L'inizio per un nuovo Shinobi.

Accademia Kenji Himura

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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    L'alba primaverile che trasmetteva un leggero tepore, accompagnato da sbuffi di vento che di tanto in tanto scompigliavano i capelli dei passanti. L'aria fremeva, a causa della moltitudine di studenti che, quella mattina, avrebbero effettuato l'esame per diventare Genin. Un evento che si ripeteva ogni tot, una sorta di primo vero test per gli aspiranti shinobi, i quali avrebbero dato man forte al proprio villaggio, magari entrando a far parte della nuovissima O.S.U., chissà. Le aspirazioni erano differenti da studente a studente, il sensei non aveva minimamente idea di cosa in futuro i suoi allievi sarebbero diventati. Nella stanza in cui si sarebbe svolta l'ultima lezione l'aria era tutto fuor che respirabile. La tensione era palpabile e i visi degli studenti sfociavano in espressioni che, per un momento, spaventarono un po' il sensei. Allibito, Aine Kamizùru, abilissimo shinobi appartenente al clan della manipolazione di Api, il famigerato Kamizùru, sedeva sulla cattedra, mentre con gli occhi scrutava la paura ben esposta in ogni lineamento dei visi di quei giovani studenti.

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    I capelli argentei scendevano per la sua fronte, posizionandosi davanti alle lenti di quegli occhiali quadrati che portava sulla punta del naso a punta. Era giovane, tuttavia dimostrava grandissime potenzialità.

    Buongiorno a tutti. Mi chiamo Aine Kamizùru, oggi sono qua per sostituire il vostro sensei. In veste di esaminatore, vi dico in partenza che chi non è pronto ad un esame di tale importanza come quello per passare a Genin, può levarsi immediatamente dalle palle. Sono qua per valutare persone degne di farsi chiamare Shinobi, non mezze calzette.

    Prese un respiro profondo dalle narici ed espirò dal naso. I suoi pensieri si rivolsero subito al suo vecchio sensei, il quale lo crebbe a diligenza e pugni in faccia. Voleva imitare il suo stile d'insegnamento, che di certo si era rivelato efficace con lui in primis. Riprese parola con lo stesso tono grave ed al contempo spaventosamente rigido che assunse nella prima frase. Rimase tuttavia stupito dal fatto che nessuno in classe si alzò per andarsene: forse aveva impresso adrenalina nei corpi di quegli studenti. E ne rimase piacevolmente colpito.

    Bene, vedo che nessuno vuole andarsene. Ora vi spiegherò le regole del mio gioco. Da questa scatola, estrarrò due biglietti. I nomi impressi su di essi, determinano il primo "scontro". Che, per fortuna, o sfortuna, non avverrà tra voi, bensì tra me e la coppia interessata. Tranquilli, non ci andrò piano.

    Sfoggiò un macabro sorriso, fissando coi propri occhi color cenere il resto della classe. Vedeva in alcuni di loro un po' di paura. E gli piaceva, fin troppo. Mise la mano all'interno della scatola di cartone, coperta da un velo di seta cinabro. Dopo aver mescolato, estrasse il primo nome. Alzò il capo e con l'entusiasmo di un bambino annunciò il primo candidato a rivestire il ruolo di neo Genin del paese della Terra.

    Kenji Himura.

    Il silenzio piovve sulla classe al risuonare delle parole del Sensei, che, mentre aspettava che il ragazzo si posizionasse davanti a lui, iniziò a frugare nella medesima scatola. Dopo qualche secondo annunciò il secondo nome.

    Remilia Hidoki. Prego, da questa parte...


    Bene, ecco iniziato il tuo viaggio nel GDR! Post descrittivo, non preoccuparti, hai carta bianca se non per quando ti "chiamo" a me e sull'aspetto del sensei. Cerca di immedesimarti il più possibile con il pg e fai emergere la sua personalità.

    Per qualsiasi dubbio, MP! :rosa:
     
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    narrato
    pensato
    parlato
    parlato nonno
    parlato sensei


    La luce calda del sole mattutino incominciò a illuminare la notte stellata, con il suo tipico colore rosastro lungo la linea dell'orizzonte. Quel giorno, vi erano pochissime nuvole nel cielo e chiunque si fosse alzato di buon'ora avrebbe assistito a uno spettacolo meraviglioso e toccante, in grado di riscaldare il corpo e l'anima degli esseri viventi. I raggi solari illuminarono poco per volta le mura rocciose del tempio e il cortile interno, mentre un canto armonioso e religioso si sparse in tutto il luogo. Una quindicina di monaci era seduta in mezzo a quel cortile, intonando una preghiera per dare il benvenuto al nuovo giorno e per ringraziare la natura. Tra di essi, vi era il giovane Kenji, il quale avrebbe dovuto superare una prova impegnativa quella mattina. Forse la più importante della sua vita, grazie alla quale avrebbe avuto inizio la sua storia e mosso i primi passi verso una grande avventura.

    Così è finalmente giunto il momento tanto atteso?

    Al termine della preghiera, la persona che gli parlò fu suo nonno adottivo, il monaco che lo trovò abbandonato in una grotta molti anni fa e che lo allevò come se fosse suo nipote. Si avvicinò e si sedette di fianco al ragazzo, strofinandosi ripetutamente il pizzetto molto lungo e grigio con le dita.

    Sì, dopo vari anni di accademia è finalmente giunto il momento dell'esame per diventare genin.

    E immagino che tu sia abbastanza in tensione, non ti vedo rilassato come al solito.

    Non posso farci niente, è più forte di me essere un po' preoccupato per dover affrontare l'esame. Posso calmarmi con la preghiera, ma non sono in grado di essere perfettamente rilassato.

    Andare incontro a una prova senza la benché minima paura può rivelarsi poco saggio. L'armonia sta nel regolare le proprie paure e ansie e continuare per la propria strada, senza voltarsi indietro, imparando a conoscere i propri limiti e in seguito a superarli.

    Un momento di silenzio calò tra i due, necessario per far assimilare a Kenji il discorso e a riordinare le idee nella sua mente. Inspirò lentamente l'aria nei polmoni ed espirò con altrettanta calma.

    Grazie nonno, ora mi sento meglio.

    Si allontanò dal cortile per andare nel suo alloggio per potersi cambiare e andare all'accademia ninja del villaggio della roccia. Ripose i suoi indumenti da monaco in un cassetto, ben ordinati e piegati, per prendere dei vestiti più adatti all'occasione. Uscì dal tempio e si incamminò verso il centro del villaggio, camminando lungo i ponti di legno e roccia che univano le strutture tipiche della sua terra natale. Il villaggio era formato da molte costruzioni di roccia e pietre, levigate e lavorate finemente dai migliori artigiani del Paese. Agli occhi di un estraneo, l'intero villaggio poteva sembrare monotono, senza particolari decorazioni colorate per riconoscere immediatamente la propria destinazione. Comunque, tutto questo a Kenji non importava granché. Anzi, si sentiva a suo agio in mezzo a quelle costruzioni rocciose.
    Dopo circa una mezz'oretta di cammino, arrivò all'entrata dell'accademia, insieme a una moltitudine di studenti spaesati e agitati. Alcuni erano messi molto peggio di lui, si vedeva lontano un miglio che erano tesi come una corda di violino. Uno addirittura di spaventò tantissimo quando un suo compagno gli toccò la spalla da dietro.

    Calma e sangue freddo, ce la posso fare. Ho studiato a lungo e mi sono allenato proprio per poter affrontare questo giorno. Non devo avere rimpianti.

    Gli alunni entrarono poco per volta nelle loro aule, in attesa di iniziare l'esame. Il giovane monaco si sedette in un posto a metà tra la cattedra dell'insegnante e gli ultimi posti della stanza. Poteva osservare chiaramente le facce spaventate dei suoi compagni di classe mentre si sedevano al loro posto. L'aria era decisamente carica di tensione e nervosismo, forse qualche lezione di meditazione avrebbe giovato a molti suoi coetanei, ma non erano mai stati particolarmente entusiasti a quell'idea. Dopo qualche minuto di attesa, giunse il momento di iniziare l'esame per diventare genin con un evento inaspettato. Dalla porta di ingresso, infatti, entrò uno shinobi dai capelli argentati e con un paio di occhiali, decisamente più giovane rispetto alla maggioranza dei sensei dell'accademia. A quanto pare, l'esaminatore non sarebbe stato il loro solito insegnante e ciò provocò ansia per alcuni studenti. Un esterno era solitamente più severo ed esigente, oltre ad essere totalmente imparziale.

    Buongiorno a tutti. Mi chiamo Aine Kamizùru, oggi sono qua per sostituire il vostro sensei. In veste di esaminatore, vi dico in partenza che chi non è pronto ad un esame di tale importanza come quello per passare a Genin, può levarsi immediatamente dalle palle. Sono qua per valutare persone degne di farsi chiamare Shinobi, non mezze calzette.

    La descrizione gli calzava a pennello, con lui era necessario tirare fuori tutta la grinta e la determinazione che si possedeva. Sarebbe stata una prova dura, ma Kenji era pronto a dare il massimo per superare l'esame.

    Continua verso la tua strada, senza voltarsi indietro.

    Inspirò ed espirò un paio di volte per prepararsi mentalmente: intorno a lui non c'era più quella leggera tensione che si poteva percepire con un occhio attento. Lo stesso valeva per molti suoi compagni di classe: nessuno si alzò per andarsene. Tutti loro avevano dei buoni motivi per raggiungere il grado genin, il primo passo verso i loro sogni. Alcuni erano più importanti, altri potevano sembrare più superficiali se giudicati da determinate persone, ma per ogni alunno presente in quella stanza il proprio desiderio aveva lo stesso identico valore.

    Bene, vedo che nessuno vuole andarsene. Ora vi spiegherò le regole del mio gioco. Da questa scatola, estrarrò due biglietti. I nomi impressi su di essi, determinano il primo "scontro". Che, per fortuna, o sfortuna, non avverrà tra voi, bensì tra me e la coppia interessata. Tranquilli, non ci andrò piano.

    L'idea di dover affrontare il sensei in uno scontro non lo dispiaceva, però sapeva bene che avrebbe rischiato di prendersi delle belle botte nei prossimi minuti. Ormai era quasi abituato a farsi atterrare di continuo dai monaci del tempio, però non sapeva se sarebbe stato in grado di impensierire in ninja con il suo livello attuale.

    Chissà come ci valuterà?

    Nel frattempo, l'esaminatore prese il primo biglietto dalla scatola ed esclamò il nome dello studente.

    Kenji Himura.

    Eccomi, sensei.

    Il giovane monaco si alzò dal suo posto in mezzo alla classe e si diresse verso la cattedra. Fermandosi davanti a lui.

    Remilia Hidoki. Prego, da questa parte...

    I primi due candidati erano stati selezionati: Kenji Himura e Remilia Hidoki avrebbero dovuto collaborare per non fallire le aspettative del ninja di Iwa. Fortunatamente, i due avevano fatto degli allenamenti insieme nel corso dei vari anni accademici ed erano in grado di fare delle azioni coordinate, a differenza di altre teste calde in aula o nelle altre classi che preferivano agire da soli. Con alcuni non andava d'accordo perché si comportavano come dei bulletti e ogni volta interveniva per allontanarli dalla vittima. Non amava litigare se poteva evitarlo, però in alcuni casi, come autodifesa per lui o per il prossimo, aveva atterrato un paio di bulli come lezione.
    Prima di incominciare, unì le mani davanti al petto e piegò leggermente la schiena verso il sensei. Era un gesto per mostrare il proprio rispetto verso l'altro interlocutore.

    Coraggio Remilia, usiamo la stessa strategia di qualche mese fa in palestra?

    La ragazza annuì e iniziarono la loro strategia, facile da ricordare perché era l'ultima volta che avevano collaborato come squadra: Kenji si mise davanti a lei per coprirla e insieme eseguirono due tecniche differenti: il ragazzo avrebbe usato la tecnica della moltiplicazione per creare cinque copie non reali e tangibili, ma perfettamente uguali a lui. La compagna, invece, avrebbe usato la tecnica della trasformazione per diventare una sua copia identica. In quel momento vi sarebbero stati sette Kenji davanti al sensei, sperando vivamente che non riconoscesse immediatamente i cloni falsi. A questo punto, sarebbero scattati in direzione dell'esaminatore in questo modo: Kenji, stando verso il fianco sinistro del sensei, avrebbe cercato di fare una finta, cercando di attaccarlo sulla parte alta del corpo con un pugno per poi fermarsi e abbassarsi per tentare una spazzata verso le sue gambe. Le copie avrebbero mimato ogni suo movimento, mentre Remilia avrebbe attaccato dal lato opposto, cercando di mimare il più possibili i movimenti delle copie e tentando di attaccare con un pugno la faccia dell'esaminatore.
     
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    L'impetuosità dei due esaminati fu parte dell'eccitazione che il sensei provava in quel momento: un sentimento carico di emozioni, fin troppo. Era la prima volta che combatteva contro due studenti dopo il suo esame Genin, ormai passato ben cinque anni prima. Il posizionamento insolito dei due tuttavia anticipò ciò che nella sua mente si stava formandosi. Il nascondere la propria compagna ed immediatamente dopo il non vederla più, fece aggrottare le sopracciglia del sensei, il quale non vedeva altro che sette copie di Kenji avvicinarsi a sé. Fu ovvio, a parer suo, che la ragazza si fosse trasformata nel suo compagno. Non era una tattica banale, tuttavia affrontare così impetuosamente una figura sconosciuta, senza analizzarne prima le capacità e le caratteristiche, era un'azione da sciocchi. Con un balzo all'indietro, poggiò i piedi sul muro alle proprie spalle, evitando entrambi i colpi dei due. Imprimendo un minimo di forza nei propri arti inferiori, con un altro balzo planò sopra le loro teste. Essendo un abile Shinobi, specializzato nel NinTaijutsu, non fu un'azione difficile. Appena i suoi capelli sfiorarono le sette copie del ragazzino, senza compiere alcun sigillo, cinque shuriken pregni di chakra Fuuton apparvero attorno al suo corpo in completa torsione in volo. Essi si scagliarono contro le copie, facendole svanire in una nuvola di fumo. Indietreggiò di tre passi e sorrise, osservando i due.

    Un tale approccio vi avrebbe solo che fatto male. Non conoscete il vostro avversario,
    buttarsi con tale impeto non è una strategia giusta. Vedete di difendervi da questo, potrebbe farvi male.


    Un avvertimento che si sarebbe materializzato in poco tempo. Il sadismo del sensei emerse nel momento in cui, battendo i piedi per terra e scalfendo il pavimento dalla forza impressa, estrasse rapidamente due kunai, i quali furono a loro volta impregnati dal charka Fuuton, similmente a ciò che fece in precedenza. Ovviamente mirò in modo che, se uno dei due venisse colpito, nessuna grave ferita se non un taglio avrebbe penetrato nelle loro carni. I kunai roteavano vorticosamente verso le figure degli studenti. Avrebbero dovuto reagire al più presto.


    Allora, ottimo post,
    complimenti! Mi piace come scrivi, però occhio a non allungare troppo il brodo. Bravo anche per come hai fatto emergere la personalità del PG. La tattica era altresì buona, però, come ho scritto nel post, purtroppo il sensei è bastardo e non è caduto nel tranello :asd:

    Ricorda di riportare lo spechietto delle azioni, con conseguente Stamina e Resistenza (in questo caso devi solo scalare la Stamina per la Moltiplicazione e la Resistenza per il pugno). Non fare anche quello della tua compagna, basta solo il tuo.

    Ora tocca a te difenderti, fa come credi, ricorda che sei in un'aula e hai a disposizione diversi modi per difenderti e/o respingere le armi. A te! :rosa:
     
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  4. Gamered
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    parlato sensei


    I due giovani tentarono di dare il massimo fin dall'inizio con quell'offensiva, ma bastò un semplicissimo movimento all'indietro del sensei per mandare in fumo i loro piani. In effetti, c'era da aspettarselo con il divario abissale che li separava, però Kenji rimase leggermente deluso da quel fallimento. Aveva dimostrato le proprie capacità all'esaminatore, o queste non erano sufficienti?
    Aine Kamizùru appoggiò i piedi sul muro della classe e si diede una spinta per planare sopra le loro teste, con dei movimenti tali da stupire diversi alunni seduti al loro posto. Un istante più tardi, tutte le copie illusorie svanirono contemporaneamente in nuvolette di fumo dopo essere state colpite da degli shuriken. Kenji provò emozioni contrastanti in quel momento: ansia tipica quando si è sotto esame mescolata con l'eccitazione di mettersi alla prova con un avversario più abile, di oltrepassare quei limiti imposti inconsciamente dalla mente e di migliorare se stessi.

    Qualunque cosa succeda, sarà un'esperienza importante da sfruttare in futuro.

    Un tale approccio vi avrebbe solo che fatto male. Non conoscete il vostro avversario,
    buttarsi con tale impeto non è una strategia giusta. Vedete di difendervi da questo, potrebbe farvi male.


    Kenji avrebbe voluto avere qualche secondo in più per assorbire la lezione impartitagli dal Kamizùru, ma non vi era il tempo per farlo. Quest'ultimo iniziò la sua offensiva immediatamente, estraendo due kunai e facendogli roteare in aria con una dose del suo chakra fuuton. Gli studenti ovviamente non potevano sapere questo e perciò rimasero sbalorditi quando videro le due armi avvicinarsi pericolosamente. Agendo quasi completamente con il suo istinto, il ragazzo tentò di lanciarsi dietro la cattedra, sperando vivamente di essere abbastanza veloce da riuscirci. I muscoli di tutto il corpo si tesero al massimo per fornire più spinta alle gambe, fino a sfiorare il loro limite. I polmoni aspirarono più aria possibile per immagazzinare ossigeno e i battiti cardiaci erano fortissimi. Non si ricordava di aver spinto il suo corpo così lontano prima d'ora e sicuramente non avrebbe avuto una seconda occasione per farlo in quelle condizioni.
    Una seconda alternativa valida era utilizzare la tecnica della sostituzione per scambiarsi di posto con un qualsiasi oggetto nelle vicinanze, cosa che tentò Remilia con una sedia nelle vicinanze. Il problema di quella strategia era la sequenza di sigilli da effettuare e le conoscenze sui ninjustu di Kenji, che non erano allo stesso livello del suo taijustu.


    CITAZIONE
    azioni: mi lancio dietro la cattedra + sforzo massimo

    stamina: 50 - 5 = 45
    Resistenza: 100 - 1 - 1 - 50= 48

    Ho messo i costi delle azioni di questo post e di quello precedente. Spero di salvarmi lanciandomi come un sacco di patate :asd:
     
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    Con l'agilità di una cavalletta il ragazzo monaco riuscì nell'ardua impresa di salvarsi da quel minaccioso Kunai fiammeggiante nell'etere. Accompagnato da un rumore ovattato, esso impattò sulla superficie lignea, penetrando in quelle fibre di una manciata di centimetri. La punta del Kunai sfiorò i capelli del ragazzo, che iniziò a grondare di sudore. La stessa sorte fortuita capitò alla sua compagna, la quale riuscì ad evitare una probabile ferita profonda all'addome giusto quella frazione di secondo prima che il secondo Kunai impattasse contro le sue carni. All'unisono il suono dell'arma da lancio impattò sul ferro esterno della sedia: nonostante la sostituzione non fosse stata perfetta, anche lei si salvò. Il kunai deviò direzione ed iniziò a roteare vorticosamente verso la fronte di uno dei loro compagni. Con un balzo felino, il rude professore si prostrò di fronte a quel ragazzo, la quale paura si poteva leggere perfettamente negli occhi, e fermò prematuramente l'impatto con la sua fronte infilando l'indice nell'anello all'inizio del manico dell'argentea arma. Ammirò affascinato quell'arnese, per poi portarlo sulla punta dell'indice rivolto verso il soffitto ed iniziò a farlo roteare vorticosamente, quasi scavando nel polpastrello. Un leggero sibilo riecheggiò per tutta la stanza, nonostante la presenza dei ragazzi che impedivano il propagarsi delle onde sonore nell'aria.

    Bene. Non siete perfettamente pronti, tuttavia ho riconosciuto in voi determinati valori. Vi siete mossi bene,
    nonostante l'inesperienza.


    Estrasse con la mano sinistra dal proprio taschino Ninja due coprifronte con il simbolo di Iwagakure, avvolti in fasce color indaco. Fermò il movimento roteatorio del Kunai e si avvicinò ai due, ormai, nuovi Genin della Roccia. Porse entrambi i simboli ai giovani e sfoggiò un sorriso innaturale per il suo essere. Riprese parol una volta che i due presero in mano i coprifronte.

    Complimenti,
    siete a tutti gli effetti due shinobi della Roccia! Vedete di onorare il vostro Villaggio.


    Ricorda anche di linkare la tua scheda! Ultimo post e abbiamo finito! :rosa:
     
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  6. Gamered
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    Il tempo sembrò quasi fermarsi agli occhi del giovane monaco: quei pochi istanti necessari a schivare l'arma metallica in volo furono percepiti come un paio di secondi abbondanti dalla sua mente. Il kunai viaggiava lentamente nell'aria, mentre il suo corpo si muoveva al rallentatore, saltando all'indietro. Tutto questo non era nient'altro che un brutto scherzo della sua mente, una percezione errata del trascorrere del tempo causata da una situazione difficile e sotto una forte pressione. All'improvviso, ci fu l'impatto con la superficie legnosa della cattedra, facendogli finire quella strana sensazione. Piccole schegge di legno volarono poco lontano dalla zone dell'urto, il suo corpo si ritrovò indolenzito dalla botta appena subita, mentre l'arma passò proprio sopra la sua testa, sfiorandogli i capelli. Ce l'aveva fatta, era riuscito a schivare l'attacco del sensei in qualche maniera, nonostante il rischio di quella azione. La sua fronte era pervasa da gocce di sudore, sia per la fatica appena fatta, sia pensando a quello che sarebbe potuto succedere nei casi peggiori. Kenji poté riprendere nuovamente fiato, lentamente per riprendere le energie e sciogliere i muscoli del corpo indolenziti.

    C'è mancato poco, un paio di centimetri più in alto e avrei avuto un kunai infilzato in testa.

    Il ragazzo vide l'esaminatore posizionarsi davanti a uno dei suoi compagni di classe, usando l'indice della mano per bloccare con maestria il secondo kunai che aveva lanciato. Non aveva potuto osservare cosa era successo precedentemente, però immaginava che Remilia si fosse scambiata di posto con una sedia nelle vicinanze.

    Bene. Non siete perfettamente pronti, tuttavia ho riconosciuto in voi determinati valori. Vi siete mossi bene, nonostante l'inesperienza.

    Le sue parole ebbero un effetto confortante verso Kenji, il quale si rialzò immediatamente dalla sua posizione. La sua ansia svanì completamente nel momento in cui vide il sensei estrarre due coprifronte con il simbolo del villaggio della roccia inciso su di esso. Aveva superato la prova più importante della sua vita, la prima di una lunga serie che avrebbe dato inizio alla sua vita da ninja monaco, votato nell'aiuto del prossimo. Ricevette tra le mani l'importante coprifronte lo legò immediatamente sulla fronte.

    Complimenti,
    siete a tutti gli effetti due shinobi della Roccia! Vedete di onorare il vostro Villaggio.


    Grazie infinite per la lezione di oggi, non la deluderò.

    Kenji ringraziò l'esaminatore e si sedette al suo posto a metà della classe, attendendo che il resto dei suoi compagni finisca la prova. La sua mente era già rivolta al futuro, impaziente di vivere nuove avventure in luoghi mai visti prima d'ora. Guardò con aria pensierosa fuori dalla finestra dell'aula, immaginandosi le montagne rocciose della sua terra natale estendersi verso l'orizzonte, nascondendo alla vista paesaggi stupendi. Immaginò vastissime foreste rigogliose e i prati verdeggianti, il rumore dolce e delicato del mare, le onde in movimento e tante altre cose che aveva letto nella biblioteca del tempio.

    Scheda

    Stato fisico: un po' indolenzito
    Stato mentale: felice

    Resistenza: 48
    Stamina: 45
     
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    prendi 33 exp, mi sono piaciuti i tuoi post, bravo!
    Richiedi pure in aggiornamento il passaggio di grado :selmo:

    Qualche staffer può assegnarmi l'exp?
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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