Blowing in the wind

Sblocco 1° Elemento

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    "Viene il vento. Qualcuno tra gli alberi del mondo lo ha invitato e non sapremo mai chi"

    Ishivar, Casa di Azibo, 31 Tsumin


    Il sole sta tramontando, le ultime luci penetrano tra le rovine di un mondo dimenticato e forse mai esistito, dando allo scenario un’illuminazione magica e apparentemente fittizia. La scena è spoglia e piuttosto semplice, un uomo si toglie il cappello come per rispettare quel magnifico spettacolo di luci, o forse per osservarlo meglio. Un solo albero alla sua sinistra, le foglie mosse dal vento che a tratti soffia sull’altopiano, oggi molto più di rado del solito. È una giornata strana, l’inverno è nel suo periodo più intenso eppure da giorni non nevica o piove, e oggi addirittura non è nemmeno freddo. L’uomo contempla l’infinito in silenzio, attende la fine dello spettacolo e solo quando anche l’ultimo raggio scompare nel buio, egli si muove.

    ___________



    Non molto lontano da quello squarcio di mondo vi è una piccola casa, o per meglio dire una baracca che sembra star su per miracolo, costruita da un giovane ragazzo che si interessa un po’ di tutto, anche di architettura quando questo gli è servito per tirar su quella sottospecie di palafitta traballante. Non si tratta che di uno sgangherato costrutto di pietre, legna e fango, che però, al contrario di quanto si possa pensare, ha resistito alle più difficili ed impervie condizioni atmosferiche senza battere un colpo. Più o meno. Al suo interno sta il suo costruttore, un ragazzo che impareremo a conoscere meglio col passare del tempo, Azibo, ora intento a metter le mani su una delle sue tante sventurate creazioni.

    Tostapane! Ma certo! Mai nome è stato più azzeccato, almeno questa volta la gente capirà subito di cosa di tratta, è una macchina per tostare il pane! Ma adesso è il momento dell'ultimo test, con quest'ultima modifica dovrebbe essere finalmente a posto. Ecco, taglio una fettina, la metto nella griglia, accendo il fuoco, abbasso la molla e aziono il timer. Ci siamo!

    L’aggeggio infernale poggiato su uno dei tavoli di lavoro in legno che occupano gran parte dell’interno dell’edificio emette uno strano rumore quando la molla viene caricata, poi però si stabilizza, il pane al suo interno inizia a prendere colore, è possibile osservarlo per la mancanza di telaio della macchina. Ecco che dopo qualche secondo la doratura è perfetta, ed infatti scatta il rumore del timer che aziona la molla di ritorno.

    Sgrack!



    La molla si inceppa e la fettina di pane va a sbattere contro le pareti di uscita, rimanendo incastrata. Ci vuole un secondo ed eccola appiccarsi a fuoco, gli angoli iniziano a carbonizzarsi e per primi diventano cenere, sbloccando il meccanismo e sparando in aria una fetta di pane infuocato, molto simile a una mini palla di fuoco. La fiammella disegna una parabola in aria ed atterra sul bordo del tavolo, sui fogli del progetto, incendiandoli all’istante.

    NOOOOO! Mannaggia mannaggia! FIUUUUU FIUUUUUU. No così è peggio. AHI AHI

    Al povero Azibo non resta che catapultarsi sui fogli, ma tentare di spegnere il fuoco soffiandovi sopra non fa che alimentare la fiamma, così deve afferrare i fogli con le mani e sventolarli, per poi gettarli a terra e spegnerli coi piedi. Brandelli di carta bruciata svolazzano nell’aria, e quel poco di inchiostro rimasto ancora visibile finisce sotto i piedi del nostro sfortunato inventore, che perde così tutto quel che di “buono” era riuscito a mettere insieme. Sconsolato guarda il frutto del suo lavoro, la macchina è ora tutta sgangherata, poi si volta verso il cumulo di fette di pane bruciato accumulate in giornata, il resoconto del suo fallimento.

    Eh vabbè…

    Non resta che raccogliere il tutto, ficcarlo in un sacco e portarlo fuori nel bidone insieme al resto dei suoi fallimenti passati, sperando che la puzza di bruciato non resti a lungo all’interno della capanna. Ed è proprio quando sta gettando il sacco nell’immondizia che una voce lo sorprende alle spalle.

    Giornataccia, eh ragazzo?

    Azibo si volta di scatto, la voce sembra abbastanza vicina e per un attimo lo spaventa. Una figura sta nella penombra che si è creata dopo il tramonto, avvolta nel suo mantello e con il volto coperto da un largo cappello a cono. Non sembra pericolosa, anche a giudicare dal tono della sua voce. Inoltre Zibo sa bene che in quelle zone di solito non c’è nulla da temere, anche perché egli, dal canto suo, non ha mai fatto del male o creato problemi a nessuno.

    Eh già

    Non preoccuparti, non è ancora finita.

    Che vuoi dire?

    L'uomo apre il suo mantello, facendoselo scivolare alle spalle e mostrando quindi le proprie fattezze.

    Piacere, io sono Raiden, e da questo momento in avanti mi occuperò del tuo sviluppo come guerriero.

    I suoi abiti dimostrano il suo valore, la sua tenuta da guerriero è così di pregevole fattura che quasi risplende anche nel buio, anche se ciò che davvero sorprende è il colore dei suoi occhi, di un celeste così acceso da sembrar due fari nella notte. Azibo rimane per un attimo perplesso, ma sa bene che questo è il normale processo per un combattente della speranza, anzi era da tempo che attendeva l’arrivo di questa fantomatica persona. Ciò vuol dire che egli è considerato un giovane di ottime possibilità, e non può che renderlo fiero di se.

    Pi-piacere, io sono Azibo. È un onore per me…

    Conosco il tuo nome ragazzo, ora seguimi, è giunta l’ora della tua prima lezione.

    Azibo non fa domande e segue l’uomo fino a un largo spiazzo poco lontano dalla capanna, con un solo grande albero in mezzo a un terreno spoglio di circa 500 m2. Una volta giunto sul posto, estrae due foglietti dalla sua tasca, porgendone uno nelle mani del ragazzo e tenendo l’altro per se.

    Oggi svilupperemo il tuo chakra elementare. Immagino tu sappia di che si tratta, ora sta a vedere.

    Il foglio nelle mani dell’uomo si accartoccia su se stesso come per magia, rivelando il chakra di tipo Raiton in possesso del sensei, che guarda il suo allievo con aria soddisfatta. Poi passa alle spiegazioni, le solite lezioni di teoria sui cinque elementi che ogni ninja ha dovuto sorbirsi a suo tempo, e che per questo vi verranno risparmiate. Una volta conclusa la spiegazione, è momento di Azibo, che ha ricevuto tutte le informazioni necessarie al successo. Ci vuole un po di tempo prima che egli riesca ad infondere il proprio chakra nel foglietto, ma ecco che dopo pochi minuti l’esiguo pezzo di carta di taglia a metà.

    Ah, bene, chakra di vento. Ora voglio che tu lanci queste armi verso quell’albero, ma che nel farlo tu infonda il tuo chakra negli oggetti. Avanti, fammi vedere.

    Zibo lancia la prima lama verso il tronco, colpisce in pieno in bersaglio e l’arma si conficca nel legno alla perfezione, eppure egli sa di non essere riuscito nel suo intento. Non ha sentito quel brivido di energia che aveva provato in precedenza, quindi riprova. Il secondo tentativo è un buco nell’acqua, ma ecco che al terzo tentativo sente sprigionare l’energia dalle sue mani. Anche questa volta la lama si conficca nel legno, eppure va molto più in profondità, quasi penetrandolo del tutto.

    Bene, bravo ragazzo, sapevo che non ci avremmo messo tanto. Ora continua ad allenarti, ci rivedremo presto…
     
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