Déjà vu?!

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    Mi svegliai di soprassalto, la sveglia suonava all'impazzata e tutto intorno a me sembrava svanire in un buio senza fine, ritornando alla luce solo dopo qualche secondo.
    La fronte madida di sudore e il fiatonone che attanagliava i miei polmoni, sguardo basso e sgranato. Non capivo cosa fosse successo... perchè mi ritrovavo sul letto? Era tutto un sogno? Eppure sembrava tutto così reale. Ancora scosso per quel che avevo visto, decisi di scendere dal letto e cominciare a prepararmi per la giornata lavorativa che mi aspettava.
    Eppure... non riuscivo a levarmi dalla testa quelle immagini. Corridoi lunghi e completamente inondati dall'oscurità, ove la voce rimbombava a più non posso al suo interno. Qualche lampadina a muro a distanza di parecchi metri l'una dall'altra che si muovevano al ritmo delle urla del vento che si intrecciavano all'interno dei cunicoli.
    C'era freddo... parecchio freddo.
    La mia mente viaggiava, cercando di ricordare il più possibile di quel bruttissimo incubo, ma non capivo... cosa era quel posto? Che ci facevo la?
    Decisi che non doveva importarmi e continuai a prepararmi. Scesi a fare colazione già lavato e vestito con i miei soliti vestiti. Il pensiero del sogno ancora mi attanagliava il cuore, ma non lo davo a vedere. Mangiai poco, ma almeno riuscì a mangiare qualcosa.
    Non proferii parola con nessuno, neanche a mia madre. Le uniche parole che uscirono fuori dalla mia bocca, furono un semplice ciao poco prima di richiudermi la porta dell'entrata alle spalle. Camminavo lentamente per le vie del villaggio, passo ritmico e pesante, sguardo basso e spalle strette.
    Mi diressi fino alla bacheca delle missioni, alla ricerca di una missione semplice che mi avrebbe potuto far levare dalla mente quel sogno orribile.
    Feci scorrere gli occhi tra tutte le missive, quando ad un tratto, una missioncina di sorveglianza attrasse il mio sguardo. Il mandante era Kumo stessa.
    Ricercavano una figura ninja per la sorveglianza di una base militare poco fuori il villaggio, in mezzo alle montagne. Strappai il foglio dalla bacheca e me lo portai dietro. Mi incamminai verso le porte del villaggio, dove le guardie mi bloccarono e con sguardo scrutatorio cercarono informazioni.
    Ancora una volta, non proferii parola, mi limitai a mostrare loro il foglio della missiva e senza esitazione, mi diedero il permesso di passare.
    Sapevo perfettamente dove si trovasse la base militare, fortunatamente sapevo a memoria ogni singolo anfratto del mio paese, quindi, non trovai alcuna difficoltà nel percorso, scegliendo sempre quello più semplice e veloce. Più mi avvicinavo al luogo della missione, più il freddo di Kumo si faceva sentire, ma d'altronde, stavo pur sempre salendo in montagna.
    I miei piedi continuarono a camminare, ma il mio cervello fu come se andò in fallout, non ricordo nulla del tragitto da quel momento in poi... ricordo solo di essermi ritrovato, di punto in bianco, davanti alla base militare. Mi avvicinai al gabbiotto dell'entrata e presentai la missiva, presentandomi.

    -Sono Hakum e vengo dal villaggio di Kumo. Sono qua per la richiesta di una figura di guardia...-
     
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    Narrato
    Parlato guardia
    Parlato Hakum


    La guardia cominciò a scrutarmi, probabilmente per capire se ero realmente in grado di poter prendere parte a quel determinato tipo dìincarico. Io, d'altro canto, non facevo una piega. La mia mente ancora viaggiava nei meandri di quell'incubo e il mio corpo sentiva che qualcosa non andava. Esso era convinto fino all'ultima delle sue cellule, che quel che era successo all'interno del sogno era la pura realtà, e senza alcuna spiegazione alla fine di esso ero ritornato nel mio letto, sotto le coperte.
    Era un qualcosa d'incredibile e che non mi era mai capitato un tutta la mia vita. Solitamente era parecchio complicato portare la mia psiche fino al punto da non riuscire più a comprendere quale fosse la realtà quale la finzione... ma sfortunatamente, stava accadendo.
    La guardia parve percepire che qualcosa non andava, infatti, aggrottò la fronte e mi guardò abbastanza innervosito, ma sapeva bene che non ci sarebbe stata altra occasione per poter avere a disposizione un ninja per quel tipo d'incarico.
    Ciò avveniva principalmente per via della sempre crescente voglia di adrenalina all'interno delle vene e nel corpo delle nuove generazioni, che cercavano sempre la situazione al limite delle loro capacità. Quindi, a suo mal grado, dovette darmi il benestare per prendere parte a tale missione.

    -Bene, Hakum... saprai già che questa è una missione che richiede il massimo riguardo da parte tua, giusto?-

    Feci un cenno col capo e aspettai che continuasse il briefing.

    -Perfetto. Questa è una missione per la salvaguardia dei territori del demanio militare all'interno del nostro paese. Ogni qualsivoglia fuga di informazioni sarà attribuita a tutti i presenti, compresa la tua persona. Ti ritroverai a prestar servizio per la prossima settimana. Ti verrà assegnato un alloggio e potrai mangiare alla mensa, assieme a tutti gli altri ninja stanziati in questa base.-


    Abbassai di nuovo il capo, come segno di consenso. Non era un qualcosa di complicato da svolgere, ma dovevo ben capire che tipo di lavoro avessero intenzione che io svolgessi, quindi, non riuscii a trattenere le domande.

    -Per quanto riguarda il ruolo che dovrò ricoprire? A che tipo di incarico dovrò andare in contro?-

    -Il tuo incarico sarà quello di guardia di ronda, il tutto svolto assieme ad altri cinque ragazzi. Il resto te lo dirò non appena ci saremo riuniti al resto del gruppo. Ti basti sapere che solo il 50 percento della base è esterno. Il resto è incassato all'interno della montagna e il vostro scopo sarà quello di supervisionare i luoghi sensibili dove delle spie potrebbero accedere all'interno. Non vi sarà permesso l'accesso all'area interna.-

    -Va bene.-

    Seguii il signore fino alla parte esterna di un piccolo stabilimento nel quale dovemmo entrare. Una volta dentro, il riscaldamento inondò i nostri visi, facendo rilassare i muscoli che fino a poco prima risultavano contratti per via del freddo. La stanza nella quale ci trovammo, era adibita a dormitorio e al suo interno, trovammo anche il resto della squadra, alla quale mi presentai esattamente come feci con la guardia nel gabbiotto.
    Fui sorpreso di vedere tra i cinque ragazzi anche Katoru e Itoru. Dal giorno in cui rimanemmo bloccati all'interno della grotta, non ci eravamo più visti.

    -I turni di guardia saranno tre! Dalle 8 del mattino alle 16 del pomeriggio, dalle 16 alle 24 e dalle 24 alle 8! Due di voi rimarrano in sala controllo a sorvegliare i corridoi tramite le telecamere, mentre il rimanente si muoverà all'interno dei corridoi che danno sui punti sensibili per entrare nell'ala interna della base. Detto questo, il primo turno sarà costituito da Katoru, Itoru e Hakum, mentre il secondo dai rimanenti tre. Il terzo turno sarà costituito dal primo gruppo. Avete due ore di tempo per prepararvi... a più tardi!-
     
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    La guardia che mi scortò fino al dormitorio lasciò la stanza, lasciandoci soli.
    Mi guardai in torno, visionando per bene tutti i volti dei miei futuri compagni temporanei e dei miei amici. Erano tutti più o meno della mia età e, con più o meno lo stesso tipo d'esperienza. Non mi soffermai a parlare con gli altri ragazzi del turno di guardia successivo al mio, non ci saremmo mai visti se non al cambio di ronda. Probabilmente risultai sgarbato, asociale e chi più ne ha più ne metta, tanto che, Itoru e Katoru rimasero stupiti dal mio comportamento.
    Io stesso ero stupito del mio comportamento, ma la mia mente sembrava come se fosse ancora all'interno di quel sogno, impossibilitata a destarsi.
    Rimasi ancora qualche secondo a conversare con i miei vecchi amici, quando ad un tratto, non riuscii più a rimanere seduto. Come se qualcosa mi desse fastidio alle gambe e mi impedisse la posizione.
    Non mi feci molte domande, ma mi alzai, spostandomi verso la finestra del dormitorio dalla quale si poteva vedere gran parte della base.
    Non mi spostai più, rimasi totalmente immerso nei miei pensieri, non riuscendo a capacitarmi di come fosse possibile che un semplice sogno, che non avrebbe dovuto avere alcun tipo di significato, potesse incrinare così tanto la mia mente. Il mio stesso carattere sembrava averne risentito.
    Rimuginai e rimuginai su quello che potesse significare e cosa avesse provocato in me, quando finalmente, qualcosa interruppe quella valanga di pensieri che abissavano la mia mente.

    -Hakum... va tutto... bene?-


    Mi voltai e vidi i volti visibilmente preoccupati di Itoru e Katoru. Non risposi e mi voltai nuovamente verso la finestra, guardando nuovamente il nulla. Non riuscivano a capire cosa mi stesse accadendo e sinceramente, non lo capivo neanche io, quindi, era abbastanza comprensibile.
    Cercai di rispondere il più tranquillamente possibile alla domanda, sviando il discorso e tranquillizarli, ma non riuscii a nascondere un alone di apatia nella risposta. Me ne accorsi anche io, ma ormai era tardi.
    I due cercarono di rispondermi nuovamente, quando ad un tratto, la guardia entrò prepotente all'interno del dormitorio.

    -RAGAZZI! Avete avuto abbastanza tempo per socializzare. Il primo turno di ronda comincia ora!-

    Puntò il dito contro il mio gruppo, che obbligato dalla missione, si dovette spostare dal dormitorio ad un'altro stanzino ove vi erano 8 monitor che trasmettevano le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza. Rimanemmo tutti e tre sull'uscio della stanza, mentre il signore, visibilmente irritato dal nostro essere così calmi, cominciò a parlare.

    -Questa è la stanza di controllo. Il vostro compito è molto semplice e mi riterrò personalmente preso in giro nel caso in cui non riusciste a svolgerlo in maniera consona. Due di voi non prenderanno parte alla ronda, solo uno, non m'importa chi, uscirà e si prenderà l'incarico di supervisionare i punti sensibili, ovvero, porte a chiusura magnetica che permettono l'entrata all'interno della base. Questi luoghi sono all'interno di alcuni tunnel sotto terra e accanto alla porta dovrete apporre una firma in una tabella, per far capire che siete già passati ad ispezionare il determinato punto sensibile. Come vedete dalle immagini trasmesse nei monitor, sono circa trenta questi luoghi. Il compito di coloro che rimarrano qua, sarà quello di aggiornare e di mettere in guardia il singolo all'interno dei tunnel.
    Ciò verrà fatto tramite ricetrasmittenti adatte a tale scopo. Trasmittenti che vi consegneremo a breve e, una volta terminata la missione, dovrete riconsegnare. Tutto chiaro?!-


    Tutti i presenti abbassammo il capo. La missione era semplice e dovevamo svolgerla in un arco di 8 ore totali. Nulla di impossibile.
    Alzai la mano e non appena mi fu dato il permesso di parlare, mi offrii come volontario per il giro dei punti sensibili. La guardia ci consegnò le trasmittenti e fece per uscire dalla stanza, ma non prima di averci dato il segnale per l'inizio della missione.

    -Ragazzi, buona missione. Spero per voi che non accadrà nulla. Andate!-

    Parlato guardia
    Parlato Katoru
    Parlato Itoru
    Parlato Hakum
     
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    Da quel giorno, non saprei neanche dire quanto tempo passò. Sera per sera, giorno per giorno e notte per notte, cominciai a vagare per i tetri corridoi illimunati sporadicamente da delle luci appese lungo il tunnel. Inutile dire che nei giorni successivi al primo, poco a poco, la mia mente sembrò sbloccarsi da quello che era diventata dopo quella lunga notte d'incubo, quasi come se non fosse mai accaduta. Ripresi a parlare normalmente e i miei amici sembrarono sollevati da ciò.
    Ma in realtà, quella era solo una piccola apparenza... in fondo, nel mio animo, ogni volta che mi addentravo in quei tunnel straripanti di un'accecante buio, ripensavo a quel sogno, così reale da farmi accapponare la pelle e lasciarmi senza fiato.

    In fondo, però, mi ero quasi totalmente abituato a quel tipo di ronda, e con discreta sicurezza, mi spostavo al'interno dei tunnel. Sicurezza dettata dalla routine di ogni giorno all'interno della base. D'altronde, i punti sensibili erano sempre quelli e in tutte le svariate ronde da me effettuate, non vi era mai stato alcun problema... tranne che per sei di quei maledetti punti. Punti che andavano dal 24 al 29. Quei sei punti... erano davvero inquietanti. Un'infinità di corridoi ancor più bui e claustrofobici dei precedenti e del successivo, dove ad ogni singola ora del giorno o della notte, vi era il bisogno irrefrenabile dell'utilizzo di una torcia mezza rotta per riuscire a vedere ad un palmo della propria mano. In quegli angusti tunnel, non importava quale fosse il periodo della mia ronda, i miei compagni mi segnalavano qualcosa che al mio arrivo era oramai volatilizzata. In quei momenti, un'insana voglia di scappare mi attanagliava il cuore. Voglia che però, dovetti sempre sopprimere per il bene della missione.
    Ero sicuro che Katoru e Itoru non mi avrebbero mai mentito in momenti come quello, dovu tutta la missione dipendeva dal loro operato in primis, ma, mi autoconvincevo che tutto quello che vedevano fosse dettato dalla pochissima luce a disposizione delle telecamere, che per qualche arcano motivo, non erano predisposte alla visione notturna.
    La pianta del sottosuolo era parecchio semplice, era lineare e senza troppe curve. Il tutto, per rendere più semplice l'ispezione da parte nostra, dove l'ingresso principale era situato giù per una lunga scalinata che portava dritti ad un tunnel per la prima porta a Nord, dove il giro d'ispezione iniziava. A quel punto giravo sempre per la destra dei tunnel ove le prime ed uniche tre porte da quel lato, aspettavano l'ispezione. Dopodichè, tornavo indietro per le rimanenti 26, poste alla sinistra del'unico bivio presente a partire dalla prima porta a Nord.
    Continuando il percorso verso sinistra, la situazione diventava passo dopo passo sempre più suggestiva. Ma posso assicurare che quello che provai e che vidi l'ultimo giorno prima del mio "licenziamento", durante la mia ultima ronda, fu tutt'altro che suggestione.
     
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    Quella sera... quella maledettissima sera, percorrevo il corridoio adiacente al punto d'ispezione numero 27, dove una stranissima e leggerissima folata di vento gelido mi colpì in pieno per tre colte consecutive.
    Rimasi parecchio perplesso e spaventato nel primo frangente degli avvenimenti, poichè, all'interno di un tunnel sotterraneo, a circa quindici metri di profondità, dove avevo già percorso più di un chilometro in tunnel, senza la minima presenza di finestre o fessure era letteralmente impossibile una folata di vento... che fosse gelida o calda. Il cuore batteva all'impazzata, come in una corsa per la vita e, istintivamente, la mia mano si andò ad appoggiare sopra la cassa toracica, all'altezza del cuore... quasi come se volessi fermarlo... quasi come se lo volessi calmare.
    Ma per quanto mi sforzassi, non riuscivo... galoppava come un cavallo e i miei occhi sgranarono. Stavo per avere un mancamento. Una situazione di quel tipo non mi era mai accaduta e per quanto mi sforzassi di metterla a confronto con la volta in cui io, Katoru e Itoru rimanemmo bloccati dentro la grotta, non riuscivo. Questa volta, avevo come la sensazione che qualcosa stesse succedendo, che una presenza mi stesse osservando e che allo stesso tempo stesso giocando con me. Cominciai a tremare, ma non lievemente... sembravo come una foglia secca che si aggrappava con tutte le proprie forze al ramo dell'albero.
    La telecamera riprese tutto e i ragazzi dall'altro lato di essa, preoccupati dal fatto che non mi mossi più, cercarono di contattarmi tramite la trasmittente. Li sentivo nelle mie orecchie... li sentivo ripetere più e più volte il mio nome, ma non riuscivano a destarmi da quegli attimi di paura incontrollata.
    Senza neanche pensare a quel che mi comunicavano i miei compagni, afferrai la trasmittente e con voce parecchio affannata e spaventata, cercai di parlare.

    -N..non... non sono s..solo!-


    Riuscii a dire solo questo, prima che un rumore alle mie spalle mi facesse girare di soprassalto. Puntai velocemente la mia torcia verso il luogo in cui sentii il rumore, ma nulla... il fascio di luce non inquadrò assolutamente nulla. In quel momento, non riuscii più a sopportare quel che stava accadendo... mi misi a correre più velocemente che potevo, volevo tornare al posto di guardia assieme ai ragazzi. Non ero in grado, in quel determinato momento, di condurre per intero la ronda di guardia.
    Corsi, superando nuovamente ogni singolo punto d'interesse della missione che avevo già percorso in precedenza, salii la scale e mi diressi verso il punto di guardia dove i ragazzi controllavano le telecamere. Una volta arrivato, mi chiusi dietro la porta e sperai con tutto me stesso di non doverla riaprire nuovamente.
     
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    Il cuore ancora tremolante dallo spavento, la fronte madida di sudore e gli occhi totalmente sgranati facevano solo da contorno a tutto quello che in quel momento potessi sembrare agli occhi dei miei compagni. Loro non sapevano, ma io... tutta questa scena l'avevo già vista... o forse no? I miei ricordi si confusero con gli avvenimenti appena accaduti e non riuscii più a comprendere quale fosse la realtà e quale l'immaginazione. Inconsapevolmente, se pur fossero già passati dei minuti, la mia schiena continuava a premere contro la porta per bloccarla. Non ero in me, ma di li a poco, sarei stato costretto a ritornarci.
    I ragazzi mi guardarono scioccati... mai ero stato visto in condizioni tanto pietose, ma per di più, mai per un motivo tanto stupido.
    Poco a poco, il mio cuore ricominciò a pompare sangue regolarmente e la mia situazione psicologica migliorò drasticamente. Mi stavo riprendendo, ma venni interrotto dal supervisore, che con slancio aprì la porta e mi sposto di peso. Non era contento ed era visibile lontano un miglio.
    L'unica cosa che mi venne in mente in quel momento è che, probabilmente, dalla sala di controllo generale aveva accesso a tutte le telecamere della base, quindi, poteva tenerci d'occhio senza alcun problema.
    Mi fece una lavata di capo che difficilmente dimenticherò e, senza volere ragioni, mi rimandò indietro per controllare i settori che avevo saltato.
    Innervosito, mi preparai per la seconda ispezione di quel giorno.
    Dopo pochi minuti, mi ritrovai nuovamente al corridoio adiacente al settore 27. Mi fermai e inspirai ed espirai più volte prima di continuare a camminare.
    E fu a quel punto, che accadde di nuovo. La sensazione d'impotenza e che qualcuno mi stesse osservando... la lieve folata gelida... tutto esattamente come prima.
    Il sangue mi si gelò come se la temperatura scendesse a parecchi gradi sotto zero, ma non era una questione di paura. L'adrenalina all'interno del corpo cercava in tutti i modi di far scattare nuovamente il processo di combatti o scappa e... inutile dirlo, propendevo molto di più per la fuga.
    Il colpo di grazia, questa volta, fu un messaggio di Itoru e Katoru.

    -Hakum, qui torre di controllo.-

    Ci misi un po' per rispondere, attento a guardarmi in torno, ma alla fine, risposi alla chiamata.

    -Qui Hakum... vieni avanti...-

    Il fiatone ricominciò ad attanagliarmi i polmoni e la mia mente adesso non aveva alcun dubbio... io l'avevo già visto quel giorno. Ne ero sicuro. Seppur con ricordi palesemente offuscati, ma ero certo di averlo già vissuto!

    -Hakum, al settore 27 risulta evidente una sagoma di forma umana che si nasconde nel buio a circa 20 metri a sud dalla posizione della telecamera!-

    -Si sta muovendo?-

    -No, nessun movimento. La sagoma risulta immobile e sembra guardi in direzione del settore 27... avevi ragione... non sei solo!-

    Mi voltai e poi, soltanto il buio...
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    33*2 Sono Curioso di vedere come finisce :soso:
     
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    Ogni singolo neon appeso su per i muri si spense, come una flebile fiamma che veniva spenta da un soffio.
    Rimasi col cuore in gola ancora per qualche secondo, ma dovetti fare dei lunghi respiri profondi prima di riprendere parzialmente il controllo delle mie emozioni.
    Tremavo, non lo nascondevo, ma se tutto quello che stava accadendo era realtà, dovevo in qualche modo tirarmene fuori... ne valeva della mia vita.
    Se quella figura umanoide era li per raccogliere informazioni, io ero solo un ostacolo, e in questi casi, gli ostacoli vanno abbattuti. Quindi, afferrai nuovamente la mia torcia e la puntai in direzione del luogo in cui ci sarebbe dovuta essere questa figura.
    A quel punto, aprii nuovamente il canale radio.

    -Allertate tutti coloro che hanno il permesso di entrare nei sotterranei e teneteli pronti a qualsiasi evenienza!-

    Chiusi la conversazione ed entrai in silezio radio. Non volevo che, chiunque si fosse introdotto, potesse ascoltare le nostre conversazioni, quindi, cominciai a muovermi verso il punto d'interesse.
    Il cuore pompava tutto il sangue che riusciva a trovare all'interno delle sue cavità e una stanchezza quasi innaturale cominciò a sopraffarmi, ma, per il momento, dovevo riuscire a cavarmela pure in quelle condizioni.
    Mi mossi lento e, passo dopo passo, la velocità diminuiva sempre di più, mentre i piedi scavavano il terreno, fino a quando finalmente arrivai di fronte al punto d'interesse.
    Niente e nessuno si palesò ai miei occhi e, con grande sconcerto, capii che probabilmente non vi era mai stato nessuno.
    Mi guardai attorno più e più volte, ma i miei occhi non captarono nulla. Pensai e ripensai, pensai e ripensai a tutto, ma nella mia mente viaggiava solo il pensiero che quello fosse un tunnel e che mai nessuno avrebbe potuto dileguarsi. Le direzioni erano solo due ed erano costantemente monitorate dalle telecamere.
    Non capivo, c'era qualcosa che non quadrava.
    Fu a quel punto che sentii una fitta al petto, molto vicino alla spalla destra, seguita da un'insolito calore che muoveva lentamente da essa.
    E li mi accorsi della condensa che fuoriusciva da una semplice mantella nera. Mi resi conto di quanto fossi stato stupido.
    Un semplice mantello mimetico... mi ero fatto fregare da un semplice mantello mimetico.
    La figura totalmente rivestita dalla manta, mosse il capo verso la mia direzione, dalla quale fuoriuscirono due occhi vermigli che sembravano fluttuare nel nulla.
     
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    A quel punto, capii che il calore alla spalla non era dovuto a nulla se non che ad una lama che penetrava nelle mie carni per almeno un quattro centimetri.
    Gli occhi vermigli mi scrutavano e preso dal panico non riuscivo a far altro che a spostare i miei occhi tra la lama e le iridi incandescenti. Iridi quasi ipnotiche oserei dire.
    Non seppi cosa fare, almeno fino a quando un'altra fitta nella zona inferiore della schiena non mi fece piegare in avanti, facendo conficcare ancor più in profondità la lama nella mia spalla.
    Gridai, gridai con tutte le mie forze e afferrai la mano dell'uomo che manteneva la lama nella mia spalla.
    In quel momento, non mi ero ancora reso conto che il conteggio delle persone doveva essere per forza più di uno, quindi, impegnai la mia attenzione solo sul primo che conficcò le mie carni.
    Spinsi con ogni singola fibrilla dei miei fasci muscolari, cercando di far fuoriuscire la lama dalla spalla, ma un'ennesima fitta ad entrambe le gambe mi fece crollare in ginocchio, spalancai gli occhi e la voce sembrò non uscirmi più. Non potevo arrendermi, non avevo compiuto tutta quella strada per morire in quel momento.
    Mi aggrappavo a questa convinzione... alla convinzione che non era ancora arrivato il mio momento per perire, ma tutto andava contro ogni mia aspettativa di salvezza.
    Le lacrime cominciarono ad uscire, non singhiozzai, non mi appanicai... stranamente, tutto era divenuto calmo. Seppur la mia mente non si fosse arresa, il mio corpo sembrava aver abbandonato ogni qualsivoglia istinto di sopravvivenza. Strinsi i denti, portai la testa indietro, puntando gli occhi sul soffito e stavolta, la fitta che il mio corpo sentì, proveniva dalla mia carotide, dalla quale un fiume di sangue cominciò a sgorgare, come se non ci fosse fine.

    -Quindi... la mia vita finisce così eh...?!-

    Adesso anche la mia mente si arrese alla dura realtà. Non c'era più modo di salvarmi.
    Come preso dalle convulsioni, il mio corpo cercò di riprendere aria, quasi come se fosse quella a mancarmi.
    Quei secondi, lunghi come anni, non mi diedero altro che sofferenza... una delle più inimmaginabili... la sofferenza di sapere di non poter fare nulla.
    Come un macigno in testa, la stanchezza cominciò a farmi chiudere gli occhi, cominciò a far rilassare i muscoli e mi rese ancor più inerme di prima, fino a quando, con l'ultimo rantolo, finalmente, mi accasciai a terra, immerso nel mio stesso sangue.
    Era così caldo e rassicurante.
    Fino all'ultimo, cercai di riaprire gli occhi, volevo vedere chi fosse l'uomo incappucciato, ma non appena li riaprii, mi ritrovai nuovamente nella situazione iniziale.
    Sgranai gli occhi e non riuscii a capire. La lama nella mia spalla era ancora ben salda, eppure nessun'altra ferita appariva sul mio corpo, almeno fino a quando la seconda lama non andava nuovamente a conficcarsi nel mio lombare sinistro.
    Gridai nuovamente, esattamente come la prima volta... esattamente come la prima volta, le azioni dei nemici si susseguirono nuovamente. Ancora e ancora, ancora e ancora.
    Un'ultimo grido e più nulla... solo il buio.
     
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    Cosa successe non saprei ancora descriverlo, la mia sicurezza fu solo quella di non avere più nessuna lama conficcata nella spalla, nessuna figura dagli occhi vermigli a fissarmi, nulla... solo il buio. Il buio più intenso, ma sempre lo stesso odore del tunnel. Sembrava come se tutto fosse tornato indietro nel tempo... come se fossi tornato a poco dopo lo spegnimento dei neon.
    Respirai profondamente e afferrai la trasmittente.

    -Ragazzi...-

    -Hakum!! E' da cinque minuti buoni che ti chiamiamo! Perchè hai smesso di muoverti?-

    -Ma di che state parlando?!-

    -Sei rimasto immobile a fissare il vuoto per cinque minuti!-

    -No... NON E' POSSIBILE! SONO STATO ACCOLTELLATO PIU' E PIU' VOLTE!-

    -Ma che stai dicendo?-


    Mi parve come se il tempo si fosse fermato e non avessi più il controllo di nulla. Non potevo essermi inventato tutto... non potevo!
    Mi afferrai i capelli, li tirai in avanti, portando le mie mani di fronte al volto. Piansi, piansi disperatamente. Ero confuso, la mia mente non sapeva più cosa fosse vero o meno.
    Spostai la mano tremante dal mio volto e le fissai. Ero sicuro che fossero lì, esattamente in quel punto che fissavo, ma se anche quello fosse stato tutta un'invenzione del mio cervello? Se tutto quello che stava attorno a me era solo una becera illusione del mio cervello?

    -BASTA TREMARE!-

    Lo urlai a me stesso, ma non servì a nulla. Il corpo continuò a muoversi contro la mia volontà. Cominciai a correre fino a quando non riuscii a raggiungere il muro con una testata.
    Avevo cominciato a sentire delle voci... voci che chiamavano il mio nome. Voci che gridavano il mio nome in maniera disperata. Volevo farle smettere.
    Continuai a sbattermi la testa nel muro fino a quando non cominciò ad uscirmi del sangue. Ma non volevo fermarle, erano sempre più vicine.

    -Basta... BASTA!-

    Una mano mi afferrò e tramite una presa con leve, mi bloccò al suolo. Non sapevo chi fosse quell'uomo, ma a quanto pareva, le voci che sentivo non provenivano dalla mia testa.
    Ne rimasi piacevolmente contento e finalmente potei riposare.
    Riaprii gli occhi solo un paio d'ore più tardi, e senza proferire parola con nessuno, consegnai l'attrezzatura e me ne andai verso casa.
    Non saprei ancora dire se quel che vidi quel giorno mi cambiò in bene o in male. So solo che mi cambiò e mi portò a compiere diverse scelte che oggi... oggi non saprei se le ripercorrerei.

    Finita. Alla fine gli ultimi tre post li ho dovuti fare molto alla lontana da come li avevo pensati, ma, haimè, sono passati due mesi e non ricordo più bene come volevo terminarla, quindi, la chiudo qua! Spero vi sia piaciuta.
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Personalmente mi è piaciuta, l'ho trovata davvero scorrevole da leggere, ti prendi altri 33 exp :hat:
     
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10 replies since 8/3/2018, 11:51   136 views
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