[Spin-off guerra] Rimestare nel torbido

max 5 partecipanti Genin

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    Colui che è e si spera sarà

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    Questo è un messaggio rivolto a tutti i Genin non impegnati attivamente al fronte, abbiamo bisogno di un piccolo gruppo di ninja per un'infiltrazione in un territorio contestato con lo scopo di recuperare documenti top-secret, i dettagli saranno dati solo a chi darà disponibilità, il luogo d'incontro è l'accampamento Alfa a 5 km nord del Villaggio di Kumo, alle 9:00 il xx/xx,

    Caporale Rho.

    Eccoci qua, missione lvl C chi ci fa divertire senza rischiare(troppo) la pelle, chiunque voglia partecipare mi deve fare un post in cui ruola il modo in cui riceve tale informazione(lettera, comunicazione da un superiore, bacheca messaggi) e mi espone il viaggio fatto fino al punto di arrivo(facendo attenzione a dove si parte, guardatevi le cartine), detto questo accorrete numerosi :rosa:
     
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  2. Kayes
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    Il villaggio era in subbuglio da qualche giorno a quel momento, qualcosa di grosso era accaduto non molto lontano verso il mare. Non sapevo molto al riguardo, solo che molti dei miei vecchi compagni di accademia erano stati chiamati e non erano più tornati. Il mio team e la mia famiglia in generale non erano stati toccati dalla cosa, e non sapevo se ritenerla una fortuna o meno, dopotutto era per quello che avevo lavorato a lungo. Non ero di certo un fanatico della guerra ma avevo dei valori solidi in cui credevo e per la quale mi piaceva battermi.

    Se la smetti di scappare per tutto il villaggio magari riesco anche a consegnarti le direttive del sensei prima di stasera

    Akemi mi corse in contro con il solito sguardo che aveva sempre quando aveva intenzione di dirmene quattro. Ormai ero molto abile a sviare la sue mezze sfuriate con cambi repentini di discorso e mantenendomi sempre in movimento. Il problema era che essendo mia sorella potevo scappare solo fino ad un certo punto, essendo poi anche uno dei tre membri del team alla quale appartenevo praticamente era impossibile per me evitarla.

    Una missione, solo per te e qualche altro fortunato a quanto pare, mentre io e Yumi ce ne restiamo al villaggio

    Presi la lettera dalle sue mani e iniziai a leggerla con molta attenzione.

    CITAZIONE
    Questo è un messaggio rivolto a tutti i Genin non impegnati attivamente al fronte, abbiamo bisogno di un piccolo gruppo di ninja per un'infiltrazione in un territorio contestato con lo scopo di recuperare documenti top-secret, i dettagli saranno dati solo a chi darà disponibilità, il luogo d'incontro è l'accampamento Alfa a 5 km nord del Villaggio di Kumo, alle 9:00 il xx/xx,

    Caporale Rho.

    Era la mia prima missione e dovevo affrontarla senza le mie compagne di squadra e in compagnia di qualche sconosciuto. La cosa non mi piacque particolarmente ma me ne feci una ragione abbastanza in fretta.
    Sapevo dove si trovava Kumo, e sapevo che il modo migliore di raggiungerla era via mare, avrei risparmiato almeno un giorno di viaggio. Non era comunque Kumo il luogo di destinazione, bensì un avamposto a 5 km a nord di quest’ultimo.


    Il sensei ha detto che ti può tranquillamente accompagnare fino a Kumo visto che ha una missione da svolgere proprio lì, ma per il resto te la dovrai cavare da solo. Ti aspetta tra una mezz’ora al cancello principale.

    Ottimo, grazie mille sorellina

    Akemi non disse nulla e fece un sorriso un po’ ostentato, poi se ne andò. Io dal canto mio me ne tornai a casa il più in fretta possibile per prepararmi a quel viaggio. Non necessitavo di oggetti particolari ma solo di provviste per il viaggio che non ci misi molto a prepararmi. In pochi minuti ero di nuovo in strada diretto al cancello principale. Non ero minimamente agitato o spaventato, il sentimento predominante era la felicità in realtà anche se non in modo preponderante. Ero lieto di essere stato scelto per affrontare quella missione, tenermi impegnato mi piaceva e mi dava l’idea di crescere e migliorarmi.

    Bene Shin vedo che sei pronto, possiamo partire subito. Io ti scorterò fino a Kumo e basta, sarai tu a decidere la strada

    Prenderemo il mare per tagliare, ci farà risparmiare almeno un giorno di viaggio e probabilmente saremo a Kumo domani in mattinata.

    Ormai era pomeriggio inoltrato, non avevo molto tempo da perdere se non volevo tardare, quindi ci mettemmo in marcia immediatamente.
    Ci attendeva una traversata di qualche ora per arrivare fino alla spiaggia, non incontrammo pericoli o distrazioni lungo il tragitto, di fatto fu abbastanza noioso. Il sensei non era una chiacchierone, come me, quindi il viaggio venne accompagnato da uno di quei silenzi interminabili che venne meno quando arrivammo sulla spiaggia.


    Scusi, avremmo bisogno di una passaggio fino alla costa del paese del fulmine, può aiutarci?

    Mi rivolsi ad un vecchio dall’aria burbera seduto su quella che poteva essere considerata una piccola imbarcazione. Venni squadrato da capo a piedi così come il sensei.

    Shinobi uh? Salite pure che questo viaggio ve lo offro io. Quando ho chiesto aiuto a Kiri per un problema di banditi siete stati molto rapidi ed efficienti.

    Io ed il sensei abbozzammo un sorriso e salimmo a bordo. L’imbarcazione salpò subito diretta verso nord. Mi sedetti a terra e tirai un lungo sospiro. Sapevo che il viaggio sarebbe durato diverse ore e che quindi occasione migliore per riposarmi non c’era. Tirai fuori dallo zaino qualcuna delle mie provviste ed iniziai a mangiare mentre osservavo l’orizzonte e il mare. Quest’ultimo era piuttosto calmo, non vi erano guai all’orizzonte, lo potevo quasi definire un viaggio rilassante e come tale lo affrontai. Posai la testa al bordo della nave e chiusi gli occhi.
    Un raggio di sole mi toccò il viso passando sulle mie palpebre chiuse e facendomi aprire gli occhi. Mi guardai intorno sbadigliando e vidi con piacere che eravamo praticamente attraccati, l’imbarcazione distava solo qualche metro dalla riva. Erano le prime luci dell’alba quelle ad avermi svegliato, dovevano essere circa le 06:00 quindi non avevo molto tempo.


    Grazie per il passaggio, le devo un favore

    Non lo dire nemmeno per scherzo ragazzo

    Salutai con un cenno della testa e insieme al sensei partì subito a passo spedito verso Kumo. Il sonno ristoratore aiutò a proseguire lungo quel tratto finale senza problemi, ci vollero circa un paio d’ore prima di scorgere le mura del villaggio.

    Bene Shin, per oggi ci separiamo qui. Ci rivedremo a missione completata, fatti valere.

    Il sensei proseguì verso il villaggio, mentro io lo oltrepassai e mi diressi ancora più a nord. Da indicazioni l’accampamento era situato a 5 km a nord di Kumo, sarei arrivato puntuale se non qualche minuto in anticipo.
    Non mi ci volle molto per giungere a destinazione. L’accampamento non era difficile da vedere, non era enorme ma nemmeno un avamposto con due tende. Mi presentai al primo individuo che incrociai mostrando il biglietto che mi era stato dato.


    Sono Shin Nakamura di Kiri, sono qui per l’incarico citato nel foglio che le ho dato.



    Edited by Kayes - 11/10/2018, 19:59
     
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    Avrei preferito infliggermi dei tagli sulla cute piuttosto che soffocare ulteriormente nelle profondità della noia. Già, perché – se non altro – le ferite provocavano qualcosa in me e (proprio il dolore) era sicuramente meglio che il nulla. Dovevo e volevo sentirmi vivo e per esserlo c'erano tre elementi che non sarebbero mai potuti mancare: un campo di battaglia, un nemico ed il sottoscritto. Quello che m'interessava però non era la vittoria, ma la qualità (e la violenza) dell'incontro. Seguire l'ideologia di Fumio-sensei, il suo 'bushido' era qualcosa di tremendo per uno che aveva vissuto nelle bande criminali fin da giovanissima età. Il quarto punto, difatti, non riusciva proprio a entrarmi in testa: la via dell'assertività, ovvero la capacità di farsi rispettare senza l'uso della forza. Non v'era cosa più entusiasmante del confronto fisico con altri shinobi per il sottoscritto, indi per cui – così come per la lama di un'arma bianca – era impossibile che un mio movimento non finisse in un qualche modo per ferire qualcuno.
    Piuttosto demotivato, girovagavo per le strade color ocra di Suna, scommettendo sulla possibilità (o meno) di vedere incarichi appesi nella bacheca delle missioni del villaggio. Aperti solo per metà (per via del tedio diurno), i miei occhi provarono a buttarsi sulla zona destinata alle mansioni per i genin, quand'ecco che notarono qualcosa di diverso dal solito: un annuncio, un foglio! L'espressione sul mio viso s'illuminò, dal momento che non avevo ancora compiuto alcuna missione per conto del mio villaggio. Pareva non esserci nessuno attorno a me, così mi diressi subito verso l'annuncio e lo strappai dalla puntina che lo teneva fisso alla superficie della bacheca.
    Finalmente una missione! Ed è pure di rango C! Eviterò di raccogliere escrementi di cammelli o di ritrovare animali domestici...perfetto!
    Entusiasta all'idea di poter fare qualcosa di realmente utile per il villaggio, andai subito a leggere l'obbiettivo della missione: il recupero di documenti segretati in luogo di guerra.
    Davvero molto interessante!
    Sogghignai fra me e me, nel mentre che – dopo aver ripiegato e messo in tasca il foglio – partii a razzo verso il dojo ove ero solito depositare il mio equipaggiamento ninja.
    Fumio-senseeei, vado in missione nel Paese del Fulmine, tornerò tra qualche giorno!
    Ricordati dei miei insegnamenti, Zaraki-kun, e non ti sto parlando solo di quelli nel kenjutsu, ma anche di quelli comportamentali. Ricordati del Bushido, ricordati di quanto la morale di un guerriero debba essere forte tanto quanto la sua abilità nella spad-...Kenpachi? Oh, diamine...se n'è già andato!
    Concluse l'anziano oratore, facendo capolino con la testa nella zona del dojo ove ero solito deporre la mia attrezzatura.
    Quell'uomo era davvero un gran chiacchierone ed io non avevo assolutamente tempo da perdere se volevo raggiungere il luogo di rendez vous in tempo. Kumo era parecchio lontana, dal momento che si trovava nell'estremo oriente. Praticamente, sarei dovuto passare per un gran numero di paesi ninja in stato di allerta, senza farmi praticamente notare per non incorrere in interminabili controlli burocratici, i quali non mi avrebbero permesso di arrivare in tempo per l'appello. Con lo scopo di evitare quanti più confini possibili, optai per tagliare lungo il Paese del Fuoco (noto paese di pacifisti, sempre se non gli si pestava alcun piede), subito dopo l'aver superato la stretta regione fluviale stante fra i nostri paesi, chiaramente. Il percorso non fu affatto breve, tanto che ci volle una giornata in più rispetto alla normale tabella di marcia per superare le estese terre del Fuoco, ciò nonostante il tempo a mia disposizione fu sufficiente per arrivare al primo paesino oltre i confini con Rai no Kuni. Arrivai di notte, ad una decina di ore prima dell'incontro con il Caporale Rho. Entrai subito all'interno della prima locanda vista, pagando il pasto caldo ed il pernottamento al locandiere con i risparmi che avevo messo da parte nelle ultime settimane, nella speranza di ricavare molti profitti grazie alla ricompensa della missione.
    Mi svegliai ch'era da poco sorto il sole e, dopo una breve colazione offerta dalla casa, ripresi il mio cammino verso nord-est. Mancava poco più di un'ora di marcia dal Villaggio della Nuvola ed ero riuscito a conservare un considerevole margine di tempo grazie alle mie spiccate prestazioni fisiche. Ad ogni modo, proseguii fino ad intravedere in lontananza alcuni edifici, eretti fra i monti immersi fra le nubi. Compresi ch'era il Villaggio della Nuvola quello che intravedevo a centinaia di metri d'altezza. Era dunque giunto il momento di deviare verso nord, così da percorrere i rimanenti cinque chilometri ed arrivare infine all'accampamento Alfa. Dopo una decina di minuti di marcia serrata, arrivai infine presso il fantomatico accampamento, venendo fermato da uno degli uomini posti a guardia dell'accesso meridionale.
    Sono stato mandato da Sunagakure come aiuto al vostro Villaggio, il mio nome è Zaraki Kenpachi.
    Dissi all'avanguardia, mostrandogli il foglio con tutte le informazioni in merito alla missione, nella speranza che non vi fossero problemi dato che ci avevo impiegato giorni per arrivare fin lì.



    Edited by ¬Arrow - 12/10/2018, 23:15
     
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    Capitano
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    Rapace - Holawaka
    Pensato Shirai
    Parlato Shirai



    Una tormenta di neve aveva sorpreso Tetsu al calar della notte. Il vento sferzava l’aria con repentine e violente raffiche miste a neve. I fatiscenti vicoli della periferia, con le loro rientranze e i loro stretti snodi, donavano voce all’ululato sinistro del cielo.
    La neve cadeva copiosa sul terreno, salvo poi essere risollevata dal vento che, con la sua forza, la scagliava ovunque fino a formare gelide e bianche onde glaciali.
    L’inverno iniziava a bussare alle porte del villaggio, forse in anticipo rispetto ad altri anni.
    Shirai se ne stava in piedi appoggiato alla parete di camera sua, osservando quello spettacolo dalla finestra, mentre i resti delle persiane sbattevano violente contro il muro di casa.
    Era una notte da cani, e uscire con questo vento non era certo una cosa saggia, perfino per chi, come lui, possedeva delle chiodature per le proprie calzature.
    Eppure, nonostante tutto questo, Shirai sapeva di dover uscire. Ad aspettarlo infatti, oltre all’abbraccio gelido del vento, c’erano i doveri verso il suo villaggio. O meglio, la paga che ne conseguiva.
    Avrebbe dovuto fare rapporto in caserma per poi passare il resto della notte a lustrare le armi della guarnigione. Un lavoro ingrato? forse, ma non per Shirai. Perchè, per lui, era meglio starsene al caldo, seduto a strofinare il metallo, piuttosto che starsene fermi sui picchetti delle mura, sottomessi e sballottati dal vento gelido di quella notte. Shirai poteva ritenersi fortunato, anche se non capiva per quale motivo si dovesse pulire le armi in piena notte.

    Si fece coraggio ed uscì. La neve lo aggredì immediatamente con la propria irruenza, sembrava quasi voler scorticare la pelle del giovane samurai. Nonostante il clima del paese del ferro lo avesse abituato a questa sensazione, l’irritazione della pelle non si era mai attenuata.
    Ad attenderlo, appena dentro l’atrio d’ingresso della caserma, c’era il valletto del capitano, il suo attendente.
    Sembrava agitato, ma quando non lo era? Shirai lo aveva sempre visto così, probabilmente non doveva essere semplice sottostare ai comandi di un capitano tanto esigente. Chissà però quanto fosse la sua paga!!
    Il pensiero e i conseguenti calcoli economici di Shirai si interruppero bruscamente nel vedere la faccia accigliata del capitano Hana.
    Era una donna attraente, nonostante le cicatrici, l’età e l’aria sempre accigliata. La sua presenza bastava ad incutere timore nei cuori della maggior parte dei soldati della sua caserma, Shirai incluso. Era una donna temuta e rispettata, un esempio di disciplina e marzialità. Non tutti i capitani erano così, almeno secondo le voci che giravano in caserma, e
    Shirai poteva ritenersi fortunato.

    Riot riposo, era ora che arrivassi. Altri due minuti di ritardo e ti avrei fatto pulire con la lingua ogni singolo cesso di questa stramaledetta caserma...
    Aspetta, ora che ti vedo meglio, sei cresciuto ragazzo. Non ricordavo sfornassero pile di merda così alte a Tetsu, sicuro di non essere uno di quelle dannate mammolette che giocano a fare la guerra laggiù ad Est? Nel dubbio, forse sarebbe meglio ucciderti…


    A quelle parole, il capitano balzò in piedi e, un attimo dopo, Shirai si trovò con la gola solleticata dalla lama fredda di una katana. Per quanto possibile, dato il pallore della propria carnagione, il soldato divenne bianco come un cencio, irrigidendosi sul colpo. Il silenzio di quell’attimo venne interrotto soltanto dal battito frenetico del cuore pulsante del soldato.
    All’improvviso poi, la risata dell’attendente spezzò di netto la tensione, frantumandola come uno specchio colpito da un sasso.


    Dovresti vedere la tua faccia in questo momento ahahahah…
    Non dirmi che te la sei fatta sotto eh? nel caso pulirai con gli stracci che indossi.
    Ma ora basta scherzare… Il generale mi ha affidato un compito e io ho deciso di mandare te per compierlo.
    Sembra che il generale voglia tenersi buona l’alleanza ninja e l’O.S.U. Non chiedermi il perchè, tanto non lo so... e, anche se fosse, non te lo direi.
    Insomma sei incaricato di andare a Kumo, subito. La missione è semplice: Infiltrarsi in territorio nemico e recuperare documenti top-secret. Semplice no?
    Il luogo d'incontro è l'accampamento Alfa a 5 km nord del Villaggio di Kumo, alle 9:00.
    Tieni la mappa e la lettera d’incarico…



    La donna consegnò al ragazzo due rotoli di carta e, riprendendo fiato, cambiò tono di voce e postura, ritrovando in un attimo la propria solita espressione severa. poi aggiunse:

    Shirai Riot, il generale e l’intero Tetsu ovest, contano su di te. Porta onore a questo paese e completa la missione. Hai tredici giorni per raggiungere Kumo.
    Per questo motivo, devi sbrigarti, ci sono dodici giorni di viaggio da qui a Kumo. Sbrigati adesso. Un’ultima cosa, se dovessi entrare in possesso di quei documenti, non sarebbe male se tu gli dessi un’occhiata… e ne riferissi a noi il contenuto. Questo compito è opzionale, dai priorità al buon esito della missione e non destare sospetti inutili. Come detto, il generale ha come scopo principale il mantenimento dei buoni i rapporti con il mondo ninja.


    Un’istante dopo, prima che Shirai si potesse congedare:

    Quasi dimenticavo, il mio attendente ti accompagnerà a prendere uno dei nostri astori viaggiatori. Portalo con te e trattalo come tuo pari. Sono molto rare queste bestie, tienne di conto… per noi vale molto più lui di te. Intesi?
    Usalo come meglio, ma mandalo indietro con le informazioni che avrai raccolto nei file, sempre se riuscirai ad impadronirtene. Adesso va, abbiamo finito.



    Signor sì, signora. Parto subito.


    Shirai si congedò, inchinandosi lievemente, poi uscì dalla sala al seguito dell’attendente del capitano.
    Dopo una manciata di minuti, passati marciando in rigoroso silenzio, la falconeria fu in vista.
    Era una stanza sopraelevata che si trovava nel cortile della caserma. Ad attenderli c’era un falconiere immobile ed impettito, evidentemente troppo infreddolito per muoversi. Sul braccio se ne stava appollaiato un piccolo rapace grigio, dal petto bianco e striature nere. Il falconiere, non appena vide Shirai avvicinarsi, scese le scale e consegnò al ragazzo una spalliera di cuoio e un paio di guanti spessi, il tutto mentre l'attendente si congedava e l’astore spiccava il volo. Le protezioni in cuoio non avevano alcuna valenza in battaglia, ma sarebbero servite come appoggio per gli artigli dell’astore.

    Prendi anche del cibo per Holawaka, non voglio muoia di fame. E un’altra cosa, riportamelo indietro sano e salvo, altrimenti ti scannerò come un maiale.

    Shirai non ribattè alle parole dell’uomo, né si preoccupò delle sue minacce. Era ormai abituato alle vane promesse dei soldati della caserma, troppo fumo e poco arrosto. Il ragazzo si limitò a prendere l’attrezzatura, indossando subito sia la spalliera che i guanti. Non appena ebbe finito di allacciare la spalliera, il rapace si gettò verso di lui in picchiata, rallentando poco dopo per appolaiarsi sulla spalla sinistra del giovane.
    Un paio di minuti dopo, il ragazzo e il pennuto stavano già sfidando la tempesta, marciando nella neve in direzione Kumo.
    Il primo pezzo di viaggio si rivelò arduo, la presenza di una massiccia coltre bianca di neve e ghiaccio impediva la visuale e fiaccava l’andatura.
    Il pennuto sembrava non risentire affatto delle sfuriate della tempesta in corso, Shirai invece faticava ad andare avanti, respirando più neve che ossigeno.
    è in questo modo che il ragazzo albino e il suo compagno piumato passarono la prima notte di viaggio, ridicolizzati dalla grandezza di una natura capricciosa e violenta.
    L’alba giunse e colse Shirai ai confini del Paese del Ferro, illuminando il mondo di una luce fioca e piacevole.
    La tempesta a quel punto era cessata, lasciando strascichi di neve su tutti gli indumenti e su i capelli del giovane.

    Ho Fame..

    Shirai era sovrappensiero e, distratto dal suo intento di marciare diligentemente per non ritardare il suo arrivo a Kumo, si trovò a rispondere inconsapevolmente a quel implorazione che aveva udito nella sua mente.

    Anche io..

    L’astore si alzò in volo all’improvviso, facendo sbattere violentemente le ali e facendo sì che, data la confusione, Shirai ritrovasse una lucidità fino a quel momento perduta.

    Torno subito…


    Shirai pensò di essere impazzito, forse si era inconsapevolmente addormentato e, adesso, stava sognando. O forse, la tormenta era stata forse troppo impegnativa e lo aveva privato del senno, oltre che delle energie. Fatto sta che adesso sentiva una voce nella sua testa. In reazione ad essa, prese a scuotere il capo più e più volte, arrivando perfino a schiaffeggiarsi la faccia, nel tentativo di riprendere il controllo.
    Forse funzionò, la voce aveva cessato di parlare e Shirai decise di riprendere la propria marcia forzata.
    Cinque minuti dopo, il rapace era di ritorno e portava in dono una lepre bianca, stretta nei suoi artigli. Shirai lo accolse stupito e meravigliato e, alzato il braccio sinistro, tentò di usare l’arto per porgere un appoggio al pennuto. Holawaka scese verso il ragazzo, consegnò la lepre al giovane e si appollaiò sulla sua spalla sinistra.

    Mangia padrone

    Tu parli?

    Sì… e tu mi ascolti.

    Shirai fermò il proprio incedere. Era confuso, emozionato e stupito. Guardò l’uccello per un lungo istante, infine sorrise. Decise di non procedere oltre, l’evento andava in qualche modo festeggiato. Era stupido, ma Shirai sentiva di doverlo fare. Si apprestò ad accendere un fuoco, un compito arduo data la fresca nevicata. Tentò diverse soluzioni e alla fine ci riuscì, anche se lo fece solo dopo avervi provato poco meno di due ore. Acceso il fuoco, Shirai divise la lepre equamente e ne diede metà all’astore. Mangiarono a sazietà, grazie anche - e soprattutto - alle scorte di cibo che il soldato aveva portato con sé.
    Sentire quell’uccello parlare e poter capire i suoi versi, aveva dell’incredibile. Agli occhi di Shirai tutto quello che gli stava capitando sembrava troppo bello e, forse per questo, temeva che si trattasse soltanto di un sogno.
    Poteva comunicare con quell’uccello e l’astore poteva fare altrettanto, anche se Shirai non si capacitava di come tutto quello fosse possibile. L’unica cosa che sapeva, l’unica cosa importante era che, per quanto assurdo, tutto questo faceva sì che finalmente Shirai potesse dirsi felice.

    é tutto vero...siamo uno stormo

    Con quelle parole, l’astore si alzò in volo e iniziò a volare in cerchio sopra Shirai. Il ragazzo non gli tolse gli occhi di dosso, ancora confuso ed estasiato da quello che gli stava accadendo. Dopo di che, ripresero la loro marcia verso il Paese del fulmine.
    Il resto del viaggio fu un susseguirsi di dialoghi e cacce portate a termine insieme al nuovo compagno pennuto, era soddisfacente potersi procurare il cibo da soli. Holawaka era davvero un eccellente cacciatore. L’atmosfera creatasi fra i due era formata da una commistione di sensazioni ed emozioni positive che, per qualche giorno, fece dimenticare a Shirai il peso della guerra civile di Tetsu.
    Con Holawaka si sentiva felice, libero e finalmente in pace con sé stesso. Tutte sensazioni che aveva, invano, cercato fino al quel momento.
    Il tempo, passato così piacevolmente, sembrò passare in un attimo. Shirai lo capì quando, alzando lo sguardo al cielo, scorse le prime montagne del paese del fulmine.
    Assaporando il gusto amaro del tornare ai propri doveri, Shirai intraprese la scalata delle montagne di Kumo.
    Erano simili a quelle di Tetsu, anche se meno fredde e meno innevate.
    La nuvole circondavano le vette più alte, mano a mano che Shirai si addentrava nei territori di Kumo. Il ragazzo guardò la mappa e, seppur questa fosse disegnata alla bene e meglio, capì che mancavano pochi chilometri alla meta.

    Nido di Uomini...

    Fu Holawaka, in volo sopra le montagne, a comunicare al giovane di aver intravisto un insediamento umano a poche centinaia di metri.
    In questo modo, con l’aiuto del rapace, Shirai trovò agilmente l’accampamento, punto di ritrovo della missione. Mancavano ancora alcune ore alle 9.00, ma Shirai non aveva voglia di aspettare. Voleva tornare a cacciare con il suo animale.
    Si avvicinò quindi al picchetto di guardia, con le mani alzate e il rotolo di incarico stretto in una di queste.

    Vengo in pace… Sono Shirai Riot e sono qui per una missione. Ho qui con me i documenti che attestano quello che dico. Vi prego di esaminarli e di indicarmi il luogo in cui devo recarmi.

    Bene, speriamo non mi ammazzino subito


    @Stompo: Essendo di Tetsu Ovest mi sono inventato quella scusa per partecipare alla missione.
    Nel caso non andasse bene, modifico volentieri.

    Ps: Ho approfittato del post per introdurre l'abilità sennika che permette di parlare con ogni animale.
     
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    Era tutto buio. Non potevo vedere, non sentivo nessun suono e non riuscivo ad aggrapparmi a niente. Ero solo, immerso nell’oscurità. Quando ad un tratto una luce si accese molto lontano da me. Provai a raggiungerla. Il terreno da totalmente piatto e inafferrabile diventò terriccio e accidentato. Caddi più volte e mi feci male al fianco. Il dolore aumentava mentre il sangue sgorgava inaspettatamente da quella ferita. Ma riuscivo ad arrancare e ad avvicinarmi a quella luce. Anzi, forse era la stessa luce che si muoveva verso di me. Veloce ed irradiava calore. Tanto calore. Mi accecò e mi svegliai. Un raggio di sole che filtrava dalla tenda della finestra mi illuminava proprio in volto. Per una volta ero contento di essermi svegliato così. Meglio essere vigili che continuare ad avere incubi.
    Trovai appena fuori la mia camera una lettera poggiata sul pavimento, con accanto un foglio strappato. La lettera parlava di una missione di infiltrazione vicino il villaggio di kumo nelle terre del fulmine. Non sarebbe dovuta essere una missione esageratamente pericolosa, infatti era classificata di livello C. Guardai l’altro foglio. Era ricco di cancellature ma potevo distinguere chiaramente la scrittura di mio padre.

    Ciao Suzaku, ho trovato questa lettera fuori dalla porta e l’ho spostata dove l’avrai trovata. Avrai capito che l’ho letta So che ce la puoi fare, sei forte sono dovuto andare a lavoro perché Ti voglio bene, mi dispiace di essere uscito presto, ci vediamo quando torni e andremo a festeggiare.

    Presi una penna e scrissi dietro al foglio.

    Ti voglio bene pa, capisco. Mi raccomando organizza una bella festa!!!

    Lasciai il foglio sul tavolo della cucina, lì mio padre sicuramente lo avrebbe trovato.

    Uscì di casa appena finito di prepararmi, questa volta a differenza dell’ultima avrei avuto qualche osso nella manica in più. Avevo il bisogno di questa missione, il mio stesso medico mi aveva consigliato di tenermi occupato e di accettare qualche incarico. Aveva detto che per superare il trauma della battaglia mi sarebbe stato d’aiuto “combattere” contro dei stress simili. Mi sembrava un discorso sensato tutto sommato e solo attraverso piccoli passi sarei diventato un giorno un ninja riconosciuto da tutti. Ah..almeno ci speravo con tutto me stesso.
    Mi incamminai per raggiungere il porto, da lì un traghetto mi avrebbe trasportato per la maggior parte del viaggio.

    La nebbia aleggiava su tutto il villaggio, così come sul porto. Stavo cercando la nave che mi potesse portare a destinazione quando mi venne incontro un chunin.

    -Immagino tu sia Suzaku Kaguya, no?

    -Si

    -Allora vieni con me, ti scorterò fino le coste del paese del villaggio delle nuvole.

    Mi fece strada fino un ad una nave della lunghezza di circa 15 metri. Era in legno e sembrava nuova. Forse era un po’ vecchiotta ma trattata con cura maniacale. Salimmo a bordo.

    -Parti, capo!

    Quello che sembrava il capitano dal suo atteggiamento da lupo di mare fece segno all’equipaggio e la nave salpò spedita verso Kumo.

    Se dovessi descrivere il viaggio con una singola parola direi: sereno. Il mare era tranquillo, l’atmosfera era calma e mi potei felicemente rilassare. Ebbi perfino la possibilità di assaggiare qualche prelibatezza di mare e con la grazia divina nessun incubo infestò i miei sogni.

    Attraccammo alle coste del paese del fulmine qualche giorno dopo. Non avevo mai visitato un altro paese e subito fui colpito dallo spettacolo che mi fu offerto dalle lande montuose di questa terra. Le vette costellavano tutto il panorama ed erano così alte da raggiungere le nuvole.

    -Wow

    Salutai il chunin che mi aveva scortato nel viaggio. Non avevamo fatto molta amicizia però mi aveva augurato sinceramente di portare a termine con successo la missione. Lo auspicavo anche io.
    Mi aveva anche dato delle indicazioni su come raggiungere il posto a 5 km a nord dal villaggio di Kumo.

    Per evitare di dilungarmi troppo e perdere tempo prezioso, attraversai il villaggio di fretta, non ebbi sfortunatamente la possibilità di essere un turista ma riuscì a notare quanto fossero differenti gli abitanti di queste terre. Non solo fisicamente, una pelle scura diametralmente opposta alla pelle diafana degli abitanti del mio villaggio, ma anche nel comportamento. Si muovevano e vestivano differentemente. Per esempio la casacca dei ninja lasciava molte zone scoperte, forse erano pensate per un approccio più offensivo. Molto affascinante.
    Abbandonato il villaggio mi immersi in quel territorio così particolare. I laghi erano disseminati per tutta la zona. Non ne avevo mai visto neanche uno dal vivo. Conoscevo cosa fossero solo per qualche libro che avevo letto. Avrei potuto tranquillamente affermare che potevano essere sia dei piccoli “mari” che delle grandi pozzanghere. Il vento mi sferzava il volto e tutto intorno a me sembrava risuonare il suono di un tuono. Era un luogo magnifico, primordiale e ostico.

    Raggiunsi il luogo prestabilito dopo quella che sembrava una interminabile camminata e trovai un accampamento di ninja. Sembravano tutti molto indaffarati, la maggior parte parevano di Kumo eppure potevo stimare che alcuni ninja che potevo scorgere appartenessero ad altri villaggi. Tirai fuori la lettera del caporale e mi avvicinai ad uno shinobi che sembrava essere di guardia. Infatti avevo il suo sguardo posato su di me.

    -Salve, sono qui per la missione.

    Mostrai la lettera e attesi.

    Resistenza:250
    Stamina:100

    Ho cancellato l’altro perché era oramai inutile :sasa:


    Edited by Capitan Steg - 19/10/2018, 14:58
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    In guerra tante erano le cose che potevano andare storte, ogni minimo attacco, appostamento, scontro campale doveva essere ben pianificato ed organizzato in ogni minimo dettaglio, anche solo un errore nella progettazione di una qualsivoglia operazione poteva porterà ad un'elevatissima perdita in termini di materiale umano e di territorio, chi era al comando sapeva questo fin troppo bene e fu proprio per questo motivo che vanno dato al Caporale Rho il compito di organizzare una piccola squadra di infiltrazione per portare in salvo alcuni documenti sensibili che erano stati lasciati indietro a causa di un maldestro errore nella mobilitazione delle forze in quell'area, certo coloro che si erano resi colpevoli di tale distrazione erano stati adeguatamente puniti, ma non fare nulla e permettere al nemico di mettere le mani su quei dati avrebbe causato molto più che una semplice lavata di capo. Il giovane samurai, all'interno della tenda del suo accampamento, lo sapeva, capiva perfettamente quanto fosse delicata quella situazione e per questo motivo continuava a guardare e riguardare la mappa posta al centro di un grande tavolo di legno di forma quadrangolare che raffigurava la pianta del luogo dove il gruppo di ninja avrebbe dovuto infiltrarsi, voleva assicurarsi che tutto fosse perfetto, del resto da quella missione dipendevano decine di vite oltre che la sua carriera militare, non qualcosa che si poteva prendere alla leggera. Fu in quel preciso momento che tutti i Genin fecero la loro comparsa, chi prima chi dopo tutti passarono all'interno della tenda che gli era stata indicata e videro l'uomo chino su di un tavolo pieno di rotoli di pergamena, di fogli scarabocchiati e qualche libro sparso un po' in giro:

    "No...no...così non ci siamo, li vedrebbero..."

    Lì per lì il caporale non si accorse subito della loro presenza, talmente era preso dalle sue idee e non appena i giovani ninja si palesarono cominciandosi a presentare lui quasi fece un salto dalla sorpresa:

    "Ah...wow siete già qui, tutti in perfetto orario direi!"

    L'uomo ascoltò e memorizzò al volo i nomi dei ragazzi che aveva di fronte, soffermandosi per qualche secondi di più sul quello proveniente da Testu Ovest con sguardo fisso e occhi leggermente socchiusi, sapeva che in quella specifica situazione era un alleato, ma non bastava una momentanea tolleranza a far dimenticare tutto il sangue che era stato versato:

    "Bene, come potrete immaginare sono il caporale Rho...spero che siate pronti a mettervi subito in marcia perché il tempo a nostra disposizione è poco, dovrete infiltrarvi nel vicino complesso abitativo per recuperare degli importanti documenti, che cosa contengono non è di vostro interesse ma sappiate che il loro recupero ha la massima priorità, da quello che sappiamo sono localizzati in questo edificio..."
    ezgif_2

    Il samurai completò la sua affermazione indicando sulla mappa un piccolo edificio posto in basso a sinistra:

    "La struttura è un centro di ricerca, per entrarci dovrete recuperare una chiave magnetica di accesso di colore rosso nelle vicine abitazioni e successivamente disattivare il sistema energetico dell'impianto per mettere fuori uso le trappole all'interno, vi consiglio caldamente di non provare ad entrare prima di aver tolto la corrente o metterete seriamente a rischio la missione..."

    L'uomo mise notevole enfasi sulle sue ultime parole, voleva essere sicuro che tutti i presenti avessero ben chiaro cosa andasse fatto e con che ordine:

    "Questo è quanto, arriverete da nord in altro a destra di questa cartina e non appena vedrete le mura esterne vi dividerete in due gruppi, due di voi andranno a cercare la chiave mentre gli altri andranno a disattivare l'impianto elettrico, fatte entrambe le cose vi riunirete davanti al palazzo con i documenti e vi mettere a cercare ciò che ci occorre, da quello che sappiamo dovrebbe trattarsi di una spessa cartelletta con sopra scritto il codice 2045 in rosso, prendetela e poi tornate al campo il più velocemente possibile. Quindi per riassumere siate discreti, precisi e silenziosi, ricordatevi che sarete in un territorio contestato, non dovrebbe esserci eccessiva presenza nemica, almeno non ancora, ma è possibile che possiate trovarvi di fronte delle avanguardie, quindi occhi ed orecchie aperte; se avete qualche domanda fatemela e poi dirigetevi verso l'uscita Sud per dare il via a tutto..."

    A quel punto Rho avrebbe risposto alle eventuali domande a cui avrebbe avuto sapere o poter dire, subito prima di congedare i ragazzi e rimettersi a riosservare la piantina in caso gli fosse sfuggito qualcosa, i giovani Genin comunque una volta usciti da lì avrebbero avuto tutte le informazioni necessarie per dare cominciare la missione, un'infiltrazione che non ammetteva errori.

    Bene diamo il via alle danze, avete la mappa per capire più o meno come potervi muovere(voi partite dalla N in alto), scegliete come volete la divisione dei due gruppi(ovviamente in game) e fatemi capire come idealmente vorreste muovervi per raggiungere i vostri obiettivi, ricordando che siete in un centro abitato abbandonato e con evidenti segni di battaglie. Se i vostri pg devono fare domande fatele all'inizio del post e vi rispondere nel mio prossimo, per qualsiasi domanda come al solito mp, da adesso avete una settimana per postare, a voi :rosa:
     
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    … Fosse per me lo ammazzerei subito.. Ma credo che il caporale Rho voglia farlo con le sue mani. Ed io sarò lì a godermi lo spettacolo… Fid tu resta di guardia al picchetto. Porto questo avanzo di galera dal Caporale..

    La guardia che aveva appena parlato, un uomo robusto e dalla carnagione scura, si dimostrò particolarmente duro nei confronti del giovane. C’era da aspettarselo, Tetsu Ovest non era vista di buon occhio in quasi tutto il mondo conosciuto, compresi i paesi Ninja. Kumo, e i suoi abitanti, non facevano alcuna eccezione.
    Shirai si sentì colpito nell’orgoglio da quelle parole sputate come fossero veleno e, per recapitare al meglio la propria risposta, decise di ricambiare il caloroso benvenuto, sputando per terra e andando a colpire il terreno ai piedi dell’uomo. Con lo sguardo fisso su quello del suo oppositore, il ragazzo accennò ad un mezzo sorriso sardonico, mentre la mano sinistra si andava a posare sull’elsa della sua spada.
    Lo scopo di quella pantomima era quello “mostrare i denti”, al solo fine di non farsi mettere i piedi in testa. Aveva imparato, a sue spese, cosa significasse avere a che fare con i soldati più vecchi di lui. Una volta che ti sei fatto mettere sotto anche solo una volta, sarai per loro un bersaglio sul quale sfogare le proprie frustrazioni.


    Inoltre il giovane Riot sapeva bene che quei soldati non avrebbero reagito in alcun modo alle sue provocazione, a meno che non avesse deliberatamente estratto lo Wakizashi.
    Il come facesse a saperlo, era semplice: al pari delle bestie ammaestrate, anche i soldati non fanno altro che rispondere agli ordini dei propri padroni. E quei soldati non avevano ricevuto istruzioni di uccidere il ragazzo, anzi avrebbero dovuto accompagnarlo nel luogo di ritrovo.

    Perdonami Holawaka, paragonarti a loro ti reca torto..

    Il rapace emise un breve stridio di risposta, continuando a vorticare ciclicamente nell’aria.


    Il cucciolo mostra i denti, bene bene… spero il caporale te li strappi tutti, uno ad uno.

    Avevo un cane lupo una volta, che non faceva altro che abbaiare. Legato com’era al suo corto guinzaglio, non smetteva di strattonare la catena per attaccarmi. Ogni santissima volta che qualcuno si avvicinava, il cane cercava di assalirlo, mostrando denti ringhiando e abbaiando

    Ahahah e a me cosa dovrebbe importarmene?


    Nulla nulla, ma ascolta. Il comportamento di quel cane a me dava sui nervi. Un giorno allora, decisi di farla finita e lo liberai.

    Bravo, e quindi?

    Sappi che, se continui a darmi sui nervi in questo modo, il giorno che sarai libero dal tuo guinzaglio di soldato, verrò da te e ti strapperò la testa dal collo come ho poi fatto con il mio animale..



    I successivi minuti, che separavano i due militari dalla tenda del caporale, passarono in silenzio. L’atmosfera si era fatta tesa, ma Shirai aveva raggiunto il suo obiettivo e aveva ammansito il ninja di Kumo. Il giovane albino aveva tratto piacere nel esserci riuscito, ma la cosa che lo rendeva più orgoglioso era quella di essere riuscito ad inventarsi una così bella storia in così poco tempo. Shirai non aveva mai avuto un cane, ne tantomeno ospiti a casa.
    Quella bettola… In quel momento Shirai comprese che non gli stava affatto mancando.


    Dopo una manciata di minuti, l’uomo che accompagnava il giovane, giunto alla tenda del caporale, scostò la tela ocra in modo tale da permettere a Shirai di entrare.
    Il Riot entrò e davanti ai suoi occhi se ne stava un ragazzo poco più grande di lui. Carnagione chiara, capelli corvini e un Wakizashi legato al fianco.
    Era senza dubbio un samurai e, vista l'eccezionalità della presenza di Shirai, era evidente che si trattasse di un soldato di Tetsu Est .
    Shirai si impetrì di colpo. L’aria faticava ad uscire dal naso, mentre un peso invisibile andava a schiacciare il costato del giovane. Il giovane sapeva che, i rancori fra le loro fazioni, avrebbero potuto compromettere l’incolumità di quel soldato dell’Ovest, troppo lontano da casa propria.

    Quando ebbe la forza di reagire, il giovane Shirai si ritrovò ad essere osservato. Fessure al posto degli occhi ed un espressione seria, tradirono i sentimenti del Caporale nei confronti del suo sottoposto dell’Ovest. Le paure del ragazzo albino avevano trovato fondamento. Sapeva di non essere voluto, ma sperava che i risentimenti personali non sfociassero in nulla che potesse compromettere la propria vita.

    Il Caporale parlò, ma non accennò a nulla che avesse a che fare con la provenienza di Shirai.
    Il giovane soldato allora si assicurò di ascoltare quelle parole con la massima attenzione, soppesando al contempo la forza dei tre compagni che avrebbero formato la sua squadra.
    Tutti e tre erano Ninja, tutti e tre erano Genin, poichè sprovvisti dell’uniforme che li avrebbe etichettati in altro modo. Nessuno di loro sembrava essere abbastanza esperto da poter assolvere al compito di leader. Nessuno che sembrasse adatto a missioni di esplorazione ed infiltraggio. La missione si sarebbe rivelata insidiosa, poiché svolta da quattro novellini.

    Il giovane Shirai, perplesso per le probabilità di successo, attese che il Caporale ebbe finito con il proprio discorso, poi fece un passo avanti e decise di rompere gli indugi.

    Caporale vorrei mettere al corrente la squadra di quello che, suppongo, voi già sappiate già.
    Il mio Nome è Shirai Riot e sono un soldato di Tetsu Ovest.
    Vorrei però fosse chiara la mia intenzione di portare a buon fine questa missione, nonostante la mia origine “scomoda”.
    Questo perchè, come voi, rispondo a degli ordini. Ora e sempre.


    Le ultime parole furono espresse per alludere alla guerra con l’Est.

    Sono pronto a prendermi tutti gli oneri e i rischi che occorrono per provare questa mia buona fede, vi chiedo quindi di promuovermi, se fosse in suo potere, a facente funzione di Sergente. Ve lo chiedo umilmente. questo perchè la mia conoscenza tattica e militare, seppur teorica, potrebbe influire sul buon esito della missione.


    Shirai non attese la risposta del caporale e proseguì:

    Avrei inoltre delle domande e delle considerazioni:
    Primo. Il complesso abitativo è dotato di un sistema fognario? Se sì potremmo utilizzarlo per diminuire al minimo il tempo di esposizione all’esterno. Questo potrebbe permetterci di sfruttare le ore diurne per portare a termine l’incursione, ore dove la sorveglianza potrebbe essere più blanda. Per farlo però, ammesso sia possibile, avremmo bisogno di una mappa che ci permetta di non perderci.
    Ad ogni modo, anche se ci fossero delle fogne e la mappa per sfruttarle, sarebbe comunque più sicuro aspettare il crepuscolo, in modo tale da poter sgusciare nelle ombre.


    Facendo particolare attenzione sull’equipaggiamento della squadra. Shirai aggiunse:

    Inoltre, se posso permettermi, vista la provenienza dei componenti di questa squadra, dividerei i gruppi in questo modo:
    Io e il ninja di Suna dovremmo prendere la chiave, mentre i due ninja di Kiri saranno intente a eliminare l’impianto elettrico.
    Questo perchè, essendoci due ninja dello stesso villaggio, presumo che l’affiatamento fra loro possa essere maggiore. Inoltre, non vedo armi al fianco dei ninja di Kiri e questo mi fa pensare che possano essere abili in modi non marziali, ad esempio buoni utilizzatori del chakra e delle tecniche d’acqua, potenzialmente metodi efficaci per mandare in tilt l’elettricità.
    Anche perchè, io sono solo un buon utilizzatore di spada e usare queste mie capacità per tagliare cavi elettrici mi sembra deleterio.
    Mi aspetto inoltre che ci sia più affollamento intorno al luogo dove si trova la chiave e, qualora fosse necessario, poter affrontare le guardie con un'arma in mano mi fa sentire più sicuro. Per questo motivo opterei per mandare me e il ninja di Suna a recuperare quella chiave.


    Se entrassi in possesso della chiave, potrei infiltrarmi anche da solo nel centro di ricerca, qualora andasse qualcosa storto.
    Inoltre, poter contare su Holawaka mi garantisce un’ottima copertura aerea. Una guida in grado di segnalare eventuali pericoli, avvertendomi anche della presenza e posizione dei nemici.
    Spero di non essermi esposto per nulla.
    L’opportunità di essere messo a capo della missione è ghiotta, avrei maggiori speranze di mettere le mani su quei documenti.



    Shirai rimase in attesa delle risposte da parte del Caporale e da parte del resto della squadra. Era sicuro delle parole che aveva appena espresso. Pensava di aver snocciolato bene la questione anche se le proprie motivazioni personali collidevano, in parte, con quelle della missione ufficiale.



    Scheda

    ------

    Reistenza: 200
    Stamina: 50

    ------

    Off: Ho proprosto di mettermi a capo della missione perchè le conoscenze Militari di II° livello permettono di avere piccoli bonus di riuscita alla squadra.


    Edit. Stamina messa a 200 e non 300. scusate


    Edited by ShiraiRiot - 29/10/2018, 13:17
     
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  8. Kayes
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    Una volta arrivati al campo non potei fare a meno di notare un uomo chino su un tavolo pieno di pergamene, intento a sbraitare a destra e a sinistra, muovendo le carte frettolosamente. MI avvicinai a lui e notai che oltre a me erano presenti altri giovani shinobi più o meno della mia età, un ragazzo di Kiri, uno di Suna e un altro senza coprifronte ma con un modo di equipaggiarsi abbastanza familiare. Quest’ultimo si presento come un soldato di testu, e lì mi fu subito chiaro con chi potevo avere a che fare.

    Bene, come potrete immaginare sono il caporale Rho...spero che siate pronti a mettervi subito in marcia perché il tempo a nostra disposizione è poco, dovrete infiltrarvi nel vicino complesso abitativo per recuperare degli importanti documenti, che cosa contengono non è di vostro interesse ma sappiate che il loro recupero ha la massima priorità, da quello che sappiamo sono localizzati in questo edificio...

    Notai uno sguardo leggermente ostile da parte del caporale nei confronti del soldato di Tetsu, ma sorvolai concentrandomi sulle informazioni che ci stava fornendo. Il caporale ci indico una pergamena sula tavolo e mi avvicinai per osservarla meglio.

    La struttura è un centro di ricerca, per entrarci dovrete recuperare una chiave magnetica di accesso di colore rosso nelle vicine abitazioni e successivamente disattivare il sistema energetico dell'impianto per mettere fuori uso le trappole all'interno, vi consiglio caldamente di non provare ad entrare prima di aver tolto la corrente o metterete seriamente a rischio la missione...

    Passai in rassegna la mappa e cercai di memorizzarla. Quello in cui saremmo dovuti andare sembrava un complesso di medie dimensioni, diviso in due quadranti. A ovest vi erano le abitazioni e il complesso da violare, ad est la centrale elettrica da mettere fuori uso. Immaginavo che il tutto fosse sorvegliato ovviamente, altrimenti chiunque avrebbe potuto farlo, e infatti ne ebbi la conferma poco dopo.

    Questo è quanto, arriverete da nord in altro a destra di questa cartina e non appena vedrete le mura esterne vi dividerete in due gruppi, due di voi andranno a cercare la chiave mentre gli altri andranno a disattivare l'impianto elettrico, fatte entrambe le cose vi riunirete davanti al palazzo con i documenti e vi mettere a cercare ciò che ci occorre, da quello che sappiamo dovrebbe trattarsi di una spessa cartelletta con sopra scritto il codice 2045 in rosso, prendetela e poi tornate al campo il più velocemente possibile. Quindi per riassumere siate discreti, precisi e silenziosi, ricordatevi che sarete in un territorio contestato, non dovrebbe esserci eccessiva presenza nemica, almeno non ancora, ma è possibile che possiate trovarvi di fronte delle avanguardie, quindi occhi ed orecchie aperte; se avete qualche domanda fatemela e poi dirigetevi verso l'uscita Sud per dare il via a tutto...

    Stando a quanto affermava il caporale la sorveglianza era minima ma comunque presente, di conseguenza dovevamo agire con discrezione, essere rapidi ed effettuare un lavoro pulito. Diedi un’altra occhiata alla mappa e poi feci per rivolgermi al gruppo ma venni anticipato.

    Sono pronto a prendermi tutti gli oneri e i rischi che occorrono per provare questa mia buona fede, vi chiedo quindi di promuovermi, se fosse in suo potere, a facente funzione di Sergente. Ve lo chiedo umilmente. questo perchè la mia conoscenza tattica e militare, seppur teorica, potrebbe influire sul buon esito della missione.

    Abbastanza arrogante da parte sua ma a me interessava poco chi volesse dirigere le operazioni, tanto se non mi fossi trovato d’accordo avrei comunque fatto di testa mia. Mi limitai a nascondere un’espressione di marcata disapprovazione.

    Avrei inoltre delle domande e delle considerazioni:
    Primo. Il complesso abitativo è dotato di un sistema fognario? Se sì potremmo utilizzarlo per diminuire al minimo il tempo di esposizione all’esterno. Questo potrebbe permetterci di sfruttare le ore diurne per portare a termine l’incursione, ore dove la sorveglianza potrebbe essere più blanda. Per farlo però, ammesso sia possibile, avremmo bisogno di una mappa che ci permetta di non perderci.
    Ad ogni modo, anche se ci fossero delle fogne e la mappa per sfruttarle, sarebbe comunque più sicuro aspettare il crepuscolo, in modo tale da poter sgusciare nelle ombre.
    Inoltre, se posso permettermi, vista la provenienza dei componenti di questa squadra, dividerei i gruppi in questo modo:
    Io e il ninja di Suna dovremmo prendere la chiave, mentre i due ninja di Kiri saranno intente a eliminare l’impianto elettrico.
    Questo perchè, essendoci due ninja dello stesso villaggio, presumo che l’affiatamento fra loro possa essere maggiore. Inoltre, non vedo armi al fianco dei ninja di Kiri e questo mi fa pensare che possano essere abili in modi non marziali, ad esempio buoni utilizzatori del chakra e delle tecniche d’acqua, potenzialmente metodi efficaci per mandare in tilt l’elettricità.
    Anche perchè, io sono solo un buon utilizzatore di spada e usare queste mie capacità per tagliare cavi elettrici mi sembra deleterio.
    Mi aspetto inoltre che ci sia più affollamento intorno al luogo dove si trova la chiave e, qualora fosse necessario, poter affrontare le guardie con un'arma in mano mi fa sentire più sicuro. Per questo motivo opterei per mandare me e il ninja di Suna a recuperare quella chiave.


    Il suo ragionamento aveva un senso fino ad un certo punto. Partendo dal presupposto che lavorare con un membro del mio villaggio per me aveva la stessa valenza che lavorare con un perfetto sconosciuto visto che non ci eravamo mai visti prima di allora, ma l’idea dell’elemento per mettere fuori uso la centrale seguiva un filo logico che non mi dispiaceva. Sperando ovviamente che l’altro genin di Kiri potesse utilizzare il suiton, perché io non potevo.
    Analizzai con cura le parole che stavo per pronunciare, non volevo risultare antipatico ne tantomeno seccato dalla situazione.


    Nulla da obbiettare, solo non trovo necessario muoversi attraverso la rete fognaria se saremo coperti dall’oscurità della notte, basterà fare attenzione.

    Da lì in poi non sarebbe stato troppo difficile, almeno fino al momento della separazione ovviamente. Avremmo lasciato l’accampamento in gruppo per dirigerci verso sud in direzione del complesso indicatoci dal caporale, e in attesa di scorgere le mura in lontananza provai a capire di più sul genin di Kiri che probabilmente mi avrebbe dovuto affiancare durante quella missione.

    Non so tu, ma l’unico elemento che sono in grado di controllare attualmente è il Katon, che non è comunque male visto quello che dobbiamo fare. Come te la cavi con i ninjutsu? Non mi sembri un tipo da arti marziali ma magari mi sbaglio

    La mancanza di armi poteva denotare la scarsa attitudine alle arti marziali ma non era di sicuro una cosa certa. Mi era capitato di trovare ragazzi che preferivano combattere a mani nude piuttosto che con una spada.
    Il complesso da violare prese forma ben presto dinnanzi a noi, e quando fui pericolosamente vicino le mura rallentai e iniziai a muovermi con più attenzione, da lì in poi poteva succedere di tutto e non avrei di certo voluto fallire la mia prima missione per una disattenzione.


    Bene ragazzi, facciamo il punto della situazione e iniziamo

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    Non si fece attendere molto una risposta dalla guardia dell’accampamento.

    -Seguimi genin.

    Così mi fece strada attraverso l’accampamento fino alla tenda del caporale Rho. Pullulava di ninja provenienti da tutte le terre ninja, ma specialmente ninja di Kumo. Anche qualche samurai gironzolava indaffarato. Tutti sembravano tesi e pronti ad agire ad ogni minimo avvertimento. La situazione trasmetteva ansia, probabilmente in molti erano irrequieti per la guerra.

    Erano presenti oltre me e il caporale altri tre genin. Un albino di Tetsu, la prima volta in vita mia che ne vedevo uno, un altro ragazzo di Kiri dai capelli argentei, ed un altro ninja di Suna dai capelli neri e dall’aspetto trasandato. Propria una bella combriccola.

    Il caporale Rho ci spiegò sinteticamente la situazione. In pratica ci saremmo dovuti dividere in due squadre, una avrebbe dovuto staccare l’elettricità nella zona e l’altra avrebbe trovato la chiave per poi insieme recuperare la cartella. Facile no? Forse...
    Conseguentemente alla spiegazione il ragazzo di Tetsu, il più alto in altezza dei genin, decise di proporsi come capo squadra. Mi sorprese, allo stesso tempo ammiravo il coraggio e la sua decisione, però non mi andava a genio l’idea di essere comandato da un pari grado di un altro paese. Però la sua idea di divisione in team mi allettava. Sicuramente avrei preferito uno shinobi di Kiri che uno di Suna o lo stesso arrampicatore sociale. Non lo conosce direttamente l’altro kiriano, anzi non ci avevo mai scambiato due parole, però sarebbe stato più facile muoversi con un connazionale.
    Presi parola con il caporale Rho:

    - Signor caporale dobbiamo memorizzare qualche codice di sicurezza per entrare nella centrale elettrica? In quale stanza potremo trovare l’interruttore generale?

    Espressi anche la mia opinione su come raggiungere la zona della missione.

    - Non vedo l’utilità di usare le fogne, anzi raggiungendo il luogo attraverso la vegetazione potremmo anche osservarlo e analizzare la presenza di nemici.


    Il kiriano mi porse una domanda.

    -Preferisco il Taijutsu, anche se mi diletto con il Kenjutsu.

    Dopo aver pronunciato quelle parole notai come non portassi nessuna katana, come l’albino di Tetsu l’avesse fatto notare precedentemente, e che quindi le mie parole parrebbero sembrare quelle di un bugiardo, così aggiunsi:

    -Ho la capacità di manifestare una katana quando ne ho bisogno.

    Non avevo voglia di spiegare che mi tiravo fuori un osso dal braccio, anche perché non mi sembrava il miglior modo per fare amicizia.
    Immaginai che il nostro team sarebbe stato ben bilanciato, entrambi avremmo coperto i difetti dell’altro. Io in avanscoperta e lui da dietro a sfruttare il suo repertorio di katon.

    Dalla fine della conversazione con il caporale Rho saremmo partiti alla volta del centro abitato.

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    scusate un po’ per i ritardo ed un po’ per il micropost ma il wifi è morto 😞
     
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    Rho ascoltò uno ad uno tutto ciò che i ragazzi gli chiesero e gli rispose velocemente prima di tornare alle sue faccende, nello specifico fu particolarmente interessato alle parole del samurai che seppur dell'altra sponda dimostrava una maggior consapevolezza tattica dei suoi compagni:

    "Promuoverti Sergente mi sembra decisamente prematuro ed immotivato, a malapena accetto la tua presenza in questa missione, vi basterà seguire le direttive che vi ho dato ed andrete alla grande, le squadre proposte dovrebbero andare bene, per il resto l'idea di passare per le fogne è senza dubbio intelligente, purtroppo per voi però le linee sotterrane sono crollate durante gli intesi combattimenti che sono stati fatti in superficie, quindi non avete alcuna scorciatoia, siate veloci e silenziosi, abbiate cura di muovervi al calar del sole, rimanete uniti e tornerete con quello che ci occorre prima dello scoccare del mezzodì"

    Detto questo passò a tutti una copia in piccolo della mappa per poi congedarli e tornare a concentrarsi sulle tante carte che teneva sul tavolo al centro della sua tenda. I giovani vennero quindi scortati fuori e si trovarono uniti con il caldo sole della mattina che malgrado le nuvole di un autunno sempre irrequieto riusciva comunque a riscaldare con i suoi timidi raggi, cosa fare? Come organizzare il tutto? Rho aveva dato loro diverse linee guida, ma non poteva prenderli per mano e portarli a destinazione, aveva Pirati e Ninja di Yu che spingevano ai confini e non poteva permettersi di dedicare troppa attenzione ad una missione di recupero come quella. Il piccolo gruppo aveva perciò carta bianca, quando muoversi, quando colpire, tutto dipendeva da loro, ma avrebbero dovuto giocarsela davvero bene per non mandare tutto a monte, dal mare veniva un vento carico di morte e sangue, qualcosa che di certo nessuno di loro voleva ancora provare sulla propria pelle.
    In qualsiasi momento i giovani avessero deciso di mettersi in marcia, quello che in ogni caso si sarebbero trovati di fronte, dopo una lunga camminata in un terreno montuoso arido e privo di vegetazione, sarebbero state le mura di cinta esterne della cittadina, tutte in pietra grezza ed alte circa una decina di metri, piene zeppe di crepe e squarci più o meno profondi ad intervalli regolari che facevano sì intendere l'intensità dei combattimento che lì si erano svolti giorni prima, ma permettevano anche un facile ingresso al complesso apparentemente non sorvegliato, una piccola fortuna in quel generale disastro. Tutto era pronto, non restava altro da fare ai ragazzi che dividersi e portare a termine il più velocemente possibile i loro compiti, l'orologio ormai era partito:

    Gruppo all'impianto elettrico:
    ezgif_4
    Il gruppo che mirava a togliere la corrente al centro dati aveva in teoria la strada più semplice, dopo poche centinaia di metri infatti si sarebbero trovati di fronte una bizzarra struttura dalla spiccata verticalità, presentava all'esterno diverse bobine elettriche per lo stoccaggio e la distribuzione dell'energia in tutto il complesso ed emetteva un basso e costante ronzio che impiegava poco tempo a diventare dannatamente fastidioso. Il posto sembra sgombro, non si sentivano altri rumori nelle vicinanze e tutte le case vicine sembravano abbastanza intatte, fatta eccezione per qualche muro crollato e qualche tratto di strada coperto da voragini, evidentemente i difensori avevano intensificato i loro sforzi per ridurre gli scontri in quella regione e se ne poteva facilmente intuire il motivo: perdere quella centrale avrebbe significato perdere la città, ma evidentemente alla fine niente aveva avuto davvero importanza...


    Gruppo alla Chiave:
    Per gli altri invece la storia si faceva molto più complicata, il luogo dove secondo la mappa era nascosta la chiave rossa era diametralmente opposto rispetto alla centrale elettrica, distava diversi chilometri e costringeva i ragazzi a compierli o all'esterno delle mura, con il rischio però di non trovare un entrata vicina oppure di percorrerli tutti all'interno, ma come presto si sarebbero resi conti gli stessi ninja fin dai primi passi era davvero un compito complesso: l'intera zona era stata praticamente rasa al suolo, tutte le case, le ville, di tutto quello che vi poteva essere prima erano rimaste solo delle vecchie insegne, qualche lampione, resti di quella che un tempo doveva essere una stupenda cittadina e che ora non era altro che alcune case in rovina attorno ad una piana desolata circondata da mura, che cosa era successo lì, chi era arrivato a tal punto da cancellare interi palazzi? La domanda di certo non avrebbe trovato risposta, ma il problema sarebbe rimasto, percorrere esternamente le mura o passare dall'interno ma in pieno campo aperto?


    Molto bene, ora si entra nel vivo, descrivetemi tutto per bene e gestite come volete i dialoghi, arrivate fino alle mura e poi seguite le tracce a seconda del gruppo di cui fate parte, ditemi come volete muovermi e vedremo come finisce :rosa:
    ¬Arrow ai salto il primo turno perché sei sparito senza avvisare, al prossimo strike sei out
     
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    Deve essere una prerogativa dei soldati di Tetsu Est, non riuscire a cogliere le occasioni quando gli capitano. Ecco perchè la guerra fra le nostre fazioni è lungi dall’essere finita. Ecco perchè Severa non è riuscita a prendere il potere quando avrebbe dovuto farlo. Vigliacca lei, come vigliacco si é dimostrato questo Caporale.
    Poteva affidarmi il comando, far ricadere su un soldato dell’Ovest tutta la colpa in caso di sconfitta. E, soprattutto, mi ha negato la possibilità di diventare Sergente. Maledizione!
    Non posso rimanere un soldato troppo a lungo, non posso permettermelo se voglio unificare il mio Paese. Devo ottenere il potere e l’influenza militare-politica per riuscirci.
    E cosa fa questo smidollato? Non solo non mi promuove, questo miserevole soldato dell’est, nemmeno ci accompagna in missione, lasciandoci senza una definita catena di comando. Come un vigliacco, se ne rimane al sicuro e manda quattro stolti allo sbaraglio. Ci vuol rendere l’ennesima carne da macellare nel tritatutto della guerra. Questo è l’esempio lampante di come i capi militari dell’Est non siano in grado di vincere la guerra.
    Onore, Giustizia, Compassione… Non è questo che insegna il Bushido? io non vedo nulla di ciò nelle sue decisioni. Come pensavo, le loro sono solo parole vane, ideali vuoti.


    Pirati vero Caporale? stia attento per favore. Non vorrei che Kumo diventi il nuovo Tetsu.


    Shirai la buttò lì, prima di essere accompagnato fuori dalla tenda. Sapeva che il Caporale aveva la testa altrove. Lo aveva notato quando, entrati nella tenda, il samurai dell’est non si era accorto della loro presenza. Shirai sapeva della guerra sulle coste del nord, anche se non ne conosceva l’andamento o l’esito. Da settimane, nelle caserme di Tetsu, non si parlava d’altro. Se i parati avessero vinto quella battaglia, probabilmente, si sarebbe aperto un nuovo fronte di guerra. Uno scenario che avrebbe costretto l’O.S.U, il mondo ninja e Tetsu Est a dividere le loro forze, diminuendo quelle impiegate contro Tetsu Ovest. Un’opportunità allettante per la fazione di Shirai, che avrebbe visto diminuire drasticamente le forze avversarie. Forse questo avvenimento era quello che serviva per riuscire a fiaccare definitivamente la resistenza di Severa. Che la pace fosse vicina?


    Se i pirati fossero davvero così vicini alle coste di questo paese, si potrebbe pensare che siano alleati di questi tizi che difendono i documenti che dobbiamo recuperare. Non credo sia sbagliato supporre questo e non credo sia sbagliato considerare queste fazioni come nemici di Tetsu Ovest.
    Questo fa di loro una possibile via di fuga se le cose andassero male? Un modo per uscirne vittorioso in ogni caso.
    No...no, non devo pensarci, dimostrerò il mio valore e cercherò di tenere in vita tutti i miei compagni. Non sono un Sergente, ma mi comporterò come tale.

    Ora basta, Holawaka, per favore va a caccia, mangia e riposati. Quando il sole sarà alto nel cielo, vola a sud e cerca una grande citt… un grande nido di uomini.
    Un nido fatto di tanti nidi. Un nido molto ma molto più grande di questo. Trovalo per me.
    Al suo interno, ci saranno dei nidi più grandi degli altri. Uno dovrebbe essere visibile non appena arrivi. Concentrati su quello. Voglio che tu osservi la presenza degli uomini, il loro numero e la loro vicinanza a questi grandi “Nidi”. Poi torna da me e riferisci tutto ciò che hai visto. Sarai i miei occhi, mi affido completamente a te. Ora va…



    Holowaka si alzò in volo, stridendo in risposta ai comandi del samurai.
    Shirai lo guardò volare via, a quel punto prese la copia della mappa e guardò i compagni. Li soppesò, dubbioso. Alla fine le sue predizioni sulle loro abilità si erano rivelate errate. Eccesso di sicurezza, spavalderia e l’accettazione di comuni cliché, avevano alterato il giudizio del giovane.

    Ho mandato in perlustrazione il mio rapace, tornerà non appena troverà qualcosa… sempre che ci sia qualcosa da riferire. Dovrebbe imbattersi subito nella centrale elettrica, essendo l’edificio più vicino al nostro punto di arrivo. Nonchè uno di quelli più evidenti o importanti. Spero Howaka lo capisca…e spero torni riferirci qualcosa di utile.
    Così, almeno voi due di Kiri avrete qualcosa su cui basare le vostre azioni.



    Alzando gli occhi al cielo, Shirai aggiunse:

    Direi di aspettare il crepuscolo prima di muoverci.
    Ma prima un’ultima cosa, non essendo il sergente di questa missione, i miei sono solo dei meri consigli:
    Primo, se sapete usare il chakra, immagino possiate tutti usarlo per camminare e scalare le mura. Cercate un punto dove ci siano torri, o altro. In questo modo avrete una copertura anche quando sarete in cima alle mura. La probabilità di trovare soldati nelle torri non è più alta di quella di trovare guardie lungo tutte le mura. La notte le sentinelle camminano lungo le mura, non se ne stanno al chiuso. Poi se le mura fossero state distrutte come le fogne, tanto meglio. Ci passeremo in mezzo.

    Secondo, potrebbe essere sensato usare la tecnica della trasformazione per prendere le sembianze di pirati.
    Non credo che i pirati siano a guardia della città, ma probabilmente sono alleati di coloro che lo sono. Il Caporale mi sembrava molto preoccupato e, non credo lo fosse per questa missione. La minaccia sulla costa deve essere grave.
    Chiunque difenda quella città, si potrebbe aspettare l’arrivo di qualche messaggero pirata.
    Forse è stupido o azzardato, ma credo sia sempre meglio che avvicinarsi senza qualche sotterfugio.
    Almeno non ci uccideranno appena ci vedono, forse.
    Questa deve essere solo una precauzione, perché non dovremmo farci notare punto e basta. Se vi viene in mente altro… dite pure



    Shirai aspettò che altri prendessero parola e, non appena la conversazione ebbe finito di interessargli, aggiunse:

    Ora scusate ma mancano ancora diverse ore al crepuscolo. Ho fame e bisogno di riposo.
    Ci vediamo qua, non appena il sole inizierà a scomparire dietro le montagne.



    Shirai non aspettò la risposta dei compagni. Il suo era un rompete le righe, anche se non detto.
    Parlare così a lungo era stato vomitevole. Non si ricordava di averlo mai fatto così a lungo. E, anche se sapeva che era suo dovere, non gli era piaciuto affatto. Quello sciorinare parole e consigli, lo aveva sfinito dentro, anche più della marcia di 12 giorni che aveva da poco compiuto. Odiava le persone e odiava ripetere a voce alta cose che lui già sapeva. Ma, adesso che tutto era finito, poteva concentrarsi su se stesso, restando qualche ora da solo.
    Era stanco e affamato, senza più energie. Se ne accorse solo nel momento in cui ebbe finito di parlare. Forse era stata la tensione, ora scomparsa, ad aver tenuto nascosti i bisogni fisiologici del giovane Riot fino a quel momento.


    ..... Alcune ore dopo .....



    La dormita fu ristoratrice, così come il pasto da soldati che aveva consumato prima di riposare.
    Il sole stava già calando e di Holawaka non c’era ancora traccia. Shirai sperava di non avergli affidato un compito troppo difficile.
    Si alzò in piedi lentamente, risvegliando pian paino il proprio corpo. Poi prese a stiracchiare e distendere i muscoli delle braccia. Fu una sensazione piacevole.
    Dopo aver fatto l’inventario del proprio equipaggiamento, il giovane uscì dalla tenda che aveva preso in prestito da qualche ninja di Kumo. Nessuno era venuto a reclamarla e, alla luce di questo, Shirai aveva potuto dormire come non era riuscito a fare da molti giorni.

    Il soldato dell’Ovest si apprestò a raggiungere il luogo designato e attese, seduto su di un masso, l’arrivo dei i compagni. Non appena questi arrivarono, si alzò e si incamminò verso Sud, là dove si trovava l’obiettivo della loro missione.
    Shirai, non prestando molto interesse ai convenevoli, palesò la sua volontà di terminare in modo rapido il compito affidatogli. La città non doveva essere lontana e il giovane aveva fretta di tornarsene a casa. Aveva davvero sperato in una promozione e, adesso che la possibilità era svanita, non c’era un vero motivo per restare più del necessario. A Shirai non interessava salvare la faccia del caporale, ne tanto mento portare in salvo dei documenti segreti che nulla avevano a che fare con Tetsu. Il soldato voleva tornare a casa per poter provare a salvare il proprio Paese. A Kumo e le sue sorti, ci avrebbe pensato qualcun’altro.

    Mentre si crogiolava con i suoi pensieri, Shirai mantenne un’andatura celere, tanto che dopo pochi minuti, l’accampamento scomparve dietro un crinale roccioso. Il gruppo continuò il loro incedere su quel territorio roccioso. Gi occhi di Shirai si erano soffermati sul paesaggio, un territorio montuoso che ricordava vagamente quello di Tetsu, anche se non c’era neve a ricoprire tutta la superficie.
    Ad un’occhiata meno svogliata, il paesaggio sembrò essere più arido di quanto Shirai si fosse immaginato.
    Holawaka fece ritorno in quel momento e, scendendo in una rapida picchiata, si appollaiò sulla spalla di Shirai.
    Il Giovane Riot accolse il rapace con un sorriso e poi fece da interprete fra il rapace e i compagni, indicando loro le osservazioni che gli aveva riferito l’astore.

    Lascio a Stompo nel suo post le indicazione del pennuto.
    @Stompo dimmi se va bene così



    Grazie amico, ora resta un po’ con me e riposa. Dopo dovrò chiederti di aiutarmi di nuovo.


    Sì, padrone…


    Ragazzo di Suna seguimi. Con voi ci incontreremo di nuovo davanti all’edificio dei documenti. Buona fortuna a tutti.


    Shirai disse quelle parole non appena una linea color cenere si palesò all’orizzonte. Lunga quasi a perdita d’occhio, quella striscia scura doveva essere lunga diversi chilometri.
    Senza dubbio doveva trattarsi del muro difensivo della città.
    Da quel momento in poi le strade dei quattro ninja si sarebbero divise.
    I due di Kiri si sarebbero diretti alla centrale elettrica, mentre Shirai e il tizio di Suna si sarebbero invece diretti a prendere la chiave.
    Il giovane Riot sapeva che il compito di prendere la chiave era più arduo. Poiché a strada da percorrere era più lunga e, per questo, maggiore era il rischio di essere scoperti.
    Sapeva però che, dopo aver preso la chiave, la distanza da percorrere per arrivare all’edificio contenente i documenti, era infinitamente minore rispetto alla quella che intercorreva fra quell’edificio e la centrale elettrica. In questo modo Shirai avrebbe sicuramente avuto il tempo di arrivare ai documenti prima degli altri. Inoltre, dalla centrale elettrica al luogo contenente dei documenti, c’era di mezzo l’intera città. Passarci in mezzo sarebbe stato difficile e la probabilità di essere scoperti sarebbe stata sicuramente alta. Secondo il giovane Riot, il problema di quella missione stava proprio nel infiltrarsi in città senza essere scoperti. Più tempo si restava esposti, maggiori erano le probabilità di essere scoperti.

    Non era un’intuizione geniale, ma una semplice constatazione. Il ragazzo sapeva che percorrere tutti quei chilometri dentro la città, equivaleva a un suicidio premeditato. Passare così vicini al nemico, rimanendovi per tutto quel tempo, significava far entrare in ballo troppe possibilità diverse. Imprevisti sarebbero potuti sorgere, complicazioni che avrebbero potuto minare la riuscita della missione.
    La semplicità sarebbe stata il ‘mood’ migliore con il quale affrontare questa operazione di infiltrazione.
    La semplicità ti permetteva di concentrarsi su meno eventualità, diminuendo le cose a cui dover pensare e le conseguenti possibilità di errore.

    Shirai avrebbe rinunciato ad avvicinarsi alle mura. Non aveva intenzione di entrare in città con i due ninja di Kiri. In questo modo, infatti, avrebbe evitato di percorrere tutti quei chilometri sotto il naso dei nemici e, allo stesso tempo, avrebbe creato due punti di entrata in città.
    Il giovane sapeva bene che, se le cose non fossero andate bene, avere la squadra riunita in un solo posto avrebbe decretato matematicamente la fine della missione. Invece, separando la squadra, c’erano maggiori possibilità che qualcuno riuscisse ad entrare e riuscisse così a terminare con successo la missione.

    Dando seguito a quel suo pensiero, lui e il ninja di Suna, avrebbero camminato fino ad arrivare vicini all’angolo nord-ovest delle mura, angolo che si trovava a poche decine di metri dall’edificio contenente la chiave.
    In questo modo il tempo di permanenza nella città sarebbe stato minimo.
    Per arrivare a quel punto preciso delle mura, avrebbero usato la copertura di quel terreno montuoso, che, seppur arido, poteva fornire riparo grazie a possibili massi, alture o dislivelli. Così facendo, i due ninja sarebbero rimasti lontano dagli occhi delle eventuali sentinelle nemiche.
    Mentre si avvicinava all’angolo nord-ovest delle mura, Shirai mandò il suo rapace in esplorazione.

    Holowaka, perdonami per il lavoro che ti chiedo. Vola sopra il nido di uomini ancora una volta. A Sud-Ovest, là dove il nido fa angolo. Voglio sapere se ci sono uomini ad aspettarci. Indicami la strada migliore per entrare nel nido senza che nessuno possa vedermi.

    Tu vuoi rubare le uova del nido? Non mi piace...


    Non ho intenzione di rubare nessun uovo. Tranquillo.

    Non capisco allora, ma sta bene



    Holowaka prese il volo in completo silenzio, come se intuisse l’importanza di non essere individuati. Era la prima volta che l’astore non obbediva alla prima agli ordini di Shirai, probabilmente la sua natura di uccello non si amalgamava bene con quel tipo di missione.
    Shirai aveva dato per scontata questa ineluttabile verità. Un pensiero su cui riflettere alla fine della missione. Ora i pensieri dovevano concentrarsi su altro..

    Pensieri che consistevano nel trovare il modo migliore per infiltrarsi in città. Alla fine il ragazzo concluse che era meglio muoversi in questo modo:

    Non appena Shirai e il ninja di Suna fossero giunti in prossimità dell’angolo delle mura, il giovane Riot avrebbe tentato di eseguire la trasformazione, cercando di prendere le sembianze di un pirata. Per aiutarsi, avrebbe ripensato a quel libro illustrato che aveva letto qualche mese prima. Quando la minaccia dei pirati era giunta per la prima volta alle sue orecchie e, con essa, anche la curiosità di saperne di più.
    Dopo essersi trasformato, avrebbe tentato di percorrere a corsa la distanza fra le mura e il luogo dove si trovava. Se in quel momento lo avessero scoperto, avrebbe dichiarato di essere un messaggero con notizie urgenti provenienti dal golfo delle sirene.
    Ad ogni modo, se tutto fosse andato bene, avrebbe tentato di salire sulle mura, cercando un punto vicino ad una torre. Avrebbe tenuto conto di possibili avvertimenti provenienti da Holawaka, in modo da ottimizzare la riuscita dell’operazione e trovare il punto di accesso più consono.
    Per scalare le mura, il giovane si sarebbe aiutato con i sandali chiodati, ma, soprattutto, avrebbe utilizzato la concentrazione del chakra, accumulandola sui piedi.
    Quella era un’abilità di base, che avrebbe permesso di far aderire le suole del giovane alla grigia pietra.

    In tutto questo, Shirai sperava che il ragazzo di Suna l’avesse seguito. Sarebbe stato complicato dover tornare indietro a prenderlo.


    Ad ogni modo, se fosse arrivato sano e salvo sopra le mura, Shirai si sarebbe diretto dentro la torre più vicina. Questo passaggio, seppur rischioso, aveva più di un aspetto positivo:
    Primo, evitava di essere visto dalle possibili guardie sulle mura, celando la propria posizione grazie ai muri della torre.
    Secondo, avrebbe permesso a Shirai di scendere le scale della torre, evitando che il giovane consumasse energie per discendere le mura.
    Terzo, avrebbe permesso a Shirai di cercare equipaggiamento utile al fine di portare a termine la missione. Le torri infatti erano un luogo dove stoccare l’equipaggiamento che sarebbe servito alle sentinelle e le guardie in caso di attacco. Shirai sperava di trovare uniformi da indossare per mimetizzarsi meglio e, eventualmente, qualche arma da poter utilizzare in possibili combattimenti futuri. Fumogeni e tonici avevano un’elevata importanza strategica, ma Shirai non ne aveva con sé.

    Come atto conclusivo della sua infiltrazione, avrebbe tentato di percorrere gli ultimi metri, utilizzando le ombre degli edifici come parziale occultamento. Con l’aiuto di Holawaka, utilizzata come sentinella aerea, Shirai era fiducioso di entrare nell’edificio non visto.
    Alcuni minuti e sarebbe entrato in possesso della chiave. O almeno, il giovane così sperava.




    Scheda


    Resistenza: 200 -1 (corsa) - 1(scalata)
    Stamina: 50-5(trasformazione)= 45


    Ho messo i costi delle azioni fisiche, spero vadano bene


    Edited by ShiraiRiot - 5/11/2018, 09:19
     
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    Il caporale rifiutò la richiesta del samurai di Tetsu e fu anche piuttosto rude nei suoi confronti. Non mi sorprese, per tutto il tempo lo aveva guardato storto ed una strana tensione si era formata tra loro. Per fortuna, finalmente ci congedò con l’obbiettivo di portare a termine la missione il prima possibile.
    Shirai prese parola e ci spiegò il suo punto di vista sulla minaccia pirata ed in più ci disse che avrebbe mandato il suo rapace in perlustrazione. Ma come diamine avrebbe capito qualcosa? mica gli uccelli parlano? Ah....che bello il mondo ninja.
    Così decisi di esprimere la mia opinione, provai a mostrarmi sicuro almeno quanto sembrava il samurai.

    -Concordo sull’utilizzo della tecnica della trasformazione, potrebbe esserci utile per non farci individuare troppo facilmente. Sopratutto voi, che dovrete arrivare alla zona più lontana. Dovrete fare attenzione, mi raccomando evitate i rischi non necessari...insomma non fate cazzate.

    Non era la prima volta che dicevo una parolaccia, però mi venne spontaneo usarla data la situazione in cui ci trovavamo perché era più diretta.
    Mi sentivo teso per la missione però allo stesso tempo contento di come ci fossimo organizzati. Avevamo organizzato le squadre, un minimo di strategia per raggiunger le varie zone e poi si sapeva, alla fine avremmo dovuto improvvisare.
    Finita la conversazione aspettai, come gli altri il calar della notte. Spesi il mio tempo ad osservare l’accampamento e a mangiare. Infatti il cuoco realizzò un ottimo ramen, molto saporito che avrebbe rifocillato anche il lupo più affamato.
    ———
    Il sole finalmente tramontò e la terra di Kumo si adombrò. Il cielo era sgombro da nuvole e i raggi irradiati dalla luna illuminavano fiocamente i territori circostanti. Quella terra era notevolmente diversa da Kiri, ed ogni momento passato lì mi sarebbe rimasto impresso nei ricordi.
    Mi recai al punto d’incontro con gli altri genin e tutti insieme partimmo alla volta del nostro obiettivo. La tensione nel frattempo era aumentata, non volevo incontrare nuovamente i pirati, però non avevo altra possibilità. Questa volta mi sarei dimostrato pronto.
    Percorremmo la distanza necessaria per poter osservare in lontananza la città. Un tempo doveva essere fiorente, non ai livelli di un grande villaggio ma una città molto caratteristica. Le mira erano imponenti, solide, eppure malmesse data la guerra.

    Sempre il ragazzo di Tetsu parlò per primo, come era sua consuetudine. Ci diede qualche altro suggerimento, anche se sembrava che si sforzasse a parlare con noi. Voleva sinceramente aiutarci però allo stesso tempo voleva rimanere sulle sue. Un tipo strano però affidabile.

    -Grazie Shirai, buona fortuna a tutti voi.

    Mi girai verso il mio compagno:

    -Andiamo?

    Mentre gli altri due proseguirono sulla destra, noi andammo a sinistra. Sfruttai il mio chakra per realizzare la tecnica della trasformazione per diventare un pirata. Immaginai di trasformarmi nel pirata che mi aveva colpito al fianco, capelli biondi, barba incolta e un look decisamente trasandato, che avrebbe potuto spaventare qualsiasi bambino.
    Realizzata la tecnica corremmo velocemente per raggiungere le mura. Esse erano totalmente in mattoni però erano interrotte in più punti, attraverso uno di essi avremmo valicato il confine. Il posto non era stato particolarmente danneggiato, anzi, non sembrava quasi per nulla essere stato una zona di combattimento. La centrale elettrica svettava difronte a noi in mezzo ad alcune montagne. Doveva essere una avanguardia della tecnologia, bobine, alternatori e altri macchinari di cui non conoscevo il funzionamento davano energia a quella zona e forse a gran parte del paese. Mi trattenni dall’esprimere il mio stupore, non avevo mai visitato una centrale elettrica però questa doveva essere molto moderna.
    Notai che non si sentivano rumori accidentali e che non c’era nessun movimento. Pero più ci avvicinavamo e più si faceva forte un ronzio proveniente dalla centrale stessa. Probabilmente, una volta dentro sarebbe stato un problema, in quanto avrebbe interferito con il mio fine udito. Diamine, mi avrebbe fatto comodo.

    -Entriamo dalla porta principale o cerchiamo un ingresso secondario?

    Una volta decisi su quale direzione prendere saremmo entrati nell’edificio.
    Resistenza:250
    Stamina:100-5=95
    Azioni:
    -Tecnica della trasformazione
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    La vita del ninja non era una cosa facile, ogni giorno infatti decine e decine di ninja si trovavano a dover affrontare sfide che le persone normali nemmeno si poteva sognare, non sorprendeva quindi che quei poveri ragazzi, spesso messi a forza in situazioni di forte stress emotivo ed anche fisico, potessero andare incontro a crolli, specialmente con lo spettro ormai onnipresente della guerra, del resto per quanto l'allenamento e la teoria provassero a forgiarli e a trasformarli in delle armi erano pur sempre dei bambini con un pezzo di metallo inciso sopra la testa, qualche abilità magica e qualche sogno. Il genin di Suna, forse il più provato di tutti a livello emotivo, non riuscì a reggere la pressione e al momento di partire verso il fronte semplicemente svenne, niente di serio o grave ma di certo non avrebbe avuto modo di accompagnare i suoi compagni in missione occupando una brandina nell'avamposto dei ninja, il peso del gravoso compito rimase sulle spalle dei tre rimasti che non avevo altra scelta se non continuare con le proprie forze. Tra i sopravvissuti in ogni caso fu Shirai, il samurai dell'ovest, a mettere al servizio della squadra le sue conoscenze, fornendo utili consigli tattici su come gestire la situazione che furono ben accolti dai suoi colleghi meno avvezzi alla strategia militare e sfruttando il rapace che gli era stato affidato per una rapida ricognizione, portando il gruppo ad attendere il crepuscolo per muovere con maggiore discrezione a discapito però di prezioso tempo, una scommessa che però il gruppo si sentì in grado di fare.
    Scoccata l'ora decisa i giovani ninja si mossero con rapidità verso le mura esterne del complesso, senza avere però nessun tipo di notizia dal povero pennuto, erano ignote le cause della sua assenza e fare delle previsioni non avrebbe di certo aiutato l'umore del gruppo; arrivati a qualche decina di metri dal loro obiettivo in ogni caso i due gruppi decisero di dividersi e mentre i due Kiriani si diressero senza troppi intoppi verso la centrale senza trovare alcuna resistenza né ostacolo, il giovane samurai si rese conto di quanto complicata fosse la situazione vicino al palazzo centrale: il posto era infestato dai pirati, più di un paio di decine di uomini poco vestiti e dall'aspetto minaccioso armati di armi, uncini e coltelli arrugginiti che stavano mettendo a soqquadro ogni minuscolo anfratto come se fossero in cerca di qualcosa, che fossero anche loro sulle tracce della chiave? Senza perdere tempo Shirai cercò di infiltrarsi in quello che era a tutti gli effetti un campo minato, ma suo malgrado ebbe poca fortuna, finendo per essere notato da una coppia di burbere figure mentre sgattaiolava tra un vicolo e l'altro:

    "Ehi tu chi diavolo sei?"

    "Chiama gli altri, forse ne abbiamo trovato uno vivo! Menomale non ne potevo più di cercare cose in mezzo alla sabbia eheh"

    Uno dei due pirati cominciò a correre indietro, probabilmente ad allertare i suoi alleati, mentre l'altro sguainò la sua rozza arma e si lanciò contro il giovane con un mirato fendente all'addome, insomma come passare dalla padella alla brace in una manciata di secondi.

    [...]

    I ninja del paese della Nebbia ebbero invece maggiore fortuna, camuffati da pirati e non trovando alcun tipo di ostacolo raggiunsero il fulcro di tutta la corrente del posto senza alcuna difficoltà, ma fu quando vi si fermarono davanti per riflettere su come entrare che capirono di non essere soli:

    "Ma sei sicuro di aver capito cosa ha detto il capo?"

    "Boh...non l'ho capito molto, ha parlato di togliere la corrente, distruggere il quadro, ma la dentro ci sono solo tasti e lucine...senti torniamo da lui e diciamo di averci provato ma senza successo, al massimo manda qualcun altro no?"

    Due pirati stavano lentamente uscendo dalla porta anteriore della struttura, non si erano ancora resi conto della presenza dei due ragazzi anche se gli sarebbe bastato alzare lo sguardo per accorgersene, i due ninja avevano ormai pochi secondi, forse qualche attimo prima di perdere il fattore sorpresa.

    Arrow non hai postato per la seconda volta, ergo fallisci la missione e non ti prendi nemmeno l'exp visto che mi hai fatto solo il post iniziale, Kayes tu invece sei al primo strike, al prossimo sei fuori anche tu.
    Shirai tu qui non mi sei piaciuto, ok l'idea di usare il falco ma hai dato per scontato che sarebbe tornato dalla ricognizione, per non parlare del fatto che non puoi sapere come sia fatto un pirata visto che non sei mai stato in guerra, evita in futuro di essere autoconclusivo e di dare le cose per scontate perché in missione rischi di farti crepare il pg(P.S. rimettiti i punti delle azioni fisiche che essendo un semplice narrato non ne hai bisogno). Per il resto la situazione mi sembra chiara, avete carta bianca su come gestire entrambe le situazioni, per domande come al solito mp :rosa:


    Edited by Stompo - 14/11/2018, 21:11
     
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    Palpitazioni, svenimenti, paralisi, tremori in tutto il corpo, incubi, insonnia; a volte i soldati smettevano persino di parlare.
    Molti erano quelli colpiti da questa sindrome misteriosa, una malattia che imperversava fra le schiere dei soldati di Tetsu, una malattia che aveva preso il nome di “vento delle Baliste”.
    Una sindrome che si insinua sordida nel cervello delle persone, alimentando il bracere della paura e della follia.
    Gli uomini colpiti da questo male venivano ricoverati e poi crudelmente curati. Etichettati come codardi, come vigliacchi o simulatori. Spesso venivano giustiziati o rispediti al fronte. I più fortunati morirono al fronte, ma, molti di quelli che tornarono ad vita civile, furono socialmente considerati come “Matti” o “scemi di guerra”.

    Una cosa simile accadde al Genin di Suna, che svenne prima della partenza per la missione.
    Shirai sperò che si trattasse solo di una forte ansia da prestazione e non di un isterico crollo mentale, uno dei primi sintomi del “vento delle Baliste”.
    Il Riot l’aveva visto accadere e non lo augurava a nessuno, nemmeno al suo peggior nemico.
    Era una malattia terribile, che ti devastava dentro. Un male che si insinuava in punta di piedi e, per questo, Shiri pensò se anche lui non ne fosse afflitto.

    Il dubbio si fece reale quando, solo come un cane e senza il supporto del suo compagno umano o animale, si ritrovò in una città dilaniata dalla guerra e invasa da una forza nemica.
    Chissà quale meccanismo mentale si era spezzato nel momento in cui Shirai credette di essere seguito dal ninja di Suna. Chissà quale follia aveva fatto credere al giovane di parlare con il suo pennuto, quando questi in realtà non si era più visto dal mattino.
    Che stesse davvero impazzendo? forse sì.

    Il palazzo dove era la chiave era infestato da decine di brutti ceffi, ognuno di loro armato fino ai denti.
    La guerra, la morte e la miseria lo avevano seguito per mezzo continente, raggiungendolo fra i vicoli distrutti di quel luogo.
    Shirai si vide impossibilitato a proseguire e si convinse che la chiave fosse ormai irraggiungibile.
    Cercò allora di aggirare quel conglomerato di masnadieri, passando fra i vicoli per evitare che lo trovassero. Purtroppo la dea bendata quella sera era voltata da un'altra parte e il soldato finì per essere scoperto da due farabutti.
    Brutti e trasandati, non erano nulla di più che banditi. Nessuna uniforme, nessun segno distintivo, non erano né ninja, e non erano neppure soldati. Uomini senza bandiera e senza fede.
    In definitiva, nonostante i suoi sforzi, Shirai era finito in trappola, come un cucciolo di montone braccato da un branco di lupi.

    CITAZIONE
    "Ehi tu chi diavolo sei?"

    CITAZIONE
    "Chiama gli altri, forse ne abbiamo trovato uno vivo! Menomale non ne potevo più di cercare cose in mezzo alla sabbia eheh"

    Per quel cucciolo, era tempo di farsi spuntare le corna, affilarle e lottare. Se non l’avesse fatto, sarebbe diventato l’ennesimo pasto per vermi.
    Shirai non si sarebbe arreso, non sarebbe morto in un luogo così lontano da casa. Avrebbe dimostrato a quegli uomini che non era un semplice ragazzino.
    No, non lo era e gli avrebbe dimostrato quanto la guerra lo avesse forgiato, facendolo crescere prima del previsto.

    Senza voltarsi indietro, il giovane cercò di fingere che, nascosti tra le macerie, ci fossero altri suoi compagni.
    Il suo scopo era quello di destabilizzare il morale dei due uomini, cercando di indurli in errore o, perlomeno, farli dubitare e, quindi, esitare.
    Il giovane soldato non poteva infatti permettere che uno dei banditi andasse a chiamare rinforzi, ma d’altro canto, non poteva impedirlo fintanto che l’altro uomo fosse rimasto a bloccargli il passo.

    Caporale Sho la prego di portare il tesoro al sicuro. Qua ci penso io.

    Il soldato albino ebbe quell’idea ripensando all’attività di rastrellamento in cui si stava cimentando il gruppo di banditi raccolto intorno al palazzo. Quegli uomini sembrava che stessero cercando qualcosa o qualcuno.
    Shirai pensò che, mettendo la pulce nell’orecchio ai due banditi, questi si sarebbero catapultati a fermare il fantomatico Caporale Sho, nella speranza che quest’ultimo avesse ciò che cercavano.
    Nonostante le apparenze dei banditi, che suggerivano di essere al cospetto di persone dall’intelletto poco fino, il ragazzo non era assolutamente sicuro che questi potessero abboccare alla sua finta, poiché non era detto che fossero stupidi quanto l’apparenza faceva credere.
    In verità però, la speranza del giovane si limitava a tentare di rallentare il bandito in fuga, in modo da avere meno metri per raggiungerlo e più tempo per farlo.

    Ora però, doveva bloccare l’offensiva dell’altro bandito, quello che gli stava bloccando il passo.
    Quest’ultimo si avvicinò al giovane brandendo un’arma rozza, uno strumento che suggeriva quanto fosse limitata la sua raffinatezza bellica.
    Shirai tentò di abbassarsi nell’attimo in cui l’uomo provò ad attaccarlo con un fendente.
    Essendo il fendente un colpo che si porta verticalmente dall’alto verso il basso, abbassarsi avrebbe teoricamente fatto guadagnare a Shirai quei pochi millisecondi che, almeno secondo le sue intenzioni, sarebbero serviti ad agevolare la sua “Konoha Reppuu”.

    Facendo perno sul piede sinistro, ed essendo agevolato nella presa a terra dai chiodi dei suoi sandali, Shirai avrebbe tentato una spazzata orizzontale portata con la gamba destra.
    L’attacco sarebbe stato indirizzato alle gambe del nemico e, grazie alla brutalità dei suoi sandali chiodati, l’intento del giovane si sarebbe concentrato nell’ aprire un taglio nei muscoli, nella pelle o nei tendini del nemico. Agendo in questo modo la speranza era quella di rallentare ed intralciare i futuri movimenti dell’uomo.
    Essendo il bandito in mezzo tra Shirai e il proprio compagno, la speranza del soldato era anche quella di farlo volare via al punto di colpire l’uomo in fuga. La distanza fra i due uomini era forse troppo lunga, ma doveva quanto meno provarci.


    Ad ogni modo, nella speranza di essersi disfatto del primo avversario, Shirai avrebbe tentato di comporre i sigilli necessari per effettuare la tecnica della sostituzione, cercando di scambiarsi con uno dei sassi che albergava tra le macerie di quel vicolo.
    Espandendo i fili del chakra fino a farli aderire con quel sasso lontano una decina di metri o poco meno da lui, Shirai sperava di riuscire ad effettuare lo scambio, in modo da avvicinarsi al bandito in fuga e, così, opporsi alla sua corsa.
    Se tutto fosse andato secondo i piani, Shirai si sarebbe trovato a portata di lama dal nemico e, sfoderando quest’ultima, avrebbe provato a colpire l’uomo con un Ridoppio Roverso.
    Quel tipo di colpo consisteva in un attacco obliquo che, andando dal basso verso l’alto, avrebbe tracciato una linea inclinata da sinistra verso destra.
    Shirai scelse di tentare il Ridoppio Roverso per poter sfruttare lo stesso movimento che sarebbe servito per poter estrarre la spada. In questo modo avrebbe dovuto tentare di eseguire un unico movimento, che avrebbe consentito di ridurre i tempi di esecuzione al minimo, annullando ogni tempo morto.
    Nella testa di Shirai quell’attacco avrebbe dovuto colpire il nemico tra le gambe e il basso ventre, impedendo che quest’ultimo continuasse a correre.
    Preso dalla foga del momento e, poco incline a lasciarsi sfuggire il nemico, Shirai avrebbe tentato di colpire nuovamente il bandito con ultimo colpo, un tondo dritto.
    Quello specifico colpo consisteva nel tagliare orizzontalmente l’aria, saettando da destra verso sinistra, in modo da colpire fra la spalla e l’attaccatura del collo.

    Shirai si era mosso per puro istinto di sopravvivenza, senza pensare troppo a cosa sarebbe successo dopo quel momento. Forse sarebbe stato meglio se il ragazzo fosse scappato fin dall’inizio, cercando di seminare i due uomini fra i vicoli distrutti della città.
    Ripensandoci però, sarebbe stata una pessima idea, il ragazzo sarebbe stato braccato e, visto l’elevato numero di nemici, sarebbe stato sicuramente trovato e, probabilmente, ucciso.
    Mosso dal dubbio di non essere al sicuro, né ora e né tantomeno nel prossimo futuro, Shirai provò ad intraprendere un tardivo approccio “diplomatico”. Un tentativo di tenere il piede in due staffe:

    Brutti sociopatici del cazzo, non avete visto l’uniforme? pensavo di essere il solo bastardo che voleva interferire con i piani dei ninja di questo paese, non mettetevi in mezzo. Chi altro, oltre Tetsu Ovest, sta cercando di mandare tutto questo paese a schifio?


    Shirai stava bluffando su tutta la linea, ma non era sicuro di essere credibile. Voleva prendere tempo e cercare di capire in quale ginepraio si era ficcato.
    Non sapeva neppure se questi tizi erano a conoscenza o meno di Tetsu Ovest, né tantomeno era sicuro sapessero da quale parte stava il suo Paese, visto che non lo aveva chiaro nemmeno lui. Credeva però che quel nome significasse pur qualcosa e sperava che, fra criminali della stessa risma, ci fossero interessi comuni su cui far presa.
    Ma quali erano gli interessi di Tetsu in questo? forse nessuno e così quel suo tentativo sarebbe stato semplicemente vano.



    Scheda

    Raffica della Foglia + Meteora + Sandali chiodati
    Tecnica della sostituzione
    Ridoppio Roverso con Wakizashi
    Tondo Dritto con Wakizashi


    Resistenza: 200 -1 - 1 - 5 = 193
    Stamina: 45 - 5 = 40


    Edited by ShiraiRiot - 21/11/2018, 08:16
     
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48 replies since 10/10/2018, 17:59   1502 views
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