Accademia Hana Inuzuka

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    Un altra soleggiata giornata invernale a Konoha, un villaggio che nonostante fosse passato parecchio tempo dalla fuga dell'Hokage era ancora intento a leccarsi le ferite, non che ci si aspettasse diversamente in fondo, l'OSU era continuamente al lavoro sul territorio per rintracciare e rendere inoffensivi i lealisti rimasti, che nonostante tutto sembravano continuare a spuntare fuori come funghi. In quel giorno però i protagonisti non erano quei criminali traditori della patria, ma bensì tutti quei giovanissimi studenti che si trovavano, dopo anni di impegno e studio all'accademia, a dover sostenere il loro primo vero esame, il tanto famigerato esame Genin! Certo non era il più difficile in assoluto, soprattutto se paragonato a quello per diventare Chunin, ma per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che attendevano in aula o fuori dalla classe l'arrivo dei loro esaminatori, quello era senz'altro il giorno in cui avrebbe potuto finalmente cominciare la loro nuova vita da ninja, nel bene o nel male.
    È proprio da uno di questi insegnanti che partiamo, anzi per la precisione da due giovani sensei che si accingevano a loro volta a tenere il loro primo esame da Genin, certo ovviamente dal lato opposto di quei giovani studenti di cui avevo parlato prima, ma di certo il livello di ansia era altissimo per entrambe le categorie:

    "Oddio ma...ma sei sicuro? Non era la 4C?"

    Shiji era sempre stato molto più insicuro e molto diverso del suo amico d'infanzia, Kenzo, decisamente più spavaldo ed impulsivo, ma se c'era una cosa su cui erano sempre stati d'accordo era sulla loro passione per l'insegnamento, che li aveva portati, dopo anni di sacrifici, a diventare due dei più giovani e promettenti insegnanti di Konoha:

    "No! È la quarta volta che te lo dico, ci hanno assegnato alla 4D, la C è piccola come classe, uno di noi avrebbe potuto gestirla da solo che dici?"

    Shiji annuì, prima di sistemarsi meglio con l'indice della mano destra i vistosi occhiali dalla pesante montatura che portava davanti agli occhi:

    "Ok va bene...allora dovrebbe essere questa qua..."

    I due sensei si avviarono a grandi passi verso l'aula stabilità, riuscendo chiaramente ad avvertire il forte brusio che vi proveniva dall'interno, probabilmente si trattava di 30-40 studenti che stavano solo aspettando il loro ingresso; Shiji deglutì vistosamente prima di indugiare con la maniglia della porta:

    "Ma...ma se magari vai prima tu così li tranquillizzi e poi..."

    Kenzo non lo fece finire, senza aprire bocca lo spinse da dietro e lo portò ad aprire di scatto la porta, facendo scendere in un istante il silenzio in quella gigantesca aula, tutti gli occhietti dei presenti erano rivolti ai due sensei che chi con ostentata sicurezza, chi con palese imbarazzo, si andarono a sedere sulle due grandi sedie che erano state poste dietro alla cattedra centrale:

    "Bene, buongiorno a tutti, come avrete intuito saremo noi i vostri esaminatori, dato che siete tanti vi chiameremo due per volta, in modo da rendere tutto il più veloce ed indolore, per quanto possibile..."

    Quell'ultima frase fu detta con un tono quasi scherzoso, ma nessun bambino osò ridere, la tensione era talmente grande che si poteva quasi tagliare con un coltello:

    "Ehm...sì bene, cominciamo subito all'ora..."

    Kenzo prese una cartellina che conteneva la lista di tutti i componenti di quella classe e cominciò a scorrere i nomi uno ad uno, cercandone qualcuno che lo ispirasse più dell'altro, Shiji invece cercava il più possibile di mantenere la calma, si vedeva che anche lui era agitato, sembrava quasi che fosse anche lui uno studente:

    "Perfetto, allora...vengano qui davanti a noi... Kaki Mizuko e Hana Inuzuka"

    Il sensei avrebbe atteso che i due convocati si fossero disposti davanti a lui ed al suo amico, prima di squadrarli per qualche secondo e con un sorriso al limite del beffardo fargli la prima domanda:

    "Bene, cominciamo con una domanda facile...perché volete diventare dei ninja?"

    noirin Bene, ecco a te la tua accademia! Comincia come vuoi, muoviti come preferisci cercando di farmi conoscere il tuo pg, come pensa, come si muove, come ragione, segui le tracce che ti ho dato( ossia sostanzialmente di trovarti dentro a quell'aula quando arrivano i sensei) lascio a te la descrizione di tutto il contorno, maestri compresi. Per qualsiasi dubbio sono a disposizione :)
     
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    La tensione nell’aria era palpabile, e una goccia di sudore freddo le corse lungo la spina dorsale. Poteva sentire l’intensità del suo respiro, il cuore batterle forte nel petto e una sensazione di formicolio le si propagò in tutto il corpo. Finalmente il giorno dell’esame era arrivato, e lei sarebbe diventata Genin. Era sicura di potercela fare, come non era mai stata sicura di nulla in tutta la sua vita. Ma sapeva, lo percepiva nel sangue che le scorreva nelle vene, e nel respiro di Aoko alla base dell’orecchio, che avrebbe superato l'esame. Si alzò dalla piccola sedia su cui era seduta e con passo deciso si avvicinò alla cattedra dalla quale l’esaminatore l’aveva chiamata, nascondendo le braccia dietro la schiena per evitare che lui vedesse le mani che le tremavano. Il silenzio era calato nell’aula e Hana sentiva che gli occhi di tutti erano su di lei.

    “Inizieremo con una domanda: perché vuoi diventare un ninja?”

    La voce dell’esaminatore, più roca di quanto si aspettasse, la colse leggermente di sorpresa. Alzò lo sguardo su di lui, fissandolo negli occhi chiarissimi, mettendoci tutta la sua determinazione, ma improvvisamente gli angoli delle labbra del ragazzo si piegarono all’insù e il suo sopracciglio fece uno scatto. Hana aggrottò lievemente la fronte, schierandosi la voce. Si domandò se per caso la reazione dell’uomo fosse dovuta al suo silenzio, ma quella che le aveva posto non era certamente una domanda a cui si poteva rispondere senza pensare. Poi dai banchi dietro di lei iniziarono a sollevarsi delle risatine, sempre più frequenti, e Hana non riuscì a non sentire i bisbiglii sommessi che si scambiarono i suoi compagni. Fece per voltarsi e dirgliene quattro, quando si accorse che qualcosa non andava: era leggera, più leggera di quando era uscita di casa, ed improvvisamente sentiva freddo… oh, merda. Deglutì, mentre abbassava lo sguardo mordendosi il labbro, e quello che vide confermò tutti i suoi dubbi. L’unico indumento che le era rimasto addosso erano le sue mutande portafortuna, un paio di slip neri con stampati sopra degli orribili maialini per lo più deformi. Le risate, intorno a lei, si fecero più forti, mentre calde lacrime iniziavano a rigarle le guance rosse per l’imbarazzo.

    Hana Inuzuka aprì gli occhi scuri di colpo, puntandoli sul soffitto bianco della sua cameretta. Si portò una mano al petto cercando di placare il respiro e calciò via tutte le coperte che, all’improvviso, le tenevano un caldo pazzesco. Chiuse gli occhi, ordinandosi mentalmente di darsi una calmata. Era stato solo un sogno, un’orribile, imbarazzante e inconfessabile brutto sogno. Accarezzò il retro delle orecchie di Aoko per darle il buongiorno, mentre la cagnolina paffuta si stiracchiava, e con l’altra mano scostò le tende e aprì la finestra. Il fresco invernale e la luce del sole che invasero la stanza la aiutarono a tornare in sé e, con un balzo, Hana scese dal letto subito seguita dalla sua fedele compagna. Aveva preparato la sera prima la sua divisa da allenamento migliore, e la indossò dopo essere andata in bagno a darsi una sciacquata. Prima di uscire dalla stanza si fermò un momento davanti al calendario che teneva appeso vicino al letto, osservando eccitata la scia di ‘X’ rosse che portavano proprio a quel giorno.

    Speriamo non sia stato un sogno premonitore, eh, Aoko!

    Esclamò poi, mentre correva giù dalle scale verso la cucina. Stava sognando così intensamente che non aveva sentito la sveglia, e adesso era –come al solito, in realtà- in ritardo. Salutò la nonna con un sorriso e un bacio e il padre con un abbraccio, accogliendo i loro incoraggiamenti commossa, poi afferrò un pezzo di pane e si precipitò fuori di casa, Aoko sulla spalla con in bocca un pesce esiccato. Era una routine, quella, che le due si erano oramai abituate a fare quasi ogni mattina vista la tendenza ai ritardi patologica della ragazzina. Corsero per un bel pezzo, fino a quando Hana non vide Chiyo aspettarla con le braccia conserte all’angolo della strada, appena fuori dall’entrata in accademia.

    Non posso credere che tu riesca ad essere in ritardo anche in un giorno come questo, Hana.

    La accolse con evidente disappunto l’amica, ma Hana era troppo contenta ed entusiasta per darle veramente retta. Ignorando la sua uscita, la salutò scompigliandole i capelli e la prese per mano, correndo dentro l’accademia. Arrivarono davanti alla porta dell’aula trafelate, i capelli scompigliati, e Aoko saltò giù dalla spalla di Hana e si mise a scodinzolare. Dandosi una sistemata ai capelli, pettinandoli con le dita, Hana si sporse leggermente oltre lo stipite: l’aula era già gremita, ma dei sensei ancora non c’era traccia. Meno male, meno male, meno male. Altrimenti sarebbe incorsa non in uno, ma ben due rischi, perché Chiyo l’avrebbe sicuramente uccisa.

    Non siamo così in ritardo, Chiyo-chan! I sensei non sono ancora arrivati quindi puoi tornare a respirare.

    Disse incoraggiante, facendole la linguaccia e prendendo l’amica per mano, trascinandola all’interno dell’aula. Sapeva che Chiyo era terrorizzata dall’esame, e nella stretta cercò di infonderle anche un po’ della sua sicurezza. Ebbe una strana sensazione di déjà-vu, quando lo sguardo le corse alla cattedra, ma si sforzò di scacciare il ricordo del sogno. C’erano diversi ragazzi in classe, quasi una quarantina, ma Hana e Chiyo riuscirono a trovare lo stesso un posticino. Percepiva nelle voci dei compagni la stessa adrenalina che in quel momento scorreva anche in lei, ma non fece in tempo a dire niente che sentì il rumore della porta che si apriva di scatto e un silenzio tombale, intriso di ansia, calò sulla stanza. Poteva quasi sentire i passi dei sensei mescolarsi al rumore del respiro trattenuto e subito rilasciato dei compagni attorno a lei. Anche Aoko, che si era accoccolata sul banco, sollevò il muso incuriosita da quel cambio di atmosfera e Hana le accarezzò la nuca con gesti lenti e naturali. Era, in quelle occasioni, una delle poche cose che riusciva a calmarla. I sensei presero posto ed iniziarono a parlare, ma Hana si concentrò su di loro. Erano entrambi piuttosto giovani, ma mentre uno dei due, più basso ma all’apparenza più atletico, si era sistemato sulla sedia in maniera piuttosto rilassata (anche se sempre con contegno, certo), l’altro –una pesante montatura sugli occhi leggermente coperti dai capelli- era seduto quasi sul bordo della sedia e ad Hana sembrò leggermente più a disagio dell’altro. Scosse la testa, cercando di concentrarsi. Quando era agitata la sua mente tendeva a vagare al posto di concentrarsi subito sulle cose più importanti e così, quando tornò a prestare attenzione alle parole dei sensei, era già troppo tardi.

    “…. Mizuko e Hana Inuzuka”

    No aspetta, cosa? Come? Quando? Perché? Che diavolo, come aveva fatto a perdersi tutta l’introduzione? Non poteva certo permettersi di iniziare l’esame con una figuraccia, mannaggia. Strabuzzò i grandi occhi scuri e deglutì vistosamente, poi una gomitata in pancia la fece tornare in sé. Si voltò verso Chiyo, che le sorrise incoraggiante, e scattò in piedi. Si fece largo fra gli altri ragazzi, scuotendo leggermente la testa. Mosse lentamente le braccia per scacciare la tensione e regolò il suo respiro a quello di Aoko che le stava sulla testa, con gli occhi chiari chiusi, addormentata. In pochi secondi fu alla cattedra, accanto a lei un ragazzino che aveva sicuramente già visto ma con il quale non aveva mai parlato. Gli rivolse un sorriso, ma lui sembrò quasi non calcolarla. Guardava fisso il terreno, le mani strette a pugno vicino al corpo. Hana prese un profondo respiro, cercando di concentrarsi per mantenere la calma. Era il giorno che aspettava da tutta la vita, e niente le avrebbe impedito di guadagnarsi il copri fronte.

    "Bene, cominciamo con una domanda facile...perché volete diventare dei ninja?"

    Hana alzò di scatto lo sguardo, puntandolo sul sensei per un nanosecondo, per poi guardare verso il basso. Vide il nero rassicurante dei suoi pantaloni da allenamento, niente maialini. Fece, internamente, un sospiro di sollievo e se non fosse stata in quella situazione sarebbe sicuramente scoppiata a ridere per liberare un po’ la tensione, ma si obbligò a non farlo. Attese qualche secondo, per vedere se magari Mizuko avesse risposto per primo, ma osservandolo con la coda dell’occhio vide che aveva ancora lo sguardo puntato sui suoi piedi, così decise di parlare per prima per levarlo, almeno un po’, dall’imbarazzo. Si schiarì la voce, poi cominciò lentamente.

    “Credo di essere nata per diventare ninja, sensei”

    Avrebbe detto, inaspettatamente anche per lei con voce sicura, fissando i maestri negli occhi a turno, con uno sguardo determinato. Era frase presuntuosa, forse, ma la ragazzina ne era veramente convinta.

    “Fin da quando sono stata portata in questo villaggio, fin da quando ho iniziato a capire qualcosa su come funzionava il mondo… non ho mai immaginato nulla di diverso per me. Io voglio essere un eroe come il mio papà. Voglio aiutare il mio clan e il mio villaggio, guadagnare la loro fiducia e non tradirla mai, e perché è questo che fanno gli eroi e io diventerò un eroe!”

    La conclusione del suo discorso sarebbe stata leggermente accentuata da un tono di voce più alto e dalla mano portata al cuore. Era un discorso che Hana aveva fatto tante volte, a sua nonna e a suo padre, e che si era ripetuta più e più volte davanti allo specchio nei momenti in cui si sentiva sconfitta e sola. Si sarebbe poi morsa leggermente l’interno della guancia, facendo un passo indietro e sperando che i sensei fossero riusciti a cogliere la sincerità e la forza di volontà che c’erano nelle sue parole.


    Edited by noirin - 16/2/2018, 01:58
     
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    L'esame era a tutti gli effetti cominciato, nonostante l'ansia, la pressione e l'incertezza due ragazzi erano stati chiamati a dimostrare la loro preparazione tecnica, tattica, ma soprattutto mentale, solo i più decisi, motivati e preparati infatti si sarebbero potuti portare a casa il tanto agognato coprifronte e tutto partiva da quella apparentemente innocua domanda, entrambi i sensei sapevano quanto, nonostante le apparenze, quella fosse una delle richieste più importante. Il ragazzo, dopo averci pensato per diversi secondi diventando via via più terrorizzata, tirò fuori tutto d'un fiato una risposta molto inconsistente, non essendo in fondo una domanda su cui si era preparato aveva dovuto inventarsi qualcosa sul momento sperando che bastasse, inutile dire quanto si sbagliasse...
    Ma la ragazza invece?

    “Credo di essere nata per diventare ninja, sensei, fin da quando sono stata portata in questo villaggio, fin da quando ho iniziato a capire qualcosa su come funzionava il mondo… non ho mai immaginato nulla di diverso per me. Io voglio essere un eroe come il mio papà. Voglio aiutare il mio clan e il mio villaggio, guadagnare la loro fiducia e non tradirla mai, e perché è questo che fanno gli eroi e io diventerò un eroe!”

    Le sue parole uscirono decise, convincenti, ma soprattutto vere, si vedeva come quello che stava dicendo fosse esattamente quello che sentiva nel suo cuore, credeva a quello che diceva a tal punto da farlo credere anche a chi la stava ascoltando; i due sensei, sentite entrambe le risposte, si scambiarono velocemente uno sguardo d'intesa, rendendosi subito conto di quanto fossero concordi sulla decisione da prendere, dopo qualche secondo infatti fu Shiji a prendere parola, sempre molto titubante e quasi insicuro ad un primo sguardo superficiale:

    "Bene, le vostre risposte sono state...interessanti diciamo. Kaki ti ho visto poco determinato parlando del tuo futuro, sembra quasi che tu non sia sicuro di voler intraprendere questo cammino, spero che con le prossime domande tu ci dimostri che ci sbagliamo..."

    Il tono delle sue parole era tranquillo, ma il messaggio che veicolavano non mise di buon umore il diretto interessato, che dopo averle ricevute abbassò lo sguardo in evidente imbarazzo, di certo quello non era il modo in cui aveva sperato di cominciare l'esame:

    "Tu invece sei...Hana giusto? Mi hai decisamente convinto, si vedeva quanto davvero credessi e fossi convinta del messaggio che quelle parole veicolavano, brava!"

    Un sorriso finale fece capire senza dubbio all'Inuzuka che aveva fatto centro, anche se di certo era troppo presto per rilassarsi, l'esame era appena cominciato:

    "Bene, ad ogni modo continuiamo: Hana, parlami brevemente delle tecniche considerate accademiche, poi scegline una e mettila in pratica. Kako, tu invece parlami delle arti che utilizziamo noi ninja e poi fammi un esempio per ciascuna di esse"

    A prendere la parola questa volta era stato l'altro sensei, ansioso probabilmente come tutti i presenti di continuare e non si era di certo risparmiato, tirando fuori dal cilindro delle domande abbastanza complesse, come se la sarebbero cavata i ragazzi?

    Davvero un ottimo lavoro, ben scritto, corretto, scorrevole, buona divisione dei colori del testo, good job :D Ora andiamo sul pratico, rispondi alla richiesta del sensei, poi esegui una tecnica a tua scelta di quelle accademiche, ricordandoti di usare il condizionale o altri stratagemmi per farmi capire la volontà di eseguire la tecnica, sarò poi io a decidere, in base a ciò che scriverai, se la suddetta riuscirà o meno. Fammi inoltre, sotto nello spoiler, lo specchietto con le azioni, scalando ciò che devi in base alla tecnica che utilizzerai, per qualsiasi cosa sono sempre a disposizione :)
     
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    Hana si ricordava il suo primo giorno in accademia come se fosse successo la mattina precedente all’esame. Erano passati diversi anni da quella soleggiata mattina in cui, fiera, aveva varcato finalmente le soglie dell’accademia ninja, il cuore che sembrava esploderle fuori dal petto e una montagna di aspettative delle quali la maggior parte era riuscita a far avverare. Aveva stretto amicizia, imparato tecniche e raffinato il suo rapporto con Aoko. Aveva imparato l’importanza della strada che aveva intrapreso e, soprattutto, si era resa conto con il passare del tempo che non era stata lei a scegliere quella strada, ma che essere ninja era un qualcosa che le scorreva nelle vene. Per questo, nel dare la sua prima risposta all’esame, Hana era stata così sicura. Capitavano volte, come quella, in cui lei stessa si sentiva molto più grande dei suoi soli tredici anni. Volte in cui si spaventava dell’entità dei suoi stessi pensieri, ma non era mai stata una ragazzina qualunque. Era cresciuta con la consapevolezza che sua madre era morta per salvarla, e il dolore che leggeva negli occhi del padre –pochi secondi, che però lei non poteva fare a meno di notare- ogni volta che posava il suo sguardo su di lei, la faceva sentire come se, in qualche modo, lei dovesse ripagare quel debito. Non che non volesse farlo, anzi, non c’era niente che desiderava di più al mondo! Imparare le tecniche e l’arte dei combattimenti era come iniziare a salire una lunga scalinata che l’avrebbe portata a conoscere sua madre un pochino di più. Intrecciò le dita a una delle due lunghe trecce che le scendevano sulla schiena, e osservò i capelli bianchissimi lasciatole in eredità proprio dalla madre. Molte volte era stata oggetto di prese in giro per il colore così singolare di capelli in un clan che era tutto fuorché elegante e mite, ma lei ne era sempre andata fiera in maniera quasi impressionante. Cercava in ogni modo di mettere in risalto quelle parti di lei, pelle albina compresa, che più l’avvicinavano alla donna che l’aveva messa al mondo.
    Quando anche il suo compagno finì di parlare, Hana tornò a rivolgere la sua attenzione ai sensei seduti davanti a lei e lanciò una veloce occhiata al suo compagno. Anche lui, adesso, aveva lo sguardo rivolto verso i maestri ma Hana si accorse che, dietro la schiena, si stritolava le mani in maniera quasi convulsa. Avrebbe voluto fare qualcosa per calmarlo, ma non le veniva in mente niente. Si morsicò l’interno della guancia, e quando il sensei con gli occhiali prese parola, Hana allungò la mano verso quelle del compagno e la posò sulle sue. Magari lui l’avrebbe scacciata in malo modo, magari invece lei sarebbe riuscita nel suo intento. Trattenne il respiro, ansiosa di sapere quello che avrebbero detto.

    "Bene, le vostre risposte sono state...interessanti diciamo. Kaki ti ho visto poco determinato parlando del tuo futuro, sembra quasi che tu non sia sicuro di voler intraprendere questo cammino, spero che con le prossime domande tu ci dimostri che ci sbagliamo...Tu invece sei...Hana giusto? Mi hai decisamente convinto, si vedeva quanto davvero credessi e fossi convinta del messaggio che quelle parole veicolavano, brava!"

    Hana lasciò uscire il respiro trattenuto con sollievo e anche Aoko, sulla sua testa, sbuffò leggermente e poi le leccò l’orecchio in segno di approvazione. Era contenta di essere riuscita a convincere i maestri della veridicità delle sue parole, contenta che loro avessero capito. Temeva di essere stata esagerata, ma non era riuscita a trattenersi. Forse, infondo, quando sua nonna le diceva che era fin troppo teatrale, alle volte, non si sbagliava. Ma oramai era andata, la prima domanda superata e l’esame continuava. E chissenefrega della teatralità.

    “Grazie, sensei”

    Sussurrò la ragazzina, non riuscendo a trattenere anche lei un sorriso, poi si voltò verso il compagno. Mentre il sensei parlava Kaki era tornato a rivolgere lo sguardo verso le sue scarpe, e Hana respinse l’impulso di abbracciarlo in un angolo della sua mente. Non era né il momento né il luogo per farlo, ma si ripromise di parlare con lui dopo l’esame che, comunque, anche Kaki poteva continuare. Pochi secondi dopo che aveva parlato il primo maestro, l’altro prese parola.

    "Bene, ad ogni modo continuiamo: Hana, parlami brevemente delle tecniche considerate accademiche, poi scegline una e mettila in pratica. Kako, tu invece parlami delle arti che utilizziamo noi ninja e poi fammi un esempio per ciascuna di esse"

    Deglutì quel poco di saliva che le era rimasta in bocca e, mentre raccoglieva le idee per articolare una risposta decente, prese Aoko dalla sua testa e la spostò sul pavimento, accanto a sé. La cagnolina scodinzolò e le restituì uno sguardo di ghiaccio pieno di orgoglio e in un attimo Hana si sentì pronta per iniziare il vero esame. Fece un respiro e iniziò a rispondere.

    “Le tecniche considerate accademiche sono tre: il Kawarimi no Jutsu, l’Henge no Jutsu e il Bunshin no Jutsu. Sono le tre tecniche base che vengono insegnate in accademia ai giovani che sognano di diventare veri shinobi e che tutti devono imparare a padroneggiare bene per essere ammessi all’esame che stiamo svolgendo oggi. La tecnica della sostituzione è un Jutsu difensivo che permette ad uno shinobi attaccato dall’avversario di scambiarsi di posizione con un qualsiasi oggetto –ovviamente di dimensione adeguata, che si trovi attorno a lui tramite dei sottilissimi fili di chakra che si attaccano all’oggetto stesso, facendo così cadere, possiamo dire, a vuoto l’attacco. I sigilli necessari per questo Jutsu sono Pecora, Cinghiale, Bue, Cane e Serpente”

    Durante il suo discorso, Hana avrebbe dapprima alzato tre dita ad indicare le diverse tecniche, abbassandone poi una mentre parlava del Kawarimi, e con convinzione avrebbe poi mostrato ai sensei le diverse posizioni delle dita per eseguire i sigilli. Si schiarì la voce e continuò:

    “Anche per eseguire la tecnica della Trasformazione del Corpo è necessario il sigillo Pecora, unito questa volta però al sigillo cane e a quello cinghiale. L’Henge no Jutsu è una tecnica che permette, a chi la utilizza, di mutare tramite la concentrazione di chakra, il proprio aspetto in quello di un’altra persona, animale o oggetto di giuste dimensioni. È una tecnica che si può rivelare utile in situazioni di emergenza e, perché no, anche di spionaggio, ma serve davvero tanta concentrazione per mantenere il chakra. L’ultima delle tre tecniche è il Bunshin no Jutsu, o anche tecnica della Moltiplicazione del corpo. È, come la prima, una tecnica per lo più difensiva che permette di creare delle copie identiche di sé stessi che possono muoversi e anche copiare le mosse dell’originale. Per eseguire questa tecnica servono i sigilli Pecora, Serpente e Tigre oltre che abilità nel controllare il proprio chakra!”

    Concluse il discorso quasi con il fiatone. Aveva infatti snocciolato tutto quello che si ricordava delle tecniche lasciando fluire i pensieri e solo in quel momento si rese conto che forse non era stata una buona idea. Chiuse le labbra ancora aperte e guardò un secondo verso il basso, dove Aoko si era accucciata vicino ai suoni pieni e la stava fissando con convinzione. Sapeva che si stava preoccupando tanto per ciò che aveva detto per evitare di concentrarsi su ciò che la preoccupava davvero: adesso che aveva finito di parlare era arrivato il momento di mettere in pratica ciò che aveva imparato è un brivido di paura le fece formicolare la punta delle dita. Fece un passo indietro, aprì le gambe e chiuse gli occhi cercando di isolarsi. Non era tanto la presenza dei maestri a metterla in ansia, ma quella dei compagni dietro di lei. Fece un paio di respiri profondi e poi riaprì gli occhi puntandoli sul maestro con gli occhiali. Era pronta, carica, concentrata e determinata.
    Sempre con le gambe leggermente divaricate, avrebbe giunto le mani all’altezza del cuore, cercando di incanalare e far concentrare il chakra, di percepirlo scorrere dentro di lei. Avrebbe poi riprodotto nella sua testa l’immagine del sensei Shiji: la pesante montatura sugli occhi chiari, coperti dai capelli castano dorato leggermente troppo lunghi, che si arricciavano sulle punte, il volto sottile ma gentile, le labbra strette e il naso affilato, per poi scendere e immaginarselo in tutta la sua altezza, la giacca da Chunin verde che gli cadeva forse un po’ larga sulle spalle spioventi… e quando si sarebbe sentita abbastanza sicura, avrebbe eseguito i sigilli con precisione e velocità come tante volte aveva provato con cui padre per poi esclamare a gran voce:

    Henge no Jutsu!

    Il suo obiettivo era quello di prendere momentaneamente le sembianze del sensei da cui non aveva mai distolto lo sguardo. Se il Jutsu fosse riuscito, Hana si sarebbe alzata di parecchi centimetri e per qualche minuto sarebbe sembrata Shiji Sensei in tutto e per tutto. Era una delle tecniche che più aveva amato imparare, perché per lei era stata una delle più toste da rendere sue e in quella prova la ragazzina mise tutta la sua forza di volontà.


    Scheda: xxx
    Resistenza: 15
    Stamina: 5 - 5 = 0
     
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    Sentirsi fare i complimenti dal proprio sensei era sempre confortante, era in qualche modo il riconoscimento dell'impegno e di diverse ore passate sui libri a studiare, ma quando si ricevevano dei complimenti sul modo in cui si vedeva il proprio futuro, il proprio percorso, era la conferma di avere una giusta mentalità riconosciuta da qualcuno con più esperienza nella vista stessa, insomma senza dubbio il massimo. Il sensei era stato infatti davvero contento di sentire la risposta da quella ragazza, l'aveva trovata decisa, convincente e soprattutto convinta davvero di quello che stava dicendo, qualcosa che raramente vedeva negli occhi di quei giovani pargoli all'inizio del loro lungo cammino da ninja, per l'altro ragazzo invece, beh aveva ancora un'altra domanda per rifarsi. Le richieste arrivarono precise e ben definite, era chiaro ad entrambi gli interrogati come quella fosse la domanda decisiva, un errore in quel frangente avrebbe probabilmente decretato la fine del loro esame, qualcosa che sicuramente nessuno dei due voleva veder realizzare; fu Hana stavolta la prima a parlare, rubando subito la scena e iniziando decisa dopo una breve ma forte isipirazione:

    “Le tecniche considerate accademiche sono tre: il Kawarimi no Jutsu, l’Henge no Jutsu e il Bunshin no Jutsu. Sono le tre tecniche base che vengono insegnate in accademia ai giovani che sognano di diventare veri shinobi e che tutti devono imparare a padroneggiare bene per essere ammessi all’esame che stiamo svolgendo oggi. La tecnica della sostituzione è un Jutsu difensivo che permette ad uno shinobi attaccato dall’avversario di scambiarsi di posizione con un qualsiasi oggetto –ovviamente di dimensione adeguata, che si trovi attorno a lui tramite dei sottilissimi fili di chakra che si attaccano all’oggetto stesso, facendo così cadere, possiamo dire, a vuoto l’attacco. I sigilli necessari per questo Jutsu sono Pecora, Cinghiale, Bue, Cane e Serpente”

    Un elenco preciso e al punto, Shiji non avrebbe potuto chiedere di meglio, senza dubbio quelle due tecniche le conosceva bene, in cuor suo cominciò quasi a sperare di non averle chiesto l'unica che forse poteva non sapere, senza rendersene conto si era ritrovata a provare empatia per quella ragazza, forse condizionato dalla forte convinzione che le aveva letto negli occhi pochi istanti prima; la giovane comunque non si dimostrò in difficoltà nemmeno con la Trasformazione:

    “Anche per eseguire la tecnica della Trasformazione del Corpo è necessario il sigillo Pecora, unito questa volta però al sigillo cane e a quello cinghiale. L’Henge no Jutsu è una tecnica che permette, a chi la utilizza, di mutare tramite la concentrazione di chakra, il proprio aspetto in quello di un’altra persona, animale o oggetto di giuste dimensioni. È una tecnica che si può rivelare utile in situazioni di emergenza e, perché no, anche di spionaggio, ma serve davvero tanta concentrazione per mantenere il chakra. L’ultima delle tre tecniche è il Bunshin no Jutsu, o anche tecnica della Moltiplicazione del corpo. È, come la prima, una tecnica per lo più difensiva che permette di creare delle copie identiche di sé stessi che possono muoversi e anche copiare le mosse dell’originale. Per eseguire questa tecnica servono i sigilli Pecora, Serpente e Tigre oltre che abilità nel controllare il proprio chakra!”

    Un'altra descrizione precisa, sulla teoria nulla da dire fino a quel momento, ma fu quando la ragazza cominciò a concentrarsi chiudendo gli occhi che Shiji puntò con più decisione lo sguardo su di lei, voleva vedere ogni passaggio della tecnica per valutare l'esecuzione al meglio e non ne rimase deluso, Hana fece i sigilli senza incertezza, modellò il chakra senza difficoltà e quando fu il momento non ebbe esitazioni:

    "Henge no Jutsu!"

    Una nuvoletta comparve dal nulla comprendo la giovane studentessa, prima di scemare in pochi attimi rivelando non più il volto dai lineamenti delicati, ma bensì mostrando al sensei qualcosa che lui conosceva molto bene, il suo stesso viso! L'esaminanda aveva riprodotto alla perfezione il suo maestro, tanto che persino lui si mise a ridere:

    "Perfetto davvero, sembra quasi che abbia usato la moltiplicazione, davvero ben fatto!"

    Shiji annuì vigorosamente, sorridendo in maniera tranquilla; l'altro ragazzo, forse mosso dai complimenti fatti alla sua compagna, riuscì a rispondere in maniera corretta alla sua domanda, convincendo i sensei che nuovamente si guardarono negli occhi con sguardo complice:

    "Bene, direi che possiamo dire senza alcun dubbio..."

    Una piccola pausa che fece tramare di paura i due ragazzi in attesa di giudizio:

    "...che siete entrambi promossi, complimenti!"

    Kenzo mise una mano nella testa e vi tirò fuori due coprifronti nuovi nuovi che poggiò sulla cattedra davanti ai due Neogenin, sia lui che il suo collega erano evidentemente soddisfatti del loro operato, certo forse più per la ragazza che per il ragazzo, ma in fondo perché rovinare un bel momento con la verità?

    "Prendeteli e fate del vostro meglio, il villaggio ora dipende anche da voi"

    Un ultimo sorriso da entrambi, un occhiolino d'incoraggiamento e via, i due sensei chiamarono altri due aspiranti ninja, quanti ancora sarebbero usciti come Genin? Loro, come i ragazzi stessi, speravano di poterli tutti vedere con il coprifronte in testa e un grande sogno nel cuore.

    Complimenti sei Genin! MI sono molto piaciuti i tuoi post complimenti :) Prima di aggiungerti ciò che ti compete però fammi il post finale così ti assegno l'exp :D Se qualcuno intanto la desse a me gliene sarei grato :rosa:
     
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  6. noirin
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    Legenda:
    Parlato
    Narrato
    Parlato altrui
    Pensato

    Le dava sempre una sensazione strana l’Henge no Jutsu. Prendere le sembianze, la voce e i colori di un’altra persona, per quanto potesse sembrare divertente, per Hana all’inizio era stato strano. Il primo pensiero che aveva fatto, quando ne avevano parlato in accademia, era che forse sarebbe riuscita a prendere le sembianze di sua madre, con quella tecnica. Ma poi tornando a casa si era resa conto che, anche ci fosse riuscita, non l’avrebbe portata a nulla se non ad altro dolore, soprattutto a suo padre. Ci aveva messo mesi a padroneggiarla, a capire veramente il concetto e gli usi alla base di quella tecnica e proprio per la determinazione che ci aveva dovuto mettere per impararla, quella era diventata la sua tecnica preferita. Per questo quando i sensei le avevano chiesto di scegliere una tecnica fra quelle imparate da eseguire, lei aveva avuto pochi dubbi. Un po’ perché il rischio di non riuscire le fece arrivare una scarica di adrenalina al cuore, un po’ perché riuscire invece avrebbe dimostrato che era veramente pronta per essere promossa. Uno degli insegnamenti più importanti di suo padre era stato proprio che nel fare qualcosa in cui sei sempre stato particolarmente bravo, nell’andare sul sicuro senza mettersi alla prova, non ci poteva essere soddisfazione. Riuscire in qualcosa dopo che si è lottato, quello portava una sensazione impagabile che spingeva le persone ad andare avanti. Quando il fumo si dissolse, lasciandole intravedere i maestri, Hana non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo nel notare i loro sguardi. Le stavano sorridendo, e si mostrarono entusiasti della sua trasformazione. Schiudendo le labbra non sue, anche Hana si concesse un sorriso e con aria di sfida si sistemò la montatura sugli occhi, prima di riprendere le sue sembianze.
    Fu poi il turno del suo compagno di sostenere la seconda parte dell’esame, e Hana si permise di rilassarsi un attimo chinandosi a prendere Aoko, che subito le leccò il naso sottile contenta della riuscita del suo Jutsu. Muoveva la coda felice e subito le salì dalle spalle alla testa, dove tornò tranquilla grazie ai grattini della padrona. Hana osservò preoccupata l’esame del suo compagno, temendo che l’ansia avrebbe preso il sopravvento, ma lui fu molto bravo e quando ebbe finito gli rivolse un mega sorriso. Adesso... Adesso era arrivato il momento della verità. Inconsciamente i due ragazzini si avvicinarono l’uno all’altro, quasi a darsi sostegno silenzioso a vicenda, mentre i sensei iniziarono a parlare.

    "Bene, direi che possiamo dire senza alcun dubbio...che siete entrambi promossi, complimenti!"

    Dissero i maestri, alternandosi, e Kenzo sensei tirò fuori da una tasca due copri fronte che subito allungò verso i ragazzi. Hana batté un paio di volte le palpebre, rigirandosi nella mente le parole dei sensei. Non riusciva a rendersi conto di avercela davvero fatta. Era il primo passo verso il suo futuro. Doveva solo allungare una mano e prendere il copri fronte della foglia. Eppure, era come bloccata. Con un balzo Aoko scese dalla sua testa e prendendole i pantaloni fra i denti la trascinò in avanti, facendola risvegliare dal suo stato di shock positivo. Con mano tremante, per la prima volta da quando l’esame era cominciato, Hana prese fra le dita il corpi fronte e lo strinse forte, prima di unire le mani e fare un inchino verso i maestri.

    “Grazie Sensei, non vi deluderò”

    Disse, la voce ancora una volta inaspettatamente sicura. Rivolse loro un sorriso e poi si allontanò dalla cattedra, tornando a sedersi vicino a Chiyo, che ancora doveva sostenere l’esame. Con la coda dell’occhio vide il suo compagno d’avventura correre euforico fuori dall’aula e si lasciò andare ad una risata liberatoria, stringendo la sua amica in un abbraccio.



    Scheda: xxx
    Resistenza: 15
    Stamina: 5 - 5 = 0

    E' piaciuto moltissimo anche a me ruolare l'accademia di Hana, grazie mille **
     
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    daje sono contento ti sia piaciuta :) prendi 33 exp :D Approposito quando per stamina e resistenza leggi 15 in realtà vuol dire che hai 150 punti stamina da usare :)


    Edited by Stompo - 18/2/2018, 16:05
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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