Accademia hikaru fujiwara

x Jank0

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    Colui che è e si spera sarà

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    Benvenuti in un'altra solare giornata nella nostra montagnosa Kumo! Anche qui, in un villaggio costruito interamente tra vette impervie, i giovani studenti seguono lezioni in accademia, si allenano e perfezionano conoscenze ed abilità con l'intento di mettersi un giorno al servizio del proprio Kage, una cosa quasi poetica se ci si ferma a pensarci su qualche secondo. Ma oggi per quei giovani pupilli non è un giorno qualunque, no no, questo è un giorno odiato da alcuni e temuto da altri, il giorno del famigerato esame Genin! Eh già, decine e decine di studenti sarebbero stati valutati, giudicati, mandati a casa se deludenti o promossi se meritevoli di tale onore. Ma come se la stanno passando questi giovani esaminandi? Inutile negarlo, in questi giorni le strade di Kumo sono per lo più deserte, chiunque avesse due soldi da parte si è comprato un biglietto direzione Kiri per andare a vedere il primo esame Chunin internazionale dal vivo, uno di quegli eventi che capitano una, massimo due nella vita; possiamo quindi tranquillamente immaginarci lo stato d'animo dei ragazzi costretti a casa a studiare in momento del genere, ma purtroppo la vita a volte sa essere molto meschina ed ingiusta. Già me lì vedo pensare tra uno sbuffo e l'altro " se solo l'esame fosse capitato qualche giorno prima...", ma per loro fortuna quello è un treno che ripasserà sicuramente, adesso hanno altre gatte da pelare. Di tutti gli studenti che quel giorno avrebbero dovuto affrontare quella temuta prova però, uno ha la nostra particolare attenzione. Sto parlando di quel giovane dai bianchi capelli che come i suoi compagni è seduto al suo banco in attesa che compaia il suo insegnante, un ritardatario patologico come pochi. Per sua fortuna non è solo, intorno a lui ci sono diversi suoi compagni e per quanto in ogni classe che si rispetti non si riesce mai a stare simpatici a tutti, è probabile che con qualcuno il nostro Hikaru abbia legato in passato, starà a lui decidere se intrattenersi con loro o meno...in fondo che cosa gli impedisce di mettersi a guardare il paesaggio montuoso che si vede dalla finestra dell'aula ed immergersi tra i suoi pensieri? Solo lui sa cosa è meglio fare per gestire l'ingente ansia di prova quanto mai imminente. In ogni caso dopo pochi minuti la chiassosa classe diviene improvvisamente muta non appena il sensei apre la porta della stanza, 30 e più occhi puntati sulla pila di fogli che tiene saldamente con entrambe le mani; le reazioni tra gli studenti sono molto diverse, chi ripassa qualcosa al volo, chi cerca di chiudere gli occhi e regolarizzare il respiro, chi ripete a bassa voce alcune parti di teoria, l'aria nella classe è talmente densa e carica di tensione da poterla tagliare con un coltello. L'insegnante, un uomo sulla trentina dai lunghi capelli bianchi, la pelle olivastra e due occhi neri tossisce un paio di volte prima di posare sulla sua cattedra l'importante pila di fogli e poi dopo essersi sistemato il giubbotto si rivolge ai suoi ragazzi:

    "Buongiorno a tutti, scusate il ritardo ma oggi la sveglia a deciso bene di non funzionare..."

    Non è la prima volta che la classe sente una scusa del genere, ma essendo lui il maestro non posso dirgli nulla, comodo eh !? Quel giorno nessuno a voglia di aprire bocca, tutto sono con il fiato sospeso in attesa che cominci il loro esame. Il sensei si accorge subito dell'aria pesante e prova a tirare su di morale i suoi studenti:

    "Dai ragazzi non vi preoccupate, se avete studiato questo esame sarà una passeggiata!"

    Inutile dire che le sue parole non ottengono alcun risultato, se non forse peggiorare le cose. Clark, è questo il nome del sensei, si rassegna quasi subito a quel clima, in fondo non può fare molto e decide di cominciare a distribuire i test in modo da velocizzare il tutto:

    "Adesso vi consegno un foglio che contiene alcune domande di teoria, avete 30 minuti per scrivere la risposta negli spazi bianchi che ho lasciato sotto ogni domanda, non pensate di fare poemi, voglio il concetto semplice e chiaro, se ci cominciate a girare intorno me ne accorgo subito. Finita la prova firmate il foglio e giratelo a faccia in giù, in modo che io possa rendermi conto di chi ha finito e chi no. Non c'è bisogno che vi dica che se becco qualcuno a copiare lo caccio via dalla classe facendo finire prematuramente il suo esame."

    Il tono del maestro è tranquillo, a parte le sue ultime parole che Clark carica volutamente per incutere un minimo di timore agli onnipresenti furbetti, non sopporta chi copia a queste prove e mai lo farà. In un minuto ogni studente ha il suo compito, dopo un piccolo ed ulteriore controllo l'insegnante dà il via alla prova e tutti, compreso il nostro Hikaru, cominciano a leggere le domande:


    CITAZIONE
    1) Che cos’è il chakra?
    2) Quante e quali sono le tecniche accademiche?
    3) Perché vuoi diventare un ninja?

    Sebbene le prime due domande possano risultare normali, la terza è senz'altro anomala, non esiste un risposta giusta o una sbagliata, che cosa ha in mente il sensei?

    Jank0 Eccoci qua :) Questa è la tua accademia, un botta e risposta di minimo tre post a testa in cui comincerai a familiarizzare con i concetti fondamentali di questo magico GDR. Per cominciare vorrei che tu mi mi facessi un po' conoscere il tuo pg, hai carta bianca su cosa fai prima dell'esame, come ci arrivi, cosa fai, fammi sentire quello che prova il tuo pg, come si sente, com'è, puoi scrivere quello che vuoi, cercando ovviamente di seguire le mie linee guida ove presenti...stupiscimi :rosa: Per qualsiasi dubbio di qualsiasi entità non esitare a contattarmi :)


    Edited by Stompo - 11/7/2017, 18:08
     
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    Quando la madre Miya entrò nella stanza di Hikaru per svegliarlo, si accorse che in realtà era già sveglio, seduto sul letto con le gambe incrociate ed una copia della mappa dei principali Paesi del mondo Orientale tra le mani. La osservava con molta attenzione, cercando di cogliere anche il più piccolo dettaglio, come se volesse imprimere nella memoria tutti i luoghi presenti sulla mappa.
    “Konoha deve essere un gran bel posto… pianure, boschi immensi e paesaggi incantevoli. Certo che nella vita bisogna avere anche un po’ di fortuna però… nasci in una famiglia ricca in un paese ricco e l’unica cosa di cui devi preoccuparti è l’accademia ninja. Che bella vita…” pensava un po’ malinconico il giovane ragazzo poco prima di accorgersi della presenza di sua madre, sull’uscio della porta.
    -Sei nervoso Hikaru-Chan?-
    A quella domanda lo sguardo del giovane mutò in un sorriso tirato a denti stretti. Fece un profondo respiro
    -Mentirei se ti dicessi di no… ma ora basta pensare!- Detto questo, balzò dal letto e si sistemò la tuta ninja di fronte ad uno specchio crepato posto su una parete della sua piccola stanza -6 metri quadri ricavati da uno scavo abusivo all’interno della guglia su cui l’intera casa poggiava- Davanti a sé, Hikaru vedeva un ragazzo con lo sguardo illuminato dalla voglia di compiere il primo passo verso l’età adulta. Se fosse diventato un Genin della Nebbia, avrebbe avuto la possibilità di inseguire una carriera ninja e magari guadagnare un bel po’ di ryo nel caso riuscisse a mettersi in evidenza tra i tanti della Nuvola. Si sarebbe imbattuto in chissà quale missione di livello A o S, sconfitto chissà quanti pericolosi shinobi e magari avrebbe comprato una casa decente –quanto meno senza buchi nel tetto e mura crepate- per i suoi genitori.
    E magari proprio in occasione di queste missioni avrebbe potuto visitare Konoha o Kiri, la città in cui si stavano svolgendo in quello stesso momento gli esami Chunin.
    Spesso vagheggiava con la mente cercando di immedesimarsi o simulare determinate situazioni immaginarie per il semplice gusto di assaporare –seppur con l’intuito- nuove sensazioni.
    E proprio mentre pensava ad una ipotetica carriera da shinobi che il giovane Hikaru ebbe un attimo di lucidità e si ricollegò col cervello al mondo reale, al giovane ragazzo proiettato in quello specchio crepato, con la tuta ninja consumata alle ginocchia e ai gomiti per via dell’usura. E come non notare quelle toppe rammendate ad arte da sua madre? E quei sandali riparati più e più volte che sembravano provenire da un caduto in guerra? Come non farsi un’idea di ragazzo sbadato o semplicemente di povero sfigato a sol guardarlo? Ma soprattutto, come non notare l’immagine di sua madre dietro di lui, proiettata nello specchio, con il viso rigato di lacrime?
    -Che cosa succede mamma?- chiese Hikaru preoccupato
    -Mi dispiace…(sigh)… tu meriteresti molto di più di quanto abbiamo potuto darti fino ad ora-
    -Ti prego, non ricominciare con questa tortura…-
    -E’ colpa nostra… tu non dovresti andare in giro in questo modo, eppure cerchi sempre di non farcelo pesare… ma io lo so che tu ci pensi sempre…-
    -Pensare a cosa?- chiese il ragazzo curioso della risposta
    -Di andare via… da qui… da noi...- E fu in quel momento che lo sguardo di sua madre si abbassò, come se avesse vergogna a guardarlo negli occhi… forse aveva paura di leggergli la verità negli occhi e per questo preferì tenere lo sguardo basso.
    Il ragazzo si avvicinò a sua madre e senza dire una parola, la abbracciò forte.

    -Ehi ragazzaccio, dovresti incamminarti o farai tardi!- Intervenne improvvisamente suo padre con un tono amichevole dal corridoio, mentre questi si apprestava ad entrare in camera di Hikaru.
    --E se arrivi tardi puoi dire addio all’esame. O almeno, una volta era così, ricordi Miya?- continuò suo padre Akira.
    -Una volta era tutto diverso- rispose la donna con un tono cupo, quasi alludesse a qualcosa di specifico e concreto.
    -Già!- esclamò suo marito anch’egli con una faccia funebre.
    -Scusate! Qui chi dovrebbe farsi tanti problemi, preoccuparsi, piangere o deprimersi, dovrei essere io!- Interruppe a voce alta e decisa il neo genin. –Invece di piangerci addosso, perché non mi date qualche dritta sul funzionamento degli esami? O magari perché non provate a dirmi qualcosa di incoraggiante, semplicemente? Siete incredibili, vi lamentate più dei bambini dei vicini!-
    I suoi genitori si rallegrarono per quella esplosione di positività, il tratto caratteristico che più adoravano nel figlio.

    Tra un balzo e un altro, Hikaru si dirigeva verso l’accademia, in una giornata soleggiata ma con le strade semivuote per via degli esami Chunin. Sentiva il calore debole autunnale accarezzargli il volto mentre tutto l’ambiente che lo circondava era avvolto in un insolito silenzio.
    “Adesso voglio solo concentrarmi sull’esame. Non devo pensare assolutamente a tutto il resto… Domani papà dovrà partire di nuovo per i suoi carichi che non ho mai capito come, cosa e dove…Mah… Non devo pensare a niente… La mamma ultimamente piange spesso, spero che questo non le comprometta il lavoro… Come fai a non pensare quando l’unica cosa che puoi fare è pensare? Maledizione!”.
    Alle porte dell’accademia, altri studenti si affrettavano ad entrare per affrontare gli esami Genin.
    Hikaru era nervoso quando entrò in aula e il suo cervello non voleva placarsi.
    Desiderava liberare la mente, doveva meditare ma questo non era possibile. La circostanza non lo permetteva. In mezzo a tutto quel baccano, il ragazzo si rassegnò e decise di andarsi a sedere al suo posto, nella penultima fila.
    Accanto a lui siedono i suoi amici di infanzia, Hannet sulla destra e Jotaro a sinistra che appena lo videro arrivare, alzarono subito il braccio per accoglierlo. In quel momento Hikaru si strinse le mani con vigore e le alzò in aria in segno di vittoria. Il suo volto sembrava improvvisamente mutato, gli occhi brillavano ed un sorriso beffardo si fece largo sul suo volto –Miei cari ci siamo! E’ arrivato il gran momento. Non possiamo fallire proprio ora, giusto?- chiese con entusiasmo ai suoi compagni mentre si accomodava sulla panca. “Giusto!”, “Dai ragazzi spacchiamo il culo a tutti!”, “Passateci le risposte!”, “Offro il pranzo a chi mi aiuta!”, gli risposero i suoi amici, assieme ad altri studenti che si unirono a quel coretto.
    -Ma quanto siete patetici…- una voce rimbombò dal lato opposto a quello di Hikaru, interrompendo tutto quell'entusiasmo che si era creato.
    Sonja Uzuki, una delle studentesse modello della sua classe e probabilmente una delle più promettenti dell’accademia.
    –Non saranno i discorsetti da leader a farvi passare l’esame. Se siete delle capre non potete fare altro che pascolare assieme alle altre.- Provocò quasi tutta la classe, ma dopotutto ci era abituata. Saccente, sfacciata e dispotica com’ era, non poteva avere altro che tanti nemici intorno.
    -Neanche il giorno dell’esame sei riuscito a venire con un vestito adatto all’occasione, Hikaru?- Fu quello un momento di imbarazzo generale, poiché quasi tutti gli studenti sapevano delle condizioni della sua famiglia e quello sembrava essere stato un colpo basso. Ma Hikaru, per quanto se ne voglia, non sembrava aver accusato il colpo e la risposta arrivò secca, come se l’avesse già preparata per l’occasione, accompagnata da un ghigno malizioso.
    -Se tieni molto all’apparenza, allora perché non curi un po’ quell’ immagine da stronza che ti sei fatta?-
    Alcuni scoppiarono a ridere, altri, invece, inorridirono al sol pensiero della reazione della temuta Sonja ma proprio in quel momento entrò il sensei Clark con una pila di fogli in mano, mentre il resto della classe si ricomponeva immediatamente. Per un breve attimo, prima che il sensei iniziò a parlare, lo sguardo furioso di Sonja si incrociò con quello beffardo di Hikaru.
    -Buongiorno a tutti, scusate il ritardo ma oggi la sveglia ha deciso bene di non funzionare..."
    “Alla buon ora!” pensò Hikaru anche se ormai si era abituato ai continui ritardi del suo maestro. Ad ogni modo, la presenza di Clark non fece altro che aumentare la tensione in aula. Nonostante il maestro si dimostrò molto positivo, il resto dei suoi compagni sembravano piuttosto ansiosi. “Dannazione, con questo clima ho paura di non riuscirmi a concentrare come si deve…”
    Man mano che il sensei distribuiva i test sui relativi banchi, Hikaru fece diversi respiri profondi per rallentare le palpitazioni… inutile nascondere che anche lui si era lasciato coinvolgere dalla tensione di gruppo.
    Il foglio era davanti ai suoi occhi. Doveva solo attendere che Clark desse il via e non ci mise molto ad arrivare.
    Prese la penna e dopo aver letto il test iniziò a rispondere ai quesiti.
    CITAZIONE
    1. Il chackra è quel tipo di energia che si ottiene impastando l’energia fisica presente nelle cellule del corpo e l’energia spirituale.
    Una volta prodotto può essere incanalato nel sistema circolatorio del chackra e quindi utilizzato per le tecniche ninja, il Ninjutsu.

    2. Le tecniche accademiche sono tre e sostanzialmente sono delle tecniche che permettono ai ninja meno esperti di difendersi e a quelli più impavidi di attaccare il nemico.
    Esse sono: la Tecnica della Sostituzione (Kawarimi no Jutsu), la Tecnica della Trasformazione del Corpo (Henge no Jutsu) e la Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (Bunshin no Jutsu).

    “Perché vuoi diventare ninja?” Quella domanda che poteva sembrare apparentemente banale, in realtà non lo era affatto. Proprio perché doveva rispondere a quella domanda in sede d’esame, aveva sicuramente un significato ed un valore completamente diversi dalle prime due.
    “E’ una semplicissima domanda aperta ma in che modo dovrei rispondere? Forse vorranno tenere in considerazione soltanto coloro che si dimostrano fedeli al Villaggio, disposti a sacrificare la vita per difendere il Raikage, il popolo, le vecchiette indifese… Davvero?… Stavolta sono in crisi. La risposta la conosco, eccome se la conosco, ma non posso scriverla, magari si possono fare un’idea sbagliata di me e bocciarmi all’esame.”
    A quel punto, Hikaru sollevò lo sguardo dal foglio e si guardò intorno in cerca di ispirazione. La sua attenzione venne attirata dal panorama montuoso visibile dalla finestra dell’aula.
    Quante volte aveva visto quella catena montuosa con alcune vette perennemente innevate. Quanti scontri sono avvenuti in quei luoghi? E il tutto solo perché una persona ha voluto prendere il controllo dei Paesi orientali. Una sensazione di rammarico oscurò il giovane esaminante, quasi una sorta di senso colpa ma cosa c’entrava lui con la Storia?
    Rivolse lo sguardo sul foglio e in preda ad una sorta di illuminazione iniziò a rispondere all’ultimo quesito:

    CITAZIONE
    3. Come studente del villaggio delle Nuvole, sono consapevole di non passarmela affatto bene con la mia famiglia e l’unica certezza che ho, oltre alla morte, è che la via del ninja è la mia sola àncora di salvezza, così come lo è per l’intero Villaggio.
    Se sono stato educato e addestrato alle arti ninja sin da bambino –come tutti del resto- probabilmente è perché questo mondo, questo Paese, questo Villaggio, ha bisogno di me, ha bisogno di un me-ninja. Ma cosa posso dare io al villaggio se non offrire la mia persona al suo servizio? E cosa ne trarrà il villaggio dai miei servigi? Nulla oppure tanto. Io scelgo di appartenere a coloro che vogliono dare “tanto” perché non avrebbe senso affrontare tutto questo per poi non fare la differenza.
    Emergerò dalla massa, mi circonderò di persone fidate e insieme ad essi porteremo di nuovo alla luce il Villaggio della Nuvola, così come lo era un tempo, tra i Paesi più attivi e potenti di tutto l’Oriente, perché è quello che desidero più di ogni altra cosa: estirpare la povertà da Kumo, rendendola fiera dei propri abitanti.

    Scrisse questa risposta di getto, senza riflettere troppo. Rilesse nuovamente il test, qualche correzione alla punteggiatura e poi lo firmò sul retro. Posò il foglio sul banco per far capire al sensei che aveva terminato. Nel mentre poté guardarsi meglio intorno e notò subito che Sonja aveva già terminato prima di lui e che lo stava osservando probabilmente chissà da quanto. Il suo sguardo aveva un tono di sfida, sicura di sé, come se avesse già la promozione a portata di mano.
    Hikaru, invece, aveva un’aria preoccupata, mentre ricambiava le occhiatacce alla kunoichi ripensava a ciò che aveva scritto: temeva di essersi esposto troppo.
     
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    Al via del sensei tutti si mettono a scrivere, o meglio lo comincia a fare chi ha le idee chiare. Le prime due domande erano pura e semplice teoria spiegata più e più volte da Clark a lezione, con po' di fortuna persino quelli che non hanno mai aperto un libro possono rischiare di scriverla giusta, in fondo si parla di concetti detti e stradetti; ma è la terza domanda il fulcro di quell'esame, una richiesta apparentemente semplice che in realtà cela notevoli insidie. Come dite voi? Beh partiamo dall'inizio, diciamo da quello che salta subito all'occhio: non è un argomento del programma!! No ok forse quello lo notano solo i più studiosi, ma più o meno tutti si possono subito rendere conto di quanto quella domanda sia personale, è assolutamente impossibile che due studenti possano rispondere allo stesso modo, ovviamente a meno di maldestre copiature. Come gestire allora una cosa del genere? I primi cominciarono a riflettere su quella domanda dondolando avanti ed indietro la testa, incapaci di trovare una risposta adeguata, hanno imparato tutto il programma ma non riescono davvero a ricordare di quale capito faccia parte quella domanda, inutile dire che non hanno una speranza di passare il test. I secondi tentano un approccio più strategico, cercando di dare una risposta standard, limitandosi a concetti risaputi sull'essere un ninja, anche per loro il coprifronte deve aspettare. Ma c'è una terza categoria, di cui fa parte il nostro caro Hiraku, che invece fa qualcosa di assolutamente inaspettato, ossia risponde in maniera sincera alla domanda. Lo so che può sembrare strano a primo impatto, ma sensei Clark ha le idee molto chiare da quel punto di vista: la teoria e la pratica sono molto importanti, ma sono la grinta, la forza e la volontà di seguire i propri sogni che fanno di una persona un ninja, altrimenti si diventa solo macchine senza cervello capace di uccidere o ancora peggio giovani Genin svogliati ed incapaci di svolgere i loro compiti, due cose profondamente sbagliate. Il maestro ha quindi scritto quelle tre domande per valutare due dei tre aspetti principali, al terzo ci avrebbe pensato alla fine di quella breve prova scritta, che tra l'ansia e la paura generale è finalmente giunta al termine:

    "Perfetto ragazzi, il tempo è finito, posati tutti le penne sul tavolo e girate il foglio, così che io possa ritirarlo. Volta per volta a chi ho preso il compito è autorizzato ad uscire in maniera ordinata, appena avrò corretto tutte le prove scritte chiamerò di nuovo in aula uno per volta chi a passato questa prova, per gli altri beh... dovranno aspettare il prossimo appello"

    Gli studenti obbediscono, chi più contento chi meno e aspettano con ansia il passaggio del maestro e la conseguente correzione. In poco più di un minuto i compiti vengono tutti ritirati, la classe si svuota e i giovani esaminandi hanno finalmente la possibilità di prendere un po' d'aria fresca e chissà magari anche stemperare un minimo l'ansia che quasi certamente ha invaso le menti e i cuori di tutti. E così la prima dell'esame Genin è passata e nonostante una contentezza generale c'è chi proprio non riesce a tirare un sospiro di sollievo e sono proprio quei ragazzi che non hanno scritto nulla alla terza domanda, giovani che sperano, invano aggiungerei, che le altre due domande siano sufficienti per farli passare avanti. L'attesa, che sembra durare un'eternità, in realtà è di pochi minuti, il sensei infatti tramite i suoi cloni superiori sfoltisce in un attimo le decine di test, riuscendo a non far perdere troppo tempo sia a chi ha fallito la prova e sia a chi invece ha la possibilità di andare avanti. A correzione finita Clark si rammarica di quanti dei suoi studenti non sono riusciti a rispondere correttamente o hanno lasciato in bianco, soprattutto perché l'ha fin dall'inizio considerata la domanda più facile richiedendo semplicemente una risposta personale, sarebbe andato bene tutto perché uscito dallo studente e non da un libro, in fondo per un insegnante ogni alunno che non riesce a passare un compito o un esame è una sconfitta personale e lui si sente come se avesse deluso se stesso. In ogni caso non ha tempo di fare autocritica in quel momento, prima deve far finire gli esami agli altri, perciò fa un pila con tutti i compiti di coloro che hanno superato la prova e comincia a chiamarli partendo da quello più in alto, che guarda un po' è proprio il nostro giovane Hikaru:

    "Fujiwara Hikaru vieni, comincerò da te"

    Tutti gli studenti si ammutoliscono sentendo la voce del maestro, troppo breve è sembrata quella pausa e dai più viene interpretata come un cosa tendenzialmente negativa. Il nostro ragazzo in ogni caso, tra le occhiate invidiose e preoccupate dei suoi compagni ha quindi la possibilità di entrare nuovamente in aula, sapendo implicitamente di aver superato la prova scritta, un piccolo ma significativo passo avanti. Non appena il ragazzo si fosse messo seduto nel banco indicatogli dal suo insegnante, questi avrebbe cominciato a rileggere a voce alta la risposta alla terza domanda davanti a colui che l'aveva scritto, chissà come avrebbe reagito il nostro baldo giovine. Al termine di quel breve estratto, Clark avrebbe alzato il suo sguardo cercando quel del ragazzo:

    "Mi è piaciuta la tua risposta, si vede che è molto sentita e personale, sono sicuro che se continuerai ad impegnarti riuscirai a raggiungere l'obiettivo che ti sei prefissato. Va detto anche che pure le prime due sono corrette, per cui sulla teoria sei stato perfetto, ora vediamo con la pratica come te la cavi..."

    Il sensei chiuse un attimo gli occhi, prendendosi qualche secondo per decidere cosa chiedere al ragazzo che fino a quel momento non ha sbagliato nulla. Per la fortuna di Hikaru l'attesa è di pochi attimi, al termine del quali Clark riapre gli occhi e sorridendo si rivolge al giovane:

    "Allora...vorrei che mi dicessi quali sono i sigilli della tecnica della sostituzione e vorrei anche una dimostrazione pratica, puoi tranquillamente usare uno qualsiasi degli oggetti in quest'aula, a te la scelta"

    La richiesta sulla pratica è finalmente arrivata, riuscirà il nostro Hikaru a soddisfarla?

    Sei andato alla grande sul primo post, hai scritto e in modo accurato, ti faccio i miei complimenti. L'unico appunto che ti posso fare è questo: ricordati di linkare ogni volta che posti in un evento qualsiasi la tua scheda sotto spoiler, così il master di tale evento sa che personaggio stai usando :)
    Ora continuiamo a bomba, vorrei che eseguissi la tecnica richiesta, ricordandoti di non essere autoconclusivo( devi sempre ricordarti che tu ogni volta tenti di eseguire un'azione, questa non riesce mai a priori) e gradirei anche che mi facessi uno specchietto con le tue azioni( in questo caso solo una ma ovviamente andando avanti ne potrai fare fino ad un massimo di quattro per turno) e con le tue spese in termine di stamina, ti metto qui uno schemino tipo:

    CITAZIONE
    Hikaru fujiwara(qui link della scheda)

    Azioni:
    -......
    -......

    Resistenza:999-x=y
    Stamina:999

    Per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi :) A te :rosa:
     
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    Il test era terminato e Hikaru, dopo aver girato il foglio come richiesto, rimase in attesa che il sensei passasse a ritirarlo così da poter abbandonare la classe assieme agli altri in attesa del giudizio.
    Appena uscì fuori vide che gli altri esaminandi si stavano raggruppando vicino alla parete del corridoio, di fronte all’aula. “Ormai è andata… “ pensava Hikaru “… E’ inutile crogiolarsi nell’ansia… se ciò che ho scritto non dovesse convincere il sensi, vuol dire che mi sono fatto un’idea sbagliata sulla vita del ninja… in tal caso… proverò diversamente... ad ogni modo, mi sento soddisfatto”.
    Si avvicinò ai suoi compagni ancora con qualche strascico di nervosismo, per poi sentirsi pian piano più sollevato mano che si confrontava con gli altri allievi.
    -Quel ritardato di Kenichi non ha risposto alla terza domanda, sai? E tu cosa hai risposto Hikaru?- chiese la sua amica Hannet che ardeva dal desiderio di conoscere le risposte degli altri.
    Hikaru doveva aspettarselo che avrebbe dovuto rivelare le sue risposte ma quella della terza domanda era troppo intima per concederla a tutta quella platea
    -Già… sentiamo un po’, sono proprio curiosa di conoscere il motivo per cui ti ostini così tanto, Hikaru- replicò Sonja poco distante dal gruppetto con la sua solita aria provocatoria.
    Sembrava infastidito il ragazzo il quale, seppur abituato agli screzi con Sonja Utsuki, sembrava quasi obbligato a denudarsi davanti ad una rivale e ad una platea di persone con cui non aveva legato tanto.
    Adesso tutti gli esaminandi si eranno ammutoliti per ascoltare la risposta di Hikaru.
    Il ragazzo si sentì spiazzato stavolta, si guardava intorno con le labbra serrate e il suo silenzio non faceva nient’altro che aumentare la suspance.
    -Forza Hikki, che c’è nulla di male nel dirlo- incalzò l’amico Jotaro che continuò -Ad esempio io ho risposto che il motivo per cui voglio essere nin…-
    -Non ci interessa la tua risposta! Vogliamo quella di Hikaru!- interruppe Sonja con tono violento mentre Jotaro si ammutolì all’istante.
    -O devo intendere che… magari… non hai risposto?- Sonja continuava ad aumentare la pressione su di lui destando curiosità tra i presenti che unanimi si unirono alla richiesta di lei.
    “Davvero non hai risposto?”, “Raccontaci”, “Ma che problema hai?”.
    Hikaru aveva la fronte bagnata di sudore. Non voleva rivelare ciò che aveva scritto perché temeva di non essere preso sul serio, temeva il loro giudizio in sostanza. La circostanza lo stava innervosendo ancor di più dell’esame stesso, non voleva mentire ma neanche dire la verità ma quando si rese conto che la gente iniziò a pensare che non aveva dato la risposta, si sentì obbligato a dire qualcosa.
    -La mia risposta vi interessa perché così potrete constatare se la vostra risposta è simile o completamente diversa dalla mia, giusto? E se la mia risposta dovesse essere diversa dalla vostra, allora intendereste di aver sbagliato?-
    -Tsk! Quanto la meni Hikaru, è ovvio che quella domanda non abbia risposte giuste o sbagliate, è stata fatta apposta per capire chi ha un po’ di materia grigia in testa e chi invece no.- rispose saccente Sonja che dopo una brevissima pausa riprese -… anzi, non mi interessa neanche saperlo, avrai sicuramente scritto qualcosa di patetico, come sempre!-
    Hikaru sorrise perché la kunoichi aveva perso l’interesse nel suo esame. Poi si rivolse alla sua amica Hannette –Ti prometto che appena fuori di qui, ti dirò tutto- disse a bassa voce per non farsi sentire dagli altri compagni.

    -Fujiwara Hikaru vieni, comincerò da te-

    Improvvisamente il suo nome echeggiò nel corridoio, come un fulmine a ciel sereno, tant’è che il giovane ninja ebbe un sussulto. In quel momento non aveva ancora realizzato bene, poi si ricordò delle parole del sensei “[..]appena avrò corretto tutte le prove scritte chiamerò di nuovo in aula uno per volta chi ha passato questa prova[..]”
    A quel punto Hikaru si illuminò e cercava di trattenere il desiderio di esultare davanti a tutti. Era pur sempre in accademia e doveva mantenere un certo rigore. Si fece largo tra i compagni che lo osservavano felici ma anche invidiosi per la riuscita di quella prova. Hannette, anche lei per non dare nell’occhio, gli strinse il braccio destro in segno di incoraggiamento, mentre Jotaro sollevò il pollice in alto con un grande sorriso.
    Mentre stava entrando in aula, rivolse lo sguardo alla sua rivale preferita Sonja con il solito sorriso beffardo, ma lei sembrava stesse fissando il vuoto, volutamente, per non guardarlo.
    “Sono sicuro che anche lei abbia passato la prova... Serviranno delle kunoichi in gamba…” si rallegrò il ragazzo che nel frattempo si era seduto ad un banco messo apposta di fronte al sensei.
    In mano aveva il suo test e, contro ogni aspettativa, Clark iniziò a leggere la terza risposta di Hikaru.
    Nel mentre il ragazzo si sentì bruciare in volto e le labbra gli si seccarono talmente l’imbarazzo che stava provando. Non era abituato a sfoggiare i propri sogni o i propri sentimenti così apertamente e per lui fu una prova anche il dover sentire il proprio sensei leggere quella risposta.
    “Spero che nessuno abbia origliato alla porta” pensò poi preoccupato.

    Il maestro si congratulò con l’esaminante per aver risposto sinceramente alla terza e correttamente alle prime due domande del test.
    Hikaru apprezzò molto l’incoraggiamento del sensei perché era la prova che egli stesso sembrava concordare con il suo pensiero.
    Ma l’esame non era di certo concluso. Adesso il ragazzo doveva dare prova, nella pratica, di ciò che aveva appreso in tutti quegli anni di accademia.
    In cuor suo sapeva che, nonostante la prima prova superata, non poteva assolutamente venire meno alla richiesta concreta del sensei.
    -Allora...vorrei che mi dicessi quali sono i sigilli della tecnica della sostituzione e vorrei anche una dimostrazione pratica, puoi tranquillamente usare uno qualsiasi degli oggetti in quest'aula, a te la scelta- chiese Clark.
    La risposta di Hikaru, alla prima parte dello domanda non si fece attendere
    -I sigilli sono rispettivamente: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente- rispose con convinzione il giovane ragazzo.
    Poi venne il momento della dimostrazione. Fece un bel respiro profondo per togliere via la tensione che nel frattempo si faceva sentire all’altezza dello stomaco.
    Si guardò una attimo attorno per cercare un oggetto di dimensioni medio/grandi con cui sostituirsi ma, a parte i banchi e le panche, non c’era una vasta scelta in aula. Dovette perciò accontentarsi della cosa più evidente e magari consona a quel tipo di tecnica. Scelse la poltrona con i braccioli del sensei, posta di fronte alla cattedra.
    Chiuse gli occhi e si concentrò sull’oggetto scelto, una poltroncina al dir la verità, in legno lavorato con il sedile e i braccioli imbottiti e rivestiti di un tessuto in velluto di colore oro.
    Doveva estendere il suo chackra fino alla posizione della poltroncina, a circa due metri da lui.
    Compose con ordine i sigilli appena citati avendo cura di compiere movimenti morbidi e puliti. Se fosse andato a segno, avrebbe sostituito se stesso con la poltroncina, scambiandosi di posto.

    SCHEDA Hikaru Fujiwara
    Azioni
    Tecnica della Sostituzione (-5 pti stamina): 40+20+2=62

    Resistenza: 50
    Stamina: 50 –(5 pti stamina)=45


    OFF: Forse non era necessario il calcolo della tecnica ma per coerenza ho preferito inserirlo… non so se ho fatto bene…
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Si sa, a volte l'emozione può giocare brutti scherzi quando meno te lo aspetti, ti senti tranquillo perché le cose fino a quel momento sono andate bene ed è lì che ti frega. Il nostro giovane Hikaru fino a quel momento è stato semplicemente perfetto, sia sulle domande di teoria che sulla domanda a piacere diciamo, ma si sa che la prova pratica è sempre tutta un'altra storia. Il suo insegnante dal canto suo ha cercato di fare il possibile per metterlo a suo agio, in fondo sa che lui è un bravo studente, per cui vedere il suo compito in cima alla pila non gli è dispiaciuto, anzi, cominciare con un ragazzo che ha buone possibilità di essere promosso ha di solito una buona influenza sugli altri giovani in attesa. Ma come detto trovarsi lì davanti all'insegnante con un alto premio in palio non è facile e tutta quella pressione arriva a giocare un brutto scherzo al nostro povero ragazzo. Il giovane da bianchi capelli comunque parte bene, la domanda del suo sensei infatti non lo coglie impreparato e con precisione e prontezza espone correttamente i sigilli della tecnica richiesta nell'ordine esatto, come lo si potrebbe trovare sulla sua pergamena, facendo annuire compiaciuto il suo maestro di fronte alla giusta risposta. Ma al momento di eseguirla qualcosa non è altrettanto perfetta, forse per la notevole ansia, forse per l'eccessiva sicurezza causata dal suo percorso netto, in ogni caso la tecnica presenta delle sbavature che risaltano subito all'occhio di Clark e di cui anche il ragazzo si accorge facilmente dopo averla terminata. L'idea di sostituirsi con la sedia del suo sensei è buona, denota un notevole pensiero laterale del ragazzo che non ha cercato dei bersagli scontati, andando invece a sostituirsi con uno dei più difficili dell'aula, ci vuole davvero coraggio per fare una cosa del genere. Hikaru riesce a far arrivare i suoi invisibili fili di chakra, ma al momento di sostituirsi qualcosa va storto: a tecnica finita il ragazzo invece che trovarsi al posto della sedia si trova davanti ad essa a circa metà strada rispetto a dove si sarebbe dovuto trovare, finendo davanti alla cattedra. Lo stupore è senz'altro una delle prime emozioni che il giovane avrebbe potuto provare, seguita probabilmente da una velata rabbia dopo essersi reso conto del suo errore. Il maestro, che ha fin dal primo sguardo capito con cosa il ragazzo volesse provare a sostituirsi, si è prontamente alzato e messo a fianco della cattedra, in modo da non dare troppo fastidio al giovane, per poi, tecnica ultimata, avvicinarsi a lui e alla sua poltrona:

    "Davvero un peccato, la tua idea di sostituirti con la mia poltrona è stata davvero audace, ma per una piccola distrazione non sei riuscito a completarla a dovere..."

    Clark si avvicina al suo giovane studente, mettendogli una mano sulla spalla per confortarlo, sicuramente il ragazzo non doveva essere tanto contento della sua performance, almeno quanto lo è il suo insegnante. Ma il tono del sensei non è di rimprovero, Hikaru si è comportato comunque bene, nonostante questa piccola sbavatura finale quello che ha fatto in precedenza gli ha ugualmente permesso di raggiungere il suo obiettivo:

    "Comunque non abbatterti, sbagli del genere capitano anche ai ninja più esperti, a volte basta poco per fare degli errori stupidi, ma la grandezza sta nel comprenderli e saper andare ugualmente avanti"

    Il Jonin cerca un attimo in una della tasche del suo giubbotto, tirandovi fuori un coprifronte nuovo di zecca con sopra il simbolo del loro villaggio. Il ragazzo probabilmente non è al settimo cielo, ma immagino che al vedere lo stemma di Kumo sulla lamina d'accaio la situazione cambia notevolemente eh? Clark porge al ragazzo il simbolo del suo nuovo status, del suo nuovo grado gerarchico da ninja, con la speranza che sia un piccolo grande passo per un lungo futuro radioso:

    "Hikaru Fujiwara, da oggi sei a tutti gli effetti un Genin del villaggio di Kumo, congratulazioni!"

    Felicità, contentezza, forse anche un pizzico di amarezza per quella tecnica non perfetta, ma il ragazzo dai capelli bianchi ha tanto tempo davanti a sé per perfezionarla, tante missioni in cui fare pratica e tante occasione per dimostrare quanto vale, in fondo solo ora ha cominciato a percorrere la sua lunga via del ninja e solo lui sa dove lei lo porterà.

    Allora cominciamo con il dire che sei promosso !! Ma c'è una piccola imprecisione che non ti ha fatto riuscire perfettamente la tecnica, poiché sei stato leggermente autoconclusivo nell'eseguirla; per il futuro ti suggerisco di utilizzare il condizionale, in modo da non rischiare nulla, può essere davvero brutto preparare una serie di azioni e vedersele fallire per una errore così minuscolo( e parlo per esperienza personale XD). In ogni caso hai scritto dei buoni post e fatto uno specchietto perfetto, per cui ti sei dimostrato ugualmente meritevole della promozione, bravo! Per quanto riguarda i calcoli non preoccuparti, ci pensiamo noi staffer a fare i conti, tu occupati solo di segnare il resto con precisione :) Ora fammi il post conclusivo, così potrò darti l'exp e potrai aggiungerti tutto ciò che ti compete riguardo al passaggio a Genin, che se non ricordi di cosa si tratta trovi scritto qua. Spero che l'accademia ti sia piaciuta e buon GDR :rosa: Se qualche altro staffer mi da intanto l'exp gliene sarei grato :)
     
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    intanto Stompo prende 33. Occhio che nei primi due post passi da presente a passato e viceversa
     
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    Dopo aver compiuto l’ultimo sigillo, Hikaru sentì il flusso del suo chackra attivarsi, una fonte energetica in continuo movimento gli scorreva dentro e attraverso i punti di fuga del chakra sparsi per tutto il corpo, poté estendere la propria energia al di fuori di sé e direzionarla verso l’oggetto designato.
    Ma i fili del suo chackra non arrivarono a destinazione, in un breve attimo lo stesso studente si accorse che qualcosa non stava funzionando; sapeva bene che in un jutsu quando anche la più piccola cosa va fuori posto, il risultato sarebbe stato sempre un insuccesso.
    E così fu.
    Malgrado la sua aspettativa, che fino a quel momento confidava nella buona riuscita, il giovane ninja si ritrovò semplicemente davanti alla cattedra.
    Non appena realizzò di aver fallito la prova, tutto l’entusiasmo, tutta l’adrenalina che aveva accumulato, tutti i suoi sogni e le sue speranze, sprofondarono in un abisso di profonda delusione e tristezza.
    I suoi occhi erano spalancati al massimo e le guance si colorarono di un rossore dovuto all’alzamento della pressione corporea. “Cosa è andato storto? Perché non ci sono riuscito? E’ tutto finito ora!” si tormentava Hikaru mentre una goccia di sudore gli rigava il viso.
    Si voltò e vide che il suo sensei, nel frattempo, si era divincolato dalla poltroncina per mettersi accanto alla cattedra… “Sapeva che mi sarei ritrovato qui…” dedusse Hikaru mentre rivolgeva lo sguardo, stavolta, all’oggetto dello scambio. “Una poltroncina… sui cui il maestro vi era seduto sopra… ma che grande idea che ho avuto! Bravo, una scelta veramente saggia!” si ripeteva tra sé sarcasticamente. Fu in quel momento che Hikaru cominciò a provare rabbia, per stesso, un senso di colpa a dir la verità. Un grande senso di colpa.
    Si malediceva perché non era stato in grado di controllare innanzitutto il suo stato emotivo lasciandosi condizionare dal nervosismo generale e soprattutto per aver scelto un oggetto si, insolito, ma molto complesso da sostituirsi: troppo dettagliato e con una forma che ti costringe a dover fare molta più fatica del necessario.
    Aveva scelto l’oggetto meno consono al suo intento. “La tecnica della sostituzione è una tecnica la cui efficacia è determinata sopratutto dalla velocità di esecuzione in quanto non ci si può permettere, durante uno scontro, di sostituirsi con oggetti complessi. In caso di fuga o schivata sarebbe del tutto inutile, altrimenti! Ma come ho fatto a non pensarci prima? Perché sono stato così impulsivo? Dannazione”. Il ragazzo fece questa riflessione e in quel momento si sentì cadere il mondo sulle spalle e avrebbe tanto voluto fuggire lontano per non doversi confrontare con gli amici ma soprattutto con i suoi genitori.
    Era triste fondamentalmente, e nonostante la sua rabbia si palesava sul suo volto, in cuor suo desiderava piangere.
    -Davvero un peccato, la tua idea di sostituirti con la mia poltrona è stata davvero audace, ma per una piccola distrazione non sei riuscito a completarla a dovere..." disse il sensei mentre si avvicinava al ragazzo.
    -Mi spiace sensei, avrei dovuto scegliere qualcos’altro…- Stava per continuare il discorso, cercando una giustificazione che lo esentasse da ogni responsabilità ma preferì tapparsi la bocca. Sapeva che aveva fatto tutto da solo e cercare ulteriori giustificazioni non sarebbe stato un comportamento maturo. In quel preciso momento Clark gli poggiò la mano sulla sua spalla. Il sensei non aveva bisogno di spiegazioni. Il sensei aveva già capito.
    Il ragazzo poté percepire una sensazione positiva da parte di Clark, il quale, malgrado un po’ di rammarico per la prova pratica, non sembrava essere tanto deluso dal giovane Hikaru.

    -Comunque non abbatterti, sbagli del genere capitano anche ai ninja più esperti, a volte basta poco per fare degli errori stupidi, ma la grandezza sta nel comprenderli e saper andare ugualmente avanti-.

    Il giovane guardò negli occhi il suo maestro, con gli occhi lucidi. Non sapeva cosa dire, cosa rispondere e così scelse di rimanere in silenzio lasciando che le proprie emozioni, i suoi veri sentimenti, venissero fuori, liberi di esprimere lo stato d’animo puro di Hikaru. “Si, continuerò ad andare avanti…” pensò il giovane sulle parole del suo maestro jonin.
    E fu proprio in quel momento che Hikaru imparò una grande lezione di vita. Da quel momento il giovane ninja non sarebbe stato più il ragazzino di sempre.
    Quando vide Clark porgergli il coprifronte di Kumo il ragazzo parve confuso.
    -Hikaru Fujiwara, da oggi sei a tutti gli effetti un Genin del villaggio di Kumo, congratulazioni!-
    A quelle parole il giovane non riuscì a contenersi
    -Grazie sensei, grazie per la fiducia!- esclamò felice e a voce alta, mentre stringeva tra le mani il coprifronte in segno di conquista e le lacrime che scendevano sul suo volto, finalmente libere di potersi sfogare per poi lasciare spazio ad una nuova sensazione di leggerezza.
    Aveva capito, il neo-genin. Aveva capito che essere un Genin significa anche avere le capacità di valutare le cose nella loro totalità e non soltanto concentrarsi su singoli pezzi di un puzzle decisamente più grande.

    Il suo maestro gli aveva appena insegnato a darsi sempre una seconda possibilità nella vita.

    Il ragazzo salutò cordialmente il suo maestro, ringraziandolo per tutti gli insegnamenti ricevuti e soprattutto per la pazienza che ha avuto per tanti anni. Simili jonin andrebbero presi come esempio da chi vorrebbe dedicarsi all’insegnamento.
    Dopo i convenevoli il Hikaru si diresse verso l’uscita con il coprifronte già ben legato sulla sua fronte. Aprì la porta e scomparve tra gli studenti accalcati nel corridoio.
    SCHEDA Hikaru Fujiwara
    Resistenza: 50
    Stamina: 45

    OFF: Caro Stompo, innanzitutto ti ringrazio tantissimo per la ruolata. Sono piuttosto arrugginito perché non gioco ai gdr da molto tempo ma con te mi sono trovato da subito a mio agio, mi è piaciuta molto l’impostazione dei tuoi post del “narratore onnisciente” :) Very cool
    Per quanto riguarda la questione dell’autoconclusività, effettivamente riconosco di essere stato molto borderline. Piuttosto, avevo scritto il post convinto che il sensei fosse in piedi di fronte a me :D Non avendolo scritto, ovviamente, me lo sono ritrovato seduto :please:
    In futuro cercherò di fare ancora più attenzione.
    Grazie ancora e alla prossima ruolata magari!
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Sono contento che ti sia piaciuto, ho fatto questo esperimento per variare modo di scrittura,
    lo riproverò in futuro migliorato :) Sì tranquillo, hai tutto il tempo per riprendere la mano e già così scrivi bene :D Grazie a te :rosa: Prendi 31 exp e puoi aggiungerti tutto :)
    Ps. Cavolo ho cercato di fare attenzione ai tempi :/ La prossima volta starò più attento :)


    Edited by Stompo - 14/7/2017, 16:10
     
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