Botte da Oasi

per Yama

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    Il caldo torrido dell’estate di suna è qualcosa di difficilmente spiegabile per chi non l’ha mai vissuto sulla propria pelle. L’aria è afosa, difficilmente respirabile, sembra quasi intoppare i polmoni e ad ogni boccata il fiato sembra spezzarsi a metà. Per non parlare del sole, una palla gigante, talmente grande e vicino che si potrebbe quasi toccarlo. I suoi raggi sono fuoco sulla pelle dei malcapitati di turno, mercanti di pietre giunti dalla non lontana Ishivar per consegnare della merce ad uno degli avamposti di scambio più trafficati e conosciuti del deserto che divide ed unisce le due nazioni, l’oasi di Balandar.



    E con questo direi che abbiamo finito, era l’ultimo sacco.

    Il sudore dimostra la fatica dell’uomo in carico all’operazione, Nick "la raspa", mercante furbo e tirchio come pochi altri. Si è guadagnato il soprannome perché si dice, ed è vero, che ad ogni scambio lui riesca sempre a togliere qualche pietra dalla bilancia, o a rosicchiare qualche ryo dalle tasche di chi fa affari con lui. Ma le storie non vanno sempre bene e a dimostrarlo ci sono il suo occhio di vetro, la vistosa cicatrice sullo stesso, e una serie di otto denti che solo ultimamente sono stati placcati d’oro. Per risparmiare il più possibile sui costi delle operazioni Nick è solito portarsi sempre il minor numero di aiutanti possibile, più sono grossi e lavorano, meglio è. Con Lavar poi ha fatto bingo, è grosso, lavora, e probabilmente verrà pagato in noccioline. Già perché il nostro ragazzone è sempre ben felice di infilarsi in ogni genere di avventure gli vengano proposte, senza troppo pensare a inutili cose come i guadagni. È persino felice nel faticare sotto il sole cocente di tarda mattinata, al contrario di Saul e degli altri due bisonti grassi che Nick ha scelto di portarsi dietro stavolta. Saul è il socio in affari di Nick, è grosso, molto grosso, e picchia molto forte. È uno che non sa fare il mercante, ma sa fare bene i conti in tasca al suo compagno, tanto che qualcuno persino presume sia stato lui stesso a ridurre Nick in quel modo, quel giorno. Ma non ci è dato saperlo e, sinceramente, non ci interessa.

    Mi andrebbe proprio una bella banana… mmmmh! Banane…

    Cacchio, io mi farei un bue intero, con la pelle e tutto il resto! Ehi Nick, lasciaci qualche soldo per il pranzo mentre tu vai a chiudere i tuoi sporchi affari, ehehe!

    Già perché Nick non si porta mai nessuno quando è il momento di chiudere i conti, si muove solo, sguscia tra la gente come il sorcio che è, coi suoi capelli arruffati scuri, basso e gobbo, magro come una spiga. Sudicio straccione, non si cambia d’abito da che ne ho memoria. Un pezzente pieno di soldi, è pur sempre un pezzente d’altronde. Caccia da un taschino una sacchetta di ryo in piccoli pezzi e la lancia al suo socio, il quale la prende al volo e ne distribuisce il contenuto al resto della batteria, abbastanza a ciascuno per mangiare senza doversi preoccupare del conto. La banda quindi si divide per il pasto, sapendo che come al solito si riprenderà la strada del ritorno quando il sole sarà un po’ meno cocente, e le gambe un po’ più riposate.

    Gnam gnam!

    Macedonia di frutta esotica, fresca e rigenerante, sbafata a velocità della luce dal nostro amico e dal suo grosso ed esigente stomaco. Ora è come nuovo, non che prima fosse stanco, nemmeno a pensarci, ma adesso è veramente pronto a tutto, tanto che nell’attesa e nella noia del primo pomeriggio, in cui la maggior parte se ne sta stesa su un’amaca o a bagno nell’acqua, Lavi prende la sua strada. Direzione: guai, come al solito. Nel suo simil-autismo, si allontana dalla moltitudine, sparendo dietro le grosse dune a sud, attirato dall’ombra proiettata da una grossa roccia, sotto la quale decide di andarsi a sedere. Ma una volta scollinato l’ostacolo che lo separa dalla meta, c’è un’inaspettata sorpresa ad attenderlo. Una ragazza, una piccola ed apparentemente indifesa fanciulla dai capelli rossi che ricorda al nostro ragazzone la sua cara amica Jul. Si avvicina nella speranza di farci amicizia, e quando le arriva addosso, notando il coprifronte sul braccio della ragazza recante il simbolo di un paese a Lavi sconosciuto, non resiste all’impeto di focalizzarsi solo su quello, dimenticando per un attimo le buone maniere.

    WoooooW, ma tu sei un ninjaaaaaaa!!!!!
    CITAZIONE

    Yama ti cedo l'attacco, dirò tipo qualcosa sulle buone maniere e farò iniziare la signorina, quindi se vuoi andare avanti nel post e anche attaccare, poi riprenderò dalla tua descrizione della scena ;)


    Edited by Cagnellone - 19/4/2017, 20:51
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Attacco a cagnellone
     
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    "Parlato lingua Hollow [Escanor]"
    <parlato lingua comune> [Escanor]

    Parlato Lìf
    "Parlato lingua Hollow Lìf"

    tumblr_mgljtnfgsJ1qjlrc4o1_500

    Come maggiordomo non era un granché. Escanor durante il giorno era sempre fuori, o comunque occupato a tonificare il corpo per dominare la sua potenza che al calar della sera calava drasticamente. Valutavo simpatici entrambi anche se nel periodo successivo a quel viaggio al confine, mi ero concentrata unicamente sul mio dovere e sulla cura delle mie ferite. Pensai molto a quelle ultime parole verbiate al tragitto di ritorno, alle scene di cui ero stata protagonista e a quanto scarno fosse il mio repertorio. Feci un salto nel reparto ustionato dell’ospedale dopo il ritorno e dopo unguenti e fasciature, una volta tornata a casa mi prodigai nel rammendare i vestiti nei punti più malmessi. Trascorsero vari giorni da quel momento sul banco da lavoro a sgobbare come un cane per tracciare linee, coordinate, planimetrie e segnare qualsiasi punto interessante e utile per degli stranieri provenienti dal mare. Nessuno mai avrebbe potuto sospettare del mio piano e dello scopo di quelle cartine, visto che mi bastava spiegare il tutto come una mia passione e una aspirazione per un futuro da cartografa. Niente di strano infondo, avevo sedici anni e il lavoro non era poi una prospettiva tanto lontana!

    Ahi!

    La punta del compasso scivolò distrattamente, conficcandosi nell’angolo più estremo dell’unghia. Mi punsi leggermente e ciò basto a liberare una innocua e microscopica goccia di sangue che tamponai prontamente tra le labbra.

    Dovevo pungermi proprio ora, mannaggia.


    Borbottai tra me e me inclinando all’indietro la seggiola per sollevarmi, vestita semplicemente con un paio di shorts in jeans e un top color arancio e lungo fin sopra l’ombelico. I capelli sibilarono nel movimento e il si sentì unicamente il rumore dei talloni percuotere con dolcezza il tatami, in quell’incedere moderato verso la cassetta del pronto soccorso. La cercai in un armadietto e la trovai senza difficoltà, afferrandola con la mano sinistra dal manico in ferro e calandola fino al piano da cucina per aprirla e sfilare un cerotto da riporre sulla ferita senza troppi ripensamenti. Non potevo mica starmene sempre col dito tra le labbra o il fazzoletto avvolto alla meglio, in nessun modo potevo permettermi di sporcare la lastra bianca di liquido vermiglio. L’estate giunse anche ad Ame e l’ammirai in tutto il suo splendore affacciandomi dalla finestra sul resto del mondo. L’aria calda baciò la pelle e ricordai il passato con lo sguardo beato, grata per un instante di essere lì e poter godere di tutto ciò. Una signora dalla strada mi intravide e sollevò il braccio per salutarmi, ricambiai senza troppi problemi quel gesto spostando il capo per seguirla. La vidi comparire e scomparire da due angoli diversi della strada, con un cesto di viveri sotto braccio. Una signora sulla quarantina e davvero molto bella, mostrò classe con le sue lenti da sole e i capelli raccolti in uno chignon sopra la nuca, buone maniere e buona famiglia. I jeans turchesi a pinocchietto, una maglia giallo paglierino e dei sandali bianchi a gabbia erano segni di gran classe e moda, seppur palesemente contrastanti con quella realtà.

    "Uhhmm davvero una gnocca elegante."
    Sempre con il commento pronto eh? Però si, è una bella donna. Se la vedesse la mamma la schiaccerebbe, quindi probabilmente è meglio che non ci sia dico bene?
    "Fai paura quanto lei a volte!"

    Mi sorprese alle spalle, imponente e madido di sudore, senza ansimare nemmeno dopo le sue duemila flessioni. Riprese un discorso iniziato nei pressi della finestra, cambiando punto della stanza con pochi passi.

    "Hai già deciso dove andare oggi?"

    Lo sportello del frigo cigolò, le bottiglie al suo interno tintinnarono l’una contro l’altra e contro la parte interna del freddo contenitore. Estrasse una lattina di birra dalla cassetta in plastica trasparente situata in basso, lì dove di solito vengono deposte le verdure o gli ortaggi, poi me ne passò un’altra al volo che afferrai sempre con la mano sinistra.

    Stavo pensando di tornare a Suna, non ho visto nulla di quel luogo e non mi sono spinta neanche al villaggio principale… questa birra fa davvero schifo!

    Il sapore troppo amaro e poco bilanciato, oltre alla sensazione di annacquamento salirono immediatamente al cervello, così tanto che fui incapace di digerire quello schifo pur mandandola giù tutta. Mi dovetti ricredere: quell’estate cominciò male e tutto per colpa di quella stupida birra.




    "Perché cacchiarola non possiamo prendere il treno, non dirmi che quei cosi ti fanno vomitare l’anima pure su altri mezzi."


    Fu la sua reazione al terzo giorno di cammino. Avremmo potuto provare una infinità di metodi più veloci ma dall’immissione degli insetti avevo constatato di soffrire di cinetosi. Detto in termini semplici, vomitavo su ogni mezzo che non fossero le mie gambe, problema dovuto a brusche variazioni dello sciame nel corpo. Gli unici mezzi di trasporto tollerabili sembravano quelli trainati da animali, ma erano divenuti una rarità in quei tempi dopo le invenzioni tecnologiche dell’epoca.
    Quando scorsi in lontananza un’oasi avvolta dal sole cocente e alte dune provai a variare la direzione, giusto per raccogliere un po’ d’acqua da conservare nella borraccia. Tuttavia qualcosa spuntò all’improvviso cogliendomi di sorpresa
    CITAZIONE
    WoooooW, ma tu sei un ninjaaaaaaa!!!!!

    estrassi uno shuriken e cercai di lanciarlo in direzione della voce, voltando il busto in direzione dello straniero. La mano addetta a lanciare l’arnese coprì la visuale per un secondo e la stessa cambiò: ritornai indietro nel tempo a quello scontro con il ninja di konoha, dove il primo ad attaccare fu lui senza nemmeno concedermi un momento per pensare. Così provai ad arrestare sul nascere quell’azione, deglutendo un grumo di saliva così difficile da mandar giù. Le fauci bruciarono aride come quel terreno, e tutto attorno a me si fece chiaro e palese. Che fosse stato il tragitto a farmi perdere il controllo? Era imprevedibile.

    <lìf, perché non ti riposi un attimo? Mentre tu ragazzo, faresti prendere un infarto a tutti in quel modo, soprattutto agli stranieri! >

    Il tutore fece il resto con la sua parlantina scorrevole, borbottando con le dita sul collo. Che fosse annoiato?
    Guardai il ragazzo e provai a chiedere tregua con una mano, senza riuscire a capire il perché della sua uscita così tanto bizzarra.



    Lìf
    R: 200-1=199
    JeA:
    Lancio uchiha shuriken


    Signori, ci tengo a spiegarvi la cosa se non l'aveste capito. La pg non provenendo dal continente ninja non parla la stessa lingua, tuttavia non volendo rendermi le cose complicate e renderle anche a chi legge scriverò le sue battute in maniera normale, mettendole tra "". Negli eventi viaggia sempre con l'accompagnatore, che è l'unico a sapere la lingua comune dei due. :sob:
     
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    Eccessiva irruenza. Già, direi sia proprio questa la ragione che spinge la dolce ragazzina ad accogliere l’entusiasmante entrata in scena del nostro amico tontolone in quel modo. La posso capire, la ragazza non parla la lingua comune e non capisce una sola parola di quel che Lavi le dice, l’unica cosa che comprende glielo suggerisce il suo sguardo: un ragazzo abbastanza grosso, con la benda sull’occhio come un pirata, che le corre incontro urlando chissà cosa come un matto. La poveretta, colta di sorpresa, fa quello che farebbero tutti di fronte a un potenziale pericolo, tenta ovvero di difendersi come può. Per questo estrae dal suo taschino uno shuriken e, voltando solo parzialmente il busto in modo da poter effettuare il lancio al meglio nella direzione del bersaglio, scaglia la sua arma verso il potenziale nemico.

    Oh cacchioooooo!!

    L’arma sibila nel vento, è un lancio eseguito in maniera corretta e costringe Lavar a una contromossa. La soluzione più veloce e potenzialmente efficace è ricorrere al potere della sua protesi, dalla quale estrae chakra in modo da convogliarlo nell’arma riposta nello stesso. Il foro si riempie di chakra e, non appena è pronto a sparare, il braccio si alza ed esplode il colpo rilasciando il getto d’aria, in teoria abbastanza potente da respingere un’arma di quelle dimensioni irrisorie.

    Ehi ehi, piano, vengo in pace!!

    Ma la ragazza non sembra capire, guarda lo straniero con sguardo incerto, senza rispondere alcunché alle parole pronunciate dal ragazzo. I due si guardano ancora per qualche secondo, poi è Lavar stesso, tramite una da lui definita geniale intuizione, a capire che la signorina non è di quelle parti, e non comprende le parole da lui pronunciate. Per questo tenta di comunicare in una strana lingue straniera di cui ha sentito qualche parola nei mercati dei paesi più lontani, lingua di cui sa meno di niente.

    Ah, ho capito, non capisci la mia lingua… Iooo vee-ngo in paaaaa-ce… in pisssss (n.b “peace”)

    Se già sembrava strano per il modo in cui è arrivato sulla scena, adesso sembra proprio uno scemo, coi labbroni a scandire ogni singola sillaba della stessa frase detta in precedenza, come se rallentando la fuoriuscita di parole queste possano essere più comprensibili per qualcuno che non ne sa una mazza. Vabbè. Per fortuna c’è un terzo personaggio sulla scena, in disparte di qualche metro, che si intromette a risolvere la questione. È l’accompagnatore della fanciulla, un uomo di apparente esperienza, e che infatti conosce sia l’una che l’altra lingua, potendo così fare da tramite nel dialogo trai due futuri sfidanti. Blatera prima qualcosa alla sua compagna in lingua Klingon, o come si chiama, poi si rivolge al nostro amico, rimproverandolo per le brutte maniere mostrate in precedenza.

    Mentre tu ragazzo, faresti prendere un infarto a tutti in quel modo, soprattutto agli stranieri!

    Lavi comprende la situazione, lentamente, ma comprende. Si gratta la testa mostrando vergogna anche dal colore rossastro che assume il suo volto, sorride e stringe gli occhi il più possibile per nascondersi nel buio della piccola fessura che rimane aperta a guardare l’omone.

    Mi scusi…

    Poi si volta in direzione della ragazza, unisce i palmi delle mani e si scusa chinandosi in avanti, finchè il suo sguardo non è perpendicolare al suolo. Solitamente è un gesto di scuse universalmente riconosciuto, la speranza è che questo venga interpretato nel giusto modo, e che non sia magari un invito alla guerra, o un pesante insulto, nella cultura dei due stranieri. Poi si rivolge di nuovo a quello che ha tutta l’aria di essere una specie di sensei.

    Non volevo spaventarvi, io mi chiamo Lavar, e sono un guerriero d’ishivar. Non si vedono molti ninja dalle mie parti e quando ne vedo uno… esplodo… BUUUUM! No perché deve sapere che anche nel mio villaggio esistono delle specie di ninja, ma non siamo dei veri ninja, usiamo tecniche ninja, però… mi sono perso… cosa stavo dicendo? *mumble mumble*
    Ah, si, anche noi sappiamo usare le tecniche, stii.. stei… stia a vedere!


    *PUFF*si trasforma in Escanor



    Ehehehe, visto?
    CITAZIONE
    Scheda

    Azioni:
    - Onda Tagliente (5 stamina)
    - Tecnica della trasformazione (5 stamina)

    Status: Eccitazione, vergogna
    Ferite: //
    Bonus/malus: //

    Resistenza: 250
    Stamina: 50

    Resistenza protesi: 200
    Stamina protesi: 200 - 5 - 5 = 190

    Note: //
     
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    Responso nr. #1


    Attacco - Lìf Arnbjørg:

    - Lancio shuriken: 10+10+5+1= 26 fallisce per inferiorità combattiva

    Difesa -Lavar Yussuf:

    - Onda tagliente: 40+10+25+3+13= 91 riesce per supremazia combattiva
    - Tecnica della trasformazione: riesce non contrastata

    Danni:
    Lìf: //
    Lavar: //


    Narrazione Turno:
    L'improvvisa comparsa dell'Ishivariano costringe la giovane aburame a reagire d'istinto, facendole lanciare un uchiha shuriken verso il probabile nemico. L'arma rotante viene però respinta repentinamente da un onda tagliente, che fa conficcare la stessa nella sabbia a qualche metro di distanza.


    Situazione Finale:
    Lif e l'accompagnatore a 7 metri di distanza da Lavar. Quest'ultimo trasformato nelle sembianze dell'interprete.
    Attacco a Lavar.



    Commenti Arbitro:
    Cagn devi specificare meglio i particolari di certe azioni. Nell'onda tagliente mi hai fatto riflettere per diversi minuti perché in uno degli effetti nella tecnica c'è scritto che riuscita permettendo puoi rispedire l'arma al mittente, ma tu non hai ruolato né che provavi a rispedirla indietro né che volevi semplicemente sbalzarla via. Quindi io non sapevo che fare effettivamente. Cerca di essere più preciso per le prossime volte.
    L'attacco in teoria va a cagn, ma se volete mettervi d'accordo può ripetere yama visto che effettivamente ancora lo scontro non è entrato nel vivo. Per me è indifferente, ma spetta a cagnellone decidere se cedere nuovamente il turno o meno.

    Ps: Se ho dimenticato qualcosa fatemelo sapere. Per dubbi e domande idem.
     
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    Non fa ridere a nessuno, piuttosto potrebbe far chiedere a questa gente con che razza di idiota hanno a che fare. I due restano ammutoliti, lei perché ovviamente non parla la lingua, lui perché forse non ha mai incontrato un tipo del genere. È un primo silenzio di appena un paio di secondi, e prima che possano dire qualsiasi cosa è nuovamente Lavi a prendere la parola, con la prima cosa che gli passa per la testa in quel breve momento di imbarazzo. Riprende quindi innanzitutto la sua reale forma.

    Mi piacerebbe allenarmi! Si, non ho mai combattuto con un vero ninja… sono alle prime armi, ma posso provarci lo stesso…

    Detto questo sfodera il suo miglior sorriso, nella speranza che la sua richiesta sia di gradimento ai due tizi. I due confabulano qualcosa, probabilmente il maggiore spiega alla fanciulla quel poco che deve essere riuscito a capire in tutta la faccenda. Alla fine comunque dopo un rapido scambio di parole la richiesta viene accolta di buon grado, sarà la piccolina a battersi col nostro ragazzone, malgrado un apparente divario fisico.

    Allora possiamo iniziare… ma tanto non mi capisci, eheheheh! Arrivooooo!!

    Detto questo si lancia all’attacco, sparando un primo “colpo di cannone” a distanza verso la giovane avversaria. La nuova onda lacerante questa volta è atta a danneggiare, anche se visto la distanza limite tra i due, il suo potere tagliente dovrebbe essere notevolmente limitato. Il braccio perciò si alza nel momento in cui Lavi parte verso il rivale, pompando aria e chakra nuovamente dalla protesi nell’arto destro, ora alto in direzione della ragazza. Nel frattempo parte anche di corsa, i primi passi scivolano nella sabbia alzando un gran polverone alle sue spalle, poi finalmente i sandali fanno presa sul suolo e riesce a partire. Dimezzata la distanza tra se e la rivale, stacca da terra e zompa letteralmente, potenziando il suo slancio con la stessa tecnica usata fin'ora, utilizzata in questo caso come potenziamento. Ottenuta la velocità necessaria, si coordina in modo da portare la gamba sinistra avanti, in modo da colpire in pieno petto la povera fanciulla con la cosiddetta entrata dinamica, con la ragazza che ora si trova ad affrontare il 48 di sandali di Lavar, in volo verso il suo gracile corpicino.
    CITAZIONE
    Scheda

    Azioni:
    - Onda Tagliente (5 stamina)
    - Entrata Dinamica + Onda Tagliente (5 resistenza + 5 stamina)

    Status: Eccitazione, vergogna
    Ferite: //
    Bonus/malus: //

    Resistenza: 250 - 5 = 245
    Stamina: 50

    Resistenza protesi: 200
    Stamina protesi: 190 - 5 - 5 = 185

    Note: Ho fatto di fretta in modo da buttare giu qualcosa perchè domani poi non ho il pc dietro e modificherò dal telefono. Comunque le azioni sono quelle.
     
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    Oh cacchioooooo!!
    Ehi ehi, piano, vengo in pace!!

    La genesi di un nuovo incontro fu scritta proprio dinanzi ai miei occhi intontiti, gli stessi nei quali una serie di fotogrammi era comparsa in un secondo. Come se la mia mano avesse strappato la realtà odierna per fare un cambio col passato e mostrarmi ricordi nel tempo di un flash. Non sembrava per davvero dimostrare ostilità, era solo un ragazzo un po’ strambo con qualche particolare in più. Fui attirata dall’arto meccanico sostitutivo, un braccio molto lavorato che mi fece accigliare puramente incuriosita da lui. Ricordare non è mai una cosa negativa e lo feci ancora, accostando quell’immagine a delle situazioni vissute negli oceani ai tempi in cui non ero afflitta dai problemi odierni. Non solo il timoniere ma anche il cuoco e il mozzo avevano lo stesso handicap, chi agli arti inferiori, chi un occhio, chi l’intera spalla. Erano uomini dal grande valore a cui piaceva ostentare punti di vista differenti sulle loro particolarità. L’odore di olio per ingranaggi si disperdeva molto spesso dalla stiva, vorticando con il tanfo del grasso di balena o del pungente “profumo” di polvere da sparo. E che dire dell’onta di inchiostro? Non ero mai senza.

    CITAZIONE
    Ah, ho capito, non capisci la mia lingua… Iooo vee-ngo in paaaaa-ce… in pisssss

    Farfugliò qualcosa che fu Escanor a tradurre e al quale risposi sventolando semplicemente il palmo, mentre provavo a riprendere il controllo affinché riuscissi a ripartire. Lo shuriken era volato non molto lontano dalla zona e la cosa che mi stupì molto fu il procedimento con cui la cosa si avverò: non riuscii a vedere la situazione data la posizione precoce, ma nella zona si sollevò una ondata di vento che non trasportò via oggetti leggeri e sospinse ogni cosa presente sul mio corpo e in grado di muoversi. Il “Paese del vento” divenne subito più allettante, amavo il vento e saperlo prevedere e addirittura controllare sarebbe stato un vantaggio perfetto per un navigatore. Ma per Escanor era un azzardo anche solo pensare che nel mio DNA ci fossero geni legati al controllo elementale e dovetti accantonare l’idea per concentrarmi su altre questioni.
    CITAZIONE

    Non volevo spaventarvi, io mi chiamo Lavar, e sono un guerriero d’ishivar. Non si vedono molti ninja dalle mie parti e quando ne vedo uno… esplodo… BUUUUM! No perché deve sapere che anche nel mio villaggio esistono delle specie di ninja, ma non siamo dei veri ninja, usiamo tecniche ninja, però… mi sono perso… cosa stavo dicendo? *mumble mumble*

    Tutto veniva tradotto da Escanor, parola per parola, gesto dopo gesto. Venni a conoscenza di Ishivar da quello straniero, seppur mi era già parso di vedere la sua presenza stampata su di una cartina. Oltre a ciò nessuna conoscenza approfondita, nessuna informazione, solo cronistoria pubblici e info enciclopediche. Non conoscendolo risposi con una scrollata di capo, mediando il tutto con il viso in grado di trasmettere ogni singolo grammo di ignoranza. Sollevai il bacino e tornai a ergermi sui piedi, mediante la cooperazione delle braccia abbastanza forti da non risentire della carica. Nascondevo le cicatrici delle ustioni sotto gli strati di “pelli”, così come il contenitore sistemato sulla natica in cui erano celati ulteriori oggetti. Si insomma un po’ di spavento me lo procurai con quell’arrivo di soppiatto, ma sorrisi con garbo per scusarmi con l’altro e adocchiare la strada perfetta per continuare e non uscire dai confini. Tuttavia…

    CITAZIONE
    Ah, si, anche noi sappiamo usare le tecniche, stii.. stei… stia a vedere!
    Ehehehe, visto?

    Altro che fine del dejà-vu, altro che scampagnata tranquilla, altro che “andiamo a Suna perché non so come sia fatta”. Nulla di ciò ha un senso e cominciai a pensare che fossi divenuta una calamita in grado di attirare a sé le rogne. Restai silenziosa a lungo per sperare di assimilare tutto ciò, poi spettinai i capelli per un attacco nevrotico e le labbra si storpiarono nella smorfia di stizza. Che vigesse la moda di trasformarsi in Escanor?

    CITAZIONE
    Mi piacerebbe allenarmi! Si, non ho mai combattuto con un vero ninja… sono alle prime armi, ma posso provarci lo stesso…

    “Dice che vuole farti mangiare la polvere di Suna perché non l’ha mai fatto prima, dovresti sentirti onorata AHAHAHAHA”

    Ma io si e pregavo il dio Sanbi che la cosa non si ripetesse, dovevo essere io la prima a mostrargli qualcosa? Un onore si, ma poi? In concreto cosa avrebbe segnato in lui? Se il suo desiderio era tanto allenarsi, perché scegliere me e non Escanor, visto il suo potere al di là del mio? Sbuffai debolmente, a tutto c’era rimedio e persino a quella voglia che avrei preferito estirpare sul nascere dati gli impegni. E cosa c’era poi da ridere così tanto?

    CITAZIONE
    Allora possiamo iniziare… ma tanto non mi capisci, eheheheh! Arrivooooo!!

    “Ti prende in giro perché non capisci la lingua di qui, ha fegato”

    Non sapremo mai se ciò fosse vero o no, con quel traduttore accanto mai nulla era completamente identico alla realtà. Retrocedetti con dubbi enigmatici, agitando le braccia fino a intrappolare i fianchi con le dita adunche, sfiorando sulla sinistra la fiaschetta metallica ripiena di bevanda al gusto di “presa nel didietro”. La sfiga che m’abbordava colpì profondamente nel segno e il sapore dolciastro della saliva dilagò in bocca, mentre il suono dell’unghia sul metallo del contenitore si trasformò nel gong. Per il ragazzo nessun problema ma io potei unicamente pensare a come uscirne viva senza fare errori.
    Analizzare la situazione su due piedi? C’era un’unica cosa da fare, sembrava la meno esagerata e quindi la più adatta allo scopo. Mollai la presa dai fianchi e mi prodigai nella composizione di alcuni sigilli, provando a far appello alle mie energie e risvegliarle. C’era sempre il problema dell’uso più esponenziale rispetto al normale, al fatto che non fossi in grado di controllare ogni fibra del mio essere. Si trattava del motivo per il quale sentivo persistentemente una condizione di affaticamento, ma non ero un ninja e non potevo farci ancora nulla. Era quello uno dei motivi cardine di una certa “richiesta” alla clinica del paese, oltre ad altri dettagli. Seguii i dettami imposti dalla tecnica e con le mani libere tentai di scomporre il chakra in filamenti sottilissimi per ottenere un collegamento con i resti di una carovana, più per allontanarmi di lì. Le mie intenzioni proseguivano, questa volta mi limitai a contare sul filo spinato al fine di allontanare le mani del ragazzo e impedire ad entrambe di unirsi in sigilli. Il mio catalizzatore avrebbe saettato, solo dopo un’attenta composizione di sigilli, un po’ di fortuna e stress, a zig zag verso il ragazzo seguendolo nel caso in cui si fosse spostato da quel punto e dispiegandosi dal basso verso l’alto al fine di legare le gambe e il resto del busto a seguire, avendo anche notato una buona velocità nei movimenti e certamente migliore della mia.


    R: 200
    S: 400-5-5-50=340


    AeJ:
    [Sforzo extra 25]+Sostituzione al primo attacco
    [Sforzo extra 25]+Stretta d'acciaio (totale, 20 mt)


    Vecchie stat (fury le ha moddate non sapendo fossi in allenamento)
    60/250 - Controllo del Chakra
    10/250 - Forza Fisica
    10/250 - Agilità
    20/100 - Resistenza
    40/100 - Stamina
    Potenza Magica - 25/100
    Ninjutsu - 25/250
    Taijutsu - 10/250
    Genjutsu -///250
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Responso nr. #2


    Attacco -Lavar Yussuf:

    - Onda tagliente: 40+10+25+3+7= 85 fallisce per inferiorità combattiva
    - Onda tagliente: fallisce per decisione arbitrale [Non è possibile utilizzare i fori d'aria per potenziare un'azione fisica]
    - Entrata dinamica: 50+30+3+11= 94 fallisce per inferiorità combattiva

    Difesa -Lìf Arnbjørg:

    - Tecnica della sostituzione: 60+25+2+14+5= 106 riesce per supremazia combattiva
    - Tecnica della stretta d'acciaio: 60+25+3+6+5= 99 riesce per supremazia combattiva

    Danni:
    Lìf: //
    Lavar: 4*20= 80


    Narrazione Turno:
    Questa volta è Lavar ad attaccare la ragazza di Ame. E lo fa con un getto d'aria compressa grazie ai fori posti sul palmo delle mani, ma la kunoichi è svelta a sostituirsi e scambia la sua posizione con quella di una carovana nelle vicinanze. L'onda tagliente distrugge la costruzione in legno e niente di più, perciò il ragazzone prende la rincorsa pensando di aumentare la sua velocità con l'onda tagliente ma quest'ultima non sembra adatta allo scopo visto che lo destabilizza soltanto, facendogli perdere l'equilibro per qualche attimo prima di venire imprigionato con del filo d'acciaio dalla testa ai piedi come un salame. L'ishivariano si rende subito conto della particolarità del filo per via del dolore atroce che gli provoca. È filo spinato.


    Situazione Finale:
    Lavar paralizzato nella stretta d'acciaio a 5 metri di distanza da Lif. Lavar subisce danni pari a 4, per ogni metro del filo, ogni turno che rimane intrappolato.
    Attacco a Lif.



    Commenti Arbitro:
    Yama ti ho dato un bonus pari a 5 su entrambe le azioni per la qualità del post e la precisione nella descrizione delle azioni. Cagne, per liberarti con gli strattoni sai come funziona, se non ti ricordi sta tutto scritto nella tecnica della stretta d'acciaio. Il filo spinato ha una resistenza di 6 per metro.

    Ps: Se ho dimenticato qualcosa fatemelo sapere. Per dubbi e domande idem.
     
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    Un ammontare di energia sgorgò dal mio corpo come acqua da una sorgente, toccò il suolo e ogni cosa toccata divenne influenzata dalla mia presenza. Dirla in quel modo rendeva tutto più importante di quanto lo fosse in realtà, in quanto non liberai chakra perché conscia e capace di farlo ma per l’handicap contrario. Inverosimilmente riuscii a sfuggire da quell’attacco evitando che i fili si spezzassero nel processo, la visuale di scena mutò di angolazione e l’inquadratura delle spalle del ragazzo si mostrò successivamente come in un editing video. M’avventai su di lui per prevenire che facesse lo stesso con me, scomodai il filo per una nuova operazione in extremis e continuai a perfezionare quella tecnica ricorrendovi un’altra volta. Le sue spire metalliche s’attorcigliarono a partire dalla gamba fino al busto, fermando il tentativo del ragazzo di praticare nuove tecniche o rifare quelle già usate. Si limitò ad impattare sul terreno a mo’ di cactus abbattuto dal vento, e visto che eravamo in tema di “spine” gli spettava la presenza di quelle presenti nell’arma. C’erano motivi più che validi per l’acquisto di quell’aggeggio poco femminile, era una buona difesa, forniva un conduttore per tecniche di varia natura e in più non era facile da eliminare a mo’ di strattoni. O meglio, lo era ma al tempo stesso rappresentava più dolori che gioie. Escanor mi parlò dell’esistenza di tecniche il cui scopo serviva proprio a divincolarsi da quella trappola ferrosa ma speravo non la conoscesse o che per lo meno fosse meno bravo nell’utilizzo rispetto alla sua velocità.
    Lo avevo in pugno certo ma stavo lottando mettendo insieme idee varie estrapolate dagli ultimi avvenimenti, certa che fosse la cosa più saggia da fare. Nella situazione simile dell’ultima volta il ragazzo avversario aveva fatto ricorso a del fulmine proteggendosi dalla stretta e sfruttando la scienza naturale per paralizzarmi e mettermi nel sacco, quindi forse era sarebbe stato più prudente ritirare “l’ancora dal fondale” e velocizzare la nave per la fuga. Lasciai spazio ad un ampio respiro di estendersi fuori dal petto, trattenendo nelle mani l’arma alla ricerca della risposta migliore ma alla fine non ci fu nulla di diverso dal mio pensiero. *Hmpfff* il costato si svuotò dell’aria accumulata e le ciglia sfarfallarono, la presa ad ammorbidirsi per un istante. Provavo una immensa sensazione quasi come se dopo quel gesto di calma un nodo in gola avesse preso piede, un cumulo di saliva così grande e pastoso da non scivolare lungo il fondale. Tenni quel filo e provai a visualizzarne la forma e la direzione, per tracciare in mente una mappatura precisa lungo cui depositare delle tossine venefiche e puramente innocue a confronto con veleni di animali o piante. Provai a capire se il tempo a mia disposizione fosse abbastanza da centrare il bersaglio prima di ogni sua idea, strizzai più volte i bulbi e ritrassi le spalle dando vita ad un incavo nero tra le due, nero perché risparmiato dal sole. Come rovi virulenti le spine del filo avrebbero fatto da mediatore del chakra venefico, depositandolo attraverso le varie ferite nel suo corpo. L’avrei mollato dopo averlo irrorato per bene, lasciando la presa dalle mani per trattenerlo sotto la pianta del piede, che sarebbe stata la prima a subire un danno nel caso in cui quel tipo nascondesse sorprese strane. La mia scelta di puntare il piede sul filo m’avrebbe dato il tempo necessario a svelare gli shuriken e a teleguidarli verso i punti scoperti, con le “mille lame”. Provai a usarli tutti e cinque, dando all’altro però l’impressione di starne usando solo quattro (con l’ultima nascosta nell’ombra della terza) e affinché potessi rendere al meglio quel bluff provai ad imprimere ad ognuna delle armi un effetto centrifugo, congiungendoli per un istante su un filo invisibile e a me utile per teleguidare quelle armi. Fui presa dalla voglia di rilasciare le armi in un istante e lo feci, facendo affidamento sulle capacità apprese e sulla fortuna. Con un po’ di fortuna mi sarei esibita in una pseudo-coreografia tutta infusa nelle stellette, direzionate a lunga distanza con una traiettoria ellissoidale da destra e da sinistra, diretti nei punti cardine ma certamente non vitali. Spalle, polpacci, ascelle: insomma erano quelli i punti designati, che con un po’ di fortuna sarebbero stati tutti colpiti. Ovviamente il mio era un attacco mirato in maniera poco specifica, rozza, con effetti semplici da schivare e tutto stava nella strategia che l’altro avrebbe usato tra la prima e la seconda azione.


    R: 200-5=195
    S: 340-5-25-50 (sforzo extra)=260

    AeJ:
    [Sforzo extra 25] Induzione venefica lungo il filo spinato (10 danni continuativi in caso di riuscita)
    Rilascio della presa dalle mani (non è una tecnica duratura nel tempo) per trattenere il filo col piede
    [Sforzo extra 25] Manipolazione delle lame [5] (Uchiha shuriken +5 riuscita al lancio)+Shuriken d'ombra con traiettoria ellittica (sia da destra vs sinistra che al contrario)

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    Ps: ci tengo a precisare che l'uso dello sforzo extra mi serve per dare coerenza ad un pg che fa il ninja da poco, e che quindi è una pippa e non sa controllare la fuoriuscita. Ergo, indipenentemente dalla tecnica sprecherà sempre il massimo consentito, a suo rischio e pericolo ovviamente :sob:
     
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    C’è una teoria secondo cui le femmine siano notevolmente più sveglie dei maschi, e io sto iniziando a crederci. Se a voi altri servisse una conferma, buttate un occhio sul campo di battaglia, dove il muscoloso e prorompente maschione di cui non si sa come siamo finiti a narrare le disavventure, sta prendendo “calci nel culo a raffica” dalla truce bambinetta di turno. Che vergogna! Spero per voi non abbiate scommesso sul cavallo sbagliato, perché quello là legato come un salame, è il cavallo sbagliato. La sequenza d’attacco del nostro uomo non è delle migliori né per inventiva né per esecuzione. Come se non bastasse, come spesso accade in questi casi, qualcosa va subito storto. Sfortuna? Forse. Stupidità? Probabile. Fatto sta che il colpo coi fori d’aria coinvolge anche parte del terreno, facendo sì che una discreta quantità di sabbia venga innalzata come una turbina in direzione del nemico. Il polverone si alza da terra e assume la forma del getto d’aria sparata dal nostro amico, un attacco che altrimenti sarebbe stato difficilmente rintracciabile. Non lo sappiamo se la fanciulla sia stata in qualche modo facilitata da questo inconveniente, quel che è certo è che la Lady scampa all’attacco, sostituendosi con la ruota del relitto di un carretto poco distante. Il nostro amico si ritrova invece a correre nel polverone che lui stesso ha creato, la sabbia gli finisce negli occhi e in bocca, costringendolo strane facce e sputacchi. Inutile parlare della distrazione che ne consegue.

    Ma che… *ptù* *ptù*

    *Ma? Non mi sembrava così grassa fino a poco fa…*

    Aveva anche fiutato qualcosa, l’acuto Sherlock. Purtroppo quando è chiaro che al posto della signorina c’è una grossa ruota di legno è già troppo tardi, il suo corpo è già in volo e il tallone della gamba destra sta per affondare il colpo. Poi accade qualcosa. Prima una specie di puntura quasi impercettibile, poi una leggera carezza, quasi un solletico che inizia dalle caviglie, risalendo per tutta la gamba. Una carezza diabolica, che crea subito una sensazione di disagio al ragazzo. Egli non ha quasi nemmeno il tempo di accorgersene, accade tutto in un secondo. Arrivato all’altezza della coscia, la carezza diventa un abbraccio, e poi subito una stretta. Le piccole lame poste sul filo spinato, che prima solleticavano il gambone di Lavar, ora penetrano la sua carne con violenza, sbrindellando i vestiti e costringendolo ad urlare per il dolore. A coordinazione totalmente persa, il corpo del ragazzo frana sul legno secco e stanco, il quale cede sotto il peso del colpo, sbriciolandosi come un grissino. La sabbia gli finisce in bocca pesantemente, scava praticamente una buca col mento. Quella tizia gliel’ha fatta mangiare nel vero senso della parola.

    AAAAARGH!!!

    Con la faccia al suolo si agita per il dolore e per la rabbia, non dev’essere una bella sensazione. I tagli bruciano sotto il sole cocente, la sabbia e il pallido legno si tingono del suo sangue, goccia dopo goccia, macchiando per la prima volta la scena di rosso rubino. Per la legge di Murphy sulle fette biscottate con la marmellata è caduto faccia all’in giù, dalla parte della marmellata per intenderci. Bloccato a terra, il respiro affannato ed intenso fa alzare ancora sabbia dal suolo e questa gli finisce di nuovo in quasi tutti gli orifizi della faccia. Fa almeno in tempo a chiudere gli occhi e non rimanere accecato. Con un paio di scossoni di pura frustrazione riesce a rotolare su un lato, potendo anche quindi osservare la nuova ubicazione del suo nemico. È qualche metro più in là alla sua destra, e stringe l’origine dell’arma metallica con la mano, dimostrandosi l’artefice dell’accaduto. In qualche secondo il dolore si stabilizza, dando modo a Lavar di riacquistare un poco di lucidità. Che poi, sai che lucidità…

    Non è carino da parte tuAAAAAAAARGH!!!!!

    Ora che il peggio sembrava passato, una nuova scossa gli penetra le carni. Le ferite iniziano a bruciare come sotto sale e il dolore si espande su tutto il corpo. Non riesce a capire che sta succedendo, la situazione sembrerebbe peggiorare, il dolore aumenta e per un attimo perde quasi i sensi. La scena perde di nitidezza, e sembra di essere tornato indietro nel tempo, a quando da bambino tutti lo prendevano in giro e gliene facevano di tutti i colori. Gli è già capitato più di una volta di venir legato, per circa un’estate intera quei bastardi dei suoi amichetti erano soliti lasciarlo come un salame da qualche parte per diverse ore, tante che una volta se lo sono persino scordati legato a una sedia, costringendolo a tornare a casa saltellando sulle punte dei piedi, a cucchiaio col legno, nella posizione di una gallina.

    CITAZIONE
    Guarda, una pollastrella!

    Una pollastrella stupida

    AHAHAHAHAHHAHA

    Poverino. C’è di buono che tutto gira, è una ruota, e oggi è il giorno in cui esser stato legato tante volte è servito per imparare a liberarsi altrettante. Il filo è un filo d’acciaio, al primo strattone si allenta solo leggermente, il potere con cui è tenuto stretto non è legato alla forza fisica ma chiaramente a qualche tecnica magica particolare. Lo sforzo peggiora lo stato delle ferite, ma si dimostra l’unica possibilità dopo aver appurato l’inutilità nel tentare una fuga. Il potere magico della fanciulla è notevole e Lavar non riesce a sgusciare via dalla morsa tramite i suoi poteri. Non resta che farlo con la forza bruta. La faccia gli si contorce in smorfie di dolore, sente le spine allargare i fori già presenti, per poi ripassare sulle ferite già aperte, strisciando sulla pelle viva e sanguinante.

    *Dannazione!*

    Sembrava la strada giusta, peccato che la ragazza dal canto suo non sia disposta a lasciar sfuggire la sua preda. Per questo lascia la presa dalla mano e la trasferisce al piede, ora i suoi sandali tengono fermo il meccanismo e le mani sono libere di afferrare qualcosa dalle tasche, qualcosa di immediatamente riconoscibile. Shuriken, equipaggiamento base di ogni ninja che si rispetti. Le armi brillano al sole ed è chiaro come stia per utilizzarle. In quel momento disperato l’unica idea che viene in mente al nostro amico è l’unica a sua disposizione, in quello stato non può far altro che tentare di ricorrere al suo potere elettrico, cercando di infondere elettricità nel cavo e usarlo da conduttore per arrivare al bandolo della matassa. In un impeto di rabbia scarica tutto il suo potere, rilasciando tutto il chakra che riesce in un solo e potente scossone, nella speranza che questo sia abbastanza forte da risalire per intero la lunghezza del cavo. La speranza è di riuscire a fare in tempo a destabilizzare il lancio degli oggetti, una forte scossa potrebbe far perdere la presa nel momento del lancio, anche se a dirla tutta il suo vero obbiettivo è far sì che l’altra tolga il maledetto piede dal cavo, potendo quindi tirare a se l’estremità del filo con un altro strattone, unito a un rotolamento rapido sulla schiena, in modo da provare ad avvolgere il cavo ed allontanarlo dal suo proprietario...
    CITAZIONE
    Scheda

    Azioni:
    - Strattone (1 Resistenza)
    - Tecnica della fuga (5 stamina protesi)
    - Impulso elettrico + sforzo extra max (60 stamina protesi)
    - Strattone (1 Resistenza)

    Status: Dolore, rabbia, paura
    Ferite: Multiple da taglio, leggere su tutto il corpo
    Bonus/malus: Impossibilità di movimenti fisici

    Resistenza: 245 - 80 - 2 = 163
    Stamina: 50

    Resistenza protesi: 200
    Stamina protesi: 185 - 5 - 60 = 120

    Note: Non ho contrastato di fatto l'induzione venefica perchè penso non ci sia modo di accorgersene prima, per questo ho già ruolato di subirla. Ugualmente ho già descritto il fallimento della tecnica della fuga, essendo il suo CC maggiore del mio. Ho provato a contrastare il suo lancio con la scossa elettrica, praticamente era l'unica cosa che potevo provare a fare. Se fosse una difesa valida, credo andrebbe calcolata come un semplice ninjutsu.
     
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    Responso nr. #3


    Attacco -Lìf Arnbjørg:

    - Induzione Venefica: riesce per supremazia combattiva
    - Tecnica della Manipolazione delle Lame: 60+25+6+11= 102 riesce per supremazia combattiva
    - Tecnica della Manipolazione delle Lame + Shuriken Ombra: 60+25+6+5+12= 108 riesce per supremazia combattiva

    Difesa -Lavar Yussuf:

    - Strattone: 50+30+6= 86
    - Tecnica della fuga: 40+20+3+13= 76 fallisce per inferiorità combattiva
    - Impulso elettrico: 40+20+4= 64 fallisce per inferiorità combattiva
    - Strattone: 50+30+3= 83

    Danni:
    Resistenza filo spinato (20 metri): 120-30-30-30= 30 (5 metri)
    Lìf: //
    Lavar: 10+(15*3)+12= 67+20= 87 + 15 danni a tuno [Ferite profonde) + 10 danni a turno [Avvelenamento]


    Narrazione Turno:
    Lo scontro continua e la ragazzina di ame non ha pietà dell'avversario immobilizzato. Fa uso della sua abilità nel ninjutsu per controllore degli shuriken tramite il chakra e lanciarli nelle zone ''scoperte'' del nemico. Le piccole stelle rotanti viaggiano formando una traiettora ellittica mentre Lavar si dimena tentando di distruggere il filo spinato che lo teneva prigioniero. Ma nonostante gli sforzi non ci riesce, tre shuriken lo colpiscono mentre altri due (uno nascosto nell'ombra dell'altro) finiscono per rompere il filo spinato in alcune parti. Nella sfortuna l'Ishivariano ebbe anche una piccola fortuna e non riuscendo a liberarsi con la tecnica della fuga, in un impeto di stress rilascia una scarica elettrica dal corpo che di fatto non fa nulla, continuando poi a dimenarsi allentando la morsa del filo spinato.


    Situazione Finale:
    Come prima, Lavar paralizzato nella stretta d'acciaio a 5 metri di distanza da Lif. Rimangono solo 5 metri di filo.
    Attacco a Lavar.



    Commenti Arbitro:
    Cagn, hai fatto sicuramente un ottimo post! Bravo. In questo turno avete fatto entrambi dei bei post.
    yama te devi spendere il chakra per la manipolazione delle lame 2 volte, perché lo shuriken ombra devi lanciarlo dopo gli altri :sisi: Per il resto, se volete chiarimenti o altro sapete dove trovarmi.
     
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    Sabbia e sangue. Talmente tanto da formare una pozza, e nonostante il potere di assorbimento del terreno, abbastanza grande e bagnata da poterci quasi sguazzare in mezzo. Immerso in questo piccolo stagno rossastro, steso in preda a dolori lancinanti, sta il nostro povero amico Lavar, che mai avrebbe immaginato di finire tanto male per un semplice incontro di allenamento. Maledetta idea di affrontare un ninja! Inutili i tentativi di far qualcosa per evitare il peggio, alla fine anche la raffica di armi metalliche finisce per conficcarsi nel corpo del nostro amico, già martoriato dal filo spinato, ferendolo in un paio di punti agli estremi del busto. Per fortuna non tutto il male vien per nuocere, e mentre alcune armi feriscono il nostro uomo, altre di fatto lo aiutano a liberarsi, andando a incocciare contro il filo d’acciaio, tagliandolo e facendo inoltre sì che questo faccia da scudo contro gli attacchi della ragazza. In particolare accade agli shuriken mirati nella parte bassa del corpo, poiché Lavar, scuotendosi con la forza delle braccia, era riuscito ad allentare più che altro la stretta all’altezza del tronco, restando tuttavia totalmente braccato all’altezza delle gambe. Ora invece anche quella parte di filo ha perso parte del suo potere, rendendo quindi possibile venirne fuori. Eh già, facile parlarne da qui, un po’ meno per il povero Lavi, sfinito dalla notevole quantità di sangue perso, dal viaggio affrontato in precedenza e dal duro lavoro nell’oasi.

    *Dannazione, perché ho mangiato solo una macedonia per pranzo?! Non voglio perdere così, voglio far vedere quel che valgo! Maledizione, devo fare qualcosa!*

    Raccoglie le energie, fa passare addirittura qualche secondo in cui resta ad occhi chiusi e sembrerebbe sfinito, scoinfitto, in realtà è proprio in questo casi estremi che il suo cervello lavora al meglio. Messo alle strette infatti viene fuori l’istinto di sopravvivenza, e di colpo il suo intelletto diventa capace non solo di ragionare come quello di un normale essere umano, ma persino di partorire idee di livello superiore alla media. Aspetta, aspetta ancora, poi arriva l’illuminazione ed è un lampo. Raccoglie le forze rimaste, col braccio libero, quello fatto di carne e ossa, tenta di afferrare la parte di cavo più vicina al suo rivale, nella speranza che questa volta l’impulso elettrico possa arrivare a destinazione. Contemporaneamente da un ultimo strattone, pregando che questo sia sufficiente per liberarsi dalla morsa. Oltre a tentar di liberarsi, cerca di tirare a sé il filo, nel tentativo di toglierlo dalla disponibilità del nemico, lanciandoselo alle spalle una volta libero e potendo così provare a mettere a segno la sua ultima e disperata azione d’attacco, senza la paura di finire nuovamente in quell’inferno di spine. A questo punto l’idea è quella di partire di corsa in direzione avversaria, caricando la spinta sulla gamba di richiamo posteriore, per poi esplodere in folle corsa al grido di battaglia.

    WOU-WOU-WOUUUUUUUUU

    Selvaggio come Tarzan, dopo il primo passo proverebbe a sparare l’ennesimo colpo dal suo braccio meccanico, nel tentativo di far fruttare l’errore precedente, provando stavolta a portarlo a suo vantaggio. Badando a tenere la giusta inclinazione col terreno, arrivato a qualche passo dal nemico, tenterebbe di far innalzare un massiccio quantitativo di sabbia verso la fanciulla, per impedirle la vista. Essendo a pochi passi dalla ragazza poi, ipotizzando che questa non si sia spostata, creerebbe una copia con la tecnica della moltiplicazione, la manderebbe avanti in direzione sbagliata, facendola comparire per prima per distrarre il suo nemico e tranquillizzarlo, facendole vedere uno spostamento innocuo alla propria sinistra. Tutto accadrebbe nel giro di pochissimi secondi, a questo punto l'originale comparirebbe da posizione centrale, in volo nel tentativo di eseguire al meglio la tecnica dell’entrata dinamica, approfittando anche di qualche metro di rincorsa per rendere l’azione ancora più spettacolare e caricando il colpo di chakra Raiton. Lo sforzo dipinto sul suo viso, le ferite in fiamme, le energie che via via si riducono all’osso, lasciando solo la possibilità di pochissime altre mosse a sua disposizione. Per questo, senza fermarsi, continuerebbe a correre verso l’avversario, sfoderando il suo balisong e cominciando ad aprirlo e a chiuderlo nelle sue mani, azione abituale nei momenti di noia e in cui è diventato ormai maestro. Alla fine tenterebbe di colpire chiudendo all’ultimo la lama e colpendo con la parte “non tagliente” dell’arma, fingendo un attacco tagliente al corpo per provare invece a colpire col manico all'altezza della testa, poco sopra la tempia destra. Infine, giunto ormai all’ultima goccia di energia, proverebbe a scaricare nuovamente la sua onda tagliente, sperando di mettere a segno l’attacco per allontanare il nemico di qualche metro, in modo da riprendere fiato e lucidità, dei quali a questo punto sarebbe completamente a corto.


    CITAZIONE
    Scheda

    Azioni:
    - Strattone come da post + chakra Raiton (1 Resistenza, 10 Stamina)
    - Onda tagliente come da post (supporto, 5 Stamina)
    - Moltiplicazione (supporto, 1 copia, 5 Stamina)
    - Entrata dinamica + sforzo extra (5 + 40 Resistenza)
    - Attacco con balisong (1 Resistenza)
    - Onda tagliente + sforzo extra (5 + 10 Stamina protesi)

    Status: Dolore, rabbia, paura
    Ferite: Multiple da taglio, leggere su tutto il corpo; avvelenato --> -25 resistenza a turno
    Bonus/malus: Balisong + 10

    Resistenza: 163 - 112(danni) = 51 - 46 = 5
    Stamina: 50 - 10 - 5 - 5 = 30

    Resistenza protesi: 200
    Stamina protesi: 120 - 15 = 105

    Note: Editato. Posto nuovamente io se siete d'accordo al prossimo giro, che tanto svengo :please:


    Edited by Cagnellone - 4/5/2017, 16:44
     
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    Lo sentivo, lo percepivo sempre in modo distinto. La presa sul filo generava ricordi costantemente ricordi del passato, sulla nave c’erano momenti in cui abbandonavo il lavoro di cartografa per gettarmi sul ponte e ammainare le vele su ordini ben precisi. Saltavo e tiravo la corda con tutto il mio peso, ripetendo quel gesto più volte e confidando nella trazione delle braccia. Quando sentivo il rigonfiamento dei bicipiti, dei muscoli dorsali, delle spalle e in generale di ogni fibra del corpo provavo conforto, gioia. Non mi piaceva dedicare più tempo alla lettura di quanto volessi dedicarne alle attività all’aperto, il mare era la mia fonte di ispirazione e vita e restare chiusa in una stiva non faceva per me. Lì non v’era la minima traccia di oceano ma mi sentii a mio agio avendo un’oasi nelle vicinanze, la cui presenza mi rassicurò. Tenni stretto il filo sotto il piede imprimendo agli shuriken la giusta forza centrifuga e spedendoli più affondo nella carne del ragazzo, più a fondo del suo pellame. Ero stata allenata al lancio degli arpioni nella cattura delle balene in quanto non solo la loro carne aveva un ottimo prezzo ma l’olio estraibile dalle loro viscere era un’ottima fonte di scambio e sostentamento. Quando le armi cozzarono col filo e il loro rumore vibrò intensamente il ricordo confluì in me e mi parve, nel sentire l’altro uggiolare un po’, di tornare al tempo della mia prima cattura. Doloroso vero? Doloroso e scombussolante, ma fu il mio modo di dimostrargli le arti ninja che tanto voleva guardare. Pressai la punta del calzare più forte nel suolo, ricreandone l’impronta in maniera distintamente riconoscibile. Sospirai a lungo e lo fissai senza mai mollare la persa sulla sua figura, che da lì a poco avrebbe mostrato diverse reazioni riassumibili in due grandi scelte: arrendersi e accasciarsi a terra per lasciarsi alle spalle la pessima giornata oppure continuare e andare oltre le proprie ferite. Col veleno in circolo, corpi estranei nella pelle e lo stress che cosa sarebbe stato più sano scegliere? Nell’impeto avevo percepito ai piedi una sensazione di leggero formicolio, abbastanza evidente da farmi comprendere che persino in lui scorrevano tracce di un elemento. Ciò mi fece socchiudere strizzare l’occhio sinistro per la botta avvertita, tuttavia fui abbastanza fortunata da non subire uno shock duro e consistente. Mossi il capo all’indietro per riportare un ciuffo fuori dalla visuale e rilassai le spalle più tese del normale, assuefatta dal caldo strofinai i pugni sul viso a causa di una leggera stanchezza. Disidratata a causa del furore dell’estate mi ritrovai ad ansimare in silenzio puntando lo sguardo a terra e aprendo le mani, leggermente graffiate e arrossate per capire meglio in che guaio mi stessi cacciando. La mia testa così piena di pensieri e offuscata dalle emozioni era la causa di quella perdita –o mancanza- di autocontrollo? Le poche tracce di egoismo erano diventate un’evidenza palpabile? Era la cosa giusta da fare o semplicemente stavo diventando come loro? Risi, così tanto da non mantenere il controllo sul ragazzo a terra. Risi per me stessa e per tutte quelle fregnacce che ogni volta pensavo. Io ero fatta così, che senso aveva demoralizzarsi? Decisi di confidare nel buonsenso altrui e provai a sollevare le mani per la resa, o meglio per una sorta di pareggio… ma dovetti arrendermi e cancellare l’idea e il movimento del suo braccio verso il filo non mi convinse per nulla. Provai a sfilare i calzari e ad allentare la presa sul filo per perderne totalmente la possessione, era un azzardo ma dovevo provarci. Tentai, eliminando il controllo, di ritrovare nel campo visivo la presenza dei resti della carovana che avevo utilizzato già precedentemente e aizzando il sistema energetico nel mio corpo decisi di provare nuovamente la sostituzione, sempre con il procedimento richiesto: unii le dita in posizioni diverse per realizzare i così detti sigilli e focalizzato l’obiettivo tentai di raggiungerlo a distanza tramite una serie di fili sottilissimi e a malapena visibili, confidando nel tempo che il ragazzo avrebbe impiegato prima di capirlo. Sperando in uno scambio di posizioni mi sarei allontanata quantomeno dalle sue vicinanze, evitando inoltre possibili “scherzi” in linea retta fattibili dal combattente di Ishivar.
    CITAZIONE
    WOU-WOU-WOUUUUUUUUU

    L’urlo altrui mi scosse e incredula tenni su di lui l’iride, ridacchiando nel sentire quel grido di battaglia tanto buffo. Che fosse come l’uomo della giungla dei famosi racconti, cresciuto da scimmie e selvaggio fino al midollo? Intorno a me non c’erano dettagli che potessero fare la differenza, eravamo in mezzo al nulla e le uniche cose utilizzabili in quel momento erano semplici resti di mezzi e carcasse di animali in lontananza. Troppo fuori dalla mia portata annusai l’aria secca del luogo e a quel punto fui tentata. Tentata da una temperatura che non dava scampo e che logicamente poteva essere sfruttata blandamente per un trucco ingenuo. Cercai di dare all’altro l’impressione di essere in piena forma e attingendo alla fonte di chakra cercai, previa concentrazione, sigilli e ripetuti battiti di ciglia di scompormi nel massimo di copie consentite, contando su una possibile “visione distorta” a causa del caldo e della pressione. Fatto ciò attesi tra le copie ritirando le spalle all’indietro ed evidenziando l’incavo tra le scapole più accentuato del normale, tuttavia legittimo per l’operazione che mi accingevo a compiere. Piantonando i piedi al suolo e serrando i denti cercai protezione nelle fibre muscolari e nelle ossa, tentando di irrigidirmi a tal punto da poter sostenere un impatto di media entità con la copertura delle braccia. Difatti a seguito dell’indietreggiamento di entrambe le spalle mi sarei protetta la testa con gli arti superiori, tesi anch’essi come corde di violino, accostandole assieme con i pugni serrati e poco rialzati rispetto al naso, per veder meglio le nocche olivastre.


    R: 195-1-1=193
    S: 260-10-50=200

    AeJ:
    Perdita (?) della presa sul filo (spostamento del piede)
    [Sforzo extra 25] Sostituzione con resti di carovane (usata già in precedenza)
    [S.E. 25] Moltiplicazione del corpo [8 copie]
    Parata muscolare

    Vecchie stat
    60/250 - Controllo del Chakra
    10/250 - Forza Fisica
    10/250 - Agilità
    20/100 - Resistenza
    40/100 - Stamina
    Potenza Magica - 25/100
    Ninjutsu - 25/250
    Taijutsu - 10/250
    Genjutsu -///250
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Responso nr. #4


    Attacco - Lavar Yussuf:

    - Strattone con Chakra Raiton: 50+20+15+11+7= 103 (D100= 6) riesce per supremazia combattiva
    - Onda Tagliente: 40+25+10+3+7+17= 102
    - Tecnica della Moltiplicazione: 40+20+2+10+6+7= 85
    - Entrata Dinamica: 50+30+3+10+1+15+7= 116 (D9= 5) colpisce una copia
    - Attacco con balisong: 50+30+10+10+3+7= 110 (D9= 4) colpisce una copia
    - Onda Tagliente: 40+25+10+3+8+7= 93 (D9= 2) colpisce una copia

    Difesa - Lìf Arnbjørg:

    - Tecnica della Sostituzione: 60+25+2+4+10= 101
    - Tecnica della Moltiplicazione: 60+25+3+13+10= 111
    - Parata Muscolare: riesce a prescindere

    Danni:
    Resistenza filo spinato (20 metri): 30-30= 0
    Lìf: 15
    Lavar: K.O


    Narrazione Turno:
    Il gigante buono mette in moto il criceto dentro la sua testa e lo fa ruotare a tutto gas! Con le ultime energie rimaste in corpo carica un ultimo poderoso strattone imbevuto di chakra Raiton che non solo distrugge il filo spinato definitivamente, ma tramite lo stesso conduttore provoca una leggera scossa elettrica a Lif. Una volta libero l'ex prigioniero sfrutta un getto d'aria pressurizzata per alzare sabbia e polvere con lo scopo di oscurare la vista della ragazza. Ci riesce e si moltiplica creando un clone mentre la ragazza si allontana giusto qualche secondo prima, sostituendosi con una grossa ruota di legno e si moltiplica a sua volta, creando molti più cloni dell'avversario. Questi ultimi le permettono fortunatamente di eludere tutti i successivi attacchi dell'Ishivariano che nonostante i valorosi sforzi si accascia al suolo dopo aver fatto esplodere tre copie con diversi attacchi. La giovane Aburame si aggiudica così l'incontro. Gli insetti festeggiano...


    Situazione Finale:
    Lavar per terra sfinito, necessita di infermeria.


    Commenti Arbitro:
    Capisco che ci sono tanti calcoli e mi scuso per la confusione, dai miei prossimi arbitraggi prometto tutti i vari colori con le spiegazioni. Se volete qualche delucidazione chiedetemi pure per MP, con questo responso mi avete fatto impegnare abbastanza :soso:
    Post finali e poi l'exp, siete stati bravi :sisi:
     
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    Che peccato, questa volta Lavar l’aveva pensata giusta, peccato che la ragazzina l’abbia pensata ancora meglio. Giocando sulla poca lucidità del suo avversario e confidando in un’evidente vicina resa del ragazzo di Ishivar, Lìf la volpe decide bene di creare un po’ di scompiglio sul campo di battaglia. E così le energie ritrovate dal nostro ragazzone, rinvigorito dalla possibilità di mettere a segno i suoi colpi e far vedere di che pasta è fatto ai ninja che si trova ad affrontare, svaniscono, affogando nella delusione del proprio fallimento. Il suo calcio si schianta ancora una volta contro il legno esausto dei resti di una carovana, nuovamente esso cede sotto il peso del nostro uomo, il quale a sua volta si accascia nella sabbia, metaforicamente distrutto, pure lui. Non so dove trova la forza di rimettersi nuovamente in piedi, ormai non si cura nemmeno più della sabbia che gli copre la faccia e gli infetta le ferite, a fatica si regge sulle proprie gambe quando prova l’ultimo disperato attacco. Il sangue che è colato dalle ferite si è asciugato sotto i raggi di un sole che ogni secondo sembra più caldo e affannante, l’aria è rappresa e solo un filo riesce a penetrare nella gola e nei polmoni di Lavar, i cui respiri sono ora lenti e difficoltosi, un ansimante travaglio che potrebbe trovare sollievo in una resa, che però non è nei piani del nostro uomo nemmeno in una tale situazione disperata.

    *Non mi arrenderò*

    Non… mi… arrendo!

    Non c’era dubbio, conoscendolo combatterebbe fino a prosciugarsi le vene. Lo sguardo è stanco, la vista è appannata e l’occhio a fatica regge il peso dell’orizzonte, deve inclinare la testa all’indietro per guardare correttamente in avanti, la voce è un leggero sibilo, talmente debole che si perde nel vento. Con l’unica pupilla a sua disposizione cerca il nemico, prima a destra, poi a sinistra. Eccolo. Ma poi eccone un altro, e un altro ancora, e tanti altri dispersi per la porzione di campo innanzi a sé. Tante piccole, graziose ed assatanate kunoichi, tutte uguali. Allucinazioni del deserto? È la sua ipotesi, anch’essa poco lucida. Copie illusorie in realtà, anche se fa poca differenza. Maledizione, questa non ci voleva. Scende la catena, l’adrenalina si abbassa, subentra lo sconforto e la consapevolezza di quel che sta per accadere. Barcollando come un ubriacone fuori dall’ultimo bar del suo tour abituale, riesce a muoversi un’ultima volta, in direzione della copia più vicina, colpita col manico del coltello e svanita in una nuvoletta di fumo. Di puro istinto riesce ad alzare il suo braccio meccanico, sfoderando ancora una volta il suo colpo d’aria compressa, colpendo nuovamente un clone. La propulsione del colpo, benché leggera, è sufficiente a sbilanciarlo all’indietro quel tanto che basta da fargli perdere l’equilibrio e cadere in terra, a faccia in su nella sabbia. È un sacco di patate, un corpo senza vita che infatti perde subito i sensi, chiudendo gli occhi. Potrebbe sembrare anche morto, per fortuna dopo pochi secondi inizia a russare, per la gioia di amici, parenti e tifosi.

    ROOOOONF!

    È un sollievo, di colpo fatica, dolore, disperazione e tristezza svaniscono in un abbraccio caldo e confortevole, familiare, come quello che attribuiresti a Dio o a tua madre. Libera dai pensieri terreni, la mente di Lavar è libera di spaziare nella sua fantasia più profonda, in un sogno rigeneratore più simile a un coma. Non sappiamo quando potrà riuscire a svegliarsi né in che condizioni, speriamo solo che i nostri nuovi amici abbiano l’accortezza di non lasciare il nostro uomo in quel luogo e in quelle condizioni, altrimenti l’avvoltoio appollaiato sui resti della carovana potrebbe aver di cui festeggiare questo pomeriggio. È già lì che si fa la punta al becco.
     
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