[Spin-off guerra] Rimestare nel torbido

max 5 partecipanti Genin

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    Avevamo raggiunto tranquillamente la centrale elettrica, però per tutto il viaggio l’altro kiriano era stato stranamente silenzioso. Forse stava ripensando a tutta la faccenda? Spero non abbandoni quando la situazione si farà spiacevole.

    Nel mentre ci eravamo fermati per controllare la zona e per scrutare eventuali minacce che non si fecero attendere. Mi concentrai sul mio udito, il mio senso migliore, forgiato dalla bassa visibilità del villaggio di Kiri e notai che delle voci di due persone che stavano discutendo provenivano da dentro la struttura, ma si stavano avvcinando.

    CITAZIONE
    Ma sei sicuro di aver capito cosa ha detto il capo?"

    "Boh...non l'ho capito molto, ha parlato di togliere la corrente, distruggere il quadro, ma la dentro ci sono solo tasti e lucine...senti torniamo da lui e diciamo di averci provato ma senza successo, al massimo manda qualcun altro no?"
    Sebbene il ronzio disturbasse il mio udito fui in grado di captare la voce di due distinte persone che sembravano aver lo stesso obiettivo.....

    Sussurrai al mio compagno, mettendomi un dito davanti le labbra:

    -Attenzione, ho sentito delle voci.

    Infatti poco dopo dalla porta principale uscirono due pirati minacciosi e armati fino ai denti. Non sembravano averci ancora visto, però da un momento all’altro avrebbero potuto farlo. Eravamo in pericolo. Non avevo tanto tempo per pensare. Ero già trasformato in un pirata eppure non mi sentivo al sicuro. Avrebbero potuto capire il nostro travestimento, non sarebbe stato sufficiente per ingannarli da quella breve distanza. Era meglio attaccarli? Probabilmente sfruttare l’effetto sorpresa era la miglior decisione. Così attaccai per primo. Per essere il più rapido possibile avrei sfruttato l’entrata dinamica, cercando di colpire al volto il pirata che si trovava sulla destra. Se tutto fosse riuscito correttamente lo avrei un po’ stordito. Successivamente avrei sfruttato la mia innata realizzando la danza della camelia, questa mossa sarebbe dovuta essere sufficiente per metterlo k.o. Se nel frattempo il mio compagno attanagliato dai dubbi non avesse agito nei confronti dell’altro pirata avrei sfruttato la danza del salice. Non avrei potuto sapere che cosa stesse facendo però con questa “danza” avrei potuto colpirlo anche se si fosse trovato dietro di me. E come ultima mossa avrei appoggiato la mia spada sulla sua gola. Almeno uno dei due pirati ci serviva vivo affinché fosse capace di rispondere alle nostre domande.
    In teoria sarebbe dovuto filare tutto liscio come l’olio, però se il mio compagno non avesse reagito rapidamente o se fosse scappato mi sarei potuto trovare nei guai. I pirati non dovevano essere sottovalutati, già una volta mi avevano ferito, non mi sarei fatto trovare nuovamente inadeguato.

    Resistenza:250-10-10-5=225
    Stamina:95-10=85
    Azioni:
    Entrata dinamica
    Danza della camelia
    Danza del salice
    (Non so se devo mettere anche l’estrazione della spada ossa o avviene automaticamente con la tecnica)
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Il giovane samurai era rapidamente finito in una pessima situazione, aveva una manciata di secondi per evitare di finire infilzato e rendersi quindi impossibile portare a termine la missione, ma lui si fece trovare pronto, prima infatti cercò di confondere i due pirati, poi con un rapido movimento verso il basso evitò il fendete avversario e replicò facendo volare il povero pirata ormai svenuto di qualche metro a terra verso il suo compagno, che però era già troppo lontano dai due per poter essere coinvolto in quel modo nello scontro; Shirai allora si sostituì a ciò che restava di un vicino muro ormai crollato e tentò di avvicinarsi al fuggiasco per eliminarlo dalla circolazione con la sua fedele lama, ma fu suo malgrado sfortunato, poiché arrivato ad un passo da lui riuscì a fendere solo l'aria con i suoi attacchi, complice un salto del pirata e un cumulo di macerie su cui il giovane era senza rendersene conto inciampato:

    "NINJAAAA, ABBIAMO TROVATO DEI NINJA"

    L'uomo urlò con una voce sgraziata e abbastanza roca, forse per colpa del fumo e del troppo alcol, e nonostante non fosse in grado di capire fino in fondo chi avesse davanti riuscì comunque a farsi sentire distintamente dai suoi compagni vicini che interruppero la loro ricerca per convergere verso il luogo da cui quelle grida stavano provenendo; il samurai poté sentire distintamente un intenso e sommesso vociare che cominciò a farsi sempre più intenso mano a mano che passavano gli attimi, si rese presto conto di avere forse una manciata di secondi prima di essere sommerso da un numero imprecisato di nemici e distava ancora diverse centinaia di metri dal suo obiettivo, poteva cercare di correre verso il suo obiettivo oppure tentare di affrontare a viso aperto i suoi avversari, in ogni caso avrebbe dovuto trovare rapidamente una soluzione o si sarebbe ritrovato in un modo o nell'altro in guai seri.

    [...]

    Vicino alla centrale elettrica invece le cose erano profondamente differenti, ancora con il favore delle ombre infatti i due Kiriani erano riusciti ad avvicinarsi alla struttura senza attirare attenzioni indiscrete e vedendo uscire un una coppia di pirati dalla loro meta avevano diverse opzioni su come gestire la cosa, avrebbero potuto nascondersi ed aspettare il loro passaggio oppure avrebbero potuto fare quello che misero in pratica in modo quando mai spettacolare: Suzaku decise infatti di prendere di sorpresa i suoi avversari portando un violento calcio al petto di uno di questi che volò con la parate d'ingresso della vicina centrale e prima che l'altro potesse fare qualcosa estrasse dal suo corpo una serie di lame ossee che utilizzò per ferire ripetutamente il pirata che rovinò a terra sanguinante e completamente inerme:

    "Che..che cosa diavolo sei tu?"

    L'altro pirata cominciò ad alzarsi dolorante da terra, era evidentemente confuso e un po' spaventato, del resto non gli si poteva dare torto, aveva visto il suo compagno venire fatto praticamente a brandelli da un ragazzo dall'aspetto deforme, chiunque sarebbe rimasto spiazzato da una cosa del genere:

    "Maledetto me la pagherai, ora te la faccio vedere io!"

    L'uomo prese dal fianco quella che sembrava a tutti gli effetti una vecchia lama arrugginita e correndo incontro al giovane gli portò due ampi fendenti al volto, voleva vendicare a tutti i costi il suo amico, forse una delle poche persone che lo avevano mai sopportato...
    E l'altro Kiriano? Shin era rimasto per tutto il tempo fermo ad osservare la scena senza muovere nemmeno un muscolo e non appena il pirata cominciò ad rialzarsi da terra prese il suo posto svenendo in malo modo e cadendo al suolo, non che fino a quel momento avesse fatto cose particolari ma malore o meno era diventato un peso ed un pericolo per la missione in quello stato, cosa fare però spettava sempre al suo ormai solo compagno.

    ShiraiRiot L'ultima parte del tuo post non ha molto senso, prima li attacchi e poi ci parli come se niente fosse?Bah, ad ogni modo la situazione mi sembra chiara, hai un turno prima di venir raggiunto dai pirati, puoi cercare di correre e fuggire o prepararti a combattere, la scelta è tua.
    Kayes Anche tu nessun avviso e doppio salto del post, quindi fallisci la missione e non prendi nulla,tra l'altro se va male rischi anche di perdere il pg, ma sembra che in ogni caso la cosa non ti interessi più quindi andiamo avanti.
    Capitan StegSì se la tecnica ti richiede di estrarre la spada ossea devi estrarre la spada ossea, cerca per favore di descrive meglio come esegui le tecniche e come le metti in pratica, te lo dico perché se mi scrivi due parole anche ai prossimi giri te le faccio fallire... ah per la cronaca quella parte del posto in cui ipotizzi che il tuo compagno potrebbe non fare nulla è praticamente metaplay, nel senso che non avresti motivo di pensare on gdr, facci più attenzione in futuro. Per il resto ti devi difendere dagli attacchi, insomma sapete tutti cosa fare :rosa:
     
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    A nulla era valso sconfiggere uno dei due nemici con un sol colpo, poiché l’altro era uscito illeso dallo scontro, riuscendo così a scappare e allertare i propri compagni.

    CITAZIONE
    "NINJAAAA, ABBIAMO TROVATO DEI NINJA"



    Brutto figlio di…

    Il samurai imprecò nell’attimo in cui capì di aver fallito miseramente.
    Shirai avrebbe dovuto uccidere quel bandito prima che questi potesse urlare. Prima che quel bastardo riuscisse ad accendere i riflettori sul samurai.
    E così, era troppo tardi per continuare a sperare di nascondersi dietro le quinte. Il ragazzo doveva agire, scappare, reagire; altrimenti il sipario si sarebbe chiuso sulla scena della propria morte.
    Con quel mancato omicidio, il tentativo del giovane di infiltrarsi silenziosamente in città si era definitivamente infranto. Le certezze del ragazzo si erano sfaldate come neve al sole. I sogni di successo, crollati come un castello di carte scosso dalle raffiche di un uragano.

    Non poteva però soffermarsi a crogiolare nell’insicurezza, dal momento che un brusio di voci si stava alzando nell’aria, diventando ogni attimo più intenso. Una liturgia che non prometteva nulla, se non morte. In definitiva, il ragazzo aveva pochi secondi prima di essere raggiunto da chissà quanti sporchi energumeni malintenzionati.
    Si stava delineando precipitosamente una situazione critica, che non ammetteva ulteriori errori da parte del samurai.
    Shirai non poteva più restarsene fermo in quel posto, dove ogni possibilità di sopravvivere era soltanto un’effimera illusione. Non poteva restare a combattere, gli avversari sembravano troppi e troppo forti. Probabilmente i banditi in arrivo, lo avrebbero accerchiato, messo spalle al muro e ucciso. Lo avrebbero sfiancato e braccato come si fa con una preda di caccia.
    A Shirai non restava quindi che scappare da quel devastato angolo di inferno.
    Fuggire era l’unica cosa sensata da fare, l’ultima carta che gli restava da giocare. Fuggire sì, ma dove?


    Se scappassi e mi dirigessi verso la centrale elettrica, potrei ricevere soccorso e aiuto dai miei compagni. Ma così facendo, potrei farmi seguire da chissà quanti nemici.
    Una situazione che dubito i miei compagni gradirebbero.
    E inoltre chi mi dice che anch'essi non siano nella mia medesima situazione?
    Senza contare che non ho intenzione di farmi tutta la città a corsa.
    Potrei allora fuggire via, scappare lontano da questo inferno e da questa missione, ma, in questo modo, non farei altro che condannare i miei compagni a morte. Per non parlare del fatto che, con ogni probabilità, diventerei l’ennesimo pezzo di carne da far penzolare ad un albero. Ronin di Tetsu Ovest, condannato a morte per tradimento e codardia. Di certo, non è quello che voglio. Quindi? quindi sono morto...


    La verità è che, tra questi vicoli sono cieco e non riesco a capire in quale razza di porcilaia sia finito.
    Se solo Holawaka fosse qui, mi potrebbe aiutare a capire. Mi permetterebbe di vedere i nemici dall’alto.
    Che fine hai fatto dannato pennuto? Inutile chiederselo, credo che non lo saprò mai….
    Holawaka se solo fossi qui, io… Io... Ma certo…
    Devo però arrivarci e non posso muovermi in questo modo...

    Shirai non perse altro tempo e, concentrando il chakra dentro di sé, cercò di comporre i sigilli del Cane, del Cinghiale e infine della Pecora.
    La sua intenzione era quella di cercare di eseguire la tecnica della trasformazione, per poter mutare il proprio corpo in quello di un serpente dalla pelle scura, nera come il cielo di quella notte.
    Shirai stava pensando ad un serpente particolare, uno che non amava il freddo, ma che comunque si vedeva anche ai confini meridionali e occidentali di Tetsu.
    “Black Mamba” era il nome di questo lungo serpente, noto soprattutto per il suo veleno, per le sue enormi dimensioni e per la sua grande velocità; tutte caratteristiche che, in un modo o nell’altro, avrebbero potuto aiutare Shirai nella propria fuga.
    Infatti, nonostante la Trasformazione non permettessi di ottenere realmente le abilità dell’animale copiato, si poteva comunque fingere e sfruttare così le sembianze e le caratteristiche dell’essere, al fine di raggiungere i propri scopi.
    Per questo motivo, Shirai aveva optato per quel determinato serpente, il cui colore e morfologia, avrebbero aiutato il samurai a mimetizzarsi in quella zona devastata dalla guerra. Un’area caratterizzata in gran misura da macerie e detriti, elementi che avrebbero egregiamente permesso di celare il basso profilo del samurai trasformato.
    Inoltre, essendo il Mamba Nero, uno dei serpenti più veloci al mondo, Shirai avrebbe potuto continuare a muoversi a piena velocità, senza dover fingere un’andatura diversa dalla propria. Questo, almeno secondo il pensiero del giovane, avrebbe permesso di non snaturare le caratteristiche della bestia, risultando credibile per coloro che lo avessero scoperto.
    Per finire, il veleno del Black Mamba era risaputo essere mortale, e questo fattore, almeno nelle speranze di Shirai, avrebbe potuto far desistere i banditi dall’avvicinarsi a lui.

    Erano tutte illazioni, frutto solo di teorie spicciole e mere congetture, ma Shirai sperava che fossero abbastanza per poter mischiare le carte di quel tavolo truccato.
    La fuga vera e propria sarebbe iniziata a trasformazione conclusa.
    Shirai avrebbe tentato di strisciare e sgattaiolare tra le macerie degli edifici distrutti, utilizzando i detriti per coprire la propria presenza.
    In questo modo, oltre a nascondersi fra le macerie, il samurai avrebbe evitato di muoversi per le strade presidiate dai nemici in arrivo.
    Passare tra i resti distrutti, rasentandone il suolo e le superfici, avrebbe dovuto celare egregiamente la presenza di Shirai, in quanto l’attenzione dei banditi si sarebbe dovuta concentrare sulle strade e sulla ricerca di un ninja che, per quanto basso potesse essere, avrebbe avuto difficoltà a celarsi tra le macerie delle case.

    Questo ragionamento, per quanto potesse essere vero o meno, era frutto di una personale visione del giovane, basata su le proprie conoscenze in ambito militare e strategico.
    Secondo lui, per poter raggiungere il loro scopo in maniera rapida e decisa, i banditi si sarebbero dovuti muovere prevalentemente tramite l’uso di strade e vicoli, cercando di bloccarne l’accesso prima che il giovane potesse fuggire dal quartiere. Se Shirai avesse abbandonato il quartiere, le maglie della “retata” si sarebbero allargate troppo per consentire la cattura.

    Muoversi fra le macerie, a differenza delle strade, era un’attività che richiedeva maggiore cautela, lentezza e tempo. Tempo che i banditi non avevano se volevano catturare il giovane.
    Per ovviare al problema della cautela e della lentezza, simulando al contempo le proprietà motorie del serpente, Shirai si sarebbe affidato alla Concentrazione del Chakra.
    In questo modo avrebbe aderito più efficacemente alle superfici e alle macerie, tentando così di scalare, salire e discendere in maggior sicurezza.
    Il samurai, in questo modo, avrebbe superato gli ostacoli, rimanendo però sempre attaccato alle superfici e, possibilmente, mimetizzato tra esse.
    Lo scopo ultimo di tutto questo sforzo, era semplice: cercare di conquistare una posizione sopraelevata, tentando di non essere scoperto nel frattempo.


    Senza Holawaka a coordinare i suoi movimenti, raggiungere una posizione sopraelevata era l’unico modo per avere una visione completa della situazione. Al Samurai serviva un punto di vista privo di ostacoli, che gli permettesse di avvicinarsi ai suoi obiettivi, senza però muoversi alla cieca.
    Inoltre, sempre secondo le congetture del giovane, l’altezza avrebbe garantito al samurai una libertà di movimento maggiore, offrendo, in caso di attacco, una posizione maggiormente difendibile.

    In conclusione, muovendosi fra i resti dei palazzi, Shirai avrebbe provato ad avvicinarsi alle mura della città. Con il proprio incedere avrebbe cercato di tracciare un semicerchio che avesse al centro proprio il palazzo contenente la chiave.
    In questo modo avrebbe sì, allungato la strada che portava al palazzo della chiave, ma si sarebbe anche avvicinato alle mura, ovvero il punto sopraelevato che stava anelando.
    Se poi le cose fossero andate male, avvicinarsi alle mura significava anche avvicinarsi al punto di fuga più idoneo per lasciare la città.
    Se invece fossero andate bene, e fosse davvero riuscito a raggiungere le mura, Shirai avrebbe provato a delineare una strategia sicura per raggiungere il palazzo della chiave.


    Holawaka mi senti? che fine hai fatto? ho bisogno di te..

    Shirai, nel disperato tentativo di raggiungere le mura, avrebbe tentato anche di connettersi mentalmente al rapace, pur sapendo che non erano molte le possibilità di riuscirci.

    Se solo ti avessi al mio fianco, allora io potrei...
    Ma che dico, più della tua utile presenza, mi servirebbe poter contare su un esercito per poter superare così tanti ostacoli. Se solo potessi parlare con i ratti o i randagi di questo posto, come potevo parlare con te. Allora forse avrei qualche possibilità...



    Tecnica della trasformazione in serpente

    ----

    Resistenza: 193
    Stamina: 40 - 5 = 35
     
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    La mia strategia non aveva parzialmente funzionato. Uno era caduto ma l’altro ancora no, mentre il mio compagno non si era minimamente mosso.
    Intanto che il pirata in piedi realizzava cosa stesse accadendo ne avevo colpito uno, ma non era morto. La situazione si surriscaldava sempre di più perché sentì un tonfo, come un corpo cadere a terra. Non era stato il pirata ferito. Perciò sperai non fosse l’altro kiriano, sfortunatamente non avevo il tempo per guardarlo o per urlargli qualcosa in quanto ero ingaggiato in combattimento.

    Maledizione!
    Pensai che la situazione si era fatta più pericolosa del previsto. Infatti quello in piedi dei pirati estrasse una lama e si lanciò contro di me. Avevo un viso deformato dal dolore o forse dalla paura, mi sentii per un breve istante che sembrò eterno a disagio.

    Poteva il nemico provare tutte le emozioni che noi buoni provavamo? Era arrabbiato, ferito da ciò che avevo fatto all’altro e voleva vendicarlo. Le stesse emozioni e la stessa reazione che io probabilmente avrei avuto nei suoi panni. Cosa mi differenziava da lui? Non ero innocente, avevo già ucciso in una occasione per difendermi. Ma questa volta avevo attaccato io per primo. Avevo colto di sorpresa il suo amico, infatti non aveva avuto possibilità di reagire, se tutto fosse andato per secondo i miei piani non avrebbe avuto avuto né la chance di combattere per la sua vita, né di dimostrare il suo valore. Non sapevo neanche se sarebbe stato una vera minaccia, eppure non avevo minimamente esitato. Perché? Forse è questo che significa essere un ninja? Un guerriero spietato che agisce nell’ombra?
    Ma era ancora vivo. In grado di dimostrarmi che avevo sbagliato ad affrontarlo e avrei dovuto pensarci prima di agire.
    La lama arrugginita con cui mi stava attaccando era indirizzata verso la mia testa e avrei dovuto fare qualcosa per evitare di morire. Qualcosa di rapido ed efficace. Avevo la mia spada ossea ben salda nel palmo della mia mano così risposi a quel l’attacco affidandomi alle mie capacità di spadaccino sperando di essere più bravo dell’avversario. Avrei parato il primo fendente con la mia spada imprimendo forza per resistere all’urto e se nella foga della battaglia avesse insistito con altri fendenti avrei reagito di conseguenza parando il colpo e allontanando la lama arrugginita dal mio corpo. Teoricamente la mia lama era più resistente della spada avversaria che era anche afflitta da un problema di ruggine, forse con questo scambio di colpi si sarebbe potuta deformare o se fossi stato molto fortunato perfino rompere. Però era meglio non sperarci troppo ma insistere sul seguire il movimento del nemico. Perché una battaglia di spade non era altro che una letale ed imprevedibile danza.

    Resistenza:225-2=223
    Stamina:85
    Azioni:
    Parata con spadax2

    Note:
    Come mi devo comportare con il pg di Kayes? Devo lasciarlo lì a terra?
    (Mi dispiace per il post precedente)
     
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    Nessuno avrebbe voluto trovarsi nei panni del giovane samurai, circondato dai nemici che l'avevano scoperto da solo in territorio ostile, tutto sembrava andare contro di lui, molti sarebbe crollati, alcuni si sarebbero semplicemente arresi all'inevitabile, altri avrebbero provato a scappare per salvarsi la pelle anche a costo di diventare dei traditori ma lui no, era diverso, certo non che quei pensieri non gli fossero passati per la mente, del resto era umano anche lui, ma di fronte alla possibilità di una facile via d'uscita lui decise di restare, decise di continuare a combattere per il suo villaggio e per i suoi compagni, una nobile scelta certo ma avrebbe pagato? Shirai non poteva saperlo, ma decidendo di fare tutto il possibile per uscirne vittorioso utilizzò le conoscenze apprese in accademia per trasformarsi senza troppa difficoltà in un letale serpente velenoso e sfruttando quella forma molto più sinuosa e discreta si mosse tra le macerie per guadagnare da un lato una posizione sopraelevata da cui osservare la situazione e dall'altro per evitare la decina di pirati che uscendo dai vicini edifici si precipitarono nel luogo da cui il loro compagno aveva urlato:

    "Dov'è? Dov'è questo topo di fogna?"

    "Come è possibile che non lo abbiamo trovato prima?"

    Dall'alto del palazzo dove si era spostato il giovane samurai gli fu subito evidente come l'interno quadrante fosse pieno di nemici, ad un primo sguardo ne contava almeno una ventina ed intuiva che ce ne sarebbero potuti essere ancora altri sparsi lì vicino, per sua fortuna comunque i pirati erano generalmente una massa di decerebrati, a nessuno venne in mente di cercare tra le macerie né tanto meno alzare la testa verso l'alto, del resto si era parlato di un ninja, non di un serpente no? Tornato nascosto Shirai poté ragionare sulla triste assenza del suo pennuto preferito ed osservare con calma i vari spostamenti dei suoi avversari e, se avesse voluto, avrebbe potuto cercare di infilarcisi in mezzo e provare ad entrare finalmente nel luogo dove era celata la chiave rossa di cui aveva bisogno, stava solo a lui decidere però il come ed il quando.

    [...]

    Vicino alla centrale le cose avevano cominciato a scaldarsi, il pirata rimasto infatti tentò con tutte le sue forza di mettere il difficoltà, ma poco poteva fare contro quell'inusuale arma che il ragazzo-mostro aveva con sé, non appena infatti le due lame andare a collidere quella vecchia e malridotta del pirata ruppe con un taglio netto andando a finire conficcata a terra a qualche metro di distanza; l'uomo guardò con uno sguardo terrorizzato prima la sua arma ormai andata e il suo avversario e dopo aver lanciato quello che ne restava a terra cominciò a correre in direzione delle mura di cinta:

    "Ma chi me lo fa fare...non mi pagano abbastanza per tutto questo!"

    Il pirata non sembrava avere più intenzione di avere a che fare con quella situazione, il giovane ninja aveva la possibilità di colpirlo come di lasciarlo andare, di finire il suo compagno ancora tramortito, provare a soccorrere il suo compagno ormai svenuto ma soprattutto poteva finalmente intrufolarsi nella centrale e proseguire nella missione, le strade erano aperte, stava a lui scegliere quale imboccare.

    ShiraiRiot Buona idea quella della trasformazione, come da post sei tornato in incognito diciamo finché rimani un serpente, questo non vuol dire ovviamente che vedendoti trasformato i pirati non possano decidere di attaccarti, escogita un modo per muoverti in modo discreto per entrare nel palazzo, vediamo come te la cavi, occhio a come ti muovi eh!
    Capitan StegCome da post il tizio si sta dando senza ritegno, puoi muoverti come vuoi,hai la piena scelta :rosa:
     
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    La fortuna sembrò di nuovo arridere al giovane samurai.
    La scelta di eseguire la tecnica della trasformazione infatti ebbe esito positivo, permettendo a Shirai di sfuggire da una situazione decisamente spinosa.
    Il ragazzo era orgoglioso di essere riuscito a intuire il “modus operandi” dei banditi, riuscendo egregiamente a prevedere le loro azioni.
    Con una singola mossa, come se stesse giocando una partita a Shogi, il samurai era riuscito a evitare lo scacco matto, ottenendo al contempo un vantaggio considerevole: l’altezza.


    Uscito da quella situazione complessa, Shirai comprese a pieno quanto fosse rischioso per la propria vita, continuare ad agire in modo così sconsiderato.
    Non avrebbe infatti dovuto lanciarsi tra i vicoli della città, senza prima aver controllato e analizzato il perimetro della zona.
    D’ora in avanti l’albino avrebbe dovuto fare più attenzione al proprio operato, altrimenti sarebbe finito sbranato tra le fauci di dozzine di banditi.
    I quali, al richiamo del compagno, se ne erano usciti a frotte dai palazzi circostanti, andando ad affolare i vicoli del quartiere, tappezzandolo in modo disorganizzato ma pregnante.
    La posizione sopraelevata che Shirai si era conquistato a fatica, offriva un chiaro monito sui movimenti all’interno del “campo di battaglia”. Shirai aveva quindi la possibilità di aggirare i nemici senza essere visto e, allo stesso tempo, poteva contare su un discreto vantaggio difensivo, qualora fosse stato scoperto e attaccato.
    I banditi infatti, per poter raggiungere il samurai, sarebbero dovuti salire fino al tetto, arrampicandosi su per i muri o salendo le scale. Questo avrebbe comportato un notevole ritardo nei loro movimenti, dando così il tempo a Shirai di bersagliarli con pietre e detriti o permettendo al samurai di scappare.

    Da quella posizione era inoltre ben distinguibile il palazzo contenente la chiave, distante non più di un paio di palazzine dal samurai.
    In virtù di questa vicinanza, Shirai avrebbe tentato sfruttare le cime degli edifici per raggiungere il proprio obiettivo.
    Essendovi prevalentemente edifici dai tetti a copertura piana, Shirai avrebbe avuto la possibilità di correre senza particolari problemi, percorrendo tutta la superficie del piano e guadagnando così velocità e slancio.
    Per prima cosa quindi, il ragazzo avrebbe annullato la trasformazione e, mantenendosi supino, avrebbe afferrato un paio di sassi delle dimensioni di un pugno.
    I sassi sarebbero serviti per eseguire la sostituzione da un palazzo all’altro o, se il caso l’avesse richiesto, per divenire armi da lancio improvvisate.

    Devo fare in fretta, i nemici sono molti e più il tempo passa e meno occasioni avrò per terminare la missione.
    Maledetto pennuto, torna da me!
    Mi servirebbe un diversivo per far allontanare almeno qualcuno di quei bastardi.
    Se solo avessi Holawaka con me. O che ne sò, un cane…
    Ci saranno randagi in questa zona?
    Potrei provare a…



    Shirai aveva in mente qualcosa di razionalmente assurdo.
    Se non fosse Holawaka ad essere “speciale”, ma fosse invece Shirai a rendere possibile il dialogo con la bestia, allora sarebbe potuto riuscirci anche con altri animali?
    Non poteva avere la prova di questo suo ragionamento, in quanto non aveva animali con sé. Poteva però tentare di richiamare l’attenzione di qualche bestia nei paraggi.
    Prese quindi uno dei sassi e, mirando alla propria sinistra, tentò di lanciarlo ad una cinquantina di metri da lui.

    Se qualcuno mi ascolta, correte verso il suono che avete sentito.
    Abbiate, nitrite, miagolate, ululate, urlate; fatemi sapere che ci siete e vi porterò del cibo.
    Continuate a chiamarmi e dirigetevi verso le mura, io sarò là ad aspettarvi.


    Shirai non si sarebbe diretto alle mura, anzi, si stava allontanando da esse.
    E allora era crudele illudere degli animali in questo modo? Sì, e Shirai ne era ben consapevole, ma non era riuscito a pensare a nulla di diverso per riuscire a capire se e quanto fosse “speciale”.
    Ad ogni modo, i suoi scrupoli ebbero vita breve, anche perché era probabile che si stesse solo illudendo di riuscire in una cosa in realtà priva di fondamento.
    Ma, a prescindere da questo suo obiettivo, la caduta del sasso avrebbe comunque potuto richiamare l’attenzione di qualche bandito, facendolo allontanare dai vicoli limitrofi.
    Qualora poi, qualche animale avesse risposto all’appello del samurai, il rumore prodotto dai loro versi, avrebbe potuto allertare quei banditi che ancora stavano cercando il giovane.

    Se fossi in cerca di un fuggitivo e sentissi un cane abbaiare adesso, presumo che darei per scontato che il fuggiasco sia passato vicino all’animale.
    Se funzionasse, svierei i miei inseguitori e li farei allontanare da questo quartiere.



    Pago di questo suo marchingegno, Shirai si avvicinò strisciando al bordo del palazzo che dava in direzione del proprio obiettivo e, stimando la distanza fra il palazzo in cui era e l’edificio successivo, decise che avrebbe potuto superare il baratro saltando.
    Avrebbe potuto usare la tecnica della sostituzione, che era un metodo più sicuro rispetto al salto nudo e crudo, ma questa richiedeva molta più energia per essere eseguita.
    Shirai sapeva bene di essere ancora lontano dal raggiungere il proprio obiettivo, quindi non poteva esaurire le proprie forze con troppa velocità.
    A prescindere dalla riuscita della sua messa in scena poco prima, il ragazzo era convinto di avere ancora qualche minuto per saltare da un palazzo all’altro, prima che qualcuno si mettesse a cercarlo sui tetti e non fra i vicoli.
    Per questo motivo, anche se rischioso, Shirai si era convinto a dare priorità alla velocità, piuttosto che la prudenza. Saltare sui tetti per raggiungere direttamente la chiave, gli avrebbe permesso di nascondersi dentro il palazzo, sparendo definitivamente dalla vista dei banditi.

    Secondo le stime del samurai, i minuti a sua disposizione erano pochi, ma gli avrebbero comunque permesso di avere il tempo necessario a prendere le dovute rincorse e, eventualmente, arrampicarsi là dove la distanza fra i palazzi non gli permettesse di atterrare direttamente sul tetto.
    Avrebbe quindi aspettato ad utilizzare la sostituzione, sfruttandola solamente per poter completare l’ultimo tratto. Il tratto più importante e delicato, quello che, se qualcosa fosse andato storto, avrebbe indicato la natura dell’obiettivo di Shirai ai nemici, impedendogli di riprovare nuovamente ad infiltrarsi.

    Sarà meglio prendere tutta la rincorsa possibile e usare il chakra per aggrapparsi dall’altra parte, se necessario. In questo modo sarò più veloce e avrò maggiore sicurezza nel raggiungere l’altra parte.


    Shirai strisciò fino al lato opposto rispetto a quello in cui si trovava il palazzo con la chiave.
    Poi, alzandosi in piedi, cercò di correre verso il primo palazzo che si frapponeva tra lui e il suo obiettivo.
    In questo modo avrebbe sfruttato tutti quei metri per darsi il maggior slancio possibile, cercando in questo modo di raggiungere più facilmente il palazzo di fronte.

    Il samurai, a salto compiuto e raggiunto il tetto adiacente, avrebbe tentato di riproporre la stessa sequenza di movimenti per saltare di nuovo sul palazzo successivo, l’ultimo a frapporsi fra il samurai e la chiave.

    Shirai, una volta sul nuovo palazzo, avrebbe afferrato l’ultimo sasso che aveva in mano e, lanciandolo verso il palazzo con la chiave, avrebbe tentato una sostituzione con esso.
    Optò per un lancio dal basso verso l’alto, in modo da far restare il sasso più in aria possibile.
    Questo tipo d’azione aveva lo scopo di far guadagnare al giovane il tempo necessario a comporre i sigilli della tecnica della sostituzione.
    Shirai avrebbe tentato la sostituzione mentre il sasso era ancora a mezz’aria, in modo da avere ancora contatto visivo con esso.
    Sostituirsi a mezz’aria, avrebbe evitato che il sasso rotolasse troppo lontano o dietro a qualche ostacolo, finendo per rendere impossibile usufruire della tecnica.

    Per finire, Shirai avrebbe estratto la spada e, facendo attenzione a far meno rumore possibile, avrebbe utilizzato le scale per tentare di entrare dentro il palazzo.



    Scheda

    Tecnica della sostituzione
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    Resistenza: 193
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    La danza mi aveva visto vittorioso, la mia spada ossea era stata in grado di spezzare il filo della spada arrugginita avversaria e il pirata se l’era data a gambe dalla paura. Spiazzato dalla reazione del pirata mi fermai un attimo a pensare. Che cosa avrei dovuto fare? Inseguirlo e finirlo? Non sembrava incline a volere tornare.....però era un rischio. Correva verso le mura, precedentemente eravamo riusciti a sorpassarle senza incontrare nessuna minaccia. Forse voleva solo mettersi in salvo. Il mio compagno era ancora a terra svenuto ed inerme. Silenzioso come un cadavere.......Però, avvicinandomi, potevo chiaramente distinguere il suo respiro regolare. Non sapevo cosa potesse essergli accaduto. Un genjutsu? Veleno? Un malore? Non avevo conoscenze mediche adeguate alla situazione, ed in più ci trovavamo in campo nemico. Non potevo portarlo con me, sarebbe stato un peso che mi avrebbe potuto far ammazzare.

    -Ah........brutta situazione.

    L’unica soluzione che mi venne in mente fu di prenderlo e spostarlo in una zona nascosta, dietro una delle costruzioni attorno alla centrale elettrica. Scavai una buca per una profondità di circa mezzo metro e lo collocai all’interno appoggiato su fianco in posa fetale. Gli presi il coprifronte e glielo tolsi dalla testa, nascondendoglielo sotto la maglia. Il mio sguardo cadde sulla sua sacca di ryo. Deglutii, per un momento, un breve attimo pensai di prenderla. Avrei potuto usarli, spenderli per il mio equipaggiamento. Che ci avrebbe fatto un ragazzo con così poche chance di sopravvivenza? Però decisi di lasciarli lì. Lo cosparsi con un po’ di terra, lasciandogli la bocca e il naso liberi per poter respirare e gli feci i miei più sinceri auguri.

    -Senti....questo è il meglio che mi è venuto in mente, spero che tu sopravviva. Proverò a venirti a recuperare, magari con una squadra.......e se sopravvivi ti verrò a riempirti di botte io stesso.

    Sapevo che non poteva sentirmi, però mi dispiaceva per lui. Si sarebbe svegliato in un posto che avrebbe potuto ricordare una tomba e per di più in piena zona nemica. Ma non era colpa mia....giusto? Magari un medico avrebbe potuto salvarlo ma io, sfortunatamente, non lo ero. Sarebbe stato il fato a deciderne la sorte.

    Mi alzai e andai al corpo del pirata caduto, magari lui avrebbe avuto addosso qualcosa di interessante. Qualche pezzo di equipaggiamento o magari dei ryo. Aveva un volto poco curato, sporco di sangue e terra. I suoi abiti erano di color scuro, semplici ed adatti ad una vita di fatica. Forse avrebbe avuto qualche risparmio nascosto da qualche parte. Così guardai anche dentro gli stivali. Mi sentì sporco, disonesto, però questa era la vita no? Ad un criminale morto non sarebbero serviti.

    Finita la perquisizione mi recai nella centrale elettrica. L’interno della centrale rispecchiava le tonalità dell’esterno della struttura. Varie gradazioni di grigio si imponevano alla vista dello spettatore. L’atmosfera era spettrale, nessun rumore umano ed una sensazione di solitudine che pervadeva l’area. Il ronzio delle macchine si era fatto più intenso, infatti potevo vedere a terra dei paraorecchie, probabilmente progettati per proteggere l’udito dal continuo rumore. Mi districai attraverso la zona, cercando la stanza che potesse essere quella giusta. Mi imbattei in differenti camere, la maggior parte erano studi degli impiegati messi a soqquadro. Carte sparse e scrivanie rovesciate. Vidi perfino una cabina di stoccaggio, dove forse gestivano le bobine come quelle che si trovavano all’esterno. Finalmente quando svoltai l’angolo vidi delle strane luci provenire da dietro una porta. I pirati prima parlavano di qualcosa di simile. Che finalmente avessi trovato l’interruttore? Con la spada salda nella mia mano mi avvicinai cercando di fare il maggior silenzio possibile.

    Resistenza:223
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    I pirati stavano ormai setacciando da diversi minuti ogni abitazione o vicolo che trovavano lungo la loro strada, ma del ninja nemmeno l'ombra, i più cominciarono a pensare che Cork si fosse sbagliato, che la sua perenne sbronza gli avesse fatto vedere qualcosa che in realtà non ci fosse mai stato e proprio quando diversi insulti partirono nella sua direzione alcuni in un vicolo vicino ad uno dei palazzi principali sentirono distintamente un rumore secco che li colse di sorpresa, soprattutto perché andando ad esplorare la zona non vi trovarono nulla di strano, che qualcuno gli stesse giocando un brutto scherzo? Passarono altri minuti senza riuscire a trovare spiegazione a quelle strane vicende, finché un giovane pirata, da poco entrato a far parte della ciurma, spostando lo sguardo casualmente verso il cielo terso notò un sasso volare da un tetto all'altro di due vicine palazzine e seguendo con gli occhi il punto da cui quel sasso era partito intravide un ragazzo che tutto sembrava meno un suo compagno:

    "Ah-ah! L'ho trovato ragazzi, si muove sopra i tetti!"

    Al suo grido diversi pirati accorsero in un attimo e vedendo il presunta ninja si affrettarono per prendere catturarlo, tre in fatti cominciarono ad arrampicarsi sulla palazzina, mentre un altro paio presero dei grossi sassi da terra e cominciarono a tirarglieli senza esitazione, di certo non un bel momento per il ragazzo, che però era per lo meno riuscito ad avvicinarsi un po' al suo obiettivo, qualsiasi cosa avesse avuto in mente di fare però avrebbe dovuto farla in fretta.

    [...]

    Dopo aver assistito alla fuga dell'unico nemico in grado ancora di contrastarlo, dopo aver depredato senza successo il suo compagno e soprattutto dopo aver messo per quanto possibile al sicuro il suo povero compagno, il giovane ninja di Kiri entrò indisturbato nella centrale elettrica, ritrovandosi in una serie di bianchi e lunghi corridoi intervallate da stanze di forma squadrata completamente a soqquadro, carte e fogli erano sparsi un po' ovunque, tutti gli armadi ed i cassetti erano stati buttati per terra ed aperti in malo modo, persino le poche piante presenti erano state tolte da loro vaso, i pirati non sembravano aver lasciato niente al caso; alla quarta stanza il giovane vide a terra qualcosa di molto inquietante, poco fuori la porta della quinta stanza vi era infatti quello che sembrava il cadavere di un uomo di mezza età, dottor Sanders come recitava la targhetta che era rimasta attaccata al suo bianco camice macchiato in diversi punti dal sangue proveniente dalle diverse ferite che presentava lungo il costato, gli occhiali che l'uomo doveva aver portato in vita erano rotti a pochi passi dal suo viso che mostrava ancora l'ultimo traumatico momento che l'aveva poi accompagnato all'altro mondo. Quella cruda scena faceva purtroppo capire che cosa fosse successo e sottolineava quanto quei pirati fossero privi di un qualsivoglia scrupolo. A ogni modo la stanza da cui era uscito per l'ultima volta il dottore era diversa dalle altre, si presentava leggermente più grande a prima vista ed era riempita in tutta la lunghezza da quelli che sembravano diversi pannelli di controllo pieni di tasti, pulsanti, levette, rumori statici, lucette che si accendevano e spegnevano di continuo, tutte cose di cui il nostro giovane ninja ignorava l'utilizzo; proseguendo con lo sguardo però il kiriano avrebbe potuto osservare un pannello il cui sportello era stato aperto e staccato malamente dal muro, rivelando un'altra serie di levette sconosciute, come avrebbe fatto il giovane a staccare la corrente?
    ezgif_32

    ShiraiRiot come è ben scritto nel regolamento non è possibile effettuare una sostituzione con piccoli oggetti quali sassi o altro, ergo l'hai fallita malamente e hai allertato i pirati vicini, in più per quanto tu ne sappia o non ci sono animali in zona o il tuo amichetto falco era l'unico a poter parlare con te; pensa bene alle tue prossime mosse e per favore leggiti bene i regolamenti delle tecniche quanto le utilizzi.
    Capitan Steg Sei dentro alla struttura, ti ho messo la foto dell'ultimo pannello perché al tuo pg risulta quello più sospetto, ma sta attento a come ti muovi...
     
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    Pensavo che con sassi più grandi di un sassolino, si potesse fare.
    Infatti, qualche post prima avevo scritto:"
    Ad ogni modo, nella speranza di essersi disfatto del primo avversario, Shirai avrebbe tentato di comporre i sigilli necessari per effettuare la tecnica della sostituzione, cercando di scambiarsi con uno dei sassi che albergava tra le macerie di quel vicolo."
    Siccome non mi avevi detto nulla, pensavo andesse bene.

    In questo post ho specificato la grandezza, onde evitare oggetti troppo piccoli: "avrebbe afferrato un paio di sassi delle dimensioni di un pugno."

    Per il resto, l'ho scritto di non sapere se avrebbe funzionato. Infatti non ho fatto comparire nessun animale, ma ho solo tentato di mettermi in contatto con qualcosa.
     
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    a) Macerie di muri sono una cosa, un sasso grosso un pugno è un'altra, decisamente troppo piccolo.
    b)difatti ti ho scritto semplicemente che per quello che deduci dal fatto che non sia successo niente o non c'è n'erano o il falco era l'unico speciale
    c) in futuro evita di scrivere domande o commenti nel topic della missione, usa o la sezione domande o mandami un MP, così da tenere questa sezione pulita.


    Edited by Stompo - 19/12/2018, 16:23
     
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    Mentre mi avvicinavo alla stanza vidi il corpo di un uomo, la targhetta che indossava lo identificava dome il dottor Sanders, forse era uno dei responsabili della centrale. Tutta la scena dipingeva il comportamento spregevole dei pirati. Se avessi avuto il tempo necessario mi sarebbe piaciuto sotterrare il corpo del dottore per dargli un giusto riposo. Quella doveva essere la stanza giusta. Almeno così si palesava ai miei occhi. Luci, pannelli di controllo e levette costellavano l’intera stanza.

    -Diamine

    Come dovrei riconoscere la levetta giusta? Non avevo nessuna conoscenza tecnica, mica ero un dottore. Speravo ci fosse solo un interruttore con sopra la scritta “non spegnere”. Ero stato troppo ottimista. Mi guardai un po’ attorno e cercai qualche foglio che magari illustrasse la situazione. Però era già stato tutto setacciato dai pirati....avevano rovesciato tutto, perfino le piante per trovare qualche informazione utile. Probabilmente avevano interrogato anche il dottore eppure non erano riusciti a staccare la corrente. A meno che il loro obiettivo non fosse qualcos’altro.

    -Che fare?

    Mentre mi rendevo conto di non avere neanche un briciolo di idea mi girai verso un pannello che era stato rivelato da uno sportello staccato. Infatti si vedevano i segni attorno al pannello che indicavano che fosse nascosto alla vista di colore che non fossero tecnici. Forse, se io fossi nei panni di un dottore che controlla l’elettricità di tutte le difese e strutture della città cercherei di nascondere l’interruttore che può spegnere tutto......no? Il mio ragionamento non sembrava insensato, forse ero sulla strada giusta.
    Analizzai il pannello. Una serie di levette in fila, tutte collegate a fili che andavano chissà dove. I fili potevano avere colori diversi, rosso, azzurro, nero ecc. Guardai intensamente il groviglio però non riuscì ad estrapolare uno schema. Non mi diceva nulla. Le levette invece erano tutte nere, eccetto una sulla destra che aveva un segno rosso. Forse poteva essere la levetta giusta....Vidi una scritta sulla sinistra del pannello: on-off. Sicuramente mi rassicurava sul fatto che il pannello fosse quello giusto però ancora mi muovevo a tentoni sul da farsi. Muovere tutte le levette finché non si spegne la luce? Oppure cercare qualche altra informazione? Intanto l’altro ninja Shirai era da solo a cercare la chiave, in pieno territorio nemico. Dovevo essere rapido, così lo avrei potuto raggiungere rapidamente per trovare quella dannata cartella. Però se avessi provato a smuovere ogni levetta chissà cosa avrei attivato...La città poteva essere ancora piena di trappole e difese, avrei potuto mettere in difficoltà Shirai, oppure avrei attivato un qualche meccanismo di autodistruzione della centrale... No. Troppo impossibile, riflettendoci un’autodistruzione non è qualcosa che accade in una centrale elettrica.
    Però il dubbio non era risolto, ancora ero indeciso. Ci riflettei qualche altro momento e alla fine decisi impulsivamente di abbassare da sinistra verso destra le leve. Avrei abbassato una leva per volta e nel caso in cui non si fosse spenta la centrale avrei continuato ad abbassarne un altra, e così via. Più leve avrei dovuto azionare e più era il pericolo, ma non potevo fare granché. Solo sperare di non fare un gran macello e di non prendere la scossa.
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    Note: spero di non aver fatto un casino :please:
     
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