[Spin-off guerra] Rimestare nel torbido

max 5 partecipanti Genin

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    Colui che è e si spera sarà

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    Ancora una volta il Samurai venne colto in fragrante e ancora una volta si ritrovò circondato e sotto attacco da tutti i lati, diversi pirati infatti avevano rapidamente cominciato la scalata della palazzina sopra cui si era rifugiato ed altri avevano si erano messi a tirare sassi e pezzi di macerie, una situazione già non facile che divenne un inferno dopo poco: intento a guardarsi intorno e a decidere il da farsi infatti il giovane venne colpito in testa e con forza da un grosso frammento di muro che lo fece sentire improvvisamente debole prima di fargli perdere i sensi rovinando a terra, diventando una facile preda dei pirati che l'avevano ormai raggiunto:

    "Ah perfetto, ottimo lavoro ragazzi, portiamo questo ninja dal capo, sarà lui a decidere cosa farne, chissà se la sua carne è buona come quella di quel grosso pennutto ah ah ah"

    Diversi compagni si unirono alla sua sgangherata risata, poi in due lo perquisirono levandogli tutto l'equipaggiamento che aveva addosso e ogni cosa che poteva avere un qualche tipo di valore, prima di legarlo e caricarselo in spalla, allontanandosi dall'edificio con la chiave e andando verso quello con i ben sigillati dati sensibili, che fine avrebbe fatto il povero Samurai? Solo il tempo avrebbe potuto dirlo.

    [...]

    Il Kiriano, che senza saperlo era praticamente diventato l'unico in grado di poter portare avanti la missione, era riuscito per sua fortuna a trovare il pannello centrale, console dalla quale avrebbe potuto disattivare la corrente in tutto l'intero complesso, liberare la via all'edificio con la chiave rossa e conseguentemente permettere di accedere al luogo dove erano celati gli importati documenti che erano stati incaricati di recuperare. In quel momento però, davanti a tutti quei fili e quelle leve per lui completamente estranee e sconosciute, la fortuna che fino a quel momento l'aveva aiutato finì e nel momento in cui il giovane terminò di armeggiare con il panello cominciò ad avvertire una fortissima sirena intermittente che si dilagò a macchia d'olio in tutto l'edificio e a sua insaputa anche nell'intero complesso, seguita dopo pochi secondi da una voce non umana che cominciò a ripetersi ad intervalli regolari:

    "Attenzione...errore nella procedura di disattivazione del nucleo centrale...relé elettrici in sovraccaricò...spegnimento di emergenza in corso..."

    Dopo circa un paio di minuti di trambusto tra la sirena e la voce robotica il ninja di Kiri poté assistere al totale spegnimento della centrale che pannello dopo pannello divenne morta e silente come tutti i cadaveri che vi aveva trovato dentro. Per quello che ne sapeva il giovane in ogni caso il suo compito lo aveva portato a termine, non gli restava altro da fare che uscire da lì e riunirsi al resto della sua squadra.

    ShiraiRiot salti il turno perché non hai postato in poco meno di un mese senza avvisare né rispondere ai miei messaggi, se posti al prossimo giro narrandomi quello che accade al tuo pg fino allo svenimento hai una chance di salvarlo se no ci lascia anche lui.
    Capitan Steg hai disattivato la centrale per quello che ne sai, a te la mossa :rosa:
     
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    “Attenzione...errore nella procedura di disattivazione del nucleo centrale...relé elettrici in sovraccaricò...spegnimento di emergenza in corso...”

    Non riuscì a trattenere il mio stupore.

    -Sono nei guai...

    La voce meccanica aveva fatto un casino esagerato, probabilmente aveva avvertito chiunque si trovasse nella zona per miglia e miglia. Tutti sapevano che qualcuno aveva spento la centrale.

    -E ora?

    Forse non ero totalmente nei guai...Forse i pirati potevano pensare che i responsabili dello spegnimento fossero i due pirati con cui avevo combattuto? Brutta situazione, spero solo che il samurai stia bene. Dovevo raggiungere la zona abitata e raccogliere informazioni. Analizzare a che punto della missione fosse Shirai e poi proseguire di conseguenza. Magari gli sarebbe servito il mio aiuto per raggiungere quella chiave oppure l’aveva già presa e dovevamo solo recuperare la cartella e svignarcela da questo maledetto posto. Però, prima di tutto, sarei dovuto fuggire da questa centrale. Ripercorsi i miei passi il più rapidamente possibile per uscire da quella trappola. Se tutto fosse andato per il meglio non avrei dovuto incontrare nemici. Soprattutto se quello che avevo teorizzato fosse corretto.

    Una volta uscito mi sarei mosso in direzione del centro abitato. La zona con la chiave si sarebbe dovuta trovare vicino le mura, ad ovest dalla mia posizione. Forse la strategia migliore per raggiungere la zona era correre sulle mura. Però, visto il caos dovuto dall’allarme scattato alla centrale mi sarei dovuto mimetizzare. Provai ad usare una strategia che ma aveva permesso di avvicinarmi alla zona indisturbato. Mi trasformai in un pirata, però questa volta avrei preso le sembianze del pirata che era caduto in combattimento. Una volta eseguita la tecnica scalai le mura emettendo il chakra dai miei piedi e raggiunsi agilmente la cima. Le mura, come tutta la zona erano state colpite dalla devastazione. Da lì, così in alto potevo ammirare il territorio circostante, però non preannunciava niente di buono. Potevo vedere losche figure aggirarsi rapidamente nella zona, in molti scattavano verso la centrale. Strinsi i denti, così forte che stavo quasi per spaccarmeli. Ero stato uno sciocco, avevo messo in pericolo tutta la missione. Non vidi neanche qualche segno di shirai. Qualche traccia o una qualsiasi informazione su a che punto fosse della missione. Non potevo fare altro che muovermi cautamente verso la zona della chiave. Corsi sulle mura cercando di fare il meno rumore possibile. Mi accovacciai per non farmi individuare, i blocchi di mattoni potevano nascondermi. Se tutto fosse andato come previsto mi sarei ritrovato davanti la casa.
    ——
    Mi spostai dalle mura ad una delle strutture che si reggevano in piedi del posto. La zona era stata visibilmente martoriata dalla battaglia. Pochi luoghi dove nascondersi, pochi accessi. E nei dintorni nessun segno del mio compagno. Non ero sicuro di fare irruzione nella casa, il mio travestimento probabilmente non avrebbe funzionato davanti un occhio minimamente esperto. Però i pirati in grado di usare il chakra non erano moltissimi. Forse, quelli in grado di combattere si erano diretti verso la centrale...Forse avevo una possibilità di non farmi prendere? Aspettai qualche momento. Volevo analizzare se ci fossero qualche turno di guardia attorno alla casa. Nel caso in cui ci fosse stato avrei aspettato per approfittare di un punto cieco. Infatti notai alcuni malintenzionati che giravano attorno all’abitazione. Sembrava che il tetto della casa fosse libero, almeno così appariva. Da lì sarei entrato, la finestra più in alto mi sembrava la soluzione migliore. La situazione si stava realmente rendendo pericolosa. Se prima mi pareva di entrare nella tana del lupo, ora ero seduto su una bomba pronto ad innescarsi.
    Resistenza:223
    Stamina:85-5=80

    Azioni:
    Tecnica della trasformazione
    Note:
    Se ho sbagliato qualcosa mandami un mp che modifico. La situazione senza gli altri utenti si è fatta incandescente :sob:


    Edited by Capitan Steg - 26/1/2019, 15:42
     
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    La missione che il Caporale Rho aveva affidato al gruppo di giovani ragazzi non presentava, in teoria, particolari difficoltà, soprattutto perché quattro Genin, se ben motivati, potevano fare qualsiasi cosa. La vita però il più delle volte aspettava il momento migliore per mettersi in mezzo e in quell'occasione sembrava essersi messa d'impegno per non far andare nulla nel modo giusto, fin dal primo momento infatti i componenti della squadra avevano manifestato diversi problemi, chi si era sentito male ancor prima di partire verso la metà stabilità, chi lo aveva fatto una volta arrivato sul posto, passo dopo passo solo un ninja era rimasto in condizione di poter tentare di portare avanti la missione, cosa avrebbe potuto fare da solo contro un esercito di pirati ed il loro capo? Suzaku ancora non sapeva di trovarsi in quella pessima situazione, comprendeva però che la sua mossa avventata aveva allertato tutti i pirati del complesso rendendosi il percorso pieno zeppo di guardie e di insidie, beh niente che una semplice tecnica della Trasformazione non avrebbe potuto gestire no? L'aspetto alternativo funzionò alla perfezione, spacciandosi per un pirata infatti il ragazzo divenne invisibile pur rimanendo sotto il naso di tutti, decine e decine di pirati gli passarono di fianco senza calcolarlo nemmeno, per sua fortuna nessuno era ferrato in quelle che i ninja consideravano delle semplici tecniche accademiche. Arrivato davanti all'edificio della chiave si rese suo malgrado conto di quanto la situazione fosse peggiorata: non c'era nessuna traccia del suo compagno e l'intera struttura era piena zeppa di pirati che la stavano rovistando da cima a fondo, che il suo alleato avesse fallito il suo compito o, situazione ancora peggiore, che fosse riuscito già ad entrare ritrovandosi accerchiato da tutti quei pirati? Con la tecnica ancora attiva il giovane riuscì a raggiungere un punto sopraelevato e vicino senza dare nell'occhio, ma fu al momento di entrare nel palazzo che egli si mosse con poca cautela, diversi infatti furono i pirati che vedendo entrare un loro "alleato" in un modo così inusuale e particolare si insospettirono, buttandosi dentro all'edificio con il chiaro intento di indagare:

    "Hai controllato quella stanza in fondo?... Come no! Lo sai cosa ci fa il capo se torniamo da lui con la chiave magnetica!"

    Entrando dalla finestra Suzaku ebbe la fortuna di non allertare nessuno dei pirati presenti sul piano, sentì distintamente due di loro confabulare sul da farsi e sulla chiave dall'altra parte del muro che trovava alla sua destra, dettaglio che gli fece capire una volta per tutte come quei pirati stessero cercando esattamente quello che cercava lui, la sua unica speranza rimaneva quella di trovarla prima di loro, possibilmente in mano al suo compagno, anche se quello ormai era un desiderio più che una vera possibilità; la finestra da cui era entrato in ogni caso illuminava quella che sembrava un'ampia sala conferenze lasciata in fretta e furia, molte delle sedie poste intorno al tavolo centrale erano a terra, fogli e libri erano buttati ovunque, oltre a questo però non si vedevano cadaveri o altri dettagli inquietanti, dove cominciare la ricerca della chiave?

    ezgif_36


    ShiraiRiot Secondo ed ultimo strike, più di due settimane senza notizie né post, anche il tuo pg salta, se mai dovessi tornare prenderai il minimo sindacale.
    Capitan StegSei dentro l'edificio e ti sei reso conto di aver dato nell'occhio entrando,hai due post per trovare la chiave, dopo di che il piano sarà invaso di pirati. Ti ho messo una piantina per farti capire come è fatto il piano, dimmi nello specifico come ti muovi, dove cerchi e come lo fai, non sai quanti pirati al momento siano presenti sul piano oltre ai due nella stanza affianco alla tua, a te :rosa:


    Edited by Stompo - 2/2/2019, 11:17
     
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    Ero entrato. Strano no? Eppure ero riuscito a sopravvivere in mezzo a tutti quei nemici, che fortunatamente per me, non erano avvezzi al chakra e alle tecniche ninja. Questo particolare mi sarebbe potuto essere d’aiuto anche in futuro. Forse qualche tecnica della sostituzione o altre trasformazioni mi avrebbero potuto salvare la pelle. Invece la tecnica della moltiplicazione avrebbe attirato troppo l’attenzione.
    Attorno a me la situazione sembrava relativamente tranquilla. Cioè tutto era messo a soqquadro però non vi erano dettagli macabri come nella centrale. Quasi tirai un sospiro di sollievo, quei corpi e quel sangue mi avevano fatto venire i brividi.
    Sentì una voce:

    “Hai controllato quella stanza in fondo?... Come no! Lo sai cosa ci fa il capo se torniamo da lui con la chiave magnetica!”

    -Diamine

    Non avevano ancora trovato la chiave e questa era un buon segno. E se l’avesse già trovata il mio compagno? Ero indeciso, non sapevo come continuare. Ero entrato no? Però era stata una mossa azzardata. L’unica opzione che avevo al momento era andare avanti nella ricerca di quella chiave. Almeno tentare di trovarla e se non ci fossi riuscito di raggiungere la zona della cartella e sperare che il mio compagno avesse la suddetta chiave. Cercai un po’ attorno, controllando cassetti e mensole. Diedi uno sguardo fugace anche agli scaffali. Dove avrebbero nascosto una chiave magnetica? Probabilmente nell’ufficio del capo. Lì, il principale l’avrebbe custodita per poterla usare quando voleva. Il caporale Rho ci aveva informato che la chiave si trovava sicuramente in questo edificio. Quindi se si trova ancora al suo interno sarà nascosta nella stanza del capo. A questo punto dovevo solo trovare quella stanza e cercare quella maledetta chiave. Quasi volevo ridere per il nervoso. Il medico mi aveva detto che per un ninja affrontare missioni lo abituava allo stress e a questa vita....se mai riuscirò a tornare a Kiri gliene dirò quattro.
    Mi mossi piano, non volevo fare rumore perché sapevo che alcuni pirati si aggiravano nell’edificio e volevo assolutamente evitare di parlare con loro. Potevo passare inosservato in mezzo ad una folla, ma da vicino, forse si sarebbero accorti che non ero un pirata. Appoggiai l’orecchio alla porta sulla sinistra e chiusi gli occhi. Il mio udito era abbastanza buono e quindi mi sarei fidato delle mie capacità. Avrei aspettato che chiunque fosse dall’altra parte se ne fosse andato e a quel punto mi sarei mosso verso l’altra stanza. Questa volta però mi sarei spostato come se fossi stato un qualsiasi altro corsaro.

    Entrai in una stanza che sembrava un archivio. Anch’esso messo a soqquadro come la stanza precedente. Avevo precedentemente ipotizzato che la chiave si sarebbe potuta trovare nell’ufficio del direttore, però anche l’archivio poteva essere un buon posto dove cercare. Provai a guardarmi intorno. Molti cassetti erano stati tirati fuori dagli schedari, magari potevo ottenere qualche informazione sul luogo della chiave? Cercai la lettera c nello schedario. Trovato il cassetto cercai qualche documento che parlasse di una chiave magnetica rossa. Però erano troppe pagine e troppe informazioni da leggere in così poco tempo. Rimisi a posto i dossier. Andai verso un’altra porta e aspettai che non ci fosse nessuno dall’altra parte. Una volta che fosse smebrato tutto sgombro sarei sbucato dall’altra parte.

    Al di là trovai un ufficio. Più spazioso del precedente che avevo visitato. Chissà, magari avevo avuto un po’ di fortuna ed era quello giusto. Il design era ultramoderno, scrivania metallica e una serie di oggetti sofisticati ed avanzati decoravano l’ambiente. Però sembrava tutto già setacciato dai pirati. Quei maledetti pirati probabilmente avevano già controllato ogni stanza, come potevano non averla ancora trovata? Uno strano quadro affisso alla destra della scrivania mi distolse dai miei pensieri. Era un quadro che rappresentava due alberi di pino innevati. Uno più bianco dell’altro. Trasmettevano calma e tranquillità. Però un po stonavano nello stile dell’ufficio. Ai bordi, sul muro c’era un segno scuro che delimitava il quadro. Come se fosse stato più volte tolto e rimesso. Mi avvicinai, mi tremavano un po’ le mani. Lo presi e lo staccai da dove era affisso. Toccandolo pareva veramente antico, infatti era molto fragile. Sotto di esso trovai una cassaforte, una dannatissima cassaforte incastonata nella parete. Volevo dire qualcuna delle parole che mi erano state vietate da mio padre, però preferì non farmi sentire dall’esterno. Intanto i rumori aumentavano e si facevano più vicini, dovevo assolutamente aprire quella cassaforte. Era in acciaio ed aveva un tastierino che sembrava indicare la possibilità di mettere quattro cifre. Ma quali erano queste quattro cifre? Avevo poco tempo però nessuna idea. Dovevo cercare qualsiasi qualcosa mi potesse rivelare le cifre. Guardai a destra e sinistra, nei cassetti, sulla scrivania e anche nella libreria. Niente, sfortunatamente i pirati avevano già messo a soqquadro tutto e probabilmente avevano perso l’indizio fondamentale.

    Mi sedetti sulla sedia di colui che un tempo lavorava lì. Ero sconsolato e dispiaciuto. Avevo messo tutto me stesso in questa missione, eppure non riuscivo a trovare il pezzo mancante. Sulla scrivania c’erano qualche foglio, una foto di famiglia che era sta rotta da qualche vandalo ed un orologio digitale. Alzai lo sguardo e notai un altro orologio analogico sopra la porta. Pensai che il tipo che possedeva quell’ufficio dovesse essere troppo fissato dal tempo. Passò qualche istante e la lancetta dell’orologio analogico si mosse. Un leggero ticchettio mi risuonò nell’orecchio, però l’orologio digitale non si mosse. Non modificò l’orario che segnalava. Anzi continuava a mostrare le 01:49. Ma non poteva essere quell’ora, l’analogico ne mostrava un altro e fuori c’era il sole, non era notte. Così ebbi un’epifania. Perché non mettere quelle quattro cifre e vedere che succede? Mi riavvicinai alla cassaforte, pigiai lo 0, poi l’1, il 4, mi venne in mente come questo numero avesse la stessa pronuncia della morte, e per l’ultimo il 9, che a sua volta aveva la stessa pronuncia dell’agonia. Non mi mettevano di buon umore, però speravo in cuor mio che quella cassaforte si aprisse.

    Resistenza:223
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    Se mi sono preso troppe libertà dimmelo che modifico :selmo:
    Ho ipotizzato che la chiave si trovasse nella stanza più in alto perché era la più grande e il movimento del pg verso di essa mi sembra congruo, anche perché quando si trova nel primo ufficio può muoversi solo attraverso due porte. Da quella a destra stanno arrivando i pirati e a sinistra ci sta l’archivio, da dove poi l’ho mosso verso il secondo ufficio. :rosa:
     
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    Suzaku sapeva perfettamente di essere circondato e di avere poco tempo a disposizione, del resto un uomo, vestito come un pirata o meno, che saltava da una palazzina all'altra e camminava sulle pareti tendeva a dare nell'occhio, ma nonostante tutto riuscì a mantenere calma e sangue freddo, razionalizzando rapidamente la situazione in base alle informazioni che che poteva ricavare dall'ambiente circostante e forse aiutato dalla fortuna, forse aiutato dalle sue abilità riuscì a trovare l'ufficio abitativo del direttore, quello dal quale era solito gestire alcune secondarie mansioni di ufficio o semplicemente rilassarsi godendosi lo stupendo panorama che si rivelava in tutta la sua bellezza dalle ampie finestre a vetri laterali, probabilmente se non fosse stato così di fretta il giovane ninja avrebbe volentieri indugiato in quella vista, ma il tempo non era dalla sua o almeno non del tutto. Dopo una breve esplorazione della stanza infatti il giovane ninja di Kiri scoprì non solo una cassaforte segreta, ma trovò anche quella che riteneva essere la sua combinazione nascosta in un vecchio ed apparentemente rotto orologio a parete, intuizione o semplice disperazione? L'aumento di rumori e di voci sul piano fece capire al giovane come nessuna risposta a quella domanda avrebbe avuto importanza, Suzaku inserì i numeri sul tastierino digitale ed attese con il cuore in gola che succedesse qualcosa, i dapprima rapidissimi secondi sembrarono quasi rallentare tanta era la tensione che attanagliava il corpo e la mente del solitario ninja, finché non avvertì un rumore metallico simile ad uno scatto di serratura che venne accompagnato dall'apertura dello sportello della piccola cassaforte a muro che rivelò al giovane il suo contenuto:

    ezgif_5

    La chiave rossa era stranamente l'unica cosa contenuta all'interno di quel piccolo e nascosto spazio, osservandola da vicino essa appariva come una normale tessera munita di una specie di codice a barre leggermente in rilievo da entrambi i lati, una scritta "Settore Zero-Chiave Rossa" e uno strano simbolo in un angolo di cui però il ninja ignorava il significato; era quasi sul punto di saltare dalla gioia quando con il suo sensibile udito, avvertì un intenso chiacchiericcio provenire da fuori la sua stanza:

    "Cosa? Un ninja qui!? È la terza volta che controllo questo schifo di posto, spero davvero che non vi siate inventati tutto o giuro che a fine giornata dovrete trovarvi un modo creativo per pisciare..."

    Il pirata che si era espresso sbucò pochi attimi dopo dalla porta dell'ufficio dove si era messo a frugare il ninja, accompagnato da altri due suoi compagni che subito puntarono lo sguardo prima sulla cassaforte e poi sulla chiave che il ragazzo stava tenendo tra le mani:

    "Ehi Stank bel colpo! Non so come hai fatto ad arrivarci dato che di solito non riesci a contare fino a dieci, ma a quanto pare la fortuna ogni tanto bacia anche gli stupidi, dai adesso dammi quella tessera cosicché io possa consegnarla al capo, magari oggi riusciremo anche a vederlo sorridere chissà ahahah"

    I suoi gregari risero alla sua finale battuta, evidentemente il loro boss non doveva essere un simpaticone, ad ogni modo Suzaku era di fronte ad un'importante decisione da prendere, cosa avrebbe fatto sarebbe ormai dipeso solo da lui.

    Mi sei piaciuto con la perlustrazione, hai trovato la chiave ma come puoi intuire il gioco è appena cominciato, a te la palla :rosa:
     
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    La cassaforte si aprì. Dentro trovai la chiave magnetica, esattamente quella che serviva per il proseguimento della missione. Un misto di emozioni mi travolse. Ero contento, ero riuscito a trovare la chiave, però ero in ansia per la situazione del mio compagno. Sicuramente non aveva trovato la chiave, quindi erano poche le altre opzioni rimaste. Forse era stato catturato a causa del casino che avevo combinato alla centrale elettrica. Ma a questo punto non potevo fare più nulla per lui. Non sapevo dove si trovava e la città era totalmente vigilata dai pirati, già io sarei potuto essere individuato da un momento all’altro, come avrei potuto aiutarlo? Oramai se la sarebbe dovuta cavare da solo. Così come io mi sarei dovuto muovere come se fossi stato solo. Un piccolo ninja mascherato dietro le linee nemiche. Beh, se fossi tornato a casa avrei avuto qualcosa da condividere con papà.

    La porta si spalancò e tre tizi mi guardarono.
    “Diamine, sono fritto”
    Ed invece la mia trasformazione mi salvò un altra volta infatti mi scambiarono per un loro compagno chiamato Stank. Simulai un colpo di tosse. Se avessi dovuto parlare quantomeno avrei potuto mascherare un po’ la mia voce con la raucedine.
    I tre individui erano grossi e forti. Non sembravano utilizzatori di chakra però non potevo avere la certezza. Se avessi provato ad ucciderli probabilmente ci sarei riuscito però.....mi sarei fatto individuare da tutti gli altri. I pirati brulicavano per tuta la zona, sarebbe bastato un urlo o un tonfo e sarebbe stata la fine per me. Anche se mi fossi avvicinato sarei riuscito ad ucciderne uno, forse due ma sicuramente qualcuno di loro avrebbe avvertito gli altri. Sfortunatamente non vedevo altre scelte davanti a me. Così mi avvicinai verso di loro a ritmo cadenzato. Uno di loro fece una battuta così mi misi a ridere come gli altri due. Cercai di simulare una risata vera tuttavia non mi sentivo a mio agio nel farlo. Nondimeno avevo poco tempo per calarmi nella parte ed ero obbligato a farlo per salvarmi la pelle. Sperai di non essere sembrato strano.
    Porsi la chiava magnetica al pirata.

    -Eccola.

    Tossì un altra volta. Cercando sempre di interpretare quel ruolo, di quello Stank colto da un raffreddore.
    Da quel momento li avrei seguiti, simulando di far parte di quel gruppo. Avremmo attraversato la città per raggiungere il capo dei pirati. Se tutto fosse andato correttamente nessuno si sarebbe accorto di me e finalmente avrei potuto raggiungere quell’archivio. Una volta lì mi sarei mosso di conseguenza, cercando di sfruttare l’occasione per prendere quella cartella.
    Ricordati Suzaku devi trovare la cartella 2045.
    Mi illusi di non essermi addentrato nella tana dal lupo.

    Resistenza:233
    Stamina:80

    Note: Non ho proseguito perché non volevo fare metaplay muovendo i pirati :)


    Edited by Capitan Steg - 23/2/2019, 11:41
     
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    La messa in scena del ninja sembrò convincere i pirati ostili, evidentemente non erano a conoscenza di cosa un ninja potesse davvero fare e questo si dimostrò fondamentale per la sopravvivenza del ragazzo, sembrava proprio che la fortuna continuasse a stare dalla sua parte. Non appena "Stank" consegnò la carta a quello che sembra uno dei capetti dei pirati, o per lo meno quello più sveglio, i due energumeni che lo avevano accompagnato si tranquillizzarono ed uscirono a passo lento dalla porta; l'uomo, sul cui volto spiccavano una vistosa benda sull'occhio destro e pochi denti anneriti e male assortiti, si rigirò più con un bieco sorriso la tessera tra le mani, come se avesse trovato un lingotto d'oro, del resto quella era stata la metafora che il capo aveva dovuto utilizzare per farsi capire da quei bifolchi, la tessera significava soldi, un mucchio di soldi e quelli erano l'unica cosa a cui un pirata rispondeva, quelli e la paura:

    "Andiamo, lasciamo agli altri il compito di rintracciare quel ninja, con un po' di fortuna lo cattureranno come il suo amico, spero tra l'altro che non l'abbiamo già strapazzato, mi diverto sempre un mondo quando torturano i prigionieri..."

    Lo sguardo speranzoso e quasi sognante dell'uomo fece capire al ninja che non stava scherzando riguardo al suo compagno, cosa che purtroppo confermava i suoi peggiori timori, solo lui poteva ormai portare a compimento la missione, solo lui poteva opporsi alle decine e decine di pirati che avevano invaso il complesso, non erano più ammessi errori. Finito di crogiolarsi nei suoi pensieri, lo sdentato pirati si avviò verso l'uscita prima del ufficio e poi del piano, intimando al suo "compagno" di seguirlo. Suzaku, ormai entrato nel personaggio, poté ulteriormente rendersi conto di come ogni sua possibile via di fuga fosse sbarrata, dovunque voltasse lo sguardo vedeva dei pirati intenti ad aprire scaffali, a rompere mobili, alcuni non solo si divertivano a tirare giù i quadri dalle pareti, in memoria del nuovo tesoro appena recuperato, ma altri addirittura si attaccavano persino alle bottiglie di vino da tempo vuote trovate in terra, un degrado sociale a cui mai quel giovane ragazzo aveva assistito, ma che comunque gli limitava notevolmente le azioni. Scendendo lentamente le scale in ogni caso il ninja sotto mentite spoglie poté studiarsi con calma l'uomo che stava seguendo, guardando di spalle infatti si rese ben presto conto di come appoggiasse male la gamba destra, non avrebbe saputo dire per quale motivo ma se trascinava ad ogni passo, cosa che lo faceva sembrare quasi goffo a vedersi da fuori eppure non uno solo dei pirati che incrociavano lungo la strada aveva nemmeno l'idea di mettersi a ridere, evidentemente quelli che ci avevano provato non avevano fatto una bella fine. Usciti dalla palazzina Suzaku venne subito accolto dal vecchio e solidale caldo che aveva cominciato a provare fin dal suo arrivo in loco e fu quasi grato di poter muoversi ad ampi passi verso la loro destinazione finale che si avvicinava sempre di più, il palazzo più grande dell'intero complesso nonché luogo dove avrebbe potuto trovare i documenti per cui lui e la sua squadra erano venuti:

    ezgif_39

    "Uff... siamo finalmente arrivati, non vedo l'ora di lasciarmi questo dannato posto alle spalle...ehi voi esigo di trovare un pezzo di quel pennuto al mio ritorno, altrimenti sarò costretto a mangiare la coscia di qualcun altro..."

    Poco fuori dall'entrata del palazzo c'erano un paio di pirati che stavano girando sopra un fuoco da campo quello che aveva tutta l'aria di essere un grosso pennuto, lì per lì il ninja ebbe difficoltà a capire perché gli fosse familiare, ma quando vi fu vicino poté riconoscere subito il colore delle poche piume che erano rimaste attaccate e la testa, sembrava proprio che nemmeno il falco fosse stato risparmiato, c'era solo da sperare che al suo padrone fosse andata meglio. Superato quell'orrore Suzaku si rese conto di come le porte d'ingresso che aveva davanti a sé dessero accesso solo ad una delle due strutture che componevano l'edificio centrale e non vi erano modi visibili per raggiungerlo, senza dubbio uno modo strano per costruire un centro operativo; ad ogni modo entrare all'interno non si rivelò un problema, bastò infatti superare semplicemente due guardie poste all'ingresso che dopo aver dato una rapida occhiata aprirono con forza le porte, aprendo il passaggio per una serie di stanze e corridoi eleganti e moderni come il ninja aveva già visto nel precedente palazzo, messi tuttavia ancora più a soqquadro, in alcuni casi erano state scardinate persino le porte e distrutti schermi visivi, il perché tali gesta risultava però sconosciuto. Dopo un'ulteriore scalinata piena di pause che il pirata senza un occhio utilizzò per riprendere fiato e sputare dalla bocca un maleodorante liquido giallognolo, i due raggiunsero l'apice di quel edificio, ritrovandosi davanti ad un altro corridoio che però a differenza degli altri si stringeva sempre di più lateralmente fino a convergere in una porta blindata e sigillata davanti alla quale stava armeggiando un enorme energumeno dai capelli neri ed un vistoso sigaro dalla bocca dalla quale tirava ad intervalli regolari, rilasciando intorno a sé un forte odore di fumo; lo stesso capetto irriverente, arrivando a pochi passi dall'uomo, cambiò subito modo di fare prima di aprire bocca:

    "Ci scusi capitano...penso che abbiamo trovato ciò che cercava!"

    Lì per lì il capo sembrò non aver nemmeno sentito, poi sbuffò vistosamente prima di cominciare a girarsi verso il suo interlocutore con aria scocciata:

    "Hank...quante volte te l'ho già detto...non ha senso che mi chiami capitano dato che non c'è nessuna nave! Sir Crocodile va più che..."

    Non appena i suoi occhi si posarono sulla tessera l'uomo si fece subito serio e un pochi rapidi passi raggiunse il suo sottoposto, sovrastandolo di diversi centimetri:

    "Dove.L'avete.Trovata...sono giorni che la cerchiamo e tu, lurida canaglia, la fai saltare fuori adesso? Da quant'é che la tenevi nascosta eh?"

    Il pirata, soverchiato sia verbalmente che fisicamente, arrivò quasi ad accucciarsi tale era il timore che provava nei confronti di quell'uomo:

    "No...non...non avrei mai osato, vede non sono stato io a trovare quella cosa...no è stato...Stank, lui ha trovato in qualche modo una cassa nascosta...io gliel'ho portata appena l'ho saputo perché sono un uomo fedel..."

    Il poveretto non riuscì nemmeno a finire la frase, stufo del blaterare infatti Crocodile gli assestò un destro con tale forza e velocità da rompergli l'osso del collo, lasciando cadere quello che restava del corpo come un sacco di patate e prendendo con la stessa mano la tessera da terra:

    "Bene Stank...sei stato appena promosso! Hai svolto senza dubbio un ottimo lavoro, i miei complimenti..."

    L'uomo cominciò lentamente ad avvicinarsi a Suzaku, i suoi passi e il suo volto apparivano calmi e tranquilli come se poco prima non fosse successo nulla, da quella distanza il ragazzo poté notare una vistosa cicatrice che sotto gli occhi e che gli attraversava trasversalmente tutto il viso, oltre ad un orecchino dorato che spuntava dal suo lobo destro:

    "Perché non mi fai strada dentro all'altro palazzo? Un uomo come te mi farebbe assai comodo, tieni prendi la tessera e passala ingresso... lì dove ci sono quelle lucette verdi e rosse..."

    Crocodile allungò la tessera verso "Stank" in attesa di una sua risposta, come si sarebbe mosso il giovane ninja di Kiri?

    ezgif_37

    Bene non mi sembra ci sia molto da dire, arriva fino a qui decidi come comportarti, palla a te :rosa:


    Edited by Stompo - 27/2/2019, 17:45
     
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    Notai che il pirata a cui avevo affidato la chiave magnetica era visibilmente compiaciuto. La tensione nella stanza si alleggerì. Anche se, in realtà io sudavo ancora freddo. Non ero convinto che il mio travestimento sarebbe potuto durare a lungo, però a questo punto non avevo altre carte da giocarmi.
    Il pirata più sveglio fece un commento sul mio compagno di missione Shirai. Era stato catturato e nella peggiore delle ipotesi già ucciso. Mi sentì annebbiare la vista per pochi attimi. Lo stomaco mi si contorse, stavo per vomitare. Ero addolorato, quasi stavo per mollare tutto e farmi scoprire. Riot era un ragazzino, come me. Eravamo troppo giovani ed inesperti, non doveva finire così. Cercai di rimanere composto, oramai ero l’ultima speranza per il successo di questa missione.
    Attraversammo parte della città. Tracciai con la mente il nostro percorso in base alla mappa e mi sembrava che ci stessimo dirigendo verso l’archivio. Cercai allo stesso tempo di studiare la situazione in cui mi ero cacciato. Fortunatamente ero riuscito a mimetizzarmi in quel gruppo di pirati, anche se non conoscevo le abitudini e il comportamento di quello Stank non avevo dato nell’occhio e nessuno si era accorto dell’inganno. Però non avevo vie di fuga. Non avrei potuto neanche provare a sgaiattolare via perché il posto era pieno di pirati. Avevano perfino allestito un accampamento provvisorio, forse avevano intenzione di sostare nella città prima di muoversi verso la capitale. Tutta la zona era ricoperta di macerie, niente era stato risparmiato dalla furia della battaglia.
    Il pirata che zoppicava ci aveva portato fino ad un palazzo gigantesco, paragonabile alla centrale elettrica. Forse era perfino più alto. Aveva una conformazione che non avevo mai potuto ammirare. Perché da lontano sarebbero potuti sembrare due palazzi diversi però, in realtà erano collegati da una costruzione simile ad un ponte. Come due vasi comunicanti.
    Al di fuori della struttura dei pirati stavano arrostendo allo spiedo un corvo. L’odore di carne arrostita mi inebriò le narici. Mi ricordava l’odore di un pollo. Era un pensiero spiacevole perché quel corvo probabilmente ero lo stesso animale del samurai eppure non potei far altro che questa associazione. Mi sentì in colpa.
    Finalmente entrammo nel palazzo da quella che sembrava l’unica entrata possibile. Notai l’ambiguità di questo fatto. Come poteva esserci una sola entrata, quando l’intero complesso era in realtà costituito da due differenti edifici? Meglio non pensarci, dovevo concentrarmi su cosa c’era davanti a me. Un passo alla volta.
    L’interno della struttura era altrettanto moderno come il palazzo dov’era nascosta la chiave magnetica. Mi sorprese come la devastazione avesse raggiunto un nuovo livello. Se la centrale elettrica e l’altro palazzo erano stati devastati questo edificio era stato dilaniato da questo branco di razziatori. Non avevano nessun rispetto per la civiltà. Erano venuti solo per depredare e distruggere. Fui convinto ancora una volta che questa guerra non poteva e non doveva essere assolutamente persa. Se i pirati avessero vinto l’umanità sarebbe regredita ad uno stato animalesco. Non erano in grado di capire altro se non la violenza.
    Dopo varie scalinate raggiungemmo un corridoio. Mentre giravamo l’angolo fui investito da un odore pungente di fumo. Un energumeno era piazzato difronte ad una porta blindata. Quel tizio che stavamo seguendo, che fino a poco fa si atteggiava a capo si irrigidì.
    “Ci sta sempre un pesce più grosso eh”
    Seguì una conversazione tra i due. Potevo facilmente intuire che l’energumeno era il capo e che tutti i presenti erano terrorizzati da lui. Comandava sicuramente con la paura e il pugno di ferro.
    All’improvviso con un pugno uccise il pirata Hank. Immaginavo fosse violento ma uccise senza un minimo dubbio un suo sottoposto, che perdi più gli aveva portato la chiave. Anche gli altri due tizi erano visibilmente spaventati eppure non sembravano sorpresi. Dovevo essere molto attento con lui. Questo Sir Crocodile era estremamente pericoloso. Anche se mi aveva sorprendentemente promosso mi avrebbe potuto colpire da un momento all’altro.

    -Grazie Sir Crocodile.

    Si mosse verso di me, più si avvicinava più potevo notare quanto fosse grosso. Il suo viso era serio e sfigurato da una cicatrice. Non era provato dall’uccisione di Hank. Solo uno psicopatico non avrebbe provato nessun rimorso. Chissà quante ne aveva passate nella sua vita. Poteva divenire una vera spina nel fianco.
    Sorprendentemente mi offrì la chiave per entrare nell’archivio, ovvero l’altro edificio. Con qualche attimo di esitazione la presi.

    -Certo Sir Crocodile.

    Simulai un grugnito e mi avvicinai alla porta blindata. Immaginando di avere tutti gli occhi fissati sulle mie spalle passai la chiave magnetica. La porta, una volta che si fosse aperta, avrebbe mostrato tutto l’archivio. Una volta dentro avrei dovuto pensare a trovare la cartella e conseguentemente un piano per liberarmi di Crocodile e dei due scagnozzi. Non sarebbe stato facile, però, finalmente ero ad un passo da quella cartella.
    “Calma, un passo per volta”
    Resistenza:233
    Stamina:80
     
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    Il ninja pirata passò la chiave dove gli era stato indicato e la serratura, di tutta risposta, fece un leggero scatto metallico passando da una luce rossa a verde, senza dubbio un chiaro segnale che la porta si fosse finalmente aperta. Suzaku non poteva vederlo ma dietro di sé aveva il compiaciuto viso di Crocodile che annuiva lentamente, erano giorni che aspettava quel fatidico momento, aveva perso il conto di quante volte aveva cercato aprire quella porta e finalmente l'attesa era finita; il capo pirata si girò lentamente verso i due sottoposti che aveva alle spalle ed indicò con la testa la porta stessa:

    "Voi due fate la guardia, non voglio che entri nessun altro se non su mio ordine."

    I suoi sottoposti non osarono proferire parola, si limitarono ad annuire avvicinandosi alla posizione che gli era stato ordinato di mantenere; prima di proseguire comunque il camino si girò nuovamente all'uomo che gli aveva permesso di arrivare fin lì:

    "Bene Stank procediamo, dopo di te"

    Il tono di voce e lo sguardo era apparentemente normali, ma facevano ben intuire a cosa un rifiuto avrebbe portato, quell'uomo aveva dato dimostrazione di non avere problemi a sporcarsi le mani, ergo il povero ninja non sembrava avere molte alternative, avrebbe dovuto continuare quella recita.
    Spalancando quella porta, Suzaku si sarebbe trovato di fronte un corridoio che conduceva ad un'altra entrata simile a quella che aveva appena varcato, la particolarità quanto mai evidente però era che le pareti di questo passaggio erano delle tante finestre a vista che permettevano una vista di tutto il complesso da un'altezza vertiginosa, un bello ma potenzialmente letale passaggio, al giovane non servì farsi molti calcoli per capire che una caduta da quell'altezza avrebbe rappresentato la fine per chiunque:

    "Bello vero? Quei folli scienziati sono riusciti a costruire dei palazzi alti come mai prima d'ora, quasi come se volessero sfidare le divinità con il loro operato, che non avessero paura dell'altezza?"

    Crocodile seguì a passo lento "Stank" lungo il corridoio, richiudendosi alle spalle la porta che si bloccò nuovamente con un rumoroso scatto metallico:

    "Chissà se hanno gradito essere buttati dall'ultimo piano uno per uno, se è divertente anche solo la metà di quanto lo è stato per me deve essere uno spasso ahahah"

    La fragorosa risata dell'uomo rieccheggiò in quel modesto spazio dando al suo discorso un nota quanto mai macabra, solo a tratti la sua voce veniva in parte coperta dal vento che sibilava tra le fenditure del finestre stesse:

    "Peccato non poterlo provare, dovrai dirmi te com'è, sempre che riuscirai a parlare dopo."

    Le ultime parole di Crocodile furono sentite molto vicine da Suzaku che prima di poter fare qualsiasi cosa si sentì preso con una mano dietro la testa e si ritrovò la faccia sbattuta con forza contro la finestra alla sua destra:

    "Pensavi davvero che non me ne sarei reso conto eh? Pensi che non sappia riconoscere un pirata bifolco, insulso e sottomesso da un ninja da quattro soldi come te? Stank non è mai stato in grado nemmeno di mettere due frasi in fila ed adesso improvvisamente trova la chiave che cerchiamo da giorni e parla in modo così eloquente? Vi facevo decisamente più svegli!"

    Il ninja, ormai tornato nella sua forma originale, aveva il volto dolorante e con diverse piccole ferite superficiali provocate dal vetro che per sua fortuna non si era rotto del tutto ma si era semplicemente ricoperto di una ragnatela di crepe che si espandeva secondo dopo secondo, da quella posizione si vedeva chiaramente quanto fossero in alto ed un senso di vertigine cominciò a farsi strada nella mente del giovane, non sapeva quanti colpi avrebbe retto quella già precaria finestra, avrebbe dovuto fare il possibile per uscire da quella presa o avrebbe fatto una spiacevole conoscenza con la forza di gravità ed il suo amico terreno:

    "Grazie per avermi fatto arrivare fin qui, i tuoi servizi non sono più richiesti, adesso muori!"

    Crocodile scastrò per un istante il volto del ragazzo dal vetro e si preparò per riportarcelo con altrettanta celerità, qualsiasi cosa avesse avuto in mente il ninja avrebbe dovuto metterla in pratica molto rapidamente.

    Devi scalarti 6 punti chakra per aver mantenuto la Trasformazione nei precedenti post, inoltre ti prendi 30 danni per la botta che hai preso, hai un'azione per liberarti da quella presa o il tizio ti sbatterà di nuovo contro la precaria finestra e quello che ti succederà dipenderà da fattori ben poco controllabili, se ci riesci puoi comunque provare ad attaccare con le altre azioni, a te :rosa:
     
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    Il capitano Crocodile mi lasciò passare avanti. Non mi sentivo al sicuro con un energumeno del genere proprio dietro le mie spalle, però non potevo far saltare la mia copertura per questo motivo.
    La porta meccanica si aprì e rivelò un corridoio che era sospeso tra i due palazzi comunicanti. Il corridoio era tutto composto da vetri che mostravano tutta la città. Da lì potevo immaginare quella che una volta avrebbe dovuto essere quella città. Un faro di tecnologia e progresso per tutta Kumo. Guardai in basso, verso il terreno. Probabilmente mi trovavo ad almeno cento metri o più di altezza. Anche se, in realtà non ero molto bravo a calcolare le distanze, però era sicuramente un altezza in grado di uccidere. Mi salì un brivido lungo la schiena. Non ero abituato alle grandi altezze, noi, gente di Kiri amavamo il mare e la battaglia, di certo non passeggiare a cento metri di altezza con le sembianze di un pirata.
    Il capitano mi rivolse una domanda, forse non avrei dovuto rispondere però preferì aprire bocca per non rimanere troppo tempo in silenzio.

    -Forse pensavano di essere invincibile, da qui sopra potevano guardare tutto il resto del mondo dall’alto verso il basso.

    Solamente una volta che ebbi finito la frase mi resi conto che sarebbe stato meglio starsene zitti. In quel momento ero Stank, ritenuto stupido da tutti e avevo appena tirato fuori un discorso pseudo-profondo. Me ne sarei pentito molto presto.

    Il capitano chiuse la porta che scattò con un suono metallico che riecheggiò nel corridoio. Il vento sibilava mentre attraversavamo il magnifico posto. Nel mentre Crocodile rise per le morti degli scienziati. Non si rendeva conto che loro, attraverso il loro operato facevano progredire la razza umana. Senza la scienza, le invenzioni e le scoperte scientifiche ci ritroveremmo ancora ad usare le pietre.
    Improvvisamente il pirata rivelò le sue intenzioni. Mi afferrò la testa e mi disse che aveva capito chi ero in realtà. Un ninja incapace che si fingeva un pirata. Mi sentì ferito nell’orgoglio. Così mi sbatté violentemente contro una di quelle finestre. Per mia fortuna non si ruppe. La mia trasformazione vacillò e ritornai con le mie fattezze. Infatti la mia altezza diminuì e mi sentì ancora più in balia di quel mostro. Voleva lanciarmi dal palazzo per uccidermi. Neanche un minimo di riconoscenza dopo che aveva passato giorni a ricercare quella maledetta chiave ed io l’avevo trovata. Mi accorsi di essere frastornato, quella botta mi aveva rallentato i pensieri. Era stato furbo, aveva approfittato di me quando si trovava alle mie spalle. Presagì che stesse per riprovare a lanciarmi di sotto. Non potevo sperare che la finestra non si rompesse, già mi aveva lasciato schegge sul mio viso e si era crepata. Dovevo essere rapido, reagire per la mia stessa sopravvivenza.
    Il mio istinto primordiale insorse. Concentrai il mio chakra dietro la mia nuca, vicino la mano dell’aggressore. Da lì sarebbe spuntata una protuberanza simile ad un corno d’ossa. Se avevo calcolato bene quell’osso avrebbe ferito la mano di Crocodile e mi sarei liberato dalla sua presa. In quel momento avrei sfruttato la sua sorpresa per utilizzare un’altra delle tecniche nel mio arsenale. Il calcio rotante della folata della foglia mi avrebbe permesso di allontanarlo. Da lì avrei potuto scansarmi dalla finestra e posizionarmi in una zona più sicura e avrei potuto riordinare le idee.
    Scheda
    Resistenza:233-30-18=185
    Stamina:80-6-5=69

    Azioni:
    -Estrazione osso x1
    -Folata della foglia

    Note: Ho guardato un po’ i combattimenti di Kimimaro e ho notato che decide un po’ lui come e da dove fuoriesce un osso, quindi ho immaginato che si può avere un po’ di fantasia senza rimanere troppo legati al “vero” scheletro di un essere umano
    Ps:Mi ero scordato del costo continuativo della trasformazione

    Tipo in questa immagine tira fuori ossa un po’ da dove gli pare :)

     
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    Si potevano dire tante cose di Crocodile, che fosse un uomo meschino, che avesse da sempre perseguito solo ed unicamente i propri obiettivi, un pirata becero ed arrogante fino al midollo, ma quello che lo faceva temere più di tutto il resto era la bestia che diventava quando combatteva, badate bene non si metteva ad urlare, non sbraitava o si infuriava, no lui riusciva ad incutere timore e paura mantenendo lo sguardo più tranquillo e rilassato possibile, ti guardava con quegli neri, un sorriso al limite dell'inquietante, si lanciava all'attacco come se fosse già certo di avere la vittoria in pugno fin dal primo scambio di colpi, ecco quello stava vedendo il povero ninja nei suoi ultimi istanti, lo sereno e trionfante di chi stava per mandarlo all'altro mondo senza troppi convenevoli. Suzaku però non era un ragazzo normale, malgrado la sua giovane età infatti era stato in guerra, aveva visto gli orrori di cui gli uomini come lui potevano macchiarsi e ne era uscito indenne, di certo segnato a vita ma senza dubbio in grado di portala ugualmente avanti; mentre Crocodile gli riservava quello che considerava il suo ultimo saluto dentro al ragazzo scattò qualcosa, un'innata ed inarrestabile voglia di vivere lo scosse dalla testa ai piedi, permettendogli di riacquistare un briciolo di lucidità che gli permise di concentrare il suo chakra e modellare il suo osso occipitale facendolo diventare un letale cuneo che ferì e fece perdere la presa al sicuro capitano pirata:

    "Ma come diavolo..."

    L'uomo non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che ricevette un calcio rotante in pieno petto che lo fece cadere indietro di qualche metro finendo contro l'opposta parete del corridoio, provocando ingenti danni sia a lei che alle vicine finestre, qualsiasi uomo normale sarebbe senza dubbio finito al tappeto con un colpo così diretto e potente, ma al ninja fu subito chiaro che chi aveva davanti non fosse un debole come gli altri pirati che aveva affrontato, anzi gli era quasi sembrato di aver preso a calci una parete:

    "Qualsiasi cosa tu sia ragazzo non sei per niente male, mi divertirò molto a vederti morire!"

    Finito di parlare il pirata si staccò dalla parete e con un volto tranquillo e disteso cominciò a fare qualche lento passo verso Suzaku massaggiandosi la mano ferita e sanguinante, che nel frattempo aveva saggiamente preso qualche metro di distanza; il giovane a quel punto aveva poche opzioni, alla sue spalle vi era la porta che conduceva idealmente alla stanza con i documenti che era venuto a recuperare, gli sarebbe bastato scattare indietro, prendere la chiave che nella colluttazione era finita per terra e provare la fuga, in ogni caso avrebbe sempre dovuto fare i conto con il suo temibile avversario, visto che difficilmente lo avrebbe fatto scappare senza opporre resistenza. Al terzo passo in ogni caso Crocodile scattò rapidamente verso il suo avversario e distese lateralmente il braccio destro con il chiaro intento di colpire il ragazzo all'altezza della gola, che con quella rincorsa si sarebbe rivelato notevolmente pericoloso, il tempo delle decisioni era ormai scaduto.

    Penso che il post dica tutto, la mano destra di Crocodile sanguina debolmente e si è preso in totale di 70 danni, a te :rosa:
     
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    Ero riuscito a salvarmi la pelle. Per ora. Come immaginavo Crocodile fu sorpreso dall’osso che gli ferì la mano e questo mi diede il tempo di liberarmi e colpirlo. Ora mi trovavo a qualche metro da lui e sembrava piuttosto infuriato. La mano gli sanguinava però non sembrava niente di grave. Nulla che potesse impensierire un energumeno del genere. Era di un’altra pasta rispetto ai suoi scagnozzi.
    La chiave magnetica intanto era scivolato in mezzo a noi. Per un breve momento accarezzai l’idea di prendere la chiave e fuggire nell’altro edificio. Avevo solo due scelte: fuggire o combattere. Però non avrei avuto molte chance se fossi fuggito. Se l’avessi lasciato in vita, anche se rinchiuso in quel corridoio sospeso avrebbe potuto trovare un modo per dare l’allarme. In quel caso sarei stato catturato o peggio ucciso. Non mi rimaneva altra scelta che combattere. Anzi vincere. Mi sembrava che quella giornata non finisse mai. Però ero così vicino alla meta, che ora potevo quasi sentirne l’odore. Ero sempre stato una persona insicura, timida e riservata, la guerra mi aveva ancora più destabilizzato però se fossi tornato a casa, alla mia Kiri sarei tornato diverso. Più sicuro dei miei mezzi, più sicuro di chi io fossi e per cosa il mio cuore batteva.

    -Vedremo chi sarà a rimanere in piedi!

    Il capitano pirata mi caricò. Due metri e oltre di uomo che mi venivano addosso. Come se un toro avesse deciso di infilzarmi con le sue corna. Ero piccolo, molto più piccolo di lui e lo avrei sfruttato come mio vantaggio. Con la distanza che ci separava avrei dovuto avere abbastanza tempo per analizzare la traiettoria del suo colpo e reagire. Quindi mi sarei accucciato per schivare il suo braccio e una volta che si fosse trovato molto vicino a me avrei sfruttato la danza del salice. Se mi fossi abbassato in tempo avrei dovuto essere in grado di evitare il suo pugno e lui probabilmente si sarebbe sbilanciato per provare comunque a colpirmi. Lì in quell’esatto momento avrei colpito a mia volta. Come quando una farfalla fuoriesce dal suo bozzolo mi sarei lanciato dalla mia posizione fetale sull’avversario per conficcare tutte le otto lame ossee che sarebbero spuntate.
    Sir Crocodile avrebbe capito cosa provano gli animali ad avvicinarsi ad un porcospino. Mai mettere alle strette un Kaguya.

    Resistenza:185-1-10=174
    Stamina:69-10=59

    Azioni:
    -Schivata
    -Danza del Salice

    Note:
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    Scappare o fuggire, combattere o nascondersi, questi erano i due imperativi biologici tra cui il giovane Suzaku si stava dibattendo, fin da quando i primi uomini avevano cominciato a calcare la terra si era sempre ridotto tutto a questo, affrontare la minaccia o tentare di evitarla e sopravvivere un altro giorno. Il ninja, con entrambe le porte aperte davanti a sé, decise di non retrocedere, vedendo scattare il gigante nella sua direzione non indietreggio e fece il possibile per prepararsi ad un attacco che a prima vista sarebbe potuto sembrare sconclusionato e quasi banale, in fondo il ragazzo aveva tutto il tempo di prendere il tempo ed evitarlo, data anche la notevole differenza di altezza, già...
    Qualcosa però andò storto, forse il giovane si coordinò male o forse non si rese conto della reale velocità del colpo del suo avversario, ad ogni modo prima che Suzaku riuscisse ad abbassarsi abbastanza da evitare l'attacco si ritrovò il braccio di Crocodile contro il suo collo, ricevendo un potente ed inaspettato colpo che gli fece istantaneamente perde prima il fiato e un attimo dopo anche i sensi:

    "Debole... non è stato nemmeno così divertente come mi sarei aspettato, che delusione"

    L'uomo, che ormai aveva perso motivazione ed interesse per quello scontro che considerava ormai finito, si avvicinò al corpo inerme del ragazzo, ma invece che finirlo passò semplicemente oltre andando a prendere la chiave magnetica da terra e si avviò a lunghi passi verso la porta più avanti. Il ninja di Kiri rimase incosciente materialmente per una manciata di secondi, ma al ragazzo sarebbe parsa un'eternità, non appena sarebbe riuscito a riaprire gli occhi si sarebbe ritrovato a pancia in su a fissare il tettuccio del corridoio, avrebbe avvertito un forte dolore al collo e alla gola e soprattutto avrebbe visto, al contrario ma sempre in modo nitido, la figura di Crocodile che, avendo già aperto la porta, era in procinto di oltrepassarla, lasciando il giovane intrappolato a diversi metri di altezza e senza alcuna via d'uscita:

    "Chissà cosa troviamo dall'altra parte, sento già i brividi per l'eccitazione eheheh"

    Recupera i punti spesi per la danza, dato che non è mai avvenuta, ma segnati 75 danni ed un malus di -20 alle tue prossime azioni fisiche per il tuo prossimo turno per il colpo subito, ragione bene sulle tue prossime mosse perché in un modo o nell'altro sei prossimo alla fine della missione :rosa:
     
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    Pensato

    Il suo pugno si schiantò contro di me. Mi sentì soffocare e poi persi i sensi. Buio, assenza di dolore, di emozioni e di vita. Così vicino alla fine, eppure il sangue ancora pompava nelle vene.

    Mi svegliai dolcemente. Sembrava passato un istante da quando ero stato colpito eppure ero a terra sdraiato a pancia in su. Ma sorprendentemente non vedevo il soffitto del corridoio ma un cielo stellato.

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    Accanto a dove mi trovavo si diramava un villaggio. Battei le palpebre e tutt’ad un tratto mi ritrovai a vivere la vita di un abitante di quella cittadina. Una vita umile, ogni giornata composta da cose semplici. Gli inverni passavano velocemente eccetto un anno, dove l’inverno sembrava eterno. I rapporti con gli altri abitanti si erano fatti più tesi a causa della situazione disperata e un giorno senza neanche accorgermene fui derubato e ucciso da un uomo con il volto di Crocodile. Quando chiusi le palpebre mentre morivo mi risvegliai com un ragazzo affamato. Un giorno mentre cercavo di prendere un pezzo di pane fui scoperto e ucciso dal fornaio stesso. Ed ancora una volta era lui a terminare la mia vita, Sir Crocodile.
    Così ogni volta che chiudevo gli occhi apparentemente per sempre ritornavo a vivere. Fui un soldato. Fui un mendicante. Fui un artigiano. Fui un pastore, un menestrello, un artista, un assassino. Nacqui e vissi in quel villaggio. Morì mentre esploravo quel mondo immaginario. Provai a fuggire dal mio destino. Lo abbracciai, più volte. Mi sposai, ebbi figli e figlie. Furono cento vite. Mille vite. Tante da non poterle contare. Eppure al termine di ogni vita, mentre esalavo l’ultimo respiro potevo vederlo, Sir Crocodile, l’incubo che infestava questo folle e diabolico delirio.

    Mi destai. Ed ero completamente sconvolto. Era questa veramente la realtà? O solo l’ennesimo sogno?
    Ero stato quasi colpito a morte, non riuscivo ad aprire bocca e a malapena respiravo. Ogni volta che prendevo aria sentivo un fitta. Eppure quel sogno mi aveva fatto scordare tutto ciò. Mi aveva fatto perfino dimenticare chi io fossi.
    Provai a rialzarmi. Ero intorpidito, il dolore era così acuto che se avessi potuto avrei smesso volontariamente di respirare. Il dolore e la vita erano così indissolubilmente legati. Così come quando mia madre mi partorì. Quello che sarebbe dovuto essere il giorno più felice della sua vita si trasformò in tragedia. La mia nascita volle dire la sua morte.
    Quando mi rimisi in piedi mi guardai attorno. Sembrava un incubo però qualcosa mi convinse che era la realtà.
    Crocodile aveva preso la chiave ed era già pronto a saccheggiare l’edificio. Non sembrava essersi reso conto di me, però aveva già dimostrato di essere molto sveglio e subdolo. Mi guardai la mano. Ero intenzionato ad estrarre una spada per effettuare un ultima danza fatale. Però mi tremava, non sentivo quel formicolio, quel calcio accumularsi in un punto e realizzare un nuovo osso. Ero bloccato, impaurito e senza via d’uscita.
    Mi feci coraggio.

    “Pensa che io sia spacciato? No, non mi lascerò sconfiggere così. Lotterò....lotterò.

    Mi montò la rabbia dallo stomaco verso il petto. Provavo ancora dolore, però, ora potevo sopportarlo. Volevo ucciderlo e finirla una volta per tutte. Il vento fischiava più forte attraverso le finestre. La luce proiettava la mia ombra fin oltre le vetrate.
    Ogni tremolio del mio corpo smise. Presi un grosso respiro. Non mi sembrava che avessi mai potuto provare così gusto a riempirmi i polmoni d’aria. Sputai un po’ del sangue ferroso che avevo in bocca e caricai. Uno scatto al meglio delle mie capacità. Non potevo permettergli di chiudere la porta. Sarei rimasto chiuso e tagliato fuori. Nel mentre correvo estrassi una spada ossea. Se fossi riuscito a raggiungerlo, se fossi riuscito a colpirlo avrei eseguito la danza della camelia. Una danza fatale, probabilmente l’ultima carta che potevo sfruttare contro di lui. Se non fosse stato abbastanza, se avesse avuto lui la meglio alla fine non avrei potuto recriminarmi niente. Avrei affrontato a testa alta il mio nemico per un ultima macabra danza.

    Scheda

    Resistenza: 184-70=>114-10-1-50 (sforzo extra) =53
    Stamina: 69-15=54

    Azioni
    Scatto
    Estrazione spada ossea
    Danza della camelia

    Malus -20 azioni fisiche

    Non sono tanto bravo nei combattimenti però l’unico modo che mi è venuto in mente per riuscire a portare a termine la missione mi sembrava questo, ovvero attaccarlo prima che possa chiudersi la porta dietro di lui. Spero di non aver fatto una cavolata :ehm:


    Edited by Capitan Steg - 27/3/2019, 07:55
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Spesso tutto quello che serve è un errore, un istante in cui il tuo avversario abbassa la guardia, una finestra anche minuscola in cui potersi infilare per ribaltare le carte in tavola. Suzaku non era il più forte dei due, l'aveva capito fin dal primo sguardo che aveva posato su quell'uomo, ma se c'era qualcosa che aveva imparata dopo tutto quello che aveva passato era il non arrendersi mai, il provare a fare tutto quello che era in suo potere fino alla fine, una cosa a cui Crocodile non era per niente abituato: il losco pirata aveva giornalmente scaramucce e combattimenti per confermare il dominio sui suoi uomini e per conquistare o depredare villaggi, cosa che gli aveva fatto sviluppare con il tempo un fine istinto combattivo, ma tutti quelli che aveva affrontato fino a quel momento, sporadici ninja compresi, si era quasi tutti arresi al suo predominio fisico, ormai aveva perso il conto di quelli che gli avevano chiesto pietà che lui, dall'alto del suo buon cuore, non aveva mai concesso. Fu per questo che l'uomo, ormai con un piede ben oltre l'ingresso del nuovo edificio, voltandosi per reagire al movimento che aveva percepito si stupì di vedere quel ragazzo ancora in vita, in cuor suo sapeva di averlo colpito con quello che riteneva essere il suo colpo più potente e notandolo apparentemente in piena salute esitò, fermando per un istante la chiusura di quella porta che sarebbe stata la sua salvezza, un vero peccato. Mettendo tutto se stesso, il ninja riuscì a raggiungere il suo avversario ad una notevole velocità ed estraendo il radio dal suo braccio destro usò quelle che erano praticamente le sue ultime energie per crivellare il pirata con quindici rapidissimi attacchi che si scaricarono sul busto e sui tendini e legamenti delle braccia, furono talmente veloci che solo lui poté percepirli, Crocodile infatti ebbe solo il tempo di osservare per l'ultima volta il volto deformato dallo sforzo del giovane prima che la spada ossea gli perforasse il polmone sinistro passando poco sopra le ultime coste e decretando molto rapidamente i suoi ultimi respiri:

    "Beh...Cazz..."

    Non finì nemmeno la frase, stroncata da un fiotto di sangue uscito dalla gola e che imbrattò quel pavimento che un secondo dopo sarebbe diventato l'ultimo posto dove il corpo e la sua faccia avrebbero potuto decidere di cadere. A Suzaku servirono diversi secondi per riprendersi da quell'intenso momento e rendersi conto di quello che aveva fatto, tempo che permise ad altro sangue di uscire dalla bocca dell'ormai defunto capitano e spandersi a macchia d'olio sul pavimento del corridoio, non un bello spettacolo ma niente di paragonabile a quello che aveva visto in guerra. Riprese le forze e la calma al ninja sarebbe bastato spalancare scavalcare il cadavere, passare la porta quasi del tutto aperta e si sarebbe trovato di fronte ad un altro lungo corridoio con le pareti vetrate che però affacciava su decine e decine di uffici deserti ma molto più ordinati rispetto a quelli che aveva trovato nel resto del complesso, vi erano ancora diversi libri, registri e perfino computer ancora in loco, cosa comprensibile data l'impossibilità dei pirati di raggiungere quel luogo. Proseguendo in ogni caso per un centinaio di metri il giovane sarebbe infine arrivato alla fine del camminamento e si sarebbe trovato alla sua destra un ascensore ed una rampa di scale e sulla sinistra
    la porta aperta di un ufficio che era stato messo apparentemente sotto sopra, carte e fogli strappati erano sparsi ovunque e c'erano alle pareti diversi aree di colore diverso, come se fosse stato rimosso qualcosa che vi era stato precedentemente affisso, ma nulla che attirasse davvero l'attenzione del ragazzo, l'unica cosa che sembrava essere stata lasciata per terra sotto la scrivania era una cartellina marroncina sigillata che recava sopra la scritta rossa "Informazioni Classificate", un indizio piuttosto forte sul loro contenuto, che Suzaku avesse trovato quello che era venuto a cercare? E anche se fosse come sarebbe tornato indietro?

    Ottimo hai crepato il piratino e per quello che ne sai hai trovato le informazioni che cercavi, ora mi devi però far vedere un piano di fuga intelligente, se ha senso finiamo tutto qui, altrimenti complichiamo le cose, a te :rosa:
     
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