Tre su tre!

[Accademia O'Ren Ishing]

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    Avanti il prossimo!

    Sentenziò con uno sbuffo il sensei. Accompagnò con un gesto della mano le sue parole, distogliendo lo sguardo con aria seccata. Si annoiava. Anche se non avrebbe dovuto farlo. Gli esami Genin di quell'anno non erano granché, sembrava che il livello fosse un po' calato rispetto ai precedenti. Seduto dietro la lunga scrivania in legno, non voleva sentire le ragioni dei suoi colleghi. L'uomo che fungeva da Presidente della commissione, era un uomo di altezza nella media. Avanti con l'età, il corpo conservava l'immagine di una forma scolpita negli anni passati. Il volto era cosparso da cicatrici e i capelli scuri e folti, erano ormai brizzolati. Accanto a lui, uno shinobi decisamente più giovane, con due spessi occhiali sul naso acquilino e gli unticci capelli biondi, sembrava star cercando di ragionare con lui.

    Sei un po' troppo severo, Furuichi. Bocciare uno studente solo per un esercizio sbagliato..

    E' così che deve essere. Dovrei promuovere un buono a nulla che non riesce neanche a moltiplicarsi?

    Abbaiò in risposta Furuichi. A quelle parole, il biondino deglutì. La donna che stava dall'altra parte rispetto al brizzolato (che era seduto al centro), non diceva nulla. Osservava con minuzia il registro con i candidati all'esame e, quando uno per uno si presentavano lì, nella palestra sul retro dell'Accademia, osservava per benela foto, come per assicurarsi di avere davanti la persona giusta. Scribacchiava su un suo blocco degli appunti qualche nota ogni tanto, ma per il resto se ne stava in silenzio, con la stessa espressione impassibile sul volto. Sembrava un fantasma a causa della pelle bianca e i lunghi capelli neri e lisci, che quasi le coprivano il volto lungo. Il biondino sospirò, chiamando a gran voce il prossimo candidato.

    O'Ren Ishing!

    Neanche il tempo di farla entrare che subito Furuichi ordinò:

    Tecnica della Moltiplicazione del corpo. Immediatamente!

    »Nico«
    Non c'è bisogno ti spieghi. Per dubbi mp!


    Edited by Kerberotte - 27/10/2017, 22:59
     
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    Quando la mattina la sveglia suona, di solito lei si sveglia. Di solito. Non tanto perché sa che giorno è oggi, ma per ben altro. Non ha molta voglia ed ogni tanto le succede, spesso e volentieri quando è costretta a prendersi la valeriana la sera prima per dormire. Infatti, non appena qualche raggio di sole pallido salta all'interno della sua cameretta dalla finestra, la ragazzona comincia a mugugnare lentamente. Nel mentre, già qualche urlo di troppo pare presentarsi direttamente dal piano di sotto.

    - SVEGLIATI O'REN! -

    Uno più degli altri lo comprende: è il padre. La sta svegliando, ma lei si accoccola ancor di più sotto le coperte,
    dentro quel lettuccio così caldo e così accogliente, da una piazza e mezzo o non ci sta dentro, fino ad affondarci praticamente dentro. I piedi cominciano ad essere stuzzicati da un velo d'aria, le coperte si sollevano venendo fregate dall'immensa forza della giovane, la quale se le infila fin sul naso. Ha sonno. E decisamente poca voglia di svegliarsi.
    Passano uno, due, tre minuti e sembra che possa regalarsi altro tempo sotto le coperte. Fino a che qualcosa non la stuzzica. Non è soltanto un bel po' di aria in più che proviene da qualche parte. E' anche qualcuno con decisamente più forza che le sradica via le coperte dalle mani, destandola un po' troppo ed obbligandola a sgranare gli occhi con quelle pupille che si serrano e si aprono alternativamente per colpa del sole.


    - SVEGLIA! -



    - WOOOOOO! OOOH! -

    Urla su altre urla, con O'Ren che ha un salto istintivo sotto le coperte, guizzando seduta sul suo stesso letto.
    Agghindata fortunatamente del suo pigiamino, sta per tirare uno dei suoi soliti pugnazzi verso... Il padre. Mano destra serrata strettissima, muscoli contratti al di sotto del tessuto grigio, sguardo intontito e mano che si alza verso il viso dell'altro, prima di accorgersi di quel che sta succedendo. Si ferma in tempo, prima di tirare un pugno al povero padre.


    - *Yaaaaaawn* Ma che ti salta in mente papà... -

    - Devi dare l'esame, stupida, svegliati! -

    Nettamente più perplessa di prima, la ragazza farebbe per lanciarsi sul letto di nuovo. Anche scoperta può dormire. Ma è troppo tardi. I raggi solari le arrivano proprio in faccia, il che significa fine del sonno. Sgrana gli occhi di nuovo, abbassando le palpebre praticamente subito dopo. Uno scatto, due, tre e finalmente farebbe per slanciarsi sul letto, sedersi ed infilarsi le ciabattine.
    Le mattine sono praticamente tutte uguali: colazione, pesi, lavoro. Stavolta, però, ad O'Ren tocca ben altra sorte.
    A quanto pare, deve dare il suo Esame in Accademia e, come ovvio, se lo era dimenticato in quanto non ritenuto rilevante ai fini di vita. Non si prova di certo di essere forti eseguendo una Sostituzione, per questo lo ha bollato dal primo giorno come "Step Inutile". Ovviamente, trattandosi di uno Step Inutile, la voglia è sotto i tacchi. Il classico latte caldo va giù come suo solito, anche se è estate. I biscotti anche. Le è anche andata di sfiga, visto che è praticamente l'ultimo giorno libero prima delle Vacanze Estive. Si nota dalla faccia che non sta decisamente bene.
    Prima e dopo la tipica doccia, il tipico profumo ed il tipico apparire come un mezzo maschiaccio con sguardo aggressivo, svogliato ed abiti decisamente lussuriosi. Una strana tunica blu con variegati inserti gialli a coprirle la parte superiore del corpo. Leggera, quasi impercettibile su pelle ma abbastanza attillata da formarle perfettamente il tronco e la schiena. Le spalle sono bombate in modo quasi bizzarro, rendendole sensibilmente troppo grandi. Braccia nude, con soltanto quei bracciali tipici ai polsi. Pare quasi un abito cerimoniale, con tanto di grossa fasciatura bianca al ventre per tenere tutto quanto assieme. Le gambe sono avvolte in leggins strettissimi color marroncino, che formano quei quadricipiti in modo assurdamente preciso e perfetto. Capelli color castano avvolti in quel doppio cumulo stile pon-pon in fasciature bianche. Scarpe bianche, lunghissimi stivali fino a sotto il ginocchio.
    Niente altro. Nemmeno un millimetro di trucco. Ed è praticamente perfetta, se solo non fosse una specie di donna grossa quanto un armadio. I muscoli scolpiti si notano a colpo d'occhio, non facendo nulla per evitar ciò. Intanto,
    è pronta per uscire. Un saluto all'intera famiglia e farebbe per dirigersi verso l'Accademia del suo Villaggio. Svogliatissima, annoiata e decisamente scocciata.




    L'attesa è un altro piccolo trauma. Il caldo le forma una minimale patina di sudore sulla fronte di cui non si cura nemmeno. Poggiata su un muro, con le mani dietro la schiena, si guarda attorno, lasciando che chiunque possa distinguere la sua grossa figura femminile attraverso l'intera Accademia. Lo sguardo è basso, mesto, con un faccino tutt'altro che comprensivo. Digrigna spesso i denti, abbassa gli occhi ed il muso diventa quasi incarognito. Intanto,
    di fronte a lei, da quella porta pare in corso una strage. Uno dopo l'altro studenti che escono, alcuni che sembravano pure abbastanza disperati.
    Ma non riesce, nonostante ciò, a trovare la scintilla anche soltanto per muoversi da quella sua posizione semi-comoda. Da dentro, successivamente, qualcuno pare urlare il suo nome.


    - Aaah che palle.... -

    Mugola, muovendosi finalmente da quel legname. Uno, due, tre, quattro passi calcati aggressivamente, quasi scalciando il pavimento sotto di lei. Sbuffa dal naso, in modo non dissimile da un toro, con le mani serrate in due pugni. Non è tesa, almeno, non lo da a vedere fisicamente. Un pochetto lo è, anche perché un fallimento segnerebbe un altro anno a dover tentare di frequentare i corsi, magari. O addirittura essere cacciata dall'Accademia. Certo, tra spaccare legna e spaccare banchi preferisce la legna. Ma ha il desiderio, stavolta, di provare almeno a diventare Ninja.
    Riflessioni svolte mentre cercherebbe, con la mancina, di aprire la porta con un colpetto della mano. Rischia quasi di abbattere la porta, ma non le interessa. Proverebbe ad entrare in aula, con passi abbastanza scocciati, scalciando l'aria ed il terreno sotto di se, lo sguardo basso, aggressivo. Poca voglia, espressa con qualche ghigno brutale di troppo che le appare in volto ed il collo verso il basso. Però, nemmeno il tempo di entrare ed una voce le sormonta le viscere. Un ordine.
    Il collo si ritrae, lo sguardo si solleva, il cranio torna a mostrare una certa fierezza. Dentro l'addome, qualcosa si contorce rapidamente nell'essere di O'Ren. Qualcosa che sembra motivare i muscoli ad un responso decisamente diverso, come destandoli dal sonno che dura ormai da ore ed ore. Valeriana? Vada al diavolo. Una sottospecie di euforia pervade la donna, la quale ora improvvisamente si lascia scappare un grosso sorriso. Occhi che andrebbero a fissare intensamente, con un ghigno ed un sorrisetto in faccia, la triplice commissione. L'uomo cicatrizzato, la donna ed il biondino. L'ordine proveniva dal brizzolato, molto probabilmente, il che implica alla ragazza di fissarlo intensamente.
    E' come attratta da un buon profumo, quello dell'ordine, dell'imposizione, del pugno duro. Le pervade intensamente il corpo, la inebria, la sveglia e la rende reattiva quasi quanto un gattino, come in preda all'esaltazione che soltanto i fumi delle migliori droghe possono provocare. Inghiotte un po' di saliva, con gli occhi che rimangono intensamente fissati verso di lui.
    Non apre nemmeno la bocca, mentre cercherebbe di concentrarsi a sufficienza. L'ordine imposto le ha fatto tornare la voglia, la ha resa nettamente diversa, più pronta. In un fremito, cercherebbe di ricordare quanto le è stato insegnato e quanto di cui si è curata veramente poco.
    Tenta di concentrarsi, provando a ripetere una respirazione calma ed accorta, provando anche a fare in modo che le proprie energie interne ed esterne vengano convogliate all'interno del corpo. Prova, quindi, a concentrare le proprie forze psicologiche e fisiche al fine di tentare di applicarsi per convogliare il proprio Chakra nel corpo. Come a svegliare anche esso. Proverebbe, quindi, a far fluire le proprie energie in riserva all'interno delle mani.
    Queste stesse cercherebbero di portarsi una in fronte all'altra, all'altezza del petto, dopo che le braccia si sono leggermente sollevate ed i gomiti tenuti ben larghi. Prova a sbatterle, letteralmente, l'una contro l'altra in un sonoro applauso. Proverebbe quasi a darsi la sveglia da sola, a motivarsi a rispondere in assenso a quell'ordine.
    Il ghigno diventerebbe quasi divertito, semplice. La successione sarebbe differente. Da quelle mani sbattute cercherebbe di forgiare il primo sigillo della Tecnica della Moltiplicazione, la Pecora. Successivamente, sempre cercando di rimanere concentrata, proverebbe ad eseguire con minuzia e cura i restanti due sigilli manuali della Tecnica richiesta lei, vale a dire Serpente e Tigre nell'ordine. Pecora, Serpente, Tigre.
    Tre animali, per tre tentativi di sigillo delle mani. Una volta concluso l'ultimo, tenterebbe di concentrare i propri sforzi fisici e mentali al fine di provare ad eseguire tale tecnica richiesta, cercando così di far affluire l'energia in forma di Chakra all'interno del proprio apparato circolatorio.
    Nel caso tutto abbia buon funzionamento, proverebbe quindi a forgiare nella sua mente un esatto clone di se stessa, provando a darle la stessa forma, lo stesso fisico e lo stesso vestiario, assieme a stesso volto, capelli, altezza e muscolatura. Cercherebbe, una volta ideato, di applicar concentrazione e conoscenze nel tentativo di sfruttare quel Chakra che conserva al suo interno per provare a dare così vita a tale clone richiesto. Uno solo, perché non le è stato richiesto un numero preciso. Quindi, tenterebbe di crearne giusto uno, provando a renderlo praticamente identico a lei. Il tutto eventualmente di fronte alla "giuria", con quel ghigno che la rappresenta e la motivazione che sormonta dalle viscere e le vibra nei muscoli. Nemmeno una parola, soltanto un ordine da rispettare ed impostole.


    Resistenza: 50
    Stamina: 50-5
    ~ Moltiplicazione del Corpo
     
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    Eeeeh? Solo uno?!

    Sbottò il presidente della commissione, battendo un pugno sul tavolo. Il suo collega, il sensei occhialuto, sobbalzò impaurito. L'altra non disse nulla. Il biondino si avvicinò al collega, tentando di placarne l'ira nascente con un debole sorriso. Se solo ne fosse stato in grado, avrebbe fatto anche lui la voce grossa, impedendo al bruno di terrorizzare tutti gli studenti che gli si presentavano a tiro.

    Suvvia, che importanza ha il numero? Quella copia era perfetta e l'esecuzione è andata liscia come l'olio! Il flusso della ragazza scorre correttamente e non ha sprecato alcuna riserva di chakra, bilanciando per bene la dose per creare la copia. Direi che è un'esecuzione coi fiocc-

    Chissenefrega! La tecnica serve solo se si creano molte copie, altrimenti è più facile per l'avversario! Bisogna usare la testa quando si combatte!

    N-non stiamo combattendo, però..

    Fu tutto inutile. Furuichi incrociò le braccia, visibilmente scontento. Il biondino con gli occhiali, a quel punto, non poté fare altro che tirare un lungo sospiro e far finta di nulla, continuando con l'esame.

    Mh, d-dunque.. O'Ren. Saprai sicuramente come si dividono i gradi dei Ninja, giusto? Perché non me ne parli?

    Sempre la stessa domanda, che noia!

    Sbottò di nuovo il presidente, fissando la ragazza esaminanda dritto negli occhi.

    Rispondi a me: elencami tutte le arti di combattimento che un ninja può usare. E non fermarti a "Ninjutsu", e qui si perse in un'imitazione piuttosto scadente di chissà quale studente che aveva bocciato poco prima. perché le arti magiche hanno più rami e io li voglio sapere TUTTI!

    Il biondino si passò una mano sulla fronte. Quel suo collega era davvero incontentabile.
     
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    Un singolo clone, sì, ma un singolo clone a quanto pare perfetto. Ed effettivamente, quando la ragazza farebbe per voltarsi verso il suo fianco destro ed osservare tale creazione. A quanto pare, si tratta di un clone perfetto, anche per quanto cita il biondino. Benché invece la soluzione di generarne soltanto uno non pare esser stata una scelta adottata con risolutezza ed ideale positivo dal Sensei al centro. No, anzi, sembra prendersela parecchio.
    A tutto ciò, O'Ren risponde con un volto che è tutto un programma. Da un lato sembra decisamente spiacente per quell'errore, riconoscendo così il titolo e l'altezza di grado rispetto a lei dell'altra figura. Dall'altro lato, invece, sembra lanciare uno sguardo a "spallucce" ricco di sufficienza, come a dire che basta ed avanza, quasi dando un minimo di supporto al povero biondo che tenta di far ragionare l'altro.


    - Vuole che la rifaccio, Sensei? -

    Domanda, in un misto tra ricevere sicurezza ed un ordine ancora più chiaro e preciso. Quell'idea e quella scintilla generatesi fino a poco tempo prima nel suo volto paiono affievolirsi leggermente, una volta scaturita quell'apparente incomprensione in lei. Sembra tanto robotica, una specie di automa pronto a servire gli ordini di quella persona che ritiene ora superiore in grado e che deve imporle i propri desideri. Fino ad un certo limite, ovviamente.
    Scompare quel piccolo ghigno, assumendo più un sorriso di circostanza e di tranquillità. Del resto, a quanto pare la sua esecuzione è stata letteralmente perfetta, il che le dovrebbe aver garantito qualche punto aggiuntivo rispetto al resto della mandria bocciato per incompetenza. In quella situazione, quasi quasi si schiera a metà, ritenendo quel biondo una sottospecie di mezzo idiota che pensa soltanto a sfoggiare un sorrisino ed i calcoli, mentre chi da gli ordini lo ritiene un po' troppo sopra le righe. Un bravo Sensei, ovviamente, al punto da chiedergli se voglia una ripetizione dell'esercizio appena svolto. Quanto al resto della discussione, spallucce.
    Letteralmente, solleva le spalle e si guarda attorno abbastanza perplessa. Il suo lo ha messo, con quella semplice domanda fatta con un tono di voce sicuro e determinato. Successivamente, le vengono interposte ben due diverse domande. Di nuovo, da un lato il biondino che sembra prenderla molto alla leggera, dall'altro il polso gravoso messo in mezzo direttamente dal Sensei.
    Questa volta, la determinazione di fuoco nel lanciarle la domanda e soprattutto quello sguardo - cui risponde con uno decisamente serio, franco, onesto e pure troppo calmo - impongono in qualche modo nel cervello di O'Ren che debba fregarsene di quel biondo piuttosto pappamolla e puntare direttamente contro il brizzolato a centro gruppo.
    Gli occhi della giovane si inebriano in parte di quella sua determinazione, del pugno duro. E' come se lo riscoprisse nel giro di pochi istanti. Lui ed anche quel piccolo ghigno che le riappare in faccia, scomparso qualche istante prima.
    A regime quasi marziale, ponendo le mani unite dietro la schiena e lasciandosi andare ad un paio di colpetti di tosse controllati il cui unico fine è soltanto quello di schiarirsi la voce. Tono e sguardo determinati, sicuri di se, precisi e prepotenti, quasi cagneschi. Come se stesse ordinando alle sue stesse parole di uscire dalla bocca ed a queste ultime di infilarsi nel cervello dell'altro in modo propositivo.


    - NinJutsu, GenJutsu, FuuinJutsu, NinTaiJutsu, NinGenJutsu, HiJutsu, KinJutsu e pure le tecniche dei clan, oltre al SenJutsu. Oltre ai TaiJutsu, ma quelle non sono arti magiche. Ciò che accomuna le prima citate è l'uso prevalente della magia. I NinJutsu sono artifici magici creati sfruttando il proprio Chakra. Ne esistono di diversi tipi, da quelli elementali al creare i cloni di se stessi. Possono fare cose di ogni genere, sia in fase offensiva che difensiva. Hanno una enorme influenza strategica e di posizione nel combattimento. I GenJutsu invece si occupano dell'intaccare la mente del poveraccio che li subisce, alterando le sue percezioni, la sua vista e via dicendo. FuuinJutsu è l'arte dei Sigilli. Sempre usando il Chakra si può dare vita a determinati sigilli dagli scopi più disparati. NinTaiJutsu e NinGenJutsu fondono più arti assieme. Ad esempio, posso fondere le arti NinJutsu con il combattimento corpo-a-corpo. Gli HiJutsu sono una categoria che rinchiude dentro di se tutte le precedenti categorie, solo che essi sono segreti. A differenza loro, i KinJutsu sono addirittura proibiti. Certi clan o certe abilità fuori dal comune forniscono determinate tecniche. Il SenJutsu invece è il ramo degli Eremiti. E poi... Poi rimane la mia arte preferita~ -

    Un tono di gioia e di tranquillità, quasi felice, mentre farebbe per voltarsi direttamente verso il suo stesso clone,
    il quale dovrebbe - teoricamente - essere ancora là. Lo guarderebbe, sorridendo quasi gentile e generosa alla vista degli altri tre.


    - Il TaiJutsu è l'arte del combattimento corpo-a-corpo. Non richiede spreco di Chakra ma l'uso delle proprie energie fisiche... E... -

    Ridacchia leggerissima, una carezza, prima di tentare di rifilare una poderosa quanto violentissima testata al suo stesso clone. Prova a mirare direttamente contro il naso, perfetta copia del suo, con un sorrisino stampato sulla faccia, in un misto tra l'ignorante e l'esecuzione di un ordine. Sta solo facendo ciò che le viene chiesto, usare la testa. Cercherebbe, senza rincorsa, di tirar leggermente indietro collo e spalle, puntando sul naso. In un impeto di forza raccolta, concentrandosi al fine di non cadere e sempre cercando di mantenere un equilibrio preciso e perfetto sul terreno sul quale poggia i propri piedi, andrebbe a liberare l'energia cinetica. Proverebbe così a dar quella testata a tale corpo inerme. Nel caso vada a buon fine, esso dovrebbe scomparire in una nuvoletta di fumo bianco candido.

    - E siccome mi ha detto di usare la testa, le ho dato un esempio pratico~ Non me ne voglia lei,
    eh, se vuole le dico anche dei vari Gradi Ninja. Ma, la prego, almeno tiri fuori le palle prima... Si sta facendo mettere i piedi in testa. Vuole che i suoi studenti le ridano in faccia? Insomma, fuori gli attributi.
    -

    Perché alla fine della fiera, se vede qualcuno poco avvezzo al comando, nemmeno sa tenere a freno la lingua.

    Resistenza: 50-1
    Stamina: 45

    ~ Testata Ignorante al Clone
     
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    La ragazza non solo era perfettamente preparata sull'argomento, ma ebbe da dirne quattro a biondino che, per tutto il tempo, non era riuscito ad imporsi sul suo collega brizzolato, tentando di placarne il caratteraccio. Al sentire le parole della ragazza, il biondino divenne un peperone e prese a sistemarsi gli occhiali nervosamente.

    S-signorina, guardi che non è come sembra. Non si pu-

    Gli arrivò una pacca clamorosa dietro la schiena, così forte da non solo fargli perdere fiato, ma da far sbattere la faccia contro il tavolo. Quel suono venne coperto dalle risate del brizzolato Furuichi, che se la rideva di gusto.

    AHAHAAH! QUESTA QUA HA RAGIONE! TIRA FUORI QUEI DUE MANDARINI SECCHI CHE TI RITROVI!

    Senza peli sulla lingua.. si riprese subito dopo, voltandosi verso la collega, la piccola donna che era rimasta impassibile dall'inizio alla fine di quegli esami.

    Ops, fa finta di niente!

    Era diventato improvvisamente di buon umore. E il sangue che iniziò a scorrere dal naso dell'occhialuto lo mise ancor di più a suo agio. Incrociò le braccia, facendo sparire l'ilarità dal suo volto, alzando invece gli occhi seri verso O'Ren.

    Va bene, va bene. Facciamo che a teoria e pratica sei passata. Ora dimmi perché vuoi fare la kunoichi e poi fuori di qui.

    Ed era molto serio a riguardo, non avrebbe perso altro tempo in commenti inutili.
     
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    La spiegazione forse andava bene. Ma a quanto pare la base finisce per concentrarsi su quelle che sono le sue parole. Cambia lo sguardo, tornando ad essere quello calmo e risoluto di poco tempo prima. Pure troppo calma per il suo stesso essere. Riesce ad evitarsi figuracce e mantenere la calma di fortuna, soltanto perché sa che se dovesse scucirle qualcosa di peggio dalle labbra, potrebbe anche segnare il fallimento e la ripetizione del corso Accademico.
    O molto peggio, insomma.
    Invece, le parole che le sono uscite dalla bocca son servite più che altro a generare una sottospecie di chaos. Da un lato vi è quel povero biondino che ora si ritrova preso di mira addirittura dalla sua stessa studentessa, dall'altro il manesco e violento brizzolato che rifila una pacca sulla schiena talmente forte da farlo volare di faccia contro il tavolo.
    Le capacità di trattenersi di O'Ren spesso sono parecchio limitate. Come in questo caso.


    - AHAHAHah...Ah... -

    Le scappa una risata a voce un po' troppo alta. Di gusto, ben voluta, tranquilla, forse un pizzico antipatica da vedere e sentire. Sorride anche, come degna conclusione a quella risata che vorrebbe sia ricacciare in boccia sia far uscire per intero. Ha preso una botta clamorosa, quel poveretto. Ma la ragazzona alla fine deve semplicemente star ferma, tornare composta e non farsi scappare mai più una cosa del genere, pena: addio.
    Si ferma, attendendo che quella scena pietosa giunga a conclusione, degna o meno che sia. Almeno, aveva reso lo scorbutico di buon umore: sentiva dentro di se che i successivi dovevano crearle una statua o diventare suoi discepoli, se solo passavano l'esame. Come una specie di divinità da adorare. Forse esagera, forse no, fatto sta che è addirittura riuscita ad addolcire l'uomo di pietra.
    Scambia proprio con quest'ultimo uno sguardo serio, in risposta al suo, mettendoci qualche secondo a far scomparire quella leggera ilarità apparsa sulla sua faccia. Le braccia nuovamente dietro la schiena, con le mani entrambe congiunte tra loro poco sopra i glutei ed i muscoli che si esprimono in piccole contrazioni e fugaci "apparizioni" da sotto la pelle.
    La domanda postale è una delle più stupide che abbia mai sentito. La porta a cacciare fuori una faccia piuttosto scocciata, noiosa. Lunatica com'è, riesce a cambiare espressività in breve tempo, saltando dalla felicità alla "noia"
    apparente che esprime il suo sguardo ed il suo viso nella nuova domanda. Uno sbuffo nasale, come i tori pronti ad incornare, prima di riflettere per giusto qualche istante, alla ricerca delle parole buone da dire.


    - Diciamo che non sono disonesta, và. Voglio fare la Ninja perché voglio picchiarmi con qualcuno che sia effettivamente capace. Qualcuno forte. E siccome mia madre mi ha detto che i Ninja sono forti, beh, voglio proprio vederlo. Poi beh, mi piacerebbe comandare qualcuno - che sia una squadra di mammolette Genin appena uscite dall'Accademia o una Squadra di Anbu cazzuti come pochi - ed imprimere il mio pugno duro. Ma... Ma anche perché potrebbe essere una bella esperienza. Però, parlando onestamente, è solo per stampare la suola dei miei stivali sulla faccia dei montati palloni gonfiati che si credono forti perché salvano il gatto di una vecchia ma poi si ritrovano a scappare di fronte al pericolo con la coda tra le gambe. Sotto sotto è perché vorrei che cacciassero fuori le palle. -

    Nemmeno contiene quella vena di linguaggio scurrile. Però, almeno, ha dato una risposta estremamente sincera ed onesta, con tono fermo e freddo, calcato ed aggressivo. Ha fatto capire che quelle sono le sue prevalenti ragioni.
    Uno sguardo serio, attento, dalla testa alta e fiero - nonché fiera - di essere lì e di rispondere a suo modo a quella semplice quanto noiosa domanda.


    - Quanto a lei... Cosa sono questi timori? E' appena diventato Chunin? Insegnante? Là fuori ci sono un branco di ragazzetti il cui unico sogno verrà infranto appena si ritrovano un pugno sui denti o vedono che nel mondo delle fiabe dove i Ninja sono WOOO WOOO SUPERFIGHI OH MIEI KAMI TENGONO IL MONDO PULITO DAI CATTIVI ed invece li vedono tornare dopo una Missione menomati o dentro un sacco nero. Sono ragazzini stupidi che verranno pianti dai propri genitori. Serve il pugno duro, fargli capire che non devono giocare, che devono tirare fuori le palle e non fare i timidoni primi della classe. Deve comandarli e fargli capire che diavolo stanno per fare. Stanno per diventare i migliori schiavetti di qualcuno che sa imporsi. E che soprattutto i muscoli e le capacità contano quanto se non più del cervello là fuori, quando hai davanti i criminali ed i briganti che tentano di sopravvivere fregandosi il carro del vecchio che stai scortando. -

    La tiene a freno la lingua? Quando ha voglia. Sentiva proprio a pelle il bisogno di dirglielo. Fortunatamente con toni molto calmi. Ma tale biondo le sta già parecchio sui nervi, in quanto totalmente inetto a trovarsi là. Secondo lei fa una figura molto migliore l'altra donna presente, muta, alla quale riserva giusto uno sguardo, tentando di indagare su di lei e su quel che ci fa lì.
     
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    Tutti restarono in silenzio alle parole di O'Ren. Furuichi alzò un sopracciglio, pensieroso. La donna restò impassibile, come sempre. Il biondino, invece, divenne rosso. Ma questa volta diede retta al consiglio della ragazza.
    Il volto si distorse in un'espressione ferita. Poi divenne quasi risentito.

    S-signorina! Se avesse studiato a fondo la gerarchia degli shinobi, saprebbe che rivolgersi in questo modo ad un suo superiore è davvero scortese e irrispettoso! Sta sempre parlando con qualcuno che l'accademia l'ha fatta prima di lei, quindi dovrebbe avere rispetto per la mia posizione e non scordare la sua!

    Sbottò senza posa, alzando persino la voce. Ma Furuichi battè una mano sul tavolo.

    Promossa!

    Esclamò, infischiandosene del commento del suo collega. E, quando lui aprì la bocca del parlare, il presidente scosse la testa.

    A me piace, era ora che qualcuno dicesse le cose come stanno. Altro che buoni propositi! Qui bisogna usare il pugno di ferro per evitare che venga su qualche svitato di troppo e ci si ritrovi a dover morire in battaglia!

    Il biondino sospirò, facendo sprofondare il volto tra le mani. Non aveva potere decisionale in nessun modo. Il coprifronte del villaggio fu dato alla ragazza, assieme a ciò che portava la promozione. La cerimonia si sarebbe tenuta quella sera e, ovviamente, anche O'Ren era invitata, in quanto nuova Genin. Calava così il sipario su quell'esame. E l'occhialuto fece di tutto per evitare di insegnare, da quel momento in poi.

    Prenditi 33 punti e la promozione!
     
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