Avventure tra passato e futuro

P.Q. Ryuji and Muada

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    Ed ecco che quell’allenamento si era concluso proprio come lo avevo focalizzato nella mia mente. Era proprio la focalizzazione delle mie azioni uno dei punti di forza più importanti nel mio modo di combattere. Un Artista Marziali deve riuscire ad avere un perfetto controllo del suo corpo e dei movimenti che si appresta a compiere ed uno dei modi migliori per affinare al meglio questa capacità è proprio la visualizzazione, più nitida possibile, di ogni singolo spostamento o azione. Muada giaceva privo di conoscenza a causa dello stordimento provocato dai miei violenti colpi, l’atmosfera si andava via via acquietando come anche il mio respiro reso frenetico dalla combinazione di colpi in cui mi ero prodigato un attimo prima; i miei muscoli, tesi al massimo e pronti come sempre a scatenarsi, iniziavano a rilassarsi ed a passo tranquillo mi avvicinai a quello che era stato il mio avversario fino a pochi istanti prima. La rabbia che avevo provato in seguito a ciò che avevo visto andava lentamente scemando e quando svanì del tutto ripresi finalmente a ragionare in piena lucidità.

    Spero di non aver esagerato…

    Pensai tra me e me chinandomi su Muada; vederlo lì inerme e prostrato ai miei piedi mi fece sentire potente ed il mio ego ne stava esultando con fierezza quando presi consapevolezza di come mi stavo sentendo e la cosa non potè che, in un certo senso, spaventarmi. Stavo esultando, seppur dentro di me, della violenza che ero riuscito a portare contro un altro shinobi. Si, era un allenamento ed inevitabilmente uno dei due sarebbe finito al tappeto, non era quello il problema. A spaventarmi erano le sensazioni che mi aveva provocato quella vittoria, il principio fondamentale delle Arti Marziali, senza trasformarle in violenza, è quello di utilizzarle solo per la difesa di se stessi o di chi si ama. Se mi fossi lasciato trasportare da quelle emozioni e ne fossi diventato preda avrei potuto rischiare di disonorare il nome di quelle Arti che stavano ridando senso e prestigio alla mia vita. Non dovevo assolutamente correre quel rischio per nessun motivo. Era fondamentale mantenere il controllo su me stesso, mio nonno mi aveva parlato di moltissimi casi di combattenti che, per essersi lasciati prendere dalla sete di potere e dall’ebrezza data dal dominare il proprio avversario, si perdevano nell’oscurità.
    Tirai un profondo respiro e tranquillizzandomi sollevai il busto di Muada con l’intento di portarlo in una posizione più comoda. Lo presi in braccio e lo spostai fino ai piedi di un grande albero, lasciandolo seduto in appoggio con la schiena. A quel punto cercai di risvegliarlo dandogli dei leggeri buffetti al viso.

    Muada! Muada svegliati!!!

    Ci mise qualche istante prima di riuscire a riprendere i senti ed in quel breve tempo potei lo stesso riuscire finalmente ad osservarlo più da vicino e con occhi sereni, concentrati sui particolari. Non come quando combatto, in quei momenti i miei occhi sono pienamente concentrati sulla cosiddetta visione periferica, osservo tutto intorno a me stando attento ad ogni cosa che faccia breccia nel mio campo visivo; in questo modo si, sacrifico l’attenzione nei particolari ma allo stesso tempo guadagno moltissimo nella visione d’insieme per ciò che mi circonda e questo è fondamentale per un combattente come me.
     
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    L'acqua del lago cullava il mio corpo come avrebbe fatto una madre. Lo accarezzava con onde leggere ed avvolgenti, di una freschezza cristallina, coadiuvando un sonno che sentivo le mie stanche membra bramare con insistenza. Il cielo dipinto con le turbinanti sfumature di rosa e rossi, prometteva un tramonto magnifico sull'orizzonte sorretto dalle lignee sentinelle senza eta' del bosco del Villaggio Nascosto della Pioggia.
    E nel momento di climax, sull'ingresso di quella condizione di sonno tanto desiderata, quella stessa acqua che fino ad un attimo prima mi cullava dolcemente, m'inghiotti' con forza, trascinandomi in un oscurità ceca e pulsante, ed a un brusco risveglio.


    Muada aprii gli occhi confuso, risvegliandosi dall'ennesimo sogno, capriccio del suo subconscio.
    Il corpo urlava di dolore e poteva sentire chiaramente il suono del suo cuore dentro le orecchie. Una sensazione spiacevole, come spiacevole era stato essere travolti dal genin della Nebbia.
    Il suo orgoglio straziato ruggiva d'impotenza, cercando di aprirsi una via in superficie, mentre l'espressione neutrale del volto negava all'altro, qualsiasi possibilità di venire fuori a farsi notare dal marzialista.
    Non gli avrebbe concesso quell'ulteriore soddisfazione.
    << Sei veloce... >>, disse alzandosi con non poca difficoltà.
    <<...ed i tuoi colpi fanno male. >>, concluse sistemandosi la veste che nello scontro si era aperta, rivelando il corpo atletico e tutti i segni di chi si addestra per diventare shinobi.
    Non solo era stato sconfitto miseramente, ma anche in modo terrificantemente veloce.
    Quale abisso separava i due Genin?
    E quale gli shinobi della Nebbia da quelli della Pioggia?
    Domande scomode, che lo colpirono alla bocca dello stomaco.







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    Il ninja della Pioggia riprese finalmente i sensi alzandosi dolorante ed a fatica, non doveva essere stato un bel risveglio più che altro perchè il risveglio degli sconfitti non è mai dolce.

    << Sei veloce... >>

    Notando che si tirava su a fatica gli porsi la mano per aiutarlo mentre ascoltavo il resto delle sue parole

    <<...ed i tuoi colpi fanno male. >>

    Molti complimenti ma non ero poi un granchè rispetto ad altri shinobi molto più forti di me, non potei che ripensare a Takeshi che poche settimane prima mi aveva umiliato in un modo ben peggiore. Quello era proprio il cerchio della vita, ci sarà sempre qualcuno più forte di te e sopratutto nel campo Marziale questa è una delle leggi supreme. Non si potrà mai essere davvero i più forti del mondo, bisognerà sempre continuare a perfezionarsi per migliorare.

    Non lasciarti scoraggiare da quanto è accaduto oggi, come te anche io ci sono passato... In modi ben peggiori... Sei un bravo shinobi ed hai un grande talento... Sono davvero onorato di aver potuto incrociare i miei pugni con te. Mi ha insegnato molto questo allenamento...

    Gli sorrisi porgendogli nuovamente la mano, questa volta per stringergliela in segno di amicizia

    Spero che sia stato altrettanto proficuo anche per te e che tu sappia trarne il meglio

    Lo osservai qualche istante cercando una sua reazione a quelle mie parole, dopodichè avrei continuato cambiando discorso

    Beh... Ora che con l'allenamento abbiamo finito ti va di fare due passi? Io ho tutto il giorno da trascorrere cercando di sopravvivere con le mie sole forze, avevo in mente di trovare qualcosa da mangiare...
    Puoi darmi qualche consiglio su dove poter cercare?


    Non ero sicuro che fosse regolare nei termini della prova ma d'altronde non mi era stato vietato di chiedere aiuto, per di più sfruttare le occasioni che si presentano fa parte della sopravvivenza. Quel ragazzo mi era decisamente simpatico in fin dei conti e poi conosceva di certo meglio di me quelle zone. Restai quindi in attesa della sua risposta con un tranquillo sorriso sul volto
     
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    Gli occhi che avevano il colore e la vitalita' di un bosco notturno si abbassarono sulla sua mano entrambe le volte senza ricambiare il gesto. Ma mentre la prima volta era per una questione d'orgoglio, la seconda per una semplice questione di forma. Nel suo clan il contatto fisico era considerato decisamente fuori luogo, tranne in rari casi di stretta confidenza. Fece quindi un istintivo passo indietro, per poi unire i piedi ed esibirsi in un marcato inchino del capo, in un saluto sicuramente piu' formale e distaccato.
    << Ti sei rivelato decisamente una sorpresa Ryuji Omura del Villaggio Nascosto della Nebbia. Grazie per la lezione. A proposito, se posso farti una domanda, quale tecnica hai utilizzato per creare quell'onda d'urto impressionante? >>
    Era stato sconfitto, ma forse poteva rubare qualche conoscenza da sfruttare in un eventuale secondo scontro.
    Avrebbe quindi preso a camminare, facendo cenno al giovane marzialista di seguirlo.
    Lasciarono quindi il palcoscenico del loro scontro per una lunga strada alberata che s'inerpicava sinuosa in direzione di Amekagure.
    Qualche campo coltivato, qualche edificio distrutto testimone delle guerre, il tutto contornato hai lati da un sottobosco, che anche da lontano, prometteva di essere un dedalo intricato di radici e arbusti.
    Svoltarono a destra, passando sotto un grande arco di legno bianco e nero, trovandosi davanti un frutteto di mele dai diversi colori ed un grande edificio adibito a segheria.
    << Uno dei frutti che meglio sfrutta il clima del paese. Serviti pure, il frutteto e' della mia famiglia. >>
    Come tutto il bosco che stavano percorrendo in realta'. Il clan Tateyama era fra i piu' facoltosi del Villaggio Nascosto della Pioggia e dopo aver ottenuto i primi guadagni dall' armeria, avevano investito in attivita' collaterali, come la produzione di legname, utile sia per le fucine, che per i supporti delle armi inastate e di quelle a distanza.
    Muada si sarebbe quindi seduto, ancora sofferente, su una catasta di legna, proprio fuori dall'ingresso dell'edificio.






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    Per ben due volte il ragazzo rifiutò la mia stretta di mano ma, a quanto sembrava, non per scortesia quanto per una diversa forma di saluto. Che li ad Ame le strette di mano fossero poco usate? Lo shinobi preferì esibirsi in un inchino per poi prendere la parola

    << Ti sei rivelato decisamente una sorpresa Ryuji Omura del Villaggio Nascosto della Nebbia. Grazie per la lezione. A proposito, se posso farti una domanda, quale tecnica hai utilizzato per creare quell'onda d'urto impressionante? >>

    Ricambiai l'inchino cercando di imitarlo al meglio ed iniziando a seguirlo risposo alla domanda

    Si chiama sacro colpo di tallone... mi permette di scaricare tutta la mia forza attraverso la gamba e,
    impattando col tallone, generare quell'onda d'urto che si propaga in tutte le direzioni. Per un Artista prettamente Marziale può essere fondamentale come lo è stata poco fa.


    Dopo un attimo di silenzio ripresi

    Quello che è successo all'inizio invece... quelle strane visioni che mi sono trovato davanti... di cosa si trattava? Ho un sospetto ma non ne sono sicuro... Potendo utilizzare solo le Arti Marziali non ho alcuna conoscenza delle altre...

    Attesi la risposta continuando a seguirlo e poco dopo giungemmo in un ampio frutteto

    << Uno dei frutti che meglio sfrutta il clima del paese. Serviti pure, il frutteto e' della mia famiglia. >>

    Restai stupito del sapere che tutto quello era suo me mi ripresi rapidamente e mi servii ringraziandolo con un cenno della testa

    Ti ringrazio...

    Colsi quindi una mela matura e mi accomodai di fianco allo shinobi sgranocchiandola

    Ancora dolorante? Scusa se ho esagerato... Mi sono lasciato trasportare dalle emozioni... Spero che dopo il mio viaggio a Konoha sarò capace di perfezionarmi al meglio anche in questo campo...
     
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    Un espressione sorpresa baleno' sul viso giovane dello shinobi della Pioggia, sentendo che il suo avversario si affidava esclusivamente al taijustu. Questo spiegava anche come mai ci fosse quel baratro impressionante fra le loro doti atletiche. Ad ogni modo con o senza arti magiche rimaneva un avversario temibile, soprattuto se poteva affidarsi a tecniche come quella che gli aveva appena spiegato.

    << Le arti illusorie sono difficili da praticare ed a differenze dei ninjustu o delle arti marziali non fanno danni diretti e visibili. Ma possono spossare un avversario, portarlo alla follia o distrarlo abbastanza da poter essere finito da un unico e semplice colpo di spada. Sei stato vittima di una tecnica che affonda gli artigli nelle tue paure, obbligandole ad emergere. Non deve essere stato piacevole... non lo e' mai. >>

    Le dita della mancina massaggiavano distrattamente la gamba che piu' di tutte aveva subito il carico della spazzata con la quale l'altro genin lo aveva mandato a terra, mentre lo sguardo naufrago dentro chissa' quali pensieri, si perdeva fra gli alberi da frutto. Due braccianti dall'aspetto bonaccione uscirono dall'edificio, con in braccio una scure ciascuno, salutando entrambi i ragazzi per poi dirigersi nel fitto del bosco. Di li a poco avrebbero sentito il ritmico battere del metallo contro i lignei corpi dei sempre verdi.

    << Il dolore fa parte dell'apprendimento, passera'. >>
    Disse, spostando la sua attenzione dagli alberi ad una piccola strada alla loro sinistra.
    << Se imbocchi quel sentiero, arriverai ad un fiume dalle acque grigie e fredde. Non bagnarti nelle sue acque, si racconta porti sfortuna ai viandanti. Segui il suo corso fino ad un piccolo laghetto. Prendi la via fra le querce e ti ritroverai sulla strada principale per il Paese del Fuoco. Io non sono mai andato oltre. >>.
    Si alzo' promuovendosi nuovamente in un inchino di commiato formale.
    << Devo lasciarti alla tua strada Ryuji Omura, prendi pure qualche altra mela se vuoi. Chissa che non avremo modo di confrontarci nuovamente, magari ai prossimi esami Chunin.>>
    Si sarebbero quindi salutati cosi' i due shinobi, ognuno concentrato sulle sua personale via.






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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    27 exp per entrambi.
     
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