Animale Guida

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    Ishivar's Warriors
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    Fu in una giornata qualunque che risvegliai a pieno il mio spirito animale, un giorno di sole e vento dal nord. Era una mattinata limpida, il sole splendeva già alto e riscaldava i corpi delle persone che animavano le polverose strade del paese. Il vento di tanto in tanto disegnava spiraliche forme di sabbia e polvere, soffiando sull’arido terreno su cui scorrevano i passi della gente della mia zona. Era una calda giornata, nel centro del paese solo pochi spiragli penetravano tra le strutture ed io, che solitamente non amavo immischiarmi nella marmaglia, decisi di dedicare il mio tempo ad un solitario allenamento nelle terre più ad est.

    Rientrai in casa dopo i dovuti giri del mattino, raccolsi il necessario per affrontare il viaggio, una piccola scorta di cibo e acqua che mi avrebbe permesso di stare via tutto il giorno, e quindi partii. Mi misi in viaggio sul sentiero principale che fuoriusciva dal paese verso le terre ninja, camminai sulla via più trafficata e solo dopo qualche kilometro svoltai verso nord-est, in direzione delle montagne. Ci volle qualche ora, il terreno cambiava sotto i miei piedi man mano che mi allontanavo dalle aride terre della mia gente, diventando sempre più ricco di vegetazione, e quindi d’acqua e minerali. Insieme cambiò la temperatura, scendendo di diversi gradi e trasformando il piacevole fresco in una brezza che mi costrinse a coprirmi con abiti più pesanti. Infine giunsi ai piedi della montagna, una cima non molto alta la cui vetta si poteva raggiungere tramite una semplice camminata. Si trattava di una delle prime montagne che si incontravano e per questo era una di quelle conosciute dalla maggior parte degli abitanti. La chiamavamo “colle corno”. Giunsi in cima senza difficoltà, e li potei cominciare il mio allenamento. Avevo deciso da tempo che era giunto il momento di allenare le mie doti aeree, da quando avevo scoperto la mia capacità di trasformarmi parzialmente in volatile non avevo mai sfruttato del tempo per scoprire al massimo le mie capacità, notando però che in alcuni casi trovavo difficoltà a richiamare e controllare i miei poteri al meglio. Le capacità di volo mi risultavano come un qualcosa di innato, ero stato subito capace di controllare i movimenti delle ali e di planare senza schiantarmi, ma in realtà non sarei stato capace di affrontare percorsi troppo complicati ed effettuare manovre eccessivamente difficoltose. Persino in combattimento a volte non riuscivo a coordinare bene le ali al resto del corpo, e questo poteva risultare un problema.

    Mi lanciai nel vuoto, spiegando le mie ali nell’aria e trasformando la caduta in un volo. Avevo imparato che il miglior modo per richiamare i miei poteri era la necessità, e lanciarmi giù da un dirupo si era sempre rivelato un metodo pratico e veloce per attivarli. Risalii verso il cielo e mi diressi verso cime più alte. Planai a diverse altezze, cercando di capire il diverso comportamento dell’aria sotto le mie ali. Spesso mi abbassai vicino al suolo, schivando alcuni massi più grandi aggirandoli sui lati o riportandomi velocemente verso l’alto con rapidi colpi di ali. Man mano che proseguivo nella mia corsa aggiunsi manovre sempre più difficili, riuscendo persino ad effettuare una rotazione completa attorno alla schiena, una manovra che definii a “vortice”. Provando e riprovando fui capace di effettuare persino successive rotazioni, fino a tre di fila, e chiamai questa nuova e più elaborata manovra “tornado”. Nel mentre cercavo anche di affinare la rapidità delle mie schivate, la mia agilità in volo, avvicinandomi alle macchie verdi della boscaglia, quelle ricche di vegetazione, e planando tra le fronde degli alberi per poi evitare i rami più lunghi e sottili che mi trovavo improvvisamente dinnanzi. Notai che non sempre vi riuscivo, la mia forma umana era ancora un intralcio e non ero completamente libero di muovermi come un vero e proprio volatile. Dunque spesso urtavo contro i rami, spezzandoli senza farmi eccessivamente male. Continuai e continuai, senza nemmeno accorgermi di quel che stava accadendo al mio corpo. Di colpo ero cambiato, e me ne accorsi solo quando interruppi, dopo ore successiva di volo, il mio allenamento andando a posarmi su una grossa radice che fuoriusciva dalla parete di un dirupo. Non notai di quanto strano e particolare fosse stato questo comportamento, solitamente sarei andato a terra, ma per istinto preferii appollaiarmi su quella sporgenza che dava sul vuoto. Ma la vera sorpresa ci fu quando, anzichè poggiare i miei piedi sul legno, sentii i miei nuovi artigli che si stringevano su questo, avvolgendovisi attorno e stringendolo tra le proprie affilate grinfie. Ero giunto a un più avanzato stadio di trasformazione, ora ero ad un livello più avanzato, il mio corpo era completamente ricoperto da soffici piume, i miei piedi erano diventati affilati artigli e sulla mia faccia sporgeva un notevole becco. Conservavo comunque la mia forma umana, avevo sempre un busto, due gambe e due braccia, nelle solite misure.

    Wow!

    Galvanizzato dalla novità ripresi immediatamente il volo, lanciandomi in manovre pericolose e mai provate. Tutto ora mi riusciva con estrema facilità, continuai e continuai, notando come col passare del tempo tutto divenisse più semplice ed elementare, come se da sempre fossi stato capace di fare ciò, come se i miei poteri fossero sempre stati in me e solo ora si stessero risvegliando. Volai raggiungendo velocità elevate anche in salita, corsi lungo una delle cime più alte e la scavallai, scoprendo che al suo interno vi era nascosto una specie di paradiso, uno splendido lago circondato da vegetazione florida e sempreverde, un nuovo mondo, come quello che io avevo appena scoperto in me. Volai sopra l’acqua del lago, specchiandomi nella limpida piana trasparente colpita dai raggi solari, e li mi vidi, finalmente. Ero un gufo, uno splendido gufo reale.

    Chiedo di poter sbloccare il secondo stadio di innata
     
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