Terra e carta

PQ Sblocco elementale Saiko Kirin

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  1. |Omnimon|
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    Parlato Saiko
    Pensato Saiko

    PArlato Nonno
    Parlato nonna


    "Yawn!"
    Quella mattina Saiko si alzò presto, era poco prima dell'alba ma lui aveva già poggiato i piedi a terra: non riusciva a starsene fermo, voleva muoversi. Si alzò dal letto e con ancora gli occhi socchiusi arrivò a memoria nel bagno, in effetti era a casa sua e difficilmente si sarebbe potuto sbagliare, e una volta nella stanza avrebbe lavato il proprio volto strofinando bene gli occhi per svegliarsi. I suoi lucenti capelli bianchi si bagnarono lanciando goccioline di acqua in ogni punto ravvicinato al ragazzo, bagnandogli le spalle e quindi gli abiti che aveva indosso. Decise quindi di andare in camera e indossare qualcosa di comodo, più adatto al movimento. Notò, tornando in camera, che i nonni, ormai non più tanto giovani ma ancora arzilli, erano ancora stranamente nel letto; pensò che i due avessero lavorato molto il giorno precedente e quindi avrebbe fatto il minimo rumore possibile per evitare di svegliarli. Certo, queste erano le sue intenzioni ma non aveva fatto i conti con la sua sbadataggine, infatti girandosi urtò con il mignolo del piede contro lo spigolo di un mobile e si ritrovò a soffrire ed imprecare con un tono di voce abbastanza alto, il quale svegliò il nonno che si alzò dal letto pensando ad un ladro.

    "Chi è entrato in casa mia? Siamo anziani ma abbiamo ancora stoffa da vendere! Via di...
    "Eheh nonno, non c'è nessun ladro, sono io!"

    Disse il ragazzo facendo cenno di abbassare la voce per non svegliare anche la nonna la quale dormiva teneramente. Saiko spiegò al nonno le sue intenzioni: voleva aiutarli fino a metà mattinata, così da sfogare un po' di energie in più prima di andare ad allenarsi, era stato qualche giorno fermo dopo la missione fallita e ora aveva bisogno di sfogarsi.

    Oh! Giovane mio. Sono sicuro che potrai cavartela da solo per un po' allora, nel frattempo preparerò io la colazione, così facciamo contenta anche la nonna. Vieni in cucina che ti spiego cosa fare.

    Saiko si diresse dapprima in camera per vestirsi, e quindi in cucina con il nonno il quale, con fare esperto, lo istruì sui compiti che avrebbe avuto quella mattina; Gli indicò un appezzamento di terra distante circa 500 metri da casa, gli illustrò dove prendere gli attrezzi e soprattutto gli mostrò i movimenti da eseguire per arare il campo senza l'ausilio dell'aratro appunto.

    "Mi ricordi molto tuo padre in questo caso, anche lui la mattina si alzava presto e pieno di energie prima di allenarsi dava una mano con le coltivazioni e, sai che ti dico? Lo faceva come ti ho appena indicato, senza usare l'aratro o l'ausilio degli animali, ma tutto a mano, col proprio corpo. Sosteneva che un buon ninja del nostro villaggio per temprarsi deve fare queste cose senza "imbrogliare"."

    Saiko per un momento si illuminò; non aveva mai visto il nonno così soddisfatto del giovane, ma soprattutto non gli aveva mai parlato delle abitudini del padre che lui non aveva mai conosciuto.

    Nonno ti ringrazio per tutto. Ci vediamo più tardi! Aspetterò sui campi.
    Detto ciò il ragazzo iniziò a ripetersi in mente i suoi compiti: pulire il terreno dalle erbacce, bagnare lievemente la terra, fare il solco per fare passare l'acqua per le coltivazioni, arare il terreno, piantare i semi ed infine ripulire tutto. L'unico suo dubbio era se ce l'avesse fatta in poco tempo. Sì diresse subito al terreno e cominciò a darsi da fare. Notò che i suoi muscoli, ad ogni movimento che compivi con la zappa, con il falcetto, con la pala, sembravano contrarsi e da qui trasse le sue conclusioni.

    "Cavoli, papà sapeva proprio darci dentro negli addestramenti. Mi sa proprio che aveva ragione, tutto può essere considerato allenamento, persino coltivare la terra può aiutarti a rafforzare il corpo. Chissà che effetti avrà sul mio chakra.

    Il giovane era stupito da tutto ciò. Il nonno gli aveva illustrato solamente come lavorare la terra, ma il resto era venuto da sè.
    Il sole man mano che il giovane lavorava si alzava sempre di più, fino a raggiungere l'altezza che indicava la metà mattinata, circa le 10.30; in lontananza notò due figure che lo raggiungevano con in braccio un cestino simile a quello per i pranzi. In breve i due esseri, rivelatisi poi la nonna e il nonno di Saiko, lo raggiunsero e cominciarono a complimentarsi con lui per il buon lavoro svolto, anche se qualche appunto andava fatto al suo lavoro, ma in fondo non era per quello che era là, non era zappare la terra a cui lui ambiva, era diventato un ninja proprio per questo. Saiko si stava congedando dai nonni, dopo aver fatto merenda e aver bevuto, quando fu interrotto proprio dalla figura che portava i pantaloni in famiglia, cioè la nonna.

    Saiko, caro, prima che ti allontani devo darti qualcosa che tua madre usava in queste situazioni: sembrano dei normali pezzi di carta ma aiutano a scoprire che elemento si è in grado di controllare. Ad esempio tua madre aveva il chakra di fuoco e vento, una bella accoppiata per le sue abilità. Chissà tu cosa ti troverai a maneggiare.

    Saiko guardò la nonna con occhi emozionati, questa fase, per un ninja, è come quando lanci il primo ninjutsu correttamente, è come quando impari ad impastare il chakra o lanci uno shuriken correttamente. Era emozionatissimo, così tanto che non si accorse girandosi della zappa poggiata a terra su cui mise un piede e in questo modo si diede una botta al basso ventre, piegandosi ancora una volta in due e imprecando contro l'oggetto. Tra le risate più totali dei suoi parenti si rialzò, ringraziò ancora una volta i nonni e si avviò nel boschetto, portando con sè una piccola otre d'acqua.
    Arrivato in uno spiazzale adatto cominciò a destreggiarsi lanciando kunai, shuriken, colpendo gli alberi con il kama e colpi di Taijutsu. Passarono così due ore, e decise quindi di fermarsi a bere ed esercitarsi sul chakra.

    La nonna però non mi ha spiegato cosa devo fare con questi fogli, devo forse caricarli di chakra?

    Il giovane cominciò quindi a spremersi le meningi sul cosa fare con i fogli, finché non decise che era il caso di smetterla di pensare, gli riusciva meglio agire. Dentro di sè crebbe sempre di più l'eccitazione ma in un certo senso aveva paura di scoprire il proprio elemento; il suo timore era che questo elemento non fosse ciò che gli sarebbe tornato utile, a lui a cui piaceva usare il proprio corpo come ascia e come scudo, forse nessun elemento sarebbe tornato più utile della terra, ma se invece si fosse trovato con l'acqua, cosa avrebbe fatto in quel caso? Il timore lo stava facendo esitare, quando si diede due pacche in faccia per scrollarsi l'ansia di dosso.

    "Oh beh, qualunque elemento sia, tenterò di prendere il meglio possibile. Ora concentrati stupido!"

    In quel momento andò con la mente anche ai propri genitori, se anche loro fossero stati così in ansia in quel momento o cosa avessero provato, ma non avrebbe mai potuto scoprirlo. Fece un respiro profondo e afferrò un pezzo di carta tra le mani, chiuse gli occhi immaginando una scia di chakra fluire dalle proprie mani nell'oggetto, ma in breve tra le mani sentì come qualcosa che spariva, e guardandosi addosso notò di essere sporco di terra. Pensò che fossero residui del lavoro della mattina e quindi non si spiegava cosa fosse successo al fogliettino. E se avendo l'elemento vento nel chakra, il pezzo di carta sia sparito appunto nell'atmosfera? Saiko non aveva certezze e quindi questa volta volle ripetere l'esercizio ad occhi aperti, doveva affrontare la realtà. Concentrò una buona dose di chakra nelle mani, con queste strinse un pezzo di carta a cui però non successe nulla.

    "Cavoli, sono così sfigato da non riuscirci di nuovo?"

    Si fermò un attimo a guardarsi le mani e pensò che era troppo nervoso, allungò quindi gli arti verso l'otre e bevve dell'acqua per calmarsi. Si prese alcuni minuti prima di ripetere l'esercizio, senza fretta. Riprese quindi la carta, si posizionò a gambe incrociate su quello che rimaneva di un tronco di albero tagliato ormai tantissimi anni fa, cercò di concentrarsi di nuovo. Si prese almeno un minuto con il pezzo di carta tra le mani prima di concentrare la propria energia spirituale negli arti superiori e quindi nel piccolo quadrato di cellulosa consegnatogli dalla nonna. Osserò nella sua testa la forma del proprio chakra scorrere attraverso le sue mani, e quindi nel fogliettino che in pochi secondi si sgretolò in terra. Saiko era contentissimo, questo poteva voler dire solo che il suo elemento fosse proprio la terra e nessun altro elemento. Ora non rimaneva che fare pratica con quel tipo di elemento, decise quindi di colpire un albero caricando il chakra di elemento terra nei pugni, aveva infatti studiato che quel particolare tipo di energia possedesse la capacità di irrobustire il corpo e la zona dove fosse concentrato. Il giovane Saiko si posizionò quindi di fronte ad un albero dalla corteccia spessa e, radunando il chakra nel pugno destro cercò di sfoderare con quanta più forza possedesse un colpo tale da danneggiare la pianta; spostò quindi il piede destro avanti, ruotando la spalla omolaterale avanti caricò un gran pugno, il risultato però fu un totale fallimento, infatti si fece solo un gran male e delle schegge di legno gli si infilarono nella mano.

    "Cavoli! Sarà meglio riprovare domani, ormai è l'ora di pranzo e non ci vedo più dalla fame. Sarà meglio tornare dai nonni."

    Così dicendo il giovane tentò di rimuovere delle schegge dalla propria mano con l'altro arto, succhiando via anche il sangue con la bocca, dirigendosi quindi verso la terra dove erano i nonni per poi sfamarsi e tornare al villaggio a fare alcune commissioni.
     
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