Mens Sana in Corpore Sano

Infermeria Ryuji Omura

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    Dopo il duro periodo della mia vita in cui nessuno credeva nelle mia capacità, ero finalmente riuscito a zittire tutti e far valere le mie gesta al di sopra della media, almeno nel campo del Taijutsu. Grazie al duro allenamento seguito con costanza ed impegno, ero riuscito ad ottenere il grado di Genin contro ogni previsione contraria ed avendo la meglio su buona parte dei miei compagni. In quei giorni stavo acquisendo sempre più sicurezza e di contro mi stavo forse anche un po’ montando la testa, al punto che quando mi trovai davanti uno shinobi palesemente più forte di me decisi di affrontarlo con la presunzione di far valere le mie capacità. Fui invece totalmente surclassato nonostante l’aiuto di un’altra ninja aggiuntasi a noi in un secondo momento. Il mondo dei ninja era vastissimo e pieno di individui fuori dal comune, la mia strada sarebbe stata tutta in salita in ogni caso. Non mi sarei mai dovuto crogiolare sugli allori per qualche bella figura, era fondamentale per me riprendere gli allenamenti e concentrarmi sempre di più nel padroneggiare alla perfezione quella sola arte che potevo controllare.
    Mentre venivo trasportato in barella verso l’infermeria, ripensavo a come era andato lo scontro, i movimenti puliti e decisi di quel Takeshi mi furono di grande ispirazione per migliorarmi. Focalizzavo nella mia mente, fotogramma per fotogramma, quel filmino ricordo che aveva come soggetto l’intero scontro: i tempi di risposta di cui io non ero riuscito a tenere il passo, la freddezza con cui avrei dovuto eseguire i miei colpi. In ogni frangente notai almeno un difetto su cui dover lavorare e man mano che li identificavo già vagliavo le diverse possibilità di addestramento per poter migliorare quell’aspetto specifico. Per quanto alla fine sapevo benissimo che sarei andato da mio nonno a chiedere consiglio ed a farmi programmare la giusta serie di esercizi. Era infatti merito dell’unico membro della mia famiglia che aveva sempre creduto in me, se ero riuscito a diventare ciò che ero e non il buono a nulla che tutti gli altri credevano che fossi.
    Il viaggio in barella non durò molto tempo ed una volta entrati nella clinica fui aiutato a sedermi su di una sedia a rotelle, non era molto dignitoso per me girare in quello stato ma non potevo fare altrimenti. Le mie energie erano agli sgocciolo ed anche se avessi voluto camminare sulle braccia lo sforzo sarebbe stato eccessivo, le gambe erano entrambe gravemente ferite e proprio quelle erano il problema peggiore. A tenermi calmo e rilassato nonostante la brutta situazione in cui vertevo fu il ricordo di uno dei tanti insegnamenti di nono Omura:

    “Ricorda figliolo… Durante la tua carriera di ninja incontrerai molte difficoltà e spesso uscirai malconcio dagli scontri che si presenteranno sul tuo cammino. Tu al contrario degli altri shinobi concentri tutta la tua forza nel fisico e per questo devi riuscire ad avere sempre un corpo sano e ben curato. Non trascurare mai il tuo corpo perché è l’unica cosa che ti permetterà di stare al pari, anzi, di superare tutti gli altri! ”

    Quelle parole, scolpite indelebilmente nella mia mente mi fecero capire che non potevo fare storie e rischiare di compromettere il mio fisico solo per orgoglio. Mi misi quindi completamente nelle mani dei dottori e delle infermiere che di certo avrebbero saputo rimettermi in sesto. Vi era infatti un’infermiera a spingere la sedia a rotelle su cui mi trovavo e con una discreta fretta mi condusse verso uno degli studi dell’infermeria.

     
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    Durante gli esami di selezione dei Chuunin non erano solamente i Ninja a dover fare i turni extra, infatti tutto il Villaggio era in fermento, e da diverse settimane prima che l'evento avesse materialmente luogo: sistemare le strade, costruire le arene necessarie per le prove, disporre gli alloggi per i partecipanti e via dicendo, una lista infinita di faccende da dover sbrigare e mantenere in atto ed in armonia con le altre, affinché si potesse parlare di un successo.
    E fra questi numerosi elementi, sicuramente la sicurezza - gestita da Ninja e polizia - e la sanità pubblica costituivano due pilastri portanti di tutto quel macchinario.
    Ai medici, specializzandi e addirittura studenti più anziani erano stati richiesti turni extra affinchè si potesse gestire tutta l'enorme richiesta e l'afflusso dei centri deputati alla sanità: i Pronti Soccorsi erano stati potenziati, mentre le strutture a più lunga degenza erano state sgomberate, per far posto ai feriti delle varie prove.
    Decine e decine di Genin, provenienti da tutte le Terre Ninja, passarono sotto le esperte mani dei medici della Pioggia, impegnati per lo più a cucire tagli un po' troppo profondi o a sistemare ossa rotte o lussate, con manovre particolarmente cruente ma al contempo efficaci.
    Fortunatamente, con il progredire delle selezioni e con il diminuire dei candidati futuribili, possibili nuovi Chuunin, il numero dei pazienti era diminuito sensibilmente e se in un primo momento la folla che popolava le sale d'attesa di ospedali e guardie mediche sembrava non finire mai, nettamente superiore al numero di lavoratori dell'azienda e del materiale in esso contenuto, alla fine della seconda prova le stesse risultavano deserte, con sommo dispiacere degli studenti e degli aspiranti dottori che, seppur provati dall'infinito tour de force, avevano l'occasione di fare qualcosa di pratico, di esercitarsi dal vivo su dei pazienti e acquisire l'esperienza necessaria tali da qualificarli per il lavoro che avevano scelto di fare.

    Oggi giornata di magra eh? Tranne qualche codice rosso, il Pronto Soccorso è stranamente vuoto.. Nulla di cui possiamo occuparci..

    Maschio, 13, Shinobi del Kirigakure.. Ferita da taglio multiple agli arti inferiori, a seguito di un scontro amichevole.. Parametri vitali stabili, ha perso sangue, ma le armi hanno tamponato l'emorragia..

    Lo prendo..

    MIO!

    Il ragazzo alto, capelli castani e occhi azzurri balzò in piedi, e, previo assenso dello specializzando di guardia, guadagnò l'accesso alla barella, lasciando la ragazza bionda ed occhialuta basita e interdetta dalla scorrettezza del collega, che non esitò un secondo pur di soffiargli il paziente in arrivo.

    Mi riesce a sentire? Mi chiamo Al, mi occuperò io di lei.. Mi dica, come si chiama? Ricorda cosa è successo? Allora adesso, sentirà dei lievi pizzichi.. Farò delle iniezioni alle gambe, per il dolore.. Infermiera, prenda una vena al paziente e attacchi una sacca di fisiologica e ne tenga pronta una di sangue, anche se non credo ci servirà...
    Mi passi quei lacci emostatici, per favore..


    La sanitaria eseguì gli ordini impartiti dallo studente, quindi tastò il braccio sinistro di lui e, una volta percepita una vena affidabile, la infilzò con l'ago appropriato, quindi prima prelevò del sangue per eseguire dei test di routine, poi collegò lo strumento al tubicino collegato alla sacca di liquido sterile, volto a reidratarlo e per ripristinare la pressione sanguigna.
    Mentre lei si adoperava alla terapia di supporto, lui prese i lacci elastici e li legò all'altezza dell'articolazione coxofemorale, in modo da bloccare l'emorragia agli arti inferiori, dopo di che preparò le siringhe di anestetico e iniettò un paio di dosi ad arto, al fine di ridurre il dolore e quindi poter operare in maniera più "cruenta" sulle lacerazioni.


    Continuiamo, descrivi un po' la situazione, rispondi alle domande e ne puoi fare di tue allo studente o all'infermiera
     
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    Non dovetti aspettare molto, anzi in quell'occasione furono particolarmente rapidi. Un ragazzo dai capelli castani mi raggiunse e prese subito il controllo della situazione.

    Mi riesce a sentire? Mi chiamo Al, mi occuperò io di lei.. Mi dica, come si chiama? Ricorda cosa è successo? Allora adesso, sentirà dei lievi pizzichi.. Farò delle iniezioni alle gambe, per il dolore.. Infermiera, prenda una vena al paziente e attacchi una sacca di fisiologica e ne tenga pronta una di sangue, anche se non credo ci servirà...
    Mi passi quei lacci emostatici, per favore..


    Parlava molto velocemente e nella situazione in cui mi trovavo a stento riuscivo a seguire le sue parole. Cercai di rispondere a tutte le domande e di tenere d'occhio l'infermiera che armeggiava nei cassetti poco distanti.

    Si... Io sono Ryuji... Purtroppo si ricordo tutto... Sono stato brutalmente malmenato da uno shinobi decisamente più forte di me...

    Il mio sguardo si incupì nel ricordare il tutto ma cercai di distrarmi osservando l'infermiera che eseguiva con celerità le varie direttive. Al si apprestò ad iniziare le cure arrestando prima di tutto le emorragie alle gambe, mi fece quindi l'anestesia proprio agli arti inferiori.

    Com'è la situazione? Pensa che mi toccherà restare fermo a lungo?

    Mi rendevo conto che le ferite erano gravi ma speravo che il medico sapesse aiutarmi e risolvere nell'immediato il problema... Non volevo assolutamente dover sospendere i miei allenamenti, ogni momento sprecato per me poteva essere fatale.

    Vede io non sono in grado di usare Arti magiche ne Illusorie... Se dovessi essere allettato per troppo tempo e non potessi allenarmi come al solito... Sarebbe un disastro!!!

    Attesi quindi speranzoso che la risposta di Al fosse rassicurante.
     
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    Montava sempre una grande dose di adrenalina, ogni qual volta Al si trovava a trattare con un paziente di Pronto Soccorso: che fosse una semplice ferita da taglio - proprio come il caso del momento - a traumi più importanti, una sorta di trance si impossessava del giovane che, concentrato e focalizzato, si muoveva in completa armonia con l'andare dei propri pensieri, anticipando mosse e movimenti, calcolando rischi e imprevisti per ottenere, infine, il risultato sperato.
    Era un po' come in un combattimento, dove tecnica e tattica si mescolavano al fine del raggiungimento di un obbiettivo, in entrambi casi la vittoria e la sopraffazione del nemico, qualunque forma essa potesse assumere, un Mukenin o, perchè no, la Morte.
    Anche l'infermiera si muoveva a suo agio, nella gestione del vaso venoso e della terapia di supporto, mentre lo studente si affaccendava sul trattamento della ferita primaria: su entrambi gli arti inferiori il ragazzo mostrava dei tagli profondi, che sicuramente necessitavano di punti di sutura, e che pareva esserseli fatti sul campo di battaglia a causa di una arma brandita dal nemico, la cui tipologia rimaneva ancora sconosciuta, anche se in effetti non era un'informazione cruciale per la scelta dell'adeguata terapia.

    Si... Io sono Ryuji... Purtroppo si ricordo tutto... Sono stato brutalmente malmenato da uno shinobi decisamente più forte di me...

    Non una grande mossa eh?..

    Non si impegnò nemmeno un po' a celare il sarcasmo con cui replicò al dolente Ryuji, un po' perché era fatto così e forse perché la posizione di dottore che ricopriva gli conferiva l'arroganza e la superiorità di trattare i pazienti con una certa superficialità, cosa che probabilmente avrebbe pagato presto, magari con un pugno da parte di uno di questi.
    Il Genin roteava lo sguardo da una parte e l'altra del box in cui era stato trasportato con la barella e dove i due avevano iniziato a somministrargli le prime cure: come ovvio che fosse, sebbene parlasse con lui, questi sembrava dare più attenzione alla compagnia del gentil sesso, forse perchè realmente interessato in lei, o forse perché non aveva lo stomaco sufficientemente forte per guardare come erano ridotte le sue gambe, che il dottore aveva oramai esposto tagliando i pantaloni con una lunga forbice e infine sfilandoglieli, lasciando solamente in intimo e immerso del proprio sangue.

    Com'è la situazione? Pensa che mi toccherà restare fermo a lungo?

    Ho visto di peggio.. Hai due ferite per gamba, tutte necessitano di qualche punto di sutura... Si, dovrai startene buono per un po', sennò le ferite si riapriranno.. Adesso, nonostante l'anestetico, sentirai come minimo un po' di pressione.. devo controllare l'interno della ferita, se è pulita...

    Presi gli strumenti del mestiere e pinzata della garza sterile, il giovane cominciò ad esplorare uno ad uno quei tagli, controllando che non ci fossero detriti all'interno o che non fossero lesionate delle arterie, perchè in quel caso avrebbe dovuto chiamare un suo superiore, poiché le cure necessarie trascendevano le sue attuali capacità.
    Fortunatamente questi non si erano rilevati così gravi quanto alla prima osservazione, a causa del lago di sangue raccoltosi fra i suoi arti, quindi rassicurò il paziente e, inondandolo con una generosa quantità di disinfettante, egli ripulì le lesioni e quindi, uno ad uno, cominciò a suturare a mano, come era di comune utilizzo prima che il Chakra sopperisse a queste funzioni, migliorando la resa della cicatrice oltre che ad abbattere i potenziali rischi settici.

    Vede io non sono in grado di usare Arti magiche ne Illusorie... Se dovessi essere allettato per troppo tempo e non potessi allenarmi come al solito... Sarebbe un disastro!!!

    Mmm.. mi spiace per te, ma se non vuoi dissanguarti mentre tiri qualche calcio, dovrai stare fermo per un po'. Quanto te lo dirò più tardi, dopo che avrò valutato come sono venute le suture dopo la medicazione finale.. parliamo di giorni, comunque..

    Concluse in questo modo la prima sutura, ripetendo l'operazione per altre tre volte avrebbe sostanzialmente finito di operare sul paziente, tant'è che
    chiese all'infermiera di chiamare il medico di guardia in modo che potesse controllare l'operato ed infine dimettere il paziente.
     
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    Il ragazzo che si occupava delle mie cure mi sembrò un pò distaccato ma questa era una caratteristica comune alla buona parte dei medici.

    Ho visto di peggio.. Hai due ferite per gamba, tutte necessitano di qualche punto di sutura... Si, dovrai startene buono per un po', sennò le ferite si riapriranno.. Adesso, nonostante l'anestetico, sentirai come minimo un po' di pressione.. devo controllare l'interno della ferita, se è pulita...

    La cosa importante risiedeva nella sua bravura che, a giudicare dalla maestria con cui ripuliva i vari tagli e li disinfettava, non potevo certo mettere in dubbio. Maneggiava i vari strumenti medici con grande maestria ed in poco tempo mi ricucì a puntino. Non fu di certo una passeggiata per me che, nonostante l'anestesia, mi ritrovai a dover sopportare un dolore non indifferente. Probabilmente avrei preferito farmi infilzare di nuovo dagli spiedi che sentire la pressione delle dita di Al nelle perforazioni.

    Mmm.. mi spiace per te, ma se non vuoi dissanguarti mentre tiri qualche calcio, dovrai stare fermo per un po'. Quanto te lo dirò più tardi, dopo che avrò valutato come sono venute le suture dopo la medicazione finale.. parliamo di giorni, comunque..

    Quella notizia in parte mi tranquillizzò , non avrei dovuto aspettare molto per riprendere gli allenamenti; ma d'altro canto anche qualche giorno sarebbe potuto essere troppo se prendiamo come punto di riferimento il mio concetto di riposo e recupero.

    Sarò a riposo il tempo necessario... Intanto mi allenerò solo nella parte superiore del corpo...
    Non dovrebbe essere un problema giusto?


    Lasciai poi continuare il ragazzo nel suo lavoro, osservando con attenzione tutte le sue mosse. Chissà che un giorno mi sarebbe potuto servire quello che stavo vedendo, ero proprio il solito curiosone. Una volte terminato fece quindi chiamare dall'infermiera i medico di turno, a quanto pare per un ultimo controllo e per formalizzare la mia dimissione.

    Grazie per quello che ha fatto... Devo dire che è stato bravissimo!
     
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    L'esplorazione delle ferite si era conclusa senza troppi problemi, fortunatamente non c'erano detriti o frammenti all'interno della stessa e, avendo dei margini particolarmente regolari, non fu necessario tagliare e modificare ulteriormente i lembi delle stesse per poterli giustapporre in maniera corretta per poi poterli suturare.
    Il paziente non era di molte parole: nonostante l'anestesia, il fastidio dato dalla pressione delle dita e del pungere dell'ago ricurvo era sicuramente notevole, tant'è che lo studente non potè non notare alcune smorfie di dolore.
    L'intera procedura proseguì nel più assoluto silenzio, un ambiente ideale per permettere al ragazzo di concentrarsi nell'esecuzione di quei nodi e passaggi di filo necessarie per far combaciare la pelle, quasi a simulare che nulla fosse realmente accaduto e che le ferite della battaglia non fossero altro che mere illusioni.
    Le uniche parole del ragazzo riguardavano la possibilità di potersi allenare, nonostante tutte quelle ferite riportate, poichè un ritardo nella sua tabella di marcia avrebbe comportato un ritardo tragico nella sua preparazione come Shinobi, non avendo, il ragazzo, alcun talento nelle arti magiche, illusorie o nell'uso proprio del Chakra.

    Sarò a riposo il tempo necessario... Intanto mi allenerò solo nella parte superiore del corpo...
    Non dovrebbe essere un problema giusto?


    Mmmmh... Mpf, fai un po' come ti pare, basta che non ti si riaprano i punti...

    Tagliò corto lui, che già aveva capito il carattere cocciuto del paziente, con cui andare discutere e litigare per la mancata osservazione della prescrizione clinica avrebbe generato un putiferio del tutto inutile ed insensato, dato che alla razionalità veniva contrapposta l'irrazionalità.
    Fatti gli ultimi nodi, Al lanciò gli strumenti in una ciotola metallica sagomata a forma di fagiolo, facendo risuonare gli attrezzi con un suono particolarmente cacofonico.
    Si tolse anche i guanti, in modo da poter maneggiare con più facilita i grossi cerotti che appose sopra le suture, in modo da proteggerle dall'attrito con i vestiti.

    Ecco fatto.. Allora tieni pulite le ferite, disinfettandole di tanto in tanto e cambiando i cerotti.. I punti cadranno da soli, quindi non preoccuparti se vedrai i fili staccarsi da soli..
    Penso sia tutto.. la prossima volta scegli un avversario della tua portata.. Ciao!


    Grazie per quello che ha fatto... Devo dire che è stato bravissimo!

    Lo studente lasciò il box adibito alle medicazioni, incrociando il medico di turno responsabile del settore, cui riferì le generalità del paziente e cosa avesse fatto per trattare la sua patologia, quindi si congedò, lasciando al responsabile le mere formalità, ovvero quella di spiegare al paziente i giorni di prognosi e fargli firmare il foglio di dimissione.
    Una giornata ordinaria, al Pronto Soccorso


    Puoi prendere 26
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    40 exp per pino il biricchino
     
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