[Continente Occidentale] Involuzione pt.2

[Personal Quest]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    2,545

    Status
    Offline
    MjQTgHG

    a n n o . . 1 7 . . d . Z . . . E s t a t e

    c o n t i n e n t e . . o c c i d e n t a l e

    d i s t e s e . . r a d i o a t t i v e

    d e s e r t o . . g r i g i o




    2 1 1 ° . . G I O R N O
    m a t t i n a


    [x] Cosa definisce un individuo in quanto tale? Quali elementi gli donano la sua singolare, unica ed inimitabile identità? Non il nome, no. E' solo uno strumento di nostra invenzione che ci permette di riferirci agli altri con semplicità. Un nome è breve, limitato, dice poco niente dell'individuo a cui appartiene. Dimmi il nome di uno sconosciuto, e continuerò a non conoscerlo. L'aspetto? Per gli stessi motivi, anche questo elemento non ha significato. L'aspetto è effimero; mutevole sia nel tempo che nella sua reale concretezza. Perché per quanto io possa affermare di possedere un preciso ed inconfondibile aspetto, esso è soggetto all'idea che i terzi hanno di me. L'aspetto che ho per qualcuno potrebbe essere differente dall'aspetto che ho per qualcun altro. Dipende solo in certa misura da noi, non lo possediamo totalmente. E allora cosa... cos'è che ci definisce tanto da darci l'imprescindibile individualità che vantiamo così spontaneamente, senza nemmeno renderci conto che potrebbe non essere tanto scontata?
    Abbasso lo sguardo sulle mani incrostate del sangue dell'ultima preda che ha incontrato le mie lame, una sorta di felino mutato abbastanza carnoso da sfamarmi per almeno tre giorni, considerando la quantità estremamente scarsa di cibo che mi sono abituato a consumare quotidianamente. Non più di qualche boccone. E lì, davanti a me, la creatura fatta a pezzi ed adagiata sulle sue stesse pelli di modo che non si sporchi di polvere, mi offre ben più di qualche boccone. Afferro un cubetto di carne tra pollice ed indice, lo intingo nella pozza di sangue e, gocciolante, lo spingo attraverso le due croste lerce che ho per labbra. Un rivolo di sangue spilla dal bordo della mia bocca, sparendo nella peluria scolorita dal sole che mi ricopre il mento. Mastico, e continuo a rimuginare.
    Cosa definisce un individuo...

    ...in quanto tale?

    Ogni tanto qualche pensiero mi sfugge dalle labbra senza che vi faccia caso, come se inconsapevolmente dialogassi ad alta voce con me stesso per sopravvivere all'estrema solitudine. Mi capita sempre più spesso.
    La risposta è...

    Il percorso seguito, e le esperienze accumulate e...

    ...la crescita che ne consegue. Si, questi sono gli elementi base della struttura che supporta il nostro Io. Ma allora chi sono io? Se tutto ciò, dal primo vagito emesso fino ad oggi, è servito soltanto a portarmi qui, in questo luogo, in questo momento... chi sono diventato? Ho paura di domandarlo, ho paura di conoscere la risposta. Troppo oltre mi sono spinto. Dovevo fermarmi molto tempo fa. Oramai è troppo tardi. Oramai il mostro esiste. Troppo, troppo oltre...

    Ovest! Ovest! Ovest! Ovest! Ovest! Ovest! Ovest! Ovest...

    Procedo verso Ovest.




    2 6 7 ° . . G I O R N O
    o r e . . 1 9 : 3 0


    [x] La polvere che calpesto ha perso gradualmente il suo colore rossastro, o forse sono i miei occhi ad essere invecchiati. Tutto pare essersi spento attorno a me, ora fluttuo in un mare immobile in cui onde di cenere incedono con lo scorrere delle epoche. Pure il sole pare aver perso parte del suo calore. Quel faro bianco come ossa secche mi ricorda un occhio privo di pupilla che scruta ogni mio movimento, pronto ad abbattere su di me il giudizio finale. Sono circondato da duomi di roccia nera, che si elevano titanici come i denti che emergono da una mandibola gettata a terra. E sono solo, totalmente solo. Le tinte monocromatiche delle lande che ho attraversato hanno smesso di accompagnarmi. Il calore torrido del deserto si è dissipato nel cielo. Persino il vento, che per mesi ha gridato furiosamente nei miei timpani fino ad insediarmisi nella scatola cranica, ha deciso di abbandonarmi. Niente osa seguirmi in queste lande sempre più desolate. Ogni cosa che mi lascio alle spalle è persa per sempre. Tutti i pensieri, le idee, i ricordi, i desideri, gli obbiettivi... Ogni cosa lentamente muore e torna alla polvere. Sono minuscolo, un esserino insignificante che imperterrito striscia in quella desolazione infinita, giorno dopo giorno, perdendosi nel silenzio sempre più remoto. Ora se mi fermo e trattengo il respiro, non c'è suono alcuno. Il silenzio è tale che il battito del mio cuore ed il circolare del mio sangue nelle vene stanche diventa assordante da impazzirci. Ad ogni passo strascicato perdo qualcosa. Dove sono? Perchè sono?

    .1

     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    2,545

    Status
    Offline

    2 7 1 ° . . G I O R N O
    a l b a


    [x] Quando il disco pallido del sole emerge dall'orizzonte spettrale alle mie spalle, la mia sagoma traccia un'ombra oblunga che accelera sulla polvere perfettamente liscia della distesa. Pare voler fuggire da me, correre verso Ovest più rapida di quanto io sia capace. Ma si sbaglia...

    ...se pensa di...

    ...potermi scappare, ahà! Faccio un balzo e sbatto al suolo in uno sbuffo di polvere, abbracciando quell'ombra solitaria con un ghigno spasmodico stampato in volto.

    TI HO PRESA BRUTTA SCROFAAAHAHAHAHAHA!

    Grido a pieni polmoni rotolando a destra ed a sinistra. Poi punto i gomiti e mi sollevo in ginocchio, la mano sinistra e le dita bioniche della destra che stringono due pugni di polvere grigiastra.

    D'AAAAAAAAAAAAHHH!

    Con la bocca spalancata al cielo di piombo faccio sentire al mondo intero il mio ruggito gracchiante, poi apro le mani e mi sbatto la polvere in testa, inalando il nuvolone che si forma con una poderosa sniffata. Mi sollevo sui piedi, piegato in due dai colpi di tosse, che mi sfiancano come ganci diretti al centro del petto ossuto. In quel momento, qualcosa guizza alla mia destra, forse una bestiaccia spaventata dalla mia follia. Repentina, la lama scivola fuori dalla mia manica sinistra e cade nel mio pugno. Un movimento secco ed il pugnale ricavato da antiche ferraglie vibra nell'aria ed inchioda la bestiaccia al suolo.

    He he he... niente mi sfugge... iiihhhh!

    Il mio sussurro agghiacciante si spegne con un sibilo acuto. Fisso per qualche istante la creatura immobile nella polvere, immaginando un prato di fiori sgargianti seppellito da una valanga di teste mozzate. Poi saltello verso di lei e la sollevo da terra afferrando l'impugnatura del coltello rudimentale. ricorda lontanamente un serpente, ma è corto, piatto, largo e non si distingue la testa dal culo. Però gronda sangue e questo significa che lo potrò mangiare. Dopo, più tardi. Perché nell'istante stesso in cui volgo lo sguardo verso Ovest, la luce dell'alba mi rivela qualcosa. Una strana formazione apparentemente artificiale, una...

    ...sorta di T che si staglia indistinta all'orizzonte.

    Dico mentre mimo la lettera T incrociando il coltello e le dita sgangherate e sferraglianti della mano artificiale, come se stessi tenendo una lezione all'accademia. Può trattarsi di un nuovo rifugio dove riposare per qualche tempo. Qualunque cosa sia, è lontana, ma...

    ...dovrei raggiungerla entro sera. Si.


    .2



    Edited by Anselmo - 8/7/2019, 15:40
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    2,545

    Status
    Offline

    2 7 1 ° . . G I O R N O
    o r e . . 1 7 : 5 8


    Il luogo giace su una piazzola di cemento sopraelevata di qualche centimetro dalla polvere. Da essa, due colonne si ergono a sostenere un tetto dall'aspetto curioso, una sorta di piattaforma quadrata, non il solito tetto a spiovente. Ci sono degli apparecchi sulla piazzola, con schermi spenti e pulsanti, e tubi flessibili arrotolati all'interno. E c'è anche una sorta di veicolo poggiato su quattro ruote affascinanti, di metallo e gomma logora. Muovo qualche passo verso di esso e con la mano faccio cadere un po' della polvere che ne ricopre la carrozzeria. Sotto il velo grigio, il veicolo è di un rosso lucente, con tanti piccoli brillati incastonati all'interno. Levo dell'altra polvere con la manica, e mi si rivela un simbolo dalla fattura eccezionale, quasi un gioiello, composto da quattro cerchietti in fila, leggermente sovrapposti. Mi guardo attorno: qualcosa mi suggerisce che quel luogo fosse una sorta di stazione di rifornimento, come quelle che riforniscono di acqua le cisterne trainate da buoi per l'irrigazione dei campi nella lontata Ishivar. Si, una stazione di rifornimento. Ma per rifornire chi o cosa? Lì? In quel luogo remoto? Ogni particolare della stazione mi è profondamente estraneo: dalla grossa tettoia sopra la mia testa, allo strano veicolo che pare uscito da un racconto di fantascienza, alle scritte incomprensibili impresse in ogni dove, alla più piccola vite di sostegno della struttura; persino quella è diversa da qualsiasi cosa io abbia mai visto. E' un luogo appartenente ad un'altra epoca, creato e poi abbandonato da un popolo di un altro mondo. E, cosa ancor più strana, sembra non essere invecchiato d'un giorno, mentre tutto, la attorno, è stato consumato dal tempo fin quasi a sparire. Certo, la povere di quel deserto remoto ne ricopre ogni cosa, ma sotto di essa la stazione di rifornimento giace perfettamente integra, a differenza degli altri edifici incontrati fin'ora, logorati fino al midollo da eoni di intemperie. E' come se quell'edificio fosse immerso in una bolla spazio-temporale, protetto da un velo di magia, indifferente allo scorrere degli anni, trapiantato in quel luogo da una dimensione alternativa. A qualche passo da quelle che ho identificato ormai come pompe per il rifornimento dei veicoli c'è una sorta di chiosco, anch'esso squadrato. Ma invece che muri, a fare da pareti ci sono ampie vetrate, cosicché anche dall'esterno sarebbe possibile esplorarne gli scaffali con lo sguardo, non fosse per la polvere che rende i vetri opachi. Sopra l'entrata del chiosco c'è una scritta a caratteri cubitali. O almeno, ipotizzo sia una scritta, perchè quelle lettere arcaiche non hanno significato per me: "TEXACO". E sotto, più in piccolo "GASOLINE | MOTOR OIL". Quando spingo la porta, anch'essa di vetro, questa traccia una mezzaluna nella polvere che ricopre il pavimento. Curioso come la polvere si sia insediata anche lì dentro, nonostante fosse tutto perfettamente sigillato dall'esterno. Polvere adagiata come un velo sugli scaffali vuoti, il bancone, la cassa, le maniglie...
    [x] Una sensazione tremenda mi assale. Un'idea che si insidia nella mia mente, come un parassita che mi divora il tessuto celebrale per aggredire in profondità: e se fosse tutta un'illusione? Un sogno? E se l'Io reale fosse morto tanto tempo fa? Il luogo in cui mi trovo ora non può essere reale, è un paradosso. Non può esistere... Forse sono morto ieri, forse ieri sera mi sono coricato per l'ennesima volta, con la differenza che questa volta non mi sono più risvegliato. Ma poi ripenso ai giorni passati, e mi rendo conto che ogni singolo istante è stato assurdo, oltre i limiti dell'accettabile; mi rendo conto che potrei non essere morto ieri, e nemmeno l'altro ieri, e nemmeno una settimana o un mese fa. Oggi è il duecentosettantunesimo giorno da quando ho lasciato il mondo che conoscevo per varcare quelle terre senza confini di spazio e tempo. Oggi mi rendo conto che potrei aver cessato di esistere esattamente duecentosettantuno giorni fa. Potrei non essere mai partito alla ricerca di... di cosa?

    C-Cosa s-sto cercando...? Perchè sono q-qui?! Chi sono? N-Non ricordo più il m-mio nome...

    La consapevolezza che sto vagando senza uno scopo, privo di identità, da centinaia di giorni, mi schiaccia a terra. Cado, il capo stretto tra le dita che raschiano violentemente nelle ciocche di capelli stopposi. Sono senza respiro, il cuore mi batte a mille, grido più forte che posso ma nessun suono lascia la mia gola. Un rantolo disperato emerge:

    NO, NON PUO' ESSERE!

    E invece si, dev'essere così, è la spiegazione più logica. Perchè quale pazzo scatenato non ricorda il proprio nome, il proprio passato, e parte all'inseguimento di qualcosa, accorgendosi solo dopo tutto questo tempo di non star cercando niente di niente?! Ciò che stavo sperimentando doveva essere la vita oltre la morte, una sorta di limbo, un inferno! Non c'era altra spiegazione...

    O forse c'è...

    Mormoro spalancando gli occhi.

    Si, f-forse c'è... heh hehehe hehe HAHAHHAHAHAHAA!

    Sono scosso da una risata agghiacciante, rido a squarciagola mentre artiglio il pavimento e mi contorco nella polvere come un ragno ferito. Rido come non mai, perchè realizzo che la verità è un'altra: ho dimenticato, dimenticato tutto. Quel deserto grigio in cui vago da una vita deve aver consumato la mia mente esattamente come ha fatto con ogni cosa che in passato vi fosse mai esistita.
    Mi alzo col viso contorto in una risata terribile e varco la porta di quel luogo senza tempo, tornando a calpestare la polvere del deserto grigio.

    Ed ora che non so più chi sono, dove mi trovo e verso quale luogo sono diretto... che farò? HAHHAHAHHA che HHAHHAHAH HA HA farò?! D'HHAHAHAHAHAHEEHE...

    E ridendo come un pazzo riprendo il mio cammino eterno.


    .3

     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è e si spera sarà

    Group
    Member
    Posts
    5,406
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Prendi il max :rosa:
     
    .
3 replies since 31/3/2018, 21:27   171 views
  Share  
.