[Rifugio di Qayin - Tetsu Ovest] (Ri)Cominciare

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    Il casino che avevo combinato nel Paese del Vento era qualcosa sicuramente di più grande rispetto a ciò che avevo pensato, ma in ogni caso avevo preparato la fuga in modo che mi potesse portare a percorrere meno metri possibili in un luogo che io reputavo sicuro.
    Sicuramente il mio "ospite" era cambiato, non più un Minoru malconcio e torturato, ma una ragazzina di Konoha illesa e che volontariamente aveva scelto di vedere cosa avessi in mente per questo mondo folle quanto me.
    Dopo averla presa per mano disattivai il sigillo Maledetto anche se sentivo pulsare il petto come se i tamburi di guerra non avessero intenzione di smettere di suonare. Il bruciore venne dopo, ma non ci badai, avevamo fretta. Perciò attivai su di me il Netsukarai per darmi più velocità e lo passai anche a lei toccandola.

    Tranquilla, è una tecnica della mia innata, ti farà sembrare di andare più veloce e sentirai un brivido lungo la schiena. Ora corriamo verso Nord e non fare cazzate o questi fulmini e fiamme che ti avvolgono non saranno più tuoi alleati...

    Con la tecnica attiva attorno a noi che emetteva saette e lingue di fuoco iniziammo a correre.
    Avevo programmato di stabilire la mia base nelle fredde terre del Paese del Ferro, più precisamente in quella porzioni minima di terra che era Tetsu Ovest.
    Verosimilmente a nessuno verrebbe in mente di andare nel bel mezzo di una guerra civile per seguire un criminale ricercato e in più il territorio dominato da quel coglione di Chul Moo Lee era perfetto per avanzi di galera, tagliagole, contrabbandieri, sicari e chi più ne ha più ne metta.
    La mia mantellina nera, non appena fummo arrivati al confine col Paese, la diedi alla mia nuova compagna.

    Copriti con questa.

    Di tutta risposta disattivai il Netsukarai e mi trasformai in un uomo ordinario coi capelli lunghi castani e legati a codino. Vestito pesante, ma con un turbante in testa in modo che potesse sembrare venissimo dal Paese del Vento,
    il cui accento conoscevo meglio delle mie tasche essendoci nato.
    Arrivammo al confine, ma come sospettavo non c'erano propriamente guardie, se non alcuni Samurai reietti del regno di Chul-Moo.

    Dove credete di andare tu e... Chi è una vecchia o una bambina? Ha tutto il mantello che le viene enorme...

    E' mia figlia, è molto malata e devo vedere qualcuno che può aiutarla senza dare nell'occhio. Non so se mi capisci.


    Presi un po' dei miei soldi già pronti in una saccoccia dalla tasca, c'erano 1000 Ryo. Gliela mostrai serio giocandoci per far sentire il rumore delle monete che apre tutte le porte del mondo.

    Oooh... Capisco perfettamente. Potete andare e benvenuti nel letamaio chiamato Tetsu Ovest

    Lasciai la borsetta piena di denaro nella sua mano destra e passai accanto a lui ignorando completamente le sue parole e facendo cenno a Sango di seguirmi.
    Peccato che avevo messo in conto pure eventuali sorprese e non tardarono ad arrivare quando lo stronzo di turno fermò con la mano la ragazzina bloccandole il capo coperto dalla mantellina nera.

    Però... Non crederei che questi spiccioli bastino, vero? Sai, malata a no, mi piacerebbe fare un giro con tua figlia, magari le posso dare una gioia prima di schiattare, che ne dici? Non vale di più la sua vita che un episodio spiacevole?

    Mentre pronunciava quelle parole, nemmeno mi guardava, si limitò a scostare poco a poco la mantellina nera, pronto per assaggiare la sua preda. Sfortunatamente per lui non c'erano altri soldati nel giro di chilometri e ne approfittai. Nemmeno il tempo di poter continuare e si ritrovò la coda di un mio centipede che gli sfondava il cuore.
    Un po' di sangue cadde sul vestiario nero di Sango, macchiandolo, in fondo era mio e non me ne fregava nulla di qualche straccio.

    Non hai idea di cosa siano gli episodi spiacevoli, povero bastardo.

    Così lo lasciai andare e cadere sulla neve che poeticamente si macchiava di rosso come in alcuni migliori best seller.

    Andiamo fiammiferaia. Finché mi starai vicino, non succederà nulla a te, ma ad altri è molto probabile. Abituati all'idea.

    Passammo il confine e poi ci recammo vicino ai monti innevati che costeggiavano il Paese, da lontano si potevano vedere i famosi tre picchi somiglianti a fauci di lupo. Non saremmo andati lì in vacanza, ma piuttosto avremmo evitato quel luogo.
    Ci fermammo in un sobborgo della città, lì c'era gente proveniente da tutto il mondo.
    Quello che riuscii a permettermi spendendo i miei ultimi risparmi fu una casa qualunque con un piano solo, una specie di monolocale da fame, ma almeno mi ero adoperato per avere pareti rinforzate e avrei pensato pure a piazzare qualche trappola per visitatori troppo curiosi. La casa non era proprio vicina alla città e avremmo pure evitato molti passanti o guardie.



    Entra, avanti.


    Ho pensato fosse corretto privarmi di tutti i miei Ryo per la casa. Mi lascio giusto i 1000 che la guardia poteva accettare. Se c'è qualcosa in contrario, invito lo Staff a farmelo presente


    Edited by F u r y - 22/3/2018, 18:46
     
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    Sango Uzumaki



    ¦ Nome:Sango Uzumaki
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    Chi vede la vittima ma non l’aiuta, è un infame.




    Era fatta. Aveva deciso e non si poteva tornare indietro.
    Osservò quella mano protesa verso di lei per qualche secondo prima di fferrarla con convinzione. Si, lo avrebbe seguito ovunque egli avesse deciso di andre perchè sentiva che era la cosa giusta, nonostante amasse Konoha più di qualsiasi altra cosa. Aveva un piano ben specifico in mente, e forse col tempo lo avrebbe anche messo in pratica. Quanto avrebbe dovuto sopportare quella firua assassina comunque, non era dato da sapere.
    Non appena lui la sfiorò, una scarica le percorse la schiena nello stesso istante in cui lui la avvisò della stessa. Era una bella sensazione, si sentiva leggera e veloce e per un attimo non pensò di essere accanto ad un assassino.
    Aveva dei pensieri contrastanti in testa: se da una parte aveva ucciso quel povero uomo con un colpo secco e a sangue freddo, dall'atro l'aveva protetta contro Minrou e gli doveva la vita e no, non avrebbe fatto cazzate. Lo aveva visto all'opera ed era sicuramente meglio non farlo arrabbiare; chissà se sarebbe riuscito a levigare il carattere energico della rossa.
    La distesa di sabbia del vento lasciò ben presto spazio ad una distesa di neve candida. Paradossale: infondo anche quello sembrava deserto, solo più freddo e cupo. Nonostante il sole infatti, il gelo di quel luogo la penetrò rapida, fino alle ossa.

    Grazie...

    Non sapeva nemmeno il suo nome in effetti e "figlio bastardo del Caos" era fin troppo lungo da dire. La mantella riuscì a riscaldarla quel poco che bastava per permetterle di camminare senza troppo dolore, ma era visibilmente troppo larga per lei. Ondeggiava silenziosa al vento, come silenziosi erano i due improbabili compagni.
    Soltanto la voce di una guardia la impensierì, mentre il mukenin sembrava quasi pronto a quell'incontro. Istintivamente Sango andò a coprire meglio i lineamenti del colto, quasi presa dal panico.

    Ci scopriranno...Sicuramente ci scopriranno...

    Chiuse gli occhi, sperando di riaprirli e di ritrovarsi a casa sua, al caldo focolare e seduta a tavola in procinto di mangiare con il nonno. Nulla di più falso, una stupida illusione. Un gioco sadico della propria mente.
    Battè un colpo di tosse, se doveva fingersi malata doveva farlo bene, no? Il fiato si condensò non appena fuoriuscì dalle sottili labbra andando a creare la tipica nuvoletta dettata dalle basse temperature.

    No, aspetta... Nessuno sa chi sono e lui si è trasformato... Potrebbe andarci bene...

    E all'udire il tintinnio delle monetine che vennero appoggiate sul palmo della mano della guardia, l'Uzumaki pensò davvero che ce l'avessero fatta. Oltrepassò l'uomo rapida ma non abbastanza poichè si sentì afferrare con non troppa grazia. La guardia avrebbe potuto tranquillamente vedere i grandi occhi nocciola osservarla impietriti mentre la bocca si aprì leggermente. Cosa è che voleva fare lui? "Un giro con lei"? Non era certo un genio ma quell'espressione le suonava come qualcosa di tremendamente negativo. La grossa mano andò a spostare di ppoco il cappuccio scuro, rivelando alcune ciocche rosse che scesero fino all'altezza del pettto. Non ebbe tempo di fare nient'altro. Cadde a terra, sprofondando per qualche centimetro nel manto innevato andando a sporcarlo con il sangue che lento fluiva dalla ferita, assorbito dalla neve stessa.

    Mi... Mi piace fiammiferina ma io come devo chiamarti?...

    Osservò il compagno pur sapendo che quello non era di certo il suo vero aspetto. Si fece più vicina a lui, mentre finalmente vedeva da lontano un villaggio e villaggio voleva dire persone, chissà quanto era diverso da Konoha.
    I monti a forma di lupo si ergevano minacciosi con le fauci spalancate quasi a voler intimorire persone con cattive intenzioni verso il Ferro. Sango ne rimase quasi incantata.
    Nel sobborgo della città si coprì meglio il capo. Di sottecchi osservava alcuni uomini fare l'elemosina, seduti a terra mentre altri, barcollanti, uscivano dall'osteria ridendo ed imprecando sorretti da qualche amico o persona conosciuta in quel luogo.
    Non fu difficile per il mukenin riuscire a trovare una casa abastanza lontano dal centro urbano. Una piccola costruzione che poteva definirsi una vera e propria baita con travi di legno incastonate in grosse pietre levigate di diverse forme e dimensioni.

    Volentieri!

    Mormorò afferrando saldamente la maniglia della porta in legno, facendo leva verso il basso. La casa aveva un non so chè di famigliare, e dava l'impressione di essere sicuramente più calda rispetto all'esterno.
    Il salotto era abbastanza spazioso rapportato alle dimensioni complessive della casa. Un tavolo circolare in legno con quattro seggiole che non sembravano molto stabili. Un tappeto rettangolare scuro era posizionato a pochi centimetri da un caminetto in pietra, proprio difronte ad un piccolo divano a due posti dal tessuto logoro. La cucina era composta da quattro fornelli e un frigo adiacente ad essi. Un lavandino sotto uno scompartimento in legno che richiamava quello del tavolo dove vi erano anche appesi dei pensili. Il piccolo corridoio portava sicuramente ad altre stanze nella casa ma Sango non si mosse da lì. Si girò semplicemente verso il ragazzo.

    Stai bene? Hai bisogno di riposarti un pò?

    Nonostante l'incredibile forza la rossa non dava per scontato che al compagno servisse recuperare le energie dopo la battaglia nel deserto ed in più era anche stato ferito. Lasciò cadere il cappuccio sulle spalle, andando a smuovere la chioma rossa, in attesa di una risposta da parte del mukenin.




    Edited by Firefly™ - 22/3/2018, 22:47
     
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    "Volentieri?"

    Piccolo sorriso, solo l'inizio.

    "Stai bene? Hai bisogno di riposarti un pò?"

    Scandendo le sue parole, usai un tono decisamente sarcastico per farle il verso. E poi iniziai a ridere chiudendo la porta dietro di me.
    Solo a quel punto tolsi la maschera e annullai la Trasformazione per farle vedere veramente com'era Qayin.



    Se parli così con me, dovrò punirti a dovere!

    Lasciai che mi guardasse dalla testa ai piedi, che ammirasse le mie cicatrici sul volto. Ero a torso nudo con tanto di sigillo maledetto in bella vista ed esso era decisamente diverso dal disegno ipnotico originale.
    Lampeggiava come la luce di un allarme, a intermittenza pulsava sulla mia pelle. Chinai il capo verso il basso giusto per dare uno sguardo alla prima mia mutazione e al suo propagarsi.

    Oh bene. Vedo che sta facendo effetto. Il sigillo del Caos è completo. In ogni caso per il momento puoi chiamarmi: Capo, Boss, Crown King, Figlio Bastardo del Caos, Signore, Padrone. Scegli tra questi.

    Le forze improvvisamente iniziarono a mancarmi, iniziai a sudare improvvisamente e a sentire un caldo bestiale. La sensazione era come quella di essere dentro un forno. L'inferno era sceso su di me e il petto iniziò a diventare rovente quasi quanto il potere della mia innata.
    Cercai di sforzarmi a non mostrarmi in quel modo. Sapevo benissimo quello che mi stava accadendo. Il sigillo stava facendo il suo dovere sulle mie cellule e la mutazione fisica stava per essere sprigionata. Secondo i miei dati, al mio livello attuale sarei riuscita ad abituarmi alla forma Berserk e anche a quella Eremitica. Così avevo chiamato i due effetti collaterali del potenziamento del Sigillo.
    Però prima del controllo sulla trasformazione, avrei dovuto subirne le conseguenze almeno una volta, solo che non credevo che i sintomi e il processo potessero giungere così rapidamente.
    Cazzo se faceva male. Non potete immaginare quanto possa trovarsi sotto sforzo un corpo in quelle condizioni. Tutti gli organi interni iniziano ad accelerare le loro funzioni a una velocità completamente fuori dalla norma. Muscoli, ossa e sistema nervoso saettano di energia ristoratrice a cui il cervello non riesce a stare a passo.

    Fiammiferaia... Chiudi bene la porta... spingi quella scrivania a sinistra davanti ad essa per bloccarla, niente e nessuno dovrà entrare o uscire da... ora... in poi...

    Mi piegai in ginocchio sofferente.

    Qualsiasi cosa accada... non... fare... nulla... non attacc...!!!

    Le code dei centipedi uscirono violentemente dalla mia schiena, io cercai di trattenere le urla di dolore stringendo i denti che pian piano iniziarono a formare un sorriso inquietante mentre lacrime di sangue iniziarono a sgorgare dall'estremità degli occhi.
    I centipedi mi avvolsero e iniziarono a fondersi al mio petto, dal cui sigillo iniziarono a diramarsi macchie nere su tutta la mia schiena.
    Stavo diventando una specie di melma color bordeaux e rosso scuro. Le mie ossa si deformarono in uno scheletro disumano e la mia pelle iniziò ad essere metà rosso sangue e metà bianca.
    Il risultato era quell'evoluzione a cui aspiravo, anche se non era la forma perfetta.



    Un urlo uscì dalla mia bocca mostruosamente allargata dalla mutazione. Io mi sentivo come in trappola dentro una gabbia di rovi. Non avevo ancora il controllo di quel corpo deformato. Il mio cervello voleva elaborare subito una risposta a quell'evento, ma entrai anche in paranoia del fatto che qualcuno ci potesse sentire a causa mia, di quel mostro che ero diventato, un magnifico mostro.
    Fortunatamente eravamo isolati perché avevo già pensato a quest'evenienza.
    Cercai di arrivare a forzare il controllo. Cercai di raggiungere il me stesso immerso nel potere per poter evitare che potesse distruggere Sango, la nostra casa o peggio, ma non era semplice.
    Con velocità scagliai un colpo con l'escrescenze sulla schiena di colore rosso, una di esse tentò di tagliare, sminuzzare o distruggere il corpo della rossa, ma era difficile visto che la mia mente era in lotta contro la sopraffazione, così colpì il pavimento accanto alla piccola kunoichi, distruggendo le assi e alzando un'onda d'urto che l'avrebbe sbattuta contro la parete alla mia destra se non avesse trovato il modo di spostarsi o difendersi.
     
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    Chi vede la vittima ma non l’aiuta, è un infame.




    Finalmente la curiosità di scoprire il viso oltre quella stupida mascherà venne soddisfatta ma Sango non sapeva se esserne spaventata o felice. I capelli chiari incorniciavano un viso segnato da molte, troppe cicatrici per un ragazzo, o almeno così pareva all'Uzumaki. Il torace nudo invece mostrava i diversi anni di allenamenti a cui si doveva essere sottoposto il compagno anche se la sua attenzione si concentrò su una specie di tatuaggio in centro al petto con dei motivi simili a tribali. Sembrava pulsare e addirittura muoversi, ma la ragazzina non aveva la più pallida idea di cosa fosse ed inoltre il Figlio Bastardo del Caos voleva punirla. Le si gelò il sangue nelle vene.

    Punirmi per cosa?! Per essere stata gentile con lui???

    Non lo capiva, e forse nemmeno ci sarebbe mai riuscita, ma se pensava che bastasse una minaccia i sbagliava di grosso. I suoi genitori le avevano lasciato molti insegnamenti tra cui il rispetto per l'altro e questo lei non se lo sarebbe di certo dimenticato.

    Boss... Ti chiamerò Boss. Non sei sicuramente né il mio padrone né il mio signore e Figlio Bastardo del Caos è troppo lungo... Gli altri non mi piacciono.

    Sentenziò poi, squadrando il ragazzo. Sentiva che stava cambiando qualcosa in lui, e senza sapere perchè si sentiva irrequieta per questo, al suo ordine, si limitò a fare un cenno con la testa, chiudendo a chiave la porta e spostando la scrivania con non poca fatica. Lo vide cadere a terra, in ginocchio e per un istante sbarrò gli occhi, preoccupata per lui. Non poteva farne a meno, la piccola Sango, specie perchè quel gesto di togliersi la maschera davanti a lei lo vedeva come un segno di fiducia che forse sarebbe servito per creare un certo tipo di legame. Avanzò un passo ma non appena lui le intimò di non fare nulla si fermò, nonostante la voglia di andare a sorreggierlo capì che era meglio stargli il più lontano possibile.

    C..Cosa ti sta succedendo?

    Nuovamente quei tentacoli furoiuscirono dalla sua shiena, andando a nasconderlo alla vista della rossa per qualche attimo. Lo scheletro di Qayin non era più definibile umano anzi, sembrava una bestia ormai, un mostro ancora più spaventoso rispetto al loro primo incontro nel deserto. L'urlo provocato da quell'essere la costrinse a tapparsi le orecchie con le mani, mentre sui suoi occhi color nocciola si affiacciarono nuovamente lacrime calde che faticava a reprimere. Strizzò gli occhi e queste scesero silenziose verso la parte bassa del viso, percorrendo le gote leggermente arrossate.
    Non si accorse nemmeno del colpo che stava per ricevere ma che - fortuna o meno- non la sfiorò neppure: il tentacolo infattì andò a colpire il pavimento a un paio di metri da lei ma l'onda d'urto la fece sbalzare contro la parete candida della casa e fece tremare le mura stesse.
    La botta che ricevette non fu troppo forte ma la testa il cervello sembrava fluittuare nella scatola cranica come fosse libero da ogni qualsivoglia collegamento muscolare. Rimase accucciata contro la parete, le ginocchia avvolte dal braccio sinistro mentre la mano destra era intenta a massaggiare il dietro del capo.
    Sguardo concentrato su di lui o perlomeno su quello che una volta era Qayin.
    Sango sperò con tutta se stessa che quel mostro scomparisse il più presto possibile o avrebbe tentato di scappare il più lontano possibile.
    Il cuore ormai era un cavallo impazzito, lo sentiva pulsare ed il rumore che produceva era assordante. Lo sentiva nel petto, dietro la testa, ovunque. Incapace di muoversi attendeva e pregava, pregava che tutto questo avesse una fine.





    Edited by Firefly™ - 26/3/2018, 17:01
     
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    Avete mai provato la sensazione di vedere il vostro corpo dall'esterno senza la possibilità di poter muovere un muscolo per raggiungerlo?
    Molti l'hanno associata a una sorta di esperienza paranormale, alcune volte è legato alla paralisi del sonno. Nel mio caso, era tutto fuorché quello che ho scritto prima.
    Stavo affogando in un mare oscuro e gli unici riflessi di luce, concessi in quel liquido maledetto, erano le immagini di tutte le mie vittime che scorrevano come pellicole di un film. C'erano donne, uomini e bambini, molto probabilmente del Villaggio della Nebbia, c'erano i due shinobi che uccisi da bambino, c'era Minoru, il mercante di nome Evan, mia madre, i miei fratellastri, Raul. Urlavano tutti dal dolore per ciò che gli avevo fatto e io, mentre affogavo, gli sorridevo come un ebete.
    Non me ne importava un cazzo di chi avevo mandato all'altro mondo, eppure mi stavo perdendo in loro, mentre là fuori, lì dove il mio corpo è quello che conta e non la mia mente, un mostro stava per abbattersi con tutta la sua furia sulla nostra casa e sulla piccola rossa che già era stata sbalzata via dal colpo evitato.
    Iniziai a sentire come una sensazione di leggero fastidio al petto e tutto questo mentre il mio corpo praticamente si spezzava lentamente su sè stesso. Mi disarticolavo dolorosamente all'interno, mentre Sango avrebbe visto la mia forma Berserk iniziare a contorcersi e poi paralizzarsi.
    Sembrava, o meglio sembravo, diventato una statua che tremava per il vento, soffiante ovviamente come la bora.
    Il fastidio al petto divenne bruciore e allora capì. Mi stavano inghiottendo le mie stesse cellule, ma non gliel'avrei permesso.
    Io avevo partorito una nuova evoluzione, solo io ero riuscito, a costo di usarmi come cavia, a completare una ricerca che il Sannin Orochimaru non aveva compiuto.
    La capacità di adattamento del nuovo Sigillo al DNA altrui era decisamente più veloce del previsto e ciò che sentivo era un gran dispendio di energie e una fame senza precedenti. Sentivo come il bisogno di nutrirmi, di rifocillarmi, di ottenere energia. Il mio corpo era cambiato. Mi sentivo diverso.
    Le mie cellule si erano trasformate, volevano sempre di più, sempre più energia. Improvvisamente i ruoli tra mostro e me si capovolsero, ripresi il controllo del mio corpo, la vista finalmente tornava, così come il tatto, l'udito, il mio olfatto, il controllo dei miei movimenti.
    Quando misi a fuoco mi accorsi che non ero come prima, cercai di muovere la mano e vidi un muscolosissimo braccio di color bianco candido.
    La trasformazione era completata, ma la fame era ancora lì.

    Fiammiferaia. Sono io, va tutto bene ora.

    La mia voce era totalmente diversa. Grave, profonda come un pozza e risonante. Sembrava provenisse direttamente dall'inferno, come se avessero dato voce alla morte.
    La fame era forte e più il suo tamburo rullava dentro di me, più mi sentivo attratto dalla ragazzina come un leone lo è della gazzella prima di saltargli alla gola e godere del suo pasto.
    Mi avvicinai a lei, al muro, piano piano, mentre la grande massa del mio corpo batteva sul pavimento in legno e con la testa e la schiena sfioravo il soffitto che riusciva a contenermi a malapena.
    Le mie fauci iniziarono un processo di salivazione incredibilmente alto e non appena fui dinnanzi a lei, credetti davvero di poterle spalancare quelle fauci e di divorarla per intero. Solo allora capì che il prezzo della mutazione era un gran dispendio di potere, di energia, di fatica e di chakra... Le mie cellule cercavano chakra per mantenere il loro nuovo signore sempre carico: il sigillo maledetto.
    In poche parole, il mio nuovo potere mi aveva reso principalmente cannibale della mia stessa specie. Con molta probabilità il resto del cibo continuava a piacermi, ma non a soddisfarmi.
    Arrivato a quella conclusione, starete sicuramente pensando che a un sadico malato cronico come me, la cosa potesse fare piacere, ma in realtà come agente del caos bolevo rispettare l'unico equilibrio che aveva un senso: la catena alimentare.
    Frenando i miei istinti, annullai la trasformazione per tornare ad essere quello di sempre.

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    Solo allora abbassai al testa verso la mia nuova compagna e tirando fuori la lingua le leccai una guancia con la giusta punta tra malizia e perversione.
    Il sapore della sua pelle mi inebriò ancor meglio di qualsiasi droga esistente, meglio di qualsiasi vizio creato dall'uomo.
    Poi sussurrai al suo orecchio.

    Puoi stare tranquilla... Non voglio mangiarti... Un assaggio ogni tanto potrebbe andare bene.

    Mi allontanai da lei per osservare il casino che avevo combinato. C'era sicuramente da riparare qualche asso di legno, sia nel pavimento che sul tetto. Poi portai il collo all'indietro e lo sguardo dritto su di lei.

    Avrai delle domande da farmi, no? Spara pure. Di certo ti sei comportata bene assistendo a quell'evento meraviglioso.
     
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    Chi vede la vittima ma non l’aiuta, è un infame.




    Era come essersi risvegliati in un incubo ancora peggiore. Se gli eventi del deserto le sembravano l'inferno, quello che stava succedendo in quella piccola casa era ancora peggio.
    Immobile e con le lacrime calde che scendevano, osservava inerme quella strana creatura. Quante volte aveva pensato di morire solo in quella giornata? Beh, almeno avrebbe rivisto i suoi genitori eppure avrebbe avuto troppi rimpianti essendo ancora nel fiore dei suoi anni. Avrebbe voluto visitare posti, crescere ed innamorarsi, diventare una ninja rispettata e onorata... Tutti sogni che vide andare in frantumi nel momento in cui strinse quella mano, qualche ora prima.

    Forse però non è troppo tardi...

    Poteva scappare, in qualche modo. Poteva andarsene e lasciarlo solo, o morire provandoci. Eppure quel ragazzo la incuriosiva. I suoi modi di fare erano altalenanti: alcune volte era burbero, altre invece sembrava davvero tenerci a quella piccola rossa. Era confusa e forse l'unico modo per capirci qualcosa era rimanere con quel tipo... Sempre se prima o poi sarebbe tornato in sé.
    Non sapeva nulla di lui, niente di niente, ma la cosa era reciproca e forse, sarebbe bastata una minima conoscenza per... La voce grave del compagno le fece alzare lo sguardo. Era diverso, in qualche modo.
    Era diventato più alto, più muscoloso e anche la sua pelle sembrava più diafana e lucente.
    Più cercava di osservarlo, più non capiva che strana trasformazione avesse attuato.
    Strisciò lungo la parete, in verticale, per rimetersi sulle proprie gambe. Non aveva paura di lui, non del tutto.
    Spostò la testa di lato a quel contatto con la sua lingua calde ed umida, che le lasciò una lieve striscia di saliva sulla guancia.
    Domande? Cavolo se ne aveva!
    Cercò di ricomporsi, asciugandosi le ultime lacrime con il palmo della mano. Tirò su col naso, per poi spostarsi da quella fredda parete.

    Cosa ho appena visto, tanto per cominciare!

    Non era proprio una domanda anzi. In qualche modo era arrabbiata con lui. Le aveva fatto prendere un mezzo infarto ed ora faceva anche lo splendido, come se niente fosse. La casa era stata aperta poco prima e già aveva dei buchi sul pavimento e nel tetto. Il gelo di quelle terre iniziò ad entrare senza troppi problemi.

    E cosa vuol dire che non vuoi mangiarmi? Devo dormire per caso con un coltello sotto un cuscino per la paura di diventare il tuo spuntino di mezzanotte?


     
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    Ora che sono a questo punto, sinceramente mi pento di molte azioni, ma a quel tempo non m'importava nulla se non di raggiungere il mio obiettivo, portare tutto nel caos con me e viverci.
    Guardavo quella piccola mocciosa impertinente dai capelli rossi e vedevo solo un giocattolo, chi cazzo me lo doveva dire che sarebbe potuta divenire il mio secondo tallone d'Achille dopo la morte di Remya?
    Ascoltai con attenzione le domande della rossa, mentre valutavo i danni alla struttura causata dalla mia trasformazione.
    Godevo al solo pensiero di cosa potessi fare in una forma tanto maestosa, proprio perché in me erano in conflitto la paura e l'eccitazione.
    Di certo, ciò a cui aveva assistito Sango era un trauma che difficilmente si può superare e ne era piacevolmente consapevole.

    Quello che hai appena visto era una trasformazione dovuta al simbolo che vedi qui sul mio petto. Comunemente conosciuto come Sigillo Maledetto, ti dona potere in cambio di... diciamo effetti collaterali che possono renderti come hai visto tu me prima o come mi hai visto contro il vermone o contro il povero Minoru. Però è un potere maestoso, sublime, che scorre nelle tue vene e ti rende una specie di dio in terra.
    Per quanto riguarda il mangiarti, beh... grazie alle mie conoscenze scientifiche sono riuscito a modificare a rendere più forte e spaventoso il mio sigillo e ho la capacità di nutrirmi di esseri umani per rendermi più forte, interessante, vero?
    Puoi stare tranquilla. Tu vivrai.
    Altre domande intelligenti, magari? Tipo cosa voglio farne di te, che ho intenzioni ho e bla bla bla?


    Con una nota d'inquietante sarcasmo mi rivolsi a lei riavvicinandomi e iniziando a raccogliere i detriti di casa sparsi un po' ovunque.

    Sarei molto lieto e meno desideroso di spappolarti la faccia se mi dessi una mano a raccogliere questo schifo, riparerò il tutto in poco tempo.

    Era un ordine velato. Ero il boss, no? Allora la ragazzina speranzosa doveva muovere il suo bel culetto e fare la sua parte.
    Intanto pensavo al brivido provato prima e sentivo che ero in grado di andare oltre quel livello. La mia percezione del mondo sarebbe cambiata da un momento all'altro e ancora non ne ero cosciente.
    Ciò che desideravo era evolvere minuto dopo minuto per iniziare a schiacciare e mangiare gli scarafaggi di questo pianeta corrotto dalla mancanza di vita vera.
    Sango Uzumaki era solo la prima delle mie pedine da disporre sulla scacchiera della guerra tra equilibrio e caos. Peccato non sapessi ancora che quella battaglia sarei stato io stesso a sabotarla per qualcosa di più grande.
     
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    Chi vede la vittima ma non l’aiuta, è un infame.




    Le ci volle qualche secondo per metabolizzare la spiegazione del Figlio Bastardo. Il suo potere, a quanto pare, era qualcosa di forte e spaventoso allo stesso tempo. Come lui poteva considerare quella cosa sublime era impensabile. Mangiare essere umani... Al solo pensiero quasi le venne un conato di vomito.
    No, non era per niente normale e solo ora si rendeva conto quanto Qayin era tremendamente strano. La proteggeva solo per qualche scupo a lei sconosciuto? Forse aveva un piano in mente che lei non capiva? In effetti era strano. Ci pensò, ma in realtà le parole le scivolarono via dalla bocca quasi senza che la rossa se ne accorgesse.

    Perchè me? ...

    No, figuriamoci se ora come ora le avrebbe detto i suoi piani per la giovane ragazza. Anche se fosse comunque, non voleva conoscerli. Ne era spaventata a tal punto che ignorare, per ora, le sembrava la soluzione migliore. Certo, si offese un pò quando parlò di domande intelligenti come se le precedenti fossero stupide o peggio... Ovvie.

    Perchè hai salvato me nel deserto?

    Non conosceva nulla di lei, quindi non poteva interessargli come Uzumaki in quanto tale. Doveva esserci qualcos'altro.
    Andò ad aprire altre porte. Qualcosa sicuramente - o almeno sperava- avrebbe trovato. Aprì un piccolo sgabuzzino dove una scopa e una paletta sembravano chiamarla. Le afferrò per poi tornare in cucina e iniziare a ripulire come le era stato chiesto.

    Comunque tu distruggi mezza casa e io devo anche aiutarti a ripulire! Non mi sembra tanto corretto sai?

    Sbuffò sonoramente. Chi era stato a fare tutto quel casino? Non era certo lei ad essersi trasformata in un mostro gigante che a malapena stava tra le mura domestiche. Lo stomacò brontolò nel più assoluto silenzio. Chissà se l boss le avrebbe dato da mangiare prima che morirsse di fame.

    Spero che non ci sia un vecchio... Od un bambino, nel menù

     
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    La piccola fiammiferaia non aveva ancora ben chiaro perché tutto quel casino fosse proprio capitato a lei.
    La verità è che non c'era una ragione precisa.

    Tu hai scelto di voler essere salvata. Non avevo alcun interesse in te, ero lì solo per quel sacco di letame di Minoru. Ti sei data una scelta da sola e l'hai abbracciata perché hai voluto rompere gli schemi e non so se si è capito, ma odio i cliché.

    Così dicendo continuai a verificare gli effettivi danni che avevo causato con la mia trasformazione Berserk. La casa sembrava ancora intatta in fondo. Osservata dall'esterno, non si sarebbe accorto nessuno di quello che era potuto accadere all'interno della bettola, quella era ciò che contava davvero.

    CITAZIONE
    Comunque tu distruggi mezza casa e io devo anche aiutarti a ripulire! Non mi sembra tanto corretto sai?

    Non fece in tempo a terminare la frase che ero già dietro di lei afferrandole il collo, non troppo forte, tanto quanto bastava per farla sentire in trappola.

    Fiammiferaia... Imparerai che con me queste cazzate sono inutili. Corretto? Non corretto? Tu ora appartieni a me e solo a me. La scelta è stata tua. Se oserai obiettare su qualcos'altro da ora in poi, ti staccherò un pezzo dopo l'altro, ma senza ucciderti e credimi che non è una bella sensazione. Detto questo...

    Il sigillo sul petto iniziò ad illuminarsi un'altra volta, ma diversamente da prima, avrei assunta la mia forma finale, sentivo che ero pronto ad accumulare chakra naturale proprio come avevo studiato ed entrare nella mia personale Modalità Eremitica.
    Non ci volle molto, il sigillo accelerò la produzione di cellule che si sarebbero compattate armoniosamente e stabilmente attorno al mio corpo dandomi accesso ad un'armatura naturale.



    Osserva, quanto fascino ha il potere, quanto il dolore sia niente in confronto.

    In un batter d'occhio, i miei tentacolari centipedi dal colore rossastro stavolta, divorarono tutti i cocci raccolti dalla ragazzina.
    Subito dopo dalla mia nuova pelle vennero riprodotti i pezzi di abitazione distrutti e li andai a sistemare con le mie esternazioni al loro posto. Il mio potere eremitico mi consentiva di essere una vera e propria fornace vivente, potevo ricreare tutto ciò che assimilavo dentro di me.
    In questo modo, in pochi secondi, la casa era come nuova. La mia voce in quella forma era praticamente uguale alla mia normale, ma come se venisse dall'oltretomba, più profonda.

    Et...

    Voilà!


    La maschera mostruosa che avevo sul viso si dissolse per mostrare il mio vero volto cambiandone anche la voce e facendola ritornare alla normalità.

    Dimmi, fiammiferaia. Ti sedurrebbe un potere in grado di renderti un dio tra gli uomini?
     
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    Senza capirne il motivo, rimase in silenzio dopo quella risposta, continuando a muovere le braccia nell'atto di spazzare per terra osservando come, i piccoli detriti, lentamente scivolavano sulla paletta. Era capitata nelle mani d uno psicopatico ma sperava di potesi definire speciale in qualche modo invece lui l'aveva portata con sé solo perchè era stata proprio la rossa a decidere. Niente di più, niente di meno. Per quanto tempo si sarebbe chiesta se aveva fatto la scelta giusta? Probabilmente per sempre.
    Persa nei suoi pensieri non si accorse del movimento dell'albino per portarsi dietro di lei. La stretta fredda sul suo collo la fece sobbalzare, tanto da farle cadere la scopa dalle mani. Trattene il fiato ascoltando ogni singola lettera fuoriuscire da quelle labbra troppo vicine al suo orecchio.
    Appartenere a qualcuno.
    Non aveva mai valutato quell'opzione. Non si definiva un oggetto ne aveva intenzione di diventarlo, in nessun caso. Un tacito consenso a quelle parole che però, non avrebbe mai sentito proprie ma non trovò il senso di risponde a tali affermazioni. Glielo avrebbe fatto capire nel tempo, con i fatti.
    Lo guardò trasformarsi nuovamente. In fondo al cuore sorrise, sembrava davvero eccitato come un bambino davanti ad un nuovo giocattolo. Forse, in quella morbosità per il potere che Sango non riusciva a capire, si nascondeva un lato più umano... O almeno così le piaceva pensare.
    Racolse la scopa, proprio nel momento in cui il ragazzo tornò alla forma normale. Lo guardò, appoggiata al bastone in legno, spostando il peso in maniera tale da non cadere e fare una figuraccia.

    Praticamente puoi diventare un' aspirapolvere a tempo di record. Sarà utile!

    Ridacchiò. Forse era più una risata liberatoria per tutto il nervoso accumulato eppure le venne dal cuore. Lo guardò ancora sorridente, come se tutte quelle stupide minacce non fossero servite a nulla, per ora.

    Il potere... Se intendi la forza necessaria per proteggere le persone più deboli allora sì. Mi interessa... Non sarei in grado di trovare altro scopo per la mia forza...

    Nel silenzio più totale un rumore assai inequivocabile fece capolino nella stanza. Lo stomaco della ragazzina tuonò. Mai momento fu più sbagliato ma, a pensarci bene, era da parecchio che non metteva qualcosa sotto i denti. Il rossore sulle sue guance si fece più rosse, ma il suo viso era radioso, come se avesse ritrovato una solarità sopita.

    Che ne dici se prendiamo un pò di legna, e magari cacciamo qualcosa da mettere sotto i denti?



     
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    Praticamente puoi diventare un' aspirapolvere a tempo di record. Sarà utile!

    Utile finché non decido di rendere te un aspirapolvere.

    Dissi in modo serio, dopo aver terminato le pulizie di "primavera". Attesi con ansia la risposta alla mia fantastica domanda, così in ansia da fissarla anche in modo inquietante.


    CITAZIONE
    Il potere... Se intendi la forza necessaria per proteggere le persone più deboli allora sì. Mi interessa... Non sarei in grado di trovare altro scopo per la mia forza...

    Non mi aspettavo una risposta diversa. La diagnosi psicologica di quella piccola petulante era semplice. Era lì con me perché ero forte e l'avevo risparmiata da un massacro, salvandole pure la vita. Non aveva ancora ben chiari i miei piani, i miei intenti e la mia natura. Questo era un errore imperdonabile. Sei al cospetto di un criminale ricercato, stragista, fuori di testa e credi davvero di poterti permettere di parlare in quel modo? Lo so, difficile a credere che potesse esserci cotanta semplicità o innocenza nel nostro mondo. Eppure...

    La forza per proteggere i deboli? Non parlare come le teste di cazzo che ti hanno insegnato quattro stronzate in accademia. Ognuno di noi è molto più di un paladino, di un soldato o di uno schiavo degli altri. Pensa a te stessa. Credi davvero che altri difenderebbero te con il loro potere? Credi che io volessi difenderti? Io ti ho trovata interessante e probabilmente utile, anche se sto valutando quest'ultima opzione. Ci piace fotterci a vicenda e sappi che il tuo benessere e il tuo potere, implicano necessariamente che qualcuno nel mondo abbia l'opposto.
    Finiscila con queste cazzate alla "Volontà del Fuoco" e vedi di ragionare con un cervello privo di ideali da sacrificio ipocrita.
    Io ti concederò un potere che ti servirà per essere forte. Punto. Se vuoi prendere la via della difesa dei deboli, quella è la porta, ma bada che per uscire dovrai vedertela con me. Se non è ancora abbastanza chiaro, le tue condizioni attuali, per scelta tua, sono le seguenti: o tenti di opporti a me, vincendo uno scontro e tornare a quel mondo schifoso da brava shinobi, oppure restare qua con me e decidere di seguire la mia via verso il caos con poteri che ti appagheranno o "sazieranno".


    Così dicendo, con un bel sorriso stampato in volto e con un tono così da stronzo gelido, che forse era la vera essenza della mia crudeltà, mi avvicinai a lei e le accarezzai il volto delicatamente.

    Fiammiferaia. Scegli. Poi penseremo alla legna, al fuoco, al cibo e a quello che vorrai, ma scegli ora.

    Senza alcun preavviso baciai quelle sue labbra da ragazzina. Potevo percepire il suo viso che s'infiammava, potevo sentire anche il probabile disprezzo nei miei confronti, ma non me ne fregava assolutamente nulla. Lei ora apparteneva a me. Poteva capirlo con le buone o con le cattive.
     
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    Pensare a me stessa?

    Le parole di Quayn rimbombavano nella sua testa come mille martelli. Pensare a se stessa... Non aveva mai concepito quelle idee come proprie. Non era mai riuscita ad essere egoista verso di sè. Aiutare gli altri la faceva sentire bene, eppure il Nukenin aveva ragione: come poteva salvare gli altri se non riusciva a salvare se stessa? Forse aveva un pò distorto il messaggio del suo interlocutore ma non le importava, si sarebbe tenuta i suoi pensieri per lei, rimboccandosi le maniche e facendogli vedere che si sbagliava.
    La volontà del fuoco ardeva in lei, una vampa, un incendio. Chissà se sarebbe davvero riuscito a spegnerlo o se quelle fiamme avrebbe avvolto anche lui. Per Sango era ormai una sfida aperta.
    Lo osservava mentre silente si avvicinava a lei carezzandole la guancia leggermente arrossata. I suoi occhi scuri si scontrarono in quelli di lui: l'Uzumaki poteva vedere distintamente il suo riflesso nelle pupille.
    E poi.. Uno strano calore.
    Come poteva un essere tanto freddo emanare quella sensazione?
    Quello era...

    Il mio... Primo bacio?

    Sentiva le labbra leggermente umide sulle sue. Il cuore ebbe un colpo mentre gli occhi si allargarono sorpresi. Quello era un bacio? Quayn le aveva rubato il suo primo bacio? Non riuscì a divincolarsi, impietrita per il gesto inaspettato.
    Lo sentiva, sentiva che non c'erano emozioni da parte sua mentre lei... Beh, lei avvampò nonostante tutto. Nonostante quello non significasse nulla. Nonostante fosse la sua prima volta. nonostante le labbra di uno sconosciuto si erano posate sulle sue.

    Rimarrò con te.

    Rispose in un soffio, ma con convinzione.
    E avrebbe provato davvero a capire cosa volesse dalla vita, perchè quel bisogno di caos. Le persone non nascono così, ci diventano e chissà che cosa aveva subito il ragazzo dai capelli argentei. Chissà che avventure avrebbero vissuto insieme perchè una cosa era sicura: lui le aveva salvato la vita, era in debito per questo.

    Rimarrò con te...

    Ripeté nuovamente, con più convinzione mentre assaporava il gusto aspro di quel bacio.


     
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    Firefly: 31

    Seconda parte:
    Fury:78
    Firefly: 30

    In più Fury si becca 1000 Ryo di taglia in più [250 per aver attivato il sigillo e piantato casino in casa, 750 per aver ucciso quel poraccio di brigante
     
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    Rimarrò con te

    Disse così la mia fiammiferaia. Quella frase sancì definitivamente qualcosa che non sarebbe cambiato facilmente, ve lo assicuro.
    Un sorriso, forse meno inquietante degli altri, sbucò sul mio viso dopo aver ascoltato la risposta della rossa ragazzina.
    Solo dopo quel gesto più dolce e apparentemente innocente, decisi di mostrarle cosa significasse avere a che fare con me per tutta la vita. Prima avrebbe imparato come funzionava la vita di merda, prima avrebbe capito cosa intendevo con il caos che proclamavo.
    Le bloccai i polsi e iniziai a succhiarle il collo all'altezza della giugulare, così forte da poterle lasciare un segno prima rosso e poi violaceo, come se un livido avesse deciso di fare capolino in quella pelle bianca e pura.
    La baciai nuovamente sulla bocca, ma diversamente dalla precedente sarebbe stato passione pura, lingua contro lingua.
    Mi avrebbe dovuto lasciare fare per evitare di farsi del male, ma la scelta stava a lei. Ogni opposizione o resistenza era inutile con me, quindi, come prima, volente o nolente, avrei ottenuto ciò che volevo.

    E' il momento che la fiammiferaia cresca e abbracci la paura come sua, dominala e avrai il mondo e intanto... avrai me...

    Sospirai ansimando al suo orecchio mentre l'afferravo mettendola a cavalcioni su di me. La mia bocca si sarebbe spostata sul seno ancora inviolato.
    In men che non si dica la portai in quella che sarebbe stata la nostra camera da letto e una volta gettata su esso avrei potuto ammirare le sue emozioni contrastanti.

    Stai pensando che forse non accadrà nulla, vero? Invece non hai capito che è già successo.

    Con quella frase mi disfai dei miei vestiti. Nudo come un verme, in ginocchio sul bordo del letto.
    Notai che mi fissava, probabilmente per la mia mancanza di pudore, ma in realtà poteva benissimo essere per le migliaia di cicatrici che riempivano il mio addome, il mio petto, le mie gambe e anche l'inguine. Tagli, bruciature, ricordini lasciatemi dai miei aguzzini schiavisti negli anni di prigionia e abusi.

    Già... La vita è uno schifo, vero? Invece, sai? Non mi dispiacciono questi segni su di me...

    Poi lentamente mi poggiai sul suo corpo, adagiandomi e iniziando a togliere gli abiti anche a lei. Impaurita, disorientata, terrorizzata.
    In qualsiasi modo avesse potuto reagire a quella serie di eventi, niente poteva fermarmi. Sango Uzumaki avrebbe dovuto capire che la volontà e la libertà sono concetti effimeri che si possono conquistare solamente con la vera forza.
     
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