[Esame chunin] Terza prova #6

Finale: Lìf VS Shiro

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    [29 Ametsuki, Kirigakure, Doshaburi Arena (Arena della Pioggia Scrosciante)]


    original


    Tra gli spalti qualche ombrello volava via, trascinato dalla forza del vento. Sembravano sciami di fantasmi scuri che si avviluppavano in un disegno inquietante, tra le saette limpide e arzizogolate che schizzavano fuori dai grigi nuvoloni. I tuoni rimbombavano, mettendo quasi in secondo piano la voce di Mio, la presentatrice ufficiale del torneo. In mezzo all'arena, con il suo microfono, sorrideva a stento mentre con la mano libera sosteneva la cartella del programma sopra la testa. Il lungo impermeabile giallo mal riusciva ad evitare che le punte dei lunghi capelli, che vi scappavano fuori, venissero inondate dalla pioggia. Fitta come un nugolo di frecce nere, era la pioggia a scrosciare imperterrita sugli spalti e sull'arena. Un tempo che sembrava maledire quella giornata, tenuta in piedi solo dall'entusiasmo del pubblico.

    Nonostante il tempaccio, tenetevi pronti ad urlare per i nostri due finalisti! Coloro che ci hanno lasciato con il fiato sospeso durante i loro incontri!

    La solita tiratera di Mio per fare spettacolo, il tutto mentre la ragazza dai capelli rossi e il ragazzo dai capelli biondi si apprestavano ad entrare in campo. L'arena era sempre la stessa: rialzata da terra, era un grosso blocco di terra morbida di forma quadrata, un 20x20, questa volta. Ai lati del blocco, dei tronchetti d'albero, cinque per lato, disposti appositamente per essere usati dai partecipanti. Non c'era nient'altro. La giovane presentatrice dall'impermeabile giallo si allontanò con pochi passi dall'arena, scendendovi al di sotto.

    Lìf Arnbjørg di Ame da un lato! La rossa che ci ha stregato con la sua particolarissima arte degli insetti! Sicuramente la furbizia della fanciulla ci stupirà ancora una volta, del resto non si dice che il gentil sesso abbia una marcia in più?

    Dall'altro lato, invece, Shiro di Hekisui, il selvaggio dai capelli biondi! Colui che si destreggia con l'arte del cristallo, sfruttando la sua fantasia in modo da regalarci incredibili (e terrificanti) emozioni!

    Siamo tutti curiosi di sapere chi avrà la meglio tra questi due incredibili shinobi! Per questo.. che la finale abbia inizio!!

    Yama™ Kuma°
    Scusate il ritardo e gli eventuali errori, sono influenzata e non riesco neanche a tenere bene gli occhi aperti. Dunque, le regole sono le stesse per tutta la terza prova. Arbitrerò direttamente io. Quindi, ponendo che Lìf è D1 e Shiro D2, l'attacco va a..
    Immagine_7

    Lìf! Yama ha 2 giorni per postare, quindi la scadenza è il 30/09 alle 23.59.
    Vi avverto che il terreno è bagnato e lo siete anche voi, per cui potrei darvi dei malus et similia, a mia discrezione. Ovviamente in base alle vostre azioni :soso:
    Per qualsiasi dubbio scrivetemi!


    Edited by F u r y - 26/11/2017, 19:20
     
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    Ironia della sorte o solo gran senso dell'umorismo dell'universo, il giorno in cui volli attuare il piano di follia e panico, fu un giorno in cui la pioggia si abbatteva sui comuni mortali con violenza e fulmini e saette dominavano i cieli e avvolgevano le nuvole in catene.
    Avevo dato le cure necessarie a Remya e sarei rimasto al suo fianco fin quando non fosse finita... O forse iniziata?


    [...]


    Ogni goccia si abbatteva sul suo cappuccio nero e scivolava sinuosa fino alla sua fronte e poi giù sugli occhi.
    La gente si accalcava all'entrata dell'arena. Quel giorno si sarebbe disputata la finale ed era normale che ci fosse molta tensione e nonostante il temporale, lo spettacolo doveva continuare. E sarebbe continuato davvero in modo spettacolare.
    Sorrideva nascondendo il volto mentre si avvicinava all'ingresso, pensava al risultato di tutti i suoi sforzi e di quello che l'avrebbe fatto godere durante lo svolgimento del primo, unico e ultimo atto.


    Tutto Finale finisce qui...



    Oh abbiamo il semifinalista! Come ti senti oggi, Raul?

    Molto meglio, la ringrazio.

    Non te la prendere ragazzo, sei stato bravissimo nell'arena! Testa alta! Comunque entra pure!


    Non meritavano altre risposte, sapeva perfettamente come seguire il copione, esattamente come altri Raul avevano fatto insieme a lui da altre entrate dell'Arena.
    Sentiva puzza. Si, delle persone.
    Non sapeva se era la puzza che desiderava che arrivasse alle sue narici o quella nauseabonda di ipocrisia e finta felicità.
    Il sussurro della sua voce rimbombava nelle teste degli altri. Si, degli altri.


    Tra poco non rideranno più, vero? Chi è che riderà?

    I CLOWN!
    I CLOWN!
    I CLOWN!
    I CLOWN!
    I CLOWN!



    Erano tutti pronti. Tutti quei Raul, tutti quei cloni... Tutti i servi del figlio bastardo del caos, di me, di Qayin!
    Improvvisamente sei luci, più di un'esplosione su più versanti dell'arena. Gli spalti vennero invasi dall'onda d'urto e dal fumo che si mischiò ad un gas estremamente pericoloso.



    Un attacco kamikaze su più fronti e il caos iniziò a prendere piede tra gli spettatori, i partecipanti, gli organizzatori e i Kage.
    Lo scoppio causò la distruzione di parte dell'arena, iniziarono ad esserci le fughe più disparata. La gente si accalcava alle uscite causando altri danni mentre respiravano il gas e si spingevano l'un l'altro. I ninja dovevano necessariamente intervenire per i soccorsi tempestivi, salvare i feriti, scortare i sopravvissuti e non far dilagare il panico.
    Le squadre mediche dovevano prepararsi al peggio e se veramente c'era la diffusione di un gas mortale, avrebbero dovuto sintetizzare il più velocemente possibile una cura o un antidoto.
    I Kage, alcuni si portarono lontani velocemente dall'arena, altri decisero di dare man forte ai soccorritori con le loro innumerevoli risorse.
    A molti passò per la testa che gli autori potevano essere i Figli di Zero oppure i Lealisti, o magari gli oppositori di Severa a Tetsu o dei Pacifisti a Yugakure.
    La confusione avrebbe di certo rallentato tutte le operazioni.
    Qualcosa rotolò ai piedi della presentatrice e vicino ai finalisti. Era una testa, la testa mozzata e per giunta senza lingua del povero, originale, Raul. Era avvolto in un rotolo, una pergamena scritta, un messaggio che molto probabilmente sarebbe stato recepito molto dopo a causa del polverone che si era alzato per le esplosioni simultanee...


    [...la notte precedente]

    Qa...yin...

    Remya si svegliò incredibilmente mentre vegliavo su di lei. Forse i miei metodi stavano funzionando o semplicemente si era ripresa per qualche secondo.
    Avevo assunto di nuovo la mia forma, il Poliformio aveva già giocato la sua parte e in quel preciso istante già qualcosa si era mossa nell'arena.

    Ehi bambola, non sforzarti, altrimenti come faccio eh? Mica posso stare qua a curarti per sempre eheheh!

    Non ci voleva un esperto di psicologia per capire che facevo finta di giocare la mia parte, per la prima volta era realmente preoccupato per qualcuno e questo creava un conflitto fortissimo dentro di me.

    D..dove... siamo?

    Lontano dalla feccia. Tra poco Kiri sarà un casino incredibile e pagheranno, oh si che pagheranno. Ho mandato i miei cloni lì sotto forma di Raul.
    Senti qua...
    Ho creato una dose di Smilex, mi sono moltiplicato e ho lasciato andare i miei fantocci al posto mio. Nessuno sospetterebbe del vero Raul mentre entra nell'arena essendo un partecipante.
    Una volta che lo spettacolo inizia, i cloni si fanno saltare in aria con una bella tecnica che ho imparato a perfezionare in questi giorni.
    L'esplosione non solo creerà dei danni incredibili a spettatori e struttura, ma rilascerà da ognuno di loro il gas Smilex creando un bel casino.
    La folla impazzirà e come ciliegina sulla torta, gli farò capire quanto possano essere ingenui a fidarsi della loro pace lasciando un ricordino del vero Raul in mezzo all'arena.


    E fu quello che accadde.



    Il panico iniziò a diffondersi nella città. Gli ANBU e altri ninja, allertati dai Kage e dall'emergenza da codice rosso avrebbe setacciato la città per trovarmi, ma io e Remya non saremmo più stati nel Paese dell'Acqua.
    Il capo mozzato di Raul era truccato a regola d'arte per mostrargli una specie di mio volto da pagliaccio ed era stato lanciato in mezzo al campo avvolto in una pergamena che citava:

    CITAZIONE
    Carissimi idioti dei villaggi ninja, organizzatori, partecipanti e anche Capi, Kage e capre.

    Questo mio favoloso messaggio è stato molto difficile da elaborare per me, avevo solo voglia di prendervi un po' per il culo con tante volgarità, ma la teatralità è tutto per me e ve l'ho dimostrato.
    La testa di questo omuncolo schifoso è quella del povero Raul di Konoha e colui che ha partecipato alla semifinale al posto suo sono stato io.
    Mi dispiace che non ve ne siate potuti accorgere, ma ho le mie risorse e non avete visto ancora nulla, credetemi.
    Quanto a me, beh...
    ...vi ho proprio giocati, eh? Vi siete divertiti a tifare per questo insulso esame, per questi eventi mondani che sono tempestati da questo alone di pace e tranquillità che vi siete auto-imposti subito dopo la guerra. Bene. I tempi devono cambiare e anche le cose.
    Vi siete tutti crogiolati nella merda della finta felicità e siete rammolliti di colpo.
    Non siete stati capaci di prevedere che oltre allo schifo di terroristi con cui combattete, un uomo solo può ancora crearvi dei problemi sotto il naso.
    Vorrei essere lì mentre avete le facce disgustate, incredule, ma immagino già che qualcuno tra i presenti si sia beccato il mio marchio di fabbrica: un gas che stimola il sistema nervoso al punto da farvi fare grasse risate fino alla morte.
    La cura sarà difficile da trovare, ma in fondo non me ne frega un cazzo di voi schifosi insetti.
    Deve necessariamente entrarvi in testa che il male, quello vero però, esiste ancora mentre voi fate finta di nulla,
    che le sorti si possono capovolgere a un passo dalla fine e che non potete illudervi di stare dentro un guscio. Voi avete creato il sistema più fallace di sempre, voi avete creato uomini come Zero, voi che l'avete ucciso, voi avete sempre avuto la responsabilità. Bene. Liberatevene. Vivete finché potete a pieno delle vostre possibilità e basta con queste lagne del dovere e della libertà da difendere.
    Guardate il povero Raul, lui pure credeva in questi ideali che voi tanto professate, eppure l'ho privato del suo cazzo e dei suoi testicoli, della sua lingua e della sua testa. Gli ho anche ucciso i genitori che per vostra informazione sono in cenere dentro la borsa della loro camera dell'ostello.
    Per concludere.
    Il caos deve ritornare tra di noi e che vi piaccia o no, sconvolgerò tutte le vostre finte certezze.

    "Più mi tagli, più cresco, chi sono?"

    Risate ed ossequi
    Il figlio bastardo del caos

    Avrebbero preso tutti delle misure a riguardo, molto probabilmente avrei iniziato ad essere perseguitato da molti ninja e cacciatori di taglie.
    Era esattamente quello che volevo.
    Stufo di aver solo giocato. Macchiandomi di quegli omicidi e stragi mi iniziai a sentire finalmente quello per cui ero stato creato. Ero venuto al mondo solo per divertirmici come si fa con un animale indifeso da torturare.

    E ora, mia cara Remya... Prepariamoci. Ho intenzione di evolvermi. Voglio assolutamente superare colui che ha dato origine al sigillo Maledetto. Devo diventare il mostro di cui la gente narra. Quello che si nasconde nel buio ed è pronto a farti saltare in aria con una risata da brivido.

    Si... Voglio... vederlo... Voglio vederti evolvere...


    Si sarebbe aperto un nuovo capitolo di disastri nella mia vita a partire da quella frase, mentre tranquillo sollevavo Remya dopo aver fatto le valigie dal nostro rifugio nel Paese del Mare.
    Dovevamo cambiare aria e forse sapevo già dove recarmi per accedere a quei segreti che potevano essermi utili per il mio genio.


    L'arena è danneggiata, sono morti una cinquantina di persone tra il pubblico e ci sono più di duecento feriti.
    Ora può postare chiunque per fare post di soccorso, un unico post basta, ma potere anche continuare come se fosse una p.q.
    I Master hanno approvato questo mio intervento grazie alla base del Poliformio e l'uso della Kage Bushin e dell'Esplosione del Clone più lo Smilex

    P.s: Nessun pg o png importante è rimasto coinvolto, per farlo sarebbe dovuto diventare un evento più lungo con tanto di arbitraggi e seccature, ho preferito così


    Edited by F u r y - 6/10/2017, 21:19
     
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    Come dice, Fury, si può postare come volete in questo evento. Per Fury, ti assegno come exp 47*2,
    trattandosi di un evento speciale. Per la taglia, considerando la gravità delle azioni del pg, il modus operandi,
    il numero di vittime/feriti e il "ricordino" lasciato.. direi che puoi prendere metà di taglia data da una missione A,
    quindi 3500.
     
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    Arriva prima il boato, ed un istante dopo lo spostamento d'aria mi fa vacillare sul posto. Devo sorreggermi con la mano allo schienale della seggiola da spalto per non perdere l'equilibrio, mentre ruoto il capo verso quella densa massa di polvere scura che è comparsa dalla parte opposta dell'arena, illuminata internamente dalle fiamme come una lampada ad olio. Non riesco subito a capacitarmi dell'accaduto, sono ancora troppo preso dal gigantesco torneo cui sono venuto ad assistere, troppo pronto a godere delle plateali sorprese di cui tanto si parla in quei giorni di acclamazioni. Qualcuno invece è più sveglio ed istintivo di me, e già urla in preda al panico, le mani nei capelli. Di grida ed esclamazioni di stupore se ne sentono tante tra la folla, riesco a udirle distintamente nei pochi secondi che passano tra l'assordante esplosione e la successiva ricaduta di macerie. Alla seconda detonazione rinsavisco anche io, e mi rendo conto che non è scenografia. Devo fare qualcosa! Mi guardo attorno: l'uniformità della platea pare prendere vita quando tutti, contemporaneamente, iniziano a correre. Vedo gente cadere, venire calpestata, rotolare duramente sulle scalinate di cemento. Si aprono buchi dove le persone divergono, ed in altre zone convergono tutti ammassandosi in blocchi inamovibili. Capisco che mettersi a correre non serve, le vie di uscita sono già intasate. Che fare allora? Forse riesco a trovarne una libera... Ma il pensiero non fa in tempo a concretizzarsi che la terza esplosione mi cava tutta l'aria dal petto.

    -[ X ]-

    Riesco solo a pensare a questo, respirare! Ma per quanto mi sforzi, l'aria non vuole entrare. Gemo ed emetto suoni strozzati, un conato di vomito, tossisco ed infine un po' d'ossigeno lo guadagno. Sbatto le palpebre e mi accorgo che sto guardando da molto vicino il terriccio rosso del centro dell'area. Sono riverso a terra e ci metto un po' a capire dov'è il suolo e dove il cielo. Infine mi sollevo con braccia e gambe, combattendo contro numerose fitte che interferiscono con il funzionamento delle mie membra. quando sono in piedi le idee un po' mi si schiariscono e capisco che la terza esplosione mi ha colpito in pieno tanto duramente da proiettarmi dagli spalti fin dentro l'arena. Attorno a me vedo gente che corre in ogni direzione ed altra gente a terra, alcuni che si ritorcono su se stessi ed altri che giacciono inanimati, altri ancora che, diamine, ridono a crepa pelle! Follia! Il tutto oscurato da continue folate di fumo e polvere calda che transitano come vagoni di un treno. chissà quanto sono rimasto lì a terra a cercare di riprendere il respiro... Gli spalti sono in macerie, vedo grossi blocchi di cemento e travi d'acciaio spuntare dal terreno come giganteschi monoliti frantumati dalle martellate di un dio. Quando abbasso lo sguardo intontito, mi accorgo che mi cola sangue dal sopracciglio. Lo asciugo sull'avambraccio sinistro che ora, mi accorgo, è tutto un dolore. Anche il pantalone, all'altezza del ginocchio, è pregno di sangue ed a brandelli, ma la gamba risponde bene. Perfetto! Tiro su col naso e decido di muovermi. Pensieri meccanici, elementari, quelli che ti permettono di agire retto anche nel caos più totale. Per il momento meglio abbandonarsi a quelli; se ragiono troppo vado anche io nel panico. Cerco di orientarmi e nel farlo noto una persona a due passi da me, distesa a faccia in giù. Mi lancio verso di lei, sembra messa male, forse riesco a portarla con me fuori da quel maledettissimo inferno. Le afferro una spalla e la giro.

    EHI, MI SENTI?!

    La mia voce stenta ad arrivare persino alle mie orecchie, figuriamoci alle sue, considerando che non ce le ha più. Più precisamente non ha più la faccia. Distinguo solo un ammasso di sangue, capelli, e materia bianchiccia che pare identifico come frammenti d'ossa. Lascio il cadavere lì dov'è e mi alzo realizzando che ad ogni istante che passa acquisisco sempre di più le mie normali facoltà mentali. Comincio persino a rendermi conto dell'orrore che ho appena toccato, ma quando sto per farlo, qualcosa mi urta facendomi quasi cadere a terra. E' una donna, che mi guarda con occhi dilatati dal terrore. Ci scambiamo quello sguardo muto per chissà quanti micromillesimi di secondo dilatati all'infinito, poi alla velocità del flash di uno scatto fotografico la riconosco: è la presentatrice dell'evento! Mi accorgo che stringe un foglio stropicciato nella mano destra, lei invece si accorge che non sta più fuggendo. Quindi si volta ridandosi alla fuga e lasciando cadere il foglio a terra. Non so perchè ma lo raccolgo, mentre penso
    "Chissà se si salverà...". Sollevo il foglio con le mie dita bioniche, cerco di appiattirlo mentre attorno a me dilaga il disastro più crudo. E' tutto assurdo, persino quel che faccio io. Punto lo sguardo sull'inchiostro nero che lo imbratta e faccio in tempo a leggere:

    ...merda della finta felicità e siete rammolliti di colpo. Non siete stati capaci di prevedere che oltre allo schifo di terroristi con cui combattete, un uomo solo può ancora crearvi dei problemi sotto il naso. Vorrei essere lì mentre avete...

    In quel momento non riesco a cogliere alcun significato, eppure qualcosa mi si smuove nelle profondità del subconscio, e sento una sorta di pugnalata emotiva al centro del petto. Poi una voce conosciuta, che pare giungere da una distanza remota, mi distrae:

    GENDO VATTENEEE!!!

    E' Sensei Ren, mi volto, la vedo arrivare rapida come un giaguaro a caccia, schivando tra la folla. La mia mano agisce per conto proprio e riaccartoccia il foglio, ficcandolo nel borsello un'istante prima che Ren arrivi. Mi placca brutalmente e mi trascina in una serie di balzi verso una posizione sopraelevata. Afferrandomi ai lati del viso, mi costringe a guardarla e, sempre gridando, dice:

    Non respirare quel fumo, ti ammazza. Mi senti? Devi aiutarmi, dobbiamo evacuare queste persone. Avanti, riprediti cimice, mi servi!

    Sbatto le palpebre e la vedo balzare via, giù nella mischia. Mi alzo, accorgendomi di essere stato portato sui resti di un trave largo tre passi che spunta dalla struttura ritorta dell'arena come la costola di uno scheletro, a dieci metri da terra. Da lassù tutto mi appare con chiarezza sempre maggiore. E con il cuore che batte all'impazzata, assisto al caos più tremendo che si possa concepire. E' la follia! Deglutisco e seguo Sensei Ren, lanciandomi anch'io giù nella mischia...


    Mi sono preso la pergamena scritta da Quay... Quajy... Qu... dal PG di Fury :sasa:
    MA! Ma ho ruolato che prima ce l'aveva la presentatrice, che si è data alla fuga. Quindi il messaggio non resterà segreto, lei sarà brava e lo riferirà a tutti come Fury vorrebbe! Però il foglio lo voglio io...

    Ovviamente io PROPONGO questo mio intraprendente post. Se voi master mi dite che non posso fare sta cosa,
    ahimè lo cancello.
     
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    narrato, parlato, parlato altri"


    una settimana prima...


    Ciao mamma, ciao Papà, sono a casa! Dissi, mentre richiudevo dietro di me la porta scorrevole con un colpo secco. Il sole era oramai tramontato da una mezz'ora abbondante, e l'ora tarda mi valse un rimbrotto da parte di mia madre appena varcai la cucina, dove loro erano appostati come predatori in attesa del loro pranzo "Alla Buon, ora, Akai! Temevamo ti fossi perso! Ci stavi facendo preoccupare! " Mi sembrò più che doveroso dare delle spiegazioni, così incominciai la mia arringa di difesa "scusate, ma sono stato fuori casa tutto questo tempo a causa di un allenamento particolare: ho infatti sviluppato un modo per migliorare la mia mira in condizioni di scarsa visibilità. L'esercizio consisteva nel tirare armi da lancio al tramonto, in modo che, con la diminuzione di visibilità, ci sia un progressivo aumento di difficoltà. I risultati ancora non si vedono, ma dopotutto ho incominciato da poco!" parlai tono quasi entusiastico, e i miei genitori si calmarono. In particolare, mio padre fu molto colpito dall'impegno che avevo dimostrato in quegli ultimi giorni "Sai, Akai, io e tua madre abbiamo notato che ti stai dando molto da fare ultimamente, quindi abbiamo deciso di premiarti: andrai a vedere la finale del torneo chuunin, a kiri!" Io davvero non potevo credere a quelle parole "D-davvero mi porterete là? Sul serio? MA È FANTASTICO! GRAZIE MILLE! Quando partiamo?" "In realtà, Akai, solo tu ci andrai; se tutto va bene, domani mattina. Ora, a mangiare, e poi a letto!" non avevo parole per dire in quale stato di estrema felicità mi ritrovavo, e la notte quasi non chiusi occhio per via dell'emozione. Il giorno dopo, dopo aver fatto i bagagli, partii con tutte le migliori intenzioni.

    giorno della finale...


    Dopo aver passato indenne la fila all'entrata riuscii ad entrare nell'arena, e mi si presentò davanti in tutta la sua magnificenza. Era davvero enorme, e con quella tempesta che si stava scatenando la cosa diventava ancora più inquietante. Magnifica, sì, ma anche inquietante. Ma le mie sfortune non potevano essere finite. Infatti, il destino infame volle che mi trovassi esattamente tra un ninja di Hekisui e uno di Ame. Non vi dico le urla, gli insulti e gli spintoni (che si volevano dare tra loro, ma che alla fine arrivavano tutti a me) che si scambiavano. Tutto iniziò con in incoraggiamento "Vai Lìf, fagli vedere chi sei!!" "Quella lifangiongangela non ha speranza contro il cristallo di Shiro! La sconfinggerà facilmente!" "Hahah, ma fammi il piacere, gli insetti prevarranno molto facilmente su quel platinato" "Oi bello, cerchi rogne?!?" "Io no, ma vai tranquillo che se continui così due schiaffi ti arrivano prima di subito" "Io adesso giuro che te ne arrivano..." non fece in tempo a finire la minaccia, poiché diverse potentissime esplosioni interruppero la pace nell'arena. L'onda d'urto mi scagliò letteralmente via dal mio posto, facendomi sbattere la testa sul freddo cemento. Per un qualche momento, a causa di quella perso leggermente coscienza di me. Tra l'altro il rumore dell'esplosione di talmente forte che mi ritorovai con un taglio alla tempia e un timpano sanguinante. La vista era annebbiata, i suoni erano sovrastati da un fischio insistente, e finalmente capii l'espressione "non capirci niente". Intorno a me, una massa informe di corpi urlava e si contorceva per scappare dall'arena, oramai diventata luogo di morte. Mi alzai in piedi, lentamente, e appoggiandomi agli spalti, mi avvicinai ai due ninja che prima bisticciavano. Il ragazzo di Hekisui, grande e grosso, si era già alzato, e stava controllando le condizioni dello Shinobi di Ame, che aveva subito più danni di tutti. "Come state? Avete ferite serie?" "Lui non è serio, ma a giudicare dalla potenza delle esplosioni, devono esserci persone messe molto peggio di lui..." "Bisogna andarsene dall'Arena, non è sicura. Ma prima di tutto bisogna sgombrarla ma con tutto questo caos, non credo sarà una cosa facile. Senti, ninja di Hekisui. Dobbiamo fare qualcosa. Non so che cosa, ma qualcosa!" di lì incominciai a pensare velocemente, cercando di ragionare lucidamente nonostante la folla inferocita in sottofondo e i mille aghi piantati in testa, metaforicamente parlando. "Ho un'idea. Hai una discreta forza fisica, giusto? Perfetto, allora cerca di radunare una discreta folla intorno a te, diventa il loro leader, poi guidali fuori. Vedi quella massa di detriti là?
    Ecco, dietro di essa ci dovrebbe essere un uscita di emergenza.
    Sollevala, spostala, polverizzala, non importa, basta che crei un passaggio.
    E, mentre tu guiderai fuori quella folla, io starò di ronda, e cercherò di aiutare tutti quelli che sono rimasti indietro. In pratica, tu farai il leader, io l'angelo silenzioso. Tu sarai la luce che guida, io l'ombra che supporta. Capito?
    " "Ok, va bene...
    Vado! Ce la metterò tutta!
    " "Bene, allora muoviti, non abbiamo tempo da perdere!" Il ninja di Hekisuki partì in quarta, facendo di tutto per attirare l'attenzione. Ora mi toccava pensare al ninja di Ame. Stavo per prenderlo in braccio, quando lui mi bloccò. Io rimasi sconcertato, e lui mi spiegò che in realtà era sempre stato vigile,a che dopo l'esplosione, a causa di un colpo alla testa, aveva momentaneamente perso il controllo del corpo, ma ora era tornato quasi alla normalità. "Hei, anche io voglio dare una mano, e so anche come. Per favore prendi il mio zaino. Dovrebbe essere sotto il mio posto. Ecco. Poi, da lì prendi il binocolo e una ricetrasmittente. Ora impostata sul canale trentasette. Bene.
    Ora ti spiego. Io mi prendo un luogo bene sopraelevato, e col binocolo ti aiuto a individuare le persone più vicine e che hanno bisogno di più aiuto
    " "Bene, andiamo! " La mia prima persona soccorsa fu un signore di mezza età che si era rotto scompostamente una gamba, non riusciva a reggersi in piedi. Io lo presi in braccio, cercando nel mentre di tranquillizzarlo, e lo portai fuori da quell'inferno di macerie, travi corpi mutilati, e sangue. Una volta uscito, mi ricontattò il ninja di Ame "Hei, un bambino è in mezzo agli spalti da solo! Vienilo a recuperare! " lesto rientrai in quello che da ora in poi avrei definito "inferno" e, grazie alle indicazioni della mia sentinella, riuscii a trovare il bambino, sull'orlo del pianto mi avvicinai a lui con fare rassicurante "Hei piccolo, dove sono i tuoi genitori? Erano con te?" Il bambino, con un po' di titubanza, mi disse "Beh, ero con loro, volevo vedere la finale, ma poi ci sono stati quei rumori, e io non li ho più ritrovati! Ti prego, aiutami!" annuì, e me lo caricai sulle spalle. Una volta usciti, ci metteremo venti minuti abbondanti prima che lui riconoscesse i suoi parenti. È stato appagante vedere tutte le lacrime di gioia, ma ritornai al mio lavoro, continuando così la mia alternanza tra il dolore delle viste dentro l'Arena, e la gioia di chi si ritrovava fuori di essa. In me cresceva ogni secondo di più un quesito: chi era così malvagio da fare una cosa del genere? Nel caso me lo fossi ritrovato davanti, non gliela avrei fatta passare liscia,

    AKAI CHINOIKE
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    La fatidica mattina era giunta, con quell'ultimo evento si sarebbe decretato il vincitore di quel mini torneo. Svariati giorni erano trascorsi e i candidati si erano prodigati nelle prove più disparate. Tutti avevano dato il meglio per arrivare alla vetta dimostrando tutte le loro capacità. Chi era stato promosso? Chi no? Certamente tutti gli altri, in quel momento, erano pieni di ansia ed inquietudine per il responso che di li a breve sarebbe stato reso pubblico. Per i due nell'arena era ben diverso, ancora un fatica era richiesta loro, ancora un ultimo sforzo prima di potersi crogiolare nell'ansia dell'attesa per il risultato di quei quei giorni accesi.

    Lìf Arnbjørg di Ame da un lato! La rossa che ci ha stregato con la sua particolarissima arte degli insetti! Sicuramente la furbizia della fanciulla ci stupirà ancora una volta, del resto non si dice che il gentil sesso abbia una marcia in più?

    Dall'altro lato, invece, Shiro di Hekisui, il selvaggio dai capelli biondi! Colui che si destreggia con l'arte del cristallo, sfruttando la sua fantasia in modo da regalarci incredibili (e terrificanti) emozioni!

    Siamo tutti curiosi di sapere chi avrà la meglio tra questi due incredibili shinobi! Per questo.. che la finale abbia inizio!!


    Ed ecco i due finalisti entrare in campo, gli applausi ed i tumulti scaturirono fragorosi dal pubblico a dare manforte all'uno o all'altra.

    Virgo cosa ne pensi? Chi dei due arriverà a bere dal calice della vittoria?

    A quella domanda stranamente Virgo non diede ascolto, anzi si mise sull'allerta annusando l'aria e ringhiando come se qualcosa stesse accadendo. Che avesse avvertito qualcosa? O semplicemente era il suo istinto? Non potevo ancora saperlo ma anche io, preoccupato, scattai in piedi e mi guardai intorno. Non servì a molto, in quel turbinio di rumori e di persone in movimento era impossibile notare qualcosa di sospetto ma pochi attimo dopo capii cosa Virgo aveva percepito: un terribile pericolo. Diverse devastanti esplosioni colpirono l'arena, da punti diversi degli spalti si propagarono onde durto devastanti e una sorta di gas che tutto sembrava tranne che innocuo.

    Ma che succede? Siamo sotto attacco?

    Nel giro di pochi istanti il caos si propagò a macchia d'olio ed in nessun modo fu possibile identificare l'origine di quel putiferio. Gli spettatori si accalcavano cercando di fuggire mentre gli shinobi, della sicurezza e non, cercavano di evitare ulteriori disastri causati dal panico.

    Su Virgo... Dobbiamo fare qualcosa... Diamoci da fare...

    Io mi unii subito ai soccorritori ed insieme a Virgo diedi priorità al recupero dei feriti rimasti bloccati dalle macerie, notai poco lontano dalla mia posizione un ammasso di ruderi di una parete crollata ed un bambino semi bloccato e privo di sensi, nella migliore delle ipotesi. Rapidamente lo raggiunsi iniziando a spostare le macerie ed, una volta liberato, controllai i suoi segni vitali. Per fortuna era solo svenuto così rapidamente lo spostai in groppa a Virgo.

    Corri Virgo, portalo all'esterno

    Il mio fedele amico non se lo fece ripetere e scattò via. Nei circa cinque minuti che impiegò a destreggiarsi abilmente per mettere al sicuro il bambino, io riuscii a trarre in salvo altre persone bloccate dai ruderi nei dintorni mentre altri Ninja di più alto grado, cercavano di dare ordine e compostezza allo sfollamento. Quello che doveva un giorno di giubilo e di gloria si trasformò in una tragedia che sarebbe stata ricordata da molti. Chissà quali erano stati i motivi di tutto ciò... E soprattutto chi sarà stato? Passarono ore prima che la situazione si tranquillizzasse nel vero senso della parola e ed in quell'arena restarono solo i resti di un troneggiante edificio. Nei giorni successivi ci sarebbe certamente stato da fare per rimettere tutto apposto ma almeno lo sgombero era giunto al termine. Purtroppo il bilancio dei danni era tragico.
     
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    Mesmerizzati dalle due ombre sul ring, gli individui nella folla applaudivano con forza sotto la pioggia scrosciante delle finali. Ad omaggiarci fu proprio il sottile nugolo di aghi d’acqua che dalle nubi cadevano a terra, sfaldandosi in bolle e gocce incolore e senza un gusto ben definito. La folla gremita se ne stava seduta, indomita, a impugnare con una mano l’ombrello e ad applaudire con l’altra usando ginocchia o altre parti del corpo come base per la creazione della cacofonia d’incoraggiamento. Urla e schiamazzi tingevano il perimetro, corollario perfetto per cingere la voce di una suadente annunciatrice, mai stanca di berciare. Giunta alle finali avendo dato il massimo nelle prove precedenti, provavo indubbiamente una certa titubanza nei confronti del mio avversario, il più adatto di tutti gli altri a calpestare quel suolo in quella precisa occasione. Durante gli intermezzi tra le varie prove ero giunta alla conclusione che magari, da qualche parte, una persona più in gamba di me sarebbe stata più adatta a prendere il posto di un’estranea come me, magari un qualcuno con più volontà. Con la volontà del fuoco, così la chiamavano. Ma a quel pensiero se ne accostò un secondo, la sua nemesi: io non ero giunta lì scherzando e giocando, ero consapevole degli errori commessi ma avrei potuto rimediare dando prova di me.

    Nonostante il tempaccio, tenetevi pronti ad urlare per i nostri due finalisti! Coloro che ci hanno lasciato con il fiato sospeso durante i loro incontri!

    Sapeva aizzare la folla come uno stuolo di cani affamati, eppure la voce della presentatrice nascondeva in sé effetti per nulla tirannici, o odiosi. Quel suo lavoro, quel suo “saper intrattenere le folle” le venivano facili, non c’erano dubbi ma mentre il suo vestiario era stato adattato alla finale, io ero lì con i soliti abiti stranieri attribuibili probabilmente alla fase adolescenziale. Così diversi dai vestiti di un ninja comune, non avrei dato nell’occhio alla maggior parte degli spettatori ma solo ai più attenti ed eruditi in materia di usi e costumi di altre terre. Schioccai la lingua guardando Mio di sottecchi e sbattei le palpebre per l’arrivo di una goccia sul naso, passandovi il pollice per una pulizia alla rinfusa.

    Lìf Arnbjørg di Ame da un lato! La rossa che ci ha stregato con la sua particolarissima arte degli insetti! Sicuramente la furbizia della fanciulla ci stupirà ancora una volta, del resto non si dice che il gentil sesso abbia una marcia in più?

    M’ero fatta sicuramente dei tifosi, bizzarra la vita! Diedi ai fans omaggio della mia presenza con un inchino, agitando poi la chioma per creare un po’ di scompiglio e regalare femminilità a destra e manca. Seh!

    Dall'altro lato, invece, Shiro di Hekisui, il selvaggio dai capelli biondi! Colui che si destreggia con l'arte del cristallo, sfruttando la sua fantasia in modo da regalarci incredibili (e terrificanti) emozioni!

    Anche per Shiro ci furono cori e applausi, provenienti da una consistente fetta di gente con idee simili. Per alcuni quell’esame nascondeva persino un profitto, tra sponsor e scommesse (clandestine e non) c’era l’imbarazzo della scelta. Sicuramente un evento seguito e atteso dal mondo, in grado di tenere gli spettatori col fiato sul collo, regalare posti di lavoro e fornire abbondanti entrate monetarie.

    Siamo tutti curiosi di sapere chi avrà la meglio tra questi due incredibili shinobi! Per questo.. che la finale abbia inizio!!

    E la finale ebbe sì inizio, ma in un modo assai inaspettato e in grado di distorcere la reputazione dell’evento. Mai sarebbe stata scelta migliore di quella per dare il via ad un pericoloso attacco esterno, proveniente dalla storia del passato e figlio di quegli aspetti dei ninja di cui non ero a conoscenza. Ma come nella pirateria, con gli schiavisti, gli uomini pesce e le bande avversarie, in quel continente non mancava la piaga malsana, la parte corrosa. Una concatenazione di esplosioni nacquero di lì a poco in ogni parte dell’arena, seguendo i canoni di un vero attacco terroristico premeditato e disordinato, creato ad hoc col solo scopo di gettare un po’ di scompiglio. Sortirono gli effetti voluti dall’artefice, nascosto nell’ombra chissà dove, ma fu proprio di quest’ultimo che non mi curai. Tappai di getto le orecchie e cercai la collaborazione delle braccia per proteggere le parti ritenute vitali, senza discriminare. Il fumo generato bloccava la visuale non di poco, inoltre per la sua presenza non era chiaro in quali altri punti sarebbero sorte esplosioni che in quel momento erano giunte a quota cinque.

    And then...



    *DIAVOLO! Maledizione!*

    Era come se qualcuno ci bombardasse in mare, da una distanza ignota e nella nebbia dell’alba. La quinta esplosione generò una pioggia di macerie nelle vicinanze, ma miracolosamente ne uscii parzialmente illesa per merito degli insetti seppur sentii qualcosa conficcarsi nel fianco destro, un pezzo di metallo senza fronzoli. Uno sciame elastico e corposo che in una bizzarra formazione sembrò resistere e bloccare macigni di medie dimensioni, considerevolmente veloci ma friabili come se costituiti di polvere. Iraconda e tesa oltre che dolorante schioccai la lingua tra i denti ricreando lo schiocco tipico, mentre arcigna in volto provai a sollevarmi e fissare l’area al fine di intravedere anche il più minimo indizio, anche la più singola traccia che potesse portarmi all’attentatore, seppur per colpa di quell’oggetto estraneo in corpo la mia gamba vacillò, piegandosi. Non caracollai né caddi, tuttavia per quello strano movimento dovetti allungare la mano in avanti per non sbattere e mantenermi in una posizione migliore. Guardai ancora, coprendomi la bocca per una nuova esplosione e il fumo tossico misto all’aria. Nulla di nulla, a parte un’oggetto non identificato che nel polverone era rotolato fino ai piedi della presentatrice, non più presente a centro campo ma in fuga per la paura. D’istinto provai a calciare via l’elemento sferico, senza prestare la dovuta attenzione a cosa fosse realmente ma ritrovandomi il piede insozzato di materia scarlatta del tutto corrispondente a sangue.

    *CHE CAZZO HO CALCIATO? E’ UNO SCHERZO VERO?*

    Scherzo o meno, feci pressione e forza sul fianco, decisa in quel momento a uscire da quel posto adempiendo al mio incarico di essere umano. Allungai la mano sinistra strisciando sul ventre fino a toccare il tubo nero, agendo con forza con una presa verso l’esterno, aiutata dalle capacità curative degli insetti, già messi in moto. Strinsi i denti tra le voci e gli scoppi, aiutata dall’azione benefica della pioggia e dalle azioni degli shinobi in zona. In linea con la mia visuale vidi il corpo di una bambina avvilita e riversa per terra, stesa supina lontana dalla sua carrozzina. Che fosse malata?

    -DIO SANBI! Fjandinn hafi það-

    Strinsi per fare più pressione sul metallo e rimuoverlo dal fianco, ignara delle possibili conseguenze avanzai con uno scatto instabile sia per spostarmi di lì, sia per raggiungere la piccola in serie difficoltà. Scostai l’ennesimo “mini meteorite” con un movimento ondulatorio, disconnesso, parabolico, rimettendomi in marcia ad ogni pericolo schivato. Sentii le urla di una donna e il crollo di una porzione di spalti, fortunatamente evacuata in tempo dalle guardie, dai capi villaggio o dai semplici cittadini. Allungai la mano e con una zampata spazzai via una nuvola di polveri fitta, accorgendomi delle condizioni della bambina e del problema che su di lei incombeva una volta arrivatole vicina. Così minuscola ma forte stava annaspando nel tentativo di uscire dalla prigionia di un grande masso, uggiolando per il dolore di alcune escoriazioni.

    -Lìf tirerà fuori piccola da lì sotto, non preoccupare!-

    Due i modi per farlo: distruggere il masso o cercare una leva, ma erano azioni infattibili in quello stato in quanto non solo non v’erano le condizioni fisiche per sollevare un tale macigno, ma nemmeno l’ombra di un oggetto lungo a cui far affidamento. Cosa potevo fare? cercai di far perno e sotto il masso nella speranza di essermi sbagliata, applicando la forza nei polpastrelli seppur il dolore al fianco non facesse che peggiorare le cose. Piegandomi sulle ginocchia applicai tutta la forza necessaria, sperando nella collaborazione della piccola e delle sue braccia funzionanti. Cominciò a strisciare in avanti con tutta la forza mentre a stento riuscivo a mantenere quel peso sugli arti superiori. Percepivo le unghie distendersi e la carne dilaniarsi per il contatto prolungato con la roccia, ma alla condizione fisica negativa c’era la soddisfazione di star facendo qualcosa di buono. Un aiuto miracolante giunse dagli spalti, forse la madre o l’infermiera, che con un balzo discreto fu subito lì pronta per portare via la ragazzina, incapace come me di prevedere l’ennesimo risvolto negativo.
    Quando sentii una risata vicina, mi percorse un brivido indefinibile lungo la spina dorsale, gelido come le terre invernali e i ghiacciai del mare del nord. Alla vista dell’icona della risata lasciai istantaneamente il masso, pulsante rosso per una nuova detonazione. Saltò in aria con ferocia nel mondo dei vivi, di lui riconobbi con chiarezza i connotati e non ebbi dubbio nel riconoscerlo e identificarlo come Raul, il ragazzo del fulmine che avevo incontrato ai confini di Konoha, il quale gesto diede origine ad un dismembramento di travi metalliche. Tre per la precisione, che dalla sommità dell’arena vennero giù come una valanga, cozzando e roteando su se stesse, giungendo senza freni e trattenute a stento solo dalla tensione di un cavo d’acciaio.

    -FOTTUTI ESAMI!-

    tenor



    Sanguinante, adirata, sconcertata, rabbiosa. Spogliandomi della casacca unii i palmi in preghiera, cercando l’aiuto dell’energia magica in mio possesso per inebriare ogni cellula e ogni androne, al solo scopo di evolvermi. Lo stress ebbe voce in capitolo, il sangue non solo zampillò copiosamente dalle tante ferite ma si fece largo tra i condotti fino a giungere al cuore con irruenza. Sinapsi, neuroni, terminazioni nervose: pelle, muscoli, ossa, derma. Vista, olfatto, udito, tatto, gusto. Dalle unghie sanguinanti venne fuori il nutrimento per gli insetti, che a frotte nacquero e si svilupparono in una nuova forma, aprendo le ali trasparenti e puntando con odio quel nemico ferroso in dirittura d’arrivo. Diedi loro tutto di me, firmando un nuovo punto del contratto, quello che prevedeva il mio sangue come linfa vitale per loro. La loro rapidità spettrale, il loro ronzio mortuario venne accentuato dall’uscita impressionante del “terzo squadrone”, composto da circa un’altra cinquantina di bestie. Diedi loro la forma di una frusta, forte abbastanza da invertire la posizione delle travi e così bloccarle, per guadagnare tempo e bloccare quell’evidente pericolo incombente. E prima di riuscire ad accorgermene, la cosa andò in porto.

    -VIA! Uscire di qui!
    -G-GRAZIE! Grazie ninja di Ame!-

    Se avessi detto “chiamatemi Lìf”, avrei soltanto sbroccato poco dopo, ergo non lo feci.


    Edited by Yama™ - 11/10/2017, 19:22
     
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    I miei passi erano lenti e stanchi mentre avanzavo inesorabilmente attraverso i corridoi dello stadio, sentivo il peso dell'intero corpo opporsi a quel lento incedere verso un luogo che non volevo più vedere. La sola idea di dover veder nuovamente l'arena, teatro della mia pubblica umiliazione, mi faceva stare male. Sentivo le viscere contrarsi a più riprese mentre un senso di nausea si faceva strada attraverso le mie carni rallentando ancor di più la mia andatura, in alcuni era così forte che dovetti necessariamente fermarmi ed appoggiarmi alle mura per non cadere. Mashiro che camminava dietro di me mi osservava preoccupato in quei momenti di debolezza, purtroppo per lui sapeva benissimo cosa mi era accaduto due sere prime, subito dopo la semifinale contro Lìf. Mentre ero solo in stanza venni colto da una crisi di rabbia e odio che sfociò in un atto di autolesionismo, presi il filo spinato che portavo nel taschino e senza nemmeno rendermene conto strinsi i pugni intorno ad esso. Le punte penetrarono lentamente nella carne grazie alla forza che stavo esercitando, il dolore provato fu tremendo ma comunque più sopportabile della debolezza di cui ero schiavo. Un urlo squarciò il silenzio della casa. Mashiro aprì la porta ed entrò nella stanza per accertarsi delle mie condizioni, ma mai avrebbe pensato di trovarsi davanti ad una scena del genere: ero in ginocchio per terra davanti allo specchio della stanza, le mani stringevano il filo mentre il sangue inizialmente ne seguiva la linea per poi cadere sul pavimento e tingerlo di rosso, esattamente come i miei occhi. Durante quell'esplosione di emozioni attivai per riflesso lo Sharingan mostrando nuovamente la mia natura. Voltai lo sguardo verso Mashiro e questi mi fisso attentamente senza distogliere lo sguardo, pareva volesse scrutare cosa celasse la mia anima dietro a quelle iride rosse macchiate da un punto nero. Per la prima volta vidi un espressione di preoccupazione su quel volto che era sempre stato impassibile nei miei confronti, dopodiché chiusi gli occhi e mi addormentai. Quella fu la seconda volta che Mashiro vide il mio Sharingan, la prima fu durante lo scontro con Lif, avendo così la conferma della mia appartenenza al Clan Uchiha, Clan che sembrava essere maledetto da quanto si poteva evincere dalla storia ninja. Clan del quale non sapevo assolutamente nulla se non quanto raccontato nei libri di storia o da quello che si diceva in giro. Alle mie sofferenze si era aggiunta una nuova fonte di dolore.

    -Forza siamo quasi arrivati, dobbiamo solamente salire le scale di fronte e siamo arrivati agli spalti per gli accompagnatori ed i partecipanti del torneo.

    Giunti alle scale che portavano agli spalti sentii una corrente d'aria fredda investirmi, le ossa si ghiacciarono mentre un brivido intenso mi percorse lungo tutta la schiena. La pioggia continuava a cadere incessantemente quasi volesse demolire l'arena, eroderla completamente fino alle fondamenta. Le nubi temporalesche coprivano ogni più piccolo frammento di cielo lasciando il Paese in un'ombra quasi innaturale, il Sole sembrava un lontano ricordo che stava per essere completamente obliato in quelle terre. Mentre salivo i gradini il vento mi sferzava in volto portando con se la rude pioggia, sentivo il cuore appesantirsi sotto a quel tempo infausto mentre le fiamme dei ricordi si accesero alla vista dall'arena allestita per lo scontro finale. Per alcuni lunghissimi istanti la rabbia si fece strada attraverso le mie membra cancellando ogni senso di nausea o pesantezza.

    -Vi odio...

    Pronunciai quelle parole con tono basso ma Mashiro riuscii comunque a sentirle, aveva certamente capito cosa stessi passando in quei giorni. Allungò una mano e con delicatezza la poggiò sulla mia spalla destra. Voleva a suo modo confortarmi ed impedirmi di fare sciocchezze, voleva ora abbattere quel muro che lui stesso aveva eretto e che separava il Sensei dall'allievo. Certamente era dovuto al fatto che fossi un Uchiha, non vi era altra ragione per la quale avrebbe potuto cambiare il suo atteggiamento.

    * Che schifo... *

    Giunti al posto che ci era riservato ci sedemmo senza curarci minimamente della pioggia. Volevo solo che tutto terminasse il più velocemente possibile, non potevo sopportare la vista di Lìf. La odiavo, esattamente come odiavo Yamashita, esattamente come odiavo me stesso.
    La folla sugli spalti era impaziente di assistere allo scontro tra i due finalisti, sentivo le voci concitate di chi mi era vicino che discuteva su chi sarebbe stato il vincitore, quali "fantastiche" tecniche avrebbero mostrato quel giorno e così via discorrendo. Erano eccitati come non mai. Uno scontro che sarebbe dovuto finire nella storia ninja ma che fu oscurato ed obliato da eventi ben peggiori e più importanti.
    Subito dopo l'introduzione di Mio sentii e vidi un'esplosione dalla parte opposta dell'arena, la folla cominciò a correre in preda al panico verso le uscite più vicine. Immediatamente sia io e che Mashiro ci alzammo dalla nostra posizione in allerta, eravamo pronti a correre lungo tutto il perimetro dell'arena per andare a vedere cosa fosse successo ma prima che ciò fosse possibile ci fu una seconda esplosione, questa volta più vicina.
    L'onda d'urto generata mi sbalzò di una decina di metri dalla mia posizione facendomi andare a sbattere contro il parapetto che vi era subito dopo gli spalti, la botta era stata violenta ma per mia fortuna non sembrava aver causato ferite gravi, probabilmente avrei avuto dei grossi lividi su tutta la schiena. Mi alzai da terra facendo leva sulle braccia mentre nel frattempo attivai lo Sharingan per avere una chiara idea di cosa diavolo stesse accadendo intorno a me: uno spettacolo disgustoso.
    I corpi privi di vita di diversi uomini, donne e bambini si trovavano lungo tutti gli spalti. Chi era stato così fortunato da non morire a causa dell'esplosione si mise immediatamente alla ricerca dei propri cari ma la maggior parte di coloro che erano vivi cominciò a fuggire in direzione degli ingressi ancora intatti. Si ammassavano gli uni sugli altri non curanti di cosa li circondasse, guidati esclusivamente dall'istinto di sopravvivenza, non importava che le persone a terra fossero incoscienti oppure già morte. La paura aveva preso il sopravvento sul loro cuore.
    A causa dello Sharingan tutto sembrò muoversi a rallentatore, riuscivo a scorgere ogni minimo dettaglio di ciò che stava accadendo purtroppo anche i più macabri. Vidi distintamente il corpo di una giovane donna che respirava ancora venire brutalmente schiacciato dalla folla in fuga, le ossa si deformavano e cedevano sotto il loro peso mentre il suo volto cercava affannosamente aria prima di essere calpestato a morte spargendo nei dintorni parti di materia cerebrale. Lei era soltanto una delle tante vittime al quale era toccata una morte così orribile, ovunque mi girassi vi erano scene molto simili, corpi maciullati dalle macerie o dalla folla. Gente che piangeva disperatamente alla ricerca di qualcuno.
    Le viscere si contrassero rapidamente a più riprese mentre sentivo il contenuto del mio stomaco salire attraverso l'esofago. Portai la mano alla bocca nella vana speranza che bastasse a non farmi vomitare ma tutta quella morte e disperazione erano troppo per me, mai in vita mia avrei pensato di vedere uno scenario simile.
    Eravamo tutti deboli.
    Vi era sempre qualcuno di più forte.
    Dopo che ebbi rimesso mi pulii con la manica della maglia e subito dopo comparve Mashiro al mio fianco, presentava solo un piccolo taglio sulla fronte mentre il coprifronte era spaccato a metà, probabilmente lo aveva salvato.


    -Vieni! Dobbiamo aiutare a quante più persone possibili ad uscire dall'arena, ci sono state altre esplosioni i quei istanti durante il quale sei stato sbalzato via. C'è anche un gas nocivo a quanto pare, fai attenzione a quando respiri e cosa respiri. Alzati!

    Mi sollevò di peso alzandomi per il braccio destro dopodiché cominciò ad impartire ordini a tutti quelli che ancora non avevano perso la calma o che stavano faticosamente cercando di salvare chi era rimasto bloccato sotto le macerie. Non potevo indugiare di fronte ad una situazione simile, così mi misi subito all'opera per evitare che il numero di vittime aumentasse. Non c'era tempo per i miei soliti pensieri sull'essere forti o deboli, adesso erano in ballo delle vite vere.
    Sarei potuto cambiare dopo un evento simile? L'essere messo a diretto confronto con la realtà poteva aiutarmi a crescere?
    Io...Io non avevo idea...

     
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8 replies since 28/9/2017, 12:33   488 views
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