Accademia Saito Chikamatsu

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    Un piacevole vento entrava dalla finestra mentre fissavo un punto indistinto all’orizzonte. Tutto ciò che potevo vedere era solo un mare di sabbia che nascondeva con il suo colore il mondo all’esterno di Suna. Pensavo al mio primo amore, una ragazza di Oto, che però non provò mai nulla per il sottoscritto anzi, mi rifiutò in malo modo facendomi patire le pene dell’inferno. Poco male in realtà, mi aveva permesso di capire fin da subito che le questioni d’amore non facevano per me. Fino a mia moglie. Giocherellai con la fede nuziale facendola girare intorno all’anulare, scivolava in modo sublime senza fare il minimo sforzo e senza nemmeno sentire il freddo oro sulla pelle. Dava una piacevole sensazione mentre il vento continuava nel suo compito di rinfrescare l’aula. Ogni volta che mi affacciavano da quella finestra diventavo un po’ nostalgico, una parte di me sarebbe voluta tornare ragazzino e ricominciare tutto da capo, con tutte le scelte. Mi sarebbe piaciuto rivivere quei momenti, belli o brutti che fossero.

    -Non si può fare.


    Pronunciai quella semplice frase sospirando ed estraendo con fare stanco una sigaretta dal giubbotto e la portai alla bocca. Dallo stesso pacchetto estrassi anche l’accendino e con un semplice movimento del pollice mi accesi quella benedetta sigaretta. Mia moglie non voleva che fumassi ma era un piacere al quale rinunciare mi era praticamente impossibile. Aspirai profondamente gustandomi pienamente il sapore del tabacco per poi buttare fuori il fumo facendo dei piccoli cerchi, nel frattempo sentii la porta alle mie spalle aprirsi seguita dal vociare degli studenti. Feci un ultimo tiro dopodiché mi portai dietro la cattedra e spensi la sigaretta nell’apposito posacenere. Non ero l’unico a fumare ma forse ero uno dei pochi che aveva la decenza di spegnere la sigaretta durante la lezione, altri miei “colleghi” fumavano tranquillamente di fronte agli studenti con il preciso intento di infastidirli. Ad ognuno il suo.
    Presa posizione dietro la cattedra aspettai che tutti i ragazzi si fossero seduti al proprio posto facendo cenno all’ultimo che entrava di chiudere la porta.
    -Bene ragazzi. Oggi voglio vedere se le lezioni fatti sono servite ad insegnarvi quelle che sono le basi di ogni buon ninja. Vi chiamerò uno alla volta e dovrete venire di fronte alla cattedra. Mi mostrerete le tre tecniche che vi ho insegnato: moltiplicazione, trasformazione e sostituzione. Potrei farvi anche qualche domanda ma vediamo con calma.
    Mi sedetti ed estrassi da un cassetto della cattedra un foglio sul quale erano riportati tutti i nomi degli attuali studenti. Non volevo procedere in ordine alfabetico, troppo scontato inoltre dava la possibilità ai ragazzi di prepararsi mentalmente. Decisi di fare un po’ a caso. Feci scorrere il dito sulla carta facendolo salire e scendere contando fino a cinque. Saito Chikamatsu, lui sarebbe stato il primo studente.


    -Bene bene, Saito Chikamatsu vieni pure qui davanti.


    Attesi che il ragazzo si avvicinasse alla cattedra per osservarlo meglio da vicino. Pareva essere uno dei tanti che si vedevano in accademia.


    -Allora per prima cosa vorrei sapere qual è il tuo credo ninja, dopodiché vorrei che mi mostrassi la tecnica della moltiplicazione. Mi basta anche una sola copia ben fatta, non dovete strafare se non vi sentite pronti, meglio prendersi il tempo necessario se si ha qualche incertezza.

    Poggiai il foglio sulla cattedra ed attesi che il ragazzo mi mostrasse le proprie abilità, vediamo come se la sarebbe cavata il primo alunno della lista. Ero curioso ma anche un po’ incerto, se avesse fallito significava anche che non ero stato un buon insegnante. Mi ero dato molto da fare per istruire quei ragazzi ed un loro fallimento significava un mio fallimento.
    Dovevo solo aspettare e vedere.


    /FENZEccoci qua! Hai carta bianca su come iniziare, l'importante è che ruoli il fatto che il Sensei ti chiama alla cattedra e che devi eseguire la moltiplicazione.
    Ricorda di non essere autoconclusivo, usa il condizionale o qualche altro stratagemma che vuoi tu! Mi raccomando di mettere lo specchietto delle azioni scalando correttamente la stamina per il costo della tecnica

    P.S.: se ti puo essere d'aiuto guarda anche le altre accademie, giusto per farti un'idea generale della faccenda.
    Per dubbi o altro non esitare a mandarmi un mp^^
     
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  2. /FENZ
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    narrato, parlato, parlato altri (in vari colori)
    Quella mattina mi svegliai normalmente. Niente ansia, niente paure, avevo dormito un sonno profondo e senza sogni. Perché avrei dovuto preoccuparmi? Avevo studiato, mi ero preparato, e tra le tante cose che avevo imparato da mio padre e dai suoi colleghi figuravano metodi su come controllare l'ansia, e dare il meglio di sé anche sotto pressione. Ma non per questo non desideravo ardentemente diventare genin, e avrei sfruttato tutte le capacità che avevo acquisito per raggiungere il mio obiettivo. Quindi, appena in piedi, andai prontamente in cucina per una sostanziosa colazione. Presi una fetta di pane, che mangiai dopo averla spalmata di burro e marmellata, accompagnandola con un caldo caffè. In quel momento notai che la casa era particolarmente silenziosa, ma mi ricordai presto il motivo: mia madre era in missione da ormai due giorni, lasciandomi da solo in casa. Chissà come si sentiva adesso... Quando aveva scoperto che non avrebbe potuto assistere al giorno della mia promozione a Genin si arrabbiò moltissimo. Papà avrebbe preso una notizia del genere con molta più calma e filosofia, così come avrei fatto io... Finii la colazione, mi cambiai e mi pettinai i capelli alla meglio; ora che mi potevo definire presentabile ero pronto ad uscire. Respiro profondo, si entra in scena. Appena sceso, buttai l'occhio al piccolo edificio vicino a casa nostra, che avevamo recentemente adibito a officina per le Marionette di mamma. Notai che per tutto il periodo prima della missione aveva speso molto tempo lì dentro... Che stesse sviluppando una nuova arma? Non era comunque il caso di pensarci, quindi continuai a camminare verso scuola. Una volta arrivato cercai il mio usuale gruppo di amici, ma della mia cerchia abituale erano presenti poche persone, quasi tutte ragazze, visibilmente preoccupate per l'esame che tra poco avrebbero dovuto sostenere. Interpretare un personaggio sicuro di sé e con uno spiccato senso di superiorità (come avrei voluto fare) non avrebbe giovato nessuno, quindi ritenni opportuno cambiare maschera a favore di un personaggio più dolce e spensierato. Mi avvicinai a loro correndo, quasi saltellando, e appena fui abbastanza vicino, esordì dicendo "Ciao ragazze! Vi vedo abbastanza preoccupate, come mai?" Ai, una ragazza dai capelli castani, occhi azzurri, e lineamenti gentili fu la più pronta, si girò e mi rispose "Ciao Saito! Ci stiamo preoccupando dell'esame di oggi, te invece mi sembri molto tranquillo, da dove viene questa sicurezza?" "Per ben due motivi: primo, sia io che voi ci siamo impegnati moltissimo per arrivare a oggi, quindi abbiamo tutte le possibilità per passare l'esame. Secondo, perché l'ansia è un pessimo compagno di vita. È utile, ma solo quando blanda; se troppa, può fare molto male. Quindi non preoccupiamoci, e oggi pomeriggio festeggeremo la nostra promozione!" questo vocabolario semplice, insieme alla mia voce resa appositamente più acuta e al dolce sorriso che avevo sfoggiato per tutto il tempo ebbe l'effetto desiderato: tutte si misero a ridere, visibilmente più rilassate. Sarei potuto andare avanti per ore, ma in quel preciso momento si aprirono i cancelli dell'accademia, a cui seguì immediatamente la migrazione degli studenti nelle classi. Seguii la massa, e mi ritrovai seduto nel mio solito banco, nella fila di mezzo, di fianco al mio abituale compagno. Tutti ora prestavano attenzione alle parole del sensei, io compreso: durante il tragitto dal cancello alla classe, ero ritornato lo studente serio e concentrato che voleva essere promosso con ogni sua forza. Subito dopo il breve discorso iniziale, il maestro si sedette dietro la cattedra e tirò fuori da un cassetto un foglio con tutti i nostri nomi: era ufficialmente iniziato l'esame! In quel momento potei quasi sentire la paura, le tensioni, le speranze e le insicurezze dei miei compagni; loro, non miei. Io ero probabilmente l'unico davvero tranquillo e fiducioso nella classe. Forse per questa fiducia, forse per un semplice scherzo del destino, fui io il primo ad essere chiamato dal maestro. Appena disse il mio nome tutti gli sguardi si posarono su di me, e non era una cosa che mi dispiacesse più di tanto! Mi alzai, e con passo sicuro e sguardo dritto mi posizionai davanti alla cattedra, gambe leggermente divaricate, braccia lungo il corpo e occhi sul sensei, in attesa delle sue domande e delle richieste. Decisi sul momento di dare un pizzico in più di umanità al mio personaggio, e quindi incominciai a picchiettare con il mio indice destro sulla coscia in maniera veloce e ritmata, un piccolo tic per provare a indicare lieve disagio. "Allora per prima cosa vorrei sapere qual è il tuo credo ninja, dopodiché vorrei che mi mostrassi la tecnica della moltiplicazione. Mi basta anche una sola copia ben fatta, non dovete strafare se non vi sentite pronti, meglio prendersi il tempo necessario se si ha qualche incertezza." Avevo due risposte possibili: o raccontargli il vero perché, e del precario equilibrio che vivevo tra l'essere un ninja e l'essere un attore, e di come la prima carriera potesse contenere (in senso lato e molto blandamente) l'altra, oppure potevo decidere di raccontare una mezza verità, o meglio, una verità estrapolata dal suo contesto. "Sarò molto sincero: sono diventato ninja per discendenza. Lo so é il motivo meno nobile in assoluto, ma tutti nella mia famiglia sono stati ninja, anche solo per un breve periodo di tempo, e comunque credo che con la storia che ha il mio clan alle sue spalle, ritengo sia proprio uno spreco non usufruire dell'opportunità che mi è stata data." Quello che avevo appena detto non era una bugia, non completamente almeno. Infatti, ero mosso da quei sentimenti quando decisi di iscrivermi all'accademia; nel tempo trovai una mia motivazione, che corrispondeva alla soluzione del conflitto che albergava in me. Perché non gli dissi la verità? Perché non volevo essere giudicato. Non volevo che mi guardasse e non vedesse in me il perfetto aspirante genin. Ora però non era il momento di pensare a queste cose, ma bisognava anche riuscire a moltiplicarsi con successo. Non era difficile, ce la potevo fare. Decisi anche che avrei provato a creare non una sola copia, ma ben due! Era vero che il maestro aveva detto che sarebbe andata bene anche una sola copia, ma io non mi sarei accontentato di passare col minimo sindacale. Con calma e decisione composi prima il sigillo della pecora, poi quello del serpente e infine della tigre. Grazie ai quei sigilli avrei provato a incanalare il chakra in due copie olografiche di me stesso. Infine, forse per darmi sicurezza, forse per richiamare l'attenzione sulla mia prova, pronunciai il nome della tecnica: "Bunshin no jutsu!"
    Saito Chikamatsu
    Resistenza:100
    Stamina:100-5=95
    Azioni:
    - Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (Bunshin no Jutsu)
     
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    -Sarò molto sincero: sono diventato ninja per discendenza. Lo so é il motivo meno nobile in assoluto, ma tutti nella mia famiglia sono stati ninja, anche solo per un breve periodo di tempo, e comunque credo che con la storia che ha il mio clan alle sue spalle, ritengo sia proprio uno spreco non usufruire dell'opportunità che mi è stata data.

    Ascoltai molto attentamente le parole del ragazzo. Era piuttosto raro sentire risposte di quel tipo, molte volte ci si limitava ad un semplice “voglio difendere il villaggio” oppure “vorrei essere come gli eroi del passato”. Motivazioni blande ma che non potevo biasimare, ciascuno di noi era guidato da un proprio perché è difficilmente si poteva cambiare idea se non affrontando la realtà una volta che questa si fosse manifestata. Prima di rispondere al ragazzo decisi di attendere il compimento della sua moltiplicazione. Parole di troppo avrebbero potuto disturbare la sua concentrazione e, fintanto che eravamo in un ambiente sicuro, mi sarei astenuto visto che il futuro non sarebbe stato altrettanto gentile molto probabilmente.
    Il volto del giovane Chikamatsu era tremendamente serio, ci stava davvero mettendo tutto se stesso per svolgere quella semplice azione e ciò andava ammirato. Molte volte gli studenti tendevano a prendere sottogamba le richieste più semplici.
    Puff…Una nuvola di fumo comparve non appena il giovane pronuncio il nome della tecnica, azione spesso superflua ma che almeno le prime volte aiutava nell’esecuzione della tecnica. Non appena il fumo si diradò il risultato del ragazzo venne mostrato a tutti i presenti.
    Una copia e mezza.
    Alla sua destra vi era una copia perfetta, priva di qualsivoglia sbavatura, dal suo lato sinistro invece vi era solamente una mezza copia che stramazzava al suolo. Le cause di un simile risultato potevano essere tante, da fattori psicologici al semplice errore nell’utilizzo del chakra. Mi potevo ritenere soddisfatto a metà.
    Massaggiai il mento con fare dubbioso mentre osservavo il ragazzo. Decisi di alzarmi per osservare il tutto con un’altra prospettiva mentre pensavo attentamente alle parole da dire, non tutti i ragazzi pendevano dalle labbra dei Sensei ma sapevo che spesso si facevano influenzare da ciò che dicevamo o meno.

    -Hai fatto molto bene una copia, senza ombra di dubbio purtroppo però la seconda non ha avuto la stessa fortuna. Volevo che ti limitassi ad una sola copia perché alle volte basta la minima distrazione che si sbagli a manipolare il chakra andando di fatto a compromettere la tecnica in se. Si tratta comunque di una mezza vittoria quindi non c’è da preoccuparsi. Per quanto riguarda la tua risposta invece mi hai sorpreso, positivamente direi. Seguire le “tradizioni” di famiglia non è di certo un male oppure una motivazione “poco nobile”.

    Feci una breve pausa dopodiché tornai a parlare.

    -Comunque sia ognuno ha il proprio motivo per fare ciò che fa. Direi di proseguire con la tecnica della trasformazione, in questo caso ti lascio carta bianca. Puoi prendere le sembianze di un qualsiasi tuo compagno di classe basta che mi dici il suo nome, così una volta che avrai fatto farò venire il soggetto della trasformazione per una comparazione diretta. Prenditi il tempo di cui hai bisogno, nel frattempo ti mostro nuovamente i sigilli anche se immagino tu li sappia già.

    Mi portai esattamente davanti allo studente dopodiché molto lentamente mostrai i sigilli nell’ordine corretto successivamente feci un debole gesto con la mano per indicargli che aveva il via libera.
    Gli Akasuna non erano più tanti come una volta rendendo di fatto molto importanti i pochi che si dedicavano alla vita ninja.


    -Parlato Saito Chikamatsu
    -Parlato

    Ti faccio giusto qualche osservazione. Nel complesso il post mi è piaciuto niente da ridere, l’unica cosa è che vorrei una maggiore attenzione nella descrizione della tecnica durante la sua esecuzione. E’ scritto bene ma gli hai dedicato veramente poche righe. Per il resto non ho nulla da dire, sei stato bravo. Solo una cosa, che non c’entra con la qualità del post, cerca di separare i dialoghi dal narrato come ho fatto io perché altrimenti rende difficile la lettura e capire dove inizia il tuo parlato dal narrato.
    Per quanto riguarda il post hai carta bianca sulle sembianze da prendere.
    Ultimo appunto molto secondario ma che ti semplificherà molto la vita più avanti, indica nello specchietto il numero di copie che provi a creare.
     
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  4. /FENZ
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    narrato, parlato, parlato altri(in altri colori)

    La nuvola di fumo si diradò, mostrando il risultato del mio sforzo... Una copia e mezza!? Ebbene c'erano due copie ma molto diverse tra loro! Una, perfettamente uguale a me in tutto e per tutto, svettava fiera della sua natura olografica, mentre un'altra, più simile ad una bambola dilaniata a metà vagamente somigliante a me, era riversa sul suolo, in attesa che qualcuno terminasse la sua sfortunata esistenza. In quel momento fui invaso da una delusione verso me stesso. Avrei voluto dimostrare che non ero "uno qualunque". Avrei voluto dimostrare che anche se non ero cresciuto a pane e ninjutsu come tutti gli altri presenti, ero comunque capace di passare l'esame. In ogni caso, al di fuori di me, nessuno percepì le mie emozioni, poiché me le tenni ben strette dentro di me. Non bisognava mai dare a vedere il proprio sconforto, mai far intaccare le proprie convinzioni, o almeno non mostrarlo, non mentre si è in scena. Mi ripromesso che, una volta a casa, avrei riprovato nuovamente la tecnica della moltiplicazione Quindi decisi di mostrare come unica reazione una smorfia di disappunto. Il sensei si alzò, per poi prendere la parola. Ritenne la tecnica mostratagli sufficiente, e ciò mi tranquillizzò, un minimo. Poi mi chiese di usare la tecnica della trasformazione per copiare l'aspetto di un mio compagno, premurandosi di ricordarmi i sigilli. Ora, chi conoscevo così bene da riuscire a copiare il suo aspetto? Sicuramente il mio compagno di banco, Hisashi! Era un ragazzo abbastanza timido, dall'aria gentile e pacata... Sarebbe stato il candidato ideale!



    Sì, lui era il candidato perfetto! Dopo qualche secondo di raccoglimento, preso di nuovo la parola, e dissi

    -Vorrei provare a camuffarmi nel mio compagno di banco, Hisashi Murata.

    Bene, ora era di nuovo il momento di passare dalle parole ai fatti. Chiusi per un attim ogli occhi, cercando di rappresentare Hisashi in maniera più precisa nella mia testa. Mi figurai i suoi capelli, i suoi occhi, il suo fisico leggermente più alto e magro del mio, i suoi lineamenti. Cercai anche di figurarmi in mente un espressione adatta alla sua natura timida e ritrosa. Quando ritenni l'immagine che mi ero fatto soddisfacente, avrei composto i sigilli di cane, cinghiale, e pecora, stesi sul mio corpo un velo di chakra, lo modellai affinché non avessi ottenuto le sembianze ottenute. Come prima, una nube di fumo coprì il processo.
    Saito Chikamatsu
    Resistenza:100
    Stamina:95-5=90
    Azioni:
    - Tecnica della trasformazione
     
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    -Vorrei provare a camuffarmi nel mio compagno di banco, Hisashi Murata.

    -Va bene. Murata vieni qui davanti e metti di fianco al tuo compagno. Appena avrà eseguito la tecnica osserveremo insieme il risultato.

    Lasciai al ragazzo tutto il tempo necessario per eseguire la seconda delle tre tecniche accademiche. L’aver scelto un suo compagno lì presente poteva rivelarsi sia un vantaggio che uno svantaggio allo stesso tempo. Sarebbe stato possibile osservare particolari che magari sarebbero potuti sfuggire senza un confronto diretto, mentre se qualcosa andava storto la differenza sarebbe stato subito evidente. Per quanto potesse sembrare una scelta a totale favore del candidato presentava diverse insidie. L’eccessiva fiducia nel replicare qualcuno che si conosceva bene e che si vedeva tutti i giorni portava gli osservatori ad aspettarsi l’eccellenza, io potevo anche tollerare qualche errore perché sapevo benissimo la tensione e la fatica di essere studenti, ma i suoi compagni di classe e Murata stesso avrebbero immediatamente capito se qualcosa non ero al suo posto.
    I sigilli erano quelli giusti e pure l’ordine era corretto, non che mi aspettassi di vedere cose strane visto che glieli avevo appena mostrati.
    Come consueto comparve la nuvola di fumo non appena il circuito di chakra venne concluso e l’ultimo sigillo avesse fatto scattare la tecnica. Sventolai la mano per diradare più rapidamente il fumo e vedere il risultato di Chikamatsu.


    -E’…è uguale a me…

    Murata si lasciò andare a quella semplice frase e dando la possibilità a tutti i presenti di constatare con i propri occhi la perfetta somiglianza, o quasi, tra i due. Mi avvicinai nuovamente a Saito ed indicando al contempo a Murata di mettersi attaccato al suo compagno. Una volta che furono spalla a spalla mi focalizzai sui particolari del viso, visto che tutto il resto del corpo era coperto da vestiti non mi sembrava il caso di far spogliare i due ragazzi. Purtroppo conoscevo di Sensei che l’avevano fatto. A quel pensiero mi scappò un sospiro che poteva essere mal interpretato dal ragazzo. Rapidamente feci segno con la mano che non doveva preoccuparsi.

    -Buona esecuzione c’è solo un piccolo particolare che non va bene, la punta dei capelli non ha la stessa tonalità del colore di Murata. Anziché essere castano/marroni è tendente al biondo. E’ un errore di poco conto contando che il resto è pressoché perfetto a prima vista. Voltatevi e fate vedere agli altri il risultato.


    Mentre i due ragazzi si mostravano al resto della classe tornai per l’ennesima volta dietro la cattedra e presi la sedia, sulla quale avevo passato diverse ore a spiegare a quegli stessi studenti, e la portai vicino alla finestra senza però tornare al mio posto.

    -Bene Murata ora puoi tornare al tuo posto mentre tu Chikamatsu sciogli pure la trasformazione. L’ultima cosa che devi fare è sostituirti con questa sedia. Niente di troppo complesso. Come prima ti mostro i sigilli.

    Lentamente mostrai al ragazzo i nuovi sigilli da eseguire nel giusto ordine e con un piccolo cenno della mano destra gli indicai la sedia.


    -Ah, dopo questa tecnica torna pure al tuo posto. Mi basta vedere solo più l’esecuzione della situazione ed il tuo esame può ritenersi concluso.


    Feci un passo di lato ad indicare che adesso poteva finalmente dare prova delle sue capacità.


    Il post andava bene, c'era qualche errorino qua e là ma nulla di grave. Cose che possono capitare quindi nessun problema. L'aver messo l'immagine va bene però ricorda che deve risaltare tutto tramite ciò che scrivi. Tralasciando ciò esegui la tecnica della sostituzione con la sedia, ricordati di non essere autoconclusivo.
     
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  6. /FENZ
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    narrato, parlato, parlato altri(in altri colori)

    La nuvola di fumo si diradò dopo poco, rivelando il risultato della mia tecnica della trasformazione. La prima cosa che mi venne istintiva fare fu scambiare uno sguardo interrogativo a Murata. Lui mi guardò e, semplicemente, rimase esterrefatto.

    -E’…è uguale a me…

    Appena vidi la sua reazione e sentì le sue parole ebbi la conferma di aver fatto un buon lavoro. Ma non era ancora il momento di gioire, poiché il verdetto più importante doveva ancora essere pronunciato. Il sensei fece avvicinare me e il mio compagno di banco per un controllo accurato, e squadrò bene sia me che Murata. Dopo poco si espresse e ,come avevo previsto, ritenne che avessi svolto un ottimo lavoro. Mi contestò un solo particolare: la tonalità di colore della punta dei capelli che avevo ricreato era leggermente diversa da quella di Murata. Incuriosito, mi soffermai sui capelli del mio compagno di banco: in effetti la punta dei capelli non era schiarita: i capelli rimanevano di colore castano per tutta la loro lunghezza. A conti fatti, sia io che il mio maestro rimanemmo soddisfatti. Dopo essersi girato verso gli altri studenti (insieme a me) Murata ritornò al suo banco, con un espressione sollevata... Mentre io rimasi al mio posto, in attesa di ordini. Il mio esame doveva ancora finire!

    -L’ultima cosa che devi fare è sostituirti con questa sedia. Niente di troppo complesso. Come prima ti mostro i sigilli.

    Era il momento finale, il climax del mio esame. Osservai la sequenza di sigilli compiuti dal maestro, ma in cuor mio sapevo di non averne bisogno. Avevo ripetuto i sigilli fino alla nausea, marchiandoli a fuoco nella mia mente, per giorni in attesa di questo momento. Mi misi in posizione, e osservai la sedia con cui avrei dovuto sostituirmi... Una normale sedia, non troppo grande, non troppo piccola, composta da piastre di legno compensato fissate a supporti di metallo. Non c'era niente di speciale in quell'oggetto, ma ero sicuro che, se in futuro avessi ripensato a questo giorno, sarebbe balzata in mente tra le mie memorie non come sedia, ma come ultimo ostacolo alla mia promizione.
    Il momento dei pensieri era finito. Ora dovevo solo svolgere quell'ultima tecnica, e avrei potuto considerarmi un ninja della Sabbia. Composi i sigilli necessari per impastare il chakra correttamente e mi concentrai nel focalizzare la mia posizione attuale in funzione della posizione in cui mi sarei ritrovato tra pochi secondi. Subito dopo cercai di collegare fili di chakra alla sedia per provare a spostarla nella mia posizione mentre la solita rassicurante nuvoletta di fumo appariva. Come mia consuetudine, scandii il nome della tecnica con voce sicura e ferma.

    -tecnica della sostituzione!
    Saito Chikamatsu
    Resistenza:100
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    - Tecnica della sostituzione
     
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    La tua accademia può ritenersi conclusa. I post mi sono garbati, a parte qualche errore ed un po' di descrizione carente ma nulla di grave, non appena comincerai a giocare verrà automatico XD

    Ti becchi 30 punti exp con annessi tutti i bonus per il passaggio di grado che sono:

    - Aggiunta gratuita dell'abilita "Concentrazione del Chakra"
    - 60 punti parametrici da smistare come ritieni meglio
    - Aggiunta gratuita di un borsello e di un taschino porta armi
    - Aggiunta gratuita delle 3 tecniche accademiche e di 3 tecniche lvl D a tua scelta
    - Aggiunta gratuita del coprifronte di Suna

    Fai pure richeista nella sezione aggiornamenti dove ti è stata convalidata la scheda ^^
    Buon Game :hat:


    Invce attendo Exp da parte di qualcuno dello Staff per moi :hat:
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    il max -3 per Zendih :rosa:
     
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