Surgical: Jingle Dead

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    traccia: Apocalisse degli zombie natalizi.

    narrato, parlato, parlato altri"


    Che bello, finalmente era Natale! Il periodo dell'anno più gioioso, il periodo in cui tutti diventano più buoni, e guardano con allegria e buoni propositi l'anno nuovo, lasciandosi quello vecchio alle spalle. Ah, e poi c'erano i regali... che puntualmente a me non arrivavano. Probabilmente c'è stato molto tempo addietro un errore di censimento dei bambini di questa zona, che ha portato al fatto che probabilmente Babbo Natale si sia scordato della mia esistenza. Incredibile, la mia capacità di passare inosservato superava anche i metodi "magici" utilizzati da Santa per rilevare tutti i bambini. Forse, era possibile che fossi nella lista dei cattivi, però mi sembrava alquanto improbabile, visto che anche loro ricevevano i loro regali. Di conseguenza... passavo gran parte della mattina di Natale, il periodo di tempo in cui ci si scambiano regali, fuori, in giro, a fare niente. Stavo passando anche quella mattina di Natale sul tetto di casa mia, in attesa che tutti aprissero i regali di Natale, e si preparare il pranzo, o meglio, l'abbuffata di Natale. Oramai era mezzogiorno... dovrebbero aver finito in casa. Faccio per aprire la finestra, quando vedo, dall'altra parte del vetro una cosa agghiacciante. Un corpo che era in via di decomposizione, che si reggeva in piedi, mi guardava con le sue orbite vuote. Non capivo, non era Halloween, e comunque non sembrava un costume, era incredibilmente realistico... d'altro canto, non era possibile che ci fosse uno zombie dall'altro parte del vetro. Però, ad uno sguardo più attento, notai che il coso aveva lo stesso grembiule che indossava mia madre questa mattina. Non poteva essere. Che stava succedendo?!? Avrei voluto chiederglielo, ma sapevo dentro di me che non avrei avuto risposta. Quindi, pieno di dubbi, fuggii da casa mia. Preferii non scendere in strada, ma decisi di starmene sui tetti, e di allontanarmi il più velocemente possibile dai centri abitati. Questo mio proposito si ritrovò particolarmente utile, visto che in poco una massa non indifferente "persone-zombie" (come definirle altrimenti) si riversò in strada. Avevo ancora dubbi riguardo l'effettiva natura di quei cosi, dubbi che svanirono in mezzo secondo netto una volta visto che cosa facevano alle persone, per così dire normali. Infatti gli zombie(oramai non avevo più dubbi al riguardo) assaltarono e infettarono tutte le persone sane che potevano. Decisi sul momento di levarmi dai luoghi aperti in tempo zero, e di rifugiarsi nelle grotte di cui Kumo abbondava. Il problema era solo allontanarmi. Non sapevo nemmeno come sopravvivere, e come sconfiggere uno zombie che mi si fosse parato davanti. Non sapevo nemmeno se tra un ora sarei rimasto vivo

    AKAI CHINOIKE
    Resistenza:250
    Stamina:250


    Edited by Surgical - 31/1/2018, 18:11
     
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    narrato, parlato, parlato altri"


    Una volta uscito dalle mira del villaggio, mi diressi subito verso le montagne più isolate. Speravo che lì non cercassero carne, quegli abomini della natura. Il viaggio proseguì senza difficoltà, e mi diede il tempo di riflettere sul perché la gente si fosse trasformata in corpi vaganti in cerca di carne. Ma soprattutto, perché io non mi ero trasformato? In effetti non c'era nessuna spiegazione logica... era forse il destino, che si divertiva a giocarmi scherzi di dubbio gusto? In ogni caso,i miei pensieri furono interrotti dalla vista di una casetta solitaria, immersa nella natura. Ero indeciso se entrare o meno, ma il mio istinto di sopravvivenza mi suggeriva che non sarei durato lungo continuando a non bere acqua e a non mangiare cibo. Mi avvicinai alla porta circospetto. Non c'era nessun lucchetto. La spinsi leggermente, e si aprì con un cigolio sommesso. All'interno, complice il tramonto inoltrato e la scarsa presenza di finestre, era buio. Mi incamminai, e, non vedendo nessuno, proseguì fino al centro dell'unica stanza presente in quella casa. Era presente un albero natalizio sul fondo della stanza, e, al centro, un tavolo, con molte cose disposte alla rinfusa. Tra quelle vi trovai anche un grande pacco regalo. Prima di poterlo esaminare, però, sentì una presenza alle mie spalle. Mi girai di scatto, e feci in tempo a vedere un figuro che si avvicinava a me in maniera pericolosa. Con tutta la velocità di cui disponevo, sfruttai a mio vantaggio la sua carica per saltarlo, e uscire velocemente dalla casa. Il mio avversario non tardò a inseguirmi, e una volta uscito, potei notare come aveva un aspetto davvero natalizio. Insomma, indossava cappello da elfo, vestito verde ornato da ghirlande rosse, e teneva tra le mani un bastone di zucchero gigante. Ci fu uno scambio di sguardi, e lui ripartì all'attacco: portò una serie di colpi con il bastone, alternandoli a rotazioni che servivano a confordermi. Fortuna che mi sostituì velocemente, e poi, scattando alle sue spalle, lo colpì alla testa, staccandogliela. Mi sorpresi di come avessi agito freddamente, fregandomene apparentemente del fatto che io avessi posto fine alla vita di una persona. In ogni caso, dopo averlo finito. Rientrai nella casa, presi cibo, acqua, coltelli balistici (chissà perché ce li aveva il proprietario di quella casa) e della corda con un rampino. Proseguì infine il mio viaggio, e, una volta esaurita l'adrenalina dello scontro, incominciai a pensare seriamente a cosa avevo fatto. Avevo ucciso una persona, che non aveva fatto niente di male; era stata infettata, come molte altre persone, e, come molte altre persone, andava in giro a infettare vittime/ cibarsi. Ora era necessario ucciderlo? Non lo so, ma so una cosa importante: la mia libertà finisce esattamente dove inizia la tua. Questo vuol dire che puoi fare tutto quello che vuoi, se non arreca danno a me. Lui stava attentando alla mia vita, e io mi sono difeso. Certo, tra difendersi e uccidere però c'è una colossale differenza. Era lecito uccidere per difesa? Un altro quesito a cui non avevo risposta. In ogni caso, il flusso di pensiero fu interrotto da un brusio di voci umane, voci che sembravano pacifiche. Mi avvicinai con circospezione, e mi imbattei in quello che sembrava un grande punto di raccolta di persone sane; prima però che potessi fare qualunque cosa, fui circondato da militari, in pieno assetto da guerra. "Chiunque tu sia, stai fermo, mani bene in vista, e fatti fare i controlli di protocollo! Se sei d'accordo, rispondi affermativamente!" "Accetto di sottopormi ai controlli! Accetto!" dissi, per essere più chiaro possibile. I militari quindi mi si avvicinarono, e, dopo avermi immobilizzato, uno di loro mi posò la mano sulla testa, la quale incominciò ad essere circondata da un'aura azzurrina. Qualche secondo dopo, tolse la mano dalla testa e disse "Signori, deponete le armi; abbiamo davanti a noi un caso più unico che raro." queste parole furono seguite da un moto di stupore generale. "Per favore, ci segua nella cittadella." io decisi che un occasione di sopravvivenza così regalata non la avrei più avuta, e li seguì con piacere

    AKAI CHINOIKE
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    Edited by Surgical - 31/1/2018, 18:09
     
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    Da modificare

    narrato, parlato, parlato altri


    "Ma quindi doc, stai dicendo che non ha il virus al suo interno?" chiese un soldato ad appunto il dottore che mi aveva fatto prima un controllo col chakra, e ora con un'analisi in laboratorio. Il dottore alzò li sguardo, abbastanza seccato, e disse "I risultati della tecnica di prima, e quelli scientifici che ho ottenuto ora parlano chiaro: non ha il virus. Non lo ha vivo, non lo ha morto, non lo ha latente. Non c'è l'ha, punto. Ed è incredibile, visto che anche gli umani sani hanno il virus, ma morto o innocuo." "Scusate, non vorrei disturbare, ma non è che qualcuno mi potrebbe dire cosa succede?" "È molto semplice: un virus ha infettato la maggior parte della popolazione mondiale. il virus è stato iniettato agli umani nella forma "base". Da lì, una volta trovato terreno fertile, si,sviluppa in maniera diversa da organismo a organismo, ma ha sempre e solo un sintomo: la zombificazione della vittima." "Ok, va bene, ma come ha fatto il virus ad arrivare a tutti? E poi, perché a me non è arrivato? E poi: perché voi non siete zombie?" "abbiamo ragione di credere che il virus abbia conteggiato la popolazione attraverso i regali. Infatti, io e i miei colleghi non siamo stati infettati poiché oggi abbiamo fatto gli straordinari, dato che nessuno qui ha persone da cui ritornare a casa, e quindi nessuno con cui aprire i regali" disse con una momentaneamente nota di tristezza, subito mascherata dietro alla sua professionalità. "Questi soldati sono stati tra i pochi fortunati ad avere una modifica del virus tale che esso diventasse innocuo. Nel caso te lo stessi chiedendo, queste sono delle miniere fortificate all'esterno di Kumo. E questo è un triplo sigillo di silenzio affinché tu non possa parlare di questo luogo, di chi ci abita, e di questi studi." disse, mentre, dopo uno sguardo d'intesa, un ninja compose dei sigilli. Subito dopo, si fece sentire un bruciore sulla lingua, probabilmente il sigillo di cui parlava prima. Riprese a parlare il dottore. "Allora, riprendendo il discorso: tutte queste cose le abbiamo scoperte io e i miei colleghi grazie agli studi fatti su uno zombi che è entrato nel nostro laboratorio, ed ha assalito il,nostro guardiano, che stava facendo gli straordinari. In seguito, lo zombie è stato neutralizzato, e studiato. Osservando il guardiano, abbiamo notato come il virus rimanga in stato di quiescenza per la prima mezz'ora, poi incominci il processo di mutamento. Il nostro guardiano è stato fortunato,e la mutazione ha indebolito e in seguito permesso l'espulsione del virus. Bene, ora passiamo a te. Perché questa mattina non eri a scartare i regali con la tua famiglia? È una tradizione molto osservata, e non ci credo che non la segui..." presi coraggio e risposi "In realtà, io non ricevo mai regali, e ho l'abitudine, la mattina di Natale di uscire presto da casa, in modo da evitare che gli altri si sentano in colpa perché non ho ricevuto regali." "Certo, si spiega tutto. Beh, sappi che ho un piano per togliere noi e tutte le persone del mondo da questa spiacevole situazione.
    Hai detto,che non ricevo mai regali, giusto? Bene, vuol dire che non sei nelle liste di Santa. Pensavo ci fossero tutti gli abitanti del mondo, e invece appari tu. Ironico, l'eccezione che conferma la regola. Ascolta il mio piano. Santa Claus, da qualche parte nel suo studio, deve possedere il ceppo madre del virus. Secondo me se lo tiene ben stretto, e io ti so spiegare anche il perché: hai mai visto degli zombi completamente trasformati?
    " "Qualcuno, perché?" "Perché gli zombie sono vestiti con degli addobbi natalizi. Cappelli, ghirlande, cose del genere. Molto natalizio, non trovi? Secondo me Santa è fiero e orgoglioso del suo risultato e si terrà il ceppo madre vicino, visti i risultati che ha ottenuto. Di conseguenza, direi che io e i miei ragazzi andremo a distrarre Santa dalle sue mansioni, mentre te e Satomi" e detto quel nome un ninja uscì dall'ombra un tantino scocciato che qualcuno lo avesse preso in mezzo "Andrete a recuperare il manufatto. Intesi? Ora, bisogna andare a prendere l'elfo controllore." "No, aspetta, ferma un secondo. Chi è l'elfo controllore?" "Un elfo di Santa, mandato a cercare persone non infette. Abbiamo scoperto una comunicazione tra quello che tra poco dovrebbe arrivare a kumo, e Santa. Merito di Satomi" "Impressionante in quanto poco tempo siate riusciti ad adibire una strategia..." "Abbiamo avuto la fortuna di trovare quasi subito i tipi di ninja che ci servivano... tutto qui!"

    AKAI CHINOIKE
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    Edited by Surgical - 31/1/2018, 18:11
     
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    narrato, parlato, parlato altri


    Fu così che, poco dopo, mi ritrovai in viaggio attraverso le montagne alla volta di Kumo con delle persone che avevo incontrato poco prima. Non mi fidavo ancora del tutto, ma mi faceva comodo avere persone così preparate al mio fianco. Una volta arrivati, ci posizionammo vicino all'entrata ovest di Kumo, quella da cui doveva arrivare il nostro elfo. Che non tardò ad arrivare, vestito tutto di nero, con una slitta in modalità volo furtivo. Appena uscito, si guardò con circospezione attorno, poi estrasse da una tasca una piccola fiala e se la spruzzò addosso. Una volta completato il passaggio si avvicinò al cancello, peccato che si trovò in mezzo a noi, pronti a legarlo, spremergli le informazioni, e a lasciarlo tramortito in un qualche meandro delle grotte intorno Kumo. Una volta completata la prima operazione, Satomi si rimise a lavoro, e, dopo qualche minuto di imposizione della mano destra sui sulla testa dell'elfo, esordì: "Prima cosa: meglio utilizzare quel mezzo di trasporto per andare da Santa, poiché la base si trova nel circolo polare artico, secondo: prendiamo tutte le boccette di profumo che questo elfo si era portato dietro, poiché crea un odore uguale a quello di putrefazione, rendendoti invisibile all'olfatto degli zombie. Terza cosa: meglio muoversi. Prima troviamo la cura, meglio è per tutti." nessuno se lo fece ripetere due volte, ed incominciarono i preparativi per l'assalto che sarebbe servito da specchietto per le allodole. Il viaggio fu silenzioso, e mi diede il tempo di riflettere sulla situazione. Lì, ebbi modo di ripensare alle cose compiute. Pessimo errore, perché ebbi un crollo psicologico, uno di quelli profondi, dai quali è difficile risalire. In mio aiuto però venne un ninja insospettabile, ovvero Satomi. Mi venne vicino "Ehi, ragazzo. Tutto bene?" "Eh, più o meno. Insomma, non ho capito nemmeno la metà delle cose succesemi nelle ultime 24h. Io non... non sono forte come voi. Non so se ce la posso fare. Io non sono un protagonista, non ne ho la forza." Ad interrompere il flusso di pensieri fu proprio Satomi, che, appoggiandomi una mano sulla spalla, disse. "Sai, ragazzo, la verità è che nessuno è pronto a fare il protagonista, ciononostante, tutti dobbiamo esserlo. Persino te, che eviti quel ruolo come la peste. Sai, mi ricordi me da ragazzo. Furtivo, disilluso, senza autostima. Però sono diventato uno dei Jonin del villaggio della nuvola, e di sicuro non senza meriti! Quello che voglio dirti è:
    continua per la tua strada. Non importa se non sarà la stessa dagli altri, lascia parlare i risultati, va bene? Adesso alzati in piedi, spruzzati quel profumo, salta giù da qui, e sechi mi alla ricerca di quel dannato ceppo madre! Ah, e non te lo sto dicendo da amico, bensì da superiore!
    " Dopo questo discorso motivazionale, mi sembrò opportuno eseguire gli ordini nella maniera più celere possibile. Una volta arrivati a terra, mi affidati alla guida di Satomi, che, avendo letto la mente dell'elfo, aveva una conoscenza quasi perfetta del luogo. Raggiungemmo in fretta e furtivitá lo Studio di Santa, e grazie al controllo del chakra scalammo l'edificio fino al tetto. Una volta lì, grazie a delle provvidenziali tubature, entrammo, in cerca della Stanza di Santa. Non fu molto difficile, impiegammo qualche minuto. Arrivati sopra la stanza, assistemmo ad una scena sconvolgente. Santa Claus, su una poltrona, completamente zombificato, con parti di corpo scarnificate e dalla carnagione versata, stava ascoltando il resoconto di un giovane elfo. " Quindi, tu mi stai dicendo che in gruppo di pazzi sta attaccando tutti gli elfi che gli capiamo a tiro, nel mezzo della mia città?! È inaccettabile, me ne occuperò io! Tu, resta qua di guardia!" disse Santa, e andò fuori dalla stanza in fretta e furia. L'elfo, dopo avere fatto il salto militare, incominciò a fare la guardia, posizionandosi esattamente sotto l'apertura della tubature da cui stavo origliando. Anche Satomi lo notò, e allungò la sua mano per farmi avere un kunai. Il messaggio era chiaro: poni fine alla sua vita. Io però non ne ero sicuro... dopotutto non mi aveva fatto niente di male... ad un certo punto l'elfo ricevette una comunicazione. Doveva essere la notizia che i nostri non erano più un problema così pressante poiché commentò ad alta voce "Ah, ottimo! Chissà cosa volevano fare, magari debellare l'origine del virus... per che cosa poi, per continuare a compiere malvagità? Era già tanto se prima si comportavano bene anche solo per le feste,gli stiamo solo facendo un favore!" a quelle parole avrei potuto rispondere in molti modi, ma una sola cosa mi venne in mente: il nostro libero arbitrio non si tocca. Così presi il kunai, svitai con esso i chiodi che tenevano salda l'apertura, e mi buttai giù, lama sguainata. Atterai sopra il suo corpo, mentre la lama si era conficcata tra la testa e il collo. Feci segno a Satomi di scendere, e, dopo un rapido controllo sull'effettivo stato di salute del corpo lì steso, incominciamo a cercare il ceppo madre. Non ci volle molto prima di trovarlo, era dentro un doppio cassetto della scrivania di Santa. Era una piccola provetta di vetro, di con dentro un liquido verde fluorescente. Era per questo che avevamo combattuto? Era per questo che avevo ucciso? Era per questo che gli altri si stavano sacrificando? Presi la provetta, rientrammo nel condotto dell'aria, e uscimmo dell'edificio. Appena fuori, Satomi prese un rotolo di evocazione, e dopo un sigillo, uscì fuori da una nuvola di fumo la slitta che avevamo lasciato agli altri. "Aspetta, ma se la usciamo noi, non la potranno usare loro..." "Lo sanno, ne sono consapevoli, andiamo" "verranno zombificati, o uccisi" "Ti ripeto: lo sanno, ne sono consapevoli, andiamo!!" "Si sono sacrificati per noi..." a quel punto Satomi si stancò e disse: "Ascoltami, te lo ripeterò una sola volta ancora:Lo sanno, ne sono consapevoli, andiamo! O preferisci stare qua, ad aspettare che anche noi, probabilmente gli ultimi sani presenti, vengano catturati?!" mi ripresi, e riacquistai un poco di volontà "Va bene, andiamo!" salimmo sulla slitta, e partimmo. Ma i guai non erano ancora finiti. Infatti, dopo neanche cinque minuti dal decollo, si palesò dietro di noi una presenza estremamente veloce, che in un batter d'occhio ci superò, sbilanciandoci per qualche secondo. Subito dopo, avvertimmo una presenza sulla slitta dietro di noi. Era Santa, era riuscito a raggiungerci. Subito colpì duramente Satomi, che volò fuori da una slitta che stava volando ad alta quota. "Satomi!" dissi, preoccupato. Ma forse c'era una cosa di cui mi dovevo preoccupare prima di lui, ovvero un Santa incazzato nero per avergli sottratto la sua creazione. "tu, ridammi il ceppo madre" "Perché dovrei?!?" "Perché mi sono stancato di avere a che fare con voi, persone cattive. Voglio, o meglio, ho sempre voluto che siate buoni gli uni verso gli altri, ma visto che non ci siete riusciti mai, ci riuscirò io. Comunque, non mi aspetto che tu mi capisca. Dopotutto, non capite mai." disse, e compose un unico, semplice sigillo.

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    Mi alzai dal mio letto, sudato. Mi guardai attorno, e tutto sembrava normale. Dopo essermi messo a sedere sul bordo del letto, mi alzai, stropicciandomi gli occhi. Una volta uscito da camera mia, e sceso in salotto, fui ricevuto da tuta la mia famiglia riunita, "Buon Natale, dormiglione! Dai, vieni ad aprire i tuoi regali!" Che bello, avevo una famiglia che mi voleva bene, dei regali, e nessuno zombie, al contrario del sogno che avevo appena fatto. Corsi ad abbracciare i miei genitori, e dissi "Ciao mamma, Ciao papà! Che dite, apriamo prima i vostri regali, o i miei?" Era un bellissimo, e normalissimo, Natale.

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    La slitta che usata per scappare ritornò presto nel cielo sopra il circolo polare Artico. Ma da lì non ne uscì Akai, o perlomeno, non con i propri piedi. Infatti l'unico cosciente sulla slitta era Santa, e portava in spalla un Akai svenuto. Subito gli elfi si ammassarono intorno a lui per sapere mettere in custodia sia la slitta che il ceppo madre. Santa scese dalla slitta e appoggiò Akai sulla neve "Quasi mi è dispiaciuto dover usare su di te l'illusione della vita perfetta. Dopo tutta la fatica che hai fatto, non saprai nemmeno cosa ti ha ucciso. Fate quello che dovete" disse, rivolto agli elfi. Subito dopo tornò nel suo ufficio, come se niente fosse.

    AKAI CHINOIKE
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