Che noya l'accademia!

accademia noya

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Tetsu's Samurai
    Posts
    7,137
    Location
    The Spiral

    Status
    Offline
    La primavera. La stagione che con se porta il vento, la rinascita, il nuovo. La giovinezza fiorisce in primavera. Gli amori sbocciano in primavera. I gatti vanno in amore in primavera. E’ la stagione in cui tutto rinasce e in cui tutto accade. Però siamo in autunno. E l’autunno che porta con se? Foglie secche, quel vento che non si capisce bene se è freddo o caldo e quasi sempre ti buschi un bel raffreddore se ti va di lusso. La stagione in cui fa troppo freddo per scoprirsi ma troppo caldo per coprirsi. E qualcosa di nuovo in effetti lo porta: gli esami finali dell’Accademia Ninja. Terminata la sessione estiva, era infatti il tempo per i giovani, macché, giovanissimi studenti, di affrontare il temutissimo esame finale. Era un rituale che si svolgeva quattro volte l’anno nelle accademie Ninja, uno per ogni stagione. E trovandosi ancora nella prima settimana di Hatsuki, era quello il giorno prescelto. Si vociferava da giorni di prove difficilissime, al limite dell’umano. Test difficilissimi scritti che richiedevano un QI altissimo per essere anche solo capiti, prove fisiche che sostenevano persino gli Anbu per prepararsi al fronte. Insomma, le voci giravano tra gli studenti, come sempre. Nessuno villaggio faceva eccezione e, in quello delle Verdi Acque, si respirava la stessa aria eccitata e spaventata persino in quella bella giornata. C’era il sole siccome l’autunno non era ancora inoltrato, esso splendeva sul villaggio bello e rigoglioso, circondato dal verde. Si trattava di un villaggio in pura armonia con la natura, per cui i prati, gli alberi e persino i fiumiciattoli e i laghetti, erano ovunque. E tutti quanti loro erano pieni di vita in quel bel giorno, seppur ad ogni folata di vento caldo, ne corrispondesse un’altra decisamente più rigida. Sempre così le mezze stagioni! Ma spostandoci verso l’Accademia Ninja, la stessa era chiaramente in fermento. Quando la campanella squillò, ci misero poco gli studenti a raggiungere le rispettive classi, tutto al fine di affrontare il test scritto. Era quella la prima prova, la più quotata per quanto riguardava le bocciature. Si pensava infatti che la maggior parte dei candidati non sarebbero riusciti a superarla. Il perché? Nessuno lo sapeva. Almeno per ora.
    Arrivati in classe, trovarono la disposizione dei banchi cambiata. Dapprima, la grande stanza si sviluppava verso l’alto, in modo tale che le lunghe file di banchi si affacciassero letteralmente verso la cattedra. Si poteva salire sui gradini ai lati della sala per accedere alle file più alte, naturalmente. I banchi erano uniti tra di loro in lunghe file capace di ospitare una dozzina di studenti tutti insieme, ma, adesso, gli stessi erano stati sostituiti con banchi da due. In una fila erano presenti quattro banchi, distanti circa due metri l’uno dall’altro. E le file erano distanti tre metri tra loro. Era ciò che permetteva la grande aula, anche perché, rispetto ad una classe intera, era solo parte di essa ad essere candidata per l’esame. Sulla sinistra dell’aula, tre grandi finestre a vetro rimandavano il bellissimo panorama che si poteva ammirare dal terzo piano dell’edificio. Il villaggio immerso nel verde. Le luci erano spente poiché il sole bastava ed avanzava per illuminare ogni cosa. Davanti a tutti i banchi, al livello zero del terreno, se così vogliamo chiamarlo, vi era la lunga cattedra del sensei. Dietro, un altrettanto lunga e larga lavagna nera. Quando gli studenti cominciarono a riversarsi nell’aula 307 (al loro arrivo nell’atrio, era stato consegnato loro un numero che indicava l’aula da raggiungere), la trovarono vuota. Il sensei avrebbe dovuto già trovarsi lì ma così non fu. Ciò che infatti gli studenti trovarono fu una grossa scritta, tracciata probabilmente con un gessetto bianco sulla lavagna.

    IL SENSEI ARRIVERÁ IN RITARDO!



    E quindi? Dovevano solo aspettare quei poveri studenti! Intanto, una dozzina di loro era stata assegnata all’aula 307 e alcuni dei candidati cominciarono subito a prendere posto, seguendo una logica studiata appositamente. Occupare gli ultimi posti in fondo sembrava essere la tattica di chi non se la cavava bene nelle prove scritte perché, ovviamente, c’era chi avrebbe provato a copiare. Come in ogni scuola che si rispetti, del resto. E fu solo quando i ragazzi si erano seduti ormai da un bel pezzo, occupando un banco per uno, per non avere nessuno vicino, che la porta sulla destra dell’aula si aprì.


    Entrò in aula.. tutto ma non un sensei. Quel tipo sembrava più uscito da qualche strano video amatoriale. Alto quasi come la porta, massiccio, con un petto largo e prorompente. Vestito con una semplice canotta bianca con il logo di Hekisui stampato rozzamente al centro della stessa. Al di sotto del torace bello importante, però, c’erano due gambine magre e lunghe, che spuntavano da sotto dei pantaloncini rossi. I peli delle gambe stavano ricrescendo dritti e neri, rendevano il dettaglio delle infradito gialle ancor più grottesco. Ma ad esserlo, in realtà, era il volto dell’uomo. Due grandi occhi scuri dalla palpebra pesante che rendeva quello stesso sguardo perennemente languido. Un paio di enormi baffoni scuri, arricciati, spuntavano da sotto il naso dritto, coprendo quasi del tutto il labbro superiore. I capelli erano corti e sistemati rigorosamente, seppur l’insieme desse all’uomo un’aria stranamente equivoca. Entrò in aula e si posizionò velocemente davanti alla cattedra, dopo aver chiuso la porta alle proprie spalle.

    - Benvenuti agli esami finali dell’Accademia! Io sono Alaindelon-sensei! -

    Esordì, aprendo le grosse e muscolose braccia verso la sua classe. Svettarono gli avambracci molto pelosi, solo quelli. Il sorriso dell’uomo era.. un po’ strano. Forse un po’ troppo caloroso. Ma probabilmente era l’aria dell’uomo a renderlo così agli occhi altrui. Si portò quindi le mani ai fianchi, il sensei, squadrando per un attimo tutta la classe. Stranamente, nessuno dei presenti (seppur facenti parte di altre classi) era in grado di riconoscere l’esaminatore. Si trattava forse di un supplente o di qualche insegnante mandato appositamente dal Kage? Poteva essere. Se ne parlava a gruppetti, lì, tra chi più o meno si conosceva già. Ma, come per Alaindelon, c’erano alcuni studenti che se ne stavano zitti. Non sembravano conoscere nessuno. Probabilmente nessuno conosceva loro. Ad ogni modo, il sensei alto e macho si sedette sulla cattedra, incrociando quelle gambine magre magre.

    - Direi di spiegarvi le regole e cominciare, abbiamo già perso abbastanza tempo! Bene, questo che affronterete sarà il primo test di oggi e si baserà su una prova scritta. Potrete trovare domande disparate che prendono in considerazione tutto ciò che avete studiato in questi anni. E ora, tre regole.
    Prima regola: avete un’ora di tempo per rispondere ai quindici quesiti.
    Seconda regola: l’ultimo quesito si trova sul retro dei fogli che tra poco avrete, ma potrete leggerlo solo a cinque minuti dallo scadere del tempo.
    Terza ed ultima regola.. -


    Improvvisamente lo sguardo dell’uomo si fece gelido soffermandosi sugli studenti. Ma poi assunse una posa a dir poco stramba, inclinando le gambe all’interno e mandando un bacio generale a tutti, con le guance tutte rosse.

    - chi verrà scoperto a copiare più di due volte è fritto! E ora.. let’s begin! -

    Schioccò le dita e, magicamente, un paio di fogli bianchi da compilare, spillati tra loro, apparvero sul banco di ogni candidato. Era quindi quello il test! Ma, cominciando a leggere, ben presto la stragrande maggioranza degli studenti si resero conto che c’era qualcosa di anomalo.. già dalle prime domande.
    CITAZIONE
    1. Qual è il colore preferito di Alaindelon sensei?
    2. Perché Alaindelon sensei indossa solo infradito?
    3. Cosa regaleresti ad Alaindelon sensei per il suo compleanno?
    4. Se Alaindelon sensei tirasse un kunai a 15 metri di distanza con una velocità di 96/km, quanto riuscirebbe a penetrare una lastra di metallo spessa tre metri?
    5. Quale sarà la meta estiva di Alaindelon sensei se il prossimo anno avrà un aumento del 15% sullo stipendio?

    Quelle domande.. erano impossibili Eppure qualcuno stava già cominciando a dare le risposte...

    Bene, ci siamo! :*):
    Non voglio mentirti, l’ho fatta difficile apposta. Credo che tu abbia potenzialità quindi non ti do indizi, credo che tu riesca a scoprire da solo la soluzione.
    Se avessi dubbi scrivimi in privato.


    Edited by Kerberotte - 4/6/2017, 11:04
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    459

    Status
    Anonymous
    Narrato
    Pensato
    Parlato Noya
    Parlato Yukiko
    Parlato Alaindecoso-sensei


    Tutti iniziò con una pesante e sonora facciata contro il pavimento.
    Neanche mentre dormiva Noya riusciva a stare fermo un attimo. Stava infatti sognando di correre e saltare da un tetto all'altro, osservando dall'alto una città mai vista prima, piena zeppa di altissimi edifici dai tetti piani su cui era facile muoversi. Sembravano fatti apposta perché Noya si lanciasse da un punto all'altro senza paura di guardare giù. Questo finché non inciampò in un secchio e iniziò a precipitare. Urlando. Noya urlava in continuazione, che fosse per parlare con sua madre, con i vicini dall'altra parte della strada o con uno scoiattolo. Lui urlava.
    Ma chiunque in una situazione del genere si sarebbe messo a gridare in preda al panico, perciò questa volta lo si poteva giustificare senza troppi problemi.

    “GNYOOOOOOOOOOOOO!”


    E poi sbam! Facciata contro il pavimento.
    La madre di Noya trovò suo figlio con le gambe per aria, il busto afflosciato contro il lato del letto e il volto rivolto verso il basso.

    “Già che sei sveglio, sarebbe meglio che tu ti preparassi. Ti ricordi che giorno è oggi?”


    Al posto di una risposta, la donna dovette accontentarsi di una serie di suoni e mugolii indefiniti, pregni di sofferenza verso il mondo e i sogni ingannatori. Maledetti sogni. Pensò il giovane agitando un pugno rivolto al cielo. Chissà, magari qualcuno lassù lo stava ascoltando... e si sarebbe preso tutti gli insulti e gli ingiuri che il ragazzo iniziò a recitare mentre si rimetteva in piedi.
    Ignorando un sonoro e contrariato 'SCIACQUATI LA BOCCA' di sua madre, Noya andò in bagno strisciando i piedi a terra e tenendo gli occhi chiusi. Sebbene potesse sembrare una mossa controproducente, facendogli rischiare in una facciata contro lo stipite della porta o un generico muro, il ragazzo era ormai un esperto nel muoversi alla cieca in casa sua. Ecco, questo quando quell'infame di sua madre non spostava qualche mobile senza motivo. Maledetta donna. Feng shui una ceppa! Quando poi ci lascerò un femore... Lavandosi i denti, Noya uscì dal bagno e si diresse verso la cucina, curioso di vedere cosa sua madre stesse facendo. In quel momento, come abbagliato da una luce divina, realizzò di non aver ancora fatto colazione.
    Yukiko si fermò in mezzo alla stanza, osservò suo figlio con un'espressione sconsolata e si lasciò scappare un sospiro.

    “Mi shono shcord-”


    Mai protestare mentre ci si sta lavando i denti, a meno che non si desideri sputare il dentifricio a terra e – con una buona dose di sfortuna – sul proprio piede.
    Il secondo sospiro della donna fu sovrastato da una serie di grida del ragazzo, il quale si apprestò a pulire il pavimento (e il proprio piede) con un pezzo di carta.

    ***



    Superato l'ostacolo della colazione – e tornatosi a lavare i denti – Noya iniziò a lanciare sul letto tutte le maglie a sua disposizione, scartandone una dopo l'altra.
    Nella sua mente era ben fissa l'immagine di un capo d'abbigliamento rigorosamente arancione. Un arancione sgargiante, molto molto molesto. Dopo dieci minuti a ravanare dentro i cassetti, il ragazzo si ritrovò in ginocchio con le braccia abbandonate lungo i fianchi e un'espressione vacua che fissava il vuoto cosmico del suo armadio.

    “MAAAAMMAAAA! MAMMA LA MAGLIA. QUELLA ARANCIONE. MAMMA, DOVE L'HAI MESSA?? QUELLA BELLA. LA PIE' BELLA. QUELLA ARANCIONE TANTO ARANCIONE CON QUEL DISEGNO FATTO COSÌ E LA SCRITTA PER COSÌ CHE DICE 'SCEMO CHI LEG-”

    Tutto quello strillare isterico – davvero, neanche fosse una donna nel suo periodo no del mese – fu accompagnato da ampi e poco descrittivi movimenti delle mani, gesti pensati per dare un senso a quelle parole che, prese singolarmente, non ne avevano.
    Sorvolando sul dubbio metodo espressivo adottato dal giovane per esprimere i suoi problemi, Yukiko tappò letteralmente la bocca alla sua progenie infilandogli ciò che stava cercando tra i denti.

    “GRAZIE MAMMA, SEI LA MIGLIORE!”

    O almeno questo era quello che il suo cervello processò. Quello che invece uscì fu un suono incomprensibile. Noya non si era levato la maglia dalla bocca.

    ***



    Ed eccola lì, l'accademia.
    Un edificio tanto brutto quanto odiato dal nostro piccolo grande eroe; un luogo che lo aveva costretto ad una scomoda sedia per molte mattine. Nessuno, e ripeto nessuno, lega Toshiro Nishinoya ad una sedia! No, nessuno lo aveva mai legato da nessuna parte, ma era il concetto la cosa importante. A voler essere onesti probabilmente più si un sensei aveva desiderato fare del male fisico al ragazzo, a un certo punto.

    “A NOI DUE!”

    “Ehm... ragazzo?”

    Una signora anziana si accostò al giovane.

    “Non sarebbe meglio scendere da lì prima che tu ti faccia male?”

    Noya se ne stava in piedi sopra a un bidone dei rifiuti, le mani sui fianchi e una posa da supereroe.

    “Oh, sì subito.”

    Sorridendo alla nonnina, il giovane dai capelli sparati scese a terra per poi correre verso l'ingresso dell'accademia. Un esame andava sostenuto, un capitolo doveva concludersi per permettere a un altro di cominciare.

    Sì, ma... chi aveva studiato? Noya sicuramente no. Ci sarebbe saltato fuori in qualche modo? Assolutamente sì! Lui riusciva sempre e comunque a superare gli ostacoli che gli si ergevano davanti (anchel barando spudoratamente).

    ***



    Anziché trovare il responsabile addetto all'esame teorico, gli esaminandi si trovarono di fronte a una grande scritta in gesso bianco su una grande lavagna.

    IL SENSEI ARRIVERA' IN RITARDO



    Le espressioni disperate di molti giovani facevano a cazzotti con la smorfia soddisfatta di Noya, tutto giulivo perché avrebbe avuto più tempo a disposizione per capire come copiare.
    Ovviamente, appena messo piede in aula, il ragazzo si catapultò versogli ultimi banchi in fondo, saltando da una fila all'altra schivando così la calca formatasi per le scale. Per primo arrivò all'ultima serie di banchi, quella più in alto e più lontana rispetto la cattedra. Si compiacque molto della cosa.
    Ottimo. La distanza era perfetta, bastava sperare in un accenno di miopia da parte del sensei et voilà! Esame passato.
    Rannicchiato sulla sedia, in equilibrio sulle punte dei piedi e le mani sulle ginocchia, Noya iniziò ad osservare l'aula con occhio più attento. Quanti studenti ci sono? Il ragazzo iniziò a contarli, ma questi si muovevano, e allora ricominciò... e ricominciò... e alla fine fece spallucce e iniziò a preoccuparsi di qualcos'altro.
    I banchi erano da due: bene. Però, logicamente, non era concesso avere nessuno seduto di fianco: male. Avrebbe dovuto quindi allungare il collo e cercare di capire qualcosa dal foglio di chi si sarebbe seduto nel banco “vicino” al suo, bene ma non benissimo. Chi gli assicurava però che il suo compagno fosse preparato? No bene. La faccenda si stava complicando, ma non rimaneva che attendere l'ora X.
    Dopo quel momento di riflessione criminale, Noya raggiunse un gruppetto di ragazzi della sua stessa classe e iniziò a fare il suo solito siparietto comico, con tanto di battute a un elevato tono di voce. Nuovo record: era rimasto rannicchiato in silenzio sulla sedia per ben cinque minuti. Cinque minuti. Roba grossa.
    Con suo grande dispiacere, tutti iniziarono a sedersi ai loro posti, chi mangiato dall'ansia, chi solo stanco di stare in piedi. Solo dopo essere rimasto l'ultimo in piedi, Noya si arrese e decise di seguire il gregge.
    Non dovettero aspettare molto prima che la porta dell'aula 307 si aprisse rivelando una massicia figura sull'uscio.

    “E quello da dove è uscito?”

    C'era chi le cose le pensava e basta, e poi c'era Noya, Noya che spiattellava tutto quello che gli veniva in mente senza rendersi conto di aver aperto la bocca.
    Questa volta però molti compagni gli diedero ragione. L'individuo, che chiaramente non era un sensei dell'accademia, sfoggiava un look decisamente inusuale. Guardarlo era un pugno nell'occhio, peggio della maglietta catarifrangente di Noya.

    “Benvenuti agli esami finali dell’Accademia! Io sono Alaindelon-sensei!”


    Ecco. Un nome, una garanzia.

    “Direi di spiegarvi le regole e cominciare, abbiamo già perso abbastanza tempo! Bene, questo che affronterete sarà il primo test di oggi e si baserà su una prova scritta. Potrete trovare domande disparate che prendono in considerazione tutto ciò che avete studiato in questi anni. E ora, tre regole.
    Prima regola: avete un’ora di tempo per rispondere ai quindici quesiti.
    Seconda regola: l’ultimo quesito si trova sul retro dei fogli che tra poco avrete, ma potrete leggerlo solo a cinque minuti dallo scadere del tempo.
    Terza ed ultima regola...”


    La visuale delle gambine secche dell'uomo creò a Noya un paio si squilibri intestinali. Orrore.

    “...chi verrà scoperto a copiare più di due volte è fritto! E ora.. let’s begin!”

    Wait, what? Cosa voleva dire più di due volte? C'era un jolly spendibile per la prima volta?
    YOSH! Pensò Noya tutto gasato iniziando ad andare su di giri. Forse quell'esame non sarebbe andato poi così male.
    Risate in sottofondo.
    Dunque, cancellate quanto pensato finora. I fogli con su scritte le domande comparvero dal nulla e lasciarono il ragazzo (e non solo lui) a bocca aperta.
    Cosa diavolo significava “Qual è il colore preferito di Alaindelon sensei?”
    Ma è legale fare una domanda del genere? Noya avrebbe voluto appallottolare il foglio e lanciarlo contro il naso di quell'individuo che si spacciava per un sensei. E' come se chiedessi a qualcuno di dirmi cos'ho mangiato a colazione. UGUALE.
    Esterrefatto e desideroso di insultare qualcuno, Noya iniziò a guardarsi intorno per vedere se qualcun altro come lui fosse basito da quei quesiti. E invece no, con suo grande stupore si rese conto che delle persone stavano rispondendo come se le domande non fossero assurde, come se fosse stato chiesto loro di scrivere il proprio nome.
    Ah... il nome. Meglio metterlo quello. E dopo un minuto utilizzato per scrivere chiaro e tondo il proprio nome, Noya si rassegnò all'idea che fosse già giunto il momento di darsi alla copiatura sfrenata.
    Il ragazzo seduto nel banco vicino al suo – ragazzo mai visto prima, tra l'altro – stava scrivendo dal momento in cui il foglio gli apparve sotto il naso.
    Cosa stai scrivendo? Cosa sai che io non so?! Fammi un po' vedere.
    Con estrema nonchalance, Noya iniziò a sporgersi piano piano verso il banco dell'altro, allungando il collo e cercando di dare un senso a quelle che ancora erano linee indistinte di inchiostro.ù

    E niente, volevo fare l'idiota e quindi eccoci qua :asd:
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Tetsu's Samurai
    Posts
    7,137
    Location
    The Spiral

    Status
    Offline
    Solo poche matite cominciarono a scarabochiare placidamente sui fogli. Lentamente, per nulla chinati sul foglio. La maggior parte degli studenti, invece, non sapevano che pesci prendere. Chi si disperava, chi silenziosamente cercava di copiare, per poi fermarsi all'ultimo. E se Alaindelon sensei l'avesse scoperti? Sembrava un tipo ambiguo ma, per qualche motivo, farsi sorprendere da lui non sembrava promettere nulla di buono. Ma Noya, uno degli studenti di spicco della sua classe (più per il temperamento che per altro), non la pensava in questo modo. Infatti, si sporse semplicemente verso il suo compagno di banco, pian piano, lentamente, intenzionato a copiare. Ma come faceva quel tipo che non aveva mai visto a sapere le risposte? Avrebbe fatto meglio a pensarci, a pensarci bene, Noya. Intanto, scoprì che il colore preferito di Alaindelon sensei era il tiffany e che avevano uno strano problema di sudorazione dei piedi..

    - Hei, tu! -

    Il vocione strambo dell'uomo irruppe nel silenzio. Il suo sguardo si posò dallo studente al registro che aveva sulla cattedra, ove, vicino ad ogni nome, c'era anche una foto degli studenti. Dopo aver letto quello che gli interessava, il sensei si rivolse verso lo studente, agitando il posteriore in modo.. strano.

    - Noya kun! Stai più attento: ti ho visto! La prossima volta sarà l'ultima in cui ti avvertirò e basta! -

    Spiegò per poi lanciare un'occhiolino verso il ragazzo.

    - Se devi copiare fallo per bene, non vuoi diventare un ninja? -

    Ridacchiò, distogliendo poi l'attenzione da Noya. C'era qualcosa in quelle parole, un suggerimento per lui e per tutti i presenti. E chi lo colse cominciò subito a muoversi. Forse quell'esame era difficile per un motivo ben preciso e, forse, quelle domande non erano poi messe così a caso..

    Di nuovo, se avessi bisogno di quacosa contattami. Sei sulla buona strada però, il tuo pg deve solo rendersi conto di ciò che stsa accadendo :soso:
    Comunque davvero un post piacevole da leggere, si vede che ri trovi in sintonia con il tuo pg, bravo :asd:
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    459

    Status
    Anonymous
    Narrato
    Pensato
    Parlato Noya
    Parlato Alaindecoso-sensei


    Momento momento momento momento. Momento. Che razza di colore era il tiffany? Cioè, era davvero un colore? Noya non aveva la minima idea di cosa fosse, ma nonostante tutto si fidò ciecamente (o stupidamente?) delle conoscenze del suo vicino e scrisse quella che pareva essere la risposta al quesito numero uno.
    Rischiando di cadere dalla sedia, tanto si era allungato per spiare e copiare dal foglio dello studente vicino a lui, riuscì a leggere anche la risposta alla seconda domanda. Non l'avesse mai fatto.
    Che cosa disgustosa! Pensò il ragazzo mentre scriveva, tenendo gli occhi chiusi per non rileggere ancora una volta. Inutile dire che la cosa non funzionò troppo bene. La calligrafia era uscita pessima e l'immagine dei piedi sudaticci dell'uomo baffuto era ben impressa nella mente dello studente.
    Adesso vomito. Pensieri poco belli a parte, le cose sembravano procedere abbastanza bene.
    Se Noya fosse riuscito a continuare a copiare senza farsi notare, né dal vicino di banco né dal finto sensei, la fine dell'esame avrebbe comportato (si sperava) un bel volto anche per lui.
    Ma quando mai le cose procedono come pianificate? Noya, secondo la sua personale esperienza, risponderebbe con un bel dito medio alzato.

    “Hei, tu!”

    Beccato. Nel sentirsi chiamato in causa – perché anche senza girarsi subito, Noya sapeva che il tu era riferito a lui – il ragazzo era indeciso su quale fosse la causa del suo sudare freddo.
    Alternativa numero uno, la sua coscienza gli stava facendo capire che quel che stava facendo era sbagliato e che l'essere richiamato fosse la giusta punizione. Molto toccante, ma no. Noya non si era mai fatto alcun problema a copiare e sicuramente non aveva iniziato a preoccuparsene in quel momento.
    Alternativa numero due, l'idea di girarsi e guardare Alaindecoso in faccia lo preoccupava. Temeva di avere gli incubi la notte. Quella era probabilmente la ragione della sua angoscia.

    “Noya kun! Stai più attento: ti ho visto! La prossima volta sarà l'ultima in cui ti avvertirò e basta!”


    Eccola lì... una dose di incubi che si preparava a turbare il sonno del ragazzo per molto, molto tempo.
    Ora non solo gli occhi (e i baffi) del sensei lo stavano fissando, ma anche alcuni studenti delle file più in basso si voltarono a fissarlo. Possiamo dire ciao all'anonimato e all'elemento sorpresa.

    “Se devi copiare fallo per bene, non vuoi diventare un ninja?”

    Il fatidico jolly era stato giocato, ora a Toshiro non rimaneva che trovare un modo più astuto per copiare o... mettersi a pregare.
    Non era mai stato un tipo credente lui, la religione e tutte quelle cose lo avevano semore annoiato, ma chissà che quella non fosse la volta buona per interpellare i kami.
    Io posso anche mettermi in ginocchio se qualcuno lassù mi assicura la promozione...
    Niente. Rimase ad aspettare un qualche segno divino, si osservò intorno nella speranza che la Provvidenza lo aiutasse, ma nulla accadde. Nessuno arrivò in soccorso del ragazzo e nessuno sarebbe arrivato. Quella che giunse però fu un'idea, un'idea tanto geniale quanto balorda.
    O la va, o la spacca. Pensò Noya mentre, mordendosi l'interno della guancia, portava le mani sotto al banco e iniziava a realizzare sigilli. O-hitsuji, hebi, tora. Pecora, serpente e tigre, questi i tre sigilli che avrebbero permesso al ragazzo di utilizzare la tecnica della moltiplicazione del corpo.
    L'idea era quella di creare una copia sotto il banco che da lì sotto, senza possibilmente fare rumore gattonasse o strisciasse (i dettagli non erano importanti, l'importante era il risultato) dietro il lo studente seduto nel banco a sinistra rispetto a Noya.
    Quello che la copia avrebbe dovuto fare era tanto semplice quanto rischioso: nascondersi dietro al ragazzo, guardare cosa avesse scritto e poi riferirlo al Noya originale. Come? Mimando le risposte.
    Parlare sarebbe stato come sparare sulla croce rossa, tanto valeva continuare a copiare come aveva fatto fino al richiamo. Un continuo via vai di strisciate e gattonate avrebbe finito, inevitabilmente, per attirare l'attenzione del presunto sensei, che benché avesse un look assolutamente discutibile, non sembrava un completo sprovveduto.
    E se il compagno avesse fatto la spia? A quel punto sarebbe partita la minaccia. Il Noya originale avrebbe ricattato il giovane in una maniera spietata: fai silenzio oppure ti lecco.
    Ebbene sì, una mente criminale che operava solo tramite i sotterfugi più subdoli.
    Se nemmeno l'idea della saliva di un estraneo sul proprio collo avesse fermato lo studente dal protestare o fare la spia, beh, la copia avrebbe semplicemente fatto poof!
    Come poteva Noya essere beccato se lui era rimasto seduto al suo posto con un sorriso a trentadue denti? La sua faccia da schiaffi avrebbe tradito tutto, ma il suo culo sarebbe stato salvo.
    O almeno quello era ciò che sperava l'aspirante shinobi mentre eseguiva i sigilli.
    O la va, o la spacca!

    Scheda Noya CLICK HERE

    Resistenza: 150

    Stamina: 150 - 5 = 145

    Azioni
    - Bushin no Jutsu per creare una copia che, meglio di una spia del KGB, passi informazioni alla Madrepatria tramite sapienti giochi ti mano. ( ossia, stupidaggini a parte, una copia che suggerisca a Noya quello che scrive lo studente dietro cui si è piazziato )


    //Spero vada anche solo in parte bene :asd: Volevo postare il prima possibile dato che domani probabilmente non riuscirò a combinare nulla.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Tetsu's Samurai
    Posts
    7,137
    Location
    The Spiral

    Status
    Offline
    Ora, Alaindelon poteva essere descritto con una seria infinita di aggettivi. Ambiguo, strano, repellente, magrolino, baffuto. Si sarebbe potuto andare avanti per ore, ma, anche a cercarlo, sarebbe mancato un aggettivo in particolare. Scaltro. Certo, quel suo aspetto a dir poco "pericoloso" (per la salute dei suoi studenti più che altro) non gli dava certo l'aria di uno apposto. Non lo si scambiava per un ninja neanche per sbaglio. E invece, ciò che quegli ignorantelli degli studenti non sapevano, era che Alaindelon sensei era un fior fior di Shinobi, un maestro Jonin in piena regola.

    - Suuu, ragazziii! Manca poco all'ultima domanda! -

    Ecco, con quella vocetta tutta strana faceva ancor più ribrezzo. Sventolò il braccione peloso in direzione degli studenti, sorridendo sotto i grossi baffi. Le gambette magre si accavallavano ogni tanto. Raramente l'uomo si allontanava dalla macchina. Eppure le sue abilità di percezione del chakra lo aiutavano. Sapeva tutto ciò che succedeva nell'aula e, come previsto, la maggior parte degli studenti si era messa all'opera. Quello non era un normale test scritto. E proprio la natura delle domande avrebbe dovuto aiutare i diplomandi a rendersene conto. Gli occhi scuri di Alaindelon, seppur non posandovisi sopra, notarono la copia di Tōshirō Nishinoya, che aveva ripreso poco prima. Aveva saggiamente sfruttato il potere supremo della sciarada per farsi suggerire dal proprio clone le risposte del ragazzo accanto a lui. Furbo, si era accontentato di ciò che aveva. E la copia gli era riuscita bene. Alaindelon era stato attento e aveva notato il ragazzo impastare e usare la giusta quantità di chakra. Di certo un lavoro ben fatto. Quindi non restava altro che..

    - E.. girate i fogli! All'ultima domanda risponderete ad alta voce! Chi darà per primo la risposta avrà un bonus sul punteggio finale! -

    Sembrava solo lui così contento della questione. Fece una piroetta (orribile) e praticamente in contemporanea, tutti i fogli si voltarono improvvisamente. A grandi lettere, c'era scritto:

    LA QUALITÀ CHE UN NINJA DEVE ASSOLUTAMENTE AVERE È


    __________________________

     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    459

    Status
    Anonymous
    Narrato
    Pensato
    Parlato Noya
    Parlato Alaindecoso-sensei


    Per la peppa! La strategia balorda messa su così, su due pedi, sembrava essere quella vincente. Tutto il teatrino costruito da Noya stava funzionando, la copia creata gli stava suggerendo tutte le risposte dell'esame senza proferire parola. Certo, uno dei giorni a seguire Noya avrebbe sicuramente dedicato un po' del suo tempo a migliorare le sue abilità nell'ambito della charada, ma per quella volta ci si poteva accontentare.
    Non potete capire la fatica che il ragazzo stava facendo per arrivare in fondo a quel foglio di domande. Erano solo quattordici i quesiti a cui rispondere ma comunque lo sforzo nel decifrare i segnali della copia (e al contempo non farsi beccare) era considerevole.

    “Suuu, ragazziii! Manca poco all'ultima domanda!”


    Oddio, era vero. Le domande erano quindici e non quattordici!
    Noya strabuzzò gli occhi sul foglio ricordandosi le parole di Alaindelon, ovvero che l'ultima domanda dell'esame sarebbe stata accessibile solamente cinque minuti prima dello scadere del tempo. AAHHHHHHHHH! Pensò il ragazzo, ormai non più seduto compostamente bensì rannicchiato in punta di piedi sulla sedia. Era impossibile per Noya stare fermo nella stessa posizione, ed essendo passata quasi un'ora era già tanto che non si fosse messo a camminare per l'aula, facendo su e giù per le scale.
    Come poteva copiare in soli cinque minuti? Se la domanda fosse stata complessa, o ancora peggio se la risposta richiedeva lunghe spiegazioni, 300 secondi non gli sarebbero bastati per interpretare i suggerimenti del suo clone privo di parola.
    In realtà esistevano due alternative... tre, se vogliamo includere anche la botta di culo.
    Opzione numero uno, ignorare la quindicesima domanda. Insomma, per essere promossi al grado genin non serviva totalizzare il massimo del punteggio, no? Perciò anche se una sola delle quindici domande fosse stata lasciata in bianco, bene o male, l'esito dell'esame non ne avrebbe risentito.
    Opzione numero due, girare prima il foglio, leggere il quesito e guadagnare così tempo aggiuntivo per pensare alla risposta. Un'opzione poco etica, non c'è che dire, che andava conto le indicazioni date.
    Noya iniziò a scuotere la testa. Già stava “barando” (la copia a quel pensiero sfoderò una grandissima faccia da schiaffi), non si sarebbe abbassato a un ulteriore sotterfugio.
    Opzione numero tre, la grande fortuna. C'era una remota, remotissima possibilità che Noya sapesse rispondere alla quindicesima e ultima domanda. Tanto difficile da credere?
    Certo, le domande proposte agli studenti erano talmente assurde che probabilmente copiare era l'unica soluzione per essere promossi, ma nonostante tutto Noya si rifiutava di leggere in anticipo la domanda numero quindici. Volete un'ulteriore motivazione? Qualcosa gli puzzava, c'era sicuramente un qualche trucchetto che avrebbe impedito agli studenti di affrettare i tempi. Magari non era così, magari qualcuno aveva anche già letto l'ultima domanda e aveva anche già terminato, eppure Noya non si fidava dei grossi baffi del sensei.

    “E.. girate i fogli! All'ultima domanda risponderete ad alta voce! Chi darà per primo la risposta avrà un bonus sul punteggio finale!”


    Giusto in tempo per finire di rispondere alla penultima domanda, il ragazzo si ritrovò a leggere un quesito ancora più strambo degli altri.

    LA QUALITÀ CHE UN NINJA DEVE ASSOLUTAMENTE AVERE È


    __________________________



    Ma stiamo scherzando? Ancora peggio del colore preferito, come si può rispondere a una domanda del genere?
    Basta. Noya era stanco di tutte quelle assurdità, delle stramberie dell'uomo e, soprattutto, delle sue inguardabili piroette.

    “E' SOGGETTIVA!”

    Urlò il giovane dall'ultima fila, sbattendo i palmi delle mani sul banco e scattando in piedi.

    “Non esiste una qualità che ne superi un'altra. Presumere il contrario è solo presunzione. Quello che mi ha spinto a diventare un ninja è diverso da quello che ha spinto lui... o lei... o quello lì, che non so chi sia ma ha un bel taglio di capelli.”

    Il discorso di Noya fu accompagnato da i suoi soliti gesti scalmanati e l'indicare, a uno a uno con l'indice puntato, tre delle persone che come lui stavano sedute a fare l'esame.

    “Siamo tutti diversi, ragioniamo in maniera differente. IO voglio essere un supporto per chiunque ne abbia bisogno. Voglio aiutare le persone a rialzarsi e camminare con le proprie gambe. Voglio essere un pilastro a cui sorreggersi in caso di necessità.”

    C'era chi, giustamente, era rimasto alquanto sbalordito da quel discorso, decisamente fuori dalle corde di quello che era Nishinoya, parole che normalmente non avrebbe detto.
    Però quell'uomo lo aveva fatto uscire dalle grazie di Dio con i suoi modi e le sue domande insensate.

    “La qualità che ogni ninja deve avere è la costanza. La costanza di perseguire i propri ideali, di rimanere fedele ai suoi principi. Questo almeno è il mio parere, la mia risposta.”

    Finito di parlare, Noya si ributtò a sedere sulla sedia, braccia incrociate sul petto e le gambe distese in avanti.
    Detestava fare il serio, anche solo per due minuti. Si era ripromesso di vivere la sua vita con leggerezza, o almeno di dare agli altri quest'impressione.
    Ho fame. Possiamo andarcene adesso? Pensò il ragazzo, desideroso come non mai di uscire da quell'aula in cui sentiva il peso degli sguardi pesare su di lui.
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Tetsu's Samurai
    Posts
    7,137
    Location
    The Spiral

    Status
    Offline
    ll primo ad alzarsi fu proprio Noya, il ragazzino energico che sembrava non riuscire a contenersi. Il suo fu un discorso che, beh.. catturò l'attenzione di Alaindelon. Quando il giovane ricadde sulla sedia, l'uomo piegò leggermente le ginocchia. Chinando il busto in avanti, scattò ad una velocità sensazionale, la stessa che ci si aspetterebbe da un jonin. Raggiunse il ragazzo dai capelli scuri e dal ciuffo chiaro, afferrandolo per l'orecchio sinistro, con due dita.

    - Accidenti, Nishinoya, sei un po' troppo avventato. Pensi che basti la costanza per diventare uno shinobi? -

    Il tono era stranamente grave, lo sguardo ambiguo si era fatto freddo e, sotto gli occhi di tutti, il sensei fu in grado di trascinare fuori dalla classe il ragazzo, in quel modo. E nel mentre sembrava voler impartire una lezione generale agli altri.

    - Un Ninja deve avere sempre la situazione sotto controllo. Mantenere la calma. Pensare prima di agire. Anteporre una missione alla propria vita. Se si è una testa calda e si ha la costanza nell'esserlo.. non si finisce da nessuna parte. -

    Il ragazzino fu lasciato fuori dalla porta ma, prima di raggiungerlo, Alaindelon sensei riolse un'ultima occhiata ambiguissima gli altri studenti, esterrefatti.

    - Mi libero di questo bamboccio e torno da voi, ragazzi! Un attimo solo.. -

    Con tranquillità, Alaindelon sensei si chiuse la porta alle spalle, per poi spostare lo sguardo verso lo studente. Un guizzo nei suoi occhi e il braccione destro si alzò, calando pesantemente su di lui. Ma invece di uno schiaffo o un pugno, qualcosa brillò di riflesso nella sua mano. Uno splendende coprifronte di Hekisui, nuovo di zecca.

    - Ecco il tuo bonus: nessuna prova finale! Complimenti per la promozione! -

    Era tornato il solito ambiguo e repellente sensei. Agitò il corpo grosso e piccolo al contempo, cercando di stritolare il giovane ragazzo in un abbarccio parecchio strambo.

    - Orsù, ora tornatene a casa! Sei un genin adesso! -

    Tentò persino di baciargli le guance con quei ridicoli baffoni. Che schifo. Per lo meno ne era valsa la pena perché, adesso, Tōshirō Nishinoya era ufficialmente uno shinobi delle Verdi Acque!

    Prenditi 34 exp, mi sei davvero piaciuto, bravo! :sagh: Accademia superata! Ti mando giusto qualche domanda per mp ma puoi richiedere nei tuoi aggiornamenti tutti i bonus che ti spettano, che trovi nel regolamento apposito sui passaggi di grado :soso:
    Ci si becca in on :rosa:
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è e si spera sarà

    Group
    Member
    Posts
    5,406
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    puoi prendere 49 exp kerbe
     
    .
7 replies since 3/6/2017, 14:52   205 views
  Share  
.