cominciando a diventare impazienti..."

    Due figure poste a lato della piazza guardavano con gli occhi il rituale mentre discutevano tra loro, uno era sconosciuto, mentre l'altro era il biondo bersaglio che tanto aveva fatto penare il nostro ragazzo che rispose alle parole del suo compare con un gesto di impazienza:

    "Tsk ti ho detto di non farmi pressioni, deciderò io se è quando unirmi a voi, tanto ormai il paese è al sicuro non ci corre appresso nessuno..."

    Hektor terminò la sua frase dando sovrappensiero un calcio netto a quella che sembrava una testa mozzata facendola volare di qualche metro fino ad incontrare la parete in pietra di una casa che venne dipinta di rosso scuro; Hakum era poco lontano e non sembrava essere ancora stato individuato, forse aiutato da quel rito profano, forse per semplice fortuna, in ogni caso aveva il suo bersaglio il piena vista, ormai stava a lui e a lui soltanto decidere il da farsi.

    La situazione mi sembra chiara, palla a te :rosa:
     
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    Cercai di lavare via quel sangue che con il passare dei minuti all'interno della locanda era andato a raggrumarsi, sia nelle mani che nei vestiti. Strofinai il più possibile, cercando di farlo andare via il più possibile, ma riuscii a liberarmene sono in minima parte... il resto del sangue dell'uomo avrebbe intrapreso assieme a me il viaggio di vendetta.
    Carico di rabbia e frustrazione per aver dovuto uccidere a sangue freddo un uomo che, sfortunamente, capii troppo tardi essere un semplice civile, mi affrettai a muovere i passi verso la destinazione suggeritami dal maiale dell'oste.
    Passo dopo passo mi avvicinavo sempre più alla mia vendetta.
    Il tragitto di pochi chilometri non mi riservò nulla di eccezionale, se non qualche poco di buono che cercava di approcciarmi per chissà quale motivo.
    Ogni volta continuai a camminare come con i paraocchi, con l'immagine fissa nella mia mente del mio obiettivo.
    Poco prima di entrare all'interno del villaggio, mi accorsi di una pianta solitamente usata come ornamento... pianta che però, la maggioranza delle persone, conteneva uno dei veleni più subdoli presenti in natura.
    La pianta in questione era un aconitum napellus, una pianta a fiore che resisteva senza alcuno sforzo alle rigide temperature di Kumo e che sbucava fuori anche tra le rocce.
    Se per gli altri quella era una pianta ornamentale, per me non era altro che un'immensa opportunità.
    Fui molto accorto nel raccoglierla, in quanto persino lo stelo era in grado di produrre il veleno e, raccogliendolo a mani nude, avrei rischiato di prendermi l'intossicazione da aconitina. Quindi, strappai una grossa parte della manica della maglia che indossavo e la avvolsi per bene, fasciandomi la mano sinistra come quella di un combattente di Taijutsu.
    Fatto ciò, strappai la pianta fino alla radice e la riposi nel borsello porta armi... sarebbe stata parte integrante della mia vendetta.
    Non era difficile sopravvivere a questo tipo di veleno, ma per via degli svariati effetti, non è affatto semplice comprendere cosa affligga il malcapitato che entra in contatto con la tossina, quindi, non si è in grado di comprendere istantaneamente come procedere con le cure.
    Sogghignai quando mi resi conto che sarebbe stato un vero piacere vedere il ragazzo che dai primi secondi di angoscia sarebbe passato ad un rallentamento respiratorio e ad un'indebolimento cardiaco, per poi scaturire in quella che definirei la morte perfetta per un verme come lui... la contrazione dei muscoli corporei, con una concentrazione a quelli della gola che induce ad asfissia.
    Mi rialzai dalla posizione in cui mi trovavo e cominciai a muovermi per le vie del villaggio, ove trovai il palco di un massacro cruento.
    Uomini, donne e persino bambini a perdita d'occhio, tutti morti probabilmente tra delle orribili sofferenze.
    Sofferenze che non erano difficili da leggere tra gli occhi vitrei... sguardi e volti completamente deformati dal panico e dalla paura, mentre il forte odore di sangue rappreso mi riempiva le narici e imbrattava sia le mura che le porte delle case.
    Digrignai sonoramente i denti e continuai a muovermi tra gli ammassi di cadaveri, cercando di non toccarli.
    Continuando il cammino, mi resi conto che nelle poche porte non scardinate vi erano degli strani simboli disegnati tramite il sangue. Sinceramente non sapevo cosa potessero significare, ma il disagio che provai a quella vista fu profondo.
    Continuai a fissarli per un paio di secondi, cercando di capire cosa potessero significare, quando ad un tratto, mi resi conto di un continuo vociare proveniente dalle vie più interne del villaggio.
    L'istinto mi portò a seguire le voci, fino a portarmi verso la piazza centrale, ove una decina di persone incappucciate e riunite circolarmente ad una strana effige cantavano una cantilena a bassa voce.
    Cercai di non farmi vedere, per quanto possibile e continuai a guardarmi attorno, sperando di trovare qualcuno che fosse ancora in vita -oltre ovviamente ai tizi in cerchio- per potermi spiegare cosa fosse successo, quando alla fine mi accorsi di due figure poste al lato della piazza, non troppo lontani da me, che guardavano il rituale e discutevano di qualcosa.

    "Quanto tempo ancora vuoi perdere a depredare cadaveri?È ora che scegli da che parte stare Rinto, i miei capi stanno cominciando a diventare impazienti..."

    "Tsk ti ho detto di non farmi pressioni, deciderò io se è quando unirmi a voi, tanto ormai il paese è al sicuro non ci corre appresso nessuno..."

    Non mi accorsi istantaneamente della presenza di Rinto tra i due, ma nel momento in cui il biondo calciò via quella che non poteva essere altro che una testa mozzata, mi sforzai di squadrarlo dalla testa ai piedi.
    Fu in quel momento che mi resi conto della sua presenza e che non ero ancora stato individuato, quindi, lentamente, riinfilai la mano all'interno del borsello porta armi, ma quello che uscii fuori non mi piacque neanche un po'. Sfortunatamente, per via del trasporto e del poco spazio all'interno del borsello, i fiori si smembrarono e la tossina era ormai fuoriuscita.
    In quel momento mi sarei messo a gridare molto volentieri, ma, mantenni la calma e cercai un'altra soluzione.
    Mi affacciai nuovamente per determinare la lontananza del mio avversario e non mi sembrò più lontano di un undici o al massimo dodici metri, quindi, appurato ciò, cominciai a impastare il chakra imponendo quello che sarebbe stato il mio unico sigillo, ovvero, unii le mani.
    Fatto ciò, avri cominciato a creare una grossa lama acquatica con all'interno del chakra modificato per essere velenoso nel corpo altrui. A quel punto, avrei letteralmente sparato -tramite il chakra- quella mia creazione, proprio verso il petto del biondo, ma non contento, avrei allungato i palmi delle mani verso la traiettoria del volo della lama e avrei cercato di potenziarla con l'onda superiore tagliente. Quando tutto sarebbe stato in procinto di colpire il bersaglio, non mi sarebbe più importato di essere scoperto o meno, quindi, sarei uscito dal nascondiglio grindando con tutta la rabbia che avevo accumulato fino a quel momento.

    MUORI RINTOOOO!!!

    Resistenza: 400
    Stamina: 400 -35 -10 = 355

    Azioni:
    -Creazione di una grossa lama associata ad induzione venefica
    -Onda superiore tagliente (come boost, ma spero che rientri anche nel raggio e quindi faccia danno)
     
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    Rinto era un uomo complicato, come tanti prima di lui aveva avuto un infanzia molto difficile, la madre era morta quando lui era giovane, il padre passava la maggior parte del tempo a casa ad ubriacarsi o in giro a sperperare quei pochi soldi che avevano e se in quelle situazioni gli capitava suo figlio tra le mani preferiva riservagli uno schiaffo piuttosto che una carezza; probabilmente un bambino normale ne sarebbe uscito scosso, con dei problemi nel credere nelle autorità e nel fidarsi degli altri, ma Rinto non era come gli altri, infatti a 12 anni, dopo l'ennesima sfuriata del padre che lo lasciò con la faccia rossa e le lacrime agli occhi, andò in cucina, prese da un cassetto un paio di forbici mentre il genitore stava riposando su di una poltrona ficcandogliele poi nel collo...
    Questo gesto segnò in modo indelebile la vita del ragazzo, ormai libero dalle angherie paterne cominciò a vivere di espedienti, imparò a difendersi in strada, cominciò a fare piccoli furti in giro per il villaggio derubando tra gli altri il padre del nostro Hakum, entrando poi in giri sempre più loschi che lo portarono inevitabilmente a diventare la persona che era oggi, un uomo sadico e pazzo disposto a far di tutto pur di assecondare la sua perversa mente malata che ben sguazzava nel mondo che la guerra aveva creato, un posto dove i più forti e chi si dimostrava fedele poteva ottenere e fare tutto quello che voleva, un piccolo paradiso personale in terra. Il biondo non era un grande oratore, nello specifico non sopportava il dover parlare con persone di cui non gli importava nulla, aveva accettato di incontrare questo informatore con il solo ed unico scopo di poter prendere i contatti con alcuni personaggi di spicco del nuovo governo Jashinista, se fosse stato per lui quell'uomo sarebbe potuto finire insieme agli altri abitanti del villaggio, ossia morto e sacrificato al dio in cui loro tanto credevano; non dovrebbe sorprendere quindi quello che Rinto fece non appena si rese conto di essere il bersaglio di un attacco a sorpresa:

    "MUORI RINTOOOO!!!"

    La velenosa arma acquatica potenziata dal potente attacco ventoso infatti viaggiò a velocità incredibile verso il biondo, che trovandosi con pochissimo tempo a disposizione fece la prima cosa che gli venne in mente, ossia prendere l'uomo con cui stava amabilmente conversando per la spalla e tirarlo contro quel poderoso attacco; diventato a sua insaputa uno scudo umano, il povero e confuso Jashinista in questione poté solo abbozzare un piccolo urlo prima di impattare con quell'attacco che lo fece finire all'indietro e a terra svenuto:

    "Tu! Non chi tu sia o che cosa voglia da me, ma sappi che hai appena firmato la tua condanna a morte!"

    Rinto si rivolse ad Hakum quasi urlando con un sadico sorriso in volto, i suoi due occhi rossi erano fissi su quel del neo-mukenin e non aveva minimamente prestato attenzione al suo "alleato", era evidente che gli importasse poco degli altri; finito di parlare mise entrambe le mani dietro alla sua schiena, vi tirò fuori due kunai che partirono in un istante verso il petto e la testa del del nuovo arrivato, poi si lanciò come un treno in linea retta contro il suo avversario e caricò un destro mirato sempre al bel sorriso del giovane Hakum, ormai lo spirito di vendetta aveva riunito quei due combattenti e lo scontro era cominciato.


    Bene comincia lo scontro, la situazione mi sembra chiara difenditi dai suoi attacchi come meglio credi, per qualsiasi cosa mpizzami :rosa:
     
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