Un segreto di sangue

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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    La Biblioteca degli Shenjhou


    In quella libreria c'erano un infinità di tomi, riguardanti in pratica qualsiasi genere, dalla storia, alla geografia, alla politica, passando per i grandi romanzi storici ed i tomi a carattere militare, tutti rigorosamente catalogati e ordinati secondo precise regole di lettere e generi.
    Camminavo tra gli alti scaffali, odorando quel tipico odore di carta invecchiata e di stantio, ma non del tipo che senti in una cantina, no, del tipo che senti quando, aprendo un libro rimasto chiuso per anni e anni, vieni assalito dall'odore della carta, della cellulosa, dell'inchiostro secco...un odore freddo, ma piacevole.
    La biblioteca di famiglia era uno dei doni più belli che mio nonno, Hannibal I, ci donò prima di passare a miglior vita 30 anni fa, tutto quello che aveva imparato sulla vita era racchiuso in questi libri, alcuni scritti da lui in persona, altri acquistati, ed alcuni anche, probabilmente, ottenuti attraverso metodi poco leciti.
    Non è un segreto che egli non fosse proprio l'uomo più retto e ligio alla legge che ci fosse a Yugakure, anzi, si era fatto strada attraverso sopprusi e violente rivolte tra le caste del villaggio, quando esso era ancora in un periodo embrionale.
    Giunto allo scaffale che stavo cercando, estrassi un vecchio libro polveroso, che non veniva probabilmente aperto da molti anni, non aveva un titolo sulla copertina, era rilegato in pelle, pelle secca e macchiata dal tempo.

    Eccoti qui...

    Lo aprii e ne sfogliai le prime pagine, era una parte della biografia di mio nonno, personaggio di cui mio padre parla a malapena, e mia madre finge di non ricordarsi nulla.
    Quello che sapevo su di lui, era che egli fu uno di coloro che supportò con forza la posizione di Dorian Ashford, aiutandolo a salire al potere come primo Yukage, e supportando la sua politica di chiusura al mondo ninja dei propri confini, politici e territorialim per permettere al villaggio di prosperare, senza guerra.
    Quello che non mi era mai stato chiaro, è perchè mio nonno credesse così fermamente in Dorian Ashford, così tanto da portarlo, un giorno di 30 anni fa, a scomparire in modo inspiegabile, lasciando dietro di se solamente un braccio mozzato, ritrovato dentro una casa in fiamme, il test del DNA aveva dimostrato che si trattava proprio del suo.

    UXUWDw



    Cominciai a leggere il libro, una volta portato al tavolo ed essermi seduto, esso cominciava con l'elogiare i tempi fruttuosi che furono, tempi in cui era concesso osare, e trasformare un focolare di seguaci in una setta dedita alla ricostruzione di un villaggio distrutto molti anni prima, ma perchè proprio questo villaggio?
    La risposta la trovai nel libro, circa a metà della sua 90 pagine.


    CITAZIONE

    Pag 45

    Yugakure non era un luogo casuale...non per Dorian, lui vede in questo luogo un santuario di spiritualità e rinascita, un luogo da riportare ai suoi antichi fasti, un tempo, a quanto pare, questo era il luogo cardine della religione di Jashin, oscuro dio venerato da Dorian e i suoi adepti, che gli concede un potere inimmaginabile sulla vita e sulla morte, le sue mani paiono essere guidate da qualcosa di più alto del mero desiderio di rivalsa sul mondo ninja, c'è qualcos'altro che lo motiva, ma non ne parla mai, nemmeno con noi..


    Il pezzo successivo del testo era rovinato, la carta era stracciata e l'inchiostro slavato e sbiadito, incomprensibile.
    Continuai a leggere le pagine successive, erano tutte notizie storiche dell'epoca, racconti su come Ashford avesse dilaniato i suoi nemici, interni ed esterni, per prendere il potere e regnare sul villaggio.
    Pareva infatti che gli scontri fossero all'ordine del giorno, prima che si arrivasse ad un tacito accordo che incoronava Ashford primo Yukage, mio nonno faceva parte della cerchia più stretta a lui, i suoi amici e consiglieri.
    Non potevo fare a meno di pensare a che grande uomo potesse essere stato mio nonno, così colto, cosi ardente di causa civile e politica, un sognatore forse, niente a che fare con i miei attuali genitori, ottusi e sottomessi di un regime che non riconoscono, per nulla desiderosi di scoprire la verità che si cela dietro il nostro villaggio, segreti che sono contenuti di sicuro all'interno del palazzo del Kage.
    Finii di leggere il libro, o almeno, quello che era comprensibile di esso ; arrivato in fondo, notai che c'erano delle scritte fatte a mano, dei disegni, disegni che, nella maggior parte dei casi, per quanto abbozzati e fatti sommariamente, disegnavano un simbolo ben preciso: un triangolo inscritto in un cerchio
    Non era la prima volta che vedevo quel simbolo, è lo stesso che si trova sull'altare al centro del villaggio...che mio nonno avesse qualcosa a che fare con il culto segreto del villaggio?
    Erano risposte che non avrei potuto trovare in qual libro, ma forse un altra persona mi avrebbe dato le risposte che cercavo, mio padre, il figlio di Hannibal I, lui doveva per forza sapere quello che succedeva a quel tempo, mio nonno è morto relativamente giovane, e mio padre non era così piccolo quando è successo, sicuramente sapeva qualcosa.
    Riposi il libro dove lo avevo trovato e scesi al piano inferiore, dove mio padre aveva lo studio, ma lui non era li, probabilmente non era ancora tornato a casa dal lavoro, in questi giorni era stato molto impegnato al palazzo del kage per questioni diplomatiche.-
     
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    Fantasmi del Passato




    Dal piano superiore sentii la porta sbattere, segno che, vista l'ora, mio padre era appena rientrato in casa dal suo ufficio.
    Egli ricopriva la carica di diplomatico presso l'ufficio del Kage, un incarico di prestigio ed alquanto raro, visto il modo in cui il nostro comandante in capo gestisce gli affari esteri, la chiusura geopolitica adottata dallo Yukage è sempre stata oggetto di discussione accesa nei comizi, a quanto si dice.
    Molti pensano che il motivo sia che Yugakure non abbia bisogno di relazioni diplomatiche o commerciali con gli altri paesi, qui consumiamo quello che produciamo, non ci serve nessun genere di bene che necessita di importazione, quello che ci manca è tutto ciò che non è necessario.
    Altri, invece, ritengono che la causa della chiusura del villaggio al resto del mondo sia da adibire alle strane abitidini religiose e spirituali proprie di una ristretta cerchia di individui, noti al resto con il nome di "adepti" che professano la religione di Jashin, un antica divinità vecchia quanto la terra stessa a quanto dicono, ma sono solo congetture, niente di confermato, o smentito.
    Scesi le scale ed andai ad accogliere mio padre alla porta, come pensavo, era appena tornato dal lavoro.

    Ciao papà, tutto bene?

    Hey ciao! Si tutto bene, tu?

    Più o meno, si, senti..vorrei parlarti, andiamo in salotto.

    A quelle parole, lo sguardo di mio padre si fece più cupo...ma lo posso capire, quando tuo figlio ti dice che "dovete parlare" nemmeno io mi aspetterei niente di buono.
    Ci recammo in salotto dunque, io presi posto sul divano davanti al caminetto acceso, mentre mio padre si sedette sulla sua adorata poltrona in pelle, poltrona sulla quale solo lui, il patriarca, poteva sedersi.
    Il salotto era, come tutto il resto della villa dopo tutto, costruito in legno di leccio, il che gli donava non solo un colorito scuro e tetro, ma anche una fantastica impermeabilità dagli agenti atmosferici, trattenendo tutto il calore del camino all'interno delle mura domestiche.
    Lo stile di decoro del salotto era alquanto pacchiano, o almeno così dicevano coloro che entravano per la prima volta, quadri incorniciati in frame placcati oro, armature medioevali appoggiate alle pareti, tavolini e armadi di varie forme, intarsiati con colori sgargianti, ed un bellissimo caminetto che domina la stanza, con accanto il mio luogo preferito della casa, l'armadietto degli alcolici.


    EBAKWO




    Dimmi, Hannibal, di cosa volevi parlarmi?

    Scelsi bene le parole da usare, poi aprii bocca, ma irrimediabilmente andai a braccio, evitando il discorso che mi ero preparato, come al solito.

    Vorrei che tu mi parlassi di tuo padre..mio nonno, soprattutto, delle circostanze della sua morte.

    Lo sguardo di mio padre si fece triste, lui non amava parlarne, ne in famiglia, se soprattutto fuori, ma nei suoi occhi vedevo anche la rassegnazione di un padre che, volente o nolente, capisce che alcune cose non possono rimanere nascoste per sempre, soprattutto al proprio figlio.

    Il suo corpo non fu mai ritrovato come sai...soltanto un braccio, pare che fosse stato mozzato di netto.

    Il corpo era bruciato con la casa?

    Così hanno detto i jonin che hanno indagato...pare che l'incendio fosse stato causato da una tubatura di gas rotta sotto la cucina, ed essendo la casa di legno ha preso subito fuoco, non avrebbe avuto scampo, stava dormendo..

    Il suo sguardo si fece cupo, ed una lacrima gli vessò la guancia sinistra, creando un solco fino al labbro superiore.

    Ma perchè il braccio mozzato? Non ha senso, non credi?

    Non lo so.. forse è l'unica parte che non è bruciata...

    Oh avanti, non mi prendere per il culo papà, so benissimo che nemmeno tu ci credi, non è credibile che un braccio mozzato di netto non abbia un corpo accanto, avrebbero dovuto ritrovare i denti per lo meno, quelli non bruciano!

    Tuo nonno era invischiato in faccende più grosse di lui, aveva a che fare con la cerchia ristretta del Kage, fanatici religiosi che adorano un dio sadico e malvagio quanto il male stesso, io glielo avevo detto di lasciar stare, ma lui era un uomo testardo...aveva partecipato alla ricostruzione del villaggio e credeva che gli spettasse qualcosa di più della riconoscenza..

    Si alzò in piedi e si mise davanti al camino, il calore scaturito dai ceppi fece asciugare rapidamente la lacrima.

    ..sò benissimo che ci sono cose nella sua morte che non quadrano, ma il fatto che i Jonin non abbiano indagato più di tanto, alcune voci, e certe raccomandazioni, mi hanno fatto capire il messaggio..

    Quale messaggio?

    Che non dovevo indagare più di troppo, che le cose sono andate così e basta..

    Rabbrividii, nonostante il tepore del camino acceso.
    Era ovvio che la cosa fosse stata insabbiata, ma non c'erano prove, il tempo e la memoria le avevano cancellate per sempre, anche mio padre pareva essersi arreso.

    E la mamma cosa ne pensa?

    Pensa che non valga la pena crearsi dei problemi inutili...siamo una delle famiglie più antiche del villaggio, tra i fondatori per giunta, è inutile cercare di fare luce su qualcosa avvenuto 30 anni fa, per quanto vorrei sapere cosa successe, non posso rischiare di perdere il mio posto nell'ufficio del Kage.

    Lo comprendevo, credevo che fosse un codardo a non essersi esposto prima, ma comprendevo la sua paura nel farsi avanti, il regime che vige a Yugakure non è tra i più trasparanti e permissivi che ci siano, se non sei uno degli "Adepti".
    Aspettai qualche secondo, po, sganciai la bomba:

    Che legame aveva il nonno con..Jashin?

    A sentire quel nome, mio padre si voltò di scatto e mi fissò, con occhi che mai avevo visto prima.

    DOVE HAI SENTITO QUEL NOME? NON SI PRONUNCIA QUEL NOME DENTRO QUESTA CASA!

    Scoppiò, in un urlo fragoroso, sembrava spaventato, atterrito.

    L'ho letto in uno dei suoi libri, credo che sia collegato alla sua morte, credo che..

    Ascoltami bene Hannibal, perchè non lo ripeterò oltre..

    Disse questa volta con voce bassa, come se temesse che qualcuno lo stesse ascoltando.

    Tante cose strane avvengono in questo villaggio...molte sono collegate a questa religione, nessuno ne sa nulla se non ai gradi più alti della gerarchia, il Kage...lui...pare esserne un devoto fedele, si raccontano cose indicibili, sia prima della caduta di Zero, sia dopo, alla fondazione del villaggio..
    Non devi farne parola con nessuno, nemmeno con i tuoi amici all'accademia..con NESSUNO!


    Poi si alzò di scatto, e inventò una scusa per liquidarmi con poche altre chiacchere futili, voleva andare a finire dei resoconti, ma il suo sguardo era fortemente intimorito, come se parlare di tutto questo gli avesse riportato alla mente ricordi di un passato che cercava in tutti i modi di dimenticare.
    Rimasi un altro pò sul divano, a guardare il fuoco che scoppietta fra le braci ardenti, rendendomi conto che se volevo andare a fondo di questa storia, sarei dovuto andare sul luogo in cui tutto era successo.

     
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    Apparizione



    La notte era buia e tempestosa, come poche se ne erano viste in quel periodo, i fulmini fendevano il cielo, abbattendosi a terra chissà dove in un fragoroso rombo.
    Più è il tempo che intercorre tra il lampo ed il rombo di tuono, più significa che + distante, e secondo questa analisi, dovevano essere discretamente vicini.
    In effetti, quel giorno era stato metereologicamente poco accomodante, con una pioggia scrosciante pi+ forte del solito, nonostante ci trovassimo in pieno inverno.

    Dovrebbe essere qui vicino, vediamo...si, di qua.

    Mi stavo dirigendo verso la vecchia villa dove mio nonno viveva, e dove trovò la morte 30 anni fa, ancora prima che io nascessi...non lo avevo mai conosciuto, ma sentivo di avere un legame con quell'uomo, una specie di legame spirituale, nonostante non ci fossimo mai conosciuti.
    La villa ormai era ridotta ad un cumulo di macerie e polvere, in teoria sarebbe dovuta venire abbattuta, al fine di usufruire del terreno per ricostruire qualcosa di utile, ma mio padre continuava a pagare le tasse sulla proprietà, non voleva vendere, per lui quella era la tomba di mio nonno, di suo padre, un mausoleo eterno e luogo di riposo per una morte violenta e dolorosa.
    Camminavo coperto da un cappotto nero con colletto rialzato e da un ombrello, anch'esso nero, per proteggermi dalla pioggia.
    Ma man che procedevo, vedevo la gente che correva verso la propria abitazione, alcuni senza ombrello e con una giacca sopra la testa, a protezione.
    Le lampade ad olio ed i caminetti cominciavano a produrre luce soffusa dietro le vetrate delle abitazioni, mentre la luce naturale del sole si affievoliva sempre di più, ormai era scesa la notte.
    Arrivai finalmente alla villa, essa si presentava alla fine di una via piuttisto lunga, al civico 78, numero sbiadito e offuscato dalla cenere su uno dei pochi muri ancora in piedi.
    Guardavo quel lugo lugubre e triste con un aria di malinconia e tristezza, immaginavo tutto quello che doveva essere successo li dentro, la sofferenza di mio nonno, e tutto quello che c'era di inspiegabile nella sua morte.
    La cenere bagnata ha un odore inconfondobibile, si faceva strada nelle mie narici in modo prepotente, mentre avanzavo, passo dopo passo, verso quella che prima era la porta d'ingresso.
    Mi addentrai dentro le macerie, ma neppure io sapevo quello che stavo cercando, forse un indizio su quello che poteva essergli successo, o forse cercavo soltanto un motivo per smettere di cercare, per mettermi l'anima in pace, per credere alle parole di mio padre sulla vita di mio nonno e sulle sue discutibili amicizie.
    In effetti, sotto le macerie non c'era nulla di significativo, tutto quello che vedevo era cenere e macerie, qualche pezzo di antiquariato non totalmente bruciato e parti in ferro delle tubature dell'acqua e del gas.

    Ma cosa mi illudevo di trovare, sono passati 30 anni...

    Stavo quasi per andarmene, sconfortato ma conscio del fatto che trovare qualcosa adesso sarebbe stato molto difficile, quando, ad un tratto, una strana essenza nera e blu comincia a materializzarsi davanti a me, a terra.
    Feci un passo indietro per prendere le distanze, qualcosa di nero si stava materializzando davanti a me, era come un immagine riflessa di qualcosa, non era stabile, era come una proiezione, incorporea, e man mano che i secondi passavano, prendeva sempre più i lineamenti umani, fino a prendere la forma di un uomo anziano.
    Adesso, davanti a me avevo una figura abbastanza ben delineata, aveva le sembianze di un uomo anziano, ma era totalmete incorporeo, solo gli occhi avevano profondità, erano verdi acceso, come i miei.

    Ciao, tu devi essere Hannibal...non ho molto tempo, questa tecnica richiede molto chakra, ed io non ne ho più molto...

    Esclamò la figura simil digitale, con una voce che ricordava al 100 per cento quella di un essere umano in carne ed ossa.

    Chi sei? Domandai, ancora sotto shock per la sorpresa.

    In effetti noi due non ci siamo mai conosciuti, ma condividiamo lo stesso sangue...e lo stesso nome.

    Come un fulmine a cel sereno, collegai tutti i pezzi del piccolo puzzle che avevo davanti, forse dopo tutto venire qui non era stata una perdita di tempo.

    Hannibal? Tu sei...mio nonno?

    Nemmeno io credevo alle parole che stavo dicendo, che fosse davvero mio nonno quello che avevo davanti a me?

    Sò che sembra una follia, ma si...tutta ha una spiegazione, ma non sò per quanto ancora potrò reggere questa tecnica.
    Sono vivo, se è quello che ti stai chiedendo, ma non posso muovermi, dovrai venire tu da me, se desideri conoscermi.
    Ho serbato il chakra in vista di usare questa tecnica per 27 anni, e non credo che avrò più abbastanza energia spirituale per utilizzarla di nuovo, vieni a queste coordinate, cerca il segno, e parleremo.


    Poi, la figura incorporea mi recitò delle coordinate di latitudine e longitudine, coordinate che avreo dovuto raggiungere per avere un colloquio cojn il vero lui a quanto pare.
    Ero fortemente scosso, mai mi sarei aspettato una cosa del genere, che tecnica aveva usato per apparirmi così dal nulla? E come aveva fatto a sopravvivere all'incendio dopo tutti questi anni? Se quel braccio ritrovato era il suo, sarebbe dovuto morire dissanguato, e comunque adesso, ad occhio e croce, dovrebbe avere circa 110 anni.
    C'erano tante cose inspiegabili, ma solo una cosa era certa, avrei dovuto indagare alle coordinate che mi aveva dato, ormai non potevo più tirarmi indietro.
    Non ne avrei fatto parola con mio padre per il momento, prima volevo scoprire se si trattaca di una trappola oppure se davvero mio nonno era ancora vivo.


     
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    Colui che è e si spera sarà

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